Archivio tag | Nucleo Tutela Patrimonio Beni Culturali Arma dei Carabinieri

Viterbo. In Sala Regia il primo convegno “Tutela penale e crimini contro il patrimonio culturale” promosso dalla SAG del Centro studi criminologici con magistrati, avvocati, giornalisti, Sabap e Nucleo TPC

viterbo_sala-regia_convegno-tutela-penale-e-crimini-contro-il-patrimonio_locandinaviterbo_centro-studi-criminologici_archeologia-giudiziaria_locandina“Tutela penale e crimini contro il patrimonio culturale” è il tema del primo convegno organizzato dalla Scuola biennale di Alta formazione in Archeologia giudiziaria (SAG) del Centro Studi Criminologici (CSC) che approfondirà le delicate tematiche legate alla tutela del patrimonio culturale. Appuntamento il 24 febbraio 2023, alle 15.30, nella Sala Regia del Comune di Viterbo con al tavolo dei relatori tra i massimi esperti in materia di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, quali magistrati, avvocati, giornalisti, soprintendente ABAP per la Provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale, il Comandante del Nucleo TPC di Roma – Comando Carabinieri Tutela Patrimonio. Dopo la pandemia che ha costretto ad un rallentamento delle attività in presenza, il CSC Viterbo è il primo ente di Alta formazione a organizzare nella provincia di Viterbo un evento ufficiale che gode del patrocinio di Consiglio della Regione Lazio, Comune di Viterbo, Provincia di Viterbo e Prefettura di Viterbo. L’occasione nasce dalla pubblicazione del libro “Lineamenti di tutale penale dei beni culturali. La transizione dal Codice Urbani alla Legge 22/2022”, scritto da Riccardo Nodari, avvocato penalista Patrocinante in Cassazione, docente in materia di Diritto penale applicato ai Beni culturali, editore CSC Viterbo.

Viterbo_Palazzo-dei-Priori_Sala-Regia-2_foto-artinvisitaguideviterbo

La Sala Regia al Palazzo dei Priori di Viterbo ospita il convegno del Centro studi criminologici (foto artinvisitaguideviterbo.com)

viterbo_centro-studi-criminologici_logoPROGRAMMA. L’evento è presentato dal giornalista Gaetano Alaimo e moderato da Andrea Natali, esperto in conservazione e valorizzazione dei beni culturali e co-direttore SAG del CSC di Viterbo. Dopo i saluti istituzionali della sindaca di Viterbo Chiara Frontini, e di Fabrizio Ballarini presidente del comitato scientifico SAG, e di altre autorità presenti, alle 16 apre i lavori Riccardo Nodari sulla tutela penale dei beni culturali, alla luce della transizione dal Codice Urbani alla Legge 22/2022. Lo scopo è, citando la sua opera, “quello di offrire al lettore, anche non giurista, un valido strumento per meglio comprendere gli istituti trattati e apprezzare l’evoluzione normativa della tutela penale dei beni culturali dal Codice Urbani alla legge Franceschini-Orlando”. Seguono Margherita Eichberg, soprintendente ABAP per la provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale, su “Il ruolo della soprintendenza nella tutela del patrimonio culturale nazionale”, e Alessandra Conforti, sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale della Spezia, su “Il ruolo della Magistratura nella tutela del patrimonio culturale”. Alle 17 su “La comunicazione e la divulgazione nella lotta a traffico illecito di beni culturali” interviene Fabio Isman, giornalista e scrittore, e, infine, è la volta del Magg. Francesco Nicolò Pirronti, comandante del Nucleo TPC di Roma – Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, che illustrerà l’attività del Comando Tutela Patrimonio Culturale svolta nell’ambito della salvaguardia e repressione dei reati ai danni del patrimonio storico-artistico nazionale. Alle 17.40, la tavola rotonda con i relatori e le eventuali domande degli intervenuti fino alle 19, giungendo così alla conclusione del Convegno.

Roma. Presentati al ministero della Cultura i 60 reperti archeologici, databili tra il VII sec. a.C. e il I sec. d.C. (valore stimato 20 milioni di dollari), rimpatriati dagli Usa grazie a un’operazione dei Carabinieri TPC insieme al DAO di New York. L’intervento degli esperti. E il bilancio del TPC per il 2022

roma_ministero_presentazione-reperti-provenienti-dagli-usa_ministro-sangiuliano_foto-mic

Il ministro Sangiuliano al centro del tavolo dei relatori alla presentazione dei 60 reperti archeologici rimpatriati dagli Usa (foto antonio minerva / mic)

L’ufficiale dei carabinieri apre il pacco con la stessa attenzione e curiosità con cui si scarta un regalo. Dentro, una meravigliosa kylix a fondo bianco, mostrata tra mille amorevoli attenzioni. È questo l’ultimo atto di una brillante operazione internazionale dei carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC) insieme al New York County District Attorney’s Office (DAO), che ha portato al rimpatrio di 60 reperti archeologici – valore stimato oltre 20 milioni di dollari – dagli Stati Uniti, dov’erano stati commercializzati da trafficanti internazionali. Giunti nei giorni scorsi con un volo dagli Usa, scortati dai carabinieri, sono stati scaricati a Fiumicino e portati al ministero della Cultura per essere presentati ufficialmente, lunedì 23 gennaio 2023, nella sala Spadolini, alla presenza del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano; del comandante dei Carabinieri TPC, Gen. B. Vincenzo Molinese; il viceprocuratore del District Attorney’s Office di Manhattan, col. Matthew Bogdanos; il procuratore aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Roma, Angelantonio Racanelli; il ministro consigliere per gli Affari pubblici dell’ambasciata degli Stati Uniti a Roma, Christina Tomlinson; Federica Pitzalis, funzionario archeologo del MiC.

roma_ministero_presentazione-reperti-provenienti-dagli-usa_reperti-4_foto-antonio-minerva

Alcune ceramiche e bronzi tra i 60 reperti trafugati rimpatriati dagli Usa (foto antonio minerva / mic)

