Napoli. Ponte di Ferragosto al museo Archeologico nazionale con Alessandro Magno e Picasso. Dopo un luglio da record (40mila visitatori) agosto si annuncia più ricco

L’ingresso della mostra “Picasso e l’antico” al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto graziano tavan)
Si è aperto il lungo ponte di Ferragosto al museo Archeologico nazionale di Napoli che, come tutti i musei statali, sarà aperto nella festività del 15 agosto 2023 con i consueti orari e due eccezionali mostre: “Alessandro Magno e l’Oriente” (fino al 28 agosto 2023) e “Picasso e l’antico”, già visitate da oltre 250mila persone. Il museo posticipa pertanto il giorno di chiusura settimanale dal consueto martedì a mercoledì 16. Con l’ulteriore richiamo della nuova sezione dedicata alla Campania Romana – 2000 mq di allestimento e sale restaurate – il Mann sta vivendo un’estate da record, meta di visitatori da tutto il mondo e di tanti cittadini, ai quali sono proposte diverse formule di abbonamento annuale. I dati del mese di agosto si annunciano infatti più ricchi di quelli di luglio, che ha contato 40mila visitatori.

Il salone della Meridiana al museo Archeologico nazionale di Napoli che ospita la sezione principale della mostra “Alessandro e l’Oriente” (foto graziano tavan)
“Benvenuti al Mann a Ferragosto”, è il saluto del direttore Paolo Giulierini, “siamo orgogliosi di contribuire in maniera significativa all’offerta culturale della città con due mostre premiate dai visitatori e dalla critica internazionale, che spesso sembra non accorgersi di quello che di importante accade nel Sud Italia. Puntare su due esposizioni così ambiziose in piena estate si è rivelata una buona scelta. Napoli è città d’arte sempre e deve proporre un cartellone da capitale in ogni periodo dell’anno. In particolare mi fa piacere ricordare l’originalità della mostra Picasso e l’antico, proposta italiana inserita nelle celebrazioni ufficiali di Spagna e Francia nel cinquantenario della morte dell’artista”.
Archeologia in lutto. È morto a 65 anni, dopo malattia, Fabrizio Pesando, uno dei pompeianisti più noti, studioso appassionato dell’archeologia romana e vesuviana, professore ordinario di Archeologia e Storia dell’Arte Romana all’università Orientale di Napoli. Il cordoglio di colleghi, amici ed ex-studenti

Il prof. Fabrizio Pesando (foto paerco)
Archeologia in lutto. La mattina dell’11 agosto 2023, è morto, a 65 anni, a San Benedetto del Tronto, dopo una lunga malattia, Fabrizio Pesando, uno dei pompeianisti più noti, studioso appassionato dell’archeologia romana e vesuviana, professore ordinario di Archeologia e Storia dell’Arte Romana e Archeologia delle Province Romane, all’università Orientale di Napoli. Per decenni Pesando è stato uno degli animatori e promotore anche presso le nuove generazioni di studiosi di ricerche e pubblicazioni. La notizia è giunta improvvisa e ha lasciato attonito il mondo dell’archeologia. A esprimere cordoglio per la scomparsa del professore Fabrizio Pesando sono intervenuti a livello istituzionale la direzione del parco archeologico di Pompei e del parco archeologico di Ercolano, e la direzione del museo Archeologico nazionale di Napoli. Anche la Fondazione Paestum ha appreso con sgomento la notizia della scomparsa di un grande studioso ed indimenticabile amico come il prof. Fabrizio Pesando: “Con immensa tristezza partecipa al lutto della famiglia e della comunità scientifica tutta”.

