Torino. Al museo Egizio per “Dialoghi di Archeologia” Daniela Frangipane dialoga con il direttore Christian Greco e Andrea Augenti sul loro libro “Un frammento alla volta. Dieci lezioni dall’Archeologia” (Il Mulino). In presenza e on line
Al museo Egizio di Torino nuovo appuntamento con la serie di incontri “Dialoghi di Archeologia”. Giovedì 28 marzo 2024, alle 18, l’autrice Daniela Frangipane dialogherà con Andrea Augenti e Christian Greco sul suo libro “Un frammento alla volta. Dieci lezioni dall’Archeologia”, edito da Il Mulino. L’evento si tiene nella sala Conferenze del Museo e l’ingresso è libero con prenotazione obbligatoria su Eventbrite: https://www.eventbrite.it/…/marcella-frangipane-un…. L’incontro sarà trasmesso anche in streaming sulla pagina Facebook e sul canale YouTube del museo Egizio. Frammenti di vita quotidiana, tracce di rituali religiosi, di attività economiche e di relazioni tra persone e con l’ambiente: gli oggetti portano il segno di quanto avvenuto nel tempo in cui furono creati e delle loro funzioni all’interno della comunità. Come schegge di uno specchio ci restituiscono l’immagine di quello che siamo stati e ci aiutano a dar forma al passato. Per riannodare i fili di questi mondi lontani e poco riconoscibili è necessario un lavoro lungo anni. Oltre quaranta sono quelli che Marcella Frangipane ha trascorso sul sito di Arslantepe in Anatolia, dove sorge il palazzo pubblico più antico del mondo: un viaggio nel tempo – che risale al V millennio a.C. e oltre – e nello spazio – esteso a tutto il territorio della Mezzaluna fertile – alla scoperta delle prime civiltà umane e di quei fenomeni politici e sociali che ancora regolano le nostre vite. Dieci lezioni dall’archeologia dei tempi più antichi per capire come siamo arrivati fin qui e come potrebbe essere il nostro domani.
Roma. Al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia la tavola rotonda, in presenza e on line, “Un frammento alla volta” partendo dal libro di Marcella Frangipane (università la Sapienza) “Un frammento alla volta. Dieci lezioni dall’archeologia” (Il Mulino)
Gli oggetti hanno un’anima e una storia che passa attraverso le mani degli artigiani che li hanno forgiati e di coloro che li hanno usati. Ecco il senso dell’archeologia: far parlare il tempo attraverso le cose, per ricostruire l’impossibile fotografia del passato. Venerdì 5 maggio 2023, alle 17, nella sala Fortuna del museo nazionale Etrusco di Villa Giulia si discuterà di frammenti di vita quotidiana, tracce di rituali religiosi, di attività economiche e di relazioni tra persone e con l’ambiente a partire dal libro “Un frammento alla volta. Dieci lezioni dall’archeologia” (Il Mulino) di Marcella Frangipane. Ingresso gratuito in sala Fortuna fino ad esaurimento posti. Per info e prenotazioni: relazioniesterne@mulino.it. Sarà possibile seguire l’evento in diretta streaming sul canale Etruschannel al seguente link: https://bit.ly/3oXKPfP. Introduce Valentino Nizzo, direttore museo ETRU. Modera Romina Laurito, archeologa museo ETRU. Intervengono assieme all’autrice: Francesca Balossi Restelli, professore ordinario in Preistoria e Protostoria del Vicino Oriente – Sapienza Università di Roma; Lucia Mori, professore associato in Storia del Vicino Oriente antico – Università Sapienza di Roma; Davide Nadali, professore associato in Archeologia e Storia dell’arte del Vicino Oriente – Sapienza Università di Roma; Gian Maria Di Nocera, professore associato in Paletnologia – Università della Tuscia di Viterbo; Sara De Angelis, funzionario archeologo – Direzione regionale Musei del Lazio.

