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Pompei. Grazie all’utilizzo delle tecniche digitali a cura del Parco e dell’università Humboldt di Berlino ipotizzata la presenza di una domus con torre, simbolo di potere e ricchezza, da cui si poteva ammirare la città e il golfo: ecco in sintesi la ricerca pubblicata sull’E-Journal Scavi di Pompei “La torre della casa del Tiaso”

Ricostruzione del complesso della Casa del Tiaso nella Regio IX di Pompei (foto parco archeologico pompei)

Non si arrivava ai livelli delle città medievali come Bologna o San Giminiano, ma anche a Pompei i grandi palazzi delle famiglie emergenti potevano essere dotate di torri, quali simboli del potere e della ricchezza dell’élite locale. È questa l’ipotesi che viene sostenuta in un nuovo articolo “La torre della casa del Tiaso. Un nuovo progetto di ricerca per la documentazione e la ricostruzione digitale della Pompei perduta’, pubblicato oggi sull’e-journal degli scavi di Pompei https://pompeiisites.org/e-journal-degli-scavi-di-pompei/. La ricerca si inserisce in un progetto di “archeologia digitale” che mira a ricostruire i piani superiori di Pompei, spesso perduti. Nel caso particolare, gli archeologi guidati dal direttore Gabriel Zuchtriegel e dalla prof.ssa Susanne Muth del dipartimento di Archeologia classica dell’università Humboldt di Berlino (Winckelmann-Institut) in collaborazione con il parco archeologico di Pompei, hanno preso spunto da una scala monumentale nella Casa del Tiaso che sembra condurre nel nulla. Da lì l’ipotesi che servisse per raggiungere una torre per osservare la città e il golfo, ma anche le stelle di notte, come sono attestate sia nella letteratura (si pensi alla torre di Mecenate da cui Nerone avrebbe osservato l’incendio di Roma), sia nell’arte. Infatti, molti dipinti pompeiani di ville mostrano torri come elemento architettonico. Le ville a loro volta diventano il modello per le case urbane dell’élite. “La ricerca archeologica a Pompei è molto complessa”, spiega il direttore del Parco, Gabriel Zuchtriegel. “Oltre a quella sul campo con gli scavi che restituiscono contesti intatti sulla vita nel mondo antico e nuove storie da raccontare sulla tragedia dell’eruzione, esiste anche la ricerca non invasiva, fatta di studio e di ipotesi ricostruttive di ciò che non si è conservato, ma che completa la nostra conoscenza del sito”.

Modello digitale dello scavo della Casa del Tiaso nella Regio IX di Pompei (foto parco archeologico pompei)

Nel contributo sull’E-Journal pubblicato il 20 ottobre 2025 si presentano i primi risultati di un progetto di ricerca non invasivo, POMPEII RESET, che ha l’obiettivo di utilizzare le tecniche digitali per documentare, in una prima fase ciò che è stato conservato degli edifici sotto forma di modello 3D e, in una seconda fase di ricostruire ciò che è andato perduto sulla base del twin digitale e con l’uso della ricostruzione digitale e della simulazione virtuale. “La Pompei perduta consiste soprattutto nei piani superiori, che sono essenziali per comprendere la vita nella città antica. Mettendo insieme i dati in un modello digitale 3D possiamo sviluppare ipotesi ricostruttive che ci aiutano a comprendere l’esperienza, gli spazi e la società dell’epoca”. Il progetto utilizza le più recenti tecnologie di documentazione digitale e ricostruzione virtuale, che aprono nuove possibilità per la ricerca, la conservazione dei monumenti e la trasmissione delle conoscenze nel campo dell’archeologia. Sulla base di scansioni digitali dettagliate degli spazi architettonici conservati, ciò che è andato perduto viene ricostruito digitalmente, rendendo possibile comprendere il complesso architettonico come spazio della vita e dell’abitare nell’antichità. La Casa del Tiaso nell’Insula 10 della Regio IX è un caso studio di grande interesse, dal momento che i recenti scavi promossi dal parco archeologico di Pompei hanno fornito molti dati nuovi che sono stati analizzati dal gruppo di ricerca internazionale nell’ambito del progetto POMPEII RESET, che ha visto coinvolti, oltre ai funzionari del Parco, numerosi ricercatori e studenti della Università Humboldt di Berlino.

Planimetria della Casa del Tiaso nella Regio IX di Pompei (foto parco archeologico pompei)

Un esempio di studio particolare: l’ambiente 21 della casa del Tiaso La Casa del Tiaso nell’Insula 10 della Regio IX, recentemente riportata alla luce (vedi Pompei. Nell’insula 10 della Regio IX scoperto, in una sala per banchetti, un eccezionale fregio a figure grandi con Baccanti satiri e il corteo di Dioniso per l’iniziazione di una donna: nuova luce sui misteri dionisiaci a 100 anni dalla scoperta della Villa dei Misteri. Gli interventi del direttore Zuchtriegel e del ministro Giuli | archeologiavocidalpassato), costituisce un reperto che riveste un ruolo speciale nella ricerca delle tracce dei piani superiori andati perduti. “L’impressione generale del complesso residenziale”, scrivono Susanne Muth, Dirk Mariaschk, Elis Ruhemann, Maximilian von Mayenburg nell’e-journal n° 9 del 20 ottobre 2025, “è dominata principalmente da grandi e alte sale di rappresentanza e da ampi peristylia; solo ai margini della domus si trovano singole stanze più piccole con piani superiori, la cui accessibilità dalla strada o dalla Casa del Tiaso rimane per ora poco chiara. Tuttavia, in una posizione prominente all’interno della domus, c’è uno spazio a più piani che appare tanto più sensazionale e singolare nella tradizione di Pompei.

