La terramara di Ponticelli di Malalbergo: a quattro anni dalla scoperta viene presentato un libro che illustra lo scavo e i risultati sull’abitato del II millennio a.C. e le successive trasformazioni del territorio

La locandina della serata di presentazione del libro “Ponticelli di Malalbergo. Un abitato del II millennio a.C. e le successive trasformazioni del territorio”
Dalla scoperta a Ponticelli di Malalbergo (Bo) della terramara del II millennio a.C. (“intercettata” nel 2015 dal cantiere di un metanodotto della Snam) alle successive trasformazioni del territorio: è quanto descritto nel libro “Ponticelli di Malalbergo. Un abitato del II millennio a.C. e le successive trasformazioni del territorio” a cura di Rossana Gabusi, Monica Miari e Tiziano Trocchi che sarà presentato martedì 14 maggio 2019, alle 20.30, in sala Zucchini di piazza Caduti della Resistenza n. 1 a Malalbergo (Bo). Il volume, edito nel 2018 per i tipi di Ante Quem di Bologna, fa parte della collana DEA – Documenti ed evidenze di Archeologia (n. 11). La presentazione, a ingresso libero e gratuito, è promossa da soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, Comune di Malalbergo, HYDRIA associazione di promozione sociale-archeologica e gruppo archeologico “Il saltopiano” di San Pietro in Casale, con la collaborazione di Snam. Intervengono alla serata due rappresentanti dell’amministrazione comunale, gli archeologi della soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, Rossana Gabusi, Monica Miari e Tiziano Trocchi, curatori del volume, e Claudio Calastri di Ante Quem srl.

Disegno ricostruttivo di una tipica Terramara con il villaggio fortificato circondato da un terrapieno o un fossato
In località Ponticelli di Malalbergo, la Snam doveva attraversare un canale di regolamentazione delle acque e per fare ciò sono state realizzate due ampie e profonde buche ai lati per consentire il passaggio delle tubature al di sotto dell’alveo. Questa operazione, effettuata tra l’estate 2015 e la primavera 2016 sotto la direzione scientifica di Paolo Boccuccia, ha permesso di intercettare ed indagare per oltre 400mq – e a una profondità media di circa 5,50 m dal piano di calpestio – i resti di una terramara databile, a un primo esame, a un periodo compreso tra il XIV e il XII sec. a.C. “Le Terramare”, spiegano gli archeologi della soprintendenza, “rappresentano una delle civiltà più complesse dell’Europa del II millennio a.C., un fenomeno economico e sociale di una tale portata storica da non aver precedenti non solo in Italia ma nemmeno in buona parte del continente. Nessuna società aveva mai prodotto in così pochi secoli (dal XVII al XII a.C.) un impatto così profondo sul territorio, in questo caso l’ampia e fertile pianura padana, trasformandolo radicalmente in un paesaggio “moderno”: un paesaggio in cui l’opera umana, dai villaggi -con un’organizzazione spaziale interna molto ben definita- alle fortificazioni, dai luoghi sacri alle infrastrutture ad uso agricolo, incide profondamente sulla componente naturale. Dal territorio centrale della pianura attraversata dal Po, abbiamo testimonianze di decine e decine di villaggi. Ma la presenza di una terramara all’interno del territorio comunale di Malalbergo rappresenta una novità nel panorama delle nostre conoscenze in quanto viene a colmare un vuoto nella distribuzione geografica di tali insediamenti. Si può ora ipotizzare che tale assenza fosse da attribuire prevalentemente alla loro profondità rispetto al piano di campagna attuale a causa della spessa copertura dovuta all’apporto di terreno alluvionale legato alle attività del bacino del Po e dei suoi affluenti”. L’ottimo stato di conservazione del sito -dovuto alla profondità alla quale è stato rinvenuto il deposito archeologico- ha consentito anche di indagare le ultime fasi di vita dell’abitato i cui resti raramente sono conservati a causa dell’uso del suolo nelle epoche successive: ciò potrà contribuire a far luce sul periodo finale della civiltà terramaricola tra XII e XI sec. a.C.
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