Rovereto. In tv (History Lab Live) e su YouTube la nuova stagione di SGUARDI: in quattro puntate si raccontano le quattro sezioni del RAM film festival con i protagonisti e i film più rappresentativi
Al via la nuova stagione di SGUARDI, il programma in cui si racconta il RAM film festival, la più longeva rassegna di film dedicati all’archeologia e al patrimonio culturale ma anche uno spazio di incontri, mostre e appuntamenti nella città di Rovereto, che quest’anno ha avuto come focus gli “Sguardi al femminile”: non solo tutte le declinazioni – anche nuovissime – del vero ruolo delle donne nella storia, finora fortemente sottovalutato, ma anche il particolare punto di vista di registe e autrici del mondo del documentario. La serie – in quattro puntate – andrà in onda sul canale 12 del digitale terrestre nello spazio History Lab Live, ospitato da Telepace Trento emittente comunitaria, tutti i lunedì alle 21 e alle 22.30 e in replica la domenica alle 21. Si inizia lunedì 21 novembre 2022. Le quattro puntate saranno dedicate ciascuna a una sezione del Festival (L’Italia si racconta, Cinema archeologico, Cultura animata e Sguardi dal mondo) per conoscere ospiti e registi dell’edizione 2022, scoprire il dietro le quinte e approfondire temi e nuove tendenze del cinema documentario. Gli episodi saranno inoltre visibili anche sul canale YouTube della Fondazione Museo storico del Trentino (youtube.com/museostorico). SGUARDI è un programma a cura di Matteo Gentilini, Alice Manfredi e Sara Zanatta in collaborazione con Claudia Beretta e Valentina Poli. Una realizzazione Motion Studio con la partecipazione di Graziano Galvagni. Una produzione Fondazione Museo storico del Trentino e RAM film festival – Fondazione Museo Civico di Rovereto. A partire da gennaio 2023 poi il RAM Film Festival tornerà nello spazio History Lab Live in onda sul canale 12 del digitale terrestre nello (ospitato da Telepace Trento) con quattro documentari selezionati tra quelli che hanno partecipato all’ultima edizione.
Nella prima puntata (in onda lunedì 21 novembre 2022, alle 21 e 22.30) si entra nell’atmosfera del festival con Alessandra Cattoi, direttore della Fondazione Museo Civico di Rovereto, e si conoscono i film in concorso nella sezione dedicata al cosiddetto “patrimonio immateriale”, ovvero le opere italiane in cui si raccontano i riti, le tradizioni, le comunità specifiche e le identità del nostro paese. Ospiti di puntata sono la regista Miriam Cossu con il film “Pupus” e il regista Nicola Pittarello, vincitore della sezione con “L’oro di Venezia”. Infine, un volto televisivo noto e amato Serena Dandini: prima protagonista del focus “Sguardi al femminile”.
Nella seconda puntata (in onda lunedì 28 novembre 2022, alle 21 e 22.30) l’archeologia è assoluta protagonista, attraverso film, libri e incontri. A parlarne l’archeologo della Fondazione Museo Civico di Rovereto Maurizio Battisti, insieme ai registi Olivier Bourgeois, vincitore della sezione con “The Oath of Cyriac”, e Gianmarco D’Agostino intervistato con l’attrice Laila Bouamama, del film “Portraits and Secrets of Roman Women”. Infine la storia di Sahraa Karimi, regista e produttrice afghana, oggi rifugiata in Italia e visiting professor del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, ispiratrice del focus tematico “Sguardi al femminile”.
La terza puntata (in onda lunedì 5 dicembre 2022, alle 21 e 22.30) è dedicata alla cultura animata. Racconta questa sezione del Festival il fumettista Andrea Artusi, membro del comitato scientifico del festival e della giuria, autore per Bonelli di numerosi albi di Martin Mystère. Si incontrano due giovani registe, Mia Incantalupo e Samantha Moore, che hanno rispettivamente firmato “Nobody” e “Treasure”, e un’archeologa blogger Antonia Falcone che studia come sta cambiando l’archeologia sul web e quali sono le sue buone pratiche.
Nell’ultima puntata (in onda lunedì 12 dicembre 2022, alle 21 e 22.30) si racconta la sezione più internazionale. Claudia Beretta, coordinatrice del Festival, ripercorre le tendenze dei film in concorso, tra i quali è stato scelto di raccontare “Saffron-based Lifestyle” e “Jurassic Cash”. Chiude la riflessione sugli “Sguardi al femminile” l’archeologa Enza Elena Spinapolice, autrice di due libri dal titolo parlante: “Lady Sapiens” e “La preistoria è donna”.