Planimetria della Casa del Tiaso: dettaglio, con evidenziato l’ambiente 21 (foto parco archeologico pompei)

Si tratta dell’ambiente 21, che confina a sud con il grande salone nero (amb. 24) e a ovest con il peristilio termale (amb. 47). A prima vista, la stanza in sé non sembra particolarmente spettacolare. Ha una pianta rettangolare di grandi dimensioni e misura all’interno 5,15-5,17 m (nord-sud) x 3,85-3,97 m (est-ovest), all’esterno 6 m (nord-sud) x 4,75-4,80 m (est-ovest). Le sue mura sono con servate fino a un’altezza di circa 5,43 m. L’ambiente 21 è accessibile tramite una porta sulla parete sud. Durante gli scavi all’interno dello spazio sono state osservate una serie di tegole in diversi strati di riempimento: ciò indica uno spazio coperto e un crollo piuttosto graduale della struttura del tetto nel 79 d.C. Diversi buchi di trave si trovano sulle pareti interne dell’ambiente. Tutti i buchi delle travi sono di forma rettangolare, variano nell’orientamento orizzontale e verticale e misurano ca. 0,09-0,17 x 0,09-0,16 m; nessuno dei buchi attraversa il muro. Ciò che rende questo ambiente interessante per la ricerca di tracce dell’architettura dei piani è la monumentale scala in pietra, che si collega all’ambiente da ovest e che in alto trovava il suo ingresso nell’ambiente. Questa scala testimonia quindi l’esistenza di un piano superiore di qualche tipo. La scala è addossata alla parete esterna sud del complesso del salone nero e conduce all’angolo nord-ovest dell’ambiente 21. L’ingresso dalla scala al piano superiore dell’ambiente 21 è stato confermato dai risultati delle indagini. Durante gli scavi sono stati osservati i resti del gradino superiore e l’apertura nel muro nella zona della soglia della porta”.

Modello digitale dello scavo della Casa del Tiaso nella Regio IX di Pompei:dettaglio della scala in pietra dell’ambiente 21 (foto parco archeologico pompei)

Il cantiere di scavo della scala dell’ambiente 21 della Casa del Tiaso nelal Regio IX di Pompei (foto parco archeologico pompei)

Dove conduce la scala? Come ricostruire il piano superiore perduto dell’ambiente 21, al quale conduceva la grande scala in pietra? A queste domande cerca di dare una risposta il contributo di Susanne Muth, Dirk Mariaschk, Elis Ruhemann, Maximilian von Mayenburg: “Anche se questo scenario non è verificabile, sembra comunque un’ipotesi abbastanza plausibile, sulla base della quale è possibile spiegare in modo coerente i danni subiti dalle due parti del muro”, spiegano. “Il fatto che alcuni buchi attraversassero completamente la parete indica una particolare funzione portante di queste travi. A nostro avviso, queste travi trasversali più corte sostenevano a loro volta delle travi verticali che a loro volta sostenevano una trave orizzontale situata più in alto, che attraversava l’ambiente in questo punto da est a ovest. Il fatto che questa trave dovesse essere particolarmente sostenuta nella parte superiore può essere spiegato da un carico di peso speciale proprio in quel punto: ovvero dall’installazione di una scala in legno che conduceva direttamente dall’apertura della porta verso l’alto, in continuazione della scala in pietra.

Ipotesi di ricostruzione della scala di legno nella torre dell’ambiente 21 della Casa del Tiaso a Pompei (foto parco archeologico pompei)

Nella ricostruzione della scala in legno si presentano fondamentalmente due opzioni, analogamente a quanto riscontrato nelle scale di Pompei ed Ercolano: da un lato come una scala più semplice con gradini inseriti, dall’altro come una scala con gradini a cuneo in legno massiccio, posizionati su due travi squadrate. Si può anche supporre – continuano – che la struttura in legno della scala non fosse aperta lateralmente o verso il basso nell’ambiente, ma fosse chiusa da una parete in legno, creando un corridoio separato e separando la scala dall’ambiente che si apriva lateralmente e al di sotto. La scala in legno così presunta conduceva quindi dall’ingresso direttamente al piano superiore. Se si trasferisce la pendenza della scala in pietra alla scala in legno, questa supererebbe un’altezza di ca. 5,53 m e condurrebbe a un livello superiore a un’altezza totale di 7,84 m. Non è tuttavia da escludere che la scala in legno avesse una pendenza diversa e che l’ambiente superiore fosse leggermente più alto. Questa proposta di ricostruzione si basa quindi sull’architettura di una torre più alta (altezza circa 12 m).

Ipotesi di ricostruzione dell’organizzazione degli spazi interni della torre dell’ambiente 21 della Casa del Tiaso a Pompei (foto parco archeologico pompei)

Questa torre era accessibile tramite un’imponente scala rettilinea: nella parte inferiore sotto forma di monumentale scalinata in pietra, poi tramite una scala in legno all’interno della sala 21. Al piano superiore si può presumere la presenza di una sala con funzione rappresentativa, una sala per banchetti o per il soggiorno del dominus. Da questa sala si poteva godere della vista sulla città e sul paesaggio, motivo per cui nella ricostruzione proponiamo finestre più grandi e chiudibili su tutte le pareti. La parte inferiore della sala 21 deve essere chiaramente separata dal salone di rappresentanza situato nella parte superiore della torre. La struttura tangibile rimanda a uno spazio socialmente meno importante: è possibile che qui si trovasse uno spazio di servizio, nel quale venivano preparati i cibi per i banchetti nella torre (e anche in altre sale della domus) e dove venivano conservati gli utensili necessari per i banchetti (alimenti, anfore, stoviglie ecc.) con l’uso di scaffali”.

