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Vulci. Nella sala François del parco archeologico e naturalistico “Vulci. Work in progress”, II Incontro Internazionale, due giorni dedicati alla ricerca sul campo nella grande metropoli etrusca: in presenza e on line. Al museo Archeologico nazionale apre la mostra “La prima Vulci”

vulci_parco_ricerca-sul-campo_incontro-internazionale_locandinaIl 18 e 19 maggio 2023, nella sala François del parco archeologico e naturalistico di Vulci, appuntamento con “Vulci. Work in progress”, il II Incontro Internazionale dedicato alla ricerca sul campo nella grande metropoli etrusca.  L’accesso è consentito fino ad esaurimento posti. Il più ampio pubblico potrà seguire la diretta streaming sulla pagina Facebook. Negli ultimi anni la soprintendenza ha aperto, con concessioni annuali e triennali in accordo con la direzione generale Archeologia Belle arti e Paesaggio del MIC, un intenso programma di scavi e ricerche affidate a Istituti nazionali e internazionali, in modo da arricchire la conoscenza di Vulci sotto ogni aspetto, sottraendola alle urgenze legate alla tutela, come è avvenuto per molti decenni. Torna quindi, dopo il I Incontro avvenuto nel dicembre del 2021, il convegno internazionale “Vulci work in progress”, il 18 e 19 maggio 2023. Un’occasione per presentare gli atti del convegno precedente, svoltosi sempre nella suggestiva location del parco archeologico e naturalistico di Vulci. Si approfitterà per fare il punto su tutte le scoperte, rinvenute anche di recente, in questo luogo che non smette mai di stupire. Inoltre, il 18 maggio 2023, alle 12, si avrà anche l’opportunità di poter apprezzare la mostra “La Prima Vulci”, che sarà inaugurata al museo Archeologico nazionale di Vulci, grazie alla collaborazione con la direzione regionale Musei del Lazio.

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L’interno della Tomba 3 recentemente scoperta nella necropoli dell’Osteria a Vulci (foto sabap-vt-etr-mer

“Vulci. Work in progress” è un momento di dialogo e di confronto sui nuovi dati acquisiti dalle ricerche svolte sul campo da vari istituti universitari, coinvolti per riflettere sulla storia, sull’evoluzione, sul passato, sul presente e sul futuro di questa terra con tutte le sue stratificazioni, i suoi usi e le sue frequentazioni. Atenei italiani e stranieri si inter‐scambieranno le reciproche esperienze, in nome del comune interesse per il patrimonio culturale vulcente. E gli attori‐soggetto di queste attività li ritroveremo nel II incontro internazionale di maggio. Saranno loro ad illustrare lo scenario venuto alla luce tra il 2022 e i primi mesi del 2023. Dopo i saluti istituzionali iniziali, alle 10, in primis del presidente della Fondazione Vulci, Gianni Bonazzi, l’introduzione spetterà ai sindaci dei comuni di Canino, Ischia di Castro e Montalto di Castro; a seguire sarà il turno delle autorità: il direttore della direzione generale Abap, Luigi La Rocca; il direttore della direzione regionale Musei Lazio, Stefano Petrocchi; del soprintendente, Margherita Eichberg. Per la soprintendenza, inoltre, interverrà in più contributi la funzionaria archeologa responsabile di zona, Simona Carosi e la funzionaria responsabile del servizio di archeologia subacquea, Barbara Barbaro.

vulci_parco_ricerca-sul-campo_incontro-internazionale_programma_locandinaMolti i progetti che hanno coinvolto direttamente Fondazione Vulci e la soprintendenza, in particolare quelli riguardanti le indagini nell’Area C della necropoli dell’Osteria. Inoltre saranno presenti: l’università “Gabriele D’Annunzio” di Chieti‐Pescara con contributi riguardanti il sito di Poggio delle Urne (progetto: Usi funerari preromani) della prima età del Ferro e della fase orientalizzante; si parlerà delle ricognizioni territoriali nella bassa Valle del Fiora e degli scavi nella necropoli villanoviana ed etrusca di Ponte Rotto da parte dell’università di Napoli “Federico II” (All’origine di Vulci). E poi ancora tanti altri progetti: Understanding Urban Identities, a cura del dipartimento di Studi storici dell’università di Göteborg (Svezia); Vulci 3000, della Duke University (USA); Vulci Cityscape 2022 dell’università di Friburgo e Magonza; Sustainable Vulci della University College London (Londra). Di “Vulci: vecchi scavi, nuove prospettive. Un progetto condiviso” parleranno Alessandro Conti, della Sapienza università di Roma, e Cristian Mazet, dell’istituto nazionale di Studi etruschi e italici; quest’ultimo altro ente che va ad aggiungersi a tutte le fondazioni, istituzioni e atenei coinvolti nel II convegno internazionale Vulci work in progress 2023. Ancora, molti i contributi relativi ad indagini archeometriche su materiali vulcenti, che consentiranno riflessioni e nuove prospettive anche su materiali e contesti già noti. Non meno importante, la ricognizione sulle scoperte archeologiche avvenute sul territorio, grazie all’archeologia preventiva. Un bilancio dei risultati per tracciare le linee di progetti futuri.

Fano. Il ministero della Cultura stanzia 45mila euro per ampliare lo scavo in centro e capire se si stratta proprio della Basilica di Vitruvio. Intanto ritrovati reperti anche di età medievale

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Edificio pubblico di età romana scoperto a Fano (PU): resti di pavimentazione con marmi preziosi (foto sabap-An-PU)

A marzo 2023 l’annuncio che in centro a Fano (PU) in un cantiere edile erano emerse tracce evidenti di un imponente edificio pubblico di epoca romana, decorato da marmi preziosi, collocato in affaccio al foro cittadino. E subito la notizia era rimbalzata da un notiziario all’altro con un’ipotesi suggestiva: si tratta della famosa Basilica di Vitruvio, uno degli edifici più famosi dell’antichità, descritto dallo stesso Vitruvio, attivo nella seconda metà del I sec a.C., nel suo trattato De Architectura? Entusiasmi smorzati subito dalla soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Ancona e Pesaro-Urbino, in primis dall’archeologa Ilaria Venanzoni che segue lo scavo: “È presto per dirlo. Servono ulteriori approfondimenti” (vedi Fano (PU). In un cantiere edile in centro scoperto un imponente edificio pubblico, di epoca romana, decorato da marmi preziosi. È la famosa Basilica di Vitruvio, cercata da almeno 500 anni? La Sabap: “È presto per dirlo. Servono ulteriori approfondimenti” | archeologiavocidalpassato). E ora questi approfondimenti saranno possibili. La direzione generale Archeologia Belle arti e Paesaggio – come comunicato dal ministero della Cultura – ha stanziato 45mila euro per l’ampliamento degli scavi archeologici in corso a Fano, in via Vitruvio. Le nuove indagini consentiranno di approfondire la natura degli ultimi reperti, emersi durante recenti lavori di edilizia privata, e fondare su basi scientifiche le diverse ipotesi, anche molto suggestive, relative alla destinazione d’uso del sito. Le attività sono coordinate dalla soprintendenza per le province di Ancona e Pesaro-Urbino. Nell’ottica della collaborazione tra Soprintendenza e Comune, e grazie al coinvolgimento dei cittadini, è prevista una condivisa strategia di comunicazione finalizzata ad aggiornare la comunità sullo stato di avanzamento dei lavori.

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Edificio pubblico di età romana scoperto a Fano (PU): resti di pavimentazione con marmi preziosi (foto sabap-an-pu)

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Scavi di via Vitruvio a Fano: frammento di ceramica non steccata, databile all’epoca longobarda, con decorazione a stampigliature (secoli VI-VIII) (foto sabap-pu)

“L’attenzione del ministro Gennaro Sangiuliano e della Direzione generale”, spiega il direttore generale Luigi La Rocca, “è sempre rivolta a favorire sia la ricerca, fonte inesauribile di conoscenza della storia dei territori, sia la consapevolezza delle comunità che vivono in quei luoghi educandole al rispetto del patrimonio culturale di cui sono proprietari. Progresso scientifico e costruzione di un futuro sostenibile vanno infatti di pari passo. Così è stato e sarà per Fano”. E la soprintendente Cecilia Carlorosi: “L’attenzione dell’Ufficio è massima e si inquadra nell’ambito dei programmi già intrapresi per la conservazione e la valorizzazione del patrimonio archeologico del territorio della città di Fano, i cui numerosi siti e contesti coprono un arco cronologico dall’età pre-protostorica al Medioevo”.

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Scavi di via Vitruvio a Fano: frammenti di colatoio in ceramica a vetrina pesante (secoli VIII- X) (foto sabap-pu)

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Scavi di via Vitruvio a Fano: fuseruole (foto sabap-pu)

In queste settimane, intanto, le ricerche non si sono fermate. “Non solo marmi”, annuncia la SABAP di PU. “Fra gli aspetti più interessanti dello scavo in via Vitruvio a Fano, ci sono le fasi di vita della città in epoca medievale. Dall’US 10 (Unità stratigrafica) provengono, infatti, un frammento di ceramica non steccata, databile all’epoca longobarda, con decorazione a stampigliature (secoli VI-VIII); un beccuccio di forma chiusa, in ceramica a vetrina pesante (secoli VII-X); due fuseruole in ceramica a vetrina pesante o sparsa (secoli VIII- XIII). Le fuseruole erano elementi applicati al fuso, per controllarne il movimento durante la filatura; due frammenti di colatoio, utilizzato per la produzione del formaggio, in ceramica a vetrina pesante (secoli VIII- X)”.

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Scavi di via Vitruvio a Fano: colonnina in marmo (foto sabap-pu)

E poi “Non solo pavimenti: fra gli aspetti più interessanti dello scavo in via Vitruvio a Fano, ci sono gli strati di abbandono dell’edificio. Fra i reperti recuperati, oltre ai frammenti ceramici di epoca medievale, ci sono anche materiali di età romana sopravvissuti in tutto o in parte all’attività di spogliazione della struttura, come un frammento di colonnina”.