Questi 60 beni, ceramiche, bronzi, sculture, pitture, databili tra il VII sec. a.C. e il I sec. d.C., rappresentano il saccheggio dei siti archeologici italiani causato da trafficanti senza scrupoli al fine di procurarsi un profitto illecito. Per troppo tempo sono rimasti in musei, case private e gallerie estere senza alcun diritto di proprietà. Per smascherare questi criminali sono stati necessari anni di diligente e difficile lavoro investigativo svolto in coordinamento tra il Comando. “Il recupero di questi reperti da parte dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale è un grande successo nell’ambito delle attività di contrasto al traffico illecito dei beni che appartengono alla nostra nazione”, ha esordito il ministro Sangiuliano. “Ringrazio l’Arma per il prezioso e insostituibile lavoro quotidiano, svolto in ogni parte del mondo”. E il gen. Molinese: “Abbiamo portato a termine un’importante operazione grazie alla preziosa collaborazione italo-americana. La cooperazione tra le magistrature dei due Paesi ci ha consentito di ottenere un risultato di storica portata”. Carabinieri TPC, il DAO di New York, le competenti Autorità Giudiziarie nazionali e il necessario contributo tecnico-scientifico fornito dagli esperti del ministero della Cultura e il supporto del ministero degli Affari Esteri, ai quali si deve anche il fondamentale operato che ha fortemente sostenuto quella di cooperazione giudiziaria e di polizia, alla base dell’individuazione, recupero e restituzione dei reperti. In tale quadro non si può non dare risalto alla fattiva collaborazione fornita dalle istituzioni americane a quelle italiane. Il ritorno di questi manufatti nei luoghi a cui appartengono è una testimonianza dell’instancabile e costante impegno di queste istituzioni.

roma_ministero_presentazione-reperti-provenienti-dagli-usa_reperti-12_foto-antonio-minerva

Sculture e bronzi tra i 60 reperti trafugati rimpatriati dagli Usa (foto antonio minerva / mic)

Le opere erano state offerte in vendita da alcuni brokers dell’arte e sono poi confluite in collezioni private statunitensi, come in quella di uno dei più grandi collezionisti d’arte antica del mondo, al quale è stato addirittura imposto, per la prima volta nel suo genere, un divieto a vita di acquistare antichità a seguito dell’indagine penale pluriennale e multinazionale condotta dal DAO. L’attività d’indagine è stata supportata dagli accertamenti fotografici, eseguiti dal personale della Sezione Elaborazione Dati del Comando TPC, che hanno permesso di verificare le opere individuate nel contesto di procedimenti penali a carico di diversi trafficanti internazionali di reperti archeologici, nel corso dei quali il Reparto Operativo TPC ha sequestrato grandi quantità di materiale fotografico e documentale riferito a migliaia di beni trafugati, tra cui quelli presentati al ministero. Tali beni, infatti, erano stati immessi nel mercato antiquario internazionale attraverso transazioni effettuate da ricettatori di beni culturali e mercanti d’arte, senza le prescritte autorizzazioni, peraltro beni provento da scavo clandestino o da furti, e commercializzati nel mercato statunitense. Non vi era traccia, inoltre, in alcuna pubblicazione degli eventuali scavi scientifici che ne proferisse il loro ritrovamento, oltretutto di eccezionale qualità e rilevanza culturale. Pertanto, i reperti non erano noti al mondo accademico fino alla data della loro acquisizione nel mercato antiquario. Grazie alle prove documentali e fotografiche in possesso del Reparto Tpc dell’Arma dei Carabinieri è stato possibile determinare che i reperti fossero provento di scavi clandestini operati in Italia ed esportati all’estero senza le previste autorizzazioni del ministero della Cultura. In effetti, i reperti non avrebbero mai potuto lasciare il territorio nazionale, come previsto dalla legislazione fin dal 1909.

roma_ministero_presentazione-reperti-provenienti-dagli-usa_archeologa-federica-pitzalis_foto-mic

L’archeologa del MIC, Federica Pitzalis, illustra alcuni reperti archeologici rimpatriati dagli Usa (foto mic)

Dei 60 reperti archeologici recuperati, 57 sono stati esposti alla presentazione ufficiale: per tre, infatti, visto il loro stato frammentario e fragilità, è stato sconsigliato il loro spostamento. È stata l’archeologa Federica Pitzalis a presentare quattro reperti esemplificativi della varietà e dell’altissima qualità artistica e artigianale dei beni che sono stati sottratti nel corso degli anni al patrimonio culturale nazionale. E che al di là del dato etico, dimostrano quante potenzialità scientifiche ci siano in un recupero così importante.

60 reperti rimpatriati dagli Stati Uniti

Ercole uccide il serpente inviato da Giunone, alla presenza di Amphitryon: affresco trafugato da Ercolano (foto mic)

Il primo reperto è una pittura parietale proveniente da Ercolano nella quale è rappresentato con tratto veloce il mito dell’uccisione da parte di Ercole del serpente inviato da Giunone, alla presenza di Amphitryon marito della madre Alcmena. “Questo schema iconografico”, spiega Pitzalis, “è altrimenti noto in ambito vesuviano con schemi anche più complessi rispetto a questo che segue una scelta piuttosto simmetrica. Ma ritroviamo lo stesso mito ad esempio nella Casa dei Vettii a Pompei, o anche nell’Augusteum di Ercolano. Queste decorazioni parietali sono state purtroppo prede privilegiate dei saccheggi nel corso del tempo proprio perché evidentemente molto appetibili sul mercato antiquario. Ma fortunatamente sia grazie alla varietà e alla complessità del corpus noto sia all’auspicabile convergenza tra elementi della ricerca scientifica e risultanze investigative, proprio per questo tipo di materiali è possibile molto spesso una ricontestualizzazione puntuale, un ricollocamento nel contesto di origine che sia capace finalmente di ricucire il legame che è stato reciso con il trafugamento”.

roma_ministero_presentazione-reperti-provenienti-dagli-usa_testa-di-atena-in-marmo_foto-mic

Testa di Atena in marmo (II sec. a.C.) tra i reperti recuperati dai Carabinieri in Usa e riportati a casa (foto mic)

“Il secondo reperto che presentiamo”, continua Pitzalis, “è una testa marmorea di Atena ormai priva dell’elmo e disgiunta dal corpo con il quale doveva costituire una statua monumentale, preliminarmente inquadrata in età ellenistica e probabilmente destinata a uno spazio pubblico di rappresentanza o piuttosto a un’area sacra”.

