Milano. A Palazzo Litta, aperto al pomeriggio, presentazione del libro “Ri-scoperte. Reperti archeologici da raccolte private milanesi” curato da Alberto Bacchetta (Sabap-Mi)
Martedì 4 novembre 2025, alle 16, in sala Azzurra di Palazzo Litta in corso Magenta a Milano, in occasione dell’apertura al pubblico del palazzo, dalle 15.30 alle 18.30, in collaborazione con la direzione regionale Musei nazionali Lombardia e la direzione di Palazzo Litta, presentazione del libro “Ri-scoperte. Reperti archeologici da raccolte private milanesi” curato da Alberto Bacchetta, funzionario archeologo della soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per la città metropolitana di Milano. Ingresso gratuito fino a esaurimento posti. Il libro presenta un ampio catalogo di reperti archeologici di varia provenienza (egizi, italici, etruschi, magno-greci, romani) recuperati in questi anni grazie all’attività di tutela svolta dalla soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per la città metropolitana di Milano in collaborazione con il Nucleo di Monza del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale. Partecipano all’incontro la prof.ssa Elena Calandra (università di Pavia), il Lgt. c.s. Raffaele Adorante (Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale – Nucleo di Monza) e l’avv. Giuseppe Liberti (soprintendenza ABAP per la città metropolitana di Milano).

Copertina del libro “Ri-scoperte. Reperti archeologici da raccolte private milanesi” a cura di Alberto Bacchetta
Ri-scoperte. Reperti archeologici da raccolte private milanesi (All’Insegna del Giglio). Il libro presenta il catalogo scientifico di un’ampia selezione di reperti archeologici di particolare interesse, provenienti da operazioni di recupero effettuate dalla soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Milano in collaborazione con il Nucleo di Monza del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale. Tali reperti, in origine detenuti da privati, sono entrati a far parte del Patrimonio dello Stato a seguito di sequestri operati dall’autorità giudiziaria oppure di consegne volontarie. Nella maggior parte dei casi si tratta di manufatti provenienti dall’Italia centro-meridionale, a cui si aggiungono beni di origine extra-italica, in particolare dall’Egitto. Nonostante la completa mancanza di informazioni sul loro originario contesto di rinvenimento, questi reperti rivestono un notevole interesse archeologico e il loro studio costituisce l’occasione per farli conoscere e apprezzare, restituendo loro valore e significato. Questo lavoro fornisce l’opportunità di mostrare un aspetto importante della costante attività di tutela svolta dalle istituzioni pubbliche impegnate nella conoscenza e nella salvaguardia del nostro Patrimonio Culturale
Firenze. All’auditorium Paolucci (Gallerie degli Uffizi) la conferenza “Etruschi e Greci” con Maurizio Harari (università di Pavia), undicesimo appuntamento del ciclo “Gli Etruschi: nuove ricerche, nuove scoperte, nuove storie”
Mercoledì 10 settembre 2025, alle 17, all’auditorium Paolucci delle Gallerie degli Uffizi a Firenze, la conferenza “Etruschi e Greci” con Maurizio Harari (università di Pavia), undicesimo appuntamento del ciclo “Gli Etruschi: nuove ricerche, nuove scoperte, nuove storie”, 15 incontri dall’11 giugno all’8 ottobre 2025 con alcuni tra i massimi esperti del settore a ingresso gratuito. Nel ciclo vengono affrontate le principali novità della storia e dell’archeologia degli Etruschi. Dal dibattutissimo problema delle origini, a quello altrettanto caldo della loro lingua, a quelli delle città e della loro organizzazione interna, dei luoghi di sepoltura (le grandi necropoli d’Etruria), dei culti e della religione, delle manifestazioni artistiche, della struttura politica e delle cariche magistratuali, della loro presenza territoriale nell’Italia antica, dal Po al Sele, del loro ruolo di navigatori e commercianti nel Mediterraneo, dei rapporti e delle relazioni culturali con i Greci e con gli altri popoli dell’Italia Antica, e della loro fine nell’impatto con la Roma.
