Ischia di Castro (Vt). Al museo civico Archeologico “Pietro e Turiddo Lotti” la mostra “Il ritorno della biga. Carri etruschi da Castro, Vulci e Tarquinia” per il ritorno a casa della celebre biga in bronzo rinvenuta nel 1967
Al museo civico Archeologico “Pietro e Turiddo Lotti” di Ischia di Castro (Vt) venerdì 4 agosto 2023, alle 18, sarà inaugurata la mostra “Il ritorno della biga. Carri etruschi da Castro, Vulci e Tarquinia”, visitabile dal 5 agosto al 31 dicembre 2023, che vuole celebrare il ritorno, nella località da cui proviene, della celebre Biga in bronzo, datata al 530-520 a.C. e rinvenuta nel 1967 grazie alle ricerche condotte dal Centro belga di Studi etrusco-italici nella necropoli etrusca di Castro. La Tomba della Biga, che ha preso il nome del currus etrusco, è oggi visitabile nel parco archeologico Antica Castro e il video della scoperta si potrà ammirare al museo di Ischia di Castro. Insieme alla Biga di Castro sono esposti altri due esempi importanti di carri etruschi: il calesse femminile rinvenuto a Tarquinia, negli scavi dell’università di Torino, all’interno del Tumulo della Regina, risalente alla prima metà del VII secolo a.C. e quello proveniente dalla Tomba delle Mani d’Argento (640-630 a.C.), scavato dalla Soprintendenza insieme alla Fondazione Vulci, nella necropoli dell’Osteria a Vulci. Da questa ricca tomba provengono anche la testiera di cavallo con i preziosi finimenti bronzei, il collare e alcuni morsi equini in ferro, che completano l’esposizione. La mostra è stata fortemente voluta dal Comune di Ischia di Castro – museo civico Archeologico “Pietro e Turiddo Lotti” e ha visto il coinvolgimento della soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale, della direzione regionale Musei del Lazio – museo nazionale Etrusco Rocca Albornoz, della soprintendenza speciale di Roma, della Fondazione Vulci e della rivista Archeo, come media partner.
Adria. Il museo Archeologico nazionale aperto a Ferragosto: occasione per visitare le collezioni che illustrano l’antica città greco-etrusca e poi romana

“Ebbene sì, il 15 agosto il museo Archeologico nazionale di Adria è aperto dalle 14.30 alle 19.30! Ricordiamo che la biglietteria chiude mezz’ora prima e… vi aspettiamo”. Il museo illustra le caratteristiche della città antica, greca ed etrusca, in stretta relazione con gli approdi costieri di San Basilio e Corte Cavanella di Loreo; sono illustrate le caratteristiche della vita quotidiana, dei rituali funerari, il delicato passaggio all’epoca romana e la fase romana imperiale, con particolare attenzione alla sua caratteristica di città multietnica, vero ricettacolo di diverse tradizioni, lingue, cultura, istanze religiose. Tra i nuclei più importanti delle collezioni museali si collocano i numerosi reperti di ceramica attica a figure nere e rosse, i preziosi rinvenimenti dalle necropoli, arcaiche ed ellenistiche, arricchite da oggetti in ambra e pasta vitrea oltre che dalla gioielleria etrusca in oro e argento. Famosa è la cosiddetta “Tomba della Biga”, del III secolo a.C., con carro deposto con la sua pariglia di cavalli e con un terzo cavallo, da sella, al seguito. Il contesto di scavo, interamente recuperato nel 1938, forma uno dei focus di attenzione nella visita delle necropoli ellenistiche. Nelle sezioni dedicate alla romanizzazione e all’età imperiale spiccano i documenti di riorganizzazione del territorio, come il miliare di Popilio Lenate, che testimonia del transito della via Popillia in città, e alcune decorazioni di carattere monumentale. L’attenzione è attratta dalla spettacolare vetrina dei vetri romani, dove vetri soffiati a mano libera e in matrice, a nastri policromi, murrini, a reticolo, ad intaglio sono valorizzati attraverso una gestione computerizzata dell’illuminazione.
