Reggio Calabria. Al museo Archeologico nazionale presentazione degli Atti del convegno “Parchi Archeologici. Analisi e proposte”, tenutosi il 16 e 17 giugno 2022 all’università di Messina
Martedì 14 maggio 2024, alle 17.30, sulla terrazza del museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria presentazione degli Atti del convegno “Parchi Archeologici. Analisi e proposte”, tenutosi il 16 e 17 giugno 2022 all’università di Messina (vedi Parchi archeologici: un confronto storico Stato-Regione Siciliana: due giorni di convegno al rettorato dell’università di Messina a cura (e in memoria) del prof. Gioacchino La Torre, scomparso prematuramente pochi giorni fa | archeologiavocidalpassato). Il libro, a cura della storica dell’arte Silvia Mazza, edito dalla Fondazione Federico II, è dedicato alla memoria del prof. Gioacchino La Torre, ordinario di Archeologia Classica, di UniMe, che aveva curato insieme alla dott.ssa Mazza il convegno, venuto prematuramente a mancare appena qualche giorno prima dell’apertura dei lavori. Dopo l’introduzione del direttore del museo Fabrizio Sudano, interverranno con la curatrice Massimo Cultraro, direttore di ricerca, Cnr-Ispc Catania, istituto di Scienze del Patrimonio culturale; Alessandro Garrisi, presidente ANA, associazione nazionale Archeologi; Gabriella Tigano, direttore del parco archeologico di Naxos-Taormina e Fabrizio Mollo, associato di Archeologia classica, Dicam, che porterà anche il saluto della rettrice dell’università di Messina. La pubblicazione analizza la situazione dei parchi archeologici in Italia e in Sicilia in quattro sessioni dal taglio interdisciplinare: la prima dedicata all’Università e agli Istituti di ricerca, con una componente di archeologi, architetti, etno-antropologi, economisti e giuristi; due sessioni rispettivamente riservate alle esperienze statali e della Regione Siciliana e una destinata al parere delle associazioni.
Reggio Calabria. Al museo Archeologico nazionale presentazione del libro “Casi freddi. La “scure letterata” e le sue peregrinazioni: dalla Calabria al British Museum” di Gino Famiglietti
Patrimonio culturale violato, depredato, occultato, trafugato. La storia dell’archeologia italiana è ricca di casi irrisolti. Giovedì 9 maggio 2024, alle 17, nella sala conferenze del museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria presentazione del libro “Casi freddi. La “scure letterata” e le sue peregrinazioni: dalla Calabria al British Museum” di Gino Famiglietti. Introduce Fabrizio Sudano, direttore del MArRC. Interviene Gino Famiglietti, già direttore generale del Mibac. Dialoga con l’autore Massimo Cultraro, direttore di ricerca dell’Ispc-Cnr di Catania. Ingresso gratuito fino all’esaurimento dei posti.

