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Archeologia ferita. “Leoni e tori dall’Antica Persia ad Aquileia”: in mostra all’Archeologico capolavori achemenidi e sasanidi da Persepoli e dal museo di Teheran per la prima volta concessi dall’Iran

Il leone che azzanna il toro: rilievo achemenide a Persepoli in Iran

Il leone che azzanna il toro: rilievo achemenide a Persepoli in Iran

Il re nella caccia al leone: rilievo del palazzo di Dario a Persepoli

Il re nella caccia al leone: rilievo del palazzo di Dario a Persepoli

Il leone che azzanna il toro è un po’ il simbolo di Persepoli: nella città-palazzo voluta dal re dei re Dario I come capitale del suo impero, fiore all’occhiello della dinastia achemenide, il rilievo del leone col toro (forse simbolo dell’anno nuovo che caccia il vecchio, o astronomico perché all’equinozio di primavera la costellazione del Leone è “sopra” quella del Toro) ricorre spesso e accoglie oggi i visitatori, come 2500 anni fa accoglieva i sudditi, ai piedi della scalinata che portava all’apadana, la grande, immensa sala delle udienze. Ma poi il toro lo troviamo contrapposto nei monumentali capitelli dei palazzi del potere di Persepoli, come due grandi tori androcefali fanno la guardia all’ingresso della porta delle Nazioni sempre a Persepoli. E il leone popola i rilievi dei palazzi di Dario e Serse protagonista di lotte cruente che mettono in risalto la potenza quasi divina del re. Le stesse scene le troviamo alcuni secoli più tardi rappresentate su piatti d’argento dorato dell’ultima dinastia dell’impero persiano, quella sasanide che si rifà proprio alla tradizione achemenide.

Bracciale a cerchio aperto con terminazioni a teste leonine, dal museo di Teheran alla mostra di Aquileia

Bracciale a cerchio aperto con terminazioni a teste leonine, dal museo di Teheran alla mostra di Aquileia

Ornamento circolare in oro con due leoni (fine V secolo a.C.) dal museo Archeologico di Teheran

Ornamento circolare in oro con due leoni (fine V secolo a.C.) dal museo Archeologico di Teheran

Quei tori e quei leoni sono ora protagonisti di una mostra unica ed eccezionale insieme perché presenta reperti provenienti esclusivamente dall’Iran, e in alcuni casi mai usciti prima dal territorio della Repubblica islamica. L’appuntamento dal 25 giugno al 30 settembre 2016 è al museo nazionale Archeologico di Aquileia con la mostra “Leoni e Tori dall’antica Persia ad Aquileia”, realizzata dalla Fondazione Aquileia in collaborazione con il Polo Museale del Friuli Venezia Giulia nell’ambito del ciclo “Archeologia Ferita”, avviato lo scorso anno dalla mostra incentrata sui reperti provenienti dal museo tunisino del Bardo. “La mostra”, dice il presidente della Fondazione Antonio Zanardi, “è dedicata all’arte achemenide e sasanide, con pezzi di eccezionale rilievo provenienti dall’Archeologico di Teheran e da quello di Persepoli, e non si collega direttamente alle tragiche vicende del passato recente e dell’attualità nel Mediterraneo e nel Medio Oriente”. Per individuare l’autore delle ferite e della distruzione della capitale dell’impero di Dario, prosegue Zanardi, è invece “necessario risalire sino al IV secolo a.C. e ad Alessandro Magno, molto lontano dunque dal terrorismo e dalla violenza dei nostri giorni. Eppure, a ben guardare, la maggior parte del patrimonio archeologico del mondo è proprio originato da una ferita, da devastazioni, dalla volontà di cancellare l’identità del nemico o, semplicemente, dell’altro”. “Una rassegna di grande significato”, interviene il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, “perché costituisce la prima opportunità di apprezzare in Europa reperti provenienti da Persepoli e dal Museo Nazionale di Teheran dopo la firma dell’Accordo sul Nucleare iraniano».

