Giornata speciale per Pompei: alla Palestra Grande apre la mostra “L’altra Pompei. Vite comuni all’ombra del Vesuvio”, con 300 reperti che raccontano la storia degli “ultimi”. E all’Auditorium la conferenza “Civita Giuliana: dall’indagine della Procura alla mostra L’Altra Pompei”, con il direttore Zuchtriegel e il procuratore Fragliasso, ultimo incontro dell’anno dell’associazione internazionale “Amici di Pompei”
Giornata speciale per Pompei quella di domani 15 dicembre 2023. Viene presentata ufficialmente e, dalle 14.30, sarà aperta al pubblico la mostra “L’altra Pompei. Vite comuni all’ombra del Vesuvio” alla Palestra Grande degli scavi, dove sarà visitabile per un anno, fino al 15 dicembre 2024. E alle 17, all’Auditorium, sempre degli scavi, appuntamento con l’ultima conferenza dell’anno promossa dall’associazione internazionale “Amici di Pompei”, dal tema strettamente connesso alla mostra: “Civita Giuliana: dall’indagine della Procura alla mostra l’Altra Pompei” con Gabriel Zuchtriegel, direttore generale del parco archeologico di Pompei, e Nunzio Fragliasso, procuratore della Repubblica di Torre Annunziata. Cui seguiranno gli auguri di fine anno da parte del presidente dell’associazione, Antonio Varone. L’ingresso alla conferenza è libero, ma se qualcuno – impossibilitato a partecipare – avesse piacere di seguirla, potrà guardare il video della conferenza che verrà pubblicato poi sul sito https://www.amicidipompei.com/.
LA MOSTRA. La vita quotidiana della popolazione comune, composta da schiavi, liberti, artigiani e lavoratori di varia categoria, quella Pompei spesso silenziosa nelle fonti antiche, è in primo piano nella mostra “L’altra Pompei. Vite comuni all’ombra del Vesuvio” in programma dal 15 dicembre 2023 alla Palestra grande degli scavi. Attraverso sette sezioni, circa trecento reperti e tre installazioni multimediali, il percorso espositivo consente di seguire idealmente il corso dell’esistenza di coloro che appartenevano a questa popolazione, dalla nascita fino alla morte indagandone le attività quotidiane, l’alimentazione, i rapporti personali, i costumi e gli svaghi, ma anche il rapporto con il mondo esterno e con la fede religiosa e l’aldilà. La mostra – sponsorizzata da American Express Italia – sarà inaugurata e presentata dal direttore del parco archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel.
LA CONFERENZA. Per l’ultimo incontro dell’anno, l’associazione internazionale “Amici di Pompei ETS”, ospita la conferenza “Civita Giuliana: dall’indagine della Procura alla mostra L’Altra Pompei”. A raccontare delle ultime scoperte dell’area extraurbana dell’antica città saranno il direttore del parco archeologico di Pompei Gabriel Zuchtriegel insieme al procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Torre Annunziata Nunzio Fragliasso. La campagna di scavo della villa di Civita Giuliana, sita in un’area a circa 700 metri a Nord-Ovest delle mura dell’antica città sotterrata dalla furia del Vesuvio del 79 d.C., nasce dalla sinergia, necessaria per fermare scavi clandestini e tutelare il patrimonio archeologico nazionale, tra il Parco Archeologico e la Procura della Repubblica di Torre Annunziata.
Lo scavo, di particolare interesse, ha portato alla luce diverse meraviglie, tra cui non solo il ricco carro nuziale, ora esposto nell’Antiquarium di Boscoreale, ma anche letti, mobilia, e oggetti che raccontano le condizioni di vita dei più umili, come è emerso dalla stanza degli schiavi. Tali scoperte sono tra le protagoniste della mostra “L’Altra Pompei. Vite comuni all’ombra del Vesuvio” curata dal direttore Gabriel Zuchtriegel e dal funzionario archeologo Silvia Martina Bertesago, che ha come obiettivo dare voce alle storie degli ultimi dell’antica città. “Siamo molto contenti”, afferma il presidente Antonio Varone, “che nell’evento di dicembre dell’Associazione, in cui faremo anche gli auguri per il nuovo anno, abbiamo l’occasione di ospitare un incontro sulle ultime scoperte di Civita Giuliana. La possibilità di ascoltare direttamente dal direttore Zuchtriegel e dal procuratore Fragliasso la storia di questo scavo. proprio nello stesso giorno dell’inaugurazione della mostra L’altra Pompei, dà forza alla mission dell’associazione come strumento per la divulgazione della conoscenza dell’antica realtà pompeiana”.
