Archeologia in lutto. Si è spento a Vicenza all’età di 91 anni il prof. Alberto Broglio, un gigante della Paleontologia Umana, docente e professore emerito all’università di Ferrara, punto di riferimento per generazioni di archeologi. Famose le sue ricerche nel Veronese e nel Vicentino

Il prof. Alberto Broglio, già professore emerito dell’università di Ferrara e docente di Paleontologia Umana dal 1973 al 2006
Archeologia in lutto. Si è spento all’età di 91 anni il prof. Alberto Broglio, già professore emerito dell’università di Ferrara e docente di Paleontologia Umana dal 1973 al 2006, uno dei luminari nello studio della comparsa dell’uomo moderno e delle culture del Paleolitico superiore e del Mesolitico in Europa, punto di riferimento per generazioni di archeologi che si sono dedicati alla Preistoria, senza dimenticare quanti si sono avvicinati alla materia proprio con il suo manuale “Introduzione al Paleolitico” (Laterza, 1998). Il prof. Broglio era nato ad Asiago il 31 dicembre 1931, si è spento a Vicenza il 17 febbraio 2023. La sua scomparsa segna un grave lutto per il nostro Ateneo. La Rettrice Laura Ramaciotti, a nome suo personale e di tutta la comunità universitaria, esprime ai familiari il più vivo e sentito cordoglio. La cerimonia funebre avrà luogo mercoledì 22 febbraio 2023 alle 10, nel Duomo di Vicenza.
Personalmente ricordo il prof. Broglio come un grande che ti metteva a tuo agio quando, giovane cronista de Il Gazzettino, lo incontravo per qualche aggiornamento sulle sue ricerche tra il Veronese e il Vicentino. Per lui, e trenta-quarant’anni fa non era scontato, la comunicazione e la divulgazione scientifica era fondamentale per rendere partecipe il grande pubblico dei passi avanti della Scienza e far uscire le ricerche accademiche da quella torre d’avorio dove rimanevano un “bene” per i soli addetti ai lavori. E così non lesinava il suo tempo per spiegare in modo semplice concetti e situazioni che soprattutto nella Paleontologia umana proprio semplici non sono. Posso dire di essere stato onorato della sua stima, dimostratami in tante interviste ufficiali e ufficiose.

Il paleontologo, prof. Alberto Broglio, morto a 91 anni, il 17 febbraio 2023
È il gruppo di lavoro sulla preistoria e sull’evoluzione umana dell’università di Ferrara ad affidare sul sito dell’ateneo un ricordo vivo e partecipato del loro “prof”. “La scomparsa, avvenuta questo venerdì del professore emerito Alberto Broglio induce a un profondo raccoglimento attorno a una figura di eccezionale profilo scientifico, mente costantemente lucida e reattiva nei confronti di ogni avanzamento compiuto nel campo della Paletnologia, dell’Archeologia preistorica e della Paleoantropologia. Attraverso le sue ricerche, il prof. Alberto Broglio, cattedratico di Paleontologia Umana all’università di Ferrara dal 1973 al 2006, ha fornito un fondamentale contributo agli studi sull’umanità del Pleistocene e del primo Olocene. A partire dalla seconda metà degli anni ’50 sotto la guida del prof. Piero Leonardi, egli si rese protagonista della scoperta di siti archeologici di eccezionale valore scientifico, riferibili ai neandertaliani del Paleolitico medio più recente e ai sapiens del Paleolitico superiore e del Mesolitico nel Veneto, Trentino Alto-Adige, Friuli Venezia Giulia e Marche”.

Dal 1967 al Riparo Tagliente le ricerche archeologiche sono condotte dall’università di Ferrara (foto unife)
“Vanno ricordate – continuano – le scoperte dei primi insediamenti tardo-paleolitici e mesolitici delle Alpi italiane orientali, documenti inconfutabili della colonizzazione umana della regione alpina al termine dell’ultima glaciazione. Si aggiungano le grotte, che hanno restituito testimonianze uniche, riconducibili alla sussistenza, alle culture e all’organizzazione delle prime comunità di sapiens e delle ultime popolazioni neandertaliane. Tra tutti, si citano il Riparo Tagliente e la Grotta di Fumane nella Lessinia (Vr), la Grotta del Brojon nei Colli Berici (Vi) e il Riparo Villabruna nel Feltrino, archivi di caratura internazionale attorno ai quali il prof. Alberto Broglio ha costruito e formato ricercatori e docenti, coltivando una mai doma passione giovanile per l’esplorazione archeologica e la ricerca interdisciplinare”.