Firenze. A TourismA 2023 la consegna del X premio Riccardo Francovich della SAMI al Mercato delle Gaite di Bevagna (Pg)

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TourismA 2023: consegna del X premio Riccardo Francovich. Da sinistra, Piero Pruneti, Giuseppe Proietti, Annarita Falsacappa, Franco Franceschi, Paul Arthur (di spalle), e Angela Borzacconi (foto graziano tavan)

 

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Annarita Falsacappa, sindaco di Bevagna (Pg) (foto graziano tavan)

La soddisfazione la si leggeva sugli occhi di tutti i rappresentanti del Mercato delle Gaite di Bevagna sul palco dell’auditorium del Palazzo dei Congressi di  Firenze per TourismA 2023 dove si è tenuta cerimonia di consegna della X edizione del premio Riccardo Francovich. Perché loro, come ha ricordato Annarita Falsacappa, sindaco del Comune di Bevagna, in provincia di Perugia, “ne hanno fatto do strada. Erano partiti dalla sagra della porchetta e sono arrivati a realizzare il Mercato delle Gaite con il suo Circuito dei Mestieri Medievali che negli anni, grazie a consulenze scientifiche e alla grande passione delle decine e decine di volontari che vi concorrono, sono riusciti a migliorare di anno in anno fino a essere premiati dalla SAMI (Società degli Archeologi Medievisti Italiani) che nel 2013 ha istituito il riconoscimento per ricordare l’operato del professor Riccardo Francovich, con l’intenzione di premiare il museo o parco archeologico italiano che “rappresenti la migliore sintesi fra rigore dei contenuti scientifici ed efficacia nella comunicazione degli stessi verso il pubblico dei non specialisti“.

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TourismA 2023, X premio Francovich. Da sinistra, Piero Pruneti, due rappresentanti delle Gaite, Giuseppe Proietti, Annarita Falsacappa, Franco Franceschi, Luigi La Rocca, Angela Barzacconi, Marco Valenti, Gabriella Picinni, altri due rappresentanti delle Gaite. Davanti c’è Paul Arthur (foto grazianio tavan)

Quest’anno, per la X edizione, la Commissione Giudicatrice, presieduta da Paul Arthur (presidente SAMI, professore di Archeologia medievale, università del Salento), e composta da Angela Borzacconi (direttore museo Archeologico nazionale, Cividale), Giovanni Floris (giornalista e conduttore televisivo), Luigi La Rocca (direttore generale Archeologia Belle arti e paesaggio, MIC), Gabriella Picinni (professore di Storia medievale, università di Siena), Piero Pruneti (direttore di Archeologia Viva), Marco Valenti (professore di Archeologia medievale, università di Siena),  aveva selezionato sei musei-siti: Bevagna: Il mercato e il circuito dei mestieri di Bevagna (Pg); Brescia: museo di Santa Giulia a Brescia (Bs); Fasano: parco rupestre Lama d’Antico nel territorio di Fasano (Br); Firenze: museo dell’Opera del Duomo (Fi); Milano: chiesa inferiore di San Sepolcro (Mi); Positano: museo Archeologico romano Santa Maria Assunta (Sa).

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Il gruppo di Bevagna (Proietti, Falsacappa, Franceschi) con la giuria (La Rocca, Barzacconi e Arthur) (foto graziano tavan)

A ricevere il premio dalle mani del presidente Paul Arthur insieme al sindaco di Bevagna Annarita Falsacappa anche il prof. Franco Franceschi dell’università di Siena, referente scientifico del Mercato delle Gaite, e Giuseppe Proietti, podestà del Mercato delle Gaite. È stato proprio quest’ultimo a leggere la motivazione iscritta sulla targa del premio Francovich.

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Il podestà Giuseppe Proietti con la targa del X premio Francovich (foto graziano tavan)

È stato proprio Proietti a leggere la motivazione iscritta sulla targa del X premio Francovich ricevuta dalle mani del presidente di Sami, Paul Arthur: “La Società degli Archeologi Medievisti Italiani (SAMI) fondata nel 1994, premio Riccardo Francovich per il miglior museo e parco archeologico italiano a tematica medievale, X edizione, anno 2022. Premio del pubblico conferito al Mercato delle Gaite di Bevagna per la fedele ricostruzione storica e la rievocazione materiale di un mercato tardo medievale e dei suoi mestieri, con l’ambiente, la sua gente, le sue bancarelle e le sue merci, i suoi artisti e i suoi artigiani, il suo trambusto, attraverso le quattro gaite di Bevagna, le scritture della storia e i manufatti dell’archeologia prendono vita, comunicando con grande efficacia il passato al presente. Firenze 25 marzo 2023”. La proiezione di un promo sul Mercato delle Gaite di Bevagna ha chiuso la breve cerimonia.

14 marzo: giornata nazionale del Paesaggio. Al ministero assegnazione del premio biennale in diretta streaming. In giro per l’Italia molte iniziative: eccone alcune

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Martedì 14 marzo 2023 è la Giornata Nazionale del Paesaggio, istituita nel 2016 con l’obiettivo “di promuovere la cultura del paesaggio in tutte le sue forme e sensibilizzare i cittadini sui temi ad essa legati”. Alle 10, a Roma, nella sala Spadolini del ministero della Cultura, sarà assegnato il Premio nazionale del Paesaggio, manifestazione giunta alla IV edizione che attribuisce, a cadenza biennale, un riconoscimento a un progetto che si è distinto per la capacità di valorizzare il paesaggio attraverso azioni di salvaguardia, gestione o pianificazione, in linea con i 4 criteri indicati dall’Ue (esemplarità, sviluppo territoriale sostenibile, partecipazione, sensibilizzazione). Il vincitore concorrerà, in rappresentanza dell’Italia, alla VIII edizione del Premio del Paesaggio del Consiglio d’Europa. Dopo i saluti istituzionali del direttore generale ABAP Luigi La Rocca, saranno illustrati i progetti in gara. A seguire saranno consegnati gli encomi e le menzioni da parte dei componenti della Commissione. Alle 14, il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, consegnerà al vincitore il Premio Nazionale del Paesaggio: Clicca qui per seguire la diretta streaming sul canale YouTube del MiC.

cerveter-tarquinia_parco_giornata-del-paesaggio_locandinaCERVETERI / TARQUINIA. In occasione della “Giornata Nazionale del Paesaggio”, il parco archeologico di Cerveteri e Tarquinia organizza delle esclusive visite guidate gratuite. A Cerveteri nella necropoli della Banditaccia: alle 10 e alle 15, “Passeggiata tra la cura del verde e la tutela archeologica”, durata 1 h-1,30 ca. La visita permetterà di scoprire le aree in cui sono stati fatti interventi migliorativi e quelli in cui si prevede la manutenzione ordinaria e straordinaria, il difficile equilibrio della gestione del verde e la conservazione del patrimonio archeologico alla scoperta di scorci e paesaggi suggestivi della necropoli. A Tarquinia nella necropoli dei Monterozzi: alle 10 e 15, “Paesaggi dipinti: la necropoli dei Monterozzi”, durata 1 h-1,30 ca. Visita guidata alla scoperta delle famose tombe dipinte della necropoli.

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Visite guidate alla Domus Aurea per la Giornata nazionale del Paesaggio (foto PArCo)

ROMA / PARCO ARCHEOLOGICO DEL COLOSSEO. Martedì 14 marzo 2023, in occasione della Giornata Nazionale del Paesaggio 2023, il parco archeologico del Colosseo propone due visite in Domus Aurea. Guidati dall’architetto paesaggista Gabriella Strano sarà possibile visitare la Domus Aurea e conoscerne i progetti di restauro e di recupero del verde, oltre alle principali scoperte sul paesaggio antico. Il numero massimo di partecipanti per ciascuna visita gratuita è di 23 persone. Alle 14: PRENOTA QUI https://www.eventbrite.com/e/583091611707; alle 16: PRENOTA QUI https://www.eventbrite.com/e/583091350927

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La magia del sito archeologico di Ercolano dominato dal Vesuvio (foto Paerco)

ERCOLANO. Visita integrata al parco archeologico di Ercolano e alla mostra “Materia” alla Reggia di Portici. Il parco archeologico di Ercolano partecipa alle Giornata nazionale del Paesaggio ricordando l’opportunità di scoperta di un territorio dalla storia ricchissima e affascinante: unire le emozioni della visita del Parco e quelle della mostra Materia, sui legni dell’antica Herculaneum, allestita alla Reggia di Portici è possibile grazie al biglietto integrato disponibile presso le biglietterie del Parco e della Reggia e online all’indirizzo https://shop.visitaremateriainreggia.it/it/biglietti.

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Il vivaio della Flora pompeiana nella di Pansa a Pompei (foto parco archeologico di pompei)

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Il vivaio della Flora pompeiana nella di Pansa a Pompei (foto parco archeologico di pompei)

POMPEI. Il 14 marzo 2023 in occasione della “Giornata nazionale del paesaggio” al Vivaio della Flora Pompeiana nella casa di Pansa a Pompei – antico giardino riattivato e rigenerato nel pieno rispetto dei riferimenti storico e archeologici nonché laboratorio di studio agricolo ai fini della produzione di colture “antiche” da ricollocare nei giardini delle domus – sarà possibile conoscere le piante e le tecniche di coltura del passato a confronto con quelle del presente. Ai visitatori sarà riservata una giornata di didattica sull’orticoltura antica che è tra le basi dell’agricoltura biologica e sostenibile dei nostri giorni. L’esperto dei giardini del Parco, Maurizio Bartolini, illustrerà attraverso gli esempi di piante coltivate nel vivaio quali erano le tipologie che si potevano piantare in antico e ancora oggi. Ad affiancarlo dalle 10 alle 12 saranno presenti anche “I ragazzi di Plinio”, impegnati nel corso dell’anno nella raccolta dei frutti e dei prodotti dell’orto del sito di Pompei, la cui attività si inserisce nell’ambito dei progetti di agricoltura sociale, avviati già da tempo dal Parco in collaborazione con la Cooperativa sociale Il Tulipano che vede protagonisti i ragazzi e giovani con autismo e\o disabilità cognitive del centro Medico Riabilitativo di Pompei, coinvolti in percorsi formativi di riabilitazione e inserimento al lavoro attraverso l’agricoltura. La gestione, manutenzione e valorizzazione del verde e del paesaggio delle aree archeologiche è tra le attività su cui il Parco archeologico di Pompei sta particolarmente investendo. Dalla  gestione dei vigneti, che passeranno da una superficie di 1,7 ettari a circa 5 ettari, a tutto il ciclo produttivo del vino biologico, attraverso il coinvolgimento di partner internazionali, anche privati; alla coltivazione degli ulivi (con raddoppio dal 2023 delle attuali 120 piante di Pompei e Stabia) per la produzione dell’olio EVO in collaborazione con Unaprol e Aprol Campania; al programma di imboschimento con la sponsorizzazione di Arbolia (circa 7000 nuove piante in due anni dal Bosco antico di Piazza Anfiteatro, già realizzato, al bosco produttivo di Villa di Cicerone ora in cantiere), fino all’attività sperimentale dell’eco pascolo per la manutenzione dei prati sui pianori non scavati del sto di Pompei.

