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Parco archeologico di Naxos-Taormina. Il 3 settembre la cerimonia del Premio Comunicare l’Antico. Ecco i premiati. Un mese di eventi collaterali

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Premio Comunicare l’Antico: Nazir Awad, direttore generale dei musei e delle antichità della Siria (foto parco naxos)

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Premio Comunicare l’Antico: Rustem Aslan, direttore degli scavi archeologici a Troia (foto parco naxos)

Siria e Turchia, Paesi dilaniati dal tragico terremoto dello scorso mese di febbraio, saranno tra i protagonisti della VI edizione del Premio Comunicare l’Antico, in programma domenica 3 settembre 2023, alle 19.30, al Teatro della Nike nel parco archeologico di Naxos, e ispirato al tema “Fra Oriente e Occidente”.  Un incoraggiamento alla difficile e complessa ripresa post-sisma che non può e non vuole dimenticare la valorizzazione dell’immenso patrimonio culturale e archeologico dei due Paesi asiatici. L’ingresso alla cerimonia è libero. A ricevere il PCA 2023 saranno infatti Nazir Awad, direttore generale dei musei e delle antichità della Siria, e il direttore degli scavi archeologici a Troia, il turco Rustem Aslan, cui si deve nel 2018 l’apertura a Çanakkale – di fianco agli scavi dell’antica ed epica città di Priamo – del nuovo museo Archeologico di Troia: un progetto all’avanguardia già nel design della struttura e con un percorso espositivo dove alla ricchissima collezione di reperti sono accostati strumenti di narrazione innovativi come ologrammi, realtà aumentata e ricostruzioni 3D che, nel giro di poco tempo, hanno consentito di raddoppiare il numero di visitatori del sito. L’assessore regionale ai Beni culturali e all’Identità siciliana Francesco Paolo Scarpinato: “La cultura strumento di riflessione e dialogo fra civiltà”. Il Premio Comunicare l’Antico è organizzato dal parco archeologico Naxos Taormina della Regione Siciliana, diretto dall’archeologa Gabriella Tigano, in collaborazione con il festival Naxoslegge e con l’Archeoclub Naxos-Taormina-Valle Alcantara. Nasce nel 2017 da un’idea di Fulvia Toscano, direttore artistico del festival letterario, ed è assegnato a studiosi e personalità italiane e straniere impegnate nella divulgazione della ricerca archeologica, storica e filologica, ma anche a enti e musei che hanno attuato strategie importanti di valorizzazione e comunicazione al grande pubblico. “Ancora una volta”, ha commentato l’assessore regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana Francesco Scarpinato, “la cultura diventa strumento di riflessione e di dialogo fra civiltà di ieri e di oggi: Giardini Naxos e il Parco archeologico con il Premio Comunicare l’Antico fanno da nobilissimo scenario a un incontro fra Oriente e Occidente nel segno dell’amore per la storia e il patrimonio culturale materiale e immateriale”.

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Premio Comunicare l’Antico: il professor Filippo Coarelli (AP Photo/Domenico Stinellis)

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Premio Comunicare l’Antico: Alfonsina Russo, direttore del parco archeologico del Colosseo (foto parco naxos)

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Premio Comunicare l’Antico: Massimo Cultraro, dirigente di ricerca dell’Istituto di scienze del patrimonio culturale (Cnr-Ispc) (foto parco naxos)

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Premio Comunicare l’Antico: Teatro classico dei giovani di Palazzolo Acreide (foto parco naxos)

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Premio Comunicare l’Antico: John Garth, biografo e massimo studioso della vita e dell’opera del grande romanziere britannico Tolkien (foto parco naxos)