Valle dei Templi. Al via il XVIII Festival del Cinema Archeologico ad Agrigento: tre serate, sette film, una conversazione e ben tre premi. Ecco il programma
Tre serate, sette film, una conversazione e ben tre premi. Dal 18 al 20 luglio 2022, torna nella spettacolare cornice del Tempio di Giunone, il Festival del Cinema Archeologico ad Agrigento, l’importante rassegna che quest’anno vede la sua XVIII edizione, organizzata dal parco archeologico e paesaggistico Valle dei templi di Agrigento e realizzata con la collaborazione del RAM film festival di Rovereto.

Frame del film “The Islamic Baydha Project. Archaeology, Training and Community Engagement in the Petra Region / Il progetto Baydha islamica. Archeologia, formazione e impegno comunitario nella regione di Petra” di Micaela Sinibaldi
Programma, lunedì 18 luglio 2022, alle 21, apre il film “The Islamic Baydha Project. Archaeology, Training and Community Engagement in the Petra Region / Il progetto “Baydha islamica”. Archeologia, formazione e impegno comunitario nella regione di Petra” di Micaela Sinibaldi (Giordania, 2021; 22’). Segue il film “Le refuge oublié / Il rifugio dimenticato” di David Geoffroy (Francia, 2019; 52’). Chiude il film “A treasure – Petra, a symbol of multiculturalism in the Middle east / Un tesoro – Petra, simbolo di multiculturalismo in Medioriente” di Mathy Delphine (Francia/Belgio, 2019; 13’).

Frame del film “Narbonne, the second Rome / Narbona, la seconda Roma” di Alain Tixier
Martedì 19 luglio 2022, alle 19, premiazione IX edizione del Concorso Archeo Ciak; alle 21, apre il film “Narbonne, the second Rome / Narbona, la seconda Roma” di Alain Tixier (Francia, 2020; 89’). Chiude il film “Die Bronzen vom Quirinal in Rom / I bronzi del Quirinale a Roma” di Vinzenz Brinkmann e Elli Gabriele Kriesch (Germania, 2018; 14’).

Frame del film “Quand Homo sapiens faisait son cinema / Quando l’Homo sapiens faceva il suo cinema” di Pascal Cuissot e Marc Azema
Mercoledì 20 luglio 2022, alle 20, conversazione “Let’s dig again: dalla web radio al podcast. La ricerca archeologica si racconta” con Alessandro Mauro, archeologo e co-fondatore della web radio Let’s dig again e Claudia Beretta, giornalista e coordinatrice del RAM film festival di Rovereto. Alle 21, apre il film “Quand Homo sapiens faisait son cinema / Quando l’Homo sapiens faceva il suo cinema” di Pascal Cuissot e Marc Azema (Francia, 2015; 52’). Chiude il film “Embers of the sun / Braci del sole” di Zareh Tjeknavorian (Armenia, 2019; 12’). Seguono le premiazioni: al film più gradito al pubblico, al miglior film per la giuria di esperti, al premio RAM film festival.
Rovereto. La Rassegna del cinema archeologico diventa Festival e si apre alla città. Gli interventi di Giovanni Laezza, Alessandra Cattoi e Claudia Beretta per archeologiavocidalpassato.com

RAM film festival: da sinistra, Micol Cossali, assessore alla Cultura; Alessandra Cattoi, direttrice Fmcr; e Giovani Laezza, presidente della Fondazione museo civico di Rovereto (foto graziano tavan)
Il conto alla rovescia è cominciato. Mancano solo sette giorni alla prima edizione di RAM FILM FESTIVAL Rovereto, in calendario da mercoledì 13 ottobre a domenica 17 ottobre 2021 al teatro Zandonai di Rovereto, e in molti altri spazi di rilievo culturale della città trentina. Il festival, nato 32 anni fa come rassegna del documentario archeologico, cambia nome e si rinnova nella veste, allargando l’orizzonte alla più ampia tematica della tutela e valorizzazione del patrimonio culturale. Il RAM film festival è organizzato dalla Fondazione Museo Civico di Rovereto, con il sostegno del Comune di Rovereto, della Provincia Autonoma di Trento e della Fondazione Caritro, con il patrocinio del ministero della Cultura e del ministero degli Esteri (vedi Rovereto. Presentato il programma della prima edizione di RAM Film Festival Rovereto-Archeologia-Memorie, un festival diffuso che si espande a coinvolgere la città e il territorio con un programma ricco e articolato: al teatro Zandonai e on-line, una sessantina di film con 16 prime italiane, 10 prime assolute e 2 prime internazionali; all’Alfio Ghezzi Bistrot gli incontri culturali; al museo della Città la mostra “C’era una volta la peste: Venezia e Rovereto”. Molti gli eventi speciali | archeologiavocidalpassato).