Copertina del libro “Un frammento alla volta. Dieci lezioni dall’archeologia” (Il Mulino) di Marcella Frangipane
Un frammento alla volta. Dieci lezioni dall’archeologia. Frammenti di vita quotidiana, tracce di rituali religiosi, di attività economiche e di relazioni tra persone e con l’ambiente: gli oggetti portano il segno di quanto avvenuto nel tempo in cui furono creati e delle loro funzioni all’interno della comunità. Come schegge di uno specchio ci restituiscono l’immagine di quello che siamo stati e ci aiutano a dar forma al passato. Per riannodare i fili di questi mondi lontani e poco riconoscibili è necessario un lavoro lungo anni. Oltre quaranta sono quelli che Marcella Frangipane ha trascorso sul sito di Arslantepe in Anatolia, dove sorge il palazzo pubblico più antico del mondo: un viaggio nel tempo – che risale al V millennio a.C. e oltre – e nello spazio – esteso a tutto il territorio della Mezzaluna fertile – alla scoperta delle prime civiltà umane e di quei fenomeni politici e sociali che ancora regolano le nostre vite. Dieci lezioni dall’archeologia dei tempi più antichi per capire come siamo arrivati fin qui e come potrebbe essere il nostro domani.

L’archeologa Marcello Frangipane
Marcella Frangipane, accademica dei Lincei, socia della National Academy of Sciences degli Usa e della British Academy, docente di Archeologia preistorica e protostorica alla Sapienza. Ha diretto per trent’anni gli scavi sul sito di Arslantepe in Turchia, oggi incluso nelle liste del patrimonio Unesco.
Roma. Per rispetto della tragedia che sta colpendo la Turchia sud-orientale e la Siria, rinviate le celebrazioni per i 62 anni di ricerca archeologica dell’università la Sapienza ad Arslantepe, sito Unesco dal 2021
Era tutto pronto per celebrare i 62 anni di ricerca archeologica della Sapienza nella Türkiye sudorientale ad Arslantepe (dal 1961) e l’ingresso del sito nelle liste del Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’UNESCO (2021), il 9 febbraio 2023, nell’aula Odeion della Facoltà di Lettere e Filosofia, Sapienza Università di Roma. Ma la notizia del devastante sciame sismico che sta duramente colpendo la Türkyie meridionale dalla scorsa notte ha fatto venir meno la serenità d’animo per qualunque celebrazione e cerimonia. Il comitato scientifico e organizzativo ha così unanimemente disposto il rinvio della giornata prevista per il prossimo 9 febbraio 2023 a data da destinarsi.
Rassegna internazionale del Cinema archeologico di Rovereto. Per l’edizione del trentennale cambia la giornata finale: sarà la domenica. Dedica ed evento speciale per l’archeologo roveretano Paolo Orsi nel 160.mo dalla nascita. In concorso 44 film da 20 Paesi; 3 conversazioni, 2 mattine per le scuole, 3 eventi speciali

La 30.ma rassegna internazionale del Cinema archeologico di Rovereto è dedicata all’archeologo roveretano nel 160.mo dalla nascita. Premiere del film “Paolo Orsi. La meravigliosa avventura”

Locandina della 30.ma rassegna internazionale del Cinema archeologico di Rovereto dal 2 al 6 ottobre 2019

Alessandra Cattoi e Giovanni Laezza: direttrice e presidente della fondazione museo civico di Rovereto (foto Graziano Tavan)
