Parco archeologico di Naxos-Taormina. Anteprima di Naxoslegge su “Corpi celesti” passeggiata serale archeo-astronomica nel ventennale del recupero del disco di Nebra che rappresenta il cielo nell’età del Bronzo
Nel ventennale del recupero del disco di Nebra, dopo la grande mostra al British Museum di Londra, un omaggio ad un oggetto che risale al 1800 a.C. circa che narra del firmamento e dei suoi asterismi! Appuntamento lunedì 29 agosto 2022, alle 22, al parco archeologico di Naxos Taormina (Me), anteprima alla XII edizione di Naxoslegge su “Corpi celesti. Visioni celesti e cosmogonie”. Visioni e riflessioni notturne con lo sguardo rivolto al cielo, interrogandosi sui miti e le forme dell’universo percepite dagli antichi. Ingresso gratuito. Per info 3936025554. Proprio il cielo estivo sarà il grande protagonista con una passeggiata serale archeo-astronomica nello splendido parco archeologico di Naxos, che porterà a scoprire le stelle e le costellazioni principali, anche con alcuni riferimenti ai miti Greci. Accompagneranno nella passeggiata un archeologo, studioso di preistoria, il prof. Massimo Cultraro, dell’università di Palermo, e un astrofisico, Andrea Orlando, del CNR di Catania, presidente dell’istituto siciliano di Archeo-Astronomia e una grande narratrice, Marinella Fiume. Dopo i saluti di Gabriella Tigano, direttrice del parco archeologico di Naxos Taormina, e di Fulvia Toscano, direttrice artistica di Naxoslegge, Cultraro parlerà di “Cosmogonie mediterranee” e Orlando su “Il disco di Nebra. L’osservazione del cielo nell’età del Bronzo”. Chiudono le letture di Marinella Fiume.
Valle di Agrigento: il tempio di Demetra l’unico orientato al tramonto della luna piena del solstizio d’inverno. Archeoastronomi: “Celebra la riunione tra Demetra e Persefone”
Finora alla posizione dei famosi templi greci della valle di Agrigento non si era dato molto peso, visto che nella maggior parte sono orientati al sorgere del sole oppure semplicemente orientati secondo la morfologia del terreno o la griglia della città. Tutto vero. Eccetto uno, il tempio dedicato a Persefone e sua madre Demetra, che ha un orientamento geografico particolare: è rivolto al tramonto della luna piena più vicina al solstizio d’inverno. Lo hanno notato i ricercatori Giulio Magli del Politecnico di Milano, Robert Hannah dell’università di Waikato, Nuova Zelanda, e Andrea Orlando dell’Osservatorio Astrofisico di Catania, che hanno cercato di darne una spiegazione: quel particolare orientamento vuole celebrare la riunione di Demetra con la figlia Persefone, rapita da Ade, dio dell’oltretomba, che la portò negli Inferi per sposarla. La ricerca è stata svolta nell’ambito di un accordo di collaborazione scientifica tra ente parco Valle dei Templi di Agrigento e Laboratorio di formazione matematica e di sperimentazione scientifica (effediesse) del Politecnico di Milano, e pubblicata sul sito web della Cornell University.
Il Tempio detto di Demetra (i cui resti si trovano in località San Biagio al di sotto dell’omonima chiesa) può essere datato nel periodo compreso tra il 480 e il 470 a. C. Questo tempio offre un interessante esempio di edificio distilo in antis ovvero privo del colonnato esterno e costituito da una semplice cella preceduta da un pronao con due colonne. Della struttura originaria si conservano il basamento di m 30×13 c.a, ancora in parte visibile, i muri esterni della cella e quelli divisori tra cella e pronao. Queste parti che ancora permangono sono state inglobate dalla chiesa medievale dedicata a S. Biagio. Delle belle grondaie a protome leonina appartenute a questo edificio si possono ancora ammirare all’interno del museo archeologico regionale di Agrigento nella sala dedicata alle sculture architettoniche. Il Tempio di Demetra nel periodo classico faceva parte di un temenos, un recinto sacro, al quale si devono riferire anche altre strutture adiacenti come due piccoli altari rotondi con incavo centrale, botroi o pozzi sacri, all’interno dei quali sono stati ritrovati dei kernoi (vasi rituali legati al culto di Perfesone) e dei resti appartenenti a dei busti fittili che dovevano raffigurare la stessa Demetra.
I ricercatori stanno ancora approfondendo la ragione di questo allineamento, ma si crede che potrebbe essere dovuto a particolari riti religiosi. Si ipotizza che questi riti prevedessero una processione notturna che partiva dalla fontana santuario posta poco lontano dal tempio (dove sono stati trovati depositi votivi, tra cui una statuetta raffigurante Persefone), saliva al tempio stesso e poi attraversava il corridoio tra il lato nord del tempio e la collina (forse gettando le offerte nel pozzo centrale) e infine si riuniva in un vasto piazzale retrostante il tempio da dove si assisteva allo spettacolo della luna piena che tramontava sulla collina dell’acropoli. «L’archeoastronomia si rivela ancora una volta una scienza multidisciplinare”, afferma Giulio Magli, titolare al Politecnico di Milano dell’unico corso di Archeoastronomia in Italia. “In questo caso contributi diversi fra di loro come l’utilizzo di dati topografici digitali, la ricostruzione al calcolatore del cielo nell’antichità, il rilievo sul campo e la collaborazione con l’Ente Parco Valle dei Templi e quindi con l’archeologia hanno portato a risultati veramente inaspettati, che potrebbero aprire nuove prospettive nella comprensione di culti antichissimi, se solo si pensa che la fonte del Tempio di Demetra risale almeno al sesto secolo a.C. e quindi agli inizi, se non prima, rispetto alla colonizzazione greca della Sicilia”.