Nel solco del tema 2023, “Tra Oriente e Occidente”, completano la rosa dei premiati Filippo Coarelli, prof. emerito dell’università di Perugia, già ordinario di Antichità greco-romane, uno dei primi studiosi che ha contribuito sin dagli anni Ottanta alla divulgazione scientifica del patrimonio archeologico nazionale come autore e curatore della collana di guide archeologiche tascabili edite da Laterza nonché curatore della mostra su Alessandro Magno appena conclusa al Mann di Napoli; gli archeologi Alfonsina Russo, direttrice del parco archeologico del Colosseo e Massimo Cultraro, dirigente di ricerca dell’Istituto di scienze del patrimonio culturale (Cnr-Ispc), docente dell’università di Palermo e rappresentante del MUR per l’area Higher Education della Union for the Mediterranean (UfM), dal 2013 a capo di una missione che studia in Georgia le relazioni tra  mondo Egeo e Caucaso nell’età del Bronzo e alla quale è stata già dedicata una mostra a Tbilisi inaugurata dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella (Italy and Georgia. A story of Friendship, 2018); il Festival del Teatro classico dei giovani di Palazzolo Acreide, nella persona del suo direttore Sebastiano Aglianò; la Città di Agrigento, capitale italiana della Cultura 2025 rappresentata dal sindaco Francesco Miccichè. Infine, in occasione del 50° anniversario della scomparsa dello scrittore J.R.R. Tolkien (1892 – 1973), sarà premiato John Garth, biografo e massimo studioso della vita e dell’opera del grande romanziere britannico autore della saga de “Il Signore degli Anelli”, resa popolare anche dalla trasposizione cinematografica. A introdurlo Oronzo Cilli, tra i massimi esperti dell’autore, membro della Tolkien Society britannica e curatore della mostra su Tolkien in allestimento alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, organizzata dal MIC (ministero della Cultura) e che sarà inaugurata nel mese di novembre 2023. Ai premiati verrà donata una scultura opera del maestro Turi Azzolina ispirata alla maschera del satiro, figura ricorrente fra i reperti della collezione del Museo di Naxos. Nel corso della serata, presentata dalla giornalista Francesca Russo, sono previsti degli interventi musicali del Davide Livornese Duo con brani e strumenti di ispirazione orientale.

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Copertina del libro “Giacomo Boni” di Sandro Consolato

Comunicare l’Antico: eventi collaterali al Premio. A introdurre la serata finale del Premio Comunicare l’Antico saranno alcuni incontri culturali dedicati a temi e studiosi del mondo antico che, in programma fra Giardini Naxos (museo e area archeologica) e Taormina (palazzo Ciampoli, Teatro Antico), coinvolgeranno anche gli ospiti. A Giacomo Boni (1859-1925), pioniere della ricerca stratigrafica e primo archeologo ad usare l’aerofotografia, è dedicato un libro di Sandro Consolato che sarà presentato da Massimo Cultraro, Alessio De Cristofaro e Alfonsina Russo (sabato 2 settembre 2023, Parco di Naxos, alle 18).

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Locandina della mostra “L’Amato di Iside. Nerone, la Domus Aurea e l’Egitto” alla Domus Aurea dal 22 giugno 2023 al 14 gennaio 2024

Quindi la dea Iside, protagonista di una mostra al Parco del Colosseo, raccontata dalla direttrice Alfonsina Russo intervistata dalla giornalista Isabella Di Bartolo (Palazzo Ciampoli, Taormina, domenica 3 settembre 2023, alle 10.30): un viaggio sulle rotte della divinità venerata anche a Taormina, dove la statua di una sacerdotessa di Iside (II sec. d.C.) – rinvenuta nel 1867 accanto alla Chiesa di san Pancrazio ed esposta al Museo Salinas di Palermo – potrà essere ammirata nell’imminente mostra sull’antica Tauromenion alla quale lavora la direttrice Tigano con un articolato team di professionisti di varie discipline; mentre nel pomeriggio, alle 18, (Parco di Naxos) sarà di scena Alessandro Magno – del quale ricorre anche l’anniversario della scomparsa, datata nel 323 a.C. –  protagonista della grande mostra appena conclusa al Mann di Napoli: una figura emblematica e liminare fra la civiltà occidentale e orientale. Interverranno Lorenzo Braccesi, Monica Centanni, Filippo Coarelli, Dario Barbera e Giovanni Sessa moderati da Grazia Salamone.