Rassegna internazionale del Cinema archeologico di Rovereto, si cambia. Per l’edizione del trentennale, un traguardo unico nel panorama dei festival dedicati alla storia e all’archeologia, c’è una novità che balza subito all’attenzione: la giornata finale non sarà più il sabato, con le premiazioni la sera, ma la domenica, con gli ultimi film in concorso la mattina, e proclamazione dei film vincitori con proiezioni dei film fuori concorso nel pomeriggio – sera di gala. La 30.ma rassegna, in programma dal 2 al 6 ottobre 2019 al teatro Zandonai di Rovereto, è dedicata all’archeologo roveretano Paolo Orsi, di cui quest’anno si celebrano i 160 anni dalla nascita. Era il maggio 1990 quando il museo civico di Rovereto promosse il convegno scientifico “Paolo Orsi e l’archeologia del Novecento”, in occasione del quale furono proposte tre giornate di proiezioni di film. “È così che è nata la rassegna internazionale del Cinema archeologico”, interviene Alessandra Cattoi, direttrice della Fondazione museo civico di Rovereto, “rassegna che oggi, trent’anni più tardi, è diventata una manifestazione culturale articolata e conosciuta ben al di là della città di Rovereto, con eventi satellite organizzati lungo il corso dell’anno in molte località italiane, da Siracusa ad Agrigento, da Torino a Udine, per spingersi fino a Belgrado e Istanbul. Una manifestazione che è maturata nel tempo, anche grazie all’impegno del museo e a tutte le donne e gli uomini che vi hanno lavorato con passione ed entusiasmo”. Trent’anni dopo, la Fondazione museo civico torna a riflettere sulla figura del celebre archeologo roveretano da cui tutto è partito. “E lo fa – continua Cattoi – con una produzione straordinaria, con un documentario che celebra il personaggio e al tempo stesso la manifestazione che nel suo nome è nata. “Paolo Orsi, la meravigliosa avventura” è dunque il momento clou della Rassegna 2019, una docufiction che rappresenta, più di mille celebrazioni, lo spirito di questi trent’anni di Festival”. L’appuntamento è per la sera di sabato 5 ottobre 2019 al teatro Zandonai con la premiére del film
“Paolo Orsi. La meravigliosa avventura”: introduzione della docufiction e dei suoi protagonisti presentata da Patrizia Orsingher, cui segue la proiezione del documentario “Paolo Orsi. La meravigliosa avventura” di Andrea Andreotti (52′, produzione Filmwork), realizzato da Fondazione Museo Civico di Rovereto. La docufiction si concentra sugli anni giovanili di Paolo Orsi, la sua formazione, il suo rapporto con la città natale, con il Regno d’Italia e asburgico. E poi il lavoro in Calabria e Sicilia, con le straordinarie scoperte conquistate in anni di lavoro puntuale, rigoroso, instancabile, grazie a quel “metodo Orsi” che trova le sue proprio nel nostro territorio montano. Un film fatto di molte voci che accompagnano il documentario perfezionando i dettagli, mostrando anche il lato umano del grande archeologo. Ma la serata di gala dedicata all’archeologo roveretano sarà solo la conclusione di una giornata speciale, quella di sabato 5 ottobre, che al mattino, dalle 10 alle 12, ha in programma l’evento “La città di Paolo Orsi tra Settecento e Novecento”: percorso lungo le vie di Rovereto, con partenza da piazza Podestà, raccontandone la storia attraverso una prospettiva diversa: seguendo le tracce di Paolo Orsi, roveretano illustre che ha trascorso qui l’infanzia e la giovinezza. Partecipazione gratuita, fino ad esaurimento posti. Prenotazione consigliata allo 0464.452800.