“Sono particolarmente soddisfatto del cambio di passo operato quest’anno dal Festival”, dichiara Giovanni Laezza, presidente della Fondazione Museo Civico, “e dello sforzo per aprirsi nei confronti della città e di un pubblico vasto, con un’offerta, oltre che del palinsesto cinematografico, anche di svariate opportunità in città in collaborazione con APT e Distretto San Marco. Grazie a preziose collaborazioni, sono molte le occasioni culturali, per riflettere, per incontrare i numerosi ospiti, protagoniste e protagonisti del nostro tempo, per usufruire di corsi di formazione e di masterclass”. E l’assessore alla Cultura Micol Cossali: “Oggi la Rassegna del Cinema archeologico diventa Festival e si presenta in un nuovo formato, una naturale evoluzione di un percorso lungo più di tre decenni che l’ha vista crescere e trasformarsi, uscire dai teatri e connettersi con la città. Con l’auspicio che RAM film festival possa raggiungere sempre più persone e ampliare ancora di più il suo pubblico e coinvolgere le giovani generazioni, non solo all’interno della sala cinematografica, ma nei tanti eventi collaterali che arricchiscono il panorama culturale roveretano”.
Il programma del festival è previsto su 5 giornate, durante le quali alle proiezioni dei documentari in concorso si aggiungeranno incontri quotidiani con esperti, conferenze, visite, presentazioni di libri, aperitivi, masterclass, una mostra e un concerto di musica per il cinema. Sono 62 i film, tra documentari, docufiction e animazioni in concorso, selezionati su oltre 1400 iscritti a livello nazionale e internazionale. Immagini spettacolari, luoghi e siti straordinari e popoli poco conosciuti, storie e narrazioni che fanno parte dei tesori culturali del mondo. I documentari provengono da 25 diverse nazioni, con 34 luoghi del mondo rappresentati, con il loro patrimonio materiale e immateriale. 26 première, di cui 10 prime assolute, 2 prime internazionali e 14 prime italiane. Tutti i film saranno visibili anche online attraverso una piattaforma digitale.
Quattro sezioni per i film in concorso con altrettanti premi: “premio Paolo Orsi per il cinema archeologico” (sezione principale): film archeologici dedicati alla tematica della tutela e valorizzazione patrimonio tangibile; “L’Italia si racconta”, sezione dedicata a opere cinematografiche sull’Italia che parlano di patrimonio culturale immateriale come, tradizioni, storia, antiche comunità; “Cultura Animata”: animazioni italiane e straniere dedicate ad archeologia, popoli, culture; “Sguardi dal mondo”, sezione dedicata a opere cinematografiche provenienti da ogni paese del mondo che parlano di patrimonio intangibile, tradizioni, cultura, antiche comunità. A completamento di un programma basato in gran parte sulla proposta di film e documentari, il Festival propone contemporaneamente alle proiezioni: conferenze e momenti di approfondimento con esperti del settore; un concerto dedicato alla musica nel cinema; una serata sul documentario tra Storia e Sport; aperitivi al bistrot sui temi del Festival; laboratori e presentazioni di libri a cura delle librerie della città; visite guidate sul territorio; visite guidate alla mostra “C’era una volta la Peste” allestita al Museo della Città che si terrà in concomitanza con il festival; corsi di approfondimento e aggiornamento professionale (per studenti, giornalisti ed operatori); menù a tema e iniziative varie in collaborazione con gli esercizi commerciali del distretto San Marco nel centro storico cittadino. Prestigiosi gli ospiti di questa edizione, impegnati sia in serate a teatro che in spazi alternativi, sui temi del Festival. Incontri a teatro, giovedì 14 ottobre 2021, alle 20.45, Federico Buffa, su “1936: L’Olimpiade che ha cambiato il cinema”. Storie di uomini e di sport si intrecciano attraverso gli “sguardi” della regista Leni Riefenstahl. Sabato 16 ottobre 2021, alle 20.45, Leandro Piccioni e Quartetto Pessoa in concerto per pianoforte e quartetto d’archi “Musica per il cinema. Omaggio a Ennio Morricone”; domenica 17 ottobre 2021, alle 16.30, Nicolò Bongiorno su “Raccontando l’India: Il Ladakh”. Incontri al bistrot: tre aperitivi a tu per tu con l’esperto alle 17 nel Bistrot dello chef stellato Alfio Ghezzi. Giovedì 14 ottobre 2021, “Il lungo viaggio dell’archeologia”, con Andrea Augenti, archeologo; venerdì 15 ottobre 2021, “Nôtre Dame: tecnologie e progetti per il restauro del secolo”, con Tiziano Straffelini, esperto di restauro di monumenti; sabato 16 ottobre 2021, “Il fumetto tra storia e fiction: Martin Mystère a Venezia”, con Andrea Artusi, disegnatore.
