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Napoli. Al museo Archeologico nazionale effettuato con successo il delicato ribaltamento del mosaico di Alessandro. Ora entra nel vivo la fase esecutiva del restauro: dal 1° novembre cantiere trasparente e riapertura sezione Mosaici. Giulierini: “Mantenuto la parola data”

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Museo Archeologico nazionale di Napoli: il mosaico di Alessandro, nell’imbragatura di sicurezza, è in posizione orizzontale: il ribaltamento è perfettamente riuscito (foto valentina cosentino)

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Museo Archeologico nazionale di Napoli: il mosaico di Alessandro racchiuso nel telaio metallico ancora in posizione verticale, prima del ribaltamento (foto valentina cosentino)

Il mosaico di Alessandro è da oggi, 30 ottobre 2023, a pancia in giù. Come non lo è mai stato in duemila anni. Al museo Archeologico nazionale di Napoli è stato effettuato con successo il delicato ribaltamento del mosaico di Alessandro. L’operazione è il passaggio indispensabile per entrare nel vivo della fase esecutiva del restauro. Un lavoro corale di alta specializzazione ha unito architetti, ingegneri, restauratori (vedi Napoli. Al museo Archeologico nazionale è arrivata la macchina per rovesciare il mosaico di Alessandro ed esplorarne la parte retrostante e il supporto ligneo: ecco tutti i dettagli della fase esecutiva di un restauro epocale ed indispensabile, visibile al pubblico | archeologiavocidalpassato). E da mercoledì 1° novembre 2023 apre il “cantiere trasparente”, che permetterà di assistere ai lavori guardando da una finestra installata nella sala adiacente; inoltre, torna fruibile la sezione che custodisce i capolavori musivi del museo Archeologico nazionale di Napoli. Grande l’emozione della squadra di lavoro a conclusione della straordinaria movimentazione dell’opera.

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Museo Archeologico nazionale di Napoli: una fase del ribaltamento del mosaico di Alessandro (foto valentina cosentino)

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Museo Archeologico nazionale di Napoli: una fase del ribaltamento del mosaico di Alessandro (foto valentina cosentino)

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Il grande mosaico di Alessandro Magno e Dario al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto valentina cosentino)

Il mosaico di Alessandro, capolavoro proveniente dalla casa del Fauno di Pompei, misura 5.82×3.13 metri e pesa 5 tonnellate (l’ultima rilevazione del peso risale al momento successivo al ribaltamento). Sono stati necessari quindici giorni per il montaggio del sistema di movimentazione e per i collaudi; oltre tre ore di lavoro certosino per ribaltare il mosaico: il manufatto, ormai ancorato al sistema di movimentazione, è stato svincolato dalle staffe in ferro che lo tenevano fissato al muro ed è stato lentamente portato in posizione orizzontale. La graduale e uniforme rotazione è avvenuta grazie a un sistema costituito da due serie di quattro paranchi, ciascuno dotato di singole celle di carico. Presente anche un sistema di sensori in fibre ottiche, fissato sul telaio metallico che racchiude il mosaico. Durante le operazioni, è stato effettuato costantemente e in tempo reale il monitoraggio della distribuzione dei carichi sui singoli paranchi e delle eventuali deformazioni del telaio. Tutti i parametri sono stati abbondantemente contenuti nei limiti di sicurezza previsti in progetto. Il mosaico, ben assicurato all’interno di una sorta di sandwich (costituito in parte dal vecchio sistema di contenimento e in parte dal nuovo pannello di chiusura), non ha subito alcun tipo di stress.

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Il direttore Paolo Giulierini nel gruppo di operatori che ha portato a termine il ribaltamento del mosaico di Alessandro al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto valentina cosentino)

“Sono giorni di immensa soddisfazione e di particolare emozione”, dichiara il direttore del Museo Paolo Giulierini, “giorni che resteranno nella storia del Mann e che vogliamo condividere con i nostri visitatori. Il più celebre mosaico dell’antichità si è mosso, dopo oltre un secolo, e ora è possibile lavorare sulle malte di 2000 anni fa. La grande impresa procede grazie alla professionalità di una squadra straordinaria. Nella settimana in cui tagliamo il traguardo delle 500mila presenze nel 2023, invitiamo tutti i cittadini, oltre naturalmente ai tanti turisti attesi per le festività, a visitare il Mann per le due giornate di gratuità volute dal ministro Gennaro Sangiuliano: il 4 novembre, Giorno dell’unità Nazionale e delle Forze Armate e il 5, prima domenica del mese. Il pubblico troverà un Museo al gran completo e al lavoro. Il Mosaico di Alessandro Magno e Dario tornerà a risplendere come mai nessuno lo aveva visto. Lo avevamo promesso. E noi manteniamo sempre la parola data”.