Ipotesi di ricostruzione della torre dell’ambiente 21 della Casa del Tiaso a Pompei (foto parco archeologico pompei)

“La casa del Tiaso rappresenta senza dubbio un caso eccezionale nell’ambito dell’architettura residenziale pompeiana”, scrivono Susanne Muth e Gabriel Zuchtriegel, tirando le fila della ricerca. “Il sensazionale oecus corinthius, il magnifico salone nero, le terme private: tutti questi ambienti testimoniano il carattere straordinario di questa domus, recentemente riportata alla luce. Le nostre riflessioni sulla stanza 21 e la proposta di ricostruzione di una torre fuori dal comune suggeriscono che la domus presentasse un ulteriore elemento architettonico che, al pari degli ambienti sopra citati, risultava anch’esso di grande impatto e sottolineava nuovamente l’ambizione di un’architettura residenziale altamente rappresentativa e sontuosa. Soprattutto, la presenza della torre introduceva all’interno del contesto urbano un elemento tipico del lusso proprio delle ville di campagna o suburbane. A differenza degli altri spazi spettacolari della domus, la torre – grazie alla sua altezza – era visibile da lontano, annunciando visivamente il rango elitario e la straordinaria ricchezza del proprietario della casa del Tiaso. Mentre per ambienti come l’oecus corinthius, il salone nero o il complesso termale, gli scavi hanno immediatamente rivelato il loro carattere spettacolare, nel caso della torre, conservata solo parzialmente nella stanza 21, l’impressione iniziale risulta piuttosto modesta: soltanto la scala in pietra suggerisce l’esistenza di un piano superiore oggi perduto. In questo caso, è dunque soltanto grazie alla ricostruzione digitale, basata su una documentazione accurata di tutte le tracce presenti nel twin digitale dell’ambiente conservato, che è possibile restituire un’idea plausibile della torre perduta. Pur trattandosi di un’ipotesi ricostruttiva – e essa consente comunque di immaginare la torre come doveva probabilmente apparire in origine: un elemento architettonico di grande impatto visivo, decisamente rappresentativo e lussuoso, perfettamente in grado di competere con gli altri ambienti spettacolari della casa del Tiaso. Diversamente però dagli spazi effettivamente riportati alla luce, come l’oecus corinthius o il salone nero, la nostra proposta per la torre rimane, in ultima analisi, un’ipotesi; la sua ricostruzione digitale – concludono – non può che essere una forma di approssimazione. Per quanto suggestive possano risultare le immagini dei modelli 3D, la nostra ricostruzione va intesa come una proposta provvisoria, pensata per alimentare la discussione intorno alla torre, e non come una conclusione definitiva”.

Pompei (Na). All’Hotel Forum presentazione del libro “Donne e Grand Tour. Viaggiatrici a Napoli, Pompei, Ercolano e Vesuvio tra ‘700 e ‘800” di Luciana Jacobelli (Arbor Sapientiae Editore)

Lunedì 20 ottobre 2025, alle 17, all’Hotel Forum Pompei in via Roma 99 a Pompei (Na), presentazione del libro “Donne e Grand Tour. Viaggiatrici a Napoli, Pompei, Ercolano e Vesuvio tra ‘700 e ‘800” di Luciana Jacobelli (Arbor Sapientiae Editore), incontro promosso dal Nuovo Circolo Culturale Pompei. Dialogheranno con l’autrice Rita Montemarano e Giuseppe Di Leva.

Copertina del libro “Donne e Grand Tour. Viaggiatrici a Napoli, Pompei, Ercolano e Vesuvio tra ‘700 e ‘800” di Luciana Jacobelli (Arbor Sapientiae Editore)

Donne e Grand Tour. Sul Grand Tour è stato detto e scritto moltissimo, tuttavia è un argomento che può ancora riservare risvolti interessanti se lo si guarda da una prospettiva diversa, quella del viaggio al femminile. Negli ultimi anni si è aperto un filone di studi su questo argomento che ha toccato periodi, modalità e fini diversi, ma ancora molto resta da fare. Basti pensare che mentre gran parte dei resoconti di viaggio maschili sono facilmente accessibili, pubblicati e anche tradotti in varie lingue, i resoconti di viaggio delle donne sono spesso di difficile reperimento o mai dati alle stampe. Da un recente studio è stato calcolato che tra il 1770 e il 1870 il 20% della letteratura odeporica è scritta da donne, ma solo il 6% è pubblicato. Questo libro non ha la pretesa di colmare tali lacune, né di affrontare il complesso mondo dei viaggi al femminile, ma solo di contribuire a divulgare una tematica ancora poco nota ad un pubblico più vasto di quello degli addetti ai lavori e di restituire visibilità ad opere che avrebbero meritato una maggiore fortuna.

L’archeologa Luciana Jacobelli

Luciana Jacobelli ha insegnato Antichità Pompeiane all’università ‘Bicocca’ di Milano e Metodologia dello scavo archeologico all’università del Molise. È docente del Master “Museologia, gestione e valorizzazione dei Beni culturali’ dell’università Niccolò Cusano. Ha condotto scavi a Cuma, Napoli, Pompei, Stabia, Positano. Ha tenuto conferenze in Italia e all’Estero (Europa, Stati Uniti, Brasile). È autrice di oltre 60 pubblicazioni tra cui: ‘Le pitture erotiche delle Terme Suburbane di Pompei’ (1995); ‘Gladiators at Pompeii’ (2003); ‘Pompei la costruzione di un mito’ (2008); e con Eva Cantarella ‘Pompei i volti dell’amore’ (1999).