Rithon d'oro achemenide in mostra ad Aquileia

Rithon d’oro achemenide in mostra ad Aquileia

L’importanza della mostra di Aquileia sta infatti proprio nell’essere composta esclusivamente da reperti provenienti dall’Iran e non, come le maggiori iniziative del genere (nel 2005 al British Museum), con opere già presenti in musei europei. In particolare, molti dei pezzi allestiti non sono mai usciti dai musei iraniani, come la gigantesca zampa di leone in porfido, la testa di un bovino proveniente dai depositi di Persepoli e molti degli oggetti in oro, tra cui il magnifico bracciale con due teste leonine. Questi preziosi reperti, del resto, coprono un arco temporale assai lungo e sono testimonianza di due dinastie fondamentali dell’Iran pre-islamico, gli Achemenidi e i Sasanidi, e dello sfarzo delle corti persiane che lasciarono stupefatti persino gli autori greci che descrivevano le bellezze e la grandiosità di regge e città. “In mostra – spiegano gli organizzatori – per la prima volta uno accanto all’altro pezzi straordinari di oreficeria achemenide, come il rithon d’oro con leone alato, la daga aurea, il bracciale con due teste leonine, il piccolo toro e le placche di straordinaria fattura orafa. Anche i rilievi e le sculture esposte ad Aquileia vogliono sottolineare l’incredibile potenza figurativa di quell’arte. Senza contare che, trattandosi di frammenti (sebbene di grandi dimensioni) la mostra riesce in questo modo a evocare il concetto di arte e civiltà ferite. Come recita il titolo, le raffigurazioni, a partire dalle più antiche, riguardano soprattutto i tori e i leoni, in un forte collegamento con le tradizioni mesopotamica, elamita e persino quella del mondo iranico dell’Età del Ferro, in cui la presenza di elementi animalistici è ovviamente connessa a un’origine nomadica”. Eccezionale dunque la lastra di bronzo raffigurante una serie di leoni alati, che costituiva il fiancale di un carro da guerra achemenide, per non parlare del piatto d’argento raffigurante una scena di caccia al leone, tra l’altro uno dei pochi pezzi sasanidi esposti, che a sua volta evidenzia il perdurare di grandi capacità espressive fino ai secoli che hanno preceduto la nascita del mondo islamico.

Archeologia ferita. Un successo la mostra “Il Bardo ad Aquileia”: 16mila visitatori in meno di tre mesi. E a giugno arrivano i tesori dell’antica Persia dal museo di Teheran

La statua di Giove con cornucopia proveniente da Oued R'mel (foto di Gianluca Baronchelli)

La statua di Giove con cornucopia proveniente da Oued R’mel (foto di Gianluca Baronchelli) nella mostra “Il Bardo ad Aquileia”

Il manifesto della mostra "Il Bardo ad Aquileia" nel museo di Aquileia

Il manifesto della mostra “Il Bardo ad Aquileia” nel museo di Aquileia

Aquileia ha scommesso sulla qualità dell’offerta e ha fatto centro con il progetto “Archeologia ferita”. In meno di tre mesi per la prima iniziativa sui tesori del Bardi sfiorati i 16mila visitatori. Numeri da record dunque per la mostra “Archeologia ferita. Il Bardo ad Aquileia”, allestita al museo Archeologico nazionale di Aquileia e promossa dalla Fondazione Aquileia, dall’istituto nazionale per il Patrimonio tunisino e dal Polo museale e soprintendenza Archeologia del Friuli Venezia Giulia. E ora pronti per una nuova proposta: i tesori del museo Archeologico dell’Iran antico di Teheran in mostra ad Aquileia dal prossimo giugno, frutto della disponibilità della Repubblica islamica e del museo Archeologico di Teheran, maturata nella recente visita istituzionale della Regione. I dati sulla mostra “Il Bardo ad Aquileia” sono stati resi noti dal presidente della Fondazione Aquileia, Antonio Zanardi Landi, assieme alla presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, che ha commentato: “Siamo veramente soddisfatti per un evento che ha portato a Aquileia 16mila persone nei due mesi e venti giorni di apertura della mostra, inaugurata nel dicembre scorso: è un dato che confrontato a quello dei 35mila visitatori che mediamente in un anno visitano il Museo archeologico di Aquileia fa capire il successo straordinario di questa iniziativa: una ricaduta per tutto il Friuli Venezia Giulia a livello nazionale e internazionale”.

Debora Serracchiani, governatore della Regione Friuli Venezia Giulia, Cristiano Tiussi e Antonio Zanardi Landi (presidente Fondazione Aquileia) all'inaugurazione della mostra "Il Bardo ad Aquileia"

Debora Serracchiani, governatore della Regione Friuli Venezia Giulia, Cristiano Tiussi e Antonio Zanardi Landi (presidente Fondazione Aquileia) all’inaugurazione della mostra “Il Bardo ad Aquileia”

La mostra si era aperta con la presentazione a Roma del ministro Franceschini, che la presidente della Regione Serracchiani ha tenuto a ringraziare: “Abbiamo fatto un grande lavoro di squadra e devo un grazie anzitutto al ministro perché ha supportato questo evento sin dall’inizio, ma anche all’ambasciatore Zanardi Landi, al direttore della Fondazione Cristiano Tiussi e anche al sindaco di Aquileia, determinato a raggiungere questo obiettivo con noi, e a tutti gli operatori privati con cui abbiamo chiuso una partnership che ci ha permesso di affrontare le spese più importanti dell’esposizione”. Zanardi Landi ha ricordato i tanti articoli usciti a livello regionale, nazionale e internazionale, i molti commenti e articoli su stampa e siti web di Russia, Francia, Austria, Spagna, Inghilterra, Tunisia, Iran, Egitto: 32 testate italiane e 25 estere per un totale di 90 articoli sulla stampa, 160 siti web, 15 servizi televisivi e 5 interviste radio anche in Francia e Svizzera. Il presidente ha parlato di una «stimolante scommessa vinta, non solo per il grande afflusso di visitatori, ma perché ha segnato l’inizio di un percorso importante per il rilancio di Aquileia, proposta come luogo simbolo del dibattito sui danni inferti al patrimonio culturale e artistico dal terrorismo fondamentalista”.