60 reperti rimpatriati dagli Stati Uniti

Kylix a fondo bianco di produzione attiva (V sec. a.C.) con donna stante nell’atto di compiere un gesto rituale, tra i 60 reperti rimpatriati dagli Usa (foto mic)

Il terzo reperto è invece una kylix a fondo bianco che “rientra nel panorama delle produzioni di ceramica attica che tra VI e V sec. a.C. che trovano nella Sicilia, nell’Italia meridionale coloniale e nell’Etruria addirittura ricettori privilegiati, tant’è che i rinvenimenti italiani – sottolinea Pitzalis – sono fondamentali per lo studio di queste classi ceramiche. All’interno del vaso, già attribuito al Pittore di Villa Giulia e inquadrabile al secondo quarto del V sec. a.C., è ritratta una donna stante nell’atto di compiere un gesto rituale, probabilmente di carattere funerario. Mentre all’esterno, si riconosce il mito della dea Eos che insegue un giovane, probabilmente Titone in considerazione dell’attributo della lira”.

60 reperti rimpatriati dagli Stati Uniti

Busto maschile in bronzo (I sec. a.C. – I sec. d.C.) tra i 60 reperti rimpatriati dagli Usa (foto mic)

Infine l’ultimo reperto che sicuramente merita una particolare menzione è un busto di bronzo ancora con tracce polimateriche nella resa degli occhi. “Appare particolarmente interessante perché ha indubbiamente dei tratti molto peculiari per cui il fatto che adesso venga finalmente restituito alla conoscenza e allo studio e alle analisi, che potranno essere fatte dagli specialisti, fa immaginare che la peculiare sintassi del volto di questo ritratto possa ispirare numerose suggestioni a chi si occuperà degli approfondimenti di studio. Si tratta di un busto che preliminarmente appunto possiamo inquadrare tra il I sec. a.C. e il I sec. d.C. ma che non si può escludere, pur con qualche cautela, potesse appartenere in origine a una statua a figura intera, forse in un secondo momento riadattata in qualche modo. Il dato importante – conclude Pitzalis – è che appartiene a una categoria di materiali, la statuaria bronzea appunto, purtroppo scarsamente rappresentata nonostante i recenti e fortunati rinvenimenti di San Casciano dei Bagni, è una categoria molto sottostimata nel record archeologico perché variamente dispersa nel tempo fino ai nostri giorni”.

roma_ministero_presentazione-reperti-provenienti-dagli-usa_reperti-22_foto-antonio-minerva

Il simbolo dei carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC) (foto antonio minerva / mic)

Durante la presentazione dei reperti rimpatriati, il Gen. Molinese ha illustrato i dati statistici del 2022 sulle attività di contrasto ai traffici illeciti dei beni culturali condotte dai Carabinieri TPC. L’attività operativa dell’anno, i cui dati non sono ancora completi, ha fatto registrare 217 verifiche sulla sicurezza in musei, biblioteche e archivi, 381 perquisizioni, 971 persone denunciate, 74748 beni archeologici e paleontologici recuperati e 1227 opere false sequestrate (con un valore, qualora immesse sul mercato come autentiche, di oltre 85 milioni di euro). I furti di beni culturali sono stati complessivamente 288, così ripartiti: musei 10, luoghi espositivi 51, luoghi di culto 123, archivi 14, biblioteche 13, luoghi privati e pertinenze 77. Sono stati 31.672 i beni d’arte controllati nella “Banca Dati Leonardo” e 1419 i controlli alle aree archeologiche terrestri e marine, alcuni eseguiti in collaborazione con i Carabinieri del Raggruppamento Aeromobili o dei Nuclei Subacquei, 64 le persone denunciate per scavo clandestino. Ammontano a 2088 i controlli effettuati a esercizi antiquariali, in parte svolti online anche su cataloghi d’asta, a 678 le verifiche a mercati e fiere. Dall’inizio dell’anno i Carabinieri TPC hanno effettuato 1584 controlli a siti monumentali o paesaggistici (questi ultimi svolti d’intesa con il comparto Forestale dell’Arma), rilevando attività illecite e procedendo al deferimento di 124 persone e al sequestro di 8 immobili e 2 tra aree paesaggistiche o strutture (edificate senza le previste autorizzazioni) ricadenti in aree soggette a vincolo.

Roma. Recuperati in Usa 60 reperti archeologici di eccezionale valore culturale: lunedì 23 gennaio presentazione al ministero della Cultura in presenza e in diretta streaming

roma_ministero_presentazione-reperti-provenienti-dagli-usa_testa-di-atena-in-marmo_foto-mic

Testa di Atena in marmo (II sec. a.C.) tra i reperti recuperati dai Carabinieri in Usa e riportati a casa (foto mic)

Nell’elenco spiccano un importantissimo affresco pompeiano raffigurante “Ercole fanciullo con serpente” del I sec. d.C., una testa marmorea di “Atena”, una kylix a sfondo bianco e un busto in bronzo. Fanno parte del lotto di 60 reperti archeologici di eccezionale valore culturale che, nell’arco degli ultimi decenni, sono stati commercializzati negli Stati Uniti da trafficanti internazionali, e che ora ritornano a casa, in Italia. L’operazione è stata condotta dai Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC) insieme al New York County District Attorney’s Office (DAO). Lunedì 23 gennaio 2023, alle 13, saranno presentati a Roma, nella sala Spadolini del ministero della Cultura (via del Collegio Romano, 27). Interverranno il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano; il procuratore aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Roma, Angelantonio Racanelli; il comandante dei Carabinieri TPC, generale di brigata Vincenzo Molinese; il viceprocuratore del District Attorney’s Office di Manhattan, col. Matthew Bogdanos. La presentazione può essere seguita in diretta streaming sul canale YouTube del ministero della Cultura: https://www.youtube.com/watch?v=x-RcYKNBHtk. I reperti appartengono alle civiltà romana, etrusca, magnogreca e apula e la datazione si colloca fra l’VIII secolo a.C. e il I secolo d.C., il valore complessivo può essere stimato in circa 19 milioni di dollari.