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Copertina del libro “Gilgamesh. L’epopea di colui che tutto vede” di Giovanni Calcagno

A seguire tre appuntamenti che declinano il tema 2023 “Tra Oriente e Occidente”. Il primo con Giovanni Calcagno, attore e regista, autore di un racconto sull’epopea di Gilgamesh – il primo poema scritto della storia dell’Uomo (4500 a.C.) – con una narrazione, più accessibile al grande pubblico, della cultura mesopotamica da cui è stato tratto uno spettacolo con Luigi Lo Cascio e Vincenzo Pirrotta (martedì 5 settembre 2023, Parco Naxos, alle 19); quindi lo spettacolo teatrale “Il Derviscio di Bukhara”, di e con Alberto Samonà, un viaggio con la parola, la musica e le danze sufi per conoscere la spiritualità dei dervisci (domenica 10 settembre 2023, Parco Naxos, alle 21, ingresso libero).

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Copertina del libro “Il grido di Pan” di Matteo Nucci (Einaudi)

In chiusura, una “prima” letteraria: “Il grido di Pan” di Matteo Nucci (Einaudi), appena dato alle stampe: una riflessione sull‘essere umano e la sua (perduta?) animalità, dunque il modo in cui abitiamo il mondo (lunedì 11 settembre 2023, Parco Naxos, alle 18). Completa il progetto la mini rassegna teatrale Interpretare l’Antico, a cura di Rete Latitudini diretta da Gigi Spedale, il cui cartellone – con testi di riscrittura del mito e concerti – ha preso il via nei giorni scorsi e proseguirà lungo il mese di settembre sempre al Parco di Naxos.

Francavilla di Sicilia (Me). Al museo Archeologico l’incontro “Comunicare l’antico. Storie di piccoli e grandi musei” con Gabriella Tigano (parco di Naxos Taormina) e Orazio Micali (museo di Messina)

francavilla_archeologico_comunicare-l-antico_locandinaCome comunica il museo oggi? A chi si rivolge? Quali storie racconta? Di questo (e molto altro!) si parlerà nell’incontro “Comunicare l’antico. Storie di piccoli e grandi musei” sabato 26 agosto 2023 al museo Archeologico di Francavilla di Sicilia in Palazzo Cagnone alle 19, nuovo appuntamento di “Sere d’estate al MAFRA”, che sarà anche un’anticipazione della rassegna “Comunicare l’antico” organizzata dal parco archeologico Naxos Taormina in collaborazione con NaxosLegge, e che prenderà ufficialmente il via domenica 27 agosto 2023. Dopo i saluti di Vincenzo Polizzi, sindaco di Francavilla di Sicilia, e di Fulvia Toscano, direttrice artistica di NaxosLegge, interverranno due relatori d’eccezione: la direttrice del parco archeologico Naxos Taormina, Gabriella Tigano, e il direttore del museo regionale di Messina, Orazio Micali, che faranno scoprire le affascinanti storie ‘racchiuse’ in due preziosi musei della Sicilia. Modera Grazia Salamone, presidente dell’associazione Dracma.

Parco archeologico di Naxos-Taormina. Anteprima di Naxoslegge su “Corpi celesti” passeggiata serale archeo-astronomica nel ventennale del recupero del disco di Nebra che rappresenta il cielo nell’età del Bronzo

naxos_parco_naxoslegge_conferenza-corpi-celesti_locandinaNel ventennale del recupero del disco di Nebra, dopo la grande mostra al British Museum di Londra, un omaggio ad un oggetto che risale al 1800 a.C. circa che narra del firmamento e dei suoi asterismi! Appuntamento lunedì 29 agosto 2022, alle 22, al parco archeologico di Naxos Taormina (Me), anteprima alla XII edizione di Naxoslegge su “Corpi celesti. Visioni celesti e cosmogonie”. Visioni e riflessioni notturne con lo sguardo rivolto al cielo, interrogandosi sui miti e le forme dell’universo percepite dagli antichi. Ingresso gratuito. Per info 3936025554. Proprio il cielo estivo sarà il grande protagonista con una passeggiata serale archeo-astronomica nello splendido parco archeologico di Naxos, che porterà a scoprire le stelle e le costellazioni principali, anche con alcuni riferimenti ai miti Greci. Accompagneranno nella passeggiata un archeologo, studioso di preistoria, il prof. Massimo Cultraro, dell’università di Palermo, e un astrofisico, Andrea Orlando, del CNR di Catania, presidente dell’istituto siciliano di Archeo-Astronomia e una grande narratrice, Marinella Fiume. Dopo i saluti di Gabriella Tigano, direttrice del parco archeologico di Naxos Taormina, e di Fulvia Toscano, direttrice artistica di Naxoslegge, Cultraro parlerà di “Cosmogonie mediterranee” e Orlando su “Il disco di Nebra. L’osservazione del cielo nell’età del Bronzo”. Chiudono le letture di Marinella Fiume.