Antonio Zanardi Landi a Tourisma illustra il progetto di Aquileia "Archeologia ferita" (foto Valerio Ricciardi)

Antonio Zanardi Landi a Tourisma illustra il progetto di Aquileia “Archeologia ferita” (foto Valerio Ricciardi)

Zanardi Landi, come anticipato nella recente edizione di Tourisma a Firenze, ha confermato anche che, dopo la recente visita della presidente Serracchiani a Teheran (vedi https://archeologiavocidalpassato.wordpress.com/2016/01/13/dopo-tunisi-la-persia-a-giugno-aquileia-ospitera-una-mostra-con-i-tesori-del-museo-archeologico-di-teheran-dalla-missione-del-governatore-del-friuli-venezia-giulia-in-iran-un-protocollo-di-collabor/), si sta lavorando alacremente per poter inaugurare a giugno una mostra sull’archeologia persiana: 15-20 reperti molto importanti provenienti dall’Iran, “oggetti di grande forza comunicativa, che hanno il potere di stupire e di innescare un processo di riflessione. Sarà una mostra importante, la prima da molti anni, che si collocherà in un momento di riapertura dei contatti con l’Iran e che potrà accompagnare l’azione del Governo e della Regione, nonché dei nostri imprenditori che si stanno riaffacciando in forze su quel mercato”. Serracchiani, definendolo “un risultato straordinario”, ha ricordato che questa nuova mostra aprirà nel periodo più intenso dell’afflusso delle presenze nell’area aquileiese. “L’obiettivo resta comunque quello di un’offerta che completi l’afflusso in tutto l’arco dei dodici mesi e che vada di pari passo all’impegno per l’approfondimento dell’attività di scavo nel sito aquileiese”.

Archeologia ferita. In attesa dei tesori persiani, prorogata al museo archeologico di Aquileia la mostra “Il Bardo ad Aquileia”

Il ritratto dell'imperatore Lucio Vero proveniente dal teatro di Dougga (foto di Gianluca Baronchelli)

Il ritratto dell’imperatore Lucio Vero proveniente dal teatro di Dougga (foto di Gianluca Baronchelli)

Il manifesto della mostra "Il Bardo ad Aquileia" nel museo di Aquileia

Il manifesto della mostra “Il Bardo ad Aquileia” nel museo di Aquileia

È stata prorogata fino al 28 febbraio l’apertura della mostra “Il Bardo ad Aquileia” (vedi https://archeologiavocidalpassato.wordpress.com/2016/01/03/archeologia-ferita-il-museo-di-aquileia-apre-le-porte-ai-reperti-da-musei-e-siti-colpiti-dai-terroristi-prima-tappa-otto-capolavori-dal-museo-del-bardo-di-tunisi/) organizzata dalla Fondazione Aquileia in collaborazione con il Polo Museale del Fvg, la Soprintendenza Archeologia, e l’Istituto Nazionale per il Patrimonio tunisino e con il sostegno della Cciaa di Udine, della Bcc di Fiumicello e Aiello e di Edison. “Siamo molto lieti”, sottolinea il presidente della Fondazione Aquileia, Antonio Zanardi Landi, “che il messaggio che abbiamo voluto lanciare con questa mostra sia stato accolto da migliaia di persone: solo attraverso la riproposizione dei valori della cultura e della storia comune sarà possibile sconfiggere la cieca violenza e la barbarie di chi vorrebbe proporre infondati scontri di civiltà. Ed è proprio con questo spirito che stiamo già lavorando a una nuova sfida: in un momento di rinnovato dialogo con la Repubblica Islamica dell’Iran vogliamo portare ad Aquileia reperti archeologici importanti della plurimillenaria storia persiana” (vedi https://archeologiavocidalpassato.wordpress.com/2016/01/13/dopo-tunisi-la-persia-a-giugno-aquileia-ospitera-una-mostra-con-i-tesori-del-museo-archeologico-di-teheran-dalla-missione-del-governatore-del-friuli-venezia-giulia-in-iran-un-protocollo-di-collabor/). Nelle sale del Museo Archeologico Nazionale di Aquileia sono esposti i reperti provenienti dal Museo Nazionale del Bardo di Tunisi, colpito il 18 marzo 2015 dal terrorismo fondamentalista. Il Museo Archeologico ha inoltre ampliato il programma di visite tematiche alla mostra con una serie di nuovi appuntamenti.