Napoli. Al museo Archeologico nazionale presentazione del libro a fumetti “Nico alla scoperta di Alessandro Magno” (Electa), quarto del disegnatore Blasco Pisapia, tra la grande mostra al Mann e le suggestioni del mosaico della Battaglia di Gaugamela

libro-Nico alla scoperta di Alessandro Magno_copertina“Nico alla scoperta di Alessandro Magno” è il titolo del quarto volume a fumetti che il disegnatore Disney Blasco Pisapia dedica al giovane Nico, mascotte dei piccoli visitatori del Mann, che sarà presentato giovedì 26 ottobre 2023, alle 12, nell’Auditorium del museo Archeologico nazionale di Napoli, cui parteciperanno anche gli allievi della Scuola Italiana di Comix diretta da Mario Punzo. Il libro “Nico alla scoperta di Alessandro Magno” (Electa 2023) non soltanto è legato alla grande mostra in programma all’Archeologico da maggio ad agosto scorso, ma si riallaccia anche alle suggestioni del Mosaico della Battaglia di Gaugamela, adesso in restauro (proprio in questi giorni è in montaggio la macchina che ne consentirà il rovesciamento). Come da tradizione, il volume “traduce” i contenuti archeologici nel linguaggio dei bambini e dei ragazzi.

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Una pagina del libro a fumetti “Nico alla scoperta di Alessandro Magno” (Electa)

Accompagnato dall’amico di sempre, il Fauno Danzante, il giovane Nico ripercorre il percorso di Alessandro Magno, vagando dall’Egitto all’India, dalla Grecia alla Persia: non mancano all’appello alcune meraviglie del mondo, come la Piramide di Cheope, i giardini pensili di Babilonia e il Mausoleo di Alicarnasso. Per scoprire che la morale della favola è sempre quella: viaggiare significa essere curiosi e avere la capacità di apprendere dagli altri.

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Una pagina del libro a fumetti “Nico alla scoperta di Alessandro Magno” (Electa)

“Si tratta di un’opera d’arte del fumetto e di una punta di diamante del progetto Obvia– Out of boundaries viral art dissemination, curato da Daniela Savy”, commenta il Direttore del Mann, Paolo Giulierini. “Blasco Pisapia non è un semplice, magnifico disegnatore: è una persona colta che non lascia nulla al caso, uno scrittore di storie esilaranti che toccano il cuore dei personaggi che prendono vita, come la statua del Fauno e Alessandro, sublimi citazioni dei nostri capolavori”. E Daniela Savy, docente all’Ateneo Federiciano e responsabile del progetto “OBVIA”, conclude: “La nona Musa, magistralmente interpretata da Blasco Pisapia, da otto anni descrive le opere delle collezioni permanenti e delle mostre temporanee del MANN senza limitarsi a target kids, ma appassionando il pubblico intero con il racconto di stampa disneyano arricchito di particolari raffinati”.

Napoli. Al via la XXIX edizione degli Incontri di Archeologia, in presenza e on line, per raccontare il patrimonio culturale antico. Apre, come da tradizione, il direttore Giulierini sul “Mann del futuro”. Ecco tutto il programma

napoli_mann_incontri-di-archeologia_2023_locandinaLe opere, le collezioni, i percorsi multidisciplinari, i progetti di ricerca: è ai nastri di partenza (primo appuntamento giovedì 26 ottobre 2023, alle 16) la rassegna “Incontri di Archeologia” che, giunta alla XXIX edizione, rappresenta uno dei punti cardine della programmazione culturale del museo Archeologico nazionale di Napoli. Il format è ormai consolidato e ben noto agli appassionati di arte antica: le 21 conferenze gratuite, in calendario dal 26 ottobre 2023 al 30 maggio 2024, sempre di giovedì alle 16, saranno organizzate in Auditorium e potranno essere seguite anche in diretta Facebook sulla pagina istituzionale del Mann. La XXIX edizione degli Incontri di Archeologia, a cura del Servizio Educativo del Mann, è progettata e organizzata da Giovanni Vastano e Miriam Capobianco, in collaborazione con Lucia Emilio.

