Paestum. A 25 anni dal primo allestimento al museo Archeologico nazionale apre al pubblico la sezione “Paestum: dalla città romana a oggi” intitolata a Mario Torelli. All’inaugurazione intervengono Osanna e Alfonsina Russo
Sabato 16 novembre 2024, a 25 anni dal primo allestimento, apre al pubblico la sezione “Paestum: dalla città romana a oggi” del museo Archeologico nazionale di Paestum, intitolata all’archeologo Mario Torelli e dedicata al racconto della storia della città dalla fondazione romana del 273 a.C. al Medioevo. L’esposizione esplora religiosità, spazi pubblici e privati e la vita quotidiana attraverso reperti inediti. Prosegue con incisioni e acquerelli del Grand Tour dalla collezione della Fondazione Giambattista Vico, e conclude con documenti e foto del XX secolo che illustrano gli scavi e gli studi ancora in corso per la tutela del sito, rappresentando così il legame che connette romanità e contemporaneità con potenza e immediatezza.
Ma il taglio del nastro dell’importante traguardo per i parchi archeologici di Paestum e Velia è in programma venerdì 15 novembre 2024, alle 12. All’inaugurazione intervengono Massimo Osanna, direttore generale Musei; Tiziana D’Angelo, direttore parchi archeologici di Paestum e Velia; Teresa Marino, funzionario archeologo parchi archeologici di Paestum e Velia. Conclude Alfonsina Russo, capo dipartimento per la Valorizzazione del Patrimonio culturale. Seguirà la visita alla domus del mosaico di Nettuno.
Roma. Al CNR-ISPC il workshop internazionale, in presenza e online, “Ricercando l’infanzia. Percezione e rappresentazione dei bambini nel Mediterraneo antico” nell’ambito del progetto “Invisible Actors” che ha l’obiettivo di gettare nuova luce sugli “attori invisibili” nella società fenicia e punica
“Ricercando l’infanzia. Percezione e rappresentazione dei bambini nel Mediterraneo antico” è il titolo del workshop Internazionale nell’ambito del progetto “Invisible Actors”. Appuntamento venerdì 15 novembre 2024, alle 9.30, in presenza nella Sala Convegni dell’Edificio 6, Area della Ricerca di Roma 1, del CNR – Istituto di Scienze del Patrimonio culturale, in via Salaria km. 29,300, a Roma. Per partecipare online è necessario inviare una richiesta a ispc.socialboard@ispc.cnr.it. Il workshop si può seguire anche online su piattaforma Teams, basta farne richiesta inviando una mail a ispc.socialboard@ispc.cnr.it: si riceverà il link per seguire online. Durante il workshop internazionale a cura di Massimo Botto e Emanuele Madrigali del CNR-ISPC di Roma, organizzato nell’ambito del progetto PRIN2022 Invisible Actors e dedicato all’infanzia, si affronteranno con spirito critico le metodologie di studio e si esploreranno le tendenze innovative dei più recenti percorsi analitici, illustrando significativi casi di studio e delineando le future prospettive della ricerca. Con un approccio interdisciplinare saranno dibattuti temi e contesti di carattere storico, archeologico, mitografico, epigrafico, bio-archeologico con il contributo di studiose e studiosi che spazieranno da Oriente a Occidente lungo tutto il I millennio a.C., provando ad identificare e superare gli stereotipi che hanno influenzato l’immagine complessiva dei Fenici e dei loro vicini sia in relazione ai grandi processi storici che alle pratiche quotidiane come riflesse dal record archeologico.