taranto_archeologico_giornata-del-paesaggio_locandinaTARANTO / MARTA. Il museo Archeologico nazionale di Taranto si prepara a stupire i suoi visitatori con il suo programma di attività per la Giornata del Paesaggio. Il 14 marzo 2023, il MArTA aprirà le sue porte per far conoscere a grandi e piccini il paesaggio tipico della città di Taranto: quello caratterizzato dai suoi due mari. Dalle 17 alle 19 i bambini di età compresa tra i 5 e gli 11 anni potranno partecipare al laboratorio didattico “Gli abitanti del Mare”. Una visita guidata a misura di bambini e anche un laboratorio di riciclo creativo attraverso cui realizzare sagome della fauna che contraddistingue il paesaggio marino e le sue profondità: https://bit.ly/gli-abitanti-del-mare . Dalle 17.30 alle 19.30, in contemporanea, gli adulti potranno partecipare alla visita guida tematica dal titolo “La città tra i due mari: alla scoperta del paesaggio dell’antica Taranto”: un’esperienza coinvolgente che li porterà alla scoperta dei reperti del Museo, raccontando il legame ancestrale tra la città, i suoi abitanti e il mare: https://bit.ly/la-citta-dei-2-mari. Dagli antichi attrezzi da pesca, ai piatti di pesce che descrivono la biologia marina del Mediterraneo, passando per le sirene, le raffigurazioni di delfini e i marmi di epoca tardo-repubblicana in un percorso tematico destinato a raccontare il paesaggio e le civiltà che hanno fatto la storia di questa terra.

taranto_patrimonio-subacqueo_giornata-del-paesaggio_locandinaTARANTO / PATRIMONIO SUBACQUEO. In occasione della Giornata nazionale del Paesaggio martedì 14 marzo 2023, la soprintendenza nazionale per il Patrimonio culturale subacqueo organizza una conferenza sul tema “Paesaggio U-Mano. La mano dell’uomo: conoscenza e progetto del paesaggio”, alle 15.30, nella sede dell’ex-convento di Sant’Antonio in via Viola 12 a Taranto. Intervengono: Cosma Chirico, già archivista di Stato, su “Il paesaggio e le sue rappresentazioni nella cartografia storica”; Nicola Martinelli, del Politecnico di Bari, su “Fari e paesaggi costieri italiani”; Vito Crisanti, dottore forestale, su “Interventi di ricostruzione paesaggistica e naturalistica a scala territoriale in provincia di Taranto”; Serena Piroddu, architetto paesaggista, su “L’ultimo paesaggio a sud-est di Taranto fra trasformazioni e valorizzazioni”. Intervento conclusivo: Barbara Davidde, soprintendente Patrimonio subacqueo, su “La progettazione dello spazio marittimo e il patrimonio culturale”.

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Ripresa aerea dell’area archeologica e dell’anfiteatro di Rudiae (Lecce) (foto mic)

LECCE. Per la Giornata nazionale del Paesaggio, il 14 marzo 2023 visita guidata “Rudiae e il paesaggio della Valle della Cupa” al parco archeologico di Rudiae (Lecce), fruibile grazie a un accordo di promozione e valorizzazione stipulato tra la soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Brindisi e Lecce e la società Archeologia Ricerca e Valorizzazione Srl (A.R.Va) – spin off dell’università del Salento, in collaborazione con il Comune di Lecce. Rudiae, inserita nel suggestivo paesaggio della Valle della Cupa, rappresenta uno dei siti archeologici più importanti dell’intera penisola salentina ed è nota soprattutto per aver dato i natali a Quinto Ennio (239-169 a.C.), il padre della letteratura latina. Nell’area archeologica sono state riportate alla luce aree di necropoli, tombe ipogee scavate nella roccia, porzioni delle fortificazioni messapiche, oltre a tratti di strade basolate, luoghi di culto ed edifici pubblici di età romana. Al centro dell’insediamento si conserva l’anfiteatro, costruito durante il regno dell’imperatore Traiano (98-117 d.C.).

sibari_giornata-del-paesaggio_locandinaSIBARI. Martedì 14 marzo 2023 al museo nazionale Archeologico della Sibaritide si celebra la Giornata nazionale del Paesaggio con due appuntamenti. Alle 10.30, tornerà a trovarci l’ArcheoCamper che ci proporrà il percorso a tema “Kore e le stagioni”, pensato dalla cooperativa sociale CSC per le scolaresche, gli ospiti dei progetti CAS/SAI, oltre che per quanti vorranno partecipare. La visita delle collezioni sarà arricchita dai racconti dei miti antichi e da attività di laboratorio. Nel pomeriggio alle 17.30 vi aspettiamo numerosi a “Il paesaggio nel Museo”, visita tematica curata dall’archeologa Donatella Novellis, responsabile dei Servizi educativi del Parco. Scopriremo come il Museo racconta il paesaggio antico e contemporaneo attraverso i reperti dei siti archeologici della Sibaritide, l’archeobotanica ed i resti vegetali antichi da poco esposti nelle sale, la lettura che l’artista Anna Corcione fornisce del paesaggio della Sibaritide nella mostra “Naturalia et Mirabilia”. Per ArcheoCamper: progetticalabria@cooperativacsc.it, 3280664676. La visita tematica “Il paesaggio nel Museo” non necessita di prenotazione. Le attività sono gratuite, comprese nel costo del biglietto d’ingresso.

vibo-valentia_giornata.del-paesaggio_locandinaVIBO VALENTIA. Martedì 14 marzo 2023 per contribuire alla promozione di questo evento la soprintendenza ABAP per la Città Metropolitana di Reggio Calabria e la provincia di Vibo Valentia partecipa ad una serie di eventi e manifestazioni. L’ iniziativa “Il paesaggio come strumento e oggetto di cura” propone un percorso attraverso il “Parco Diffuso della Conoscenza e del Benessere” di Reggio Calabria, tra i progetti premiati nell’edizione del 2021 del “Premio Nazionale del paesaggio”. Il percorso inizia alle 10 al “Polo sanitario di prossimità di Arghillà” per poi continuare dalle 12.30 alle 14.30 al “Centro di Medicina Solidale di Pellaro” con collegamenti con lo “Studio Medico nell’Università Mediterranea” e un momento convivale con prodotti Km 0. Dalle 15 alle 18 si prosegue nel paesaggio del “Feudo San Filippo di Pellaro” dove si svolgeranno performance artistiche, passeggiate tematiche e conversazioni en plein aire, programmate e improvvisate, con i componenti della Comunità ACE. Nella tarda mattinata verrà illustrato il restauro del dipinto su tela raffigurante la Visitazione, non ancora attribuito, ma risalente probabilmente al XVIII sec. e ritrovato dopo molti decenni dalla sua scomparsa all’interno della chiesa dei SS. Pietro e Paolo dell’antico borgo di Pentedattilo, frazione di Melito Porto Salvo (RC). Il paese sorge alle pendici del Monte Calvario, una parete rocciosa che, come racconta il nome greco, ricorda un’enorme mano aperta. Immerso nell’area grecanica, in passato fu un importante punto di accesso per l’Aspromonte, mentre oggi è un paese fantasma, tra i più affascinanti della costa calabrese, colpito da terremoti e alluvioni. Gli abitanti costretti ad abbandonarlo e a trasferirsi a valle per ragioni di sicurezza non hanno però mai interrotto il legame con questo luogo. Ѐ proprio l’interesse della comunità ha portato al recupero dell’opera, il cui restauro è avvenuto in situ nella forma del “cantiere aperto”, come tentativo di rimettere in circolo l’esperienza del bello facendo dialogare immagini e luoghi, risignificando gli spazi e ricucendo i tempi. Il dipinto ritrovato all’interno di un paese abbandonato proprio nella giornata nazionale del paesaggio ci interroga sul sensibile problema della tutela e su come salvaguardare quella caratteristica che rende unico al mondo il nostro patrimonio storico e artistico: il valore artistico dei beni culturali in un insieme indissolubile con il loro contesto ambientale. Nel pomeriggio è programmata la conferenza “Paesaggi in Pinacoteca. Percorso tra le opere esposte” che sarà tenuta da Daniela Vinci, funzionario storico dell’arte della Sabap RC -VV, nell’ambito dell’iniziativa “Arte in Città”. L’incontro avrà luogo nella pinacoteca civica di Reggio Calabria alle 16.30 e sarà l’occasione per riflettere sul concetto di paesaggio e per sviluppare un percorso tematico tra le opere pittoriche in cui il paesaggio si sviluppa in varie forme. Infine, dalle 17.30, si terrà a Gallico, nella sede dell’Associazione Tre Quartieri, l’incontro dal tema “Tutela e valorizzazione del patrimonio storico-culturale di Gallico”. Nel corso dell’evento, promosso dall’assessorato alla Cultura della Città di Reggio Calabria, si affronterà il tema della tutela e valorizzazione dei numerosi beni culturali che caratterizzano il paesaggio di Gallico.