Copertina del libro “Casi freddi. La “scure letterata” e le sue peregrinazioni: dalla Calabria al British Museum” di Gino Famiglietti
Casi freddi. La “scure letterata” e le sue peregrinazioni: dalla Calabria al British Museum. Intorno alla metà dell’800 una “scure di bronzo, con greca iscrizione” viene rinvenuta in Calabria. L’importanza del reperto è notevole: addirittura, la sua restituzione grafica, pubblicata, insieme ad una dettagliata scheda di catalogo, su una nota rivista scientifica, è realizzata dal Primo disegnatore dei Reali Scavi di Pompei. In ragione del suo “merito”, la scure è quindi uno di quegli oggetti di cui, secondo le leggi dell’epoca, è proibita l’esportazione “fuori del regno”. E tuttavia, nel 1884, la scure viene venduta in asta a Parigi e viene acquistata da un emissario del British Museum. Ma come è arrivata la scure a Parigi? Fra i documenti ufficiali che la riguardano non c’è traccia di un eventuale permesso che ne abbia potuto consentire la legittima uscita dal territorio italiano. Eppure, l’indifferenza degli apparati amministrativi rispetto alla strana vicenda perdura nel tempo, nonostante le ripetute richieste di chiarimenti che, in merito all’accaduto, vengono rivolte, da parlamentari di ogni estrazione politica, appartenenti tanto alle forze di maggioranza quanto a quelle di opposizione, ai governi di volta in volta in carica. Un frastornante silenzio, che dura da troppo tempo. Ci sarà un modo per trarre la vicenda dall’oblio in cui è stata confinata?
Torino. Al museo Egizio l’archeologo Massimo Cultraro (Cnr- Ispc Catania) parla di “Da Micene al Nilo. Le ricerche di Heinrich Schliemann in Egitto (1886-1888)”. Conferenza in presenza e on line in collaborazione con Acme
Heinrich Schliemann (1822-1890), imprenditore tedesco diventato famoso per la scoperta di Troia e per l’esplorazione della civiltà micenea, fin dalle sue indagini in area egea ha sempre guardato con attenzione all’Egitto. Giovedì 11 gennaio 2024, alle18, nella sala conferenze del museo Egizio di Torino, conferenza “Da Micene al Nilo. Le ricerche di Heinrich Schliemann in Egitto (1886-1888)” con Massimo Cultraro: nuovo appuntamento con le conferenze organizzate con l’Associazione ACME, Amici e Collaboratori del Museo Egizio, dove Massimo Cultraro ci parlerà delle ricerche di Heinrich Schliemann in Egitto. Introduce Christian Greco, direttore del museo Egizio. Ingresso è libero con prenotazione su Eventbrite: : https://www.eventbrite.it/…/biglietti-da-micene-al-nilo…. La conferenza sarà trasmessa anche in streaming sulla pagina Facebook e sul canale YouTube del Museo. Il programma di incontri è realizzato in collaborazione con il dipartimento di Studi storici dell’università di Torino. La scoperta a Micene di un gruppo di manufatti di produzione egizia risalenti al Nuovo Regno lo spinge a riflettere sull’origine della civiltà elladico-micenea, per la quale non escludeva un contributo dall’area nilotica. Nei continui viaggi compiuti in Italia entra in contatto con la grande scultura greco-romana nelle collezioni di Roma, mostrando uno spiccato interesse per la figura di Cleopatra. Solo a partire dal 1886, oramai celebre ma con una salute assai cagionevole, può avviare il sogno di esplorare l’Egitto, avviando le indagini ad Alessandria alla ricerca del palazzo di Cleopatra. I taccuini di viaggio permettono di ricostruire una pagina inedita e affascinante del lungo soggiorno di Schliemann in Egitto, facendo luce sulle scoperte archeologiche, pressoché sconosciute, e sulle preziose descrizioni di luoghi e costumi dell’Egitto nella seconda metà dell’Ottocento.

Massimo Cultraro, dirigente di ricerca dell’Istituto di scienze del patrimonio culturale (Cnr-Ispc) (foto parco naxos)
Massimo Cultraro è archeologo, dirigente di ricerca al Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto delle scienze del Patrimonio Culturale, Catania. Insegna Archeologia egea e Preistoria del Mediterraneo nelle università di Palermo, Messina e Salerno. Visiting professor alla Brown University di Providence (USA), tiene corsi di archeologia egea nell’Università di Göttingen. Nel 2006-2011 ha diretto il progetto di ricostruzione del museo nazionale di Baghdad, promosso dal ministero degli Affari Esteri e CNR, progetto premiato al G8 degli Enti di Ricerca a Venezia nel 2008. Insignito del premio nazionale “Sabatino Moscati” per la divulgazione scientifica in campo archeologico, si occupa di mondo egeo-miceneo e di Preistoria euro-asiatica, dirigendo dal 2014 una missione di ricerca nel Caucaso. Autore di sei saggi scientifici, alcuni dei quali dedicati alla figura di H. Schliemann.
Augusta (Sr). “Gerico: alle origini della comunità umana”: la conversazione con Lorenzo Nigro e la presentazione del suo libro “Gerico. La rivoluzione della preistoria” inaugura la prima edizione di “Parole e Pietre. Rassegna del libro e della cultura classica”


L’archeologo Lorenzo Nigro
Con la presentazione del libro “Gerico” di Lorenzo Nigro, docente ordinario della Sapienza di Roma e direttore degli scavi a Mozia e a Gerico, si inaugura la prima edizione di “Parole e Pietre. Rassegna del libro e della cultura classica” a cura di Archeoclub d’Italia sede di Augusta, parco archeologico di Leontinoi e Naxoslegge. Appuntamento giovedì 23 giugno 2022, alle 19, alla terrazza del pontile Mare Nostrum della baia di Brucoli ad Augusta (Sr), con “Gerico: alle origini della comunità umana”, conversazione con Lorenzo Nigro e il suo libro “Gerico. La rivoluzione della preistoria” su un tema che non smette di sedurre archeologi di ogni generazione, la matrice vicino-orientale della più importante rivoluzione dell’antichità…il Neolitico. Introduce Mariada Pansera, presidente Archeoclub d’Italia sede di Augusta. Dopo i saluti di Lorenzo Guzzardi, direttore del parco archeologico di Leontinoi, converserà con l’autore Massimo Cultraro dirigente di ricerca del Cnr-ISPC di Catania.