Il progetto ha l’obiettivo di gettare nuova luce sugli “attori invisibili” nella società fenicia e punica. L’obiettivo è quello di studiare le donne e i bambini che, in quanto agenti storici, sono raramente al centro dell’attenzione degli studiosi. Ci proponiamo di esplorare diverse dimensioni della loro esperienza di vita utilizzando un approccio interdisciplinare, con l’obiettivo specifico di promuovere un nuovo paradigma interpretativo. Questo approccio nasce dal desiderio di identificare e superare gli stereotipi che hanno influenzato l’immagine complessiva dei Fenici e dei loro vicini in relazione sia ai principali processi storici che alle pratiche di vita quotidiana riflesse nella documentazione archeologica. Fino a poco tempo fa, gli studi fenici e punici sono stati in gran parte condizionati da un marcato punto di vista androcentrico. In questa prospettiva, le donne e i bambini sono emarginati (come avviene in particolare nell’interpretazione dei reperti archeologici) o posti al centro di rituali crudeli e nefasti (come nel caso delle ricostruzioni mitografiche e storiografiche basate su fonti classiche e bibliche che elaborano i sacrifici di bambini, la prostituzione sacra, ecc.).
Spalato (Croazia). All’ottava edizione del Festival Internazionale del Cinema Archeologico (MFAF) vince il film francese “Mysteries of the Bayeux Tapestry / Misteri dell’arazzo di Bayeux” di Alexis de Favitski. Riconoscimenti a due film di produzione italiana “L’oro di Venezia” di Nicola Pittarello e “Black Italian Renaissance” di Christiano Di Mattia

Cerimonia di premiazione dell’8. Festival Internazionale del Film Archeologico di Spalato (MFAF 7-9 novembre 2024 (foto mfaf)
Nel palmares dell’8. Festival Internazionale del Film Archeologico di Spalato (MFAF 7-9 novembre 2024) ci sono due dei quattro film di produzione italiana in concorso (vedi Spalato (Croazia). Al via l’ottava edizione del Festival Internazionale del Cinema Archeologico (MFAF): tre giorni di proiezioni, workshop e conferenze, con 18 film in concorso tra cui 4 produzioni italiane. Ecco i titoli | archeologiavocidalpassato): sono il film “L’oro di Venezia” diretto da Nicola Pittarello e il film “Black Italian Renaissance” dal regista Christiano Di Mattia. Ma vediamo nel dettaglio tutti i premi.

Frame del film francese “Mysteries of the Bayeux Tapestry / Misteri dell’arazzo di Bayeux” diretto da Alexis de Favitski
Il primo premio dell’8. Festival Internazionale del Film Archeologico di Spalato è andato al film francese “Mysteries of the Bayeux Tapestry / Misteri dell’arazzo di Bayeux”, diretto da Alexis de Favitski (Francia 2022, 59’). L’Arazzo di Bayeux è un’opera d’arte straordinaria e unica che è sopravvissuta per quasi 1.000 anni. Realizzato nell’XI secolo, racconta la storia della rivendicazione di Guglielmo di Normandia al trono inglese, culminata nell’invasione normanna dell’Inghilterra e nella battaglia di Hastings. Con una lunghezza di quasi 70 metri, l’Arazzo di Bayeux comprende 623 personaggi, centinaia di animali e un’ampia varietà di scene che raffigurano la vita quotidiana ed eventi epici. È un tesoro di informazioni, che offre una visione straordinaria di un momento cruciale della storia.

Frame del film “L’oro di Venezia” di Nicola Pittarello
La giuria ha assegnato il secondo premio al film “L’oro di Venezia” diretto da Nicola Pittarello (Italia 2022, 55’). Pochi conoscono il rapporto tra la Repubblica di Venezia e i suoi possedimenti terrieri. Nei boschi veneti, friulani e istriani, Venezia trovava il legno indispensabile per costruire le navi da guerra. Per preservare tali materiali, la Serenissima attuò una serie di buone pratiche volte a salvaguardare il territorio, dando luogo anche a un profondo cambiamento di mentalità.

Frame del film “The Time They Spent Here” diretto da Ed Owles
Mentre il terzo è stato vinto dal film “The Time They Spent Here” diretto da Ed Owles (Regno Unito 2023, 10’). Qual è la magia dell’arte rupestre? Due esperti archeologi attivi a Tanum, in Svezia, provano a comprendere quale sia il metodo migliore per catalogare le incisioni svedesi dell’Età del Bronzo ed esaminano le differenze tra documentazione analogica e digitale.

