Roma. Il Muciv per Luna50 diventa MoonCiv e celebra l’anniversario dell’allunaggio con “La luna delle Civiltà. Selene e le altre. Il cielo degli Antichi nella tradizione occidentale”, prima delle iniziative che accompagneranno l’apertura in autunno del Planetario

La prima pagina del Corriere della Sera del 22 luglio 1969: “L’uomo è sulla Luna”
“MoonCiv”: con un simpatico gioco di parole il MuCiv, il museo delle Civiltà di Roma-Eur, ricorda il 50° anniversario dell’allunaggio con una serata speciale: “La luna delle Civiltà. Selene e le altre. Il cielo degli Antichi nella tradizione occidentale”. Appuntamento per venerdì 19 luglio 2019, alle 19, nella sala conferenze del museo Preistorico etnografico nazionale “L. Pigorini”. Apertura straordinaria serale, ingresso con biglietto amico dalle 16 alle 22, a 5 euro. Ingresso gratuito per i possessori di abbonamento annuale al Museo. “Il 20 luglio 1969 l’uomo ha realizzato un’impresa estrema”, interviene il direttore del Muciv, Filippo Maria Gambari, “che sembra coronare la sfida delle grandi esplorazioni, non a caso vagheggiata in molti racconti (dall’Orlando Furioso a Verne, a Méliès, per citare solo alcuni esempi), e diventata negli anni ’60 (dopo il primo volo nello spazio di Yuri Gagarin a bordo della Vostok 1 il 12 aprile 1961) una vera ossessione, sia nella competizione delle Grandi Potenze sia nell’immaginario collettivo di un’intera generazione (qualcuno ricorda ancora Selene di Domenico Modugno, tormentone del 1962?)”.
Per celebrare il 50° anniversario dell’allunaggio anche il MuCiv vuole rivolgere lo sguardo verso il cielo, avviando una serie di iniziative che da ottobre 2019 accompagneranno la prossima (si spera già in autunno) e tanto desiderata riapertura del Planetario presso il museo della Civiltà Romana all’EUR (https://www.facebook.com/riapriamoilplanetario). Il Planetario è infatti chiuso dal 28 gennaio 2014 a tempo indeterminato per lavori di riqualificazione dell’edificio in adeguamento alle normative. Ripensare a quello straordinario risultato può servire a ridare carica a una nuova ed aggiornata idea di progresso e ad affrontare con coraggio grandi sfide epocali, prima di tutto già su questo nostro pianeta, che è e resta comunque finora l’unica casa del genere umano. Se “siamo riusciti ad andare sulla luna”, nessun obiettivo può essere considerato impossibile!