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Paolo Giulierini, direttore del Mann, nei depositi sotterranei delle Cavaiole (foto graziano tavan)

Come da tradizione, il ciclo di incontri è aperto dal direttore dell’Archeologico. La conferenza di quest’anno è su “Il Mann del futuro”. “Apriamo gli Incontri di archeologia parlando di futuro”, commenta Paolo Giulierini. “In questi anni gli appuntamenti del giovedì sono stati una preziosa ribalta per un’eccellenza non solo settoriale e specialistica ma per temi, incontri e personalità coinvolgenti e di alta capacità divulgativa, un vero e proprio festival della conoscenza. Grazie alla possibilità della trasmissione on line, che nulla ha tolto al senso di essere comunità ‘fisica’ degli Incontri e al piacere di ritrovarci al Museo, il pubblico si è negli ultimi anni allargato e il sapere condiviso si è reso disponibile alle scuole e alle università e non solo. Futuro quindi all’ordine del giorno del primo incontro, dai nuovi spazi e sezioni già cantiere alle ricerche del Mann, per un’inaugurazione particolare della nostra più importante rassegna che dopo otto anni mi emoziona e che vogliamo tutti dedicare al ricordo di Valeria Sampaolo”.

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La dea Lakshmi, corrispondente ad Afrodite, statuetta in avorio da Pompei, conservata nel Gabinetto segreto del museo Archeologico nazionale di Napoli (foto mann)

Novembre, ancora, sarà il mese dedicato ad alcune curiosità svelate dai reperti del Mann: Maria Morisco descriverà gli strumenti musicali delle collezioni museali (9 novembre) e Laura Weinstein si occuperà della preziosa statuetta della dea Lakshmi, testimone dei contatti tra Roma e India (30 novembre). Da non perdere, alcuni approfondimenti ad hoc, come quello sulla figura umana nella pittura antica (ne parlerà Anna Maria D’Onofrio, il 23 novembre) e sulle novità nello scriptorium dei Romani (se ne occuperà Umberto Pappalardo, il 21 dicembre). Immancabile, come ogni anno, la performance realizzata da Giovanni Greco con Michele Monetta e Lina Salvatore (ICRA Project): giovedì 14 dicembre, anche grazie alla collaborazione dell’Accademia nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”, sarà possibile intrecciare il dramma delle Troiane di Euripide con la nostalgia e la passione del tango.

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Lapide sepolcrale del rebbi Abba Maris (IV-V secolo d.C.) da Brusciano (Na) conservata al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto mann)

Il 2024 inizierà (18 gennaio) con la conferenza della direttrice del parco archeologico del Colosseo, Alfonsina Russo, che identificherà la mission del proprio istituto in un percorso consapevole di conoscenza della storia; per la Giornata della Memoria, da segnare in agenda anche l’evento del 25 gennaio, durante il quale Giancarlo Lacerenza ritroverà, nelle collezioni del Mann, alcune suggestive storie ebraiche d’amore e morte.

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Sezione Campania romana al museo Archeologico nazionale di Napoli: Afrodite trionfante dall’anfiteatro campano di Capua (foto graziano tavan)

Focus sulla Campania Romana con tre incontri in programma a partire da febbraio: Stefania Gigli Quilici, Laura Acampora e Angela Maria Ferroni illustreranno il valore politico-culturale espresso dalla candidatura UNESCO della Via Appia (8 febbraio), Carmela Capaldi condurrà una promenade di studio nella sezione Campania Romana (29 febbraio) e Stefania Pafumi ripercorrerà il percorso tecnologico per risolvere l’enigma della Quadriga di Ercolano (14 marzo). Ancora una celebrazione dei capolavori del Mann nella conferenza di Bianca Ferrara e Vito Giuseppe Prillo, che si occuperanno della Magna Grecia con particolare riferimento ai banchetti e ai pasti sacri (15 febbraio).

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L’archeologa Valeria Sampaolo, già direttrice del museo Archeologico nazionale di Napoli, è morta a 70 anni il 9 settembre 2023 (foto paolo soriani)

A marzo (giovedì 7), tradizionale appuntamento dedicato alla condizione femminile con la conferenza di Francesca Galgano; a fine mese (giovedì 21), Stefano De Caro ricorderà Valeria Sampaolo.

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Frame del video che racconta il trasferimento del Mosaico di Alessandro da Pompei al Real Museo Borbonico (foto mann)

Il traffico illecito di beni culturali sarà il tema della conferenza di Marialucia Giacco e Ilaria Marini (4 aprile), mentre la settimana successiva (11 aprile) il direttore del parco archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel, ripercorrerà le nuove ricerche in programma nella città vesuviana. Il mese si concluderà (18 aprile) con un approfondimento, a cura di Laura Forte, sulla rappresentazione del Gran Mosaico da parte dei disegnatori del Real Museo Borbonico.