reggio-calabria_archeologico_giornata-del-paesaggio_23_locandinaREGGIO CALABRIA. Il museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria per la Giornata nazionale del Paesaggio, nell’ambito del ciclo di incontri “Officina al MArRC” promosso dall’associazione “Pietre di Scarto”, propone, alle 17, nella sala Conferenza, “Il paesaggio. Vie di terra, vie di mare: la lunga strada per la formazione di una comunità”. Con un testo letterario, un’opera artistica, musicale, video o fotografica, ci si confronta sulle suggestioni che tali opere suscitano in ciascuno. La partecipazione all’evento è gratuita, fino a disponibilità dei posti. Interverranno gli studenti del corso per adulti dell’Istituto professionale Boccioni-Fermi di Reggio Calabria, indirizzo Servizi per l’agricoltura e lo sviluppo rurale. “Il paesaggio rappresenta la nostra identità poiché deriva dall’azione di fattori naturali e umani, esprimendo un intreccio tra cultura, storia e natura”, commenta la presidente dell’associazione, Rosa Puntillo. “L’obiettivo dell’Officina sarà quello di contribuire a promuovere la cultura del paesaggio in tutte le sue forme, per imparare a riconoscere, salvaguardare e, laddove necessario, recuperare i valori culturali che esso esprime. Volgeremo il nostro sguardo innanzitutto ai paesaggi dell’antichità attraverso alcuni preziosi reperti archeologici custoditi al MArRC, che saranno lo spunto da cui cominciare la riflessione. Parlare poi del nostro paesaggio ci aiuterà a conoscere meglio non solo le varie comunità, ma anche noi stessi”.

cagliari_archeologico_giornata-del-paesaggio_locandinaCAGLIARI. Nell’ambito della Giornata nazionale del Paesaggio la soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio della città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e sud Sardegna, organizza in collaborazione con il Comando Marittimo Autonomo Ovest una giornata di riflessione pubblica e confronto sulle tematiche connesse al rapporto tra la città ed il mare con particolare riferimento ai paesaggi che questo rapporto costruisce anche in una prospettiva di profondità temporale storica e futura. L’obiettivo di contribuire a “promuovere la cultura del paesaggio in tutte le sue forme e a sensibilizzare i cittadini sui temi ad essa legati, attraverso specifiche attività da compiersi sull’intero territorio nazionale mediante il concorso e la collaborazione delle Amministrazioni e delle Istituzioni, pubbliche e private”. L’intenzione è quella di dare voce e accogliere, in una costruttiva riflessione, i punti di vista dei soggetti che a diverso titolo, per le proprie prerogative e competenze, entrano in relazione con i temi connessi al territorio costiero e al mare. Nella sala Cinema del Comando Marittimo Autonomo Ovest, a Cagliari, alle 9, introduce ai lavori la soprintendente APAB-Ca Monica Stochino; dopo i saluti delle autorità, alle 10.30 la prima sezione “Programmi e strategie per un rapporto in costante evoluzione”; 11.30, “Progetti e strumenti di tutela dei paesaggi”. Nel pomeriggio, dalle 15, è prevista una visita guidata alla Base di Luna Rossa Prada Pirelli team. Sempre nella sede dell’Ammiragliato, sarà allestita una piccola mostra dei materiali recuperati nel corso di operazioni di archeologia subacquea e saranno messi in mostra i lavori dei laboratori didattici che hanno già visto il coinvolgimento di alcune classi della scuola dell’infanzia e primaria.

Firenze. A Tourisma 2023 la consegna del premio “R. Francovich”: ultimi giorni per votare on-line uno dei sei siti indicati dalla commissione giudicatrice della SAMI

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Riccardo Francovich, l’iniziatore dell’archeologia medievale in Italia: a lui è dedicato il premio Sami

Ultimi giorni per votare il Parco o Museo a cui verrà assegnato il Premio “R. Francovich”, il prestigioso riconoscimento istituito dalla SAMI – Società degli Archeologi Medievisti Italiani, presieduta dal prof. Paul Arthur. Le votazioni sono aperte sia ai soci della SAMI che al pubblico in generale fino al 25 febbraio 2023. Clicca e vota http://archeologiamedievale.unisi.it/…/x-edizione…. La consegna del premio è in programma a “tourismA”, sabato 25 marzo 2023, alle 12, nel grande auditorium del Palacongressi di Firenze. Con la partecipazione di Archeologia Viva. Sono sei i musei-siti individuati dalla commissione per la X edizione Premio Parco e Museo “Riccardo Francovich”. La Commissione Giudicatrice, presieduta da Paul Arthur (presidente SAMI, professore di Archeologia medievale, università del Salento), è composta da: Angela Borzacconi (direttore museo Archeologico nazionale, Cividale), Giovanni Floris (giornalista e conduttore televisivo), Luigi La Rocca (direttore generale Archeologia Belle arti e Paesaggio, MIC), Gabriella Picinni (professore di Storia medievale, università di Siena), Piero Pruneti (direttore di Archeologia Viva), Marco Valenti (professore di Archeologia medievale, università di Siena), ha selezionato i seguenti sei musei-siti: Bevagna: Il mercato e il circuito dei mestieri di Bevagna (PG); Brescia: Museo di Santa Giulia a Brescia (BS); Fasano: Parco Rupestre Lama d’Antico nel territorio di Fasano (BR); Firenze: Museo dell’Opera del Duomo (FI); Milano: Chiesa inferiore di San Sepolcro (MI); Positano: Museo Archeologico Romano Santa Maria Assunta (SA).

San Casciano dei Bagni (Si). Dai fanghi della sorgente termale del Bagno Grande del santuario etrusco-romano emergono oltre 20 statue in bronzo, molti ex-voto, cinquemila monete in oro argento e bronzo di oltre duemila anni fa. L’archeologo Tabolli: si riscrive la storia della statuaria antica e della romanizzazione del territorio. È la scoperta più importante dai Bronzi di Riace del 1972

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Una statua in bronzo riemersa dallo scavo del Bagno Grande del santuario etrusco-romano a San Casciano dei Bagni (Si) (foto mic)

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Veduta del cantiere di scavo archeologico nel Bagno Grande del santuario etrusco-romano a San Casciano dei Bagni (Si) (foto mic)

Sono rimaste immerse, e in qualche modo protette, nei fanghi delle calde acque termali del santuario etrusco-romano di San Casciano dei Bagni per più di duemila anni. E gli archeologi si sono subito resi conto dell’eccezionalità della scoperta nella campagna di scavo al santuario etrusco-romano connesso all’antica vasca sacra della sorgente termo-minerale del Bagno Grande di San Casciano dei Bagni, in provincia di Siena: oltre 20 statue di bronzo in perfetto stato di conservazione, ex voto e altri oggetti, ma anche cinquemila monete in oro, argento e bronzo. Iniziato nel 2019, lo scavo promosso dal ministero della Cultura e dal comune toscano con il coordinamento del prof. Jacopo Tabolli dell’università per Stranieri di Siena ha condotto a questi nuovi straordinari ritrovamenti nelle prime settimane di ottobre. A San Casciano, grazie ai recenti finanziamenti del MiC, nascerà un nuovo museo per ospitare i reperti.

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Statue in bronzo etrusco-romane emergono dai fanghi termali del Bagno Grande del santuario etrusco-romano a San Casciano dei Bagni (Si) (foto mic)


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Le statue in bronzo etrusco-romane scoperte a San Casciano dei Bagni (Si) sui tavoli del laboratorio dell’Istituto centrale di Restauro a Grosseto (foto mic)


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Una testa in bronzo dal Bagno Grande del santuario etrusco-romano a San Casciano dei Bagni (Si) con l’iscrizione etrusca ancora ben leggibile (foto mic)

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Una statua in bronzo riemersa dallo scavo del Bagno Grande del santuario etrusco-romano a San Casciano dei Bagni (Si) (foto mic)

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Una statua in bronzo etrusco-romana scoperta a San Casciano dei Bagni (Si) nel laboratorio dell’Istituto centrale di Restauro a Grosseto (foto mic)


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Una statua in bronzo etrusco-romana scoperta a San Casciano dei Bagni (Si) nel laboratorio dell’Istituto centrale di Restauro a Grosseto (foto mic)

“Una scoperta che riscriverà la storia e sulla quale sono già al lavoro oltre 60 esperti di tutto il mondo”, dichiara l’etruscologo responsabile dello scavo, prof. Jacopo Tabolli. È così infatti che, 50 anni dopo la scoperta nel 1972 dei celebri “bronzi di Riace”, si riscrive a San Casciano dei Bagni la storia dell’antica statuaria in bronzo di età etrusca e romana. Quello del sito toscano è il più grande deposito di statue in bronzo di età etrusca e romana mai scoperto nell’Italia antica e uno dei più significativi di tutto il Mediterraneo: senza eguali soprattutto perché, finora, di questa epoca si conoscevano prevalentemente statue in terracotta. “Un ritrovamento eccezionale, che conferma una volta di più che l’Italia è un paese di tesori immensi e unici. La stratificazione di diverse civiltà è un unicum della cultura italiana”, dichiara il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, che lunedì 7 novembre 2022, in occasione di una delle sue prime visite fuori Roma, è stato a Grosseto al laboratorio dell’Istituto Centrale del Restauro, dove sono in corso le attività di studio e i primi interventi sui bronzi. “Mi sono voluto personalmente complimentare con gli archeologi e il team di ricerca”, ha concluso il ministro. “Lo studio e la valorizzazione di questo tesoro sarà un’ulteriore occasione per la crescita spirituale della nostra cultura e per il rilancio di territori meno noti al turismo internazionale, ma anche come volano per l’industria culturale della Nazione”. “È la scoperta più importante dai Bronzi di Riace e certamente uno dei ritrovamenti di bronzi più significativi mai avvenuti nella storia del Mediterraneo antico”, commenta il direttore generale Musei italiani, Massimo Osanna, che ha appena approvato l’acquisto del palazzo cinquecentesco destinato a ospitare nel borgo di San Casciano le meraviglie restituite dal Bagno Grande, un museo al quale si aggiungerà in futuro un vero e proprio parco archeologico. “L’importanza del metodo usato in questo scavo è rappresentata anche dalla collaborazione tra specialisti di ogni disciplina: dagli architetti ai geologi, dagli archeobotanici agli esperti di epigrafia e numismatica”, spiega il soprintendente generale Archeologia Belle Arti e Paesaggio del MiC, Luigi La Rocca. “Questa scoperta offre a San Casciano un’opportunità che non è solo culturale e turistica, ma è una vera e propria occasione di rinascita”, dichiara il sindaco del Comune toscano, Agnese Carletti. “A San Casciano nasceranno un nuovo museo, che ospiterà le eccezionali statue, e un parco archeologico. Due nuovi luoghi che saranno per il territorio un vero e proprio motore di sviluppo che andrà ad aggiungersi alla già entusiasmante presenza dei giovani archeologi provenienti da tutto il mondo che, grazie a questo scavo, stanno ripopolando il paese ormai per molti mesi all’anno”.