Roma. Il gruppo scultoreo “Orfeo e le sirene” ancora per pochi giorni al museo dell’Arte Salvata e poi tornerà a casa: il museo Archeologico nazionale di Taranto

roma_museo-nazionale-romano_orfeo-e-le-sirene_il-gruppo_foto-Emanuele Antonio Minerva-e-Agnese Sbaffi

Il gruppo “Orfeo e le sirene” esposto temporaneamente nella sala Ottagona del museo dell’Arte Salvata nel museo nazionale Romano (foto Emanuele Antonio Minerva e Agnese Sbaffi / Mic)

Ancora pochi giorni. E poi “Orfeo e le Sirene”, il gruppo scultoreo in terracotta a grandezza naturale del IV sec. a.C., che negli anni ’70 venne illecitamente trafugato da un sito archeologico tarantino e acquistato poi dal The Paul Getty Museum di Malibu di Los Angeles, tornerà a casa: il museo Archeologico nazionale di Taranto. A grande richiesta il gruppo di Orfeo e le Sirene e tutti i reperti attualmente esposti al museo dell’Arte Salvata, nella sala Ottagona del museo nazionale Romano, resteranno a Roma fino all’8 gennaio 2023. È infatti stata prorogata la prima mostra del museo dell’Arte salvata che comprende, oltre allo straordinario gruppo in terracotta appena rientrato dall’Italia, anche recenti ritrovamenti del Reparto Operativo del Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC).

los-angeles_getty-museum_orfeo-e-le-sirene_gruppo-al-museo_foto-marta

“Orfeo e le Sirene”, il gruppo scultoreo magnogreco del IV sec. a.C. quando era esposto nelle sale del Getty Museum di Los Angeles (foto MArTa)

Il gruppo è rientrato da Los Angeles in Italia il 17 settembre 2022. Il rimpatrio dell’opera è stato possibile grazie alla complessa attività investigativa condotta in Italia e all’estero dell’Arma dei Carabinieri della Sezione Archeologia del Reparto Operativo del Comando per la Tutela del Patrimonio Culturale, coordinata dalla Procura della Repubblica di Taranto, in collaborazione con le autorità americane (vedi Roma. Dal Getty Museum di Los Angeles arriva al museo dell’Arte Salvata il gruppo di Orfeo e le Sirene: il ministero della Cultura e il Comando carabinieri TPC oggi presentano gli aspetti del rientro in Italia | archeologiavocidalpassato). L’inestimabile opera d’arte raffigura il mitico poeta Orfeo, capace di ammaliare con il suo canto tutti gli animali. Lo affiancano due sirene, che nella mitologia greca erano esseri per metà donne e per metà uccelli: anche il loro canto era capace di incantare i marinai, spesso inducendoli al naufragio. Ora, finalmente, con una complicata operazione di trasporto legata alla particolare fragilità delle opere, tornano a casa per incantare gli italiani. In attesa del rientro al museo Archeologico nazionale di Taranto del gruppo scultoreo “Orfeo e le Sirene”, ecco un contributo del direttore generale Musei, Massimo Osanna, in una video-intervista realizzata dall’ufficio stampa del Mic.

“Orfeo e le sirene, un gruppo straordinario proveniente probabilmente dal territorio di Taranto”, esordisce Osanna, “che racconta un mito antico, un mito di confronto tra due mistiche diverse: quella primordiale melodiosa delle sirene che porta la morte, e quella di Orfeo con la lira che porta l’anima alla sopravvivenza post mortem. Orfeo significa un movimento religioso, l’orfismo. Forse queste statue adornavano la tomba di un addetto ai misteri orfici, colui che facendo una vita in purezza e giusta dal punto di vista sociale assicurava poi all’anima una sopravvivenza. E quindi dobbiamo immaginare questa statua di Orfeo con una lira in mano e, di fronte, le sirene che sono già meste perché sanno di aver perso e si suicideranno. La morte delle sirene, che sono degli esseri ibridi, di passaggio tra la vita e la morte, sono ancora una volta, un simbolo funerario che ci rimanda appunto verso rituali del mondo dei morti.

roma_museo-nazionale-romano_orfeo-e-le-sirene_le-sirene_foto-mic

Orfeo canta alle sirene: il gruppo scultoreo nella sala Ottagona del museo dell’Arte salvata nel museo nazionale Romano (foto mic)

“Ci sono poi gli antichi che raccontano di questo mito: negli Argonauti di Apollonio Rodio – ricorda per esempio Osanna – Orfeo canta, canta ai marinai che con la nave Argo incontrano le sirene e stanno per essere ammaliati. Tanto che uno di loro si getta in mare. Orfeo canta e salva i compagni che passeranno indenni da questa nuova avventura. Anche qui un rito di passaggio tra la vita e la morte.

roma_museo-nazionale-romano_orfeo-e-le-sirene_il-gruppo_2_foto-Emanuele Antonio Minerva-e-Agnese Sbaffi

Il gruppo Orfeo e le sirene: figure ibride di donna e di uccello (foto Emanuele Antonio Minerva e Agnese Sbaffi / Mic)

“Le sirene non sono come ce le immaginiamo nel nostro contemporaneo: donne con corpo di pesce – spiega Osanna -. Sono come lo erano in antico, nel mondo greco e romano, figure ibride di donna e di uccello. Questa è l’iconografia più antica delle sirene che durerà per tutto l’evo antico. Le sirene come le conosciamo noi vanno di moda in età medievale. L’aspetto di uccello assicura che siano esseri canori. Le sirene cantano, un canto melodioso che, come sappiamo dall’Odissea, spinge poi i marinai alla perdizione.

roma_museo-nazionale-romano_orfeo-e-le-sirene_dettaglio-orfeo_2_foto-Emanuele Antonio Minerva-e-Agnese Sbaffi

Il volto di Orfeo del gruppo Orfeo e le sirene (foto Emanuele Antonio Minerva e Agnese Sbaffi / Mic)

“Un gruppo di terracotta che originariamente era dipinto come dipinta era tutta la scultura del mondo antico, da quella in marmo a quella in terracotta – continua Osanna -. La terracotta è costantemente dipinta. Quindi le dobbiamo immaginare molto colorate. E questo spiega anche delle stranezze. Il volto di Orfeo, per esempio, con questa strana mancanza di capigliatura che ovviamente non doveva essere così in antico. Probabilmente grazie alla pittura, c’erano i capelli. Ci doveva essere un gioco di sguardi. Quindi molto abbiamo perso ma quello che resta comunque è straordinario.