Pompei. In attesa della grande mostra “L’altra Pompei: vite comuni all’ombra del Vesuvio” nella Palestra Grande, c’è una piccola anticipazione in una bottega di via dell’Abbondanza: la ricostruzione di una branda dalla stanza degli schiavi di Civita Giuliana
Si avvicina il 15 dicembre 2023, la data di inaugurazione della mostra “L’altra Pompei: vite comuni all’ombra del Vesuvio”, allestita nella Palestra Grande dell’area archeologica di Pompei. E mentre non si ferma il lavoro di allestimento, nel Parco è possibile vedere una piccola anticipazione: la ricostruzione di una branda, un letto della tipologia più semplice nota, trovata nella villa extraurbana di Civita Giuliana, nella “stanza degli schiavi”. Il letto, composto da assi in legno e una rete di cordini e facilmente smontabile, è stato ricostruito con la tecnica dei calchi (vuoti nella cinerite lasciati da legno e tessuto vengono riempiti di gesso) ed è esposto, fino all’inaugurazione, sotto la scala (conservata come traccia nel muro) di una bottega su via dell’Abbondanza (regio I, insula 6, civico 12), a fianco della casa del Larario di Achille, dove si ipotizza fosse collocata un’officina ferraia con retrobottega e ambienti abitativi al primo piano. La copia è stata realizzata grazie a una scansione digitale, stampante 3D, tecnica FDM con materiale PLA di ottima qualità e rifinita a mano.
“Quello che vediamo rispecchia le condizioni di vita dell’80% delle persone che vivevano a Pompei”, spiega il direttore del Parco e curatore della mostra, Gabriel Zuchtriegel, “mentre le case ad atrio che siamo abituati a considerare caratteristiche dell’architettura domestica romana, in realtà rappresentano una piccola minoranza. La mostra vuole raccontare questa altra Pompei: la città dei ceti medio e basso, degli artigiani, dei negozianti, delle prostitute, dei liberti e degli schiavi. La gente comune che è rimasta nell’ombra dei grandi eventi della storia, ma la cui vita a Pompei può essere ricostruita in maniera unica. Quest’anno, la brandina, sotto la scala di una bottega pompeiana, è la nostra versione del presepe natalizio, di cui Papa Francesco dice che deve parlare alla vita: lo spazio degli ultimi dove la vita non è scontata ma un regalo prezioso.”
“Il letto è parte di una stanza di soli 16 mq, in cui vivevano probabilmente tre servi. La copia dell’intero contesto, ricreata grazie ai calchi, così come la riproduzione di altri due ambienti della Casa del Larario, costituiranno il fulcro della mostra”, sottolinea la co-curatrice della mostra, Silvia Bertesago. “Questi ambienti sono stati teatro di vite reali, vite di persone comuni, vere protagoniste del percorso espositivo. In esso, attraverso sette sezioni e circa trecento reperti, si seguirà idealmente il corso dell’esistenza di coloro che appartenevano alla fascia sociale medio-bassa, partendo dalla nascita fino alla morte e attraversandone vari aspetti. Grazie ad un sistema ideato per l’app My Pompeii il visitatore potrà inoltre sorteggiare la propria identità antica, comprendendo quanto fosse normale e facile essere una delle tante persone comuni che abitavano uno spazio anonimo, che potrà poi essere fisicamente raggiunto seguendo le indicazioni fornite dall’applicazione stessa”.
In libreria “Il mondo nascosto di Pompei” di Massimo Osanna con Luana Toniolo: i due archeologi ci accompagnano “dentro il cantiere” di Civita Giuliana, nell’operatività della moderna archeologia, restituendoci l’emozione della scoperta e la passione del loro lavoro
È il 2017 quando la Procura di Torre Annunziata contatta il parco archeologico di Pompei. La proposta è chiara: intraprendere indagini congiunte per stabilire le responsabilità dei tombaroli e degli “scavatori” non autorizzati che stanno saccheggiando – ultimi di una lunga serie di clandestini – il territorio vesuviano. Nasce da qui l’avventura di ricerca raccontata nel libro “Il mondo nascosto di Pompei” di Massimo Osanna con Luana Toniolo (Rizzoli, in libreria da aprile 2022): si ricomincia a scavare a Civita Giuliana, là dove, si sapeva da indagini di inizio secolo, era il complesso di un’antica villa. E gli straordinari risultati sono già chiari dal sottotitolo “Il carro della sposa, la stanza degli schiavi e le ultime scoperte”. E gli autori sono una garanzia oltre che i protagonisti di quelle ricerche.