Pompei. All’auditorium degli Scavi l’incontro “Insula VII 4. Nuovi scavi a Pompei. L’età sannitica” con gli archeologi Albert Ribera i Lacomba (Institut Català d’Arqueologia Clàssica) e Christoph Baier (Istituto Archeologico Austriaco dell’Accademia Austriaca delle Scienze) promosso dall’Associazione Internazionale Amici di Pompei

Gli archeologi Albert Ribera i Lacomba e Christoph Baier nell’insula 4 della Regio VII a Pompei (foto parco archeologico pompei)

Insula VII 4. Nuovi scavi a Pompei. L’età sannitica” è il titolo dell’incontro proposto dall’associazione internazionale Amici di Pompei ETS con gli archeologi Albert Ribera i Lacomba (Institut Català d’Arqueologia Clàssica) e Christoph Baier (Istituto Archeologico Austriaco dell’Accademia Austriaca delle Scienze). Appuntamento giovedì 16 ottobre 2025, alle 17, all’auditorium degli Scavi di Pompei. Durante l’incontro verranno presentati i risultati dei recenti scavi e ricerche realizzati nella Regio VII dell’antica città sotterrata dal Vesuvio. Nel tessuto urbano di Pompei, l’area a nord della cosiddetta Altstadt svolge una funzione di cerniera tra il centro mercantile e sacro della città e il vecchio quartiere residenziale della cosiddetta Regio VI. Lo studio sistematico di questa zona fornisce informazioni essenziali per una comprensione più approfondita dello sviluppo urbano, tanto più che il suo utilizzo nel corso dei secoli sembra essere stato caratterizzato da alcune peculiarità. In particolare, i dati a disposizione suggeriscono che l’area era votata ad un utilizzo residenziale non prima della seconda metà del II secolo a.C., mentre per il periodo antecedente sono numerose le evidenze di celebrazioni di banchetti. La conferenza presenta una panoramica delle nuove scoperte emerse dalle ricerche in corso e propone alcune riflessioni sulle dinamiche di sviluppo e sull’utilizzo dell’area in età sannitica.

Castellammare di Stabia (Na). Al museo Archeologico presentazione del libro (in due volumi) “GRANDE POMPEI. Le nuove scoperte e i siti tra Stabiae e Oplontis”, in uscita omaggio con il quotidiano La Repubblica Napoli nel week end

Copertine dei due volumi del libro “GRANDE POMPEI. Le nuove scoperte e i siti tra Stabiae e Oplontis” a cura di Gabriel Zuchtriegel

Dagli scavi al museo diffuso. Cosa è la Grande Pompei? I luoghi che fanno parte di questo ampio museo diffuso sul territorio, raccontato da chi li vive quotidianamente con il suo lavoro, sono i protagonisti del libro “GRANDE POMPEI. Le nuove scoperte e i siti tra Stabiae e Oplontis”, in uscita omaggio con il quotidiano La Repubblica Napoli sabato 11 e domenica 12 ottobre 2025. Il libro in due volumi, a cura del direttore del parco archeologico di Pompei Gabriel Zuchtriegel e di Antonio Ferrara de La Repubblica, su progetto editoriale di Ottavio Ragone, sarà presentato giovedì 9 ottobre 2025, alle 17, al museo Archeologico di Stabia “Libero D’Orsi” nella Reggia di Quisisana a Castellammare di Stabia (Na). I capitoli redatti dai funzionari del Parco, si susseguono all’interno di un percorso che prende spunto dalle recenti scoperte di Pompei a partire dalla casa del Tiaso con la stanza della megalografia dionisiaca, allarga lo sguardo oltre le mura della città sepolta dal Vesuvio nel 79 d.C. (Civita Giuliana, Boscoreale, Terzigno, Poggiomarino, Scafati, Oplontis) si spinge verso l’ager Stabianus, oltre il fiume Sarno (le Ville romane di Varano, il Museo archeologico di Stabia, il Castello di Lettere). Un racconto su protagonisti, aspetti luoghi ed eventi connessi al patrimonio archeologico e alla fruizione anche in chiave turistica dei beni culturali di Pompei e del territorio.

#domenicalmuseo. Nella prima domenica di ottobre il Colosseo con 19.015 ingressi torna al primo posto della classifica assoluta, seguito da Pompei (16.795 ingressi) e da Foro romano e Palatino (14.410 ingressi)

Sono stati circa 250mila gli ingressi domenica 5 ottobre 2025, giornata di apertura gratuita in occasione della #domenicalmuseo di agosto, l’iniziativa del ministero della Cultura che prevede l’accesso libero nei luoghi della cultura statali nella prima domenica del mese. La classifica assoluta vede il ritorno al primo posto del Colosseo (19.015 ingressi), seguito da Pompei (16.795 ingressi), seguito da Foro romano e Palatino (14.410 ingressi).

Visitatori in coda nella #domenicalmuseo per entrare al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto sergio siano)

Ecco i numeri relativi a parchi e musei archeologici. Colosseo – Anfiteatro Flavio 19.015 ingressi; area archeologica di Pompei 16.795; Foro Romano e Palatino 14.410; Pantheon – Basilica di Santa Maria ad Martyres 12.536; museo Archeologico nazionale di Napoli 5.200; Terme di Caracalla 3.621; parco archeologico di Ercolano 2.547; Villa Adriana 2.387; Grotte di Catullo e museo Archeologico di Sirmione 2.341; museo e area archeologica di Paestum 2.211; museo Archeologico di Venezia 2.138; Terme di Diocleziano 2.089; Palazzo Massimo 1.862; Palazzo Altemps 1.768; museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria 1.568; museo nazionale Etrusco di Villa Giulia 1.498; museo Archeologico nazionale di Taranto 1.166; necropoli dei Monterozzi e museo Archeologico nazionale di Tarquinia 781; anfiteatro campano – Santa Maria Capua Vetere 719; museo dell’Arte salvata 696; museo Archeologico nazionale di Sperlonga e Villa di Tiberio 620; museo Archeologico nazionale Mario Torelli e parco archeologico di Venosa 526.