Dal 19 al 21 febbraio 2016 appuntamento a Firenze per Tourisma, il salone internazionale dell’Archeologia: decine di incontri con più di duecento relatori

L'auditorium del Palacongressi di Firenze gremito per l'Incontro nazionale di Archeologia Viva (foto Valerio Ricciardi, Roma)

L’auditorium del Palacongressi di Firenze gremito per l’Incontro nazionale di Archeologia Viva (foto Valerio Ricciardi, Roma)

È cominciato il conto alla rovescia: tra un mese, il 19 febbraio 2016, al Palacongressi di Firenze aprirà la seconda edizione di TourismA, il salone internazionale dell’Archeologia, con un ricco calendario di eventi. Oltre a convegni, incontri e workshop (più di venti nei tre giorni del Salone con circa duecentoventi relatori!) sono previsti quattro Archeolaboratori aperti alla partecipazione di grandi e piccoli, singoli, gruppi e scuole. Ospite d’onore di TourismA 2016 è l’archeologo Andrea Carandini che aprirà il XII Incontro Nazionale di Archeologia Viva con una lectio magistralis sulle origini di Roma, mentre il regista Pupi Avati interverrà per ricevere il Premio “R.Francovich” dal ministro Dario Franceschini. Lunghissimo è l’elenco delle grandi personalità del mondo dell’archeologia, della storia, dell’arte e della comunicazione che interverranno nei tre giorni di TourismA, dal 19 al 21 febbraio 2016. Vediamo, a grandi linee, il programma degli eventi, anche se non è ancora quello definitivo.

Il direttore di Palmira, Khaled Asaad, e il tempio di Baal

Il direttore di Palmira, Khaled Asaad, e il tempio di Baal

VENERDÌ 19 FEBBRAIO 2016. Tre i temi particolarmente significativi del primo giorno di lavori. Professione archeologo: all’auditorium (9-13), “Formazione ricerca tutela professione: l’archeologia italiana agli inizi del Terzo millennio”; cui segue nel pomeriggio in sala Verde (14-18), “Archeologi nella società. Archeologia per la comunità”, assemblea nazionale dell’associazione nazionale Archeologi. Prima parte del XII Incontro nazionale di Archeologia Viva, all’auditorium (14.15-18.45): oltre alla lectio magistralis di Carandini, un ricordo dell’archeologo Khaled Asaad, custode dei tesori di Palmira, trucidato dall’Isis con interventi di Paolo Matthie (“La Siria in fiamme”), Viviano Domenici (“Salvare i tesori dalla furia dell’Isis”) e il il film di Alberto Castellani “Khaled al-Asaad: quel giorno a Palmira”. Terzo grande tema: l’archeologia nei territori di guerra. In Sala Verde (9.30-13) e in Sala Onice (14.30-17), “Spes contra Spem: archeologia e ricerca italiana all’estero al tempo della crisi”: sarà un viaggio alla scoperta delle missioni italiane: Phoinike in Albania (Sandro De Maria), Harwa in Egitto (Francesco Tiradritti), Erbil nel Kurdistan iracheno (Luca Peyronel), Afghanistan (Anna Filigenzi), Dmanisi in Georgia (Lorenzo Rook), Althiburos in Tunisia (Gilberto Montali), Gortina di Creta (Enzo Lippolis), Gerico in Palestina (Lorenzo Nigro).

Il paleontologo Lee Berger, capo della missione in Sudafrica, mostra un fossile di Homo Naledi trovato nella grotta Rising Star

Il paleontologo Lee Berger, capo della missione in Sudafrica, mostra un fossile di Homo Naledi trovato nella grotta Rising Star

SABATO 20 FEBBRAIO 2016. La seconda giornata si apre all’auditorium (9-12.15) con un focus su “Vecchi e nuovi direttori: riusciranno i nostri eroi?”, con le testimonianza da Reggio Calabria a Napoli, da Taranto a Paestum; cui segue (12.15-13) la consegna del premio “R.Francovich” al regista Pupi Avati. Nel pomeriggio , sempre all’auditorium (14.15-18.15), la seconda parte del XII Incontro nazionale di Archeologia Viva, si sofferma con Damiano Marchi sulla scoperta in Sudafrica dell’Homo Naledi; riflette con Franco Cardini sul Califfo e l’ipocrisia dell’Occidente; invece Daniele Morandi Bonacossi prende spunto dalla mostra di Aquileia per introdurre il progetto “L’archeologia ferita. Aquileia ponte tra Occidente e Oriente”; infine Alberto Angela si sofferma sulla millenaria storia della basilica di San Pietro tra arte e archeologia. Per chi cerca curiosità o scoperte particolari, da segnalare in Sala Verde (9-12.30), “Toscana archeologica: ultime scoperte tra il mare e l’Appennino”; in Sala 4 (16-17.30), la “Cultura villanoviana: nuovi dati dalle necropoli di Verucchio”; infine il convegno-workshop in Sala 4, “Sudan, il regno dei faraoni neri”.