roma_museo-nazionale-romano_orfeo-e-le-sirene_dettaglio-orfeo_foto-Emanuele Antonio Minerva-e-Agnese Sbaffi

Dettaglio di Orfeo del gruppo scultoreo Orfeo e le sirene (foto Emanuele Antonio Minerva e Agnese Sbaffi / Mic)


roma_museo-nazionale-romano_orfeo-e-le-sirene_dettaglio-sirena_foto-Emanuele Antonio Minerva-e-Agnese Sbaffi

Dettaglio di una sirena del gruppo scultoreo Orfeo e le sirene (foto Emanuele Antonio Minerva e Agnese Sbaffi / Mic)

“Sono dei capolavori talmente unici che qualcuno ha pensato a dei falsi. Ma non è così. Anche indagini sull’argilla fatte in America hanno testimoniato che si tratta di opere antiche, forse in qualche parte ritoccata come si usa spesso nei frutti degli scavi clandestini. Questo viene fuori da uno scavo degli anni ’70 fatto da tombaroli che sono riusciti a far emigrare oltreoceano questo gruppo. Raramente un gruppo di terracotta rappresenta una scena mitica come questa. Non abbiamo paralleli in antico. Proprio per questo si è pensato a dei falsi. Invece – conclude Osanna – si tratta veramente di capolavori che ci insegnano anche quanto sia fragile il nostro patrimonio e quanto bisogna lavorare e lottare contro un fenomeno che ahimè esiste ancora anche se non raggiunge quella dimensione che ha avuto negli anni ’70 e ’80 quando il nostro patrimonio è stato sistematicamente saccheggiato da Pompei all’Etruria, dall’Etruria alla Puglia”.

Roma. In Curia Iulia, e in streaming su FB, presentazione della IV edizione del Master in Diritto e Nuove Tecnologie per la Tutela e la Valorizzazione dei Beni Culturali dell’università la Sapienza di Roma, e del Codice etico del Fundraising del parco archeologico del Colosseo

roma_curia-iulia_Codice etico del Fundraising_locandinaLunedì 12 dicembre 2022, alle 15, la Curia Iulia ospita la presentazione della IV edizione del Master in Diritto e Nuove Tecnologie per la Tutela e la Valorizzazione dei Beni Culturali dell’università la Sapienza di Roma, diretto da Elena Tassi. Sarà anche l’occasione per presentare il Codice etico del Fundraising del parco archeologico del Colosseo realizzato da Federica Crispino, Francesco Guidi, Eleonora Mazzarella, Francesca Sartori (tirocinanti del Master a.a. 2021-2022) con il coordinamento di Martina Almonte e Ines Arletti per il parco archeologico del Colosseo e di Alessandra Micali (responsabile del tirocinio per il Master). Ingresso libero, da largo della Salara Vecchia 5, con prenotazione obbligatoria fino ad esaurimento posti (max 100) su www.eventbrite.it. L’incontro sarà trasmesso in diretta streaming sulla pagina Facebook del PArCo. Il Master in Diritto e Nuove Tecnologie per la Tutela e la Valorizzazione dei Beni Culturali, nato dalla sinergia di partners pubblici e privati nell’ambito del DTC – Centro d’Eccellenza della Regione Lazio, vede il coinvolgimento del dipartimento di Scienze giuridiche di Sapienza università di Roma, del parco archeologico del Colosseo, dell’ISPC del CNR, nonché di docenti di elevata professionalità, provenienti dal Comando dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, dal Servizio Polizia Scientifica della Polizia di Stato e da numerosi altri Enti ed Aziende di riconosciuta competenza nel settore. Il Corso, giunto ormai alla sua quarta edizione, ha come obiettivo la formazione di nuovi profili professionali capaci di interagire in modo efficace all’interno del settore multidisciplinare dei beni culturali, pubblici e privati, consentendo l’acquisizione di competenze che spaziano dal diritto al management culturale, dall’impiego delle nuove tecnologie alla realizzazione e gestione di modelli integrati di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale. Introduce i lavori: Alfonsina Russo, direttore del parco archeologico del Colosseo. Intervengono: Alessandro Zuccari, prorettore al patrimonio artistico storico culturale di Sapienza Università di Roma e componente del consiglio tecnico scientifico del Centro di Eccellenza DTC – Lazio; Luisa Avitabile, direttore del dipartimento di Scienze giuridiche – Sapienza Università di Roma; Giulia Silvia Ghia, assessore alla Cultura, scuola, sport e politiche giovanili del Municipio I di Roma Capitale; gen. B. Vincenzo Molinese, comandante Carabinieri per la Tutela del Patrimonio culturale; Luigi Rinella, direttore del Servizio Polizia scientifica della Polizia di Stato; Luigi Capogrossi Colognesi, Accademia dei Lincei. Segue, come detto, la presentazione del Codice etico del Fundraising del parco archeologico del Colosseo e della IV edizione del Master in Diritto e Nuove Tecnologie per la Tutela e la Valorizzazione dei Beni Culturali Sapienza. Conclude Elena Tassi, direttore del Master.

Taranto. Nuovo appuntamento al museo Archeologico nazionale di “MArTA in MUSICA – Le matinée domenicali”: “Dal ciel venne messo novello”, il racconto del Natale di Nostro Signore attraverso letture e musica medievale eseguita dall’Ensemble Concentus

taranto_marta-in-musica_dal-cidel-venne-messo-novello_ensemble-concentus_locandinaLa storia di due annunci: quello dell’Arcangelo Gabriele alla Vergine che precede la nascita di Gesù e quello meno fortunato di Anfiarao, l’indovino di Argo che si oppose con tutte le sue forze alla spedizione di Sette contro Tebe e che, malgrado la sua previsione di insuccesso, fu costretto a partire per la guerra da cui non fece più ritorno. Il principio e la fine in un tutt’uno che è la vita nell’appuntamento che il prossimo 4 dicembre 2022 farà tornare la musica e l’archeologia protagoniste della matinée domenicale del museo Archeologico nazionale di Taranto. Da una parte, la musica dell’Ensemble Concentus e dall’altro il cratere a mascheroni con partenza di Anfiarao attribuito al pittore di Dario: un’opera monumentale vero e proprio capolavoro della ceramografia apula, databile al 330 a.C., rientrata in Italia nel 2009 dal Cleveland Museum of Art, grazie al lavoro investigativo del Nucleo Carabinieri Tutela del Patrimonio Artistico. La rassegna concertistica “MArTA in MUSICA. Le matinée domenicali”, nata dalla progettualità congiunta della direttrice del museo Archeologico nazionale di Taranto, Eva Degl’Innocenti, e del direttore artistico dell’Orchestra della Magna Grecia, Piero Romano e a cura dei maestri Maurizio Lomartire e Pierfranco Semeraro, propone “Dal ciel venne messo novello”, il racconto del Natale di Nostro Signore attraverso letture e musica medievale eseguita dall’Ensemble Concentus.