Il prof. Fabrizio Pesando (foto parco archeologico pompei)
“La direzione generale del Parco di Pompei, a nome di tutto il personale, saluta un importante studioso ed una figura di grande spessore culturale, profondo conoscitore della storia archeologica di Pompei, esprimendo le più sentite condoglianze alla famiglia”. E il direttore di Ercolano, Francesco Sirano: “La notizia della morte di Fabrizio Pesando lascia una grande tristezza e crea un vuoto difficile da colmare sul piano delle ricerche scientifiche. Con Fabrizio avevamo un rapporto di lunga data che è diventato di leale collaborazione professionale e vicinanza di pensiero negli anni della sua presenza nel Comitato scientifico del parco al quale ha dato un contributo fondamentale. Archeologo tra i più apprezzati da colleghi e studenti, di spiccato acume e dai molti interessi ha lavorato lungamente sul sito di Ercolano. Perdiamo un prezioso collega nell’azione di tutela, valorizzazione e comunicazione del patrimonio culturale, ancora nel pieno della sua attività professionale”. Anche il team HCP ricorda il trentennale impegno che Fabrizio Pesando ha messo in campo per la conoscenza e la valorizzazione dei siti vesuviani. Lo staff intero del Parco di Ercolano insieme ai colleghi dell’Herculaneum Conservation Project si stringe nel dolore della grave perdita. Il direttore e lo staff del Mann “esprimono il loro cordoglio per la morte di Fabrizio Pesando, professore ordinario all’università di Napoli l’Orientale, punto di riferimento per l’archeologia dell’Italia romana”.

Conferenza del prof. Fabrizio pesando all’Orientale di Napoli (foto Freie Universität Berlin)
Nato a Ivrea (Torino) il 23 gennaio 1958, dottore di Ricerca in Archeologia (Archeologia Greca e Romana, 1996), è stato professore ordinario all’università “L’Orientale” di Napoli per il settore L-ANT/07 (Archeologia Classica). Ha insegnato Archeologia e Storia dell’Arte Romana e Archeologia delle Province Romane. Se ne va uno dei più grandi studiosi di Pompei, direttore della rivista Vesuviana. An International Journal on Pompeii and Herculaneum. Ha diretto scavi e ricerche a Pompei (2001-2011) e scritto alcuni dei volumi più importanti per conoscere e scoprire la città antica, tra cui: «Domus». Edilizia privata e società pompeiana tra III e I secolo a.C., monografie della soprintendenza Archeologica di Pompei 12, L’ ‘Erma’ di Bretschneider, Roma 1997; F. Pesando (a cura di), L’Italia Antica. Culture e forme del popolamento nel I millennio a.C., Carocci Editore, Roma 2005; F. Coarelli, F. Pesando (a cura di), Rileggere Pompei I. L’insula 10 della Regio VI, Roma, L’ ‘Erma’ di Bretschneider, 2006; F. Pesando (a cura di), Rileggere Pompei III. Ricerche sulla Pompei sannitica. Campagne di scavo 2006-2008, Pompei 2010; Pompei. L’arte di abitare, Milano, Il Sole24 Cultura, 2013; F. Pesando, M. Giglio, Rileggere Pompei V. L’insula 7 della Regio IX, Roma 2017.

Il prof. Fabrizio Pesando (foto università orientale napoli)
È l’università “L’Orientale” di Napoli a ripercorrere la sua lunga attività di docente e archeologo. Professore ordinario di Archeologia classica, ha ricoperto il ruolo di direttore del dipartimento di Studi classici e del Mediterraneo antico, di presidente del centro interdipartimentale di Servizi di Archeologia dell’Orientale (CISA) e di vice-direttore del dipartimento Asia Africa Mediterraneo. Ha insegnato Antichità pompeiane ed ercolanesi, Topografia dell’Italia antica, Archeologia della Magna Grecia, Archeologia e storia dell’arte romana e Archeologia e storia dell’arte romana e delle province, nei corsi di studio triennale e magistrale. Numerose sono state le attività archeologiche sul campo, che ha diretto per conto dell’Orientale, organizzate come momenti di ricerca e formazione per gli studenti: Pompei (regio VI, regio IX e regio I), Alba Fucens (via del miliario e assi viari secondari), Sperlonga (villa di Tiberio), Aveja (abitato antico e fortificazioni), San Demetrio de’ Vestini (fortificazioni), Paestum (isolato 4-6) ed infine Cupra Maritima (edifici monumentali del foro). Con lui scompare uno dei più autorevoli studiosi dell’edilizia domestica greca e romana, dell’urbanistica antica, del fenomeno dell’ellenismo e della sua ricezione a Roma, della romanizzazione, in particolare della Spagna, e in generale della storia dell’arte e dell’iconografia romana.