Grande Pompei. Ultimo spettacolo del progetto teatrale “POMPEII. VOX FEMINAE. Le parole segrete delle donne”: protagonista Asellina all’Odeion di Pompei

Arianna, Giulia Felice, Ifigenia, Eumachia, Poppea, Flavia Agatea, Fedra, Wilhelmina, Amaryllis, Asellina, sono i personaggi dell’inedito progetto teatrale POMPEII. VOX FEMINAE. Le parole segrete delle donne”, che accompagna e amplifica il racconto della mostra “Essere donna nell’Antica Pompei” (nella Palestra Grande, visitabile fino al 31 gennaio 2026), ambientato nei “teatri” della Grande Pompei. Tutti gli appuntamenti prevedono una replica alle 17.30 per il pubblico già presente nei siti archeologici (fino ad esaurimento posti) e due repliche serali, alle 20.30 e alle 22 (biglietto 7 euro + prevendita su www.tickteone.it selezionando POMPEI VOX FEMINAE). È importante presentarsi mezz’ora prima dell’orario indicato perché gli spettacoli saranno sempre puntuali. Non sarà possibile accedervi dopo che saranno iniziati, anche se si è in possesso di prenotazione. Prima di ogni spettacolo è prevista una breve visita didattica a cura de Le Nuvole teatro arte scienza, che illustrerà le caratteristiche e la storia dei luoghi che ospitano le performance. Asellina è la protagonista dell’ultimo spettacolo del progetto.

L’attrice Imma Villa (foto esopop)

Sabato 4 ottobre 2025, nell’Odeion di Pompei: 17.30, 20.30, 22, durata: 30′. “Asellina. Di fame fuoco e bordelli” con Imma Villa, Costanza Cutaia e Marianna Fontana, musiche dal vivo Facundo Quënce. Un canto che dà voce alle donne dimenticate di Pompei: schiave, libertae, cuoche, prostitute, madri. Attraverso i racconti di Asellina e delle sue “Aselline”, rivivono desideri, lotte, soprusi e sogni sepolti. Tra ricette antiche e battute taglienti, sensualità e denuncia si intrecciano in un viaggio nel ventre della città, dove la fame non è solo di cibo. Perché le donne parlano d’amore. Non di morte.

Pompei. Per le GEP 2025, rivivono le arti, i mestieri, la vita quotidiana e militare con le Rievocazioni storiche: due giorni per immaginarsi nella storia del I secolo d.C. Sabato passeggiate serali nei siti della Grande Pompei a 1 euro

Il Foro, il Quadriportico dei Teatri, l’Anfiteatro, la Palestra grande, Via dell’Abbondanza, il Teatro grande, il Tempio di Iside a Pompei si animeranno sabato 27 e domenica 28 settembre 2025 in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio (GEP) con rievocazioni storiche di mestieri, momenti di vita quotidiana e militare di epoca romana. Un’occasione per adulti, bambini e famiglie per vivere e immaginarsi nella storia e comprenderne le abitudini, gli usi e i costumi. Il ricco programma di performance ed esibizioni a cura di esperti rievocatori è promosso dal parco archeologico di Pompei in collaborazione con Legio XXX Ulpia Victrix, Gruppo Storico Romano e Compagnia dell’Aquila Bianca. Il programma sarà identico per entrambe le giornate, garantendo a tutti i visitatori un’esperienza completa. In occasione delle GEP, l’ingresso diurno alle aree archeologiche è a tariffa ordinaria. È inoltre prevista in tutti i siti del Parco l’apertura serale sabato notte 27 settembre 2025 al costo di 1 euro (riduzioni e gratuità come da normativa), dalle 20 alle 23 (ultimo ingresso alle 22). Il costo di ingresso serale in tutti i siti e a Pompei per ciascun itinerario, sarà di 1 euro, incluse le performance “Pompei. Vox Feminae”. A Villa San Marco e Villa Arianna ingresso gratuito. https://www.ticketone.it/eventseries/pompei-giornate-europee-del-patrimonio-aperture-serali-3962841/?affiliate=IGA

Per Gep 2025 rievocazione storica a Pompei (parco archeologico pompei)

Al Foro (Macellum, Tempio dei Lari Pubblici, Tempio del Genius Augusti) dalle 9.30 18 si potrà rivivere una giornata dell’epoca con “Pompeiani: una giornata nel tempo”, ricostruzione di un mercato con artigiani, venditori, cittadini, danze e dibattiti pubblici. E sempre al Foro, ma nell’Edificio di Eumachia, sabato dalle 11 alle 11.30 e domenica dalle 16 alle 16.30 si potrà ascoltare il discorso della sacerdotessa Eumachia ai fullones (lavandai) di cui era protettrice e a cui è dedicato l’edificio, intervallata da danze antiche, con la performance teatrale “De Mulieribus”.

Per Gep 2025 rievocazione storica a Pompei (parco archeologico pompei)

Al Quadriportico dal mattino e fino alle 18.30 si potranno esplorare usi e costumi antichi, tra arte e tecnologia girando tra i banchi didattici, a cura di esperti che tratteranno il tema “Scientia e Vita: Pompei si racconta”.

Per Gep 2025 rievocazione storica a Pompei (parco archeologico pompei)

Al Teatro grande invece dalle 12 alle 13 e dalle 17 alle 18 si potrà assistere a esibizioni, di natura anche didattica, sulla gladiatura. Mentre dalle 16 alle 16.30 sabato, e domenica dalle 11 alle 11.30 la vita quotidiana e i mestieri femminili a Pompei saranno raccontati attraverso una serie di 3 performance teatrali, “De Mulieribus” (La sera prima delle nozze, La spatola di Sperata, Ogni mattina nella domus di Aulus Rustius Verus), intervallate da danze antiche.

“Luce di Iside” con il gruppo Synaulia a Pompei (foto synaulia)

Al Tempio di Iside prenderanno vita i Tableaux Vivants “Nel nome della Dea: Invocazione e offertorio al Tempio di Iside di Pompei”, con processione finale lungo via dell’Abbondanza, nei seguenti orari: dalle 10 alle 10.30 e dalle 14.30 alle 15.