Massimo Osanna è professore ordinario di Archeologia classica all’università di Napoli Federico II. Ha insegnato nell’università della Basilicata, a Matera, dove ha diretto la Scuola di Specializzazione in Beni archeologici; è stato visiting professor in prestigiosi atenei europei e ha promosso scavi e ricerche in Italia meridionale, Grecia, Francia. Dal 2014 al 2015 ha diretto la soprintendenza speciale di Pompei; dal 2016 è direttore generale del parco archeologico, riconfermato per un altro mandato nel 2019.
Luana Toniolo è dal 2017 funzionario archeologo del parco archeologico di Pompei, precedentemente componente della segreteria tecnica del Grande Progetto Pompei. Ha insegnato Antichità pompeiane ed ercolanesi all’università di Napoli “Federico II”. Specialista di ceramica romana, ha lavorato all’estero nella missione italiana a Hierapolis di Frigia (Turchia) e nella missione tedesca a Schedia (Egitto). Nel 2022 è stata nominata direttore della Direzione regionale Musei Sardegna.
Seguendo gli interventi dei clandestini in un’area oggi densamente abitata, il team del Parco guidato dall’allora direttore Massimo Osanna avvia una campagna di scavi destinata a restituire, tra momenti di delusione per i reperti distrutti o trafugati dai tombaroli, scoperte sensazionali: nuove vittime di cui si riesce a realizzare i calchi in gesso (dopo trent’anni dagli ultimi) (vedi Eccezionale scoperta a Pompei. Nella villa suburbana di Civita Giuliana ritrovati i corpi integri di due fuggiaschi, il padrone col suo schiavo, vittime dell’eruzione: la tecnica ottocentesca della colatura di gesso restituisce “l’impronta del dolore”, una scena di morte e disperazione | archeologiavocidalpassato), una stalla con tre cavalli (il primo calco equino mai realizzato a Pompei) (vedi Pompei. Eccezionale scoperta nella lussuosa villa suburbana di Civita Giuliana, saccheggiata dai tombaroli: nella stalla trovato un terzo cavallo di razza da parata con bardature militari. Osanna: “Nel 2019 fondi per esproprio terreni, completare lo scavo e aprire il sito al pubblico” | archeologiavocidalpassato), una sepoltura successiva all’eruzione del 79 d.C. Poi, in un ambiente limitrofo, un reperto eccezionale e unico nel suo genere: un pilentum, un fastoso carro da cerimonia finemente decorato, di cui si aveva traccia solo nelle fonti scritte. Praticamente intatto, solo sfiorato dai tunnel dei clandestini, conserva ancora i meravigliosi medaglioni a tema erotico (vedi Nuova eccezionale scoperta nella lussuosa villa di Civita Giuliana (Pompei): scoperto un carro da parata (pilentum) integro, con decorazioni erotiche, forse per una cerimonia nuziale. Osanna: “Un unicum in Italia. Grazie all’intesa Parco archeologico di Pompei e Procura di Torre Annunziata per contrastare le attività dei tombaroli” | archeologiavocidalpassato).
Attraverso un’accurata ricostruzione del territorio oltre le mura di Pompei e delle ville che punteggiavano la campagna, Massimo Osanna e Luana Toniolo ci accompagnano dentro il cantiere di Civita Giuliana, nell’operatività della moderna archeologia, restituendoci l’emozione della scoperta e la passione del loro lavoro. Fino all’ultimo ritrovamento: una stanza abitata da una famiglia di schiavi che, a distanza di duemila anni dalla tragica eruzione, ci restituisce la vita quotidiana delle classi subalterne, quelle che meno – fino a oggi – avevano lasciato traccia di sé (vedi Pompei. Trovata la “stanza degli schiavi” nella lussuosa villa suburbana di Civita Giuliana, saccheggiata dai tombaroli. L’eccezionale nuova scoperta segue quella della stalla con tre cavalli e del carro cerimoniale. L’ambiente, che ospitava una famigliola, è perfettamente conservata e permetterà di acquisire nuovi interessanti dati sulle condizioni abitative e di vita degli schiavi a Pompei e nel mondo romano | archeologiavocidalpassato). Un viaggio della conoscenza che diventa anche un monito: il nostro patrimonio archeologico e museale è un tesoro da difendere, da rilanciare, da valorizzare ogni giorno. E la villa al centro di questo libro, scrive Osanna, può oggi trasformarsi “da luogo di razzia, di distruzione dissennata, in un sito emblematico di tutela dinamica. Un simbolo della lotta dello Stato contro la piaga dello scavo clandestino e del commercio di manufatti archeologici e opere d’arte”.