Frame del film “The black Italian Renaissance / Rinascimento nascosto” di Cristian di Mattia
Quest’anno, la giuria di esperti ha assegnato due premi speciali: per il cortometraggio è stato assegnato al film “Kurnati: l’alfabeto della memoria – Walls”, diretto da Mateja Šarić, e per il lungometraggio, il premio è andato al film “The black Italian Renaissance / Rinascimento nascosto” di Cristian di Mattia (Italia 2023, 90’). Il film racconta le vite di personaggi afro-discendenti nell’Italia Rinascimentale, legati tra loro dalla diffusione delle esplorazioni geografiche del XV e XVI secolo, e che, in modi diversi, hanno segnato la Storia. I loro volti fanno capolino tra le tele di alcune delle più grandi opere d’arte di tutti i tempi. I loro nomi sono sparsi tra i libri mastri di archivi antichi. Raccontando le storie di nobili, schiavi, ambasciatori e cavalieri, il documentario svela come il concetto rinascimentale di “razza” fosse diverso da quello che conosciamo oggi.
Ministero della Cultura. Nel ponte di Ognissanti (2 giorni a pagamento, 2 giorni a ingresso gratuito) il Colosseo è stato il sito più visitato, seguito dal Pantheon e da Pompei

Grande affluenza di visitatori al Colosseo e al Foro romano (foto graziano tavan)
Due giorni a pagamento (1° e 2 novembre), due giorni a ingresso libero (#domenicalmuseo il 3, Giorno dell’Unità nazionale e Giornata delle Forze Armate il 4): è il ponte di Ognissanti 2024. E se la domenica sul podio assoluto dei siti più visitati si è confermata l’area archeologica di Pompei (vedi #domenicalmuseo: Pompei si conferma il sito più frequentato anche nella domenica a ingresso gratuito di novembre, seguito da Colosseo e Foro-Palatino | archeologiavocidalpassato), nell’arco del ponte è stato il Colosseo con 72.448 ingressi a salire sul gradino più alto, seguito dal Pantheon (61.545) e da Pompei (58.529).
Ecco i numeri relativi a parchi e musei archeologici. Colosseo – Anfiteatro Flavio 72.448; Pantheon – Basilica di Santa Maria ad Martyres 61.545; area archeologica di Pompei 58.529; Foro Romano e Palatino 53.767; museo e area archeologica di Paestum 10.753; Terme di Caracalla 9.539; museo Archeologico nazionale di Napoli 9.089; parco archeologico di Ercolano 8.124; Villa Adriana 7.094; Grotte di Catullo e Museo archeologico di Sirmione 6.327; area archeologica di Ostia antica 6.038; museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria 4.016; museo Archeologico nazionale “Mario Torelli” e parco archeologico e Catacombe ebraiche 4.014; Villa della Regina 3.673; necropoli dei Monterozzi e museo Archeologico nazionale di Tarquinia 3.173; museo Archeologico nazionale del Melfese “Massimo Pallottino” 3.131; museo nazionale Romano – Palazzo Massimo 2.438; museo nazionale Etrusco di Villa Giulia 2.355; museo nazionale Romano – Terme di Diocleziano 2.320; Museo di Palazzo Grimani 2.169; museo Archeologico nazionale di Taranto 2.165; Rocca Albornoz – museo nazionale del Ducato di Spoleto 2.120; necropoli della Banditaccia e museo nazionale archeologico Cerite a Cerveteri 2.042.