Per Gep 2025 rievocazione storica a Pompei (parco archeologico pompei)

L’Anfiteatro sarà, invece, per eccellenza luogo dedicato ai Ludi Pompeiani, con combattimenti ricostruiti fedelmente e accompagnati da spiegazioni didattiche sulle figure coinvolte, le armi, le regole e il contesto sociale. Ampio spazio sarà dedicato alla movimentazione legionaria, con esercitazioni dimostrative e narrazione storica sull’organizzazione militare: legionari, centurioni, ufficiali e marinai (Classiarii).

Per Gep 2025 rievocazione storica a Pompei (parco archeologico pompei)

Nel piazzale antistante l’arena dalle 9.30 alle 18.30 sarà allestito un accampamento storico, con laboratori didattici civili e militari. Mentre all’interno dell’edificio, dalle 10.00 alle 12.45, si potrà assistere ai Ludi Pompeiani: spettacoli gladiatori, legionari, danza storica con coreografie ispirate all’epoca romana, curate da danzatrici in abiti d’epoca ed intrattenimento didattico. L’intera manifestazione sarà scandita dal grande Corteo Storico, che partirà dalla Palestra Grande con una cerimonia religiosa alle 15 cui seguirà alle 15.30 il corteo civile e militare lungo Via dell’Abbondanza fino al quadrivio e ritorno. Alle 16.30, al rientro del corteo nella Palestra, avranno luogo una cerimonia con rito civile e una militare in onore dell’Imperatore Tito – figura centrale del contesto rappresentato e dimostrazioni di battaglie legionarie. Alle 17.30 il corteo civile e militare rientrerà all’accampamento sul piazzale dell’Anfiteatro.

A Pompei e a Boscoreale il 27 sera, oltre alla passeggiata serale che a Pompei prevede più itinerari (uno alla Villa dei Misteri e l’altro all’area dell’Anfiteatro con visita alla mostra “Essere donna nell’antica Pompei” presso la Palestra Grande e ad alcune domus vicine) sono in programma anche le performance artistiche “Pompeii: Vox Feminae” dedicate a figure femminili dell’antica Pompei: Pompei, Odeion (Teatro Piccolo) 27 settembre “Amaryllis” e a Villa Regina, Boscoreale 27 settembre “Wilhelmina”. Sarà possibile usufruire del servizio navetta Pompeii Artebus in partenza da Piazza Esedra (orari consultabili sul sito www.pompeiisites.org). Dalle 19 alle 23.30 ci sarà un’attivazione straordinaria del servizio navetta che collegherà i 3 siti del circuito di Castellammare: museo Archeologico di Stabia alla Reggia di Quisisana, Villa Arianna e Villa San Marco. Biglietti in vendita sul circuito on-line www.ticketone.it (+ 1 euro per la vendita on-line) o presso la biglietteria di Piazza Anfiteatro o presso la Villa dei Misteri (solo cashless). È consigliata la prenotazione on-line.

Inoltre, ad Oplontis per la serata del 27 settembre 2025 l’Archeoclub d’Italia aps-sede di Torre Annunziata “Mario Prosperi”, in collaborazione col Gruppo storico oplontino e la rete di Ospitalità Diffusa ArevOd, organizza itinerari tematici gratuiti alle 20.30, 21, 21.30, in linea con il tema delle Giornate europee del patrimonio, quest’anno dedicato alle “Architetture: l’arte di costruire”. Mentre al museo Archeologico di Stabia Libero d’Orsi è in programma sulle terrazze della Reggia “Echeia. Nuove Risonanze”, installazioni sonore e live performance a cura di Marco D’Acunzo e Marina Lucia con Ensemble Progetto Porpora. L’evento è organizzato dalla Funneco aps in collaborazione con il Parco e con il contributo del Comune di Castellammare di Stabia.

Pompei. Alla biblioteca “G. Fiorelli” del parco archeologico presentazione del libro “Pompei I 7. La casa dell’Efebo ed il suo prestigioso arredo” dell’archeologo Alessandro Gallo promossa dall’Associazione Internazionale Amici di Pompei

Con l’autunno tornano gli incontri promossi dall’Associazione Internazionale Amici di Pompei ETS. Appuntamento martedì 23 settembre 2025, alle 17, alla biblioteca del parco archeologico di Pompei “G. Fiorelli”, in via Plinio a Pompei, per la presentazione del libro “Pompei I 7. La casa dell’Efebo ed il suo prestigioso arredo” dell’archeologo Alessandro Gallo (2025, L’Erma di Bretschneider). A discutere dell’opera con l’autore l’archeologo Antonio Varone e l’archeologo Salvatore Ciro Nappo.

Il libro aggiunge un tassello importante nella storia delle domus: offre un quadro globale, dal punto di vista architettonico, decorativo e delle suppellettili della casa dell’Efebo, una delle più note e anche particolarmente articolate dell’antica Pompei. L’archeologo Alessandro Gallo, che già nel 2023 ha pubblicato un lavoro sul nucleo originario della casa, aggiunge tasselli a completare il racconto di questa dimora. Si evidenziano, in un’attenta analisi, le varie fasi edilizie che hanno visto l’accorparsi di diverse dimore, fino a formare, nella sua fase finale, un vero e proprio complesso abitativo dove nell’articolazione elegante dei vari spazi si realizza una residenza di lusso. Le decorazioni raffinate a cui si aggiungono suppellettili, marmi, statue rendono magnifica una domus che ha un triclinio estivo con un naiskos, un tempietto, con ninfeo, e dove i giochi d’acqua, fornita dal castellum aquae presente dentro casa, rispondono al desiderio di trasformare la dimora in un luogo di esibita ricchezza. Con dovizia di dettagli quindi viene ricostruito un quadro di questo complesso edilizio che esprime il desiderio di ostentazione del suo probabile ultimo proprietario: Publio Cornelio Tagete a cui Alessandro Gallo dedica un capitolo del libro, dando una lettura del personaggio e del senso profondo di questa sua operazione edilizia quanto sociale.

