Valmontone (Rm). Durante le indagini archeologiche preliminari a un progetto PNRR, scoperto un tratto di strada romana perfettamente conservato che prosegue verso le Catacombe di Sant’Ilario

Il tratto di starda romana perfettamwente conservato scoperto a Valmontone (foto sapab-met-rm)
Nell’ambito delle indagini archeologiche preliminari al progetto PNRR Valmontone (RM), Catacombe di S. Ilario, “Miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale e ambientale attraverso la valorizzazione del parco archeologico Catacombe di S. Ilario”, è stato messo in luce un tratto di basolato di una strada romana. Lo annuncia la soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma e la provincia di Rieti. Lo scavo è stato eseguito sotto la direzione scientifica del funzionario archeologo Gabriella Serio e coordinato sul campo dall’archeologa Maria Cristina Recco.

Archeologia preventiva a Valmontone (Rm): scoperto un tratto di strada romana (foto sabap-met-rm)
Perfettamente conservato alla profondità di ca. 1 un metro e 70 centimetri dal piano di campagna, è stato portato alla luce un tratto di ca. 30 metri, della larghezza di 4 metri che prosegue verso le Catacombe di Sant’Ilario, antico cimitero paleocristiano alto medievale tra i più importanti nel Lazio. La strada, costituita da grandi pietre poligonali basaltiche e dalla caratteristica conformazione a “schiena d’asino”, conserva in alcuni tratti l’originaria crepidine sul limite nordorientale.
Roma. In Curia Iulia la conferenza “Adriano e l’immagine dell’Egitto tra Villa Adriana, Roma e la Grecia” con Zaccaria Mari e Anna Maria Reggiani. In presenza e on line
Martedì 9 aprile 2024, alle 16.30, la Curia Iulia ospita la conferenza “Adriano e l’immagine dell’Egitto tra Villa Adriana Roma e la Grecia” a cura di Zaccaria Mari e Anna Maria Reggiani. Dopo i saluti di Alfonsina Russo, direttore del parco archeologico del Colosseo, e di Andrea Bruciati, direttore di Villa Adriana e Villa d’Este, intervengono Zaccaria Mari, già funzionario archeologo SABAP per l’area metropolitana di Roma e per la provincia di Rieti, e Anna Maria Reggiani, direttore emerito per l’Archeologia del ministero della Cultura. Ingresso da largo della Salara Vecchia. Prenotazione obbligatoria fino ad esaurimento posti via eventbrite: https://9aprile_adriano.eventbrite.it. L’incontro sarà trasmesso in streaming sulla pagina Facebook del Parco archeologico del Colosseo.

L’Antinoeion, il complesso egittizzante a Villa Adriana a Tivoli (foto PArCo)
L’allora soprintendenza per i Beni archeologici del Lazio, al fine di adeguare Villa Adriana ai livelli qualitativi richiesti dall’UNESCO – che nel 1999 aveva incluso il comprensorio nella lista del Patrimonio dell’Umanità-WHL – pianificò un ambizioso programma per offrire un’immagine più adeguata al contesto internazionale. Gli scavi e le ricerche si indirizzarono sui grandi edifici dell’intorno dell’Area archeologica, da sempre i meno noti. Tra i principali risultati si giunse nell’arco di circa un decennio alla scoperta del periplo stradale di accesso al Grande Vestibolo e al vicino complesso egittizzante denominato Antinoeion, all’altro sito “egizio” tradizionalmente noto come Palestra e al c.d. Tempio di Pluto. Oltre alla migliore conoscenza delle strutture architettoniche, insufficientemente rappresentate nelle piante storiche, ai preziosi reperti, soprattutto scultorei, tornati alla luce e alle decorazioni, gli scavi hanno costituito l’occasione per riconsiderare l’intera problematica dei luoghi egittizzanti della Villa, anche con i suoi addentellati a Roma e nel mondo greco, ove un ruolo preminente ebbe senza dubbio la figura di Antinoo.