ensemble-concentus_gruppo

L’Ensemble Concentus di Lecce fondato da Maurizio Ria

Con questo programma l’Ensemble Concentus, gruppo fondato da Maurizio Ria nel 1992, propone un viaggio musicale attraverso la musica devozionale sia mariana che natalizia legata ai pellegrinaggi verso i più importanti santuari dell’Europa medievale. I canti e le musiche verranno corredati da brevi letture sul Natale. I brani selezionati provengono soprattutto da preziosi codici medievali conservati in Italia, Francia, Spagna e Paesi Scandinavi quali il “Llibre Vermell de Montserrat”, il “Laudario di Cortona”, le “Piae Cantiones”, il “Laudario di Bobbio” e le “Cantigas de Santa Maria” di Re Alfonso X di Castiglia ‘El Sabio’.
I brani vocali saranno eseguiti nelle antiche lingue originali e verranno accompagnati da copie fedeli di strumenti dell’epoca trattata. L’ Ensemble Concentus è composto da Vania Palumbo (Canto, Lyra, Citola), Sara Valli (Canto e Organistrum), Gianluca Milanese (Flauti a becco), Maurizio Ria (Viella), Angela Lacalamita (Liuto e Salterio) e Francesco Patruno (Percussioni). Il biglietto per assistere a “Dal cielo venne messo novello” di domenica 4 dicembre alle 11.45 nell’ambito di “MArTA in MUSICA. Le matinée domenicali” potrà essere acquistato nella sede dell’Orchestra della Magna Grecia (a Taranto, in via Ciro Giovinazzi n° 28) e su TicketSms: https://www.ticketsms.it/it/event/ojdgeoww. Ingresso consentito dalle 11.15. Inizio alle 11.45. Il costo del biglietto è di 8 euro. All’ingresso del MArTA il giorno del concerto sarà consegnato ad ogni possessore del biglietto del concerto un coupon della validità di una settimana (dalla domenica del concerto evento al sabato successivo) che darà diritto a un ingresso gratuito al museo Archeologico nazionale di Taranto. Il coupon ha validità dalla domenica del singolo evento concerto fino al sabato successivo e deve essere utilizzato tassativamente entro lo stesso periodo per la prenotazione e per l’ingresso gratuito al museo Archeologico nazionale di Taranto inserendo il codice coupon sulla piattaforma e-ticketing del museo Archeologico nazionale di Taranto: https://www.shopmuseomarta.it. L’ingresso al Museo del possessore del coupon è condizionato in ogni caso al numero di posti disponibili nella fascia oraria selezionata.

taranto_archeologico_cratere-a-mascheroni_partenza-di-anfiarao_foto-MArTa

Il monumentale cratere a mascheroni con partenza di Anfiarao attribuito al pittore di Dario: capolavoro della ceramografia apula, databile al 330 a.C., conservato al museo Archeologico nazionale di Taranto (foto MArTa)

Il monumentale cratere a mascheroni attribuito al Pittore di Dario rappresenta, sul lato principale, Anfiarao, guerriero e indovino della città di Argo, che, con indosso l’armatura e con lancia e scudo nella mano sinistra, sale sulla quadriga per partire alla volta della spedizione dei “Sette contro Tebe”. Anfiarao, in realtà, invitato a unirsi alla spedizione, aveva tentato di sottrarvisi poiché aveva previsto la fatale conclusione della guerra, ma venne costretto a partire dalla moglie Erifile, spinta con l’inganno dal fratello Adrasto a convincere il marito. Accanto agli dei che assistono alla partenza dell’eroe, Anfiloco, uno dei figli, si rivolge alla vecchia nutrice. L’altro figlio, Alcmeone, ritratto all’estremità sinistra del registro inferiore, regge un’oinochoe con la mano destra, mentre con l’altra si tocca il capo in un gesto di afflizione che lascia forse presagire la tragica fine di Anfiarao, nonché il proprio destino futuro, che lo vedrà macchiarsi dell’omicidio della madre per adempiere al giuramento di vendetta fatto al padre. La personificazione di una Erinni che precede la quadriga allude alla pazzia che perseguiterà Alcmeone. Diversi dettagli della scena lasciano supporre il riferimento a una tragedia di non chiara identificazione. Sull’altro lato del cratere, all’interno di un edificio funerario (naiskos), è ritratto in colore bianco sovra dipinto un giovane abbigliato con corto mantello, corazza e cinturone, che regge la lancia con la sinistra e l’elmo a pileo con la destra. Attorno al naiskos, un corteo funebre di figure maschili e femminili ritratte in atto di libare (con phiale e patera) o presentare offerte (cista e corona). Sul collo del vaso, tra rami vegetali, sono raffigurati Helios sul suo carro e Dioniso, con phiale e tirso, seduto tra un satiro e una menade.

