Roma. La VI Giornata delle Catacombe si sdoppia: in primavera e autunno. Ecco il programma di primavera dedicato ai “percorsi di pace”. La novità: voucher valido un anno per visitare le catacombe
Quest’anno la giornata delle catacombe non sarà a ottobre come le scorse edizioni ma a marzo e avrà come tema principale quello della PACE. Perché quest’anno la Giornata delle Catacombe si fa in due. Per il 2023 la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra ha previsto due momenti dedicati alla promozione di questi eccezionali luoghi della Roma Sotterranea cristiana: uno in primavera dedicato alle catacombe aperte al pubblico e uno in autunno per i complessi catacombali che si aprono solo in occasioni speciali. Sabato 18 marzo 2023 avrà luogo infatti la VI Giornata delle Catacombe – Edizione Primavera, presso le sette catacombe romane aperte al pubblico: San Callisto, San Sebastiano, Domitilla, Priscilla, Sant’Agnese, Santi Marcellino e Pietro e San Pancrazio. Avrà come tema “Percorsi di pace”: i simboli e le immagini che parlano di pace ci aiuteranno a riflettere e, appunto, a camminare interiormente e comunitariamente verso orizzonti di pace, in un momento storico segnato, purtroppo, da immagini tragiche di guerra e di violenza. Durante la giornata sarà possibile, prenotandosi, accedere gratuitamente e usufruire di visite guidate ai complessi sotterranei. La Giornata del 18 marzo vuole inaugurare la stagione primaverile, incoraggiando, dopo la pausa invernale, la ripresa dei viaggi, dei pellegrinaggi e delle attività esterne. Inoltre, sempre il 18 marzo 2023, presso alcune catacombe avranno luogo anche degli eventi collegati alla Giornata, quali visite speciali, conferenze e laboratori per bambini. Come tradizione, anche la VI Giornata delle Catacombe sarà conclusa da una solenne Celebrazione Eucaristica, che quest’anno si terrà nella basilica di San Pancrazio (piazza San Pancrazio, 5D – Roma), alle 18.30, presieduta da Sua Eminenza il Cardinale Gianfranco Ravasi. Alla celebrazione, seguirà, nella stessa basilica, un concerto. Inoltre a tutti i partecipanti alla Sesta Giornata delle Catacombe verrà rilasciato un coupon valido per due ingressi a biglietto ridotto nelle catacombe di Roma aperte al pubblico, da utilizzare entro il 2023. Per le visite, sempre gratuite, è necessaria la prenotazione.
GLI EVENTI. Alle 11, laboratorio per bambini (4-10 anni) “Gli antichi graffiti cristiani” alla Catacomba dei Santi Marcellino e Pietro, in via Casilina, 641 (info e prenotazioni: santimarcellinoepietro@gmail.com); alle 11, incontro di approfondimento con il segretario della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, Raffaella Giuliani, su “Valenze spirituali del tema del banchetto nelle catacombe dei Santi Marcellino e Pietro” alla Catacomba dei Santi Marcellino e Pietro, in via Casilina 641 (info e prenotazioni: santimarcellinoepietro@gmail.com); alle 11, visita speciale al museo delle Sculture con Dimitri Cascianelli della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra sul tema “La pietra animata” al Museo e Catacomba di San Sebastiano, in via Appia Antica 136 (info e prenotazioni: www.catacombe.org); alle 12, concerto dell’Ensamble Accademia Antica alla Catacomba dei Santi Marcellino e Pietro, in via Casilina 641, piazzale della parrocchia; alle 15, laboratorio per bambini (4-10 anni) “Gli antichi graffiti cristiani” alla Catacomba dei Santi Marcellino e Pietro, in via Casilina 641 (info e prenotazioni: santimarcellinoepietro@gmail.com); alle 15, visita speciale al museo delle Sculture con Dimitri Cascianelli della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra sul tema “La pietra animata” al Museo e Catacomba di San Sebastiano, in via Appia Antica 136 (info e prenotazioni: www.catacombe.org); alle 18.30, celebrazione liturgica presieduta da S. Em. Card. Gianfranco Ravasi alla basilica di San Pancrazio in piazza San Pancrazio 5D; alle 19.30, concerto per duo di fiati alla basilica di San Pancrazio in piazza San Pancrazio 5D.