L’ingresso della grotta di Fumane, uno dei massimi siti preistorici in Europa (foto unife)
Direttore di Istituto, direttore di Dipartimento e presidente di Consiglio di Corso di Laurea nell’ambito della Facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali, il prof. Alberto Broglio ha anche tenuto l’insegnamento di Paletnologia all’università di Trento, in coerenza con i solidi rapporti intessuti, sin dagli anni ’60, con l’amico prof. Bernardo Bagolini e con il museo Tridentino di Scienze naturali, attuale museo delle Scienze (Muse), per il quale figura conservatore onorario. È stato membro dell’Academie Internationale de Prehistoire et Protohistoire e del consiglio permanente della Union Internationale des Sciences Préhistoriques et Protohistoriques, presiedendo la VIII Commissione Paléolithique supérieur. La sua caratura internazionale è testimoniata inoltre dalle innumerevoli partecipazioni a congressi, dalle numerosissime pubblicazioni scientifiche, dai manuali redatti anche in collaborazione con colleghi europei, dal coinvolgimento nei programmi di formazione accademica di massimo livello presso Università francesi e dalla partecipazione a comitati scientifici di riviste europee. Ha fatto parte del consiglio direttivo dell’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria. È stato corrispondente dell’Istituto Veneto di Scienze Lettere e Arti e membro dell’Accademia Olimpica di Vicenza e dell’Accademia delle Scienze di Ferrara. Ha inoltre ricoperto la carica di vicepresidente della Fondazione CariVerona.
“Alla sua fervente attività sul piano scientifico interdisciplinare – ricordano i colleghi dell’ateneo ferrarese – si affiancavano una vivace curiosità nel campo delle metodologie della ricerca archeologica, paleoantropologica e paleoecologica, una costante attenzione all’affinamento della formazione accademica a vantaggio di generazioni di studiosi e una propensione a disseminare le conoscenze scientifiche nella società civile. In questo momento nel quale gli eventi si accompagnano alla tristezza, al prof. Alberto Broglio va il pensiero degli studiosi, dei docenti, dei giovani ricercatori e degli studenti della Sezione di Scienze preistoriche e antropologiche del Dipartimento di Studi umanistici dell’università di Ferrara”.

Lo “sciamano” dalla Grotta di Fumane (foto drm-veneto)
Aggiungo un ricordo personale legato alle ricerche nella Grotta di Fumane (Vr), uno dei maggiori siti archeologici preistorici d’Europa. Siamo nell’autunno del 1999. Io ero caposervizio al Gazzettino, in sede centrale a Mestre, quindi un po’ “distante” dalle ricerche nella grotta della Lessinia, scoperta nel 1962 dall’archeologo Giovanni Solinas, ricerche che dal 1988 erano portate avanti da soprintendenza per i Beni archeologici del Veneto, università di Ferrara, università di Milano e dal museo civico di Storia Naturale di Verona, con eccezionali risposte sulle frequentazioni dell’Uomo di Neanderthal e dei primi Uomini Moderni. Il prof. Broglio mi chiamò e mi invitò a Vicenza per comunicarmi un’importantissima scoperta archeologica: la roccia dipinta con lo Sciamano, quello che oggi è il simbolo del neonato museo Archeologico nazionale di Verona. La campagna di scavo del 1999 (27 agosto – 2 ottobre) fu quella infatti che restituì le pietre dipinte aurignaziane: il mustelide e lo sciamano. In quell’occasione il professore mi onorò di essere il primo (al mondo) a dare la notizia: fu un grande scoop, è vero, ma ancora oggi per me quello rimane un tributo di grande stima e di fiducia. Grazie, professore.
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