Roma. Dal Getty Museum di Los Angeles arriva al museo dell’Arte Salvata il gruppo di Orfeo e le Sirene: il ministero della Cultura e il Comando carabinieri TPC oggi presentano gli aspetti del rientro in Italia

roma_museo-arte-salvata_Il ritorno di Orfeo in patria_locandinaL’annuncio poco più di un mese fa: il gruppo scultoreo “Orfeo e le Sirene” (IV secolo a.C.) conservato al Getty Museum di Los Angeles sta per essere recuperato al patrimonio nazionale e a settembre 2022 dovrebbe essere restituito all’Italia, dove in un primo tempo verranno esposte nel museo dell’Arte Salvata di Roma, per poi tornare definitivamente a casa, al museo Archeologico nazionale di Taranto (vedi Mercato illegale. Il Getty Museum di Los Angeles sarebbe pronto a restituire a settembre l’eccezionale gruppo scultoreo “Orfeo e le Sirene”, di provenienza tarantina, richiesto da oltre vent’anni. E il museo Archeologico nazionale di Taranto è pronto ad accoglierle | archeologiavocidalpassato). Stavolta ci siamo. E sabato 17 settembre 2022, alle 11, il ministro della Cultura Dario Franceschini presenta tutti gli aspetti del rientro in Italia del prezioso gruppo scultoreo “Orfeo e le Sirene” in un incontro nell’Aula Ottagona alle Terme di Diocleziano, sede del nuovo museo dell’Arte Salvata, istituito per accogliere le opere di ritorno nel territorio nazionale. Interverranno il ministro della Cultura, Dario Franceschini; il Comandante del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, Roberto Riccardi, il direttore del museo nazionale Romano, Stéphane Verger; il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Taranto, Eugenia Pontassuglia; un rappresentante dell’Ambasciata degli Stati Uniti d’America a Roma, un rappresentante della Procura distrettuale di New York e un rappresentate delle forze di polizia federali statunitensi che hanno collaborato al rientro dell’opera.

roma_museo-arte-salvata_logoIl museo dell’Arte Salvata è stato inaugurato il 15 giugno 2022 nell’Aula Ottagona delle Terme di Diocleziano, come parte del museo nazionale Romano, arricchendo il percorso museale delle Terme di Diocleziano e delle altre tre sedi di Palazzo Massimo, Palazzo Altemps e Crypta Balbi. Il museo dell’Arte Salvata vuole raccontare in modo permanente la storia delle operazioni di salvataggio attraverso allestimenti temporanei delle opere trafugate, disperse, vendute o esportate illegalmente, ma anche recuperate da aree colpite da sismi e calamità naturali. Dopo ogni esposizione, le opere torneranno nel territorio di provenienza. In questa prima fase, fino al 15 ottobre 2022, sono esposti i recenti ritrovamenti del Reparto Operativo del Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC): numerosi pezzi di archeologia di varie civiltà rientrati dagli Stati Uniti in un arco temporale compreso fra il dicembre 2021 e il giugno 2022. E ora arriva il gruppo di Orfeo e le Sirene da Los Angeles.

Veneto. Monitorato e georeferenziato il patrimonio culturale riemerso nelle acque interne per la siccità grazie alla collaborazione tra soprintendenza e carabinieri Tutela patrimonio culturale: ricognizioni nei fiumi Brenta, Bacchiglione, Piave e Adige, sul lago di Garda, e nel braccio di mare tra Malamocco ed Eraclea

venezia_sabap_monitoraggio-patrimonio-subacqueo_personale-tecnico_foto-sabap-veLa crisi idrica che ha colpito l’Italia e in particolare anche il Veneto ha esposto il patrimonio culturale sommerso nelle acque interne a una repentina esposizione. La proficua collaborazione tra il Servizio tecnico per l’Archeologia subacquea presso la soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l’Area metropolitana di Venezia e le Province di Belluno Padova e Treviso, con il coordinamento del funzionario archeologo Alessandro Asta, i carabinieri del Nucleo per la Tutela del Patrimonio culturale di Venezia, in aderenza al D.M. 05.03.1992 dell’allora ministero per i Beni culturali ed ambientali, con il supporto logistico ed operativo dei Nuclei elicotteri Carabinieri di Belluno e Bolzano, del Nucleo Carabinieri subacquei di Genova e del Nucleo natanti Carabinieri di Venezia, ha permesso di accertare lo stato del patrimonio conosciuto, acquisire elementi informativi su nuove emersioni ed effettuare attività preventiva sui siti. venezia_sabap_monitoraggio-patrimonio-subacqueo_attività-san-nicoletto-venezia_foto-sabap-veIl Servizio tecnico per l’Archeologia subacquea della soprintendenza per l’Area metropolitana di Venezia, diretto da Alessandro Asta (alessandro.asta@cultura.gov.it) e i carabinieri del Nucleo per la Tutela del Patrimonio culturale di Venezia (tpcvenu@carabinieri.it), rimangono disponibili per la raccolta di ogni utile informazione/segnalazione nonché per la promozione di puntuali indicazioni per una pronta tutela dei siti subacquei, in questo momento particolarmente drammatico per i nostri corsi d’acqua, a fronte di un patrimonio culturale subacqueo capillarmente diffuso e di rilevante livello.

venezia_sabap_monitoraggio-patrimonio-subacqueo_fiume-brenta-a-limena_foto-sabap-ve

Affioramenti sul fiume Brenta a Limena (foto sabap-ve / Tpc)

Il dispiegamento dei mezzi aerei e dei natanti nei mesi di aprile, maggio e luglio 2022, per complessive 40 ore di navigazione aerea e navale e 12 ore di immersione, hanno supportato l’attività di ricognizione, documentazione fotografica e georeferenziazione delle installazioni oggetto di tutela nonché l’accertamento delle segnalazioni giunte alla soprintendenza da enti pubblici e cittadini. Le risultanze emerse sia a seguito dell’abbassamento del livello dei fiumi e dei laghi, in particolare sui tratti mediani e terminali dei fiumi Brenta, Bacchiglione, Piave e Adige e sul Lago di Garda, e relitti ricompresi nel braccio di mare tra Malamocco ed Eraclea, vengono ora valutati nelle loro attuali condizioni per la loro migliore tutela e valorizzazione.

venezia_sabap_monitoraggio-patrimonio-subacqueo_fiume-adige-a-albaredo_foto-sabap-ve

Affioramenti sul fiume Adige ad Albaredo (foto sabap-ve / Tpc)

venezia_sabap_monitoraggio-patrimonio-subacqueo_fiume-adige-a-roverchiara_foto-sabap-veUna particolare criticità è emersa lungo il fiume Adige, tra Verona e Legnago, dove sono stati documentati resti di strutture verosimilmente appartenenti sia ad età antica che medievale-rinascimentale, oltre a relitti di età moderna. Per quanto concerne i fiumi Brenta e Piave, le condizioni drastiche di secca non hanno condotto all’emersione di siti strutturati o di relitti ma rimane altissima la probabilità di ritrovamenti di minori dimensioni, in considerazione della vasta antropizzazione del territorio fin dall’età del Bronzo. Analogamente il corso del Bacchiglione, fra i comuni di Montegalda (Vi) e Selvazzano Dentro (Pd) è stato oggetto di monitoraggio per l’alta potenzialità archeologica dell’area, suscettibile di ulteriori disvelamenti nel medio termine in costanza di criticità idrica.

venezia_sabap_monitoraggio-patrimonio-subacqueo_rilievi-san-nicoletto-venezia_foto-sabap-veSul fronte marittimo le attività hanno riguardato il controllo della condizione di conservazione di relitti già conosciuti ed attività preventiva di documentazione della mancanza di condotte criminose in danno del patrimonio, in particolare in Venezia (loc. Santa Maria del Mare e San Nicoletto) ed Eraclea.

