Vulci. Nella sala François del parco archeologico e naturalistico “Vulci. Work in progress”, II Incontro Internazionale, due giorni dedicati alla ricerca sul campo nella grande metropoli etrusca: in presenza e on line. Al museo Archeologico nazionale apre la mostra “La prima Vulci”
Il 18 e 19 maggio 2023, nella sala François del parco archeologico e naturalistico di Vulci, appuntamento con “Vulci. Work in progress”, il II Incontro Internazionale dedicato alla ricerca sul campo nella grande metropoli etrusca. L’accesso è consentito fino ad esaurimento posti. Il più ampio pubblico potrà seguire la diretta streaming sulla pagina Facebook. Negli ultimi anni la soprintendenza ha aperto, con concessioni annuali e triennali in accordo con la direzione generale Archeologia Belle arti e Paesaggio del MIC, un intenso programma di scavi e ricerche affidate a Istituti nazionali e internazionali, in modo da arricchire la conoscenza di Vulci sotto ogni aspetto, sottraendola alle urgenze legate alla tutela, come è avvenuto per molti decenni. Torna quindi, dopo il I Incontro avvenuto nel dicembre del 2021, il convegno internazionale “Vulci work in progress”, il 18 e 19 maggio 2023. Un’occasione per presentare gli atti del convegno precedente, svoltosi sempre nella suggestiva location del parco archeologico e naturalistico di Vulci. Si approfitterà per fare il punto su tutte le scoperte, rinvenute anche di recente, in questo luogo che non smette mai di stupire. Inoltre, il 18 maggio 2023, alle 12, si avrà anche l’opportunità di poter apprezzare la mostra “La Prima Vulci”, che sarà inaugurata al museo Archeologico nazionale di Vulci, grazie alla collaborazione con la direzione regionale Musei del Lazio.

L’interno della Tomba 3 recentemente scoperta nella necropoli dell’Osteria a Vulci (foto sabap-vt-etr-mer
“Vulci. Work in progress” è un momento di dialogo e di confronto sui nuovi dati acquisiti dalle ricerche svolte sul campo da vari istituti universitari, coinvolti per riflettere sulla storia, sull’evoluzione, sul passato, sul presente e sul futuro di questa terra con tutte le sue stratificazioni, i suoi usi e le sue frequentazioni. Atenei italiani e stranieri si inter‐scambieranno le reciproche esperienze, in nome del comune interesse per il patrimonio culturale vulcente. E gli attori‐soggetto di queste attività li ritroveremo nel II incontro internazionale di maggio. Saranno loro ad illustrare lo scenario venuto alla luce tra il 2022 e i primi mesi del 2023. Dopo i saluti istituzionali iniziali, alle 10, in primis del presidente della Fondazione Vulci, Gianni Bonazzi, l’introduzione spetterà ai sindaci dei comuni di Canino, Ischia di Castro e Montalto di Castro; a seguire sarà il turno delle autorità: il direttore della direzione generale Abap, Luigi La Rocca; il direttore della direzione regionale Musei Lazio, Stefano Petrocchi; del soprintendente, Margherita Eichberg. Per la soprintendenza, inoltre, interverrà in più contributi la funzionaria archeologa responsabile di zona, Simona Carosi e la funzionaria responsabile del servizio di archeologia subacquea, Barbara Barbaro.
Molti i progetti che hanno coinvolto direttamente Fondazione Vulci e la soprintendenza, in particolare quelli riguardanti le indagini nell’Area C della necropoli dell’Osteria. Inoltre saranno presenti: l’università “Gabriele D’Annunzio” di Chieti‐Pescara con contributi riguardanti il sito di Poggio delle Urne (progetto: Usi funerari preromani) della prima età del Ferro e della fase orientalizzante; si parlerà delle ricognizioni territoriali nella bassa Valle del Fiora e degli scavi nella necropoli villanoviana ed etrusca di Ponte Rotto da parte dell’università di Napoli “Federico II” (All’origine di Vulci). E poi ancora tanti altri progetti: Understanding Urban Identities, a cura del dipartimento di Studi storici dell’università di Göteborg (Svezia); Vulci 3000, della Duke University (USA); Vulci Cityscape 2022 dell’università di Friburgo e Magonza; Sustainable Vulci della University College London (Londra). Di “Vulci: vecchi scavi, nuove prospettive. Un progetto condiviso” parleranno Alessandro Conti, della Sapienza università di Roma, e Cristian Mazet, dell’istituto nazionale di Studi etruschi e italici; quest’ultimo altro ente che va ad aggiungersi a tutte le fondazioni, istituzioni e atenei coinvolti nel II convegno internazionale Vulci work in progress 2023. Ancora, molti i contributi relativi ad indagini archeometriche su materiali vulcenti, che consentiranno riflessioni e nuove prospettive anche su materiali e contesti già noti. Non meno importante, la ricognizione sulle scoperte archeologiche avvenute sul territorio, grazie all’archeologia preventiva. Un bilancio dei risultati per tracciare le linee di progetti futuri.
Tag:Barbara Barbaro, Direzione generale Archeologia Belle arti e Paesaggio (DG-ABAP), direzione regionale Musei del Lazio, Fondazione Vulci, Gianni Bonazzi, incontro internazionale "Vulci. Work in progress", Luigi La Rocca, mostra “La Prima Vulci”, museo archeologico nazionale di Vulci, soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale, Stefano Petrocchi
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Graziano Tavan, giornalista professionista, per quasi trent’anni caposervizio de Il Gazzettino di Venezia, per il quale ho curato centinaia di reportage, servizi e approfondimenti per le Pagine della Cultura su archeologia, storia e arte antica, ricerche di università e soprintendenze, mostre. Ho collaborato e/o collaboro con riviste specializzate come Archeologia Viva, Archeo, Pharaos, Veneto Archeologico. Curo l’archeoblog “archeologiavocidalpassato. News, curiosità, ricerche, luoghi, persone e personaggi” (con testi in italiano)
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