Firenze. Etruschi protagonisti agli Uffizi con la rassegna “Gli Etruschi: nuove ricerche nuove scoperte nuove storie”, 15 incontri di approfondimento il mercoledì da giugno a ottobre. Apre Sassatelli con “Gli Etruschi tra luoghi comuni e realtà storiche”. Ecco tutto il programma
Mercoledì 11 giugno 2025, alle 17, all’auditorium Paolucci delle Gallerie degli Uffizi a Firenze con la conferenza “Gli Etruschi tra luoghi comuni e realtà storiche”, Giuseppe Sassatelli, presidente Istituto Nazionale di Studi Etruschi e Italici, apre la rassegna “Gli Etruschi: nuove ricerche, nuove scoperte, nuove storie”. A 40 anni dall’“Anno degli Etruschi”, il 1985, iniziativa della Regione Toscana alla quale hanno partecipato Università, Soprintendenze, Musei e, con un ruolo di coordinamento culturale, anche l’Istituto Nazionale di Studi Etruschi e Italici, con importanti mostre a Firenze, Arezzo, Siena, Volterra, Orbetello Cortona e Perugia nelle quali furono presentati e illustrati al pubblico monumenti e materiali degli Etruschi e della loro civiltà, sono moltissime le novità dovute a scavi e ricerche. Ecco dunque “Gli Etruschi: nuove ricerche, nuove scoperte, nuove storie”, rassegna di 15 incontri di approfondimento, con al centro gli Etruschi, i loro misteri, le loro origini e la loro storia, organizzata dalle Gallerie degli Uffizi e dall’Istituto Nazionale di Studi Etruschi e Italici con sede a Firenze in collaborazione con la Regione Toscana. Le conferenze, ospitate nell’auditorium Paolucci delle Gallerie degli Uffizi, si svolgeranno di mercoledì dall’11 giugno all’8 ottobre 2025 (con inizio alle 17). A parlare saranno docenti universitari, specialisti ed esperti della misteriosa civiltà mediterranea. La partecipazione sarà a ingresso libero.
L’obiettivo del ciclo di incontri agli Uffizi è affrontare in modo organico e coerente tutte le principali novità sui più rilevanti aspetti della storia e dell’archeologia degli Etruschi, per offrire al pubblico interessato un quadro completo e aggiornato su questa civiltà, affrontandone e illustrandone i temi di maggiore importanza. Dal dibattutissimo problema delle origini, si passerà a quello altrettanto caldo della lingua, a quello delle città e della loro organizzazione interna, ai luoghi di sepoltura (le grandi necropoli d’Etruria), ai culti e alla religione, alle manifestazioni artistiche (scultura, pittura, bronzistica), alla struttura politica e alle cariche magistratuali, alla loro presenza territoriale nell’Italia antica, dal Po al Sele, con una ampiezza maggiore rispetto a quanto solitamente si credeva, al loro ruolo di navigatori e commercianti nel Mediterraneo, ai rapporti e alle relazioni culturali con i Greci e con gli altri popoli dell’Italia Antica, e alla loro fine nell’impatto con Roma.
CALENDARIO CONFERENZE, il mercoledì alle 17, all’auditorium Paolucci, piazzale degli Uffizi 6, a Firenze: 11 giugno, “Gli Etruschi tra luoghi comuni e realtà storiche” (Giuseppe Sassatelli, presidente Istituto Nazionale di Studi Etruschi e Italici); 18 giugno, “La lingua: dal “mistero” alla conoscenza: nuovi testi, nuove letture” (Enrico Benelli, università di Roma Tre); 25 giugno, “L’architettura: Case e palazzi” (Simonetta Stopponi, università di Perugia); 2 luglio, “L’architettura: Le tombe” (Alessandro Naso, università di Napoli Federico II); 9 luglio, “Politica e istituzioni: i magistrati e le città” (Daniele Federico Maras, direttore museo Archeologico nazionale di Firenze); 16 luglio, “La pittura: nuovi documenti e nuove interpretazioni” (Daniele Federico Maras, direttore museo Archeologico nazionale di Firenze); 23 luglio, “La religione: santuari, divinità e culti” (Laura Michetti, università di Roma La Sapienza); 30 luglio, “Le arti: botteghe “locali” e artigiani “venuti da fuori” (Stefano Bruni, università di Ferrara); 6 agosto, “…Ancora sull’origine degli Etruschi” (Vincenzo Bellelli, direttore parco archeologico di Cerveteri e Tarquinia); 3 settembre, “Gli Etruschi e il Mediterraneo orientale” (Maurizio Sannibale, Musei Vaticani); 10 settembre, “Etruschi e Greci” (Maurizio Harari, università di Pavia); 17 settembre, “Gli Etruschi a Pompei e in Campania” (Luca Cerchiai, università di Salerno); 24 settembre, “Etruschi e Italici” (Gianluca Tagliamonte, università di Lecce); 1° ottobre, “Gli Etruschi nella valle del Po” (Elisabetta Govi, università di Bologna); 8 ottobre, “La fine degli Etruschi” (Jacopo Tabolli, università per Stranieri di Siena).