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Un’idria della collezione Spinelli nel deposito del museo Archeologico nazionale di Napoli (foto mann)

Quattro, infine, gli appuntamenti di maggio: Andrea Milanese traccerà la storia del Museo tra 1900 e 1957 (giovedì 9); Alessandra Sperduti e Valentina Cosentino si occuperanno della necropoli di Santa Teresa (giovedì 16); Emanuela Santaniello, Sveva Savelli, Mariateresa Operetto, Marina Vecchi e Alessandra Spadaccini tratteranno del progetto di tutela e valorizzazione della Collezione Spinelli, che rappresenta sia uno dei più ricchi rinvenimenti archeologici della Piana Campana, sia uno dei più importanti nuclei collezionistici del Mann (giovedì 23); Mariateresa Operetto, infine, analizzerà le nuove prospettive del lavoro di restauro (30 maggio).

Firenze. Al museo Archeologico nazionale presentazione del libro “L’Italia prima di Roma. Sulle tracce degli antichi popoli italici” di Paolo Giulierini che dialoga con Piero Pruneti

firenze_archeologico_libro-l-italia-prima-di-roma_di-paolo-giulierini_presentazione_locandinaGiovedì 19 ottobre 2023, alle 17, il museo Archeologico nazionale di Firenze, in piazza Santissima Annunziata, ospita la presentazione del libro “L’Italia prima di Roma. Sulle tracce degli antichi popoli italici” di Paolo Giulierini, direttore del museo Archeologico nazionale di Napoli. Dopo i saluti e l’introduzione del direttore del MAF Mario Iozzo, l’autore dialogherà con Pietro Pruneti, direttore di “Archeologia Viva”. Ingresso libero fino a esaurimento dei posti.

“L’Italia prima di Roma”. Il nostro Paese ci appare il più delle volte come l’erede per eccellenza della civiltà romana. Non c’è nulla di più vero, ma se ci mettessimo in viaggio percorrendo l’Italia da nord a sud scopriremmo che prima ancora che Italiani siamo stati Italici: in ogni regione la toponomastica, i monumenti, i reperti archeologici, le tradizioni etnografiche, persino le abitudini alimentari e culinarie raccontano la storia di popoli antichi che a partire dall’Età del ferro si sono frequentati, confrontati, scontrati. Celti, Veneti, Liguri, Etruschi, Sardi, Latini, Sanniti, Lucani, Piceni, Campani, Punici, Enotri, Siculi e molti altri hanno lasciato ovunque nella penisola tracce profonde, preziose per capire com’era l’Italia prima dell’avvento di Roma. Con la competenza dell’esperto e il passo avvincente del divulgatore, Paolo Giulierini ci accompagna in un viaggio affascinante, ci presenta gli Italici che siamo stati, ne approfondisce il rapporto con il territorio, le modalità insediative, la religione, la lingua e la scrittura, senza tralasciare il fondamentale incontro con i Romani e quello che ne è seguito. Corredato da immagini, il libro è al tempo stesso un saggio sulla meravigliosa complessità della storia del nostro Paese e una guida per innamorarsi, oltre che di tutte le sue bellezze, anche delle genti che lo hanno abitato in tempi remoti, e che ancora oggi ci parlano: non solo di loro ma anche di noi, da sempre popolo in cammino che a ogni tappa aggiunge un viandante alla carovana.

Napoli. Al museo Archeologico nazionale giornata internazionale di studi “Pompei ed Ercolano tra due mondi. La ricezione e la fortuna di un mito in Spagna e in America”: Pompei ed Ercolano divennero mete indispensabili per gli amanti dell’antichità greco-romana dall’Europa all’America