Il soprintendente di Pompei, Ercolano e Stabia: Massimo Osanna

Il soprintendente di Pompei, Ercolano e Stabia: Massimo Osanna

DOMENICA 21 FEBBRAIO 2016. Il terzo e ultimo giorno di Tourisma è praticamente monopolizzato in auditorium (8-18) dalla terza parte del XII incontro nazionale di Archeologia Viva. Il film “Petra. La città perduta” di Gary Glassman apre i lavori. La mattina passa dall’archeologia della Magna Grecia: archeologia pubblica nella valle dei Templi di Agrigento (Giuseppe Parello), pitture campane e paestane a Paestum (Angela Pontrandolfo), ricerche in corso a Pompei (Massimo Osanna). Alla letteratura greca: Luciano Canfora parla di Tucidide e Giorgio Ieranò di Omero. Nel pomeriggio, Sebastiano Tusa ci porterà nei fondali delle Egadi e delle Eolie e Maria Ausilia Fadda nei santuari nuragici. Gran finale con Valerio Massimo Manfredi e Lorenzo Braccesi sulle donne nell’antichità.

Andrea Pessina, soprintendente ai Beni archeologici della Toscana (foto Valerio Ricciardi, Roma)

Andrea Pessina, soprintendente ai Beni archeologici della Toscana (foto Valerio Ricciardi, Roma)

L’inaugurazione ufficiale di Tourisma 2016 è in programma giovedì 18 febbraio alle 20.45 nel Salone de’ Cinquecento di Palazzo Vecchio alla presenza del sindaco Dario Nardella, del soprintendente all’Archeologia della Toscana Andrea Pessina e del direttore di Archeologia Viva Piero Pruneti.  Louis Godart, accademico dei Lincei e consigliere del Presidente della Repubblica per il patrimonio culturale, terrà una conferenza su “Una civiltà per l’Europa”. Ingresso con prenotazione obbligatoria. L’accredito nominativo va richiesto per e-mail a: archeologiaviva@ giunti.it.

Dopo Tunisi, la Persia: a giugno Aquileia ospiterà una mostra con i tesori del museo archeologico di Teheran. Dalla missione del governatore del Friuli Venezia Giulia in Iran un protocollo di collaborazione culturale

Debora Serracchiani, presidente Regione Friuli Venezia Giulia; Mauro Conciatori, ambasciatore d'Italia a Teheran; e Antonio Zanardi Landi, presidente Fondazione Aquileia, al Museo archeologico nazionale dell'Iran a Teheran

Debora Serracchiani, presidente Regione Friuli Venezia Giulia; Mauro Conciatori, ambasciatore d’Italia a Teheran; e Antonio Zanardi Landi, presidente Fondazione Aquileia, al Museo archeologico nazionale dell’Iran a Teheran

Dopo Tunisi, Teheran. Dopo i tesori dell’arte provinciale romana, ad Aquileia arriveranno i capolavori dell’impero persiano. Se il buon giorno si vede dal mattino, la missione diplomatica del governatore della Regione Friuli-Venezia Giulia, Debora Serracchiani, in Iran sembra destinata ad aprire un canale privilegiato tra Aquileia e Teheran non solo per la realizzazione di mostre ma anche per lo scambio di know how nella conservazione e nel restauro dei Beni Culturali. A fare da “apripista” a questa speciale collaborazione dovrebbe essere il progetto di portare ad Aquileia importanti reperti provenienti dal museo archeologico nazionale (Iran bastan) di Teheran di cui si è discusso nella capitale iraniana nel corso dell’incontro tra la presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia Debora Serracchiani e il vicepresidente dell’Organizzazione iraniana del Patrimonio culturale e del Turismo / ICHHTO (organismo dipendente direttamente dalla Presidenza della Repubblica) Mohammad Hassan Talebian. Già dai prossimi giorni si lavorerà per la stesura del documento, mentre una formale ufficializzazione potrebbe giungere a fine gennaio.