Ischia (Na). Al museo Archeologico di Pithecusae, a Lacco Ameno, la conferenza “La tutela del patrimonio culturale per la conservazione dei valori identitari dell’isola d’Ischia” con Mariano Nuzzo, soprintendente ABAP per l’area metropolitana di Napoli, ottavo e ultimo appuntamento del progetto Kepos 2024
Venerdì 8 novembre 2024, alle 16, al museo Archeologico di Pithecusae, a Lacco Ameno, sull’isola d’Ischia (Na), si svolge l’ottavo e ultimo appuntamento del Progetto Kepos, organizzato dalla Fondazione W. Walton e Giardini La Mortella, in cui interviene il soprintendente Mariano Nuzzo, SABAP per l’area metropolitana di Napoli, su “La tutela del patrimonio culturale per la conservazione dei valori identitari dell’isola d’Ischia”. Dopo i saluti di Alessandra Vinciguerra, presidente della Fondazione W. Walton e Giardini La Mortella, e del sindaco di Lacco Ameno Giacomo Pascale, si svolgerà la conferenza del soprintendente Mariano Nuzzo. L’appuntamento sarà moderato da Mariangela Catuogno, direttore scientifico del Progetto Kepos. Il compito istituzionale della Soprintendenza è la tutela e la conoscenza del patrimonio archeologico, storico-artistico, architettonico e paesaggistico, la dichiarazione del suo interesse, le attività di manutenzione e restauro o il controllo su tale attività svolta da terzi, l’attività di inventariazione e catalogazione dei Beni culturali, oltre ad una vasta attività di valorizzazione e di gestione svolta in accordo con enti pubblici o privati, collabora e promuove iniziative volte a favorire l’accesso del pubblico al patrimonio attraverso il Servizio Educativo, pubblicazioni e progetti. L’isola d’Ischia con il suo ricco patrimonio archeologico, artistico e paesaggistico e la sua forte vocazione turistica impone strategie di tutela e di valorizzazione sempre più innovative alla luce degli eventi di natura geologica che hanno interessato l’isola nella consapevolezza che i valori identitari possano essere tutelati grazie alla sinergia tra gli enti e alla presenza di una comunità, che si senta erede e custode di questo straordinario patrimonio.
Locri (RC). Cambio programma della rassegna “Un caffè… storicamente corretto”: la conferenza “Capolavori della cartapesta leccese in Calabria, tra serialità e libere interpretazioni” con lo storico dell’arte Gianfrancesco Solferino il 17 novembre. La presentazione del libro “Corpus della pittura monumentale bizantina in Italia. II/Calabria” di Lorenzo Riccardi a dicembre
Variazione di programma al museo Archeologico nazionale di Locri Epizefiri: l’appuntamento di novembre con “Un caffè…storicamente corretto”, previsto giovedì 7 novembre 2024, con lo storico dell’arte Gianfrancesco Solferino sui “Capolavori della cartapesta leccese in Calabria tra serialità e libere interpretazioni”, slitta al 17 novembre. Invece la presentazione del libro “Corpus della pittura monumentale bizantina in Italia. II/Calabria” di Lorenzo Riccardi (Rubettino editore) è spostata a dicembre, in data da destinarsi.
Venezia. All’auditorium Santa Margherita la Giornata dell’Archeologia dell’università Ca’ Foscari: ecco il ricco programma degli interventi dal Veneto al Vicino Oriente, dalla preistoria al Medioevo