napoli_mann_giornata-di-studi_pompei-ed-ercolano-tra-due-mondi_locandinaIl mito delle città vesuviane in Spagna ed America: se ne parlerà mercoledì 18 ottobre 2023 al museo Archeologico nazionale di Napoli, durante la giornata internazionale di studi dedicata a Pompei ed Ercolano tra due mondi. Appuntamento alle 16 in sala conferenze con “Pompei ed Ercolano tra due mondi. La ricezione e la fortuna di un mito in Spagna e in America”. Dopo i saluti di Paolo Giulierini, direttore del Mann, e l’introduzione di Ana Navarro Ortega, direttrice dell’istituto Cervantes di Napoli, interverranno Mirella Romero Recio dell’Universidad Carlos III de Madrid su “Città antiche per modernizzare un mondo nuovo. L’influenza di Pompei ed Ercolano in America Latina”; Rosaria Ciardiello dell’università Suor Orsola Benincasa di Napoli su “Pompei ed Ercolano: l’influenza delle scoperte vesuviane dall’Europa agli Usa”; Jesus Salas Alvarez dell’Universidad Complutense de Madrid su “L’influenza delle scoperte vesuviane nell’archeologia spagnola dell’Ottocento e della prima metà del Novecento”; Agnes Allroggen Bedel per le osservazioni conclusive. Quest’incontro ha l’obiettivo di dimostrare come Pompei ed Ercolano siano diventate delle mete indispensabili per gli amanti dell’antichità greco-romana, tanto da estendere la loro influenza in tutti i Paesi europei, fino ad arrivare in America. Alla luce delle ultime due pubblicazioni, i partecipanti si concentreranno su alcuni dei temi legati all’incidenza e all’influenza di questi giacimenti in ambiti che sono rimasti scarsamente esplorati fino a oggi. Pompei ed Ercolano sono due siti archeologici di fondamentale importanza per l’archeologia classica e la storia antica. Da quando nel XVIII secolo cominciarono gli scavi, questi siti non hanno mai smesso di sorprendere il mondo, rivelando la vita e la quotidianità degli antichi romani. Pompei ed Ercolano hanno ispirato l’arte, la letteratura, il cinema e i loro ritrovamenti sono stati e continuano a essere oggetto di studio da parte di specialisti di tutta Europa. Per molto tempo si è pensato che Spagna e America fossero rimaste al margine dell’eco (influsso) culturale scaturito da queste scoperte. Recenti studi smontano quest’idea mostrando un panorama molto differente. Partendo da un capitolo dedicato ai viaggiatori che nel XIX e XX secolo arrivavano a Napoli spinti dall’interesse verso i siti archeologici campani, la monografia Pompeya y Herculano entre dos mundos si pone l’obiettivo di far conoscere al pubblico le indagini svolte dagli specialisti del progetto RIPOMPHEI (Recepción e influjo de Pompeya y Herculano en España e Iberoamérica) che analizzano come le scoperte campane furono accolte e fatte proprie non solo dalla società e dalla cultura spagnola bensì anche da quella dei Paesi latinoamericani. L’opera si propone, inoltre, come stimolo per future prospettive di ricerca oltre che sottolineare il profondo legame culturale che unisce Italia, Spagna e America Latina.

Napoli. A Palazzo Reale presentazione del libro “L’Italia prima di Roma. Sulle tracce degli antichi popoli italici” (Rizzoli) di Paolo Giulierini

napoli_palazzo-reale_libro-l-itaòia-prima-di-roma_presentazione_locandinaAppuntamento venerdì 6 ottobre 2023, alle 19, nella sala Coerenza di Palazzo Reale a Napoli, per la presentazione del libro “L’Italia prima di Roma. Sulle tracce degli antichi popoli italici” (Rizzoli) di Paolo Giulierini, direttore del museo Archeologico nazionale di Napoli. Ingresso libero. Dialogherà con l’autore il prof. Carlo Rescigno.

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Copertina del libro “L’Italia prima di Roma. Sulle tracce degli antichi popoli italici”

L’Italia prima di Roma. Il nostro Paese ci appare il più delle volte come l’erede per eccellenza della civiltà romana. Non c’è nulla di più vero, ma se ci mettessimo in viaggio percorrendo l’Italia da nord a sud scopriremmo che prima ancora che Italiani siamo stati Italici: in ogni regione la toponomastica, i monumenti, i reperti archeologici, le tradizioni etnografiche, persino le abitudini alimentari e culinarie raccontano la storia di popoli antichi che a partire dall’Età del ferro si sono frequentati, confrontati, scontrati. Celti, Veneti, Liguri, Etruschi, Sardi, Latini, Sanniti, Lucani, Piceni, Campani, Punici, Enotri, Siculi e molti altri hanno lasciato ovunque nella penisola tracce profonde, preziose per capire com’era l’Italia prima dell’avvento di Roma. Con la competenza dell’esperto e il passo avvincente del divulgatore, Paolo Giulierini ci accompagna in un viaggio affascinante, ci presenta gli Italici che siamo stati, ne approfondisce il rapporto con il territorio, le modalità insediative, la religione, la lingua e la scrittura, senza tralasciare il fondamentale incontro con i Romani e quello che ne è seguito. Corredato da immagini, questo libro è al tempo stesso un saggio sulla meravigliosa complessità della storia del nostro Paese e una guida per innamorarsi, oltre che di tutte le sue bellezze, anche delle genti che lo hanno abitato in tempi remoti, e che ancora oggi ci parlano: non solo di loro ma anche di noi, da sempre popolo in cammino che a ogni tappa aggiunge un viandante alla carovana.