Debora Serracchiani, presidente Regione Friuli Venezia Giulia, e Mohammad Hassan Talebian, vicepresidente Organizzazione iraniana Patrimonio culturale e Turismo / ICHHTO) al Tavolo dell'accordo per portare ad Aquileia reperti archeologici del museo nazionale dell'Iran

Debora Serracchiani, presidente Regione Friuli Venezia Giulia, e Mohammad Hassan Talebian, vicepresidente Organizzazione iraniana Patrimonio culturale e Turismo / ICHHTO) al Tavolo dell’accordo per portare ad Aquileia reperti archeologici del museo nazionale dell’Iran

“Da giugno e per circa quattro mesi”, hanno sottolineato Serracchiani e Talebian, assieme al presidente della Fondazione Aquileia Antonio Zanardi Landi e al direttore generale dei musei persiani Mohammad Reza Karegar, “una quindicina di reperti probabilmente mai usciti dalle sale del museo nazionale di Teheran, potranno essere esposti al museo archeologico nazionale di Aquileia”. L’iniziativa conferma la volontà da parte della Fondazione Aquileia di proseguire sulla strada intrapresa con la mostra dedicata ai tesori del museo del Bardo di Tunisi, di offrire sempre un discorso culturale di altissima qualità. Il gruppo di reperti scelto dagli archeologi iraniani insieme con i colleghi italiani permetterà di avere una panoramica dell’arte e della cultura dell’Antica Persia. “La mostra”, ha osservato la presidente Serracchiani, “pone Aquileia e la sua storia al centro di nuovi contatti culturali con Paesi come l’Iran che da sempre guardano con interesse all’Italia, coniugando in tal modo i patrimoni UNESCO del mondo e ricreando idealmente un percorso verso Aquileia della Via della Seta che inequivocabilmente è legata al territorio persiano”.

La sala con i reperti achemenidi al museo archeologico nazionale dell'Iran a Teheran

La sala con i reperti achemenidi al museo archeologico nazionale dell’Iran a Teheran

Mohammad Reza Karegar, direttore generale Musei iraniani

Mohammad Reza Karegar, direttore generale Musei iraniani

La possibilità di concludere un protocollo d’intesa tra Friuli Venezia Giulia e ICHHTO, grazie anche alla collaborazione dell’ambasciatore d’Italia a Teheran Mauro Conciatori, verrà approfondita con l’obiettivo di inserire ulteriori contenuti. Ci sono infatti altri settori culturali sui quali Talebian e Karegar hanno ribadito il notevole interesse del Governo iraniano: in particolare le autorità e gli specialisti della Repubblica Islamica puntano a perfezionare e approfondire le conoscenze iraniane nei settori della conservazione dei reperti archeologici e museali, della loro catalogazione e restauro. Perciò l’accordo che sarà perfezionato conterrà anche alcune precise indicazioni, hanno concordato Serracchiani e Talebian, per la messa a disposizione dell’ICHHTO delle competenze d’eccellenza maturate dal corso di Laurea nella Conservazione dei Beni culturali, architettonici e bibliografici dell’Università di Udine e dall’Istituto di Catalogazione di Villa Manin. “Questi organismi”, ha concluso la presidente, “vantano una grande esperienza e la mostra ad Aquileia non farebbe altro che dare avvio alle relazioni culturali tra la nostra regione e Teheran”.

“In viaggio verso le Alpi. Itinerari romani dell’Italia nord-orientale diretti al Norico”: al museo di Zuglio ricostruita l’antica viabilità da Aquileia all’Europa attraverso le ultime scoperte

La locandina della mostra di Zuglio “In viaggio verso le Alpi. Itinerari romani dell’Italia nord-orientale diretti al Norico”

La locandina della mostra di Zuglio “In viaggio verso le Alpi. Itinerari romani dell’Italia nord-orientale diretti al Norico”

La viabilità degli antichi romani nel Nordest d’Italia è protagonista a Zuglio, la romana Iulium Carnicum, in Friuli. Dopo il grande successo di pubblico della mostra “I bronzi di Iulium Carnicum”, il museo Archeologico di Zuglio, propone fino al 31 agosto una nuova, importante mostra, frutto della forte sinergia tra il Comune di Zuglio e la soprintendenza per i Beni archeologici del Friuli Venezia Giulia e del sostegno della Fondazione Aquileia e di numerosi Enti pubblici e privati. La mostra “In viaggio verso le Alpi. Itinerari romani dell’Italia nord-orientale diretti al Norico” vuole illustrare appunto il lungo e faticoso viaggio che, in epoca romana, occorreva intraprendere per raggiungere le regioni Oltralpe, con partenza dalla porta nord-occidentale di Aquileia: dal mare Adriatico alle Alpi orientali. Un’esposizione interamente dedicata al tema della viabilità nel comparto più orientale dell’Italia romana, con particolare attenzione alle direttrici stradali di collegamento tra i territori di pianura, prossimi alla costa adriatica, e le zone poste Oltralpe. “L’antico reticolo stradale romano, di cui rimane ancora oggi un segno profondo nelle terre dell’Italia nord-orientale”, spiegano i promotori, “ci fa intuire il senso e l’importanza del sistema viario e la profonda trasformazione dei luoghi avviata dai Romani con l’intento di migliorare le condizioni di occupazione”.