Pratica di Mare (Pomezia, RM). Per il ciclo “Lavinium: archeologia e territorio” visite guidate ai XIII Altari e all’Heroon di Enea, dialogo sul vino nell’antichità e degustazioni
Archeologia e territorio nell’antica Lavinium: domenica 17 settembre 2023, dalle 16.30, torna l’appuntamento del ciclo “Lavinium: archeologia e territorio” con un’apertura straordinaria dell’area archeologica dei XIII Altari e dell’Heroon di Enea (Pratica di Mare, Pomezia), che prevede visite guidate a cura dei funzionari della soprintendenza per l’area metropolitana di Roma e la provincia di Rieti, Francesca Licordari e l’arch. Anna Paola Briganti. Ad arricchire questo appuntamento, che come ogni anno è possibile grazie alla collaborazione tra la Soprintendenza e il museo civico Archeologico Lavinium, sarà la chiusura della serata, dedicata a un dialogo sul vino nell’antichità, a cura di Federica Colaiacomo, direttore del Museo. Seguirà, infine, una degustazione di vini a cura della cantina Marco Carpineti di Cori. Ingresso gratuito senza necessità di prenotazione.
Lanuvio (Rm). Apre la mostra “1884-1892 Gli scavi di Lord Savile Lumley al Santuario di Giunone Sospita a Lanuvio”: a oltre 130 anni dal ritrovamento tornano a casa i reperti appartenenti al gruppo scultoreo di Licinio Murena
Domenica 10 settembre 2023, alle 18, il Museo Civico di Lanuvio inaugura la mostra “1884-1892 Gli scavi di Lord Savile Lumley al Santuario di Giunone Sospita a Lanuvio”, ospitata nelle Segrete di Palazzo Colonna-Il Cantinone. Grazie a una sinergia tra gli archeologi del Leeds City Museum, il Comune di Lanuvio nella persona del sindaco Andrea Volpi, il direttore del Museo Luca Attenni, la soprintendenza Archeologia belle arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma e la provincia di Rieti e il museo Archeologico nazionale di Napoli, saranno esposti per la prima volta a Lanuvio i reperti appartenenti al gruppo scultoreo di Licinio Murena provenienti dal Santuario di Giunone Sospita. L’importante gruppo scultorio fu donato dal console Lucinio Murena per il santuario lanuvino, a seguito di una vittoria contro il re del Ponto e si ispira probabilmente ad un gruppo equestre in bronzo commissionato da Alessandro Magno. Risalenti al I sec. a.C. i reperti furono ritrovati appunti nell’800 da Lord Savile Lumley, ambasciatore presso sua maestà britannica che li portò in patria. Dopo oltre 130 anni l’importante ritrovamento ritorna quindi a casa e rimarrà esposto per un anno, con possibilità di visita dal martedì alla domenica. Domenica 10 settembre 2023, al termine dell’inaugurazione, seguirà una serie di visite guidate della mostra a cura del Personale del Museo Diffuso di Lanuvio. Al termine dell’inaugurazione seguirà una serie di visite guidate della mostra a cura del personale del Museo Diffuso di Lanuvio. L’esposizione avrà durata di un anno e sarà possibile visitarla dal martedì alla domenica
Palestrina (Rm). Durante la posa di un nuovo acquedotto in via Prenestina Nuova scoperte strutture funerarie in opera cementizia di epoca imperiale e coeve sepolture

Scoperte strutture funerarie lungo Via Prenestina Nuova a Palestrina (Rm) (foto sabap-rm-ri)
Strutture funerarie in opera cementizia di epoca imperiale e coeve sepolture sono state portate alla luce nell’ambito dei lavori di scavo necessari alla posa di un nuovo acquedotto in via Prenestina Nuova a Palestrina (RM), sotto la direzione scientifica di Gabriella Serio, funzionario archeologo della soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma e la provincia di Rieti. Tutte le preesistenze indagate sono da mettersi in stretta relazione alla via romana, già nota e per ampi tratti ancora visibile e percorribile lungo Via Prenestina Nuova, il cui tracciato è riproposto quasi fedelmente dalla via moderna. Pertinenti lo stesso progetto di costruzione dell’acquedotto, sempre lungo Via Prenestina Nuova, sono due ulteriori piccoli edifici funerari, una sepoltura a incinerazione e tre distinti tratti del basolato antico. “Lo scavo – spiegano in soprintendenza – ha portato all’identificazione di preesistenze archeologiche: un piccolo edificio funerario in opera cementizia costruito contro terra e dotato di paramenti interni in opera laterizia. A Est di tale edificio sono state identificate tre sepolture a inumazione cronologicamente posteriori alla struttura: una con copertura di tegole poste in piano, una seconda con copertura “alla cappuccina” e la terza entro sarcofago litico.