La grande collina artificiale di Arslantepe dove opera la missione archeologica italiana in Anatolia orientale dell’università La Sapienza di Roma
La 30. Rassegna in numeri. Quarantaquattro film in concorso da venti Paesi, due mattinate dedicate alle scuole (quella di mercoledì 2: retrospettiva con proiezioni dedicate alla scuola primaria, filmati non in concorso selezionati in collaborazione con gli insegnanti dell’Istituto Comprensivo di Villa Lagarina; e di giovedì 3 ottobre 2019: retrospettiva con proiezioni dedicate alla scuola secondaria. Film selezionati e presentati dagli studenti della classe 4A scientifico del liceo “A. Maffei” di Riva del Garda: Giulio Ballardini, Andrea Boninsegna, Damiano Brocchetti, Carlotta Cazzolli, Matteo Crosina, Elia Dassatti, Eleonora Gilardino, Tamina Hunjadi, Samantha Juretig, Fabio Oss, Samuele Pasqualotto, Alice Pelanda, Ilaria Pozzer, Alice Straffelini, Denise Vivori, Mohamed Yassam, Angelica Zani. Coordinatore del progetto: prof. Stefano Lotti); tre conversazioni: mercoledì 2 ottobre, “L’archeologia delle Alpi oggi” con Annaluisa Pedrotti, professore associato di Preistoria e Protostoria dell’università di Trento, Franco Marzatico, soprintendente per i Beni culturali della Provincia autonoma di Trento, e Marco Nicolò Perinelli, giornalista e archeologo; giovedì 3 ottobre, “Il colore nel tempo: dall’antichità al Rinascimento” con Marco Leona, direttore del Dipartimento di ricerca scientifica del Metropolitan Museum of Art di New York, e Andreas M. Steiner, direttore della rivista Archeo; sabato 5 ottobre, “Arslantepe: identità, movimenti e integrazione nell’Anatolia pre-protostorica” con Marcella Frangipane, professore ordinario di Preistoria e Protostoria del Vicino e Medio Oriente alla Sapienza università di Roma, Fondazione Sapienza e Accademia dei Lincei, con Alessandra Clementi di National Geographic Italia. E poi alcuni film fuori concorso, domenica 6 ottobre, nel pomeriggio: “I bronzi del Quirinale a Roma” di Vinzenz Brinkmann e Elli Gabriele Kriesch (Germania, 2018; 14’); “Mesopotamia in memoriam: appunti su un patrimonio violato” di Alberto Castellani (Italia, 2019; 48’); “Ingegneria romana: città II” di José Antonio Muñiz Olivares (Spagna, 2018; 55’); “Prime Civiltà: Città” di Robin Dashwood (Inghilterra, 2018; 52’).
Eventi speciali, non solo Paolo Orsi. Degli eventi legati all’archeologo roveretano nel 160.mo della sua nascita abbiamo già detto. Ma ci sono altri due momenti da non perdere. Venerdì 4 ottobre 2019, alle 16.45, appuntamento della Rete degli Eventi del Decennale dell’iscrizione delle Dolomiti nella Lista del Patrimonio Mondiale: “Dolomiti: tra ambiente naturale e paesaggio culturale” con Annibale Salsa, antropologo e presidente del Comitato Scientifico di Accademia della Montagna del Trentino e membro del comitato scientifico della Fondazione Dolomiti Unesco. Durante l’incontro verrà proiettato il documentario presentato in anteprima al Trento Film Festival 2019: “Annibale Salsa. I Paesaggi del Trentino” di Gianluca Cepollaro e Alessandro De Bertolini (Italia, 2019; 38’). L’altro, domenica 6 ottobre, alle 20.30, chiude la 30. Rassegna, con una serata in collaborazione con il Religion Today Film Festival 2019. Viene proiettato il film “Ani, le monache di Yaqen gar” di Eloise Barbieri (Italia, 2019; 53’). “Tra le prime istituzioni culturali”, commenta il presidente Giovanni Laezza, “la Fondazione Museo Civico ha riconosciuto nel cinema uno strumento per preservare, valorizzare e promuovere il patrimonio mondiale. Ma non solo: ha capito che questi film sono essi stessi preziosi documenti del passato, da conservare con cura, catalogare e promuovere. Il museo ha raccolto così, in questi 30 anni, oltre 4mila film che le produzioni consentono di utilizzare, sempre per manifestazioni non a scopo di lucro: per questo la nostra Rassegna si dirama poi, in Italia e all’estero, creando decine di eventi ogni anno, che fanno ben comprendere come l’unione tra turismo e cultura sia un binomio vincente, e che ci incoraggiano a proseguire su questa strada, impegnativa e affascinante, immaginando e progettando nuovi sviluppi”. E la direttrice chiude: “Oggi la Rassegna è senza dubbio punto di riferimento nazionale per le produzioni cinematografiche in ambito archeologico e mantiene la spinta innovativa rinnovando la sua formula con l’adesione di numerose realtà culturali che arricchiscono il programma delle cinque giornate di una bellissima festa della curiosità e della conoscenza”.