Copertina della guida “Pompei Oplontis Ercolano Stabiae” di Fabrizio Pesando e Maria Paola Guidobaldi
È autore di numerosissime pubblicazioni; limitandosi solo ad alcune delle monografie, si segnalano: La casa dei Greci (1989, 2. ed. 2006); Libri e biblioteche, Vita e costumi dei Romani antichi (1994); Edilizia privata e società pompeiana tra III e I secolo a.C. (1997); con M. Giglio, Rileggere Pompei V. L’insula 7 della Regio IX (2017); con F. Pompei, Archeomarche 1. Le valli e i porti del Piceno antico (2019); Cinque pezzi facili sulla casa romana. Studi e conferenze – 1999-2018 (2020); Cupra Marittima, Guida al Parco Archeologico (2022). È autore, con M. P. Guidobaldi, della guida archeologica di Pompei, Ercolano, Oplontis, Stabiae (ultima ristampa 2022). Docente molto amato dagli studenti per la capacità di trasmettere metodo critico e capacità di analisi accompagnati dall’entusiasmo che lo contraddistingueva, sia durante le lezioni e i seminari in aula sia nella lunga e intensa attività didattica sul campo, momenti in cui, con il suo costante sorriso e leggerezza, riusciva a coinvolgere tutti i partecipanti. Il suo magistero e il suo spessore di studioso e ricercatore, che hanno così profondamente segnato gli studi dell’archeologia classica all’Orientale, mancheranno molto a studenti e colleghi.

Il prof. Fabrizio Pesando con l’archeologo Michele Stefanile (foto dal profilo FB di Stefanile)
E poi ci sono i ricordi “privati”. Michele Stefanile, archeologo: “Io e Fabrizio Pesando ci siamo conosciuti esattamente vent’anni fa, alla fine dell’estate del 2003, e per buona parte di questi vent’anni siamo stati praticamente inseparabili: insieme abbiamo accumulato migliaia di km, migliaia di bottiglie, migliaia di risate; a lui devo la mia prima tesi, il mio Erasmus, Sperlonga, Gaeta, l’idea di base della mia seconda tesi (che poi è diventata dottorato e monografia), ma anche il mio divano, il pelouche di un pupazzo strano che secondo lui mi assomigliava, e soprattutto vent’anni di insegnamenti e di archeologia. Di lui ho sempre ammirato la genialità delle interpretazioni unita alla capacità di vivere ogni progetto, ogni scavo, ogni studio con entusiasmo e leggerezza; a vederlo all’opera sembrava tutto facile e divertente, e invece era il frutto di una cultura vastissima, di una solidissima formazione classica e della dote sempre più rara di muoversi con disinvoltura tra le fonti letterarie antiche come fra gli strati archeologici. Oggi con lui si spegne prematuramente una luce. Mancherà a tanti”. Giuliano Volpe (università di Bari): “Una notizia tristissima e dolorosissima. È scomparso Fabrizio Pesando, un caro amico e un ottimo collega archeologo, docente all’Orientale di Napoli. Ha lottato a lungo contro la malattia e ha lavorato fino all’ultimo. Grande studioso di Pompei, dell’edilizia residenziale, delle città antiche. Una perdita gravissima”. Francesco Sirano, direttore dl parco archeologico di Ercolano: “Ecco così voglio ricordare Fabrizio Pesando. Un grande studioso, una persona seria ma dotata di una grande ironia e capacità di trovare ovunque il positivo. Ha affrontato la malattia con forza e determinazione impressionanti e la raccontava con una disarmante semplicità dietro la quale c’è un grande uomo. Grazie Fabrizio per tutto quello che ci hai dato e insegnato. È stato un onore e un privilegio poterti conoscere e apprezzare”.