Augusta. La “Metaconferenza – Magnagrecàntico” chiude “Parole e pietre – Rassegna del libro e della cultura classica”: spettacolo-conferenza che racconta la storia della Magna Grecia, con approfondimenti sui Bronzi di Riace

augusta_club-levante_parole-e-pietre_magnagrecantico_locandinaSi concluderà giovedì 28 luglio 2022 la prima edizione di “Parole e pietre – Rassegna del libro e della cultura classica”, a cura della locale sede di Archeoclub in collaborazione con il parco archeologico di Leontinoi e con Naxoslegge, festival della narrazione, della cultura e del libro. La rassegna, ospitata ogni giovedì presso due pontili cittadini, è stata inaugurata lo scorso 23 giugno con la presentazione del libro “Gerico. La rivoluzione della preistoria” di Lorenzo Nigro. L’incontro finale “Magnagrecàantico”, alle 19, sulla terrazza del “Club Levante”, è dedicato al mondo della Magna Grecia nell’ambito delle celebrazioni per il cinquantesimo dal ritrovamento dei Bronzi di Riace. La “Metaconferenza – Magnagrecàntico” è uno spettacolo-conferenza che racconta la storia della Magna Grecia, con approfondimenti sulle due statue greche note in tutto il mondo. I testi e le musiche sono di Fulvio Cama, artista reggino, che si autodefinisce “musicantore”; orazione e ricerche di Daniele Castrizio, professore associato di Numismatica medievale all’università di Messina; il videoracconto di Saverio Autellitano, visual designer. Introdotti da Mariada Pansera, presidente di Archeoclub d’Italia sede di Augusta, e da Lorenzo Guzzardi, direttore del parco archeologico di Leontinoi, il musicantore Fulvio Cama, nel ruolo di un aedo contemporaneo, racconterà in musica le tradizioni magnogreche dall’Epitaffio di Sicilo (terzo secolo a.C.) ai nostri giorni. Daniele Castrizio invece ripercorrerà la storia e l’archeologia della statuaria e della numismatica, con un approfondimento sui Bronzi di Riace. Il tutto supportato dalle immagini di Saverio Autellitano in un avvincente e coinvolgente spettacolo pieno di sorprese e curiosità.

Augusta (Sr). “Gerico: alle origini della comunità umana”: la conversazione con Lorenzo Nigro e la presentazione del suo libro “Gerico. La rivoluzione della preistoria” inaugura la prima edizione di “Parole e Pietre. Rassegna del libro e della cultura classica”

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L’archeologo Lorenzo Nigro

Con la presentazione del libro “Gerico” di Lorenzo Nigro, docente ordinario della Sapienza di Roma e direttore degli scavi a Mozia e a Gerico, si inaugura la prima edizione di “Parole e Pietre. Rassegna del libro e della cultura classica” a cura di Archeoclub d’Italia sede di Augusta, parco archeologico di Leontinoi e Naxoslegge. Appuntamento giovedì 23 giugno 2022, alle 19, alla terrazza del pontile Mare Nostrum della baia di Brucoli ad Augusta (Sr), con “Gerico: alle origini della comunità umana”, conversazione con Lorenzo Nigro e il suo libro “Gerico. La rivoluzione della preistoria” su un tema che non smette di sedurre archeologi di ogni generazione, la matrice vicino-orientale della più importante rivoluzione dell’antichità…il Neolitico. Introduce Mariada Pansera, presidente Archeoclub d’Italia sede di Augusta. Dopo i saluti di Lorenzo Guzzardi, direttore del parco archeologico di Leontinoi, converserà con l’autore Massimo Cultraro dirigente di ricerca del Cnr-ISPC di Catania.