Due volte la Sicilia, poi Francia, Svizzera, Iran e ancora Italia: a queste produzioni su scoperte archeologiche di preistoria, protostoria e Vicino Oriente, o su ricerche artistico-antropologiche, sono andati i riconoscimenti della XXX Rassegna internazionale del Cinema Archeologico: XIV premio Paolo Orsi, premio del pubblico “Città di Rovereto”, menzione Cinema.Mo.Re e Archeoblogger

Teatro Zandonai con il pubblico delle grandi occasioni per la premiere del film “Paolo Orsi. La meravigliosa avventura” di Andrea Andreotti (foto Graziano Tavan)
Da Paolo Orsi a Paolo Orsi. Non si erano ancora spenti gli echi della serata di gala, sabato 5 ottobre 2019, presentata da Patrizia Orsingher al teatro Zandonai per celebrare il trentennale della Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico con la premiere del docufilm “Paolo Orsi. La meravigliosa avventura” (52’) di Andrea Andreotti, realizzato da Fondazione Museo Civico di Rovereto e prodotto da Filmwork, concentrato sugli anni giovanili di Paolo Orsi, la sua formazione, il suo rapporto con la città natale, con il Regno d’Italia e asburgico. E poi il lavoro in Calabria e Sicilia, con le straordinarie scoperte conquistate in anni di lavoro puntuale, rigoroso, instancabile, grazie a quel “metodo Orsi” che trova le sue proprio nel nostro territorio montano. Ed ecco, nella sala bar del teatro Zandonai, la proclamazione, domenica 6 ottobre 2019, all’apertura della sezione pomeridiana della rassegna, dei film premiati, a iniziare dal premio “Paolo Orsi”, biennale, assegnato da una giuria internazionale.

Il film “Il popolo delle dune” di David Geoffroy ha vinto il XIV premio “Paolo Orsi” alla XXX rassegna internazionale del cinema archeologico

La giuria del premio Paolo Orsi: da sinistra, Franco Nicolis, Maria Longhena, Elli Kriesch, Gabriele Carletti, con Alessandra Cattoi (foto Graziano Tavan)
Il XIV premio “Paolo Orsi” è andato al film francese “Le peuple des dunes / Il popolo delle dune” di David Geoffroy (Francia, 2018, 52’; produzione: AMC2 productions / Cour-Jus production; consulenza scientifica: Anthony Lefort). Su una spiaggia normanna, le scoperte archeologiche portano i ricercatori sulle tracce di un popolo celtico la cui cultura sembra diversa da quella dei vicini del resto della Gallia. Il documentario invita a scoprire la vita di questo antico popolo normanno e i suoi legami con l’ile de Bretagne, l’attuale Inghilterra. “Il premio Paolo Orsi”, è intervenuta la direttrice Alessandra Cattoi, “è il principale della manifestazione, che consiste in un riconoscimento economico di 3000 euro, ed è stato attribuito dalla giuria internazionale formata da Gabriele Carletti (giornalista RAI), Elli Kriesch (regista), Maria Longhena (archeologa), Franco Nicolis (direttore ufficio beni archeologici, Trento) e Andreas M. Steiner (direttore Archeo)”. È toccato al giornalista Carletti leggere la motivazione del premio: “La storia di una suggestiva scoperta archeologica raccontata con immagini affascinanti e un eccezionale montaggio, dove il rigore della ricerca scientifica è accompagnato da ricostruzioni realizzate con grande maestria”.
