Terza tappa della mostra “Longobardi. Un popolo che cambia la storia”: il museo dell’Ermitage di San Pietroburgo apre le porte ai Longobardi. Per la prima volta “gli uomini dalle lunghe barbe” protagonisti in un museo della Russia

Il manifesto della mostra “Longobardi. Un popolo che cambia la storia” al museo statale Ermitage di san Pietroburgo dal 4 maggio 2018 al 15 luglio 2018

Un anello di epoca longobarda in oro e gemma dal museo Archeologico nazionale di Napoli esposto nella mostra “Longobardi. Un popolo che cambia la storia”

I Longobardi sono arrivati in Russia. Dopo Pavia, tornata capitale del Regnum Langobardorum, e il museo Archeologico nazionale di Napoli, dove si è guardata l’Italia longobarda da una prospettiva diversa, una stimolante opportunità per scoprire come le relazioni tra l’Europa e il Mediterraneo fossero salde anche durante la stagione longobarda, ora – terza tappa – la grande mostra “Longobardi. Un popolo che cambia la storia” apre nella prestigiosa sede del museo dell’Ermitage di San Pietroburgo: occasione speciale per consolidare i rapporti tra importanti istituzioni museali, raccontando all’estero la centralità della civiltà degli “uomini dalle lunghe barbe” nella storia italiana. “Mai prima d’ora in Russia e all’Ermitage è stata dedicata una mostra ai Longobardi”, sottolinea Yuri Piotrovsky, vice direttore del dipartimento di Archeologia dell’Europa Orientale e della Siberia del museo statale Ermitage membro della direzione scientifica della mostra con Susanna Zatti, direttore di musei civici di Pavia, e Paolo Giulierini, direttore del museo Archeologico nazionale di Napoli. Continua Piotrovsky: “Negli ultimi anni, il nostro dipartimento di Archeologia dell’Europa orientale e della Siberia del museo statale Ermitage ha stabilito stretti contatti con Ermitage Italia e con importanti istituzioni culturali e museali italiane con le quali ha lavorato insieme a Villaggio Globale International. Abbiamo negli anni realizzato progetti e mostre di successo come quelle ospitate a Trieste e, più recentemente, in Sardegna, a Cagliari, nel 2015-2016. Tutto ciò ha posto basi solide e una fiducia reciproca tra le parti nella prosecuzione di progetti e iniziative espositive comuni. I nostri nuovi partner e gli accordi di collaborazione avviati dal museo statale Ermitage con la città di Pavia e il museo Archeologico nazionale di Napoli ci consentono ora di continuare la nostra collaborazione di successo. Ci auguriamo che la mostra “Longobardi. Un popolo che cambia la storia” sia una ulteriore tappa importante nella cooperazione con il museo Ermitage”.

Il museo statale dell’Ermitage di San Pietroburgo ospita per la prima volta una mostra sui Longobardi

Corno potorio longobardo proveniente dal museo Archeologico nazionale di Cividale

L’appuntamento con la storia è giovedì 3 maggio 2018 alle 16 quando, al museo statale Ermitage di San Pietroburgo, si inaugura ufficialmente la mostra “Longobardi. Un popolo che cambia la storia” (apertura al pubblico dal 4 maggio al 15 luglio 2018), curata da Gian Pietro Brogiolo e Federico Marazzi con Ermanno Arslan, Carlo Bertelli, Caterina Giostra, Saverio Lomartire e Fabio Pagano, e Alexei Furasev, nominato curatore per questa esposizione dal dipartimento di Archeologia dell’Europa Orientale e della Siberia del museo statale Ermitage. La mostra, organizzata da Villaggio Globale International, consente di dare una visione complessiva e di ampio respiro (dalla metà del VI secolo, dalla presenza gotica in Italia, alla fine del I millennio) del ruolo, dell’identità, delle strategie, della cultura e dell’eredità del popolo longobardo che nel 568, guidato da Alboino, varca le Alpi Giulie e inizia la sua espansione sul suolo italiano: una terra divenuta crocevia strategico tra Occidente e Oriente, un tempo cuore dell’Impero Romano e ora sede della Cristianità, ponte tra Mediterraneo e Nord Europa. Più di 600 reperti, in prevalenza reperti archeologici, coprono ogni aspetto della vita politica, economica e quotidiana dei principati longobardi, compresi i loro complessi rapporti con le sedi del potere romano (bizantino) sopravvissuto nelle principali città (Roma e Ravenna). Il processo di formazione della cultura medievale italiana è stato altrettanto complesso, come riflesso nei reperti archeologici di insediamenti e necropoli. Più di 80 i musei e gli enti prestatori; oltre 50 gli studiosi coinvolti nelle ricerche e nel catalogo edito da Skira; 32 i siti e i centri longobardi rappresentati in mostra; 58 i corredi funerari esposti integralmente; 17 i video originali e le installazioni multimediali (touchscreen, oleogrammi, ricostruzioni 3D, ecc.); centinaia i materiali dei depositi del Mann vagliati dall’università Suor Orsola Benincasa, per individuare e studiare per la prima volta i manufatti d’epoca altomedievale conservati nel museo napoletano.

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