Adria. Ha riaperto il museo Archeologico nazionale in sicurezza. Occasione per (ri)vedere la tomba della Biga o la grande lekythos a figure nere con Eracle e le Amazzoni: magari con l’abbonamento annuale
Il virus si avvicina, tenta di entrare in museo, ma il Minotauro lo ferma: così la riapertura del museo Archeologico nazionale di Adria è in piena sicurezza. Da sabato 20 giugno 2020 il museo Archeologico nazionale di Adria e il suo parco alberato sono riaperti al pubblico. Orario estivo 2020: dal martedì al sabato 14.30 – 19.30; domenica e festivi 15 – 19.30; lunedì chiuso. “In caso di forte affluenza”, spiegano alla direzione, “gli ingressi verranno contingentati. È obbligatorio l’uso della mascherina. Mantenere la distanza di sicurezza: 1,5 metri (i gruppi famigliari rimangono uniti). Igienizzare le mani con il gel disposto lungo il percorso museale. All’entrata verrà rilevata la temperatura corporea”. Biglietto di ingresso: intero, 4 euro; ridotto (18-25 anni), 2 euro; gratuito: 0-18 anni e gratuità di legge. E c’è un’importante novità: l’abbonamento annuale. “Il nipotino ti chiede di tornare a vedere (e ri-vedere…) i cavalli della Tomba della Biga? Hai un lontano parente in visita e vuoi fargli da Cicerone? Cerchi un luogo di riposo, pace e bellezza dopo una giornata di shopping, una passeggiata lungo l’argine del Canalbianco o dopo una visita al vicino Ospedale? O, più semplicemente, andare al museo ti piace, con i suoi vetri famosi in tutto il mondo, il suo racconto a colori e la possibilità di imparare sempre qualcosa sulla storia dell’intero Mediterraneo?”, chiedono provocatoriamente al museo. La risposta è facile: “Allora, l’abbonamento annuale fa per te! Al costo di 12 euro ti verrà rilasciato un biglietto nominativo valido 365 giorni con il quale potrai visitare il museo un numero illimitato di volte. Perché, il museo, è anche per te un luogo magico di questa bella città”.
“Imperdibile! La Tomba della Biga ti aspetta al museo Archeologico nazionale di Adria, che è aperto per tutta l’estate in orario pomeridiano”. La Tomba della Biga del III sec. a.C. è una sepoltura di tre cavalli e un carro dalla necropoli del Canal Bianco ad Adria. La tomba, rinvenuta nel 1938 ad Adria, fa parte di una più vasta area funeraria di epoca etrusca e romana. Il rito funebre ha comportato il sacrificio di tre cavalli, due dei quali attaccati ad un carro. Si riconoscono dei morsi detti ad omega e una punta di lancia (forse usata per il sacrificio), entrambi del III secolo a.C. Rimane un enigma: il destinatario di questo sacrificio. Il terreno circostante appariva però sconvolto, forse da una violazione, mentre una ricca tomba di un giovane si rinveniva a circa 15 metri di distanza. Nei pressi della biga si rinveniva anche la semplice sepoltura di un giovane, che indossava un torquis celtico in bronzo.
I visitatori troveranno anche un altro capolavoro: la grande lekythos a figure nere rientrata dal museo nazionale Atestino di Este dove era esposta nell’ambito della mostra “Veleni e magiche pozioni”. Questo vaso è unico nel suo genere: solitamente le lekythoi, usate dai greci come porta-profumi pregiati, sono di piccole dimensioni. La lekythos di Adria, invece, è di proporzioni davvero uniche. Misura 30 cm, ma con il piede e il collo doveva arrivare almeno a 50 cm. È stata rinvenuta dalla famiglia Bocchi presso la chiesa della Tomba. È stata dipinta da un pittore della cerchia di Antimenes attorno all’anno 530 a.C. Da poco, grazie ad un intenso lavoro di ricomposizione e di restauro, sono stati aggiunti alcuni frammenti, ritrovati tra le migliaia conservati nei depositi. Tra questi, la parte mancante dell’Amazzone trafitta da Eracle. Ora la scena è completa in tutta la sua drammaticità. Nel video con foto di Olivo Bondesan focus sulla decorazione della spalla: la lotta di Eracle e i suoi compagni contro le Amazzoni.