Sarcofago in pietra di prima/media età imperiale in Via Prenestina Nuova a Palestrina (Rm) (foto sabap-rm-ri)
“Di assoluto rilievo – continuano – è stato il rinvenimento della sepoltura entro sarcofago di pietra dalla forma parallelepipeda. Il sarcofago è costituito da una cassa monolitica e da un coperchio a doppio spiovente di tufo. Le superfici interne ed esterne del sarcofago e del coperchio palesano chiaramente i segni di lavorazione lasciati dagli scalpellini che la realizzarono. Lo stato di conservazione dei resti ossei è da considerarsi piuttosto scarso, verosimilmente a causa dell’elevato grado di acidità del terreno circostante. Le ossa di presentano ancora in discreta connessione anatomica, probabilmente per l’uso di un sudario di cui non sono state identificate tracce. Al momento, per tali rinvenimenti – concludono -, è possibile ipotizzare una datazione alla prima/media età imperiale”.
Pomezia. Al museo civico Archeologico Lavinium “Santuari e città nel Lazio: aspetti urbanistici, architettonici e cultuali”: prima giornata di studio in memoria di Maria Fenelli, che aveva dedicato a Lavinium buona parte della sua importante ricerca archeologica
“Santuari e città nel Lazio: aspetti urbanistici, architettonici e cultuali”: I giornata di studio in memoria di Maria Fenelli. Sabato 20 maggio 2023, alle 9.30, nella sala conferenze del museo civico Archeologico Lavinium a Pomezia, mattinata all’insegna dell’archeologia. Il museo Lavinium ospita, infatti, una giornata di studio in ricordo di Maria Fenelli, che aveva dedicato a Lavinium buona parte della sua importante ricerca archeologica e a cui dobbiamo gli eccezionali ritrovamenti, in parte oggi nel percorso espositivo del museo. La mattinata, densa di interventi, è stata organizzata dal direttore del museo, Federica Colaiacomo, in collaborazione con “La Sapienza” Università di Roma, cattedra di Topografia di Roma e dell’Italia Antica, con Alessandro Maria Jaia e Laura Ebanista, responsabili anche della Missione Lavinium e la soprintendenza ABAP per l’area metropolitana di Roma e la provincia di Rieti con il funzionario archeologo, Francesca Licordari. Modera Rossella Zaccagnini. Dopo i saluti istituzionali, gli interventi. Alle 10, Laura Ebanista su “Aspetti del culto di Minerva a Lavinium: il caso dei cosiddetti bambini in fasce”; 10.15, Alessandro Maria Iaia su “Lavinium. Minerva e le altre: lavori in corso per la seriazione delle statue del Santuario orientale”; 10.30, David Nonnis su “Lavinium Religiosa Civitas: appunti sull’epigrafia del sacro in età repubblicana”; 10.45, Clara di Fazio su “La dimensione del sacro nelle città del Lazio antico: sistema religioso e identità culturale”. Dopo la pausa caffè, alle 11.30, Zaccaria Mari su “Il culto di Ercole a Tibur e nel territorio tiburtino in ambito pubblico e privato: tra vecchie e nuove testimonianze archeologiche”; 11.45, Francesca Maria Cifarelli e Federica Colaiacomo su “Colle Noce e il territorio di Segni: la prima fase architettonica del santuario e gli altri luoghi del sacro”; 12, Massimiliano Valenti su “Topografia del sacro a Casinum”; 12.15, Francesca Licordari su “Testimonianze di religiosità nell’Ager Aequicolanus in età imperiale”; 12.30, conclusioni.