Due francobolli dedicati ad altrettante scoperte archeologiche italiane: la statua ritratto in veste di Ercole dal parco archeologico dell’Appia Antica, e la statua di Apollo arciere da San Casciano dei Bagni: ecco le due presentazioni ufficiali

Il ministero delle Imprese e del Made in Italy emette il 9 maggio 2025 due francobolli celebrativi di Europa 2025 dedicati ad altrettante scoperte archeologiche: la statua ritratto in veste di Ercole dal parco archeologico dell’Appia Antica, e la statua di Apollo arciere da San Casciano dei Bagni. Le vignette riproducono rispettivamente: la statua-ritratto di un personaggio raffigurato come Ercole, opera in marmo di epoca romano-imperiale e di dimensioni appena maggiori del vero, ritrovata a Roma nel parco archeologico dell’Appia Antica nel gennaio del 2023; la statua di Apollo Arciere, statua in bronzo databile intorno al 100 a.C. che raffigura il dio in una posa particolare, in leggera torsione, quasi in un passo di danza, nell’atto di scoccare la freccia, tipologia che risulta estremamente rara se non unica nella statuaria antica. Completano i francobolli le legende “STATUA RITRATTO IN VESTE DI ERCOLE”, “PARCO ARCHEOLOGICO DELL’APPIA ANTICA”, “APOLLO ARCIERE”, “SAN CASCIANO DEI BAGNI”, la scritta “ITALIA” e l’indicazione tariffaria “B ZONA 1”. I due francobolli saranno presentati ufficialmente venerdì 9 maggio 2025 al Complesso di Capo di Bove (parco archeologico dell’Appia Antica) e al teatro dei Georgofili Accalorati di San Casciano dei Bagni (Si).

Statua ritratto in veste di Ercole scoperta nell’area del parco Ardeatino (foto parco archeologico appia antica)
PARCO ARCHEOLOGICO DELL’APPIA ANTICA. Venerdì 9 maggio 2025, alle 17, il Complesso di Capo di Bove ospita, con il ministero delle Imprese e del Made in Italy, l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato e Poste Italiane Spa, la cerimonia di presentazione e annullo filatelico del francobollo appartenente alla serie tematica dedicata alle scoperte archeologiche nazionali che raffigura la statua-ritratto in veste di Ercole. L’evento è l’occasione per presentare al pubblico, insieme all’Istituto Centrale per l’Archeologia che ne ha curato l’edizione, la monografia dedicata alla pubblicazione integrale dello straordinario rinvenimento, edita nel Bollettino di archeologia online, Anno XV, 2024/1. In particolare verrà evidenziato il contributo che il Bollettino può offrire, al fianco di soprintendenze, parchi archeologici e musei, attraverso un’edizione tempestiva, attenta al rigore scientifico, e autorevole delle più recenti scoperte archeologiche nazionali. Alla presentazione del Bollettino interverranno: Irma Della Giovampaola, direttore dell’Istituto Centrale per l’Archeologia; Elena Calandra, docente di Archeologia classica all’università di Pavia; Francesca Romana Paolillo, soprintendente nazionale per il Patrimonio Culturale Subacqueo; Annarena Ambrogi, docente di Archeologia classica all’università di Roma Tor Vergata. La straordinaria statua-ritratto, riportata alla luce nel corso di complessi lavori di riparazione di un impianto fognario che hanno previsto uno scavo in grande profondità nell’area del Parco Ardeatino, ritrae un personaggio raffigurato come Ercole, rappresentato nella sua nudità eroica e accompagnato dai caratteristici attributi cioè la clava, la pelle di leone che copre testa e le spalle, la faretra. Il suo rinvenimento ha suscitato l’interesse della comunità scientifica internazionale e dei media di tutto il mondo. L’opera è attualmente esposta all’interno del Casale di Santa Maria Nova, in via Appia antica 251. Presso il desk allestito da Poste Italiane all’interno del Complesso di Capo di Bove sanno disponibili, con annullo del primo giorno di emissione, il francobollo e tutti i prodotti filatelici correlati, compresa la cartella filatelica completa a tre ante. L’evento è gratuito senza necessità di prenotazione.