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La copertina del libro “Gerico. La rivoluzione della preistoria”

Gerico. La rivoluzione della preistoria. Scoprire come farsi custodi del nostro passato attraverso le avventure della missione archeologica a Gerico. “Non è vero che non è possibile viaggiare indietro nel tempo”, scrive Lorenzo Nigro. “È sufficiente alzare gli occhi e guardare in cielo: lo sguardo ci porta così lontano che le stelle che vediamo sono luce di tanto tempo fa. Ma il passato si può anche toccare – non solo vedere e anche molto da vicino! È esattamente quello che fa l’archeologo quando scava. Nel sito dove lavoro da venti anni, a Gerico in Palestina, gli scavi raggiungono una tale profondità e gli strati coprono così tanti millenni di vita che il susseguirsi di generazioni e conquiste umane divengono tangibili”. Attraverso il racconto di una campagna di scavi archeologica a Gerico, “la più antica città del mondo”, l’autore racconta come i nostri antenati siano riusciti a compiere la più grande rivoluzione della storia dell’uomo: la rivoluzione neolitica. Scritto in modo avvincente, il libro induce a riflettere in modo semplice e quasi spontaneo sulla concezione della vita e della morte, il ruolo della comunità umana, e la riscoperta delle più profonde radici culturali e umane di ognuno a partire dalla descrizione della prima società neolitica.

La maschera di Agamennone è vera o falsa? Incontro on line per “Comunicare l’antico” promosso dal parco archeologico di Naxos Taormina sul preziosissimo reperto in oro scoperto da Schliemann e conservato ad Atene. Confronto tra due archeologi esperti: Massimo Cultraro, profondo conoscitore di Schliemann, e Lorenzo Nigro, archeologo del Vicino Oriente, che ha sollevato dubbi sull’autenticità della maschera

Maschera funeraria conosciuta come la “maschera di Agamennone”. Maschera d’oro del XVI secolo a.C. trovata da Schliemann nella tomba V a Micene nel 1876 e conservato al museo Archeologico nazionale di Atene (foto archeologico atene)

“Senza di lui la storia della Grecia Antica non sarebbe stata la stessa”, afferma Massimo Cultraro, archeologo, dirigente di ricerca al CNR-ISPC Catania e docente di Preistoria e Archeologia Egea all’università di Palermo. “Sto parlando di Heinrich Schliemann, l’imprenditore tedesco col pallino dell’archeologia passato alla storia per aver dimostrato l’esistenza di Troia, per aver scoperto l’antica città di Micene e il leggendario Tesoro di Priamo (centinaia di pezzi in oro misteriosamente scomparsi al termine della Seconda Guerra mondiale)”. Proprio Schliemann, del quale Il 6 gennaio 2022 sono ricorsi i 200 anni dalla nascita, sarà il protagonista del primo appuntamento dell’anno con “Comunicare l’antico”, il ciclo di incontri organizzati dal parco archeologico Naxos Taormina e Naxos Legge – Festival delle narrazioni della lettura e del libro. E non perché questo uomo coltissimo, intraprendente e poliglotta – parlava 25 lingue – ha scavato anche in Sicilia, e nella stessa Taormina, dove si è fermato alcuni giorni nel novembre del 1875 per curiosare fra le Naumachie. No, si parlerà di un preziosissimo reperto in oro, la famosa maschera di Agamennone, oggi pezzo forte del museo Archeologico nazionale di Atene, sospettato, da alcuni decenni, di essere un falso. Quindi la domanda: sarà vera o no?

Locandina dell’incontro on line “Schliemann e la maschera di Agamennone” promosso dal parco archeologico Naxos Taormina
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L’archeologo Massimo Cultraro