Comacchio. Da giugno a ottobre, “I giovedì di Spina”: rassegna di incontri a corollario della mostra “Spina100”, la mostra dedicata al centenario dal ritrovamento della città etrusca

Comacchio_mostra-spina-100_giovedì-di-spina_locandina

Inaugurata con successo lo scorso 1° giugno 2022 a Comacchio “Spina100”, la mostra dedicata al centenario dal ritrovamento della città etrusca (vedi Comacchio. A Palazzo Bellini apre la mostra “Spina 100. Dal mito alla scoperta” per le celebrazioni nazionali del centenario della scoperta della città etrusca di Spina (1922-2022) | archeologiavocidalpassato), non si fermano gli appuntamenti per celebrare i cent’anni dalla scoperta che ha rivoluzionato il mondo dell’archeologia e non solo. Dal 16 giugno al 13 ottobre 2022, ecco la rassegna di incontri “I giovedì di Spina”: alle 18.30, al Pronao Museo Delta Antico. Il primo appuntamento, quello del 16 giugno, ha visto la partecipazione di Maurizio Cattani dell’università di Bologna su “Il delta nell’età del Bronzo”. Ecco il programma completo: 23 giugno, Tiziano Trocchi, direttore museo Archeologico nazionale di Ferrara, su “Il delta nell’età del primo Ferro”; 30 giugno, Elisabetta Govi, docente Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, su “Gli Etruschi”; 7 luglio, Caterina Cornelio , direttrice del museo Delta antico di Comacchio, su “Introduzione a Spina”; 14 luglio, Guido Barbujani, docente università di Ferrara, su “Il DNA degli etruschi (e di qualcun altro)”; 21 luglio, Sara Campagnari, funzionario archeologo Sabap per Bologna città metropolitana e per le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, su “L’Etruria padana”; 4 agosto, Valentino Nizzo, direttore del museo nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma, su “Spina e l’Etruria”; 11 agosto, Marco Marchesini, Ursula Thun, Silvia Marvelli, docenti università di Ferrara, Giogio Nicoli, referente Centro Agricoltura e Ambiente di San Giovanni in Persiceto, su “Elementi di vita quotidiana a Spina”; 18 agosto, Simonetta Bonomi, Sabap Friuli Venezia Giulia, su “Spina e Adria”; 25 agosto, Andrea Gaucci, docente Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, e Carmela Vaccaro, docente università di Ferrara, su “Studi e riflessioni sulla necropoli di Spina”; 1° settembre, Christoph Reusser, docente università di Zurigo, su “L’abitato di Spina e i rapporti con Atene”; 8 settembre, Sauro Gelichi, docente università Ca’ Foscari di Venezia, su “Il delta nell’alto medioevo”; 15 settembre, Jacopo Ortalli, docente università di Ferrara, su “Il delta in età romana”; 22 settembre, Tiziano Trocchi, direttore museo Archeologico nazionale di Ferrara, e tenente colonnello Giuseppe De Gori, Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale – Sede di Bologna, su “La tutela del patrimonio archeologico”; 29 settembre, Marco Bruni, archeologo Comune di Comacchio, Gruppo archeologico Ferrarese, su “Recenti scoperte archeologiche per una nuova visione sull’antico assetto territoriale del Ferrarese”; 4 ottobre, Anna Maria Visser, docente università di Ferrara, presentazione volume “Musei: proposte per il futuro”, con la partecipazione di Cristina Ambrosini, direttrice Servizio Patrimonio culturale della Regione Emilia-Romagna; 13 ottobre, Gianpiero Orsingher, giornalista RAI, su “Comunicare gli Etruschi”. Quindi Caterina Cornelio, direttrice museo Delta Antico di Comacchio, conclusioni a margine del ciclo di conferenze per Spina100.

Siracusa. Al museo Archeologico regionale “Paolo Orsi” si presenta il libro “Ladri di antichità” di Simona Modeo e Serena Raffiotta

siracusa_archeologico_giornate-europee-archeologia_presentazione-libro_ladri-di-antichità_locandinaL’associazione di volontariato culturale regionale SiciliAntica in collaborazione con il parco archeologico e paesaggistico di Siracusa, nell’ambito delle giornate Europee dell’Archeologia, presenta il libro “Ladri di antichità” a cura di Simona Modeo e Serena Raffiotta. Appuntamento sabato 18 giugno 2022, alle 17, al museo Archeologico regionale “Paolo Orsi” di Siracusa. Ingresso libero. Presenta il volume Lorenzo Guzzardi, direttore del parco archeologico di Leontinoi che dialogherà con le curatrici Simona Modeo e Serena Raffiotta. Interverranno il direttore del parco archeologico di Siracusa Carlo Staffile, il magistrato Francesco Augusto Rio, il luogotenente c.s. Carabinieri TPCR di Siracusa Maurizio Cassia. Per SiciliAntica saranno presenti il presidente regionale Tonino Bellomo e la presidente locale Rosalia Giangreco. Il volume (Edizioni Lussografica) raccoglie i contributi di archeologi, studiosi, giornalisti e rappresentanti delle Istituzioni che, a vario titolo, in passato e di recente, hanno operato al fine di contrastare il traffico clandestino di testimonianze culturali, rubate o scavate illecitamente per arricchire musei e collezioni private di tutto il mondo. In questo contesto, si vuole focalizzare l’attenzione sui danni gravi e irreparabili causati dall’azione devastante dei tombaroli e dei trafficanti di antichità. Contrastare questo fenomeno, che da secoli danneggia la nostra ricchissima terra, equivale a salvaguardare in eterno la nostra storia e le nostre radici.