Tivoli. Al museo della Città presentazione dei risultati dei cantieri di scavo e restauro della soprintendenza nel territorio di Tivoli dal mausoleo dei Plauzi Silvani all’acquedotto Anio Novus
“Maestose reliquie di moli così superbe” è il titolo dell’incontro della presentazione dei risultati dei cantieri di scavo e restauro della soprintendenza nel territorio di Tivoli: appuntamento sabato 19 novembre 2022, alle 16.30, nella sala conferenze del museo della Città di Tivoli, piazza Campitelli a Tivoli (Rm). Introduce il vicesindaco Laura di Giuseppe. Presentazione di Lisa Lambusier, soprintendente Archeologia Belle arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma e la provincia di Rieti. Relazioni di Anna Paola Briganti, Giuseppe Borzillo, Zaccaria Mari, Gioacchino Piazza, Sergio Sgalambro, Raffaella Strati su Mausoleo dei Plauzi Silvani e Tempio della Tosse. Dopo la pausa, le relazioni continuano su Tomba della vestale Cossinia, acquedotto Anio Novus in località Arci, “Terreno con grotta” in località Bivio di San Polo. Ingresso gratuito senza bisogno di prenotazione.

Il mausoleo dei Plauzi Silvani a Tivoli (foto visit tivoli)
Sono conclusi o sono in fase di chiusura alcuni importanti cantieri di scavo e restauro della soprintendenza, attivati in siti e monumenti archeologici negli immediati dintorni della città a partire dal 2019. In un ideale percorso lungo la Via Tiburtina Valeria, dalla zona a valle a quella a monte, si incontra dapprima il mausoleo dei Plauzi Silvani, grandioso monumento sepolcrale cilindrico di età augustea trasformato in torrione nel XV secolo, che è stato interamente restaurato e inserito in un parco da cui si gode la vista anche del contiguo Ponte Lucano. A breve distanza, in Via degli Orti, è il c.d. Tempio della Tosse, in realtà il vestibolo di età tardo-antica, a pianta centrale coperto a cupola, di una grande villa, del quale è stata risanata l’area circostante e sono state valorizzate al suo interno le preesistenze archeologiche più antiche.

Un tratto dell’acquedotto Anio Novus a Tivoli (foto visit tivoli)
Presso la Stazione Ferroviaria la nota Tomba della vestale Cossinia, scoperta lungo l’Aniene nel 1929, pericolosamente inclinata a causa del cedimento del terreno, ha ricevuto una nuova fondazione e la sepoltura attribuita alla vestale è stata oggetto di ulteriori analisi. Il monumentale tratto dell’acquedotto Anio novus, nella sua ricostruzione degli inizi del III secolo, interessato negli ultimi anni da ripetuti crolli, è stato in gran parte consolidato e potrà essere meta di un’istruttiva visita sul funzionamento degli acquedotti antichi. Al Bivio di San Polo il terreno con i resti di villa romana da riferire probabilmente a quella attribuita a Titus Marcius, concesso in uso governativo dal Demanio dello Stato alla Soprintendenza nel 2020, è stato sottratto al degrado e potrà essere destinato ad attività didattiche per le università e le scuole.