Reperti e grafici nella mostra "In viaggio verso le Alpi" fino al 31 agosto al museo di Zuglio

Reperti e grafici nella mostra “In viaggio verso le Alpi” fino al 31 agosto al museo di Zuglio

La mostra, curata dall’archeologa Flaviana Oriolo, curatore del civico museo Archeologico di Zuglio, con la direzione scientifica di Marta Novello, funzionario della soprintendenza per i Beni archeologici del Friuli Venezia Giulia, costituisce anche l’occasione per illustrare tematiche di carattere generale connesse al sistema viario romano: dalle modalità di costruzione di una strada, ai veicoli impiegati per compiere i tragitti fino alle guide e le carte stradali a disposizione dei viaggiatori. Le strade, inserite in maniera funzionale nel paesaggio agrario, rivestirono, infatti, il ruolo di linee organizzative per l’occupazione dello spazio rurale. Insediamenti minori, luoghi di culto, zone di mercato, ville, fattorie, stazioni di servizio e di sosta: queste e molte altre realtà gravitarono lungo i percorsi della grande viabilità. Per la loro realizzazione i romani misero in atto notevoli innovazioni tecniche, quali ponti per l’attraversamento dei corsi d’acqua, terrapieni, asportazioni e tagli nella roccia.

La pieve di Zuglio in posizione strategica insite sull'area della romana Julium Carnicum

La pieve di Zuglio in posizione strategica insite sull’area della romana Julium Carnicum

La scelta del civico museo archeologico di Zuglio per raccontare questa storia si capisce considerando la posizione geografica di Iulium Carnicum: la città più settentrionale d’Italia era infatti ubicata in corrispondenza della strada “Iulia Augusta”, una delle arterie di collegamento tra Aquileia e Aguntum, centro della provincia del Norico, e, pertanto, svolse da sempre un ruolo importante di collegamento con i territori posti al di là dei valichi alpini. Spesso menzionata con il nome di “Iulia Augusta” proposto da Carlo Gregorutti, insigne studioso dell’Ottocento, l’arteria è indicata nelle guide stradali antiche analogamente all’altro percorso che valicava le Alpi orientali risalendo il Canale del Ferro: entrambi i tracciati seguivano nel tratto di pianura un unico itinerario organizzato mediante lunghi rettifili. La mostra costituisce anche l’occasione per illustrare tematiche di carattere generale connesse al sistema viario romano, dalle modalità di costruzione di una strada, ai veicoli impiegati per compiere i tragitti fino alle guide e le carte stradali a disposizione dei viaggiatori.

All’ampio apparato illustrativo in mostra a Zuglio è stata affiancata una scelta significativa di reperti archeologici

All’ampio apparato illustrativo in mostra a Zuglio è stata affiancata una scelta significativa di reperti archeologici

All’ampio apparato illustrativo è stata affiancata una scelta significativa di reperti archeologici conservati nelle sedi dei due musei archeologici nazionali di Aquileia e di Cividale, nei civici musei di Udine e al museo Carnico delle Arti Popolari “Michele Gortani” di Tolmezzo. Il materiale fa conoscere alcuni significativi rinvenimenti avvenuti in prossimità del tragitto nella fascia di pianura a partire dalle zone sepolcrali di Aquileia. È poi rappresentata Sevegliano, importante snodo viario, e viene esposta una scoperta straordinaria avvenuta agli inizi del Novecento a Vergnacco, vicino a Reana del Rojale. Il Canale del Ferro è invece documentato da reperti provenienti da Moggio Udinese e da Resiutta, la Statio Plorucensis menzionata su una iscrizione votiva rinvenuta nel paese. Infine uno sguardo sulla vallata del torrente But, dove si sviluppò Iulium Carnicum che svolse da sempre un ruolo importante di collegamento con i territori posti al di là dei valichi alpini; dopo la città la strada si dirigeva alla volta del Passo di Monte Croce Carnico dove correva il confine tra Italia e Norico.

 

 

Appuntamento a Firenze con il X Incontro nazionale di Archeologia Viva: a tu per tu con i protagonisti della ricerca e della divulgazione

L'auditorium del Palacongressi di Firenze gremito per l'Incontro nazionale di Archeologia Viva

L’auditorium del Palacongressi di Firenze gremito per l’Incontro nazionale di Archeologia Viva

L’appuntamento per tutti gli appassionati di archeologia è domenica 2 marzo 2014 al Palazzo dei Congressi di Firenze (ingresso libero) per il X Incontro nazionale di Archeologia Viva, dove è possibile conoscere e incontrare i protagonisti della ricerca e della divulgazione. Anche la decima edizione promossa dalla rivista Archeologia Viva non sembra tradire le aspettative: grandi personaggi per una full immersion che è diventata un appuntamento irrinunciabile per quanti hanno fatto proprio il motto della rivista: “Vivere il passato. Capire il presente”.