#iorestoacasa. Il museo Archeologico nazionale di Altino ci fa conoscere un secondo reperto “imperdibile”: i cavalli veneti o, meglio, le sepolture di cavalli. E per i bambini propone la lettura di una favola con sorpresa finale
Vado alle Gallerie degli Uffizi per vedere la Venere del Botticelli. E vado ad Altino per vedere…? I cavalli veneti, il secondo reperto “imperdibile” proposto dalla direzione del museo nazionale e area archeologica di Altino rispettando #iorestoacasa. Del resto i cavalli veneti erano un “mito” nel mondo antico, quasi uno status symbol come oggi è per noi una Ferrari. “Era il 440 a.C. quando Leonte di Sparta vinse le Olimpiadi. Guidava cavalli veneti.”, ricordano gli archeologi di Altino. “Qualche decennio più tardi, Dionisio, il tiranno di Siracusa, scelse di allevare i cavalli veneti, perché erano i migliori nella corsa. Fu così che i Greci li conobbero e in breve divennero i più ambiti nei più prestigiosi agoni sportivi. Per gli antichi, ogni eccellenza era un dono divino ed era d’obbligo rendere grazie. I Veneti, infatti, erano soliti sacrificare a Diomede un cavallo bianco. Non sappiamo nei dettagli come si svolgesse il sacrificio, in quali occasioni e ogni quanto tempo. Poteva trattarsi di un rituale a sé o rendersi necessario in caso di vittoria in un agone importante o essere collegato alla morte del padrone particolarmente potente e facoltoso. Quel che sappiamo è che le necropoli delle città venete ospitano spesso tombe di cavalli”. Ad Altino se ne contano 30, seppellite tra il V e il III secolo a.C. nella necropoli a nord della città. Sono quasi tutti cavalli maschi, nel fiore degli anni, per lo più inumati a coppie o a gruppi di tre, come nella celebre tomba della biga di Adria. Spesso indossano la bardatura. “Nessuno reca traccia di morte violenta sullo scheletro, ma un taglio alla gola non ne lascia. E’ possibile, ma non certo, che riposassero accanto ai loro padroni. Assistiamo, con questo, a una delle testimonianze più intime e umane del sentire e dell’agire di persone, vissute migliaia di anni prima di noi. Sacrificare quanto di più prezioso si possedeva era un gesto di estrema umiltà e abbandono verso la potenza del divino. Riservare all’amato animale una sepoltura pari a quella di una persona cara era il sommo tributo di gratitudine, pagato con l’incalcolabile prezzo della vita”.

La direttrice Marianna Bressan nella nuova aula didattica del museo Archeologico nazionale di Altino (foto Graziano Tavan)
Una favola per i bambini. Ma Marianna Bressan, direttrice del museo nazionale e dell’area archeologica di Altino, non solo ci fa conoscere gli “imperdibili”, così da memorizzarli e poi andarli a cercare in una futura visita al museo, ma non dimentica i bambini, per i quali sono pensati laboratori e incontri specifici. Ora, però, che i bambini sono costretti a casa come tutti noi ecco l’idea di raccontare loro una favola. Questa è la prima. “Una bella 🧸🎁 favola 🎁 🧸tutta da ascoltare e da guardare, scritta da Gabriella Bosmin e illustrata da Erica Schweizer. Le dà voce 🎤Maurizio Tonolo🎤, uno dei custodi del Museo. E allora…. cominciamo! (vedi: https://it-it.facebook.com/MuseoArcheologicoAltino/videos/208878290368915/). C’era una volta, ad Altino… il piccolo Tito, figlio del pastore Tiberio, un cagnolino cucciolo, le loro pecorelle e tanti altri animali…🐹🐑🐑🐑🦁🦌🐆
🤫 P.S. a un certo punto della storia i nostri protagonisti incontrano una 🧜♀👑 Signora magica 👑🧜♀. Attenzione, bambini e adulti, perché presto la incontreremo di nuovo!”. Editing video Francesca Farroni.