Giovedì 7 novembre 2024, alle 15.30, all’auditorium Santa Margherita – Emanuele Severino a Dorsoduro 3689 di Venezia, la “Giornata dell’Archeologia” dell’università Ca’ Foscari. Dopo i saluti istituzionali di Maria Del Valle Ojeda Calvo, prorettrice alla Ricerca; Alessio Cotugno, prorettore alla Comunicazione e alla Valorizzazione delle Conoscenze; Luigi Sperti, vicedirettore del dipartimento di Studi umanistici, gli interventi: Federico Bernardini, “Preistoria recente dell’Alto Adriatico: la grotta Tina Jama e il castelliere di Trmun”; Elena Rova, “Da campi di tumuli ad aree per esercitazioni militari: leggere il paesaggio archeologico di Gardabani (Georgia, Caucaso)”; Ilaria Caloi, Davide Aquini, “Nuove scoperte sulla polis di Festòs (Creta)”; Alessandra Gilibert, “L’esplorazione dei paesaggi marginali: dall’archeologia costiera in Sardegna all’archeologia d’alta montagna in Armenia”; Luca Maria Olivieri, “Missione archeologica in Pakistan (Swat): scavo, conservazione e mobilizzazione sociale”; Emanuele Ciampini, Francesca Iannarilli, “Ca’ Foscari in Egitto e Sudan: fare archeologia tra guerra e alluvioni”; Giovanna Gambacurta, “L’origine delle ‘famiglie’ nel Veneto preromano: storie di inclusione alle origini delle città”; Elisa Costa, “L’archeologia subacquea ad alta profondità: relitti romani nel Mar Tirreno”; Carlo Beltrame, Valentina Mantovani, “Un ostriarium romano in laguna di Venezia”; Luigi Sperti, Eleonora Delpozzo, “Abitando Altino. Aggiornamenti e novità dalle ricerche nella città romana”; Daniela Cottica, Andrea Cipolato, Elena Rocco, “Novità dal porto fluviale di Aquileia fra ricerca, didattica e inclusione”; Alessandro Alessio Rucco, “Comacchio: nuovi dati sul passaggio tra tarda antichità e alto medioevo”; Margherita Ferri, “Ceramica a Venezia tra Medioevo e prima epoca moderna: oggetti, identità e ambiente”; Cristina Tonghini, “Progetto Archeologico Tell Zeyd: una finestra sul mondo rurale nord- iracheno nel periodo islamico (VII- XIX secolo)”; Diego Calaon, “Laguna Veneta e Oceano Indiano. Comunità, partecipazione e citizen science. Archeologie e archeologie di paesaggio condivise”; Luigi Magnini, Cinzia Bettineschi, “Archeologia dei paesaggi montani: l’Altopiano dei Sette Comuni e il Bostel di Rotzo tra diacronia, approcci tradizionali e innovazione”.
Spalato (Croazia). Al via l’ottava edizione del Festival Internazionale del Cinema Archeologico (MFAF): tre giorni di proiezioni, workshop e conferenze, con 18 film in concorso tra cui 4 produzioni italiane. Ecco i titoli
Ancora un giorno di attesa e poi sarà Festival Internazionale del Cinema Archeologico di Spalato (MFAF). Per tre giorni, dal 7 al 9 novembre 2024, la sala Grande delle Esposizioni del museo dei Monumenti archeologici croati di Spalato (Croazia) si trasformerà in un palcoscenico per più di 18 film in concorso proiettati nelle ore pomeridiane e serali, workshop e conferenze, portando gli spettatori in un viaggio interdisciplinare e transmediale. I visitatori avranno l’opportunità di guardare film di qualità a un passo da grandi monumenti archeologici. Indipendentemente dalla loro durata, i film si soffermano su scoperte archeologiche e scientifiche, mostrando studi, analisi e ricostruzioni di monumenti storici. Sabato 9 novembre, alle 20.10, prima della cerimonia di premiazione, incontro con Martine Regert che nella conferenza “Notre-Dame de Paris dopo l’incendio: una cattedrale della ricerca” presenterà l’eccezionale avventura scientifica e umana, che attualmente riunisce più di 150 esperti provenienti da diversi settori. Tra i 18 film che concorrono per uno dei tre premi in palio (della Giuria degli Esperti, del Pubblico e della Giuria degli Studenti) ci sono quattro film.

Frame del film “L’oro di Venezia” di Nicola Pittarello
GIOVEDÌ 7 NOVEMBRE, alle 17.45, il film “L’oro di Venezia” di Nicola Pittarello (Italia 2022, 55’). Pochi conoscono il rapporto tra la Repubblica di Venezia e i suoi possedimenti terrieri. Nei boschi veneti, friulani e istriani, Venezia trovava il legno indispensabile per costruire le navi da guerra. Per preservare tali materiali, la Serenissima attuò una serie di buone pratiche volte a salvaguardare il territorio, dando luogo anche a un profondo cambiamento di mentalità.