Pompei. Trovata la “stanza degli schiavi” nella lussuosa villa suburbana di Civita Giuliana, saccheggiata dai tombaroli. L’eccezionale nuova scoperta segue quella della stalla con tre cavalli e del carro cerimoniale. L’ambiente, che ospitava una famigliola, è perfettamente conservata e permetterà di acquisire nuovi interessanti dati sulle condizioni abitative e di vita degli schiavi a Pompei e nel mondo romano
La stanza è piccola, senza affreschi alle pareti e mosaici al pavimento, ma decorosa, sufficiente a contenere due letti grani e uno più piccolo, qualche oggetto personale, qualche anfora poggiata negli angoli-ripostiglio, brocche in ceramica, il “vaso da notte”, e poi un timone di carro e una cassa con oggetti in metallo e tessuti forse finimenti di cavalli: è la stanza degli schiavi, di una famigliola chiamata a governare i cavalli, in uno straordinario stato di conservazione, l’ultima eccezionale scoperta nella grande villa suburbana di Civita Giuliana, a un tiro di schioppo da Pompei, indagata dal 2017 e dalla quale sono già emersi – nel quartiere servile – un carro cerimoniale e una stalla con i resti di 3 equini, di uno dei quali è stato possibile realizzare il calco (vedi Pompei. Eccezionale scoperta nella lussuosa villa suburbana di Civita Giuliana, saccheggiata dai tombaroli: nella stalla trovato un terzo cavallo di razza da parata con bardature militari. Osanna: “Nel 2019 fondi per esproprio terreni, completare lo scavo e aprire il sito al pubblico” | archeologiavocidalpassato). Lo scavo offre uno sguardo straordinario su una parte del mondo antico che normalmente rimane all’oscuro, dalla quale affiora uno spaccato rarissimo della realtà quotidiana degli schiavi. Grazie all’affinamento della tecnica dei calchi inventata da Giuseppe Fiorelli nell’Ottocento, sono stati portati alla luce letti e altri oggetti in materiali deperibili, che permettono di acquisire nuovi interessanti dati sulle condizioni abitative e di vita degli schiavi a Pompei e nel mondo romano.
Lo scavo dell’ambiente rientra in un’attività che il parco archeologico di Pompei sta portando avanti insieme alla Procura di Torre Annunziata, guidata dal procuratore capo Nunzio Fragliasso. Risale a pochi mesi fa il rinnovo di un protocollo d’intesa tra Procura e Parco archeologico per il contrasto alle attività di scavo clandestino nel territorio pompeiano, che vede impegnati anche il Nucleo Tutela Patrimonio Culturale Campania e il Nucleo investigativo Torre Annunziata dell’Arma dei Carabinieri (vedi Contrasto al saccheggio e al traffico di reperti archeologici: rinnovato per altri due anni il protocollo di intesa tra il Parco archeologico di Pompei e la Procura della Repubblica di Torre Annunziata | archeologiavocidalpassato).
Oggetto di un saccheggio sistematico per anni, dopo un’indagine della procura, la villa di Civita Giuliana è dal 2017 oggetto di scavi stratigrafici che hanno restituito una serie di nuovi dati e scoperte a cui si aggiunge ora la stanza degli schiavi. Purtroppo, anche in questo ambiente, una parte del patrimonio archeologico è andato perduto a causa dei cunicoli scavati dai tombaroli che, in tutta la villa, hanno creato un danno complessivo che è stato stimato in quasi 2 milioni di euro (vedi Scavi clandestini, saccheggio e traffico di reperti archeologici: da Pompei parte un modello pilota. Firmato un protocollo d’intesa con il Tribunale di Torre Annunziata. Il caso di Civita Giuliana | archeologiavocidalpassato).
“Si tratta di una finestra nella realtà precaria di persone che appaiono raramente nelle fonti storiche, scritte quasi esclusivamente da uomini appartenenti all’élite, e che per questo rischiano di rimanere invisibili nei grandi racconti storici”, dichiara il direttore generale del parco archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel. “È un caso in cui l’archeologia ci aiuta a scoprire una parte del mondo antico che conosciamo poco, ma che è estremamente importante. Quello che colpisce è l’angustia e la precarietà di cui parla questo ambiente, una via di mezzo tra dormitorio e ripostiglio di appena 16 mq, che possiamo ora ricostruire grazie alle condizioni eccezionali di conservazione create dall’eruzione del 79 d.C. È sicuramente una delle scoperte più emozionanti nella mia vita da archeologo, anche senza la presenza di grandi ‘tesori’: il tesoro vero è l’esperienza umana, in questo caso dei più deboli della società antica, di cui questo ambiente fornisce una testimonianza unica”.