La copertina del libro “Gerico. La rivoluzione della preistoria”
Gerico. La rivoluzione della preistoria. Scoprire come farsi custodi del nostro passato attraverso le avventure della missione archeologica a Gerico. “Non è vero che non è possibile viaggiare indietro nel tempo”, scrive Lorenzo Nigro. “È sufficiente alzare gli occhi e guardare in cielo: lo sguardo ci porta così lontano che le stelle che vediamo sono luce di tanto tempo fa. Ma il passato si può anche toccare – non solo vedere e anche molto da vicino! È esattamente quello che fa l’archeologo quando scava. Nel sito dove lavoro da venti anni, a Gerico in Palestina, gli scavi raggiungono una tale profondità e gli strati coprono così tanti millenni di vita che il susseguirsi di generazioni e conquiste umane divengono tangibili”. Attraverso il racconto di una campagna di scavi archeologica a Gerico, “la più antica città del mondo”, l’autore racconta come i nostri antenati siano riusciti a compiere la più grande rivoluzione della storia dell’uomo: la rivoluzione neolitica. Scritto in modo avvincente, il libro induce a riflettere in modo semplice e quasi spontaneo sulla concezione della vita e della morte, il ruolo della comunità umana, e la riscoperta delle più profonde radici culturali e umane di ognuno a partire dalla descrizione della prima società neolitica.
Augusta. Per le giornate europee dell’archeologia, conferenza a cura di Archeoclub e parco archeologico Leontinoi su “Jean Berard: Sicilia e Magna Grecia”, lo storico dell’antichità che ha dato un contributo significativo alla storia della colonizzazione greca in Sicilia
Per il quarto anno di seguito, Archeoclub d’Italia sede di Augusta partecipa alle Giornate Europee dell’Archeologia. Questa volta ricorderà un’altra grande figura legata alla Sicilia ed al mondo della Magna Grecia: Jean Berard. Appuntamento venerdì 17 giugno 2022, nel salone di rappresentanza “Rocco Chinnici” del Comune di Augusta, dalle 18.30 alle 20, per la conferenza “Jean Berard: Sicilia e Magna Grecia”. Evento a ingresso gratuito a cura di Archeoclub sede di Augusta e del parco archeologico Leontinoi. I lavori saranno introdotti da Mariada Pansera, presidente di Archeoclub d’Italia sede di Augusta. Dopo i saluti del sindaco Giuseppe Di Mare interverranno Lorenzo Guzzardi, direttore del parco archeologico Leontinoi; Massimo Cultraro, dirigente di ricerca Cnr-Ispc Catania e Massimo Frasca dell’università di Catania, già direttore della scuola di specializzazione in beni archeologici. Concluderà Reine Marie Berard, ricercatrice del Centre national de la rercherche scientifique (Cnrs) Aix –en –Provence, co-direttrice della missione francese a Megara Hyblaea (Ecole francaise de Rome). Sarà presente tutta la missione francese. Jean Berard (1908-1957), uno tra i più importanti storici dell’antichità, viene ricordato per il significativo contributo dato alla storia della colonizzazione greca in Sicilia, tracciandone la sua imponente e articolata biografia intellettuale nella quale la documentazione archeologica, non diversamente da una fonte storica, viene considerata parte integrante della medesima ricerca.
“Cartagine oltre il mito”: presentazione del volume di Giovanni Distefano con conversazione on line promossa dall’istituto italiano di cultura di Tunisi tra l’autore e l’archeologo Massimo Cutraro col prof. Attilio Mastino fondatore della Scuola archeologica italiana a Cartagine. Sarà un viaggio alla scoperta e riscoperta di Cartagine