Frame del film “The black Italian Renaissance / Rinascimento nascosto” di Cristian di Mattia
VENERDÌ 8 NOVEMBRE, alle 19.45, il film “The black Italian Renaissance / Rinascimento nascosto” di Cristian di Mattia (Italia 2023, 90’). Il film racconta le vite di personaggi afro-discendenti nell’Italia Rinascimentale, legati tra loro dalla diffusione delle esplorazioni geografiche del XV e XVI secolo, e che, in modi diversi, hanno segnato la Storia. I loro volti fanno capolino tra le tele di alcune delle più grandi opere d’arte di tutti i tempi. I loro nomi sono sparsi tra i libri mastri di archivi antichi. Raccontando le storie di nobili, schiavi, ambasciatori e cavalieri, il documentario svela come il concetto rinascimentale di “razza” fosse diverso da quello che conosciamo oggi.

Frame del film “Uomini e dèi. Il mare e il sacro / Men and gods. The sea and the sacred” di Massimo D’Alessandro
SABATO 9 NOVEMBRE, alle 17, il film “Uomini e dèi. Il mare e il sacro / Men and gods. The sea and the sacred” di Massimo D’Alessandro (Italia 2023, 43’). Le grotte dell’isolotto di Sant’Eufemia, di fronte alla città di Vieste, in Puglia, custodiscono un segreto millenario: più di 200 iscrizioni rupestri che raccontano storie dimenticate. Un patrimonio prezioso che dall’epoca romana all’età contemporanea offre uno sguardo affascinante sulla vita dei marinai che solcavano le pericolose acque dell’Adriatico. Dalle prime incisioni dedicate alla dea Venere Sosandra, la “salvatrice degli uomini”, alle incisioni cristiane del periodo medievale, dove i marinai rendevano omaggio alle loro divinità protettrici incidendo sulle pareti di roccia le loro dediche votive. Una grotta santuario che è un testimone silenzioso di secoli di vita. Grazie al lavoro degli archeologi delle Università di Bari e Foggia, il patrimonio iconografico dell’isola di Sant’Eufemia ritrova voce aprendo nuove porte alla comprensione del passato.

Frame del film “Anima insulae” di Lorenzo Daniele
Alle 19.05, il film “Anima Insulae” di Lorenzo Daniele (Italia 2024, 51′). Il sito di Palikè già in epoca preistorica doveva essere ritenuto un luogo sacro, per la presenza di una grande grotta naturale e dei laghetti di acqua sulfurea. A partire dall’età arcaica l’area di Rocchicella viene istituzionalizzata dai Siculi, comincia ad assumere una precisa fisionomia e a corredarsi di strutture dedicate alla celebrazione dei rituali e pasti in comune in onore dei mitici fratelli Palìci. Si tratta di un culto indigeno dal valore identitario molto forte, in grado di aggregare Siculi che vivono in villaggi spesso distanti fra loro. La sua centralità, illustrata dall’archeologo Brian Evans McConnell, professore presso la Florida Atlantic University, diventa fondamentale durante l’età classica, in occasione della rivolta sicula contro i coloni greci guidata da Ducezio, che farà del santuario di Rocchicella il simbolo dell’identità locale. Il documentario si articola attraverso interviste ad archeologi ed esperti, ma anche a persone comuni che, in forme diverse, hanno stabilito negli anni una relazione con il sito di Palikè, la cui importanza non si limita solo all’informazione storica o alla sua cultura materiale, ma anche alle percezioni di quanti riconoscono il posto come elemento della propria vita oltre che dell’identità siciliana.
#domenicalmuseo: Pompei si conferma il sito più frequentato anche nella domenica a ingresso gratuito di novembre, seguito da Colosseo e Foro-Palatino
#domenicalmuseo: per domenica 3 novembre 2024 a ingresso gratuito, l’iniziativa del ministero della Cultura che consente l’ingresso gratuito, ogni prima domenica del mese, nei musei e nei parchi archeologici statali, si confermano, nello stesso ordine di ottobre 2024, ai primi tre posti della classifica assoluta dei siti visitati Pompei (25.604 ingressi, 10mila in meno di ottobre, ma 7mila in più di settembre), seguita al secondo posto dal Colosseo (16.358) e al terzo dal Foro Romano-Palatino (14.167).

