Valle di Agrigento: il tempio di Demetra l’unico orientato al tramonto della luna piena del solstizio d’inverno. Archeoastronomi: “Celebra la riunione tra Demetra e Persefone”
Finora alla posizione dei famosi templi greci della valle di Agrigento non si era dato molto peso, visto che nella maggior parte sono orientati al sorgere del sole oppure semplicemente orientati secondo la morfologia del terreno o la griglia della città. Tutto vero. Eccetto uno, il tempio dedicato a Persefone e sua madre Demetra, che ha un orientamento geografico particolare: è rivolto al tramonto della luna piena più vicina al solstizio d’inverno. Lo hanno notato i ricercatori Giulio Magli del Politecnico di Milano, Robert Hannah dell’università di Waikato, Nuova Zelanda, e Andrea Orlando dell’Osservatorio Astrofisico di Catania, che hanno cercato di darne una spiegazione: quel particolare orientamento vuole celebrare la riunione di Demetra con la figlia Persefone, rapita da Ade, dio dell’oltretomba, che la portò negli Inferi per sposarla. La ricerca è stata svolta nell’ambito di un accordo di collaborazione scientifica tra ente parco Valle dei Templi di Agrigento e Laboratorio di formazione matematica e di sperimentazione scientifica (effediesse) del Politecnico di Milano, e pubblicata sul sito web della Cornell University.
Il Tempio detto di Demetra (i cui resti si trovano in località San Biagio al di sotto dell’omonima chiesa) può essere datato nel periodo compreso tra il 480 e il 470 a. C. Questo tempio offre un interessante esempio di edificio distilo in antis ovvero privo del colonnato esterno e costituito da una semplice cella preceduta da un pronao con due colonne. Della struttura originaria si conservano il basamento di m 30×13 c.a, ancora in parte visibile, i muri esterni della cella e quelli divisori tra cella e pronao. Queste parti che ancora permangono sono state inglobate dalla chiesa medievale dedicata a S. Biagio. Delle belle grondaie a protome leonina appartenute a questo edificio si possono ancora ammirare all’interno del museo archeologico regionale di Agrigento nella sala dedicata alle sculture architettoniche. Il Tempio di Demetra nel periodo classico faceva parte di un temenos, un recinto sacro, al quale si devono riferire anche altre strutture adiacenti come due piccoli altari rotondi con incavo centrale, botroi o pozzi sacri, all’interno dei quali sono stati ritrovati dei kernoi (vasi rituali legati al culto di Perfesone) e dei resti appartenenti a dei busti fittili che dovevano raffigurare la stessa Demetra.
I ricercatori stanno ancora approfondendo la ragione di questo allineamento, ma si crede che potrebbe essere dovuto a particolari riti religiosi. Si ipotizza che questi riti prevedessero una processione notturna che partiva dalla fontana santuario posta poco lontano dal tempio (dove sono stati trovati depositi votivi, tra cui una statuetta raffigurante Persefone), saliva al tempio stesso e poi attraversava il corridoio tra il lato nord del tempio e la collina (forse gettando le offerte nel pozzo centrale) e infine si riuniva in un vasto piazzale retrostante il tempio da dove si assisteva allo spettacolo della luna piena che tramontava sulla collina dell’acropoli. «L’archeoastronomia si rivela ancora una volta una scienza multidisciplinare”, afferma Giulio Magli, titolare al Politecnico di Milano dell’unico corso di Archeoastronomia in Italia. “In questo caso contributi diversi fra di loro come l’utilizzo di dati topografici digitali, la ricostruzione al calcolatore del cielo nell’antichità, il rilievo sul campo e la collaborazione con l’Ente Parco Valle dei Templi e quindi con l’archeologia hanno portato a risultati veramente inaspettati, che potrebbero aprire nuove prospettive nella comprensione di culti antichissimi, se solo si pensa che la fonte del Tempio di Demetra risale almeno al sesto secolo a.C. e quindi agli inizi, se non prima, rispetto alla colonizzazione greca della Sicilia”.
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