Al museo Archeologico Lametino di Lamezia Terme “L’oro d’oliva. Percorso alla scoperta della millenaria storia dell’olio e dell’ulivo”: dalle antiche mense ponderarie agli attrezzi dell’olivicoltura alla visita tematica in museo

La locandina dell’evento “L’oro d’oliva. Percorso alla scoperta della millenaria storia dell’olio e dell’ulivo” al museo Archeologico Lametino di Lamezia Terme
L’ulivo, considerato l’albero sacro del Mediterraneo, è una pianta di antichissime origini. Pare che il suo habitat originario sia da rintracciare in Asia Minore. Dalla Siria, dove sarebbe avvenuta la sua trasformazione da pianta selvatica a specie domestica, si sarebbe diffuso prima nelle isole dell’Egeo e poi in Grecia, dove è noto fin da epoca micenea. Mercanti fenici o greci l’avrebbero in seguito esportato in Occidente. In Magna Grecia i territori più noti per questa coltivazione erano quelli delle colonie di Taranto e Sibari. Giovedì 28 novembre 2019, alle 17.30, a Lamezia Terme (Catanzaro), il museo Archeologico Lametino propone una suggestiva e particolarissima iniziativa: “L’oro d’oliva. Percorso alla scoperta della millenaria storia dell’olio e dell’ulivo”.
Nel mondo ellenico l’ulivo era la pianta sacra ad Atena. Secondo il mito la dea vinse la contesa con Poseidone per il possesso dell’Attica per aver fatto agli uomini il dono più bello e utile, ovvero il primo albero d’ulivo, il cui frutto avrebbe permesso di illuminare la notte, medicare le ferite, produrre nutrimento e quindi assicurare prosperità e pace a tutti coloro che lo avrebbero coltivato. I Romani, che mutuarono dai Greci tutti gli aspetti simbolici dell’ulivo, facendone un attributo di Minerva e Giove, fecero dell’olio un vastissimo e diversificato utilizzo, rendendo l’olivicoltura uno dei settori più importanti del loro sistema economico. Dopo un calo della produzione tra tardo-antico e alto-medioevo, nuovo impulso alle attività olivicole si ebbe a partire dal XII secolo, grazie soprattutto agli ordini monastici e all’uso rituale dell’olio nel mondo cristiano, in cui il ramo d’ulivo continuò ad essere immagine di pace terrena.
Ecco in dettaglio il programma dell’evento coordinato da Rosanna Calabrese, funzionario archeologo. In museo, dove sono conservate le antiche mense ponderarie in pietra provenienti da piazza Mercato a Nicastro, inizio del percorso guidato con breve messa in scena sull’uso delle mense nella pesatura delle olive e spiegazione tecnica delle unità di misura adottate fino all’introduzione del Sistema Internazionale. Seconda tappa nella Sala Conferenze, allestita per l’occasione con pannelli informativi sulla storia dell’olio e dell’ulivo nei secoli e con l’esposizione di attrezzi tradizionali legati all’olivicoltura. Ultima tappa nelle sale espositive del Museo con una visita tematica ricca di curiosità sull’argomento: l’origine della pianta dell’ulivo e accenni botanici nella Sezione Preistorica; il valore sacro dell’albero d’ulivo e il mito di Atena, l’uso cosmetico dell’olio del mondo antico, la produzione olivicola romana e il sistema delle villae rustiche nella Sezione Classica; l’uso rituale dell’olio da parte degli ordini monastici nella Sezione Medievale.
Tag:giornata “L’oro d’oliva. Percorso alla scoperta della millenaria storia dell’olio e dell’ulivo”, Magna Grecia, mar Mediterraneo, museo archeologico Lametino di Lamezia Terme, Rosanna Calabrese, Sibari, Taranto
One response to “Al museo Archeologico Lametino di Lamezia Terme “L’oro d’oliva. Percorso alla scoperta della millenaria storia dell’olio e dell’ulivo”: dalle antiche mense ponderarie agli attrezzi dell’olivicoltura alla visita tematica in museo”
Rispondi Cancella risposta
Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.
Se volete contattarmi o inviare news:
Categorie
Archivi
Articoli recenti
- “Muse al Museo. Speciale Thalassa”: al museo Archeologico di Napoli musica, spettacolo e performance dedicati al mare in attesa della grande mostra sulle “meraviglie sommerse dal Mediterraneo” dicembre 4, 2019
- Pompei. La Casa di Orione nella Regio V era di un gromatico. Secondo il parco archeologico di Pompei e il Politecnico di Milano i mosaici scoperti mostrano analogia con le illustrazioni dei codici dei gromatici romani dicembre 4, 2019
- Ercolano. A grande richiesta diventa stabile la mostra “SplendOri. Il lusso negli ornamenti ad Ercolano”. Il direttore Sirano: “Nel 2020 l’esposizione si arricchirà con approfondimenti sull’ebanistica e sul cibo, aspetti peculiari dell’Ercolano romana” dicembre 3, 2019
- “Sensualità, sesso e oscenità fra Egitto antico e moderna Egittologia”: al museo Egizio di Torino incontro con Luigi Prada sul Papiro Satirico-erotico conservato all’Egizio dicembre 3, 2019
- Al museo Archeologico nazionale di Napoli la mostra “Fuga dal museo” di Assisi e Cipolla: quaranta fotomontaggi per immaginare quale sarebbe la “vita” delle sculture fuori dal Mann. Le sculture Farnese, grazie al fotomontaggio, presentate nei luoghi simbolo di Napoli dicembre 2, 2019
Commenti recenti
Italina Bacciga su “Muse al Museo. Speciale Thala… | |
Italina Bacciga su Pompei. La Casa di Orione nell… | |
Pompei. La Casa di O… su Lunedì speciale a Pompei: riap… | |
Italina Bacciga su Ercolano. A grande richiesta d… | |
Italina Bacciga su “Sensualità, sesso e osc… |
Mi piace