Napoli. Nel giardino delle Fontane del Mann è tornata al suo splendore la “grande tazza” farnese in porfido rosso, al termine del restauro sostenuto da Rigoni di Asiago e Fondaco Italia, settima tappa del progetto itinerante “La natura nel cuore di…”

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Lo scoprimento della “grande tazza” farnese in porfido rosso nel Giardino delle Fontane del museo Archeologico nazionale di Napoli (foto mann)

Con un deciso strappo al grande velo rosso pompeiano la grande vasca in porfido rosso nel cortile delle Fontane del Mann è stata “rivelata”, come succede in occasione dello scoprimento di qualche targa commemorativa. A “tirare” il velo sono i protagonisti dell’operazione restauro della fontana, patrimonio della collezione Farnese: Paolo Giulierini, direttore del museo Archeologico nazionale di Napoli; Andrea Rigoni, presidente di Rigoni di Asiago; Enrico Bressan, presidente di Fondaco Italia; Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli. Il lavoro di restauro, iniziato a fine giugno 2023 e durato quindi tre mesi, condotto sotto la supervisione del Laboratorio del Mann (responsabile: Mariateresa Operetto) e realizzato da Pantone Restauri di Roma, ha avuto come obiettivo ed esito la conservazione e la valorizzazione dell’opera, solo per citare qualche esempio, attraverso trattamenti biocida, revisione degli interventi pregressi realizzati negli anni Sessanta e nel 2003, pulitura, realizzazione di nuove stuccature in luogo di quelle deteriorate, complessivo riequilibrio cromatico tra vecchi e nuovi interventi.

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Una fase dei restauri della vasca in porfido rosso nel giardino delle Fontane del Mann (foto mann)

napoli_mann_fontana-in-porfido-rosso_cantiere-restauro_telo-sponsor_foto-mannL’iniziativa è stata realizzata grazie alla sponsorizzazione dell’azienda Rigoni di Asiago che, in collaborazione con Fondaco Italia e in occasione dell’Expo di Milano del 2015, ha lanciato il progetto itinerante “La natura nel cuore di…”. Da allora questa buona pratica ha mantenuto intatte le proprie caratteristiche: l’azienda veneta, infatti, ha promosso una votazione online, cui hanno partecipato circa 30mila utenti. Sono stati questi cittadini virtuali a scegliere Napoli come settima tappa di un articolato percorso di tutela e valorizzazione dei beni culturali nazionali. Da Nord a Sud della penisola (da Milano, a Venezia, da Roma a Matera, da Firenze e Bergamo), l’impegno di Rigoni di Asiago si è concentrato su quei tesori che hanno non soltanto un valore artistico, ma anche un significato in chiave di promozione della sostenibilità. In tal senso, la vasca in porfido rosso del Mann ha assunto un ruolo particolare.

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Giardino delle Fontane del museo Archeologico nazionale di Napoli: la “grande tazza” farnese in porfido rosso a restauri conclusi (foto mann)

La “grande tazza” in porfido rosso, come spesso è chiamata negli inventari antichi, è una vasca di fontana, in latino labrum, rinvenuta presso le Terme di Caracalla a Roma durante gli scavi condotti dalla potente famiglia Farnese nel corso del XVI secolo. Si tratta di un manufatto molto raffinato, probabilmente commissionato da un imperatore romano per un edifico pubblico. L’oggetto si data alla prima metà del II secolo d.C., tra l’età di Traiano e quella di Adriano. In quell’epoca, infatti, è particolarmente diffuso l’uso del porfido. La vasca è registrata nell’inventario di Palazzo Farnese a Roma dal 1644 (in Campo dei Fiori, attualmente sede dell’Ambasciata di Francia in Italia). Come il resto della Collezione Farnese, l’opera fu ereditata da Carlo di Borbone per via materna e nel 1789 era registrata nell’inventario del Museum Herculanense di Portici. Compare, allo stato di frammenti, nell’inventario del 1796 del Nuovo Museo e Fabbrica della porcellana di Napoli, per essere infine restaurata nel 1808, per la prima volta, con integrazioni in gesso e trasferita definitivamente al Real Museo Borbonico, di cui il Mann è l’erede.