Pompei. “Luce di Iside”: un’esperienza psicoacustica all’interno del Tempio di Iside attraverso suoni sacri e strumenti antichi. Zuchtriegel: “La fruizione del patrimonio diventa meditativa”

I suoni di sistri, flauti, ance e tamburi in grado di mettere in moto le più profonde emozioni interiori accompagneranno i visitatori in un percorso di intima riconnessione, ispirato ai rituali misterici per la dea, presso il tempio di Iside a Pompei. Uno spazio che ancor oggi provoca un incanto, portando a una introspezione, accresciuta ascoltando le vibrazioni degli antichi strumenti musicali giunti dall’Egitto, che preparavano e accompagnavano i rituali. Questa è “Luce di Iside”, un’esperienza psicoacustica attraverso i “magici” suoni sacri che ascoltavano gli antichi, riproposti con strumenti musicali ricostruiti, che sarà offerta al pubblico, domenica 21 settembre 2025 al Tempio di Iside a Pompei, alle 20, 20.30 e 21, con un numero di 30 persone per turno. Costo di accesso 7 euro, acquistabile su www.ticketone.it, ingresso da piazza Esedra.

Il sistro, lo strumento musicale di Iside usato nei riti isiaci (foto parco archeologico pompei)

“Ci siamo abituati a considerare la razionalità e la scienza quasi come l’unica chiave di accesso alla verità, mentre l’esperienza e l’emozione vengono considerate spesso o come un mero divertimento o come un disturbo che ci devia dalla verità”, commenta il direttore di Pompei, Gabriel Zuchtriegel. “Guardando il mondo antico, possiamo recuperare un senso diverso dell’esperienza emotiva: la fruizione meditativa del tempio di Iside che proponiamo è appunto un tentativo di trasmettere il senso dei rituali antichi, che non erano delle mascherate arbitrarie e ingannevoli, ma degli autentici percorsi di conoscenza volti a dischiudere delle verità nascoste negli strati dell’inconscio. Il nostro progetto di fruizione esperienziale e ‘meditativa’ è pertanto un’operazione di conoscenza storica a tutti gli effetti, al pari di una mostra o un percorso museale tradizionale, che per lo più ha il vantaggio di essere altamente inclusiva, rivolgendosi a persone di tutte le età, indipendentemente dalla propria lingua e estrazione culturale”.

“Luce di Iside” con il gruppo Synaulia a Pompei (foto synaulia)

I visitatori saranno accolti dagli esperti musicisti del gruppo Synaulia che da diversi anni studiano e ripropongono musica e danze tipiche dell’antica Roma Imperiale e parteciperanno a un percorso all’interno del santuario, accompagnati da musiche, danze, oltre che da profumi di incensi, utilizzati durante gli antichi riti. L’esperienza proposta non intende ricostruire filologicamente una cerimonia dell’epoca; piuttosto, si pone come un tentativo di ricreare l’incanto racchiuso nella musica antica quale chiave ritualizzata all’inconscio individuale e collettivo nelle sue accettazioni storiche.

Una peformance del gruppo Synaulia (foto synaulia)

I “Synaulia”, nati come gruppo di lavoro finalizzato alla ricostruzione di strumenti musicali dell’antichità a scopo didattico, hanno ampliato il loro raggio d’azione anche proponendo la musica e le danze tipiche dell’antica Roma Imperiale. L’ensemble nasce nel 1994 nel parco archeologico Archeon in Olanda dall’incontro tra Walter Maioli, Luce Maioli e Natalie Van Ravenstein. Si sviluppa così l’idea di approfondire il patrimonio musicale antico e il potere psicoacustico delle sonorità derivanti da esso. L’attività della compagnia – che propone uno speciale connubio di musica e danza di forte valore simbolico, fondato sul carattere rituale dell’esibizione – ha attraversato diverse fasi artistiche che hanno permesso di coprire un’ampia gamma di strumenti musicali antichi, il cui recupero, uso e reintroduzione in epoca moderna rinsalda il sentire emotivo con il nostro passato. Ritroviamo infatti un uso sapiente di strumenti a fiato come la syrinx, a corda come la lyra, integrati al loro volta da percussioni come il tympanon ed i cymbala. Intensa è l’attività in Olanda, Germania, Spagna e Portogallo, presso istituzioni museali. I Synaulia possono vantare inoltre la partecipazione anche a produzioni di successo internazionale come film e documentari, in veste di compositori: le loro produzioni musicali sono infatti presenti in film come “Il Gladiatore”, pluripremiata pellicola di Ridley Scott e serie televisive di grande successo come “Roma”.

Il Tempio di Iside a Pompei (foto parco archeologico pompei)

Il culto antichissimo della dea egizia si diffuse in tutto il Mediterraneo a partire dal III secolo a.C. per giungere a Pompei. Si trattava di un culto misterico, cioè riservato agli iniziati. Il mito narra le vicende di Iside che recuperò le parti dello sposo-fratello Osiride, ucciso e smembrato da Seth, che ricompose e gli ridiede vita con le sue arti magiche divenendo così la divinità dispensatrice di vita. Il culto era diffuso attraverso tutti i ceti di Pompei, proprio per il messaggio di speranza di una vita oltre la morte. Il Tempio di Iside, scavato nel 1764 apparve agli scavatori quasi intatto nella decorazione e negli arredi. Tra i visitatori del tempio in quel periodo c’è il giovane Mozart, che visitò Pompei nel 1770 con il padre Leopold; le scenografie della prima rappresentazione del “Flauto Magico” a Vienna, nel 1791, saranno fortemente influenzate dal monumento pompeiano.