Roma. All’università Roma Tre giornata di studi su “Archeologia dei Monti Lucretili. Nuove ricerche e prospettive di indagine in un paesaggio montano del Lazio”
Martedì 8 novembre 2022 all’università Roma Tre giornata di studi organizzata dal dipartimento di Studi umanistici sul tema “Archeologia dei Monti Lucretili. Nuove ricerche e prospettive di indagine in un paesaggio montano del Lazio”. L’ambito territoriale è il massiccio montuoso Parco regionale naturale, situato circa 35 chilometri a Nord-Est di Roma, che rientra nell’ambito di competenza della soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma e la provincia di Rieti. I Monti Lucretili furono compresi in età preromana fra tre populi italici: i Latini a Sud, gli Aequi a Est e i Sabini a Nord-Ovest. Nella divisione augustea della Penisola in regiones essi rientravano in parte nella Regio I (Latium et Campania) e in parte nella IV (Sabini et Samnium). La famosa villa di Orazio a Licenza era già in Sabinis. Intorno si svilupparono piccoli abitati: sul versante sabino Cretone e Montelibretti, sul versante del fiume Aniene Varia (Vicovaro), Pagus Mandela (Mandela) e la non localizzabile Ustica. L’annessione a Roma avvenne fra il IV e il III sec. a.C. Fondamentale fu la costruzione delle viae publicae Salaria e Tiburtina Valeria, lungo le quali si dislocarono numerose villae rusticae che predilessero la coltivazione di oliveti e vigneti sulle pendici dei monti e svilupparono un’intensa attività silvo-pastorale.
PROGRAMMA. Alle 9, saluti istituzionali: arch. Lisa Lambusier, soprintendente Archeologia Belle arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma e per la provincia di Rieti; prof. Manfredi Merluzzi, direttore del dipartimento di Studi umanistici, università Roma. Alle 9.30, introduzione ai lavori: Emeri Farinetti. SESSIONE 1 “Il paesaggio dei Lucretili tra passato e presente: alle radici di una comunità rurale”, modera Marcello Spanu. Alle 9.50, Alessandro Guidi, Federico Nomi “Il popolamento in età pre- e protostorica nei Monti Lucretili”; 10.10, Zaccaria Mari “Forme insediative di età preromana e romana nel contesto lucretile: il dinamico rapporto tra montagna e circondario”; 10.30, Daniele Manacorda “Note intorno alla toponomastica dei Monti Lucretili”; dopo la pausa, alle 11.10, Riccardo Santangeli Valenzani “Le origini dell’incastellamento nel Lazio: dalla signoria romana alla Sabina”; 11.30, Martina Bernardi “Gli insediamenti “invisibili”. Evidenze archeologiche di siti aperti medievali dal territorio di Montefalco in Sabina”; 11.50, Susanna Passigli “Il pioniere degli studi sul Medioevo nei Monti Lucretili: tra gli appunti e le fotografie di Jean Coste”; 12.10, Arturo Gallia “Cartografia storica e trasformazione del paesaggio. Sabina e Monti Lucretili”; 12.30, discussione. SESSIONE 2 “Nuove ricerche nel territorio Lucretile”, modera Dario Internullo. Alle 14.30, Martina Bernardi, Emeri Farinetti “Monti Lucretili Landscape project (MoLuLaP): i primi risultati dalle ricognizioni sul campo”; 14.50, Giuditta Nesi “Se alcuno haverà possessione (…) haverà strada comoda: ricostruire lo sfruttamento agricolo e boschivo dei castelli dei Monti Lucretili attraverso lo studio della viabilità”; 15.10, Matteo Rossi “Esempi di edilizia rupestre nel territorio dei Lucretili”; 15.30, Giordano De Coste “Il paesaggio rurale dei Monti Lucretili”; 15.50, Maria Cristina Volpacchio “Il castello di Licenza. Analisi delle tecniche murarie e studio delle trasformazioni edilizie di un insediamento medievale a continuità insediativa”; 16.10, Federico Fasson “Un castello dall’alto: primi risultati dall’uso del drone nello studio di Montefalco in Sabina”; 16.30, discussione; 17, conclusioni sulla giornata: Andrea Augenti, Vito Lorè.































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