Dettaglio della statua in bronzo di Apollo Arciere scoperta nel Bagno grande di San Casciano dei Bagni (foto mic)
SAN CASCIANO DEI BAGNI. Venerdì 9 maggio 2025, alle 11, il teatro dei Georgofili Accalorati di San Casciano dei Bagni (Si) ospiterà la cerimonia di presentazione e annullo filatelico del francobollo appartenente alla serie tematica dedicata alle scoperte archeologiche nazionali ritraente la statua in bronzo di Apollo Arciere. Il francobollo è emesso dal ministero delle Imprese e del Made in Italy e stampato dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato in collaborazione con Poste Italiane. Alla cerimonia interverranno rappresentanti del MIMIT, dell’IPZS e di Poste Italiane. A seguire sarà presentata la monografia edita da Archeo dedicata a San Casciano dei Bagni “Sette anni a San Casciano dei Bagni”, a cura di Emanuele Mariotti, Ada Salvi e Jacopo Tabolli. Al desk allestito da Poste Italiane all’ingresso del Comune di San Casciano dei Bagni sanno disponibili, con annullo del primo giorno di emissione, il francobollo e tutti i prodotti filatelici correlati, compresa la cartella filatelica completa a tre ante.
Padova. Al Liviano la giornata di studi “L’immaginario delle cose. Raffigurazioni di oggetti nell’Italia preromana”. Ecco il programma
Mercoledì 16 aprile 2025, dalle 10, nell’aula Diano di Palazzo Liviano, in piazza Capitaniato 7 a Padova, giornata di studi “L’immaginario delle cose. Raffigurazioni di oggetti nell’Italia preromana” promossa dal dipartimento Beni culturali dell’università di Padova all’interno del Progetto PRIN “De Rerum Figura. Things inside Images in pre-Roman Italy – DRF”. Si inizia alle 10 con i saluti istituzionali della direttrice del dipartimento Giovanna Valenzano; alle 10.15, apre i lavori Silvia Paltineri dell’università di Padova. I parte: OGGETTI STATICI, OGGETTI IN MOVIMENTO, OGGETTI IN SCENA. Alle 10.30, Silvia Paltineri, Michele Cupitò (università di Padova), “Vesti, ornamenti e mobilio nella scena nuziale dello specchio di Castelvetro”; 11, Micol Masotti (università di Padova), “I carri nel corpus delle stele figurate di Padova preromana”; 11.30, Paolo Rondini (università di Pavia), Alberto Marretta (parco archeologico di Seradina-Bedolina, Capo di Ponte), “Il carro nel patrimonio figurativo protostorico camuno fra realtà e rappresentazione”; 12, Elena Pontelli (Scuola IMT Alti Studi Lucca), “Oggetti messi in scena: il caso delle “cose” appese nella pittura tombale etrusca”; 12.30, pausa pranzo. II parte: OGGETTI IN MUTAMENTO. Alle 14, Federico Prandoni (università di Pavia), “La coroplastica a stampo e le sue trasformazioni. Aggiunte e modifiche di elementi figurativi nelle versioni tarantine”; 14.30, Stefano Ordanini (università Statale di Milano), “Abiti e ornamenti nella coroplastica tarantina: indizi di mutamento semantico?”; 15, Andrea Giunto, Silvia Paltineri (università di Padova), “Attributi in mutamento nei votivi figurati di Villa di Villa… e oltre”; 15.30, discussione; 16, Maurizio Harari (università di Pavia), conclusioni; 16.30, chiusura dei lavori
Roma. Al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia presentazione del libro “La più antica produzione ceramica falisca a figure rosse” di Angela Pola che poi cura una visita guidata alla sezione falisca dell’Etru
Venerdì 7 marzo 2025, alle 15.30, in sala Fortuna al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia presentazione del libro “La più antica produzione ceramica falisca a figure rosse” di Angela Pola, edito da Giorgio Bretschneider. Introduce Luana Toniolo, direttrice del museo di Villa Giulia. Intervengono Giuseppe Sassatelli, Istituto nazionale di Studi etruschi e italici; Maurizio Harari, università di Pavia. Alle 17.30, Maria Cristina Biella, Sapienza università di Roma. Visita guidata alla sezione falisca del Museo a cura di Angela Pola, università di Pavia. Ingresso libero fino ad esaurimento posti. Prenotazioni all’indirizzo mail: mn-etru.comunicazione@cultura.gov.it.