Strade dell’antica Pompei illuminate per le visite serali (foto parco archeologico pompei)

“Luce di Iside” rientra tra le serate organizzate dal parco archeologico di Pompei, che per Pompei prevede anche un itinerario da Piazza Anfiteatro con accesso ad alcune domus come i Praedia di Giulia Felice, la casa di Loreio Tiburtino, la casa della Venere in conchiglia e alla Palestra grande dove è allestita la mostra “Essere donna nell’ antica Pompei” (durata del percorso: circa 1 ora – costo 7 euro), e dal lato opposto della città accesso alla Villa dei Misteri, con possibilità di raggiungere in navetta il sito di Boscoreale con la Villa Regina e l’Antiquarium (durata del percorso: circa 40 minuti Villa dei Misteri + circa 1 ora Boscoreale costo 7 euro). Orari dalle 20 alle 23 (ultimo ingresso alle 22). Il costo di ciascun itinerario è di 7 euro. Gratuità e riduzione come da normativa. È consigliata la prenotazione on-line su www.ticketone.it (+ 1 euro prevendita on-line). Biglietti acquistabili anche presso le biglietterie fisiche di Pompei (Piazza Anfiteatro e Piazza Esedra) e con carta di credito/ bancomat contactless presso il varco di Villa dei Misteri.

Il servizio navetta “Pompeii ArteBus” da Pompei ai siti archeologici del parco (foto parco archeologico pompei)

È disponibile il servizio navetta Pompeii Artebus per spostarsi da Piazza Esedra alla Villa dei Misteri e a Boscoreale. A Pompei, l’ingresso alla Villa dei Misteri è da strada urbana esterna. Il servizio navetta Pompeii Artebus è in partenza da Piazza Esedra con fermate a Villa dei Misteri e a Boscoreale. Si precisa che non è presente parcheggio auto del Parco presso la Villa dei Misteri. Si invita a parcheggiare nelle aree di sosta lungo via Plinio e/o a usufruire della navetta POMPEII ArteBus per raggiungere la Villa dei Misteri. Orari consultabili sul sito www.pompeiisites.org. Tempi di percorrenza per gli itinerari a Pompei:  da Piazza Anfiteatro a Piazza Esedra (ingresso per il teatro piccolo): 15 minuti; da Piazza Esedra a Villa dei Misteri: servizio navetta (orari consultabili su www.pompeiisites.org; da Piazza Anfiteatro a Villa dei Misteri: 15 minuti a piedi fino a Piazza esedra + servizio navetta (consulta orari) o 20 minuti a piedi.

Grande Pompei. Terzo week end col progetto teatrale “POMPEII. VOX FEMINAE. Le parole segrete delle donne”: protagoniste Poppea a Oplontis (Torre Annunziata) e Flavia Agatea all’Odeion di Pompei

Arianna, Giulia Felice, Ifigenia, Eumachia, Poppea, Flavia Agatea, Fedra, Wilhelmina, Amaryllis, Asellina, sono i personaggi dell’inedito progetto teatrale POMPEII. VOX FEMINAE. Le parole segrete delle donne”, che accompagna e amplifica il racconto della mostra “Essere donna nell’Antica Pompei” (nella Palestra Grande, visitabile fino al 31 gennaio 2026), ambientato nei “teatri” della Grande Pompei. Tutti gli appuntamenti prevedono una replica alle 17.30 per il pubblico già presente nei siti archeologici (fino ad esaurimento posti) e due repliche serali, alle 20.30 e alle 22 (biglietto 7 euro + prevendita su www.tickteone.it selezionando POMPEI VOX FEMINAE). È importante presentarsi mezz’ora prima dell’orario indicato perché gli spettacoli saranno sempre puntuali. Non sarà possibile accedervi dopo che saranno iniziati, anche se si è in possesso di prenotazione. Prima di ogni spettacolo è prevista una breve visita didattica a cura de Le Nuvole teatro arte scienza, che illustrerà le caratteristiche e la storia dei luoghi che ospitano le performance. Poppea e Flavia Agatea sono le protagoniste del terzo week-end di settembre.

L’attore Gennaro Apicella (foto esopop)

Venerdì 19 settembre 2025, a Oplontis (Torre Annunziata): 17.30, 20.30, 22, durata: 30′. “Poppea. Il silenzio del servo” con Gennaro Apicella, Luca Iervolino e Massimo Cordovani. Secundus è lo schiavo che ha servito Poppea, un corpo dimenticato che ora parla come un fiume in piena. Nerone è l’imperatore-attore, perso nella maschera del potere, innamorato della propria voce più che del mondo che brucia. L’uno è ombra muta, l’altro voce assoluta: insieme abitano il confine tra dominio e rovina. La loro scena è un canto distorto sull’ossessione del potere e il silenzio imposto.

L’attrice Marica Mastromarino (foto esopop)

Sabato 20 settembre 2025, nell’Odeion di Pompei: 17.30, 20.30, 22, durata: 30′. “Flavia Agatea. Il filo intrecciato. Una vita da tessere. Il desiderio di esserci”, drammaturgia Fabio Cocifoglia e Marica Mastromarino, con Marica Mastromarino, Giada Primiano (danzatrice) e Alessandro Scavello (danzatore). Flavia Agatea torna a parlare, sul palco dove forse non le fu mai concesso di esistere davvero. Tra trama e ordito, ci racconta la propria storia: da schiava a tessitrice, da invisibile a memoria scolpita nella pietra. Sullo sfondo di Pompei, con le mani al telaio e l’ironia in punta di voce, Flavia Agatea ci guida dentro una vita cucita a forza di coraggio, amore e libertà. Un racconto ironico, intimo e coinvolgente, dove il filo è parola e il tessuto, memoria.