“Arslantepe, la “collina dei leoni”. La nascita dello Stato e del potere laico”: al museo Archeologico di Modena incontro con Marcella Frangipane, direttore della missione archeologica italiana in Anatolia orientale dell’università la Sapienza di Roma

La grande collina artificiale di Arslantepe dove opera la missione archeologica italiana in Anatolia orientale dell’università La Sapienza di Roma
Il sito è stato occupato ininterrottamente a partire almeno dal V millennio a.C. fino all’età romana e bizantina, quando diventa un piccolo villaggio agricolo (IV-VI sec. d.C.), mentre viene edificato il grande castrum di Melitene in posizione più vicina al corso dell’Eufrate (attuale cittadina di Eski Malatya). L’affascinante storia stratificata di quest’area è racchiusa nella lunghissima successione di abitati che, sovrapponendosi uno all’altro nel corso di millenni, hanno formato la grande collina artificiale di Arslantepe (“collina dei leoni”), alta circa 30 metri e con una superficie totale di 4 ettari. Qui dal 1961 opera la Missione Archeologica Italiana in Anatolia Orientale, a circa 15 chilometri dalla riva destra dell’Eufrate e a 6 chilometri dalla città moderna. Al sito di Arslantepe, uno dei più prestigiosi progetti di scavo archeologico dell’università La Sapienza di Roma, il museo Archeologico di Modena dedica un incontro nella sala Crespellani dei musei civici sabato 1° dicembre 2018 alle 17: protagonista della conferenza “Arslantepe, la collina dei leoni. La nascita dello Stato e del potere laico” sarà Marcella Frangipane, una delle figure più rilevanti nel panorama archeologico internazionale, direttrice della missione Archeologica Italiana in Anatolia, che le è valsa la nomina – primo cittadino italiano e prima donna – a membro della National Academy of Sciences statunitense in ambito umanistico e non scientifico.
Gli eventi che gli scavi archeologici della Missione Archeologica Italiana in Anatolia Orientale (MAIAO) hanno portato in luce nel corso degli oltre 50 anni di attività di ricerca hanno contrassegnato non solo la storia della regione nella quale si trova il sito, ma anche alcune tappe fondamentali delle origini delle nostre civiltà. In particolare la nascita della città e dello Stato, sul cui processo di formazione i ritrovamenti di Arslantepe hanno gettato nuova luce, arricchendo e modificando in parte le conoscenze tradizionali. Gli scavi hanno restituito il più antico esempio finora noto (IV millennio a.C.) di un complesso palaziale in mattoni crudi, straordinariamente conservato, che svela l’origine delle prime forme di un sistema laico di governo centrale e controllo economico, accompagnato dallo sviluppo di una sofisticata burocrazia. Arslantepe ha avuto un ruolo di centro politico ed economico per la regione nella quale si trova, durante quasi tutta la sua storia, controllando, sia pure con diversa capacità attrattiva a seconda dei momenti, il territorio circostante e gestendo i rapporti esterni.
Gli oggetti hanno un’anima e una storia che passa attraverso le mani degli artigiani che li hanno forgiati e di coloro che li hanno usati. Ecco il senso dell’archeologia: far parlare il tempo attraverso le cose, per ricostruire l’impossibile fotografia del passato. Il 13 dicembre 2023, alle 18, nell’aula Odeion della facoltà di Lettere di Sapienza università di Roma, in piazzale Aldo Moro 5, presentazione del libro “Un frammento alla volta. Lezioni dall’archeologia” (Il Mulino) di Marcella Frangipane. Dopo i saluti di Arianna Punzi, preside della facoltà di Lettere, e di Giorgio Piras, direttore del dipartimento di Scienze dell’Antichità, intervengono Andrea Cardarelli (Sapienza università di Roma), Clelia Mora (università di Pavia), Guglielmo Chiodi (Sapienza università di Roma) e Giulio Palumbi (università di Bari – Cnrs). Moderano Francesca Balossi Restelli e Lucia Mori (Sapienza università di Roma).








Commenti recenti