SITI APERTI AL PUBBLICO. Visitabili gratuitamente su prenotazione, fino a esaurimento posti: Catacomba di San Callisto, ingresso principale via Appia Antica 78, visite ogni 30 minuti (09.30-12 e 14-17), info e prenotazioni: catacombe.sancallisto@gmail.com; Museo e Catacomba di San Sebastiano, via Appia Antica 136, visite ogni 30 minuti (10-17), info e prenotazioni: www.catacombe.org; Museo e Catacomba di Domitilla, via delle Sette Chiese 282, visite ogni 60 minuti (10-17), info e prenotazioni: info@domitilla.info; Catacomba di San Pancrazio, piazza San Pancrazio 5D, visite ogni 30 minuti (10-17), info e prenotazioni: www.eventbrite.com; Catacomba di Sant’Agnese, via di Sant’Agnese 3, visite ogni 30 minuti (10-13 e 14-17), info e prenotazioni: catacombe@santagnese.net; Museo e Catacomba di Priscilla, via Salaria 430, visite ogni 30 minuti (10-17), info e prenotazioni: catacombapriscilla.seg@gmail.com; Catacomba dei Santi Marcellino e Pietro e Mausoleo di Sant’Elena, via Casilina 641, visite ogni 30 minuti con percorso ridotto all’interno della catacomba (10-13 e 14-17), info e prenotazioni: santimarcellinoepietro@gmail.com.
Paestum. Alla XXIV Borsa Mediterranea del Turismo archeologico focus sull’Archeologia Sotterranea: tutti i dati su caverne, cripte, catacombe, gallerie, labirinti. Luoghi che affascinano turisti e pellegrini

Un momento della conferenza sull’archeologia sotterranea alla XXIV Borsa mediterranea del turismo archeologico (foto bmta)
Rendere visibile ciò che è invisibile, fruibile ai visitatori e vantaggioso dal punto di vista economico. Focus sull’Archeologia Sotterranea alla XXIV Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di Paestum: caverne, cripte, catacombe, gallerie, labirinti, luoghi ricchi di fascino e di storia, che permettono percorsi emozionali e sostenibili e raccontano la pietra e i suoi misteri, la vita sotto il frastuono della quotidianità. Su 1154 siti Unesco, il 20% (221) sono grotte e cavità sia naturali, sia artificiali (estrattive, di culto, idrauliche, di transito, belliche, insediative civili). Quelle naturali sono oltre 37mila in Italia. Il maggior numero di cavità naturali, in rapporto all’ampiezza del territorio, è in Friuli Venezia Giulia, il maggior numero in assoluto è in Veneto, le più grandi sono in Toscana. In Campania ci sono 1315 grotte naturali, oltre il 70% (935) in provincia di Salerno; la più grande è la grotta di Castelcivita. Di quelle artificiali, 96, la larga maggioranza, sono in provincia di Napoli dove l’attività industriale è più rilevante. Particolare importanza è stata attribuita al segmento delle catacombe, dal momento che l’idea del direttore e fondatore della Borsa Ugo Picarelli, è nata da un’attenzione verso il progetto “Catacombe d’Italia” lanciato nel 2018 dal Cardinale Ravasi con la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra. Sulle cinque edizioni delle Giornate delle Catacombe, a 1800 anni dalla morte di Papa Callisto (“l’inventore delle catacombe”) e a 200 dalla nascita dell’archeologo Giovanni Battista De Rossi, ha relazionato Pasquale Iacobone segretario della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra.
Roma. Al Mausoleo di Sant’Elena sulla Casilina al via “Sguardi d’Autore”: speciale visita guidata teatralizzata, durante la quale l’imperatore Costantino, l’artigiano Eutropos, l’eques Iulius Lucius, Papa Damaso prenderanno voce letteralmente con Giulia Anglani e Federico De Luca. Prenotazione obbligatoria e Super GreenPass

I monumenti non hanno solo una funzione di testimonianza storica, ma restano come luoghi ‘parlanti’ che raccontano una storia in relazione con il territorio circostante. Il Mausoleo di Sant’Elena sulla via Casilina ne è un esempio. L’imperatore Costantino, l’artigiano Eutropos, l’eques Iulius Lucius, Papa Damaso le loro vicende prenderanno voce… letteralmente. Una novità attende i visitatori del mausoleo di Sant’Elena in questo primo mese del 2022: “Sguardi di storia”, nuovo evento teatralizzato. Il debutto è previsto per domenica 16 gennaio 2022, alle 11, la prenotazione è obbligatoria (3396528887, chiamate e Whatsapp; santimarcellinoepietro@gmail.com). Accesso con Super Green Pass e mascherina. Dalla semplice visita guidata si passerà alla visita teatralizzata. La voce della guida Giulia Anglani sarà intervallata dalle ‘incursioni’ dei personaggi storici a cui darà volto ed espressione il giovane attore Federico De Luca. L’evento si potrà rivedere al link https://bit.ly/3mNF2oq.