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L’archeologo Lorenzo Nigro

Appuntamento on line (i tempi impongono prudenza, ma così tutti potranno seguirlo) martedì 25 gennaio 2022, alle 19, con “Schliemann e la maschera di Agamennone. Tra autenticità e contraffazione” in compagnia di due eccezionali e preparatissimi studiosi, gli archeologi Massimo Cultraro e Lorenzo Nigro. Introduce Gabriella Tigano, direttore del parco archeologico Naxos Taormina; modera Fulvia Toscano, direttore artistico di Naxos Legge e presidente dell’archeoclub Naxos-Taormina-Valle Alcantara. Diretta streaming sulla pagina Facebook del parco archeologico Naxos Taormina. Massimo Cultraro, profondo conoscitore di Schliemann e autore di numerose pubblicazioni a lui dedicate, replicherà all’interessante e provocatoria ipotesi che Lorenzo Nigro, professore ordinario di Archeologia e Storia dell’Arte del Vicino Oriente Antico e di Archeologia Fenicio-Punica alla Sapienza di Roma, ha lanciato in una recente intervista rilasciata ad Andrea Cionci, storico dell’arte, giornalista e scrittore, che si occupa di storia, archeologia e religione, nella quale dichiara: “La maschera potrebbe essere, non solo un falso, ma anche una straordinaria BURLA che resiste da 149 anni” (vedi La Maschera di Agamennone una burla? Il prof Nigro: forse un “autoritratto” di Schliemann – Libero Quotidiano).

Heinrich Schliemann, morto a Napoli nel 1890

“La Maschera di Agamennone”, afferma Nigro a Cionci, “potrebbe essere nient’altro che un RITRATTO GIOVANILE dello stesso Schliemann. I baffi ci sono, l’ovale del viso anche, come nella foto che l’archeologo avrebbe potuto affidare a un parente orafo della moglie qualche giorno prima del ritrovamento”. Una beffa per i suoi nemici archeologi, un po’ come quella delle false sculture di Modigliani del 1984. Schliemann avrebbe potuto screditare i suoi critici, all’occorrenza, rivelando lo scherzo, ma nel 1890 morì, a soli 68 anni, portandosi il segreto nella tomba. Assumono così un profumo ironico le sue note sulla maschera in “Micene: una narrazione di ricerche” (1880): “Anche la barba è ben rappresentata, e in particolare i baffi, le cui estremità sono rivolte verso l’alto a punta, a forma di mezzaluna, niente di nuovo sotto il sole. Non ci sono dubbi sul fatto che gli antichi micenei usassero l’olio o una sorta di pomata per acconciarsi i capelli. […] Nessuno dubiterà per un momento che fossero destinate a rappresentare i ritratti del defunto […] Gli antichi orafi micenei potevano fare quanto qualsiasi orafo moderno”. “L’autoritratto-beffa – spiega Cionci – è una spiegazione coerente al mistero di “un falso che non sembra un falso”. Il museo archeologico di Atene, a parer nostro, dovrebbe consentire senza timori l’esame con la fluorescenza a raggi X o sui minerali contenuti nel metallo: se il pezzo dovesse risultare autentico, tanto meglio. In caso contrario, si potrebbe puntare sulla genialità di questo scherzo, che racconta molto di più di una fiabesca attribuzione ad Agamennone: sarebbe il simbolo della necessità costante per gli studiosi di dubitare, dello humor di un grandissimo archeologo sui generis, della continuità del mito che si sviluppa nel corso della storia”.

La cosiddetta Tomba di Agamennone a Micene (foto paesionline.it)

Sulla querelle è intervenuta recentemente anche Mariangela Galatea Vaglio, dottore in Storia antica alla Sapienza di Roma, insegnante e scrittrice di saggi e racconti storici, sul suo sito ValigiaBlu (vedi I dubbi sulla maschera di Agamennone, Heinrich Schliemann e la fantarcheologia – Valigia Blu). E dopo aver ripercorso le vicende storiche delle scoperte archeologiche di Schliemann, aver ricostruito la sua figura e i suoi epigoni, si chiede: alla fine la Maschera di Agamennone è un falso? “Probabilmente – scrive – non lo sapremo con certezza mai. Al di là dei dubbi basati sullo stile (effettivamente la maschera presenta dei tratti diversi dalle altre che risultano trovate nel medesimo contesto) e dall’usura (sembrerebbe meno rovinata e quindi forse più recente) anche facendo esami e analisi di laboratorio oggi sarebbe difficile risolvere il dubbio. Ma è poi così importante determinare se la maschera sia un falso? Forse no. Oggi il contesto archeologico miceneo è stato tracciato sulla base di migliaia di scavi e indagini in tutta la Grecia e anche nel resto del Mediterraneo, per cui, anche se la maschera fosse un falso, la nostra conoscenza dell’età micenea non verrebbe sconvolta”.