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Statue in bronzo etrusco-romane emergono dai fanghi termali del Bagno Grande del santuario etrusco-romano a San Casciano dei Bagni (Si) (foto mic)

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Le statue in bronzo scoperte nel Bagno Grande del santuario etrusco-romano a San Casciano dei Bagni (Si) conservano ancora le iscrizioni (foto mic)


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Una statua in bronzo etrusco-romana scoperta a San Casciano dei Bagni (Si) nel laboratorio dell’Istituto centrale di Restauro a Grosseto (foto mic)

I bronzi di San Casciano raffigurano le divinità venerate nel luogo sacro, assieme agli organi e alle parti anatomiche per le quali si chiedeva l’intervento curativo della divinità attraverso le acque termali. Dal fango caldo sono riemerse in queste settimane effigi di Igea e di Apollo, oltre a un bronzo che richiama il celebre Arringatore, scoperto a Perugia e nelle collezioni storiche del museo Archeologico nazionale di Firenze. L’eccezionale stato di conservazione delle statue all’interno dell’acqua calda della sorgente ha permesso anche di preservare meravigliose iscrizioni in etrusco e latino che furono incise prima della loro realizzazione. Nelle iscrizioni si leggono nomi di potenti famiglie etrusche del territorio dell’Etruria interna, dai Velimna di Perugia ai Marcni noti nell’agro senese. Accanto a onomastica e forme dedicatorie in etrusco troviamo iscrizioni in latino, che menzionano anche le aquae calidae, le fonti calde del Bagno Grande, dove le statue furono collocate.

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Una statua in bronzo riemersa dallo scavo del Bagno Grande del santuario etrusco-romano a San Casciano dei Bagni (Si) (foto mic)

La gran parte di questi capolavori dell’antichità si data tra il II secolo a.C. e il I secolo d.C., un periodo storico di importanti trasformazioni nella Toscana antica, nel passaggio tra Etruschi e Romani. In quest’epoca di grandi conflitti tra Roma e le città etrusche, ma anche di lotte all’interno del tessuto sociale dell’Urbe, nel santuario del Bagno Grande le nobili famiglie etrusche, in una fase in cui l’espansione di Roma significa anche osmosi culturale, dedicarono le statue all’acqua sacra. Un contesto multiculturale e plurilinguistico assolutamente unico, di pace, circondato da instabilità politica e guerra.

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Il cantiere di scavo archeologico nel Bagno Grande del santuario etrusco-romano a San Casciano dei Bagni (Si) (foto mic)


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Una statua in bronzo etrusco-romana scoperta a San Casciano dei Bagni (Si) nel laboratorio dell’Istituto centrale di Restauro a Grosseto (foto mic)

“Il santuario con le sue statue appare come un laboratorio di ricerca sulla diversità culturale nell’antichità, testimonianza unica della mobilità etrusca e romana”, spiega il prof. Jacopo Tabolli, etruscologo dell’università per Stranieri di Siena e direttore del progetto scientifico. “Rispetto alle note scoperte di antiche statue in leghe di bronzo – pensiamo per esempio al celebre Arringatore scoperto a Perugia ed esposto al museo Archeologico nazionale di Firenze – quanto riemerso dal fango a San Casciano dei Bagni è un’occasione unica di riscrivere la storia dell’arte antica e con essa la storia del passaggio tra Etruschi e Romani in Toscana”. “Le scoperte di Bagno Grande costituiscono un’eccellenza straordinaria nel pur ricchissimo patrimonio archeologico sul quale la Soprintendenza è chiamata a esercitare le funzioni di tutela, confermando ancora una volta che il settore dell’archeologia può sorprenderci in ogni momento con nuove e straordinarie scoperte e possibilità di ricerca”, dichiara il soprintendente Archeologia Belle arti e Paesaggio per le province di Siena Grosseto e Arezzo, Gabriele Nannetti.

Verona. “L’ARENA E GLI ALTRI. Teatri e anfiteatri romani tra ricerca, tutela e valorizzazione”: giornata di studi – in presenza e on line – sugli edifici di spettacolo degli antichi romani, dall’Arena al Colosseo, da Pola a Brescia, da Libarna a Luni

verona_gran-guardia_l-arena-e-gli-altri_convegno_locandinaUna giornata di studi sugli edifici di spettacolo degli antichi romani. Appuntamento giovedì 27 ottobre 2022, dalle 9 alle 17.30, al Palazzo della Gran Guardia in piazza Bra a Verona, con “L’ARENA E GLI ALTRI. Teatri e anfiteatri romani tra ricerca tutela e valorizzazione”. L’evento, promosso da Comune di Verona e soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio di Verona, è aperto alla partecipazione in presenza senza prenotazione o si può seguire in streaming sul canale YouTube de I MUV – I Musei di Verona https://youtube.com/channel/UCYpt_CWPo09yEH1Y5KlqnPQ. Alle 9, registrazione partecipanti; 9.30, saluti istituzionali: Damiano Tommasi, sindaco di Verona; Cecilia Gasdia, sovrintendente Arena di Verona; Alessandro Mazzucco, presidente Fondazione Cariverona; Davide Croff, presidente Cattolica Assicurazioni; Vincenzo Tiné, soprintendente ABAP VR-RO-VI. Dalle 10, primo blocco delle relazioni, modera Patrizia Basso (UniVR): “Verona, Arena” (Vincenzo Tiné, Giovanna Battista, Brunella Bruno, Marco Cofani – SABAP VR-RO-VI); “Roma, Colosseo” (Alfonsina Russo, Barbara Nazzaro, Angelica Pujia, Federica Rinaldi – Parco Archeologico del Colosseo); “Pola, Anfiteatro” (D. Komso, G. Gobic-Bravar, N. Nefat, A. Sardoz – Museo Nazionale dell’Istria); 11, pausa caffè; 11.50, secondo blocco delle relazioni, modera Jacopo Bonetto (UniPD): “Milano, Anfiteatro” (Antonella Ranaldi, Anna Maria Fedeli, Francesco Roncoroni, Attilio Stocchi – SABAP MI); “Brescia, Teatro” (Luca Rinaldi, Serena Solano; Stefano Karadjov, Francesca Bazoli – SABAP BS-BG e Fondazione Brescia Musei); “Trieste, Teatro” (Simonetta Bonomi, Paola Ventura – SABAP FVG); “Libarna, Anfiteatro e Teatro” (Simone Lerma, Alessandro Quercia; Valentina Barberis – SABAP AL-AT-CN e DRM Piemonte); 13, pausa pranzo; 14.30, terzo blocco di relazioni, modera Francesca Ghedini (UniPD): “Ventimiglia, Teatro” (Roberto Leone, Luigi Gambaro, Simona Lanza – SABAP SV-IM); “Luni, Anfiteatro e Teatro” (Alessandra Guerrini, Marcella Mancusi, Antonella Traverso – DRM Liguria); 15.10, presentazione del volume “Arena di Verona. Rinascita di un monumento” di Giovanni Castiglioni e Marco Cofani a cura di Alberto Grimoldi (Politenico di Milano) e Francesca Ghedini (Università di Padova); 15.40, dibattito “Scavare restaurare e riqualificare i teatri antichi oggi” moderato da Massimo Mamoli (direttore de “L’Arena”) con Luigi La Rocca, direttore generale Archeologia Belle arti e Paesaggio-MiC; Massimo Osanna, direttore generale Musei-MiC; Antonio Calbi, sovrintendente Istituto nazionale del Dramma Antico di Siracusa; Stefano Trespidi, vicedirettore artistico Arena di Verona; Gianmarco Mazzi, A.D. Società Arena di Verona. Interventi programmati di Barbara Bissoli (vicesindaca Comune di Verona), Marta Ugolini (assessore Cultura Comune di Verona), Raffaella Gianello (Conservatrice Arena di Verona), Francesca Rossi (direttrice Musei Civici Verona), Matteo Faustini (Presidente Ordine Architetti Verona).

Napoli. Al museo Archeologico nazionale apre il nuovo percorso “La Piana Campana, una terra senza confini” che è anche un laboratorio di ricerca sulla Campania antica. Anticipazioni sull’allestimento. Prima della presentazione, tavola rotonda in diretta on line sul progetto espositivo

Anteprima delle fasi di allestimento del nuovo percorso “La Piana Campana” al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto livia pacera)

Archeologi e restauratori al lavoro, vetrine che riprendono vita, sguardi di pietra emersi da scaffali pieni di tesori: al museo Archeologico nazionale di Napoli prosegue il work in progress per l’allestimento delle sale dedicate a “La Piana Campana, una terra senza confini”. Ottocento reperti, nella maggior parte provenienti dai depositi e sottoposti ad interventi di restauro, saranno presentati venerdì 16 luglio 2021 alle 12: l’esposizione, che si collega al percorso di ricerca della mostra “Gli Etruschi e il MANN”, abbraccia un arco temporale tra l’Età del Bronzo ed il III sec. a.C. Il percorso espositivo “La Piana Campana. Una terra senza confini” sarà visitabile dal 16 luglio 2021. Si articola in due sale: la prima dedicata al territorio, la seconda incentrata sulle collezioni del museo Archeologico nazionale di Napoli.

Uno dei reperti recuperati dai depositi, studiati e restaurati per il nuovo percorso “La Piana Campana” al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto livia pacera)

Non solo un nuovo itinerario di visita per l’offerta culturale del nostro istituto, ma anche un progetto inteso come laboratorio di ricerca permanente sulla Campania antica: il Mann si pone al centro di un itinerario condiviso con altre istituzioni, tra cui la direzione regionale musei della Campania, la Regione Campania, la soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio- SABAP del Comune di Napoli, la SABAP per l’area Metropolitana di Napoli, la SABAP di Caserta e Benevento, con cui sono stati sottoscritti due protocolli d’intesa, il parco archeologico dei Campi Flegrei; stabilita anche una rete scientifica con la Saint Mary’s University (Canada). Focus, dunque, su storia e cultura dell’area compresa tra la città di Napoli ed i confini con il Lazio: Carinaro, Gricignano, l’antica Cales, Capua e Cuma sono soltanto alcuni dei centri raccontati dal nuovo allestimento del Mann.