“L’area del Mausoleo di Sant’Elena, all’interno del possedimento imperiale definito nel Liber Pontificalis come ad duas lauros o inter duas lauros”, spiegano gli archeologi della Ssabap-Roma, “era interessata a partire dalla tarda età repubblicana da necropoli estese lungo l’antica via Labicana, l’attuale Casilina. Tra il II e il III sec. d.C. fu occupata dal cimitero degli equites singulares, cavalieri della guardia imperiale, ma già al tempo delle persecuzioni i cristiani scelsero questa località per le tombe di alcuni martiri subito oggetto di venerazione. Deliberatamente in questa zona, all’interno del fundus vicino al palazzo imperiale del Sessorium occupata da cimiteri di martiri, ma anche distruggendo la necropoli della guardia imperiale che egli stesso sciolse poiché schierata a favore di Massenzio, Costantino tra il 315 e il 325 d.C. realizzò la basilica circiforme in onore dei Santi Marcellino e Pietro, periti durante la persecuzione dioclezianea, e il mausoleo dinastico in cui sarà sepolta la madre Elena, secondo uno schema con il quale diede inizio alla cristianizzazione monumentale del suburbio”.


Planimetria e alzato del Il Mausoleo di sant’Elena a Roma su due tavole del Piranesi (foto ssabap-roma)
“A pianta circolare con diametro di oltre 20 metri – continuano gli archeologi Ssabap-roma -, preceduto sul lato Ovest da un atrio rettangolare originariamente collegato con il nartece della basilica, attualmente conservata solo al livello delle fondazioni, l’edificio presenta un basamento articolato internamente con nicchie alternativamente circolari e rettangolari in origine decorato da incrostazioni marmoree e una copertura a cupola decorata a mosaico comprensiva di due giri concentrici di anfore olearie iberiche, da cui il nome moderno di Tor Pignattara. Presso la basilica si sviluppò lo straordinario impianto delle catacombe dedicate ai Santi Marcellino e Pietro considerate, per il ricco corredo di pitture per lo più risalenti al IV secolo d.C., una vera e propria pinacoteca dell’epoca. La distruzione dell’edificio avvenne in un periodo collocabile presumibilmente tra il XI secolo, epoca della traslazione del corpo di Sant’Elena, e il XII secolo, quando il suo sarcofago di porfido venne trasportato in Laterano. La proprietà imperiale si trasmise quindi alla chiesa di Roma, perpetuando così il potere che passò dallo stato all’autorità ecclesiastica. Infatti all’interno del mausoleo, nel XVII secolo, furono costruite la chiesetta dedicata ai Santi Marcellino e Pietro e l’annessa canonica, ampliata nel XVIII secolo, in concomitanza con la chiusura della nicchia principale del tamburo, a est, ove era posto il sarcofago in porfido di Sant’Elena”.

Il Mausoleo di Sant’Elena con il suo Antiquarium è stato restituito alla fruizione del pubblico esattamente due anni fa. L’allestimento concretizza la musealizzazione del territorio attraverso la lettura delle testimonianze nel loro contesto di origine: i reperti provenienti dal cimitero degli equites singulares e della sottostante catacomba illustrano infatti la progressiva cristianizzazione del suburbio. Il monumento è stato restaurato e valorizzato come museo del suo contesto cimiteriale, con la collezione dei reperti rinvenuti negli scavi effettuati dalla Soprintendenza e cortesemente prestati dalla Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, rinvenuti nelle catacombe dei Santi Marcellino e Pietro. Grazie alla sinergia con la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra il complesso monumentale è reso fruibile e aperto al pubblico in un percorso congiunto con le adiacenti catacombe.