Il prof. Fabrizio Pesando in gruppo con l’archeologo Filippo Demma (foto dal profilo FB di Demma)
Filippo Demma, direttore parco di Sibari: “Quando decise di cambiare vita e trasferirsi stabilmente nelle Marche, mi chiamò e scesi a San Benedetto a salutarlo. Ci conoscevamo da sempre. All’epoca lavoravo alla Soprintendenza delle Marche ed ero responsabile della tutela archeologica nell’Ascolano. Chiacchierammo tutto il giorno e – tra tutto l’altro, che non era poco- impostammo il lavoro di ricognizione a Grottammare e nell’ager di Cupra, che avrebbe portato lui ed i ragazzi dell’Orientale a indagare il tempio del foro. In questa foto siamo a tavola con Enrico, Francesco, Francesco, che pure in quel periodo stavano iniziando a Monterinaldo, e Tiziana che lavorava con me da tempo. Fabrizio Pesando è stato un grande archeologo, un perfetto gentiluomo ed un Amico leale. Sempre. Il che, in questo ambiente, non è per niente poco. Che la terra, dopo tante sofferenze, gli sia lieve”. Valeria Perseca Cerasa, ex studentessa: “C’ho impiegato una giornata intera per trovare le parole ma in realtà sono rimasta proprio senza. Mio caro professore solo una parola: Grazie. Grazie per avermi portato la prima volta a visitare gli scavi di Pompei (ricordo tutto dalla prima all’ultima virgola). Grazie per avermi fatto fare il mio primo scavo archeologico (o forse no visto che sono ancora qui!!) credo di non essermi mai divertita così tanto imparando! Grazie per aver pranzato con noi alunni seduto sotto ad un albero, abbiamo condiviso panini e storie meravigliose che porterò nel mio cuore. Grazie per aver stemperato la mia tensione ad ogni singolo esame! Porterò il suo sorriso contagioso sempre nel mio cuore! Grazie di tutto Prof!”. Mario Grimaldi, archeologo: “… oggi è un giorno triste … Fabrizio era per noi la generazione di riferimento … quello sui cui manuali abbiamo studiato tutti noi pompeianisti come ci definiscono … un vero studioso di Pompei e non solo … ci mancherà tanto … “. Nicoletta, guida turistica: “Oggi salgono al cielo persone importanti, anche il caro Prof. Fabrizio Pesando. Ho seguito 3 corsi con lui, di cui ne ricordo uno specifico su Pompei ed Ercolano. Ha decisamente contribuito alla mia formazione ed alla mia passione nel lavoro”. Anna Grossi, Rione Terra a Pozzuoli: “Ho dei ricordi bellissimi delle lezioni del prof. Pesando soprattutto riguardo le antichità pompeiane e l’archeologia della Magna Grecia. Ricordo la sua chiarezza e il suo entusiasmo, un’immensa preparazione delle fonti letterarie legate ai risultati degli scavi archeologici. Ricordo le escursioni a Paestum e a Pompei dove, essendo la più bassina del gruppo, mi indicò come quella più adatta ad alcuni scavi perché avrei potuto intrufolarmi dappertutto senza fare danni. Ma io di scavi non ne ho mai fatti né mi sono mai sentita in grado di farli nonostante la laurea in archeologia… ero più affascinata, e lo sono ancora, a scoprire cosa di reale si cela dietro il mito, come quello che il prof Pesando sapeva raccontare con eleganza e passione. Sono stata fortunata ad averlo come professore”.

Il prof. Fabrizio Pesando in gruppo con il prof. Francesco Casagrande (foto dal profilo FB di Casagrande)
Francesco Casagrande, università “Gabriele d’Annunzio” e museo del Mare di San Benedetto: “La mestizia ci raggiunge e ci addolora profondamente ma la sua diligenza intellettuale ed umanità benevola condivisa con molti rimarrà un caposaldo da mantenere desto nei giorni a venire. Personalmente non so come ringraziarla per l’enorme arricchimento che mi ha apportato nel frequentarla e la stima rivoltale rimarrà imperitura. Onoreremo sempre la sua memoria ed il suo lascito di competenze non verrà mai meno e correntemente incrementato. Riposo in pace professor Fabrizio Pesando la accolga il Signore fra le sue braccia”. Fai Giovani – San Benedetto del Tronto: “Esprimiamo il nostro cordoglio per la scomparsa del prof. Fabrizio Pesando, grande archeologo e studioso della storia di Pompei, professore di archeologia classica all’Università degli Studi “L’Orientale” di Napoli, che tanto si è speso per i beni archeologici del nostro territorio, a partire dal parco archeologico naturalistico “Civita” di Cupra Marittima di cui era direttore, fino agli scavi della Villa Marittima del Paese Alto di San Benedetto del Tronto”.
Domenica al museo. Anche per agosto il sito più visitato in Italia si conferma Pompei. Sangiuliano: “Le numerose presenze nei siti culturali dimostrano ancora una volta il forte legame dei visitatori con il nostro immenso patrimonio”
Pompei si è confermato anche nella domenica 6 agosto 2023 a ingresso gratuito il sito più visitato d’Italia, seguito, per quanto riguarda i parchi e musei archeologici, dal Colosseo e dal Pantheon. “Un altro successo per la #domenicalmuseo”, afferma il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. “Le numerose presenze nei siti culturali dimostrano ancora una volta il forte legame dei visitatori con il nostro immenso patrimonio. Questo appuntamento mensile rappresenta una splendida occasione per rendere accessibile la cultura a tutti, incoraggiando i cittadini e i turisti a scoprire e apprezzare le ricchezze italiane. Continuare a promuovere queste iniziative è fondamentale per la salvaguardia delle nostre bellezze e stimolare l’interesse e la consapevolezza riguardo alla nostra identità culturale. Al personale impegnato in queste ore va un sentito ringraziamento per il lavoro svolto”.