La locandina dell’evento promosso dall’Istituto italiano di Cultura di Tunisi su “Cartagine oltre il mito”
Tredici episodi e un’appendice per raccontare la città più antica d’Occidente, partendo dal mito sino ad arrivare oltre il mito stesso, facendo rivivere la quotidianità della città di Cartagine. Sono quelli descritti nel libro “Cartagine oltre il mito – prima e dopo il 146 a.C.” (OLTRE EDIZIONI) di Giovanni Distefano, che ci trasporta in un viaggio alla scoperta e riscoperta di Cartagine durante una conversazione con Massimo Cultraro, il quale ha magistralmente scritto l’introduzione del volume, introdotta dal prof. Attilio Mastino. L’appuntamento promosso dall’Istituto italiano di cultura di Tunisi e curato da Diletta D’Ascia è per martedì 18 maggio alle 11 (12:00, ora italiana) in diretta Facebook Live, https://www.facebook.com/IICTunis/. Giovanni Distefano, archeologo, è professore di Archeologia del Mediterraneo tardoantico all’università della Calabria e all’università di Roma Tor Vergata. Massimo Cultraro, archeologo, è dirigente di ricerca al Consiglio nazionale delle Ricerche (Catania-ISPC), e professore di Archeologia Egea all’università di Palermo. Attilio Mastino, professore di Storia Romana a Sassari, già pro rettore, rettore, è fondatore e presidente della Scuola Archeologica Italiana a Cartagine. Grazie al dialogo tra questi due straordinari archeologi e alle parole del prof. Mastino, saremo trasportati all’interno della vita della città che fu regina del Mediterraneo e capitale dell’Africa romana.


Logo della Scuola archeologica italiana a Cartagine
Il professor Distefano, che ha effettuato scavi e ricerche archeologiche a Cartagine, è riuscito, in questo libro, a partire dal mito evocato in letteratura e al cinema sino a portarci a conoscere la vita quotidiana di Cartagine, la cultura urbanistica, religiosa, edilizia di questa città e del suo impero sulla terraferma e sul mare. Attraverso lo specchio del mito e la fiaba della fondazione della “nuova città”, apre lo sguardo dei lettori a una nuova visione, trasportandoci, ad esempio, nelle case dei cartaginesi del IV secolo con le botteghe, i mulini, le case delle élite con fontane meravigliose e stibadia, dove si intrattenevano gli ospiti. Quella che ci viene presentata è la Cartagine in cui si veneravano le dee greche-mediterranee, in cui vi erano statue votive di tipo fertilistico, ma anche la città dei traffici commerciali, la Roma africana e l’espressione delle nuove élites africane. Ne emerge un’immagine affascinante, di una città potente, forte, maestosa come Didone, regina di Cartagine, un’immagine che ondeggia tra mito e storia, così come questo testo.


L’archeologo Giovanni Distefano
I tredici saggi che compongono il volume propongono la conoscenza aggiornata della città che fu signora del Mediterraneo e capitale dell’Africa romana, oltre i luoghi comuni del mito. Sono presentati episodi della vita urbana e religiosa della città rivale di Roma, prima e dopo il 146 a.C., anno della distruzione. Della potente città fenicio-punica, poi Colonia romana, sarà possibile conoscere un santuario dell’VIII sec. a.C. frequentato da fenici e greci, un luogo di culto dedicato ad una dea greca, e poi l’altare monumentale sulla Byrsa, offerto alla famiglia di Augusto, con intensi messaggi ideologici, religiosi e politici. Inoltre, alcuni saggi sono dedicati alle grandi cisterne della città e all’ approvvigionamento idrico della Colonia al tempo dell’imperatore Adriano, che con la sua visita a Cartagine interruppe un lungo periodo di siccità. L’ edilizia privata con le case e le botteghe dei cartaginesi nel “quartiere delle ville romane” e le grandi domus urbane dell’aristocrazia, dove scenari architettonici ricreano ambienti naturali, sono altri argomenti centrali del volume. Della città, prima e dopo l’arrivo dei Vandali nel 439, sono presentati l’opera ciclopica di un muro difensivo dei quartieri urbani e una bardatura di età bizantina di un cavallo. La cultura materiale, la vita quotidiana e la vita religiosa di Cartagine sono protagonisti oltre il mito.
Al Centro Jean Bérard di Napoli appuntamento l’11 e il 12 aprile 2024 con il colloquio internazionale “Ceramiche dipinte opache del sud Italia tra produzioni, contesti e iconografie. Nuovi dati e approfondimenti”, organizzato da Cesare Vita, con la collaborazione del Centro Jean Bérard e il sostegno dell’università di Rennes 2, che segna il culmine del progetto europeo Marie Curie Individual Fellowship
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