Il famoso disco di Nebra (museo di Halle, in Sassonia) dell’età del Bronzo, una delle più antiche rappresentazioni del cielo
Venerdì 19 luglio 2019, alle 19, la prima tappa sarà un’immersione nelle Origini, con una conversazione con il direttore Filippo M. Gambari sul tema “Selene e le altre. Il cielo degli Antichi nella tradizione occidentale”, in cui si cercherà di comprendere come nasce la visione del cosmo, le origini dell’astrologia ed i riflessi in leggende, tradizioni, fatti di costume ben presenti anche oggi. Se la meteorologia ci assiste, si potrà anche ammirare dal terrazzo del Museo, aperto fino alle 22, una meravigliosa luna quasi piena (“gibbosa”), appena calante, dopo l’eclissi parziale di martedì ed il plenilunio di mercoledì.
Dall’Uomo di Neanderthal a Guido d’Arezzo: a Roma per i “Venerdì del Muciv” incontro sull’origine della musica “La prima scienza delle note, tra gli Etruschi, Pitagora e i Celti”
Come nasce la musica? È davvero una scoperta casuale che si origina da percussioni e strumenti idiofoni o fin dai primordi esperisce dei tentativi di misurazione delle distanze tonali? È possibile che un flauto in osso realizzato dall’Uomo di Neanderthal in Slovenia ricostruisse già empiricamente nelle scelte delle distanze tra i fori un tentativo pur molto approssimativo di apprezzare degli intervalli tonali fissi per modulare una qualche melodia, derivata inizialmente dall’imitazione degli effetti canori? E quando nascono gli accordi e la ricerca armonica? Domande cui tenterà di dare una risposta Filippo Maria Gambari, direttore del museo delle Civiltà a Roma, venerdì 21 giugno 2019, nell’incontro “La prima scienza delle note, tra gli Etruschi, Pitagora e i Celti”, alle 16.30, nella sala delle conferenze del museo delle Civiltà, nell’ambito del ciclo “I Venerdì del MuCiv”.
Partendo da questi interrogativi si potrà arrivare ad approfondire l’utilizzo delle prime arpe preistoriche diffuse fin dall’età del Rame nel Mediterraneo per analizzare il rapporto matematico tra la lunghezza delle corde e la misura degli intervalli tonali, alla definizione pitagorica del tono come unità di misura corrispondente alla distanza tra l’intervallo di quarta e l’intervallo di quinta (cioè tra fa e sol, se si parte dal do), sulla base di calcoli geometrici e matematici. Si potrà continuare verificando la diffusione dalle corti dei principi dell’Etruria Padana presso le popolazioni celtiche cisalpine e transalpine dell’arpa “celtica”. Insomma si cercherà di indagare un mondo insospettato ma molto precoce, che precede lungamente l’invenzione della notazione musicale sul tetragramma da parte di Guido d’Arezzo a Pomposa intorno all’anno 1000. Si potrà seguire così la nascita ed il primo sviluppo primordiale della musica lungo due binari paralleli, quello dell’armonia costruita su proporzioni e rapporti matematici e quello della costruzione istintiva ed artistica del “rapimento” musicale, ben accostati da Dante nel canto XIV del Paradiso: E come giga e arpa, in tempra tesa / di molte corde, fa dolce tintinno / a tal da cui la nota non è intesa, / così da’ lumi che lì m’apparinno / s’accogliea per la croce una melode /che mi rapiva, sanza intender l’inno.
“La ricerca archeologica in museo”: gli incontri del Venerdì al Muciv di Roma inseriti nelle Giornate europee dell’Archeologia

“La ricerca archeologica in museo tra depositi, collezioni e archivi storici” ai venerdì del museo della Civiltà di Roma-Eur
Quando lo scavo non comporta missioni lontano dalla propria sede. Sarà questo il focus della conferenza del ciclo dei “Venerdì del Muciv” in programma venerdì 14 giugno 2019 alle 16.30 al laboratorio di Paletnologia e sala conferenze del museo delle Civiltà a Roma-Eur. L’incontro con Mario Mineo e Alessandra Serges su “La ricerca archeologica in museo tra depositi, collezioni e archivi storici” è inserito nel calendario delle Giornate europee dell’Archeologia. Quando pensiamo all’archeologia il nostro pensiero corre subito a scavi e ricerche sul campo. Ma cosa accade dopo? Cosa accade quando i manufatti si trovano in museo? L’incontro di venerdì 14 accompagna il pubblico a scoprire il fascino della ricerca archeologica in museo, a partire dalle collezioni ottocentesche fino ad arrivare agli scavi più attuali, per comprendere il lavoro di studio che sta alle spalle dell’esposizione museale, dalla più piccola vetrina, alla più strabiliante esposizione.
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CHI SIAMO
Graziano Tavan, giornalista professionista, per quasi trent’anni caposervizio de Il Gazzettino di Venezia, per il quale ho curato centinaia di reportage, servizi e approfondimenti per le Pagine della Cultura su archeologia, storia e arte antica, ricerche di università e soprintendenze, mostre. Ho collaborato e/o collaboro con riviste specializzate come Archeologia Viva, Archeo, Pharaos, Veneto Archeologico. Curo l’archeoblog “archeologiavocidalpassato. News, curiosità, ricerche, luoghi, persone e personaggi” (con testi in italiano)
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