Pieno di visitatori al parco archeologico di Pompei (foto emanuele minerva / mic)
Ecco qualche numero di musei e parchi archeologici: area archeologica di Pompei 25.315; Colosseo. Anfiteatro Flavio 19.800; Pantheon 8.033; Foro Romano e Palatino 6.804; museo Archeologico nazionale di Napoli 4.248; museo e area archeologica di Paestum 4.083; museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria 3.432; parco archeologico di Ercolano 3.227; Villa Adriana 3.009; Terme di Caracalla 2.084; museo Archeologico nazionale di Taranto 1.190.
Napoli. L’annuncio del direttore Giulierini: “Il museo Archeologico nazionale poco fa è stato decretato Museo di prima fascia”

Il ministro Sangiuliano con la professoressa Capaldi nella visita della sezione Campania romana al Mann (foto graziano tavan)
“Il Mann poco fa è stato decretato Museo di prima fascia”. Ad annunciarlo, sul suo sito, con poche parole piene di soddisfazione, Paolo Giulierini, direttore del museo Archeologico nazionale di Napoli. “Vince il lavoro di questi 8 anni, di chi ha creduto nel nostro progetto; onore alla capacità decisionale del ministro Gennaro Sangiuliano. Viva Napoli e l’archeologia, mai più figlia minore. Comunque vada la città torna protagonista e il più grande museo di archeologia classica al mondo si riprende il rango che gli spetta”.

Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano con il direttore del Mann Paolo Giulierini nella sala del Toro farnese (foto mann)
Il ministro Sangiuliano l’aveva già annunciato a maggio, in occasione dell’inaugurazione della mostra “Alessandro e l’Oriente” al Mann (vedi Napoli. Il ministro Sangiuliano: “Il museo Archeologico nazionale sarà museo di prima fascia, ed epicentro di un progetto culturale che dalla Galleria Principe arriva fino all’Albergo dei Poveri in via Foria” | archeologiavocidalpassato). “Il Mann è diventato un grande museo”, aveva esordito il ministro Sangiuliano, “anche grazie all’opera del direttore Paolo Giulierini a cui va sempre il mio plauso, senza dimenticare il lavoro di regia del direttore generale Luigi La Rocca, una persona che mi insegna molto e che ho assunto come docente su queste questioni. Il Mann diventerà – adesso ci stiamo lavorando – museo di prima fascia”. E ora ci siamo. Il museo Archeologico nazionale di Napoli diventa museo di prima fascia, come lo sono la Galleria Borghese, la Galleria degli Uffizi, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, le Gallerie dell’Accademia di Venezia, il Museo di Capodimonte, la Pinacoteca di Brera, la Reggia di Caserta. E il parco archeologico del Colosseo, il Museo nazionale Romano e l’area archeologica di Roma e il parco archeologico di Pompei.
Rio nell’Elba (Isola d’Elba). Al museo Archeologico del Distretto minerario la mostra “Gladiatori” in collaborazione con il museo Archeologico nazionale di Napoli
I Gladiatori “invadono” l’isola d’Elba. All’interno del museo Archeologico del Distretto minerario di Rio nell’Elba, dal 22 luglio al 1° novembre 2023, è allestita la mostra “Gladiatori”, curata da Marco Firmati direttore del museo, in collaborazione con il museo Archeologico nazionale di Napoli. “Lo scorso anno”, ricorda il direttore Firmati, “il museo Archeologico del Distretto minerario ha riaperto con una significativa mostra dedicata agli Etruschi (Il ferro e l’oro, Rotte mediterranee tra Etruria e Oriente) esponendo preziosi materiali orientalizzanti ottenuti in prestito dal museo Archeologico nazionale di Firenze. Confermando l’appuntamento stagionale il Comune presenta ora una nuova esposizione archeologica di rilievo, questa volta dedicata a illustrare uno dei temi di maggiore attrazione nella vita pubblica del popolo romano, che anche oggi – alimentato da una filmografia di successo – continua a catalizzare vivo interesse del pubblico: l’arte gladiatoria”. E continua: “Sulla scia della mostra di respiro internazionale Gladiatori, realizzata tra il marzo 2021 e l’aprile 2022 dal Mann, si attinge alla cospicua quantità di materiali archeologici relativi all’attività gladiatoria – splendidamente conservati nello stesso museo – per mettere a fuoco alcuni aspetti della vita dei gladiatori. Nel mondo romano essi godettero di fama straordinaria e divennero – insieme agli altri giochi circensi – efficace strumento di consenso politico e di sostegno al potere imperiale. Grazie alla generosa collaborazione del museo Archeologico nazionale di Napoli e al coordinamento del Sistema Museale dell’Arcipelago Toscano, lo sguardo del museo di Rio si rivolge nell’estate 2023 al mondo romano, anch’esso trattato nel percorso espositivo permanente. Attraverso la mostra Gladiatori – conclude Firmati – si mette a fuoco un fenomeno sociale e politico di grande rilievo nella storia del mondo antico, per durata, diffusione e coinvolgimento popolare”.