Anteprima delle fasi di allestimento del nuovo percorso “La Piana Campana” al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto livia pacera)

Prima della presentazione venerdì 16 luglio 2021, dalle 9.45 in diretta Facebook sulla pagina istituzionale del Museo, sarà in programma una tavola rotonda con i rappresentanti delle istituzioni coinvolte, per approfondire le caratteristiche del progetto allestitivo, curato da Paolo Giulierini, Emanuela Santaniello e Mariateresa Operetto, con una prospettiva rivolta agli sviluppi futuri. Parteciperanno Paolo Giulierini (direttore del Mann), Rosanna Romano (direttore generale Politiche culturali e turismo della Regione Campania), Marta Ragozzino (direttore regionale Musei Campania), Luigi La Rocca (soprintendente SABAP per il Comune di Napoli), Teresa Elena Cinquantaquattro (soprintendente SABAP per l’Area Metropolitana di Napoli), Mario Pagano (soprintendente SABAP Caserta e Benevento) e Fabio Pagano (direttore parco archeologico dei Campi Flegrei). Prevista una lectio del prof. Stefano De Caro. L’organizzazione è di Electa. 

Aperta al museo Archeologico nazionale di Napoli la mostra “Gli Etruschi al Mann”: un inedito focus sulla realtà di una Campania etrusca con 600 reperti (di cui 200 visibili per la prima volta). I tesori “scoperti” nei depositi del Mann costituiranno una nuova sezione permanente del museo napoletano

Una vetrina della mostra “Gli Etruschi e il Mann” al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto Giorgio Albano)

La locandina della mostra “Gli Etruschi e il Mann” al Mann (12 giugno 2020 – 31 maggio 2021)

“Gli Etruschi al MANN tornano per restare. Non solo con una mostra raffinata e dall’altissimo rigore scientifico, ma con l’annuncio dell’allestimento permanente che restituirà alla fruizione del pubblico un altro fondamentale pezzo della storia del nostro Museo, ‘casa’ dei tesori di Pompei ed Ercolano, così come custode di eredità molto più antiche”: così Paolo Giulierini, direttore del museo Archeologico nazionale di Napoli, che nel giorno dell’inaugurazione della mostra “Gli Etruschi e il Mann” in programma al museo Archeologico nazionale di Napoli, dal 12 giugno 2020 al 31 maggio 2021, annuncia che diventerà un’altra sezione del museo. L’esposizione, che raccoglie circa 600 reperti (di cui 200 visibili per la prima volta), è curata da Paolo Giulierini (direttore del Mann) e Valentino Nizzo (direttore museo nazionale Etrusco di Villa Giulia); il coordinamento scientifico è di Emanuela Santaniello (funzionario archeologo del Mann) e l’organizzazione è di Electa. La mostra “Gli Etruschi e il MANN” è accompagnata dal catalogo edito da Electa, a cura di Valentino Nizzo. Per l’occasione è stato inoltre edito nelle pubblicazioni scientifiche “Quaderni del MANN” il volume, a cura di Valentino Nizzo, “Gli Etruschi in Campania. Storia di una (ri)scoperta dal XVI al XIX secolo”, strettamente correlato alle tematiche della seconda sezione del percorso espositivo.

La locandina della mostra “Pompei e gli Etruschi” alla Palestra Grande di Pompei fino al 2 maggio 2019

Una mostra preziosa, sorprendente, innovativa, che nasce anche dalla rete stabilita con il parco archeologico di Pompei, dove è stata ospitata la tappa iniziale del percorso con la mostra “Pompei e gli Etruschi” (dicembre 2018-maggio 2019). Già con “Egitto Pompei” (2016) e “Pompei e i Greci” (2017), esposizioni che hanno confermato la collaborazione tra il parco archeologico di Pompei e il Mann, è stato intrapreso un suggestivo viaggio per scoprire le civiltà del passato: anche grazie al coordinamento di Electa, la sinergia tra le due istituzioni proseguirà dopo la mostra sugli Etruschi, con la mostra “Pompei e Roma” prevista nella programmazione del parco archeologico. All’anteprima riservata a stampa ed istituzioni, hanno partecipato, insieme ai curatori, Rosanna Romano (direttore generale per le Politiche Culturali e il Turismo/ Regione Campania), Carlos Maldonado Valcàrcel (console generale di Spagna a Napoli), Teresa Elena Cinquantaquattro (soprintendente SABAP per l’area metropolitana di Napoli) e Luigi La Rocca (soprintendente SABAP per il Comune di Napoli). Il direttore generale del parco archeologico di Pompei, Massimo Osanna, non è intervenuto all’evento, ma ha mandato un messaggio di saluto ai partecipanti, ricordando che la rete tra istituzioni ha favorito itinerari espositivi dedicati ai legami tra la città vesuviana e le diverse culture dell’antichità.

Una delle “scoperte” nei depositi del Mann: coppia di orecchini in oro, lamina, applicazioni a stampo, filigrana (produzione dell’Etruria meridionale) della seconda meta del VI sec. a.C. (foto Mann)

Il direttore Giulierini al dispenser con gel disinfettante (foto Mann)

“Gli Etruschi sono abitualmente associati ad altri territori, come la Toscana, il Lazio e l’Emilia Romagna. Solo dalla seconda metà dell’Ottocento, più o meno con l’Unità d’Italia, è stata accettata ufficialmente l’idea di una loro presenza in Campania. Ma nessuno aveva mai dedicato a questo tema una mostra di simili dimensioni”, ha detto Paolo Giulierini. “Attraverso reperti provenienti dai depositi del Museo, insieme a prestiti di altre istituzioni e collezioni, ricostruiremo una storia di frontiera, nella quale gli Etruschi possono essere considerati quasi come dei cowboy. Partendo probabilmente dall’Umbria, raggiunsero le pianure campane e le dominarono per diversi secoli, intrecciando legami culturali, commerciali e artistici molto stretti con gli altri abitanti di quei luoghi, gli altri popoli italici e i Greci”. Museo della capitale di un Regno, l’Archeologico di Napoli vanta, infatti, collezioni sterminate derivate sia da scavi che da acquisizioni come, ad esempio, quella del bronzetto dell’Elba, reperto più antico ritrovato sull’isola toscana. “Ma, soprattutto – continua Giulierini -, nei depositi c’è la testimonianza di una Campania centrale nel Mediterraneo e da sempre coacervo di popoli: Greci, Etruschi e Italici, a conferma che la ricchezza della cultura del Meridione sta nella diversità e nella contaminazione. Per comprendere in pieno gli Etruschi, oggi bisogna quindi volgersi anche al Sud e al patrimonio del Mann, dove duecento pezzi, praticamente inediti, splendono di nuova luce grazie allo straordinario lavoro del Laboratorio di Restauro del Museo. Un traguardo che mi riempie, come etruscologo, di personale soddisfazione, e che è occasione per ricordare la figura del celebre archeologo Marcello Venuti, nel 1727 fondatore dell’Accademia Etrusca e, poi, tra gli scopritori di Ercolano”.

Cista in bronzo da Palestrina conservata al museo Archeologico nazionale di Napoli (fine IV-inizio III sec. a.C.) (foto Mann)

L’esposizione abbraccia un arco temporale di circa sei secoli (X- IV sec. a.C.) e definisce un percorso di indagine che, sulle orme degli Etruschi, cerca di ricostruire le fondamenta storiche di questa popolazione, la cui grandezza derivava anche dal controllo delle risorse di due fertilissime pianure (quella padana nel Nord e quella campana nel Sud). Come ricordava, ancora nel II secolo a.C., il celebre storico greco Polibio “chi vuol conoscere la storia della potenza degli Etruschi non deve riferirsi al territorio che essi possiedono al presente, ma alle pianure” da loro controllate. La storia della scoperta della Campania etrusca si configura, quindi, come uno dei capitoli più avvincenti della ricerca archeologica in Italia e nel Mediterraneo: in tal senso, il ricchissimo patrimonio, custodito nei depositi del Mann e studiato in occasione della mostra, fornisce uno spaccato inedito nel panorama espositivo internazionale. L’allestimento della mostra negli ambienti collegati alla sezione “Preistoria e Protostoria”, appena riaperta al pubblico, crea un trait d’union con la sezione museale che, nel suo ultimo livello di visita, raccoglie reperti dell’Età del Bronzo e della prima Età del Ferro.

affibiaglio della Tomba Bernardini di Palestrina (inzio del secondo quarto del VII sec. a.C.) conservato al museo nazionale Etrusco di “Villa Giulia” (foto Villa Giulia)

Valentino Nizzo, direttore del museo nazionale Etrusco di Villa Giulia (foto Mann)

“Scavare negli sterminati depositi del Mann è sempre un privilegio unico”, interviene Valentino Nizzo, direttore del museo nazionale Etrusco di Villa Giulia. “Farlo per ‘andare a caccia di Etruschi’ lo ha reso ancora più avvincente. Da un lato perché si è così potuto delineare un rigoroso percorso storico-archeologico volto a ricostituire la trama di relazioni che caratterizzò la plurisecolare presenza degli Etruschi in Campania. Dall’altro perché l’approfondimento delle vicende antiquarie e collezionistiche legate alla riscoperta dell’importanza del loro dominio nella regione ha offerto una prospettiva per molti versi inedita sull’evoluzione della disciplina archeologica e sul contributo dato ad essa da generazioni di studiosi che, da Camillo Pellegrino a Giovanni Patroni, passando attraverso nomi del calibro di Giovan Battista Vico, Alessio Simmaco Mazzocchi, Johann Joachim Winckelmann, Pietro Vivenzio, Eduard Gerhard, Raffaele Garrucci, Theodor Mommsen, Giuseppe Fiorelli, Julius Beloch, si sono confrontati con questo presunto enigma, fino ad arrivare alla sua definitiva soluzione, al principio del ‘900, quando il reperto più prezioso, la Tegola di Capua, aveva ormai irreparabilmente lasciato il nostro Paese alla volta di Berlino”.