Una fanciulla grida atterrita da un atroce delitto… un essere mostruoso ruba un vaso e si dà alla fuga… ogni notte c’è chi rinasce per bere di nascosto… Succede al museo Archeologico nazionale di Adria ricco di segreti: molti saranno svelati con una visita.. da brivido in occasione di “Veneto spettacoli di mistero”
Chi è che ogni notte prende vita per bere di nascosto da un antico bicchiere? Chi è la fanciulla che grida, atterrita da un atroce delitto? Quale essere mostruoso ruba un vaso e si dà alla fuga? Domande su altrettanti segreti cui si potrà dare una risposta sabato 10 novembre 2018 partecipando a una visita… da brivido al museo Archeologico nazionale di Adria dove, con l’aiuto della torcia, si potrà far luce sui mille segreti custoditi tra le vetrine. La locandina dell’evento, in rigorosi caratteri gotici, attira l’attenzione e fa galoppare la fantasia. La rassegna regionale “Veneto spettacoli di mistero”, giunta alla decima edizione, approda per la prima volta al museo Archeologico nazionale di Adria. “L’idea è venuta alla Pro Loco di Adria che ci ha chiesto la collaborazione”, spiega la direttrice Alberta Facchi, “e noi abbiamo aderito al progetto con entusiasmo insieme all’associazione culturale Studio D”. Promosso dalla Regione Veneto, il Festival del Mistero è organizzato dalle Pro Loco aderenti all’Unpli, che danno vita a oltre duecento eventi finalizzati alla riscoperta delle tradizioni e degli aspetti più nascosti del patrimonio culturale del territorio. Il Festival, inoltre, rappresenta anche un’occasione per promuovere il turismo in una stagione tradizionalmente trascurata dai flussi tradizionali.
“Il museo Archeologico racchiude i segreti e gli enigmi dell’antica Adria”, interviene Letizia Guerra della Pro Loco di Adria. “Il luogo più idoneo, quindi, per proporre un’iniziativa che, attraverso atmosfere misteriose cariche di suggestioni, possa promuovere la conoscenza delle nostre radici e della nostra storia. Si è pensato, pertanto, di organizzare una visita guidata ai misteri del Museo, una vera visita da brivido”. Le fa eco Facchi: “Sappiamo che in archeologia non esistono misteri, ma situazioni, oggetti, strutture per i quali non riusciamo ancora a dare una risposta completa o almeno soddisfacente per mancanza di dati, lacune che gli archeologi sperano sempre di poter colmare con nuove ricerche e nuove scoperte. Ma ci piace l’idea che si possano scoprire in modo giocoso i segreti custoditi dai tesori conservati in museo”.
Gli amanti del mistero saranno felici di sapere che, tante scoperte archeologiche avvenute diverso tempo fa, in realtà presentano ancora oggi tanti interrogativi (non misteri, sia chiaro). Ad esempio: la “Tomba della biga”, la più famosa sepoltura di Adria, rinvenuta il 25 maggio 1938 durante lo scavo di un canale a sud della città, custodisce ancora l’enigma del destinatario del sacrificio di tre cavalli (probabilmente di provenienza orientale): un guerriero celtico o monumento rituale deposto nel centro della necropoli al cavallo, simbolo della divinità solare? E ancora si scoprirà chi ogni notte prende vita per bere di nascosto da un antico bicchiere, quale fanciulla grida, atterrita da un atroce delitto e quale essere mostruoso ruba un vaso e si dà alla fuga e chi sarà ricordato per sempre a causa del suo errore. La direttrice non dà anticipazioni. Per saperlo aspetta tutti gli appassionati sabato 10 novembre in museo. Alle 17.30 è prevista la prima visita guidata. Visto l’alto numero di richieste, ci sarà un secondo ingresso alle 18.30. Al termine è prevista una degustazione di dolcetti tipici legati alla tradizione del periodo autunnale. La quota di partecipazione corrisponde al biglietto di ingresso al museo: intero, 4 euro, dai 25 anni in su; ridotto, 2 euro, dai 18 ai 25 anni; gratuito sotto i 18 anni. Prenotazione obbligatoria: Pro Loco di Adria, tel. 042621675 o mail prolocoadria@gmail.com o su Fb www.facebook.com/pro.adria; e museo Archeologico nazionale di Adria, tel. 0426 21612 o mail pm-ven.museoadria@beniculturali.it o su Fb www.facebook.com/Museoarcheologicoadria.




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