Copertina del libro “La più antica produzione ceramica falisca a figure rosse” di Angela Pola (Giorgio di Bretschneider)
La più antica produzione ceramica falisca a figure rosse. Con la presentazione di circa 500 esemplari, molti dei quali inediti, il libro analizza per la prima volta in modo comprensivo la produzione falisca a figure rosse della fase più antica e non ancora standardizzata. Oltre ad una solida suddivisione in botteghe e pittori, imprescindibile per ricostruire storicamente la nascita, lo sviluppo e l’evoluzione della produzione, il lavoro propone un quadro quanto più completo possibile dell’immaginario figurativo utilizzato, della costruzione delle scene, della sintassi delle forme ceramiche e dei rapporti tra forma e decorazione con il fine di investigare il significato assunto dai vasi nel loro contesto di provenienza.

Angela Pola (università di Pavia)
Angela Pola è ricercatore a tempo determinato in etruscologia ed antichità italiche presso il dipartimento di Studi umanistici dell’università di Pavia e Departemental Lecturer in Etruscan and Early Italic Archaeology presso la Faculty of Classics dell’università di Oxford. I suoi principali interessi di ricerca si concentrano sulla cultura materiale di area etrusco/italica.
Arezzo. Al museo Archeologico nazionale “Gaio Cilnio Mecenate” presentazione del libro di Orazio Licandro “Cesare deve morire. L’enigma delle Idi di Marzo”: rilettura approfondita e innovativa di uno dei più interessanti enigmi dell’antichità
L’assassinio di Giulio Cesare è stato di certo un evento cardinale nella storia di Roma repubblicana. Come Alessandro Magno, anche Cesare mirava forse a conquistare un vasto impero? Temevano i cesaricidi che tornasse in patria in trionfo, accolto dalla folla come un nuovo sovrano di stampo ellenistico? Partendo da queste domande, e alla luce dei nuovi ritrovamenti e delle nuove scoperte in campo epigrafico, il saggio di Orazio Licandro offre una rilettura approfondita e innovativa di uno dei più interessanti enigmi dell’antichità, una di quelle vicende sulle quali la Storia e la storiografia non smettono mai di interrogarsi. Venerdì 24 novembre 2023, alle 17, nella Sala delle Ceramiche del museo Archeologico nazionale “Gaio Cilnio Mecenate” e anfiteatro romano di Arezzo sarà presentato il libro di Orazio Licandro “Cesare deve morire. L’enigma delle Idi di Marzo” (Baldini+Castoldi). Introdurranno e dialogheranno con l’autore Maria Gatto (direttrice del Museo), Annalisa Gualdani (università di Siena, Polo di Arezzo), Valerio Marotta (università di Pavia), Iolanda Ruggiero (università di Siena, Polo di Arezzo) ed Emanuele Stolfi (università di Siena).

Copertina del libro “Cesare deve morire. L’enigma delle Idi di marzo” di Orazio Licandro
“Cesare deve morire. L’enigma delle Idi di Marzo”. L’assassinio di Giulio Cesare – evento cardinale nella storia della repubblica romana – è stato studiato e analizzato per secoli: la storiografia moderna sembra concordare sul fatto che i tre cesaricidi abbiano agito per impedire il disegno del generale di instaurare la monarchia a Roma attraverso la dittatura a vita, uno strumento assolutamente inedito e che minacciava di sconvolgere l’ordine istituzionale e sociale costituito. Tuttavia, il recente ritrovamento di una tavola su cui è inciso l’elenco delle liste magistratuali del 45-44 a.C., gli anni in cui maturò e si realizzò la congiura, riapre la discussione: Cesare era infatti stato già nominato dictator perpetuus; ma l’aggettivo perpetuus non significava “a vita”. Se Cesare non voleva farsi re, allora cosa cercavano di impedire Gaio Cassio, Marco e Decimo Bruto? E quale fu il vero ruolo di Antonio? Attraverso un’analisi attenta e dettagliata delle fonti antiche e della storiografia moderna, Orazio Licandro rilegge l’intera vicenda e, scandagliando i fondali oscuri della lotta politica, presta ascolto a un altro grande condottiero, sorta di alter ego di Cesare, ovvero Napoleone: anche lui, infatti, sospettava che ci fosse un’altra ragione dietro l’omicidio di un uomo che, col suo potere e la sua geniale irruenza, avrebbe potuto cambiare il corso della Storia. La sua azione militare, del resto, dopo la conquista esemplare della Gallia, era orientata verso Oriente come a voler ripercorrere le orme di un idolo del passato: Alessandro Magno.