Piccolo calderone in argento dorato dell’Inizio del secondo quarto del VII sec. a.C. dalla Tomba Bernardini di Palestrina, conservato al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma (foto Villa Giulia)

Lekythos in ceramica a figure nere dell’Inizio del V sec. a.C. conservata al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto Mann)

Il percorso si articola in due nuclei tematici principali, corrispondenti ad altrettante sezioni espositive con inestimabili reperti. “Gli Etruschi in Campania”: dal carattere prevalentemente archeologico, questo segmento dell’itinerario di visita è dedicato all’approfondimento della documentazione relativa alla presenza degli Etruschi nella regione, dagli albori del I millennio a.C. alla fase dell’affermazione del popolo dei Campani. Il declino della popolazione è sancito dalle sconfitte subite presso Cuma tra VI e V secolo a.C., in seguito alla quali comincia ad incrinarsi progressivamente la potenza etrusca nella Penisola e nel Mediterraneo; “Gli Etruschi al Mann”: questa sezione valorizza i materiali etrusco-italici, generalmente provenienti da aree esterne alla Campania, acquisiti sul mercato collezionistico dal Museo di Napoli in varie fasi della sua storia. Accanto ai capolavori in mostra, volumi, plastici e documenti d’epoca illustrano al visitatore l’evoluzione del pensiero scientifico in campo archeologico dal Settecento sino alla fine del Novecento, focalizzando l’attenzione sui protagonisti dell’archeologia campana ed, in particolare, su quelli che maggiormente hanno contribuito alla riscoperta del suo passato etrusco.

Al museo Archeologico nazionale di Napoli la mostra “Thalassa, meraviglie sommerse dal Mediterraneo”, vetrina delle scoperte dell’archeologia subacquea dal 1950 ad oggi. Viaggio con quattrocento reperti alla scoperta del Mediterraneo nelle sue varie accezioni: cultura, economia, società, religiosità, natura e paesaggio. La mostra esempio di collaborazione tra enti scientifici, amministrativi e privati

Le “costellazioni” illuminano e indicano il percorso della grande mostra “Thalassa” nel Salone della Meridiana al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto Graziano Tavan)

La locandina della mostra “Thalassa, meraviglie sommerse dal Mediterraneo” dal 12 dicembre 2019 al 9 marzo 2020

Le costellazioni indicano ancora la via. Ieri guidavano i navigli dei popoli che dalle sponde del Mediterraneo affrontavano il mare alla ricerca di approdi dove intessere rapporti commerciali, fondare nuove città, conquistare territori. Oggi, sospese nel “cielo” del Salone della Meridiana del museo Archeologico nazionale di Napoli, indicano ai visitatori della grande mostra “Thalassa, meraviglie sommerse dal Mediterraneo” (fino al 9 marzo 2020) la “rotta” per scoprire i tesori restituiti dal mare. E non sono costellazioni qualsiasi: sono proprio quelle scolpite sul globo sorretto dall’Atlante Farnese, capolavoro marmoreo del II sec. d.C. conservato al Mann, fulcro attorno al quale si sviluppa l’esposizione, dove la grande scultura è mostrato in un modo nuovo e insolito. “Un paravento riflettente”, spiega Simona Ottieri della Gambardellarchitetti che ha curato l’allestimento, “mostra, come in un caleidoscopio, le costellazioni contenute nella parte superiore della meravigliosa scultura. In un unico sguardo è così possibile vedere l’Atlante da più punti di vista”.

Le sculture ritrovate nei fondali della Grotta Azzurra a Capri (foto Mann / Giorgio Albano)

La grande mostra “Thalassa, meraviglie sommerse dal Mediterraneo”, che rappresenta una vera e propria summa di quanto svelato dalla disciplina dell’archeologia subacquea dal 1950 sino ad oggi, raccoglie circa quattrocento reperti, provenienti da prestigiose istituzioni italiane ed internazionali. Centro simbolico della mostra – come si diceva – è l’Atlante Farnese: il percorso di visita, infatti, con particolarissimi artifici allestitivi e giochi di luce, segue le costellazioni rappresentate nella parte superiore della scultura, assecondando, in una suggestiva rotta artistica tra passato e presente, il modus dei naviganti antichi che orientavano il proprio viaggio seguendo il cielo. Filo conduttore di questo originale itinerario è la scoperta del Mediterraneo che, sin dalle radici storiche più remote delle civiltà occidentali, era interpretato (e vissuto) secondo diverse accezioni: cultura, economia, società, religiosità, natura e paesaggio sono termini legati, da sempre, al Mare Nostrum.

La locandina della mostra “Poseidonia città d’acqua: archeologia e cambiamenti climatici” a museo Archeologico nazionale di Paestum dal 4 agosto 2019 al 31 gennaio 2020

La firma del protocollo d’intesa per la mostra “Thalassa” nel luglio 2018 tra Paolo Giulierini (per il museo Archeologico nazionale di Napoli e il Parco Archeologico dei Campi Flegrei), Sebastiano Tusa, purtroppo scomparso tragicamente nel marzo 2019 (per l’assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana – Regione Sicilia) e Salvatore Agizza (per Teichos- servizi e tecnologie per l’archeologia)

Così il tema dell’interconnessione (di dimensioni temporali, discipline, contenuti scientifici e linguaggi della comunicazione) ha caratterizzato il progetto espositivo di “Thalassa”, sin dalla sua genesi: la mostra è nata, infatti, nel più ampio framework di collaborazione tra il Mann e l’assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana della Regione Siciliana; questa sinergia è stata resa possibile grazie all’impegno del prof. Sebastiano Tusa, archeologo di fama internazionale, scomparso tragicamente nella sciagura aerea di marzo 2019. “Teichos. Servizi e tecnologie per l’archeologia” ha elaborato il progetto scientifico dell’esposizione, curata da Paolo Giulierini, Sebastiano Tusa, Salvatore Agizza, Luigi Fozzati e Valeria Li Vigni. L’exhibit è stato promosso anche in rete con il parco archeologico di Paestum, sede della mostra “gemella” “Poseidonia. Città d’acqua” su archeologia e cambiamenti climatici (vedi https://archeologiavocidalpassato.com/2019/09/30/a-paestum-la-mostra-poseidonia-citta-dacqua-archeologia-e-cambiamenti-climatici-che-racconta-i-disastri-ambientali-futuri-scavando-nel-passato-remoto-e-la-storia-del-terri/), e con il Parco Archeologico dei Campi Flegrei, che ospita il percorso espositivo su “I pionieri dell’archeologia subacquea nell’area flegrea e in Sicilia”. La mostra ha ottenuto il patrocinio morale di ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Regione Campania, Comune di Napoli e Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno centrale (Napoli-Salerno-Castellammare di Stabia), università di Salerno, università “L’Orientale” e università Suor Orsola Benincasa di Napoli. L’esposizione è stata realizzata anche in collaborazione con la Scuola Archeologica di Atene, l’università di Bari, l’università “Parthenope”, ENEA ed INGV.

Paolo Giulierini, direttore del museo Archeologico nazionale di Napoli (foto Graziano Tavan)

“Thalassa non è solo una mostra sul Mediterraneo antico”, spiega il direttore del Mann, Paolo Giulierini, “ma è, soprattutto, un esempio di metodo. Segna la fine dei biechi personalismi e mette al centro della questione la ricerca scientifica, il sostegno tra enti statali e territoriali, l’apporto delle Università, le professionalità dei giovani archeologi, le azioni innovative di aziende tecnologiche di natura privata. Le costellazioni del cosmo celeste dell’Atlante Farnese, simbolo della mostra, non sono dunque solo un riferimento alle rotte nel mondo antico ma, per noi, equivalgono ad una guida verso un nuovo corso. Quando l’alchimia dell’alleanza riesce, allora si raggiungono questi fondamentali risultati. Per questo non posso che ringraziare di cuore anzitutto il compianto Sebastiano Tusa, inventore della Soprintendenza del Mare, promotore dell’iniziativa e del protocollo tra Mann e Regione Sicilia. A lui e alla sua umanità sono dedicati l’esposizione e il catalogo. Analoga gratitudine va al Presidente Nello Musumeci e al Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, che da anni sostiene l’attività del nostro museo. Accanto a loro voglio sottolineare il lavoro dei tanti funzionari della Regione Sicilia, del direttore della Fondazione Federico II Patrizia Monterosso, i generosi prestiti e la collaborazione incondizionata dei soprintendenti Teresa Cinquantaquattro e Luigi la Rocca che permettono di far luce su anni di attività scientifica, fino alle clamorose scoperte delle navi del porto di Napoli nonché dei Direttori dei tanti Istituti autonomi: Fabio Pagano (Parco Archeologico dei Campi Flegrei), Gabriel Zuchtriegel (Parco Archeologico di Paestum), Carmelo Malacrino (Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria), Eva degli Innocenti (Museo Archeologico Nazionale di Taranto). A questi si aggiungono i tanti musei ed enti prestatori nazionali ed internazionali. Ed ancora voglio ricordare Cherubino Gambardella del Dipartimento di Architettura dell’Università Vanvitelli per le linee guida sull’allestimento, il Comune di Napoli, NextGeosolutions, Coelmo, ETT, Snav, Unicocampania, Città del Gusto Gambero Rosso. Un ringraziamento a parte va a Teichos, nella persona di Salvatore Agizza, per aver sostenuto buona parte del peso scientifico, curatoriale e organizzativo dell’intera operazione, Federico Baciocchi per il suo talento artistico e Luigi Fozzati, che si è fatto carico di raccordare tutti gli aspetti di curatela scientifica e di coordinamento editoriale della mostra, ad Electa per la stampa della guida e del catalogo e ai miei solerti colleghi del Mann”.