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Da sinistra, il direttore del Mann Paolo Giulierini, il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, e Andrea Rigoni, presidente di Rigoni di Asiago (foto mann)

“Il felice incontro con il progetto Rigoni di Asiago per l’Arte ci ha visto subito in immediata sintonia”, dichiara Paolo Giulierini, direttore del museo Archeologico nazionale di Napoli. “La scelta di restaurare la preziosa vasca di fontana in porfido rosso dalle Terme di Caracalla vuole essere un ulteriore segno di attenzione per la rinascita e la cura degli spazi verdi all’interno del Mann. Il prezioso manufatto, posto al centro del giardino delle Fontane, è parte integrante della nostra collezione Farnese, così come la sosta nei tre giardini storici è tappa irrinunciabile della esperienza di visita. Complimenti a Rigoni per aver realizzato, attraverso il suo tour e il coinvolgimento della rete, una iniziativa originale che diffonde l’amore per il patrimonio artistico italiano”.

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Un momento della cerimonia di consegna della vasca in porfido rosso del Mann dopo i restauri (foto mann)

Andrea Rigoni, presidente di Rigoni di Asiago Srl spiega i dettagli dell’iniziativa: “Sono veramente felice di sbarcare a Napoli, nell’anno del centenario della mia azienda. La città partenopea è la settima tappa del nostro progetto “La natura nel cuore di …” che abbiamo iniziato nel 2015 in collaborazione con Fondaco Italia. Il mio personale rapporto con le opere d’arte, che abbiamo sin qui restaurato, è molto profondo e non nascondo di essere orgoglioso perché ad esse, siamo riusciti a dare un futuro migliore. In particolare, questa fontana in porfido rosso mi ha rapito riportandomi all’epoca dei grandi personaggi dell’antica Roma. Desidero ringraziare tutti coloro che hanno votato questa città, contribuendo così alla rinascita di questa opera. Auspico che essa possa essere motivo di ulteriore interesse e curiosità, affinché sempre più persone vengano a visitare Napoli con il suo Mann, che rappresenta l’eccellenza della bellezza del nostro Paese!”. Enrico Bressan, presidente di Fondaco Italia, conclude: “Sono particolarmente orgoglioso di aver realizzato questo restauro a Napoli all’interno del Mann, tra i più prestigiosi musei archeologici del Mondo, perché all’impegno di Rigoni di Asiago si è aggiunta anche la forza di oltre 30.000 persone che, con il loro voto on line, hanno voluto confermare il valore e la centralità del patrimonio storico-artistico del nostro Paese. In questo particolare momento storico abbiamo bisogno di esempi positivi e concreti, abbiamo bisogno di messaggi valoriali, abbiamo bisogno di persone che, grazie al loro agire quotidiano serio, intraprendente, coerente e professionale contribuiscano ad attirare l’interesse in particolare, dei giovani. La responsabilità sociale d’impresa è una forma di cultura in forza della quale può e deve scaturire anche un rinnovato spirito di appartenenza e la consapevolezza che possiamo progettare un futuro (un nuovo rinascimento) soltanto se conosciamo e valorizziamo il nostro passato. Dal 2015 Andrea Rigoni e la sua azienda, che desidero ringraziare, con grande serietà e partecipazione, stanno rinnovando di anno in anno questo impegno che auspico con forza sia a tutti gli effetti un esempio al quale guardare con interesse e concretezza e che venga raccolto anche da altre imprese illuminate per implementare e rafforzare il non più derogabile rapporto pubblico-privato”.

Napoli. Prorogata la direzione di Giulierini fino al 15 novembre 2023. E con la “Domenica al Museo”, il 1° ottobre ingresso gratuito e ultima occasione per la mostra “Picasso e l’antico”

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Paolo Giulierini, direttore del Mann, nei depositi sotterranei delle Cavaiole (foto graziano tavan)

napoli_mann_domenica-al-museo_1-ottobre_bis_locandinaTorna la “Domenica al Museo”. E quello che per il museo Archeologico nazionale di Napoli doveva essere il primo giorno, dopo otto anni, senza il direttore Paolo Giulierini, sarà invece il primo giorno in deroga. È arrivata infatti dal ministero della Cultura la proroga del mandato di 45 giorni – fino al 15 novembre 2023 – per consentire l’espletamento del bando per il nuovo direttore. Intanto domenica 1° ottobre 2023 è aperto gratuitamente, senza prenotazione, dalle 9 alle 19.30 (ultimo ingresso alle 18.30, le operazioni di chiusura iniziano alle 19). Il biglietto è valido per le collezioni permanenti e le mostre. Sarà l’ultima occasione per visitare la mostra “Picasso e l’antico”, prorogata fino al 2 ottobre 2023.