Catacombe di Santa Sofia a Canosa di Puglia: a due anni dall’annuncio diventa operativo il passaggio dallo Stato Italiano allo Stato Pontificio dell’importante complesso sepolcrale cristiano del III-VIII secolo, unico in Puglia, premessa per il suo restauro e l’apertura al pubblico
L’annuncio dell’allora ministro per i Beni culturali Massimo Bray era stato bene augurante: le Catacombe di Santa Sofia a Canosa di Puglia riapriranno al pubblico grazie all’accordo firmato tra lo Stato Italiano (con il ministro Bray) e lo Stato del Vaticano (con Fabrizio Bisconti, membro della Pontificia commissione e soprintendente archeologico alle Catacombe). Era il gennaio 2014 (vedi https://archeologiavocidalpassato.wordpress.com/2014/01/12/a-canosa-di-puglia-saranno-visitabili-le-catacombe-di-s-sofia-accordo-tra-il-vaticano-e-litalia/). Da allora sono passati più di due anni. Le catacombe di Santa Sofia (III – VIII sec. d.C.), rinvenute negli anni ’50 del Novecento sulla statale 93 Canosa-Barletta, le uniche cristiane ritrovate in Puglia, tra le poche cristiane presenti in Italia meridionale insieme a quelle di Siracusa e Napoli, sono ancora chiuse, con l’accesso interdetto per ragioni di sicurezza. Ma stavolta forse ci siamo perché a Roma, nella sede della Pontifica commissione di Archeologia sacra, come annuncia il Comune di Canosa di Puglia, è stato firmato un passaggio tecnico decisivo per giungere al recupero e alla completa fruizione da parte del pubblico del sito paleocristiano: la consegna delle chiavi di accesso da parte del sindaco di Canosa di Puglia, Ernesto La Salvia, al soprintendente archeologico delle Catacombe, Fabrizio Bisconti.

Catacombe di santa Sofia: la consegna delle chiavi di accesso da parte del sindaco di Canosa di Puglia, Ernesto La Salvia, al soprintendente archeologico delle Catacombe, Fabrizio Bisconti
“Siamo riusciti a sbloccare una situazione ferma ormai dal lontano 2003, fatta anche di confronti tecnici e archeologici (culminati in un tavolo tecnico tenutosi a Bari nel 2013) e che soltanto adesso vedrà finalmente la luce”, riassume il sindaco La Salvia. “Era ora, oltre che assolutamente legittimo, che lo Stato pontificio entrasse nella piena disponibilità delle catacombe come da prescrizione concordataria. Ora partiranno gli studi per la manutenzione e ristrutturazione del manufatto da parte della Pontificia commissione di archeologia sacra. Siamo convinti che gli interventi che la soprintendenza archeologica delle Catacombe potrà ora mettere in atto produrranno ricadute positive sulla nostra città, ma anche sulla Puglia e su tutto il territorio nazionale, sotto l’aspetto culturale, turistico ed economico. Accoglieremo con grande favore le attività che si vorranno realizzare per la salvaguardia e la promozione di questo bene così importante”. Al sindaco fa eco mons. Felice Bacco, parroco della cattedrale San Sabino di Canosa: “Sono veramente moltissime le sorprese che le catacombe di Santa Sofia potranno riservarci, in termini di conoscenza della comunità cristiana che le ha realizzate, considerando la loro estensione. Credo sia superfluo anche sottolineare quanto la fruizione di queste catacombe, la loro valorizzazione, possano determinare in termini di sviluppo turistico e, quindi, economico: rappresenterebbero una grande opportunità per tutto il territorio. Per questo motivo non possiamo che guardare con grande favore il clima di collaborazione che si è venuta a determinare in questi ultimi tempi tra il Comune di Canosa e la Santa Sede, con il favorevole consenso del nostro vescovo mons. Luigi Mansi”.
Delle duecento catacombe cristiane che gestisce la Santa Sede, nel meridione sono solo presenti a Napoli, a Canosa, a Palermo e a Siracusa. “Questa è una ulteriore conferma”, continua mons. Bacco, “dell’importanza storica della Diocesi Primaziale di Canosa, che già nel 342 può vantare la presenza di un vescovo, Stercorio, il quale partecipa al Sinodo di Sardica (Sofia, Bulgaria). Questo significa che subito dopo l’Editto di Costantino (313), a Canosa c’è già una comunità ecclesiale organizzata, strutturata e con la presenza di un vescovo autorevole, che quindi partecipa a uno dei primi eventi ufficiali ecclesiali. Dopo Stercorio avremo Lorenzo, quindi Probo, Rufino, Memore, Sabino: sono poche le Diocesi che possono vantare una cronotassi di vescovi storicamente documentati nei primi secoli di Cristianesimo. Molte altre informazioni sulla vita ecclesiale della comunità cristiana dei primissimi secoli potrebbero essere ricavate dallo scavo archeologico sistematico delle catacombe, sicuramente dopo il consolidamento dell’intera area”.
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