La giuria internazionale ha anche assegnato due menzioni speciali. La prima menzione speciale (“Un viaggio esplorativo in un Iran poco conosciuto, sulle tracce di un mistero fino alle profondità di un lago, realizzato con strumenti avanzati e tecniche innovative”) è andata al film iraniano “Mysteries of the Lake / I misteri del lago” di Armin Isarian (Iran, 2018, 72’; produzione: Armin Isarian; consulenza scientifica: Soroush Modaberi, Alireza Namayandeh, Alireza Naderi, Majid Eskandari, Mansoor Ghorbani, Ebrahim Heydari, Alireza Shah Mohammadpoor). Il sito archeologico di Takht-e-Soleyman, nel nord- ovest dell’Iran, e il suo misterioso lago sono avvolti nel mistero, nel mito e nella leggenda, in parte per gli eventi storici reali che vi sono accaduti e in parte per la mente creativa dei locali. Il film presenta questo luogo storico e tenta l’esplorazione delle oscure profondità del lago. La seconda (“Coinvolgente e allo stesso tempo rigoroso. Lo spettatore viene preso per mano dagli archeologi e condotto nella grotta a tentare di risolvere insieme, nelle pieghe dei dialoghi in presa diretta, un affascinante rebus di stalagmiti”) è stata attribuita anche un’altra menzione speciale al film “Neandertal, le mystère de la grotte de Bruniquel / Neandertal, il mistero della grotta di Bruniquel” di Luc Henri Fage (Francia, 2018, 53’; produzione: Gedeon Programmes / Stéphane Millière; consulenza scientifica: Jacques Jaubert, Sophie Verheyden, Edouard Régnier, Catherine Ferrier, François Lévèque, Jean Claude Leblanc, Priscilla Bayle, João Zilhão, Hubert Camus). Nella grotta scoperta da un giovanissimo speleologo nel 1990 vicino al borgo di Bruniquel, nel sudovest della Francia, si nasconde un mistero: centinaia di stalagmiti e stalattiti spezzate, di cui alcune presentavano tracce di fuoco, si trovavano raccolte in cerchi, per mano dell’uomo di Neanderthal. Qual era il senso di tali costruzioni? E a quando risalgono? Questo documentario racconta gli ultimi quattro anni di ricerche archeologiche.

Il film “Neandertal, le mystère de la grotte de Bruniquel / Neandertal, il mistero della grotta di Bruniquel” di Luc Henri Fage ha avuto la menzione Archeoblogger
Menzione Archeoblogger. Il film “Neandertal, le mystère de la grotte de Bruniquel / Neandertal, il mistero della grotta di Bruniquel” di Luc Henri Fage ha conseguito anche il premio speciale attribuito dalla giuria di Archeoblogger. “Più che un documentario, un racconto per immagini e parole di una ricerca rivoluzionaria”, si legge nella menzione Archeoblogger annunciata da Antonia Falcone di professionearcheologo.it: “dalle origini della scoperta all’uso delle più moderne tecnologie per datare una struttura unica nel suo genere. Un film in cui emerge, però, soprattutto la quotidianità del lavoro dell’archeologo, perché a guardare bene i veri protagonisti sono gli archeologi. Con Bruniquel non ci si annoia mai: la narrazione e le riprese hanno la capacità di condurre lo spettatore per mano, accompagnato dall’entusiasmo dei protagonisti. Forse è questo l’elemento che fa di Bruniquel un film emozionale ed emozionante: l’empatia che i ricercatori riescono a comunicare, il trasporto che trasmettono mentre semplicemente portano a compimento il loro lavoro. Non solo, certi scambi di battute, certe risate che esplodono, certe esclamazioni, rendono tutto estremamente familiare e trasportano lo spettatore dentro quella grotta, a condividere con l’équipe la sorpresa per il rinvenimento e le emozioni per ogni tassello di conoscenza acquisito in più. Quella grotta, accessibile soltanto a specialisti, può pertanto essere restituita alla comunità globale, non solo scientifica, mediante un prodotto divulgativo di questo tipo. Il tono narrativo alterna la narrazione scientifica a quella della scoperta, fino a diventare colloquiale; e allo stesso tempo viene messo in luce l’approccio multidisciplinare della ricerca, con l’utilizzo dell’archeologia sperimentale, della geologia e dell’archeometria. In conclusione, quando c’è una buona narrazione non c’è bisogno di ricorrere a ricostruzioni virtuali spettacolari: bastano storia e protagonisti. E qui abbiamo tutto”.
