“Sulle tracce di Nerone”: un itinerario in sei tappe proposto dagli archeologi del parco archeologico del Colosseo tra Palatino, valle del Colosseo e Colle Oppio alla ricerca dei resti della “nuova Roma” voluta da Nerone: si inizia con il Criptoportico, uno degli ambienti più decorati del Palatino
“Sulle tracce di Nerone” con il parco archeologico del Colosseo: un nuovo itinerario che si snoda tra Palatino, valle del Colosseo e Colle Oppio alla ricerca dei resti della “nuova Roma” – pretesa Nerapolis – che Nerone avrebbe voluto rifondare durante il suo principato. Dal 20 maggio 2020 ogni mercoledì sera gli archeologi del Parco Federica Rinaldi e Alessandro D’Alessio svelano una delle 6 tappe del percorso che parte con il cosiddetto Criptoportico neroniano, prosegue nei cosiddetti “Bagni di Livia”, approfondisce il tema delle decorazioni pavimentali marmoree e giunge a toccare quella che forse potrebbe essere la sala da pranzo rotonda e rotante descritta dalle fonti. Da qui l’affaccio sulla valle del Colosseo, un tempo occupata dallo stagno e dal vestibolo della Domus Aurea, il cui padiglione principale era collocato sul Colle Oppio.
La prima tappa “sulle tracce di Nerone” è al lungo Criptoportico: comunemente attribuito proprio a Nerone, è “davvero” neroniano? Si chiedono gli archeologi. “In realtà no. Questo criptoportico, uno dei tanti che collegava spazi e ambienti riccamente decorati sul Palatino, faceva già parte del complesso della Domus Tiberiana. Se non già Tiberio e Caligola, Claudio e specialmente Nerone trasformarono infatti i diversi nuclei delle domus tardo-repubblicane e primo-imperiali qui esistenti in un palazzo architettonicamente unitario. Il Criptoportico era quindi un passaggio sotterraneo, illuminato da finestre a bocca di lupo, che collegava diversi settori dal clivo Palatino alle Case di Livia e di Augusto: Nerone non fece altro che ampliarlo (è stata calcolata una lunghezza di ben 130 metri!) e decorarlo con pavimenti a mosaico bianco e nero e meravigliosi stucchi. Un’anticipazione che farà piacere a chi ci segue: una parte di questi stucchi, con cassettoni, elementi vegetali ed eroti, non appena riapriremo al pubblico, sarà musealizzato all’interno del Museo Palatino e potrà tornare così ad essere ammirato da tutti”-
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