“Pompei è la prova che quando l’Italia crede in sé stessa e lavora come una squadra raggiunge traguardi straordinari ammirati in tutto il mondo”, interviene il ministro della Cultura, Dario Franceschini. “Questa nuova incredibile scoperta a Pompei dimostra che oggi il sito archeologico è diventato non soltanto una meta tra le più ambite al mondo, ma anche un luogo dove si fa ricerca e si sperimentano nuove tecnologie. Grazie a questo nuovo importante ritrovamento si arricchisce la conoscenza sulla vita quotidiana degli antichi pompeiani, in particolare di quella fascia della società ancora oggi poco conosciuta. Pompei è un modello di studio unico al mondo”.
Il rinvenimento è avvenuto non lontano dal portico dove, nel mese di gennaio 2021, fu scoperto un carro cerimoniale che attualmente è oggetto di interventi di consolidamento e restauro (vedi Nuova eccezionale scoperta nella lussuosa villa di Civita Giuliana (Pompei): scoperto un carro da parata (pilentum) integro, con decorazioni erotiche, forse per una cerimonia nuziale. Osanna: “Un unicum in Italia. Grazie all’intesa Parco archeologico di Pompei e Procura di Torre Annunziata per contrastare le attività dei tombaroli” | archeologiavocidalpassato). A pochi passi dal luogo in cui il prezioso veicolo fu parcheggiato e non lontano dalla vicina stalla scavata nel 2018, ora emerge uno degli alloggi modesti degli addetti che si occupavano del lavoro quotidiano in una villa romana, inclusa la manutenzione e la preparazione del carro.
Nell’ambiente, dove sono state trovate tre brandine in legno, infatti, è stata rinvenuta una cassa lignea con oggetti in metallo e in tessuto che sembrano far parte dei finimenti dei cavalli. Inoltre, appoggiato su uno dei letti, è stato trovato un timone di un carro, di cui è stato effettuato un calco.
I letti sono composti da poche assi lignee sommariamente lavorate che potevano essere assemblate a seconda dell’altezza di chi li usava. Mentre due hanno una lunghezza pari a 1,70 m circa, un letto misura appena 1,40 m per cui potrebbe essere di un ragazzo o di un bambino. La rete dei letti è formata da corde, le cui impronte sono parzialmente leggibili nella cinerite, e al di sopra delle quali furono messe coperte in tessuto, anch’esse conservate come cavità nel terreno e restituite attraverso il metodo dei calchi. Al di sotto delle brandine si trovavano pochi oggetti personali, tra cui anfore poggiate per conservare oggetti, brocche in ceramica e il “vaso da notte.”
L’ambiente era illuminato da una piccola finestra in alto e non presentava decorazioni parietali. Oltre a fungere da dormitorio per un gruppo di schiavi, forse una piccola famiglia come lascerebbe intuire la brandina a misura di bambino, l’ambiente serviva come ripostiglio, come dimostrano otto anfore stipate negli angoli lascati appositamente liberi per tal scopo.
“Ancora una volta uno scavo nato dall’esigenza di tutela e salvaguardia del patrimonio archeologico, in questo caso grazie ad una proficua collaborazione con la procura di Torre Annunziata”, dichiara Massimo Osanna, direttore generale dei Musei, sotto la cui direzione al parco archeologico di Pompei sono stati avviate nel 2017 le attività di scavo a Civita Giuliana, “ci permette di aggiungere un ulteriore tassello alla conoscenza del mondo antico Lo studio di questo ambiente, che sarà arricchito dai risultati delle analisi in corso, ci permetterà di acquisire nuovi interessanti dati sulle condizioni abitative e di vita dagli schiavi a Pompei e nel mondo romano”.
“L’ulteriore significativo ritrovamento negli scavi di Civita Giuliana”, conclude il procuratore capo, Nunzio Fragliasso, “è l’ennesima conferma della sinergia tra la direzione del parco archeologico di Pompei e la Procura della Repubblica di Torre Annunziata e della efficacia del protocollo d’intesa stipulato tra le suddette Istituzioni che, con il prezioso apporto dell’Arma dei Carabinieri, ha portato, da un lato, alla condanna in primo grado degli autori degli scavi abusivi di Civita Giuliana e, dall’altro, al rinvenimento di beni archeologici di eccezionale rilevanza. In attuazione del suddetto protocollo continueranno le attività investigative e di ricerca sia presso gli scavi di Civita Giuliana che presso altri siti di scavi archeologici abusivi ricadenti nel territorio di Pompei”.
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