Capena (Rm). All’Antiquarium la conferenza di Massimiliano Di Fazio (università di Pavia) “Io, Feronia: vita e morte di una dea dell’Italia preromana” nell’ambito del ciclo di incontri “Conversando su Lucus Feroniae”
Nell’ambito del ciclo di conferenze dal titolo “Conversando su Lucus Feroniae”, si terrà sabato 28 ottobre 2023, alle 16.00, un incontro dedicato all’approfondimento del culto della dea Feronia. Appuntamento all’antiquarium dell’area archeologica di Lucus Feroniae a Capena (Rm) con la conferenza di Massimiliano Di Fazio “Io, Feronia: vita e morte di una dea dell’Italia preromana”. L’ intervento di Massimiliano Di Fazio si inserisce in una serie di studi dedicati alle religioni e alle divinità dell’Italia antica, a cavallo tra preromano e romano. Proprio alla dea Feronia, l’autore Massimiliano Di Fazio docente di Archeologia dell’Italia preromana all’università di Pavia, ha dedicato una monografia e delle ricerche, che verranno presentati e discussi con il pubblico. Un secondo appuntamento è in programma per sabato 18 novembre 2023, sempre alle 16, nel corso del quale Stephen Kay (British School at Rome) illustrerà al pubblico i risultati di indagini geofisiche svolte nell’area archeologica in anni recenti.





A Capo di Ponte (Bs) sul versante orientale della Valle Camonica c’è una collinetta denominata “Dos dell’Arca” dove, nel 1957, l’alpinista e studioso Gualtiero Laeng per primo segnalò la presenza di strutture e reperti preistorici. Le indagini condotte dall’università di Pavia (Progetto Quattro Dossi, 2016-2023) hanno offerto nuovi spunti di riflessione sulla frequentazione di questo dosso e degli altri tre con cui era in relazione. Fino al 22 giugno 2025, al MUPRE – museo nazionale della Preistoria della Valle Camonica di Capo di Ponte (Bs), la mostra “4000 anni a Dos dell’Arca”, a cura di Paolo Rondini, Alberto Marretta, Maria Giuseppina Ruggiero, espone per la prima volta i reperti che, insieme alle incisioni rupestri, raccontano le vicende di Dos dell’Arca dal Neolitico fino alla romanizzazione, lungo 4000 anni di storia, e fa il punto sulle indagini archeologiche in corso a Dos dell’Arca che – insieme agli altri tre dossi vicini (Piè, Fondo Squaratti e Quarto Dosso) – presenta rilevanti tracce di frequentazione umana dal Neolitico all’età del Ferro ed è tra i contesti più interessanti per la ricerca archeologica e per l’arte rupestre del territorio camuno. L’esposizione, frutto della collaborazione tra la direzione regionale Musei nazionali Lombardia, la soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per le province di Bergamo e Brescia e l’università di Pavia, è un viaggio alla scoperta di relazioni e contatti dentro e fuori la Valle Camonica e ruota attorno al binomio archeologia e arte rupestre. E non poteva essere diversamente in un territorio famoso in tutto il mondo per le sue incisioni, divenute patrimonio mondiale dell’UNESCO nel 1979.













Gli oggetti hanno un’anima e una storia che passa attraverso le mani degli artigiani che li hanno forgiati e di coloro che li hanno usati. Ecco il senso dell’archeologia: far parlare il tempo attraverso le cose, per ricostruire l’impossibile fotografia del passato. Il 13 dicembre 2023, alle 18, nell’aula Odeion della facoltà di Lettere di Sapienza università di Roma, in piazzale Aldo Moro 5, presentazione del libro “Un frammento alla volta. Lezioni dall’archeologia” (Il Mulino) di Marcella Frangipane. Dopo i saluti di Arianna Punzi, preside della facoltà di Lettere, e di Giorgio Piras, direttore del dipartimento di Scienze dell’Antichità, intervengono Andrea Cardarelli (Sapienza università di Roma), Clelia Mora (università di Pavia), Guglielmo Chiodi (Sapienza università di Roma) e Giulio Palumbi (università di Bari – Cnrs). Moderano Francesca Balossi Restelli e Lucia Mori (Sapienza università di Roma).

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