Casa degli Augustali ad Ercolano: il parco ha registrato 3806 ingressi nella domenica di novembre a ingresso gratuito (foto paerco)
Ecco i numeri relativi a parchi e musei archeologici. Area archeologica di Pompei 25.604; Colosseo – Anfiteatro Flavio 16.358; Foro Romano e Palatino 14.167; Pantheon – Basilica di Santa Maria ad Martyres 13.365; Terme di Caracalla 5.708; Museo e area archeologica di Paestum 5.536; Museo archeologico nazionale di Napoli 5.150; Villa Adriana 3.947; Parco archeologico di Ercolano 3.806; Grotte di Catullo e Museo archeologico di Sirmione 2.950; Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria 2.216; MAN Mario Torelli, parco archeologico e catacombe ebraiche di Venosa 1.845; Museo nazionale etrusco di Villa Giulia 1.704; Museo di Palazzo Grimani 1.567; Museo nazionale romano – Palazzo Massimo 1.461; Necropoli dei Monterozzi e Museo archeologico nazionale di Tarquinia 1.344; Museo Nazionale Romano – Terme di Diocleziano 1.302; Mausoleo di Cecilia Metella e Chiesa di San Nicola 1.121; Necropoli della Banditaccia e Museo nazionale archeologico Cerite a Cerveteri 1.060; Museo archeologico nazionale del Melfese “Massimo Pallottino” 1.050; Museo delle Civiltà 957; Museo Nazionale d’Abruzzo dell’Aquila 926; Musei Nazionali di Cagliari 875; Parco archeologico dell’Appia antica – Villa dei Quintili e Santa Maria Nova 7.14; Museo Archeologico Nazionale di Ravenna 560; Museo Nazionale Romano – Palazzo Altemps 558; Villa di Poppea-Oplontis 487; Parco archeologico di Cuma 457; Museo archeologico nazionale Giuseppe Andreassi e Parco archeologico di Egnazia 447; Capo di Bove 440; Le castella 440; MAN e Castello di Manfredonia 434; Parco archeologico delle Terme di Baia 414; Parco archeologico di Siponto 402; MAN di Sperlonga e Villa di Tiberio 349; MAN e teatro romano di Spoleto 336; MAN della Sibaritide 300.
Al via “Che non sia solo il 25 novembre”, il festival culturale organizzato da “Io Calabria Magazine” in collaborazione con i Parchi archeologici di Crotone e Sibari e dedicato al contrasto della violenza di genere. Appuntamento dal 9 al 23 novembre 2024 al museo Archeologico nazionale della Sibaritide. “Che l’archeologia (e la cultura in generale) possa essere un buon viatico per contrastare la violenza di genere ai parchi archeologici di Crotone e Sibari ne siamo ben consapevoli”, spiegano al museo della Sibaritide. “È per questo motivo che, a fine 2023, in collaborazione col Centro Antiviolenza Fabiana, abbiamo lanciato #nonRompeteci, una serie di azioni concrete (conferenze, laboratori tematici, un’asta di beneficenza i cui proventi sono stati utilizzati per finanziare un mensile che affronta il tema da vari punti di vista, e tanto altro) per contrastare la violenza di genere stimolando giovani e meno giovani per educarli alla cultura del rispetto, raccontare loro le donne del passato e la condizione contemporanea, attraverso un impegno civico necessario, un sistema di relazioni da costruire fin da piccoli, con una comunicazione sana che dia gli strumenti giusti a decodificare la violenza e le sue strategie. È su questa rotta che si inserisce anche “Che non sia solo il 25 novembre”, il festival culturale organizzato da Io Calabria Magazine in collaborazione con i parchi archeologici di Crotone e Sibari e dedicato al contrasto della violenza di genere che si terrà dal 9 al 23 novembre 2024 al museo Archeologico nazionale della Sibaritide”.