Il singolare allestimento a specchi che permette di apprezzare l’Atlante Farnese in tutte le sue sfaccettature (foto Graziano Tavan)

La mostra si snoda nel Salone della Meridiana presentando molte sezioni con temi legati al Mediterraneo antico, nelle quali dialogano reperti archeologici riemersi dalle acque, tecnologia, ricostruzioni: dai tesori al commercio, dal mito all’economia, dalla vita di bordo alle ville d’otium fino ai rinvenimenti nelle acque profonde il visitatore potrà avere un quadro aggiornato dello stato dell’arte dell’archeologia subacquea del Meridione. L’esposizione prosegue con una seconda sezione, ubicata nell’area sotterranea della Metropolitana, che accoglie nuove scoperte provenienti dall’area portuale di Neapolis. “Thalassa – continua Giulierini – disegna, nel complesso, rotte culturali di connessione tra tanti siti campani, del Meridione in genere e di altri paesi mediterranei. Si tratta di una connessione storica che però deve rafforzare l’idea che il Mare Nostrum è un ponte e non una separazione. In questo senso vanno intese anche le collaterali a questa mostra, che ci parlano di migranti napoletani e Ischitani fra fine Ottocento e primi del Novecento. Di più: il mare può essere una fonte di ispirazione letteraria e poetica da Omero in poi. Così andranno inquadrate le prossime presentazioni di libri di grandi autori che hanno scritto di mare, come Erri De Luca. Il mare è avventura, fascino dell’esotico, crocevia di culture: ed ecco la mostra su Corto Maltese che abbiamo ospitato al Mann qualche mese fa, nel quadro del progetto Obvia e della collaborazione con il Comicon Napoli, o la ragione della presenza di un Festival dedicato alla distesa blu che accompagnerà i giorni iniziali della mostra”.

“Il mare è, infine, ambiente da tutelare: nel percorso si succedono le fasi antiche e quelle future del Mediterraneo mentre, praticamente a fianco, la mostra “Capire il cambiamento climatico”, realizzata con il National Geographic, ci parla di quanto le plastiche e le altre forme di inquinamento insidino le nostre acque (vedi https://archeologiavocidalpassato.com/2019/10/09/il-museo-archeologico-nazionale-di-napoli-scende-in-campo-per-lambiente-con-la-mostra-capire-il-cambiamento-climatico-experience-exhibition-mix-tra-il-linguaggio/) . Alla fine del ragionamento possiamo concludere che tutti noi abbiamo un compito da svolgere: ripescare la pagella che si era portato dietro il bambino tragicamente annegato qualche mese fa. Questa pagella, in realtà, non lo riguarda: riguarda noi. Siamo noi sotto esame, ora: non avremo altre occasioni per dimostrare che anche la cultura può far crescere le persone, attraverso una ricerca che ci porti ad una maturazione non solo contenutistica ma etica. Anche noi possiamo dare un senso al nostro lavoro se lavoriamo per aprire le menti, insegnando che il mare deve essere esplosione di vita, non riferimento di morte. Oggi credo che, tutti insieme, con questa importante fatica, abbiamo intrapreso una buona rotta, seguendo la costellazione del Sapere che, guarda caso, è legato nell’etimo a sapidus, dunque salato e pertanto saporito. Ancora una volta – conclude Giulierini – torna in ballo il mare e ci dice di dare un senso a questa conoscenza, perché non sia insipida e priva di obiettivi finali”.

Alcuni reperti del prezioso carico della nave di Antikythera, naufragata tra il 70 e il 60 a.C. recuperati tra il 1900 e il 1901, e conservati al museo Archeologico nazionale di Atene (foto Graziano Tavan)

“Thalassa”: una mostra che crea rete. Il messaggio di tutela e valorizzazione del Mare nostrum, alla base del progetto scientifico di “Thalassa”, ha determinato la creazione di una rete sinergica tra soggetti pubblici e privati, che hanno cooperato, a differenti livelli, alla realizzazione della mostra. Il percorso sulle “Meraviglie sommerse del Mediterraneo” è stato anticipato da altri due importanti appuntamenti espositivi, caratterizzati da una grafica promozionale “Verso Thalassa”: da aprile a settembre del 2019, in collaborazione con il Salone del Fumetto Comicon e nell’ambito del progetto universitario “Obvia-Out of Boundaries Viral Art Dissemination”, è stata in calendario al MANN la mostra “Corto Maltese. Un viaggio straordinario”, celebrazione della creatività artistica di Hugo Pratt; ancora, da maggio a settembre, la Sala del Plastico di Pompei ha ospitato l’incursione dello street artist Blub, noto per aver rappresentato, su sportellini di ferro arrugginiti nei centri storici cittadini, personaggi famosi con la maschera da sub (vedi https://archeologiavocidalpassato.com/2019/06/02/lo-street-artist-blub-invade-il-cuore-di-napoli-con-ritratti-famosi-in-maschera-da-sub-e-al-mann-presenta-la-mostra-blub-larte-sa-nuotare-dove-le-sue-opere-dialogano-con-i/). Una meditazione sulla necessità di difendere l’ambiente marino è rappresentata dalla mostra “Capire il cambiamento climatico” che, sino al 31 maggio 2020, mostrerà al pubblico cause ed effetti del riscaldamento globale. Non soltanto arti visive, ma anche spettacolo: in tre giorni di eventi (5/8 dicembre 2019, con corollario prenatalizio il 20 dicembre), l’Archeologico ha promosso la kermesse “Muse al Museo. Speciale Thalassa”, una produzione FestivalMANN con perfomance e concerti ispirati al mare (vedi https://archeologiavocidalpassato.com/2019/12/04/muse-al-museo-speciale-thalassa-al-museo-archeologico-di-napoli-musica-spettacolo-e-performance-dedicati-al-mare-in-attesa-della-grande-mostra-sulle-meraviglie-sommerse-d/).

L’esposizione a Villa San Michele ad Amacapri sull’isola di Capri

La locandina dell’offerta ExtraMann

Questa focalizzazione programmatica, che ha anticipato la mostra nei tempi e nei contenuti, ha consentito di pianificare una comunicazione integrata fra diversi istituti culturali: se con il Parco Archeologico di Paestum è in corso un progetto di valorizzazione social delle mostre “Poseidonia. Città d’acqua” (a Paestum sino al 31 gennaio 2020), “Capire il cambiamento climatico” (all’Archeologico sino al prossimo 31 maggio) e “Thalassa”, anche tutti gli altri musei statali, che custodiscono opere con soggetto marino, saranno invitati a promuovere le proprie collezioni con un’unica grafica riferita alla mostra del MANN. La rete degli istituti culturali, abbracciati dal mare simbolico di “Thalassa”, coinvolgerà anche un altro importante monumento storico-artistico della nostra regione: la Villa San Michele ad Anacapri. La dimora del medico e scrittore Axel Munthe, oggi sede permanente delle istituzioni svedesi, è un capolavoro di architettura perfettamente integrato nel paesaggio dell’isola azzurra (il giardino della Villa è stato premiato come più bel Parco d’Italia nel 2014/2015): al suo interno, è presente una pregevole collezione di vasi, anfore ed oggetti artistici, tra cui figurano anche riproduzioni delle opere del MANN. Assecondando, dunque, una matrice culturale comune (Axel Munthe era uno studioso di archeologia e la sua Villa riflette, nell’assetto museale, questa passione) e una vocazione mediterranea condivisa, il direttore del museo Archeologico nazionale di Napoli, Paolo Giulierini, e la soprintendente di Villa San Michele Kristina Kappelin, hanno firmato una convenzione che promuoverà una scontistica integrata tra i due siti. L’iniziativa è stata inserita nel più ampio quadro di eventi organizzati per ricordare i 70 anni dalla scomparsa di Axel Munthe. In occasione di “Thalassa” anche la rete Extramann si rafforzerà: ogni visitatore dei 16 siti partner (per l’elenco degli istituti aderenti, consultare https://www.museoarcheologiconapoli.it/en/extramann-partner/) potrà richiedere alla biglietteria del MANN un ingresso ridotto (9 euro), mostrando il ticket di uno degli istituti del circuito. Viceversa, il biglietto dell’Archeologico e la card Open Mann daranno diritto all’ ingresso scontato del 25% in tutti i siti Extramann.

Dal mondo della cultura all’imprenditoria: sempre seguendo le rotte della navigazione, a partire dai primi giorni di programmazione della mostra “Thalassa” e per tutto il 2020, sarà attivo l’accordo tra la compagnia SNAV ed il MANN. Non soltanto una convenzione di tipo commerciale, che consentirà uno sconto biunivoco ai visitatori del MANN ed ai clienti di SNAV, ma anche una comunicazione integrata nel moderno circuito on board delle unità della compagnia e nei video all’interno del Museo: un particolare spot spiegherà a visitatori e clienti che “L’arte ti fa viaggiare con SNAV” ed “Al MANN si arriva in aliscafo”. E sempre dal settore imprenditoriale campano provengono altre azioni di supporto alla mostra “Thalassa”: l’azienda COELMO, specializzata nella produzione di gruppi elettrogeni anche a basso impatto ambientale, ha dato un contributo alla realizzazione dell’esposizione, aderendo alla campagna a favore del Mecenatismo promossa con Artbonus. Ancora COELMO, in occasione della manifestazione Nauticsud 2020 (8/16 febbraio), brandizzerà il proprio stand anche con la grafica di “Thalassa”, allestendo un corner multimediale per diffondere i video in mostra. Infine, l’organizzazione della Mostra d’Oltremare per Nauticsud 2020 promuoverà, in rete con il MANN, una scontistica integrata per visitatori del Museo e della fiera, diffondendo anche contenuti multimediali di “Thalassa” nell’esposizione nautica curata da Afina. Dal Mecenatismo alla rete con il territorio: il Consorzio Unicompania metterà in vendita, da metà dicembre, il Ticket integrato del trasporto pubblico con la grafica dell’esposizione sulle “Meraviglie sommerse dal Mediterraneo”. Città del Gusto Napoli/Gambero Rosso, in qualità di partner ed in occasione del vernissage della mostra “Thalassa”, proporrà un percorso di degustazione di food e wine, selezionando protagonisti di eccellenza per promuovere la cultura gastronomica del territorio. L’azienda Next Geosolutions ha dato supporto per la realizzazione dei pannelli in mostra e dei video dedicati alle esplorazioni subacquee. ETT ha fornito i contenuti multimediali nella sezione “Relitti” dell’esposizione “Thalassa”.