Il manifesto della 24. Rassegna di Rovereto

Il manifesto della 24. Rassegna internazionale del Cinema archeologico di Rovereto

Il programma è intenso, si diceva. L’apertura dell’auditorium alle 8. I lavori inizieranno 20 minuti più tardi con il saluto del direttore di Archeologia Viva, Piero Pruneti “Questo nostro decimo incontro”. Alle 8.30, Dario Di Blasi direttore Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico – Fondazione Museo Civico di Rovereto, presenterà il film “L’Italia dei Longobardi” di Eugenio Farioli Vecchioli, prodotto dall’associazione Italia Langobardorum con IULM e Archeoframe, film vincitore del premio “Città di Rovereto-Archeologia Viva” alla XXIV Rassegna di Rovereto dell’ottobre scorso. Alle 9.30, Paolo Brusasco docente di Archeologia e Storia dell’Arte del Vicino Oriente Antico all’Università di Genova interviene su “La storia rubata: il saccheggio archeologico del Vicino Oriente”. Alle 10, Alessandro Mandolesi docente di Etruscologia e Antichità italiche all’Università di Torino, e Alfonsina Russo soprintendente ai Beni archeologici dell’Etruria Meridionale ci riportano all’attualità italiana con “Tarquinia: la scoperta di una tomba etrusca sulla Via dei Principi”.  Alle 10.30, l’Incontro di Archeologia Viva rende omaggio all’astrofisica Margherita Hack, grande ricercatrice e amica dei lettori della rivista, con Viviano Domenici scrittore, già responsabile delle pagine culturali de “Il Corriere della Sera”: “Omaggio a Margherita Hack. La vita extraterrestre: le indagini della scienza e gli inganni della fantarcheologia”. Alle 11 pausa per incontri e documentazione.

L'archeologo prof. Andrea Carandini, presidente del Fai

Andrea Carandini, presidente del Fai

Si riprende a mezzogiorno, Andrea Carandini docente emerito di Archeologia classica alla “Sapienza” Università di Roma, presidente del FAI, interviene sull’archeologia cristiana e romana: “Su questa pietra… Pietro, dalla casa a Cafarnao alla tomba in Vaticano”. Alle 12.30, intervento di denuncia di Danilo Mazzoleni rettore Pontificio Istituto di Archeologia cristiana, su “Chiese siriane del IV secolo: un patrimonio a rischio di estinzione”. Alle 13, pausa per pranzo, incontri e documentazione.

L'archeologo Valerio Massimo Manfredi

Valerio Massimo Manfredi

Si riprende alle 14, con Massimo Rossi comandante Gruppo Tutela Patrimonio Archeologico – Guardia di Finanza, che spiega i “Crimini contro la Storia e la Cultura. Il fenomeno dei “falsi rinvenimenti” attraverso le indagini della Guardia di Finanza”. Alle 14.30, Simona Rafanelli direttore museo archeologico “I. Falchi” di Vetulonia, e Cocco Cantini musicista jazz, affrontano un tema poco noto ma molto interessante: “Suoni dal passato: la musica perduta degli Etruschi” in collaborazione con Rete dei Musei della Provincia di Grosseto. Alle 15, l’archeologo e scrittore Valerio Massimo Manfredi, che ha appena pubblicato in due volumi, l’epopea di Ulisse, parla dei “Nostoi: i ritorni e l’Odissea”.  Segue alle 15.30 la pausa per incontri e documentazione.

Alfredo e Angelo Castiglioni

Alfredo e Angelo Castiglioni

Alle 16, si riprende con Jacopo Bonetto docente di Archeologia greca e romana e direttore della scuola di specializzazione in Beni archeologici dell’Università di Padova, illustra una recente scoperta archeologica: “Aquileia, città di frontiera: la grande Domus di Tito Macro riprende vita fra ricerca e valorizzazione”, in collaborazione con Fondazione Aquileia. Alle 16.30, Alfredo e Angelo Castiglioni direttori Centro Ricerche Deserto Orientale denunciano cosa succede dopo il rinvenimento di un sito archeologico importante: “Berenice Pancrisia dalla scoperta archeologica all’assalto dei metal detector”. Alle 17, ultima pausa per incontri e documentazione.

Alberto Angela con Piero Pruneti a Firenze

Alberto Angela con Piero Pruneti a Firenze

Alle 17.30, Cristina Acidini soprintendente Polo Museale Fiorentino e Gino Fornaciari ordinario di Storia della Medicina all’Università di Pisa in “Giovanni dalle Bande Nere: vita e morte (annunciata?) di un capitano di ventura”. Ultimo intervento di un’intensa giornata, alle 18, con Alberto Angela archeologo e scrittore su “I segreti di Michelangelo nella Cappella Sistina”. Alle 18.30 conclusioni e chiusura della manifestazione.