Menzione Cinema.Mo.Re. Claudia Beretta, dello staff della Rassegna e membro della giuria: “La menzione speciale Cinema.Mo.Re è attribuita da una giuria mista che vede la collaborazione della Rassegna del Cinema archeologico con Trento Film Festival e Religion Today Filmfestival”. Quest’anno la menzione è andata a “Sicilia Grand Tour 2.0” di Giorgio Italia (Italia, 2019, 90’; prodotto da Fine Art Produzioni srl; consulenza scientifica: Alessandra Cilio). Giorgio è uno studente universitario, che trova una serie di vecchi volumi pieni di carte, schizzi e disegni, ma anche di storie. Il ragazzo è affascinato dal racconto che il pittore francese Jean Houel tesse della Sicilia, e decide di esplorare l’isola, facendo del “Voiage pittoresque des isles de Sicilie de Malte et de Lipari” la sua guida. Scoprirà che le parole di Houel, che definiva la Sicilia il luogo più curioso dell’universo, sono ancora oggi veritiere (vedi https://archeologiavocidalpassato.com/2019/10/05/alla-xxx-rassegna-internazionale-del-cinema-archeologico-di-rovereto-il-film-sicilia-grand-tour-2-0-viaggio-al-ritmo-dei-viaggiatori-del-settecento-alla-scoperta-della-sicilia/). Continua Beretta: “Il film che porta lo spettatore in un viaggio immersivo e coinvolgente alla scoperta della cultura siciliana nelle sue più varie e alte accezioni: architetture, paesaggi, tradizioni e storie di vita sono i protagonisti di un racconto moderno che non si dimentica del passato che l’ha reso possibile, narrato con abilità e genuina passione”. Un’ulteriore menzione (“Originale trama narrativa e montaggio arricchito da sequenze visive da video arte”) è andata al film “Ars Longa Vita Brevis” di Riccardo Campagna (Italia, 40’, 2018; prodotto da Centro Sperimentale di Cinematografia – Sede Sicilia; consulenza scientifica: Ayman Nabo e Stefano Savona). A Palmira, in Siria, un sito archeologico antico migliaia di anni è diventato uno dei poli centrali del complesso conflitto siriano. Alternativamente la Russia di Putin insieme con l’esercito regolare siriano di Assad si sono contesi il sito con i fondamentalisti dello Stato Islamico. Ciò mette in luce l’importanza dell’aspetto simbolico delle antichità, e ci consente di ragionare sul nostro rapporto col passato.

Il film “Berg der Steine Ausgrabungen auf dem Monte Iato / Monte Iato. Storia di uno scavo” di Andreas Elsener è stato premiato dal pubblico della XXX rassegna internazionale del cinema archeologico

Il regista Franco Zaffanella e il produttore Gian Maria Pontiroli con Alessandra Cattoi (foto Graziano Tavan)
Premio del pubblico “Città di Rovereto”. Il gradimento del pubblico che ha seguito il programma della Rassegna è andato a due film pari merito, uno svizzero e l’altro italiano. Si tratta del film “Berg der Steine Ausgrabungen auf dem Monte Iato / Monte Iato. Storia di uno scavo” di Andreas Elsener (Svizzera, 2019, 90’; prodotto da Andreas Elsener Filmproduktion; consulenza scientifica: Cristoph Reusser). Nel 1971 un team di archeologi dell’Università di Zurigo cominciò uno scavo sul sito del Monte Iato in Sicilia Occidentale, Da allora ogni anno tornano nel paese di San Cipirello per lavorare allo scavo, aiutati da operai locali, alcuni dei quali, pur non essendo archeologi, lavorano al sito da 40 anni. Il documentario racconta lo scavo, diventato un importante fattore economico per il paese, e il microcosmo che si crea a San Cipirello durante le sei settimane annuali di lavoro. A pari merito il film “La Memoria di un Filo” di Franco Zaffanella (Italia, 2019, 30’; prodotto da Gian Maria Pontiroli). Questo progetto ha avuto come obiettivo principale la realizzazione di un capo d’abbigliamento con una fibra vegetale ricavata dai gambi della pianta del lino, senza l’uso di apparecchiature elettroniche o meccaniche. Il progetto ha visto fra l’altro la costruzione di un telaio verticale a pesi, fusi, e altri attrezzi per lavorare le fibre, come pesi da telaio e fusaiole in argilla.
Commenti recenti