Esclusivo. Il saluto quasi “intimistico” di Paolo Giulierini, direttore del Mann, giunto a fine mandato. Parole di affetto per la città di Napoli e il “suo” museo. In attesa di conoscere il proprio futuro

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2015: Paolo Giulierini, direttore all’Archeologico di Napoli, proveniente dal museo dell’Accademia Etrusca e della Città di Cortona (foto maec)

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I direttori Paolo Giulierini (Mann) e Michail Piotrovsky (Ermitage) a San Pietroburgo nel 2018 (foto mann)

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Paolo Giulierini, direttore del Mann, all’apertura del cantiere del mosaico di Alessandro nel 2021 (foto Marco Pedicini)

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Il direttore del Mann, Paolo Giulierini, assiste all’apertura della cassa con il Pugilatore, uno dei Giganti di Mont’e Prama, giunta al museo nel 2022 (foto valentina cosentino)

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Il direttore del Mann, Paolo Giulierini, con il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano nel 2023 (foto graziano tavan)

30 settembre 2023, si chiude ufficialmente (salvo deroga, in attesa del nuovo bando) il mandato di Paolo Giulierini da direttore del museo Archeologico nazionale di Napoli, dove era arrivato il 1° ottobre 2015. Sarà ancora lui a guidare il “nuovo” Mann promosso dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano a museo di prima fascia, o ci sarà un nuovo direttore? In questo breve saluto di fine mandato che fa attraverso archeologiavocidalpassato.com, Giulierini mostra il suo rapporto intenso e sincero con la città di Napoli e il “suo” museo, e per entrambi ha parole di affetto: lo si ama come un figlio. E non nasconde che ben volentieri lo seguirebbe ancora, anche se già grande e in grado di camminare con le proprie gambe.

“Lavorare otto anni in città come Napoli – assicura – è come in qualche modo aprire il cuore a un grande amore. Insomma questi sono stati anni importanti per la mia crescita, per l’affetto che la città mi ha dato, per l’impegno che ho cercato di fornire nel restituire una fiducia incondizionata da parte dei cittadini e delle istituzioni. Adesso si profila all’orizzonte una nuova fase. È molto importante non lasciare a metà il museo ed è per questo che abbiamo presentato tutti i progetti per il futuro (vedi Napoli. “Ecco il Mann del futuro”: il direttore Giulierini a chiusura del suo mandato annuncia progetti e interventi (tutti esecutivi già finanziati) per i prossimi cinque anni, a cominciare dai depositi e nuovi servizi nei sotterranei. Una strada tracciata ben precisa per il direttore che verrà. I dettagli e le considerazioni | archeologiavocidalpassato) che consegnano o a chi sta parlando o a un nuovo direttore una strada ben più chiara di quella che ho trovato io quando arrivai. Quindi io credo che onestamente sia importante amare il proprio lavoro, amare il proprio museo. Ma è un po’ come l’amore per i figli: bisogna predisporli e crescerli perché diventino grandi in autonomia a prescindere. Poi se ci sarà la possibilità di accompagnarli ancora, appunto come un figlio, lo faremo volentieri”.

Napoli. Alla scoperta dei depositi sotterranei delle Cavaiole, interessati da un intervento di 12 milioni di euro: intervista al direttore Paolo Giulierini e video della passeggiata con l’architetto Amanda Piezzo

“Ci troviamo all’interno delle Cavaiole”, spiega il direttore Paolo Giulierini ad archeologiavocidalpassato.com, “i depositi sotterranei del Mann che contengono materiale che proviene dalle aree vesuviane, in particolare Pompei ed Ercolano. Sono previsti 12 milioni di finanziamenti per queste aree sotterranee che porteranno a nuovi depositi ordinati e fruibili, a uno spazio espositivo per le mostre del museo e anche da una serie di servizi, bagni, deposito zainetti e molto altro, per il nuovo pubblico. In particolare questa dimensione sotterranea collegherà questo spazio alle uscite delle metropolitane che collegano il Mann con la stazione e con l’aeroporto costituendo un vero snodo della cultura”.

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L’architetto Amanda Piezzo e il direttore Paolo Giulierini nei depositi sotterranei delle Cavaiole del museo Archeologico nazionale di Napoli (foto graziano tavan)

Il direttore Giulierini e l’architetto Amanda Piezzo hanno accompagnato un gruppetto di fortunati negli ambienti ipogei del museo Archeologico nazionale di Napoli: centinaia di metri di “gallerie” tra statue, frammenti architettonici, mosaici, busti, cassette piene di reperti. Uno sferragliare sinistro zittisce tutti. Sono pesanti porte in ferro che si chiudono, e un enorme sarcofago metallico ci porta nelle viscere del Mann. Raggiunto il livello -1, aperte le porte di sicurezza ecco i depositi delle Cavaiole. E questo è il video della passeggiata tra i reperti accatastati con qualche breve intervento dell’architetto Piezzo.