Manca pochissimo all’apertura ufficiale della dodicesima edizione del Festival della Comunicazione e del Cinema Archeologico a Licodia Eubea (Ct), in programma dal 12 al 16 ottobre 2022. E la prima domanda che ti viene spontanea è: perché cinque giorni di eventi anziché i canonici quattro di proiezioni? E la risposta sono gli stessi organizzatori a darla dando la misura della continua crescita della manifestazione licodiese. “L’edizione 2022 del Festival della Comunicazione e del Cinema Archeologico di Licodia Eubea si apre con una giornata dedicata ai progetti editoriali e alle diverse forme di comunicazione audiovisiva dei Beni Culturali”, spiegano le curatrici Alessandra Cilio e Stefania Berutti, rispettivamente co-direttore artistico del festival e archeologa. “Articolata in tre sessioni, questa occasione di dialogo tra professionisti della comunicazione del patrimonio materiale e immateriale vuole offrire esempi di interdisciplinarietà, spesso elaborati nell’ambito di allestimenti museali o di mostre tematiche. Le esperienze presentate testimoniano la necessità di un approccio complesso per abbattere barriere e aprire alla fruizione completa del nostro patrimonio culturale”. La Giornata di Studi “Dialoghi in Badia. Strategie e best practices nella comunicazione del patrimonio culturale” si svolgerà nel corso della mattina e del primo pomeriggio di mercoledì 12 ottobre 2022 (dalle 9 alle 16) all’interno della ex Chiesa di San Benedetto e Santa Chiara, già sede delle proiezioni del Festival e delle iniziative culturali a esso correlate.
La giornata di studi è stata fortemente voluta dagli organizzatori del Festival, i quali hanno in tal modo voluto completarne la vocazione, creando un’occasione di incontro tra le diverse figure che animano la manifestazione: gli operatori dei Beni Culturali, i protagonisti della comunicazione audiovisiva del patrimonio storico-artistico italiano e internazionale, le figure istituzionali che agiscono sul territorio siciliano promuovendone la storia e le arti, i soggetti privati che operano nelle strutture di accoglienza e intrattenimento di Licodia Eubea e dei comuni limitrofi, le istituzioni scolastiche che partecipano alle iniziative di laboratorio didattico organizzate a latere delle proiezioni, gli studiosi ed esperti che, costituiti in comitato scientifico, visionano e valutano i film e documentari in concorso, il pubblico che segue le proiezioni e viene direttamente coinvolto come giuria popolare nell’assegnazione di uno dei premi.
“Dialogare e far dialogare fra loro tutte queste realtà”, spiegano ancora Cilio e Berutti, “è lo scopo principale di chi, da anni, si impegna per portare a Licodia Eubea un’occasione di crescita sociale e un’opportunità per far conoscere un’identità culturale tra le più composite. Il paese di Licodia Eubea ha infatti una lunga tradizione di centro di studi e scavi archeologici, sito in un’area di densa abitazione che, senza soluzione di continuità, abbraccia una serie di epoche comprese tra la Preistoria e l’Età moderna, come testimonia la ricchezza di reperti ed emergenze architettoniche. La stessa sede delle proiezioni del Festival, nella quale si avvicenderanno i relatori della Giornata di studi, è una chiesa sconsacrata che, restaurata dalla Soprintendenza catanese, ha conosciuto diverse destinazioni d’uso e ora, grazie anche alla cura dell’Archeoclub di Licodia Eubea è sede di mostre temporanee di respiro internazionale, e dunque punto di aggregazione della vita culturale locale, ma anche di quella extra-territoriale che sposa le suddette manifestazioni”. Tre le sessioni in programma: 9-9.30, registrazione dei partecipanti; 9.30-11, Editoria; 11.30-13, Comunicazione audiovisiva; 14-15.30, Comunicazione “oltre i confini”. I protagonisti della giornata di studi presenteranno uno speech di 15 minuti, avvicendandosi sul palco della ex chiesa di San Benedetto e Santa Chiara. Al termine di ogni sessione, i relatori saranno riuniti sul palco e, prendendo spunto dai reciproci interventi e dalle domande del pubblico, alimenteranno un dialogo destinato a offrire nuovi spunti di riflessione in merito alle tematiche trattate. A conclusione dell’evento, sarà rilasciato un attestato di partecipazione. La partecipazione all’evento è gratuita, ma l’iscrizione è obbligatoria al seguente link 








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