9 novembre 2024, alle 18, “L’inizio della storia delle discriminazioni attraverso la voce del mito”. Indagando le figure femminili nel mito greco, da Penelope a Clitemnestra, da Circe ad Arianna, fino ad arrivare a figure storiche della romanità come Poppea, proveremo a ripercorrere la storia del ruolo della donna nelle società antiche toccando “con mano”, attraverso i reperti archeologici, la vita quotidiana, le abitudini e i costumi femminili che sono stati parte di una storia dalle radici lontane, ma che resta comunque strettamente connessa alla nostra cultura. A cura di Gianluca Sapio, archeologo, giornalista, scrittore, e Paola Sammarro, giornalista e imprenditrice. Titolare del centro sanitario multidisciplinare Io Calabria e direttrice della testata giornalistica Io Calabria Magazine.
16 novembre 2024, alle 18, “La performance della mascolinità: e tu che uomo sei?”. L’inganno principale che la società patriarcale crea negli uomini? L’illusione della loro libertà. Gli uomini, al pari delle donne, sono intrappolati dentro schemi sociali e costrizioni culturali di genere talmente interiorizzati da inchiodarli, senza che neanche se ne accorgano, a comportamenti preconfezionati, rigidi, stereotipati. Come decostruire quindi il mito della mascolinità tossica? Con Lorenzo Gasparrini, filosofo femminista, formatore e autore di molti libri dedicati ai femminismi e alle nuove maschilità, pubblicati con vari editori, come Tlon, Eris, Effequ. Dialogano con Gasparrini: Filippo Demma, direttore dei parchi archeologici di Crotone e Sibari e, ad interim, direttore regionale Musei Calabria, e Giovanna Vingelli, ricercatrice di sociologia, insegna “Differenze e disuguaglianze di genere” al dipartimento di Scienze politiche e sociali, Unical.
23 novembre 2024, alle 18, presentazione del libro “Corpi invisibili” (Ediz. Becco Giallo 2024) di Antonia Caruso (autore), Michela Rossi (illustratore), Chiara Melchionna (illustratore), dialoga con l’autrice Gemma-Anaïs Principe, archivista della soprintendenza Archivistica e bibliografica della Calabria, storica e critica d’arte. Si occupa di tutela e valorizzazione culturale.
Cosa succede quando un corpo viene ignorato, nascosto o ne viene proposta una percezione diversa? Questo corpo diventa invisibile. C’è chi non deve pensare al proprio corpo, quando è in pubblico, perché conforme, adatto, “normale”; e ci sono corpi invece che vengono (e sono sempre stati) tenuti fuori dalla sfera pubblica, dai luoghi fisici, dalle narrazioni. La loro assenza non si nota, anzi, al contrario turba la loro presenza perciò “lontano dagli occhi, lontano dal cuore” e questi corpi cessano di esistere, vengono dimenticati. L’idea di questo libro è quella di rappresentare i corpi invisibilizzati dal 1930 fino ai nostri tempi. A corredo degli incontri laboratorio gratuito per bambini “Il tuo corpo è tuo” a cura della dottoressa Valeria Aloe. Psicologa clinica e del benessere. Insegnante di Yoga Kundalini e pratiche mente/corpo. Rivolto ai bambini dai 6-10 anni max 10 persone dalle ore 18 alle ore 19, il 9 e il 16 novembre (su prenotazione) insegna ai bimbi a riconoscere e rispettare le parti del proprio corpo, i confini personali e l’importanza di stabilire e rispettare i propri spazi e quelli degli altri. Tramite la lettura condivisa del libro “Il tuo corpo è tuo” di Lucía Serrano e la pratica dello yoga, il laboratorio ha l’obiettivo di fornire strumenti per riconoscere situazioni inappropriate e come reagire. Promuove l’idea che ogni bambino ha il diritto di decidere cosa è giusto per il proprio corpo e l’incoraggia a parlare con adulti di fiducia se si sentono a disagio o minacciati. Per partecipare al laboratorio è necessario iscriversi inviando una mail a
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