Rilievo con scene di spettacoli gladiatori dalla necropoli Marittima di Pompei, conservato al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto graziano tavan)
Questa nuova esposizione archeologica è dedicata a illustrare uno dei temi di maggiore attrazione nella vita pubblica del popolo romano: l’arte gladiatoria, un fenomeno sociale e politico di grande rilievo nella storia del mondo antico, per durata, diffusione e coinvolgimento popolare. I materiali archeologici relativi all’attività gladiatoria in mostra al museo Archeologico del Distretto minerario di Rio nell’Elba, offrono un’analisi approfondita di alcuni aspetti della vita dei gladiatori che nel mondo romano godettero di fama straordinaria e divennero, efficace strumento di consenso politico e di sostegno al potere imperiale.

Elmo di mirmillone dalla caserma dei gladiatori di
La prima testimonianza di giochi gladiatori documentati a Roma nel 264 a.C. discende con molta probabilità dagli originari combattimenti tradizionalmente inscenati in cerimonie funebri di altre regioni (Etruria e Campania), quali i sacrifici umani per placare lo spirito del defunto. Con una rapida e inarrestabile ascesa, rallentata solo temporaneamente da ragioni di sicurezza pubblica conseguenti alla rivolta del gladiatore Spartaco (73-71 a.C.), i giochi gladiatori trovano nel Colosseo un imponente e duraturo edificio dedicato, che fu inaugurato dall’imperatore Tito nell’80 d.C. con una grandiosa serie di spettacoli durata ben 100 giorni. La cura degli spettacoli divenne efficace e costoso strumento per magistrati e imperatori al fine di coltivare e accrescere la propria fortuna politica. Nel 107 d.C. l’imperatore Traiano, per celebrare la vittoria sui Daci giunse a far combattere addirittura 10000 gladiatori. I pregevoli reperti archeologici relativi all’arte gladiatoria sono un efficace e piacevole mezzo per presentare al pubblico un fenomeno sociale e politico tipicamente romano, che dall’età repubblicana ha segnato in maniera crescente e sempre più evidente la vita e la storia dell’impero di Roma. Tutti noi ricordiamo, con le parole di Giovenale, che “Il popolo romano […] due cose sole desidera: pane e giochi”.
Archeologia in lutto. Si è spenta in pochi giorni per un male incurabile Vincenzina Castiglione Morelli “Nella”, l’archeologa innamorata di Ercolano. Il ricordo della grande pompeianista

L’archeologa Vincenzina Castiglione Morelli stroncata da un male incurabile (foto paerco)
Se n’è andata in pochi giorni, colta da un male rapido ed implacabile che le ha rubato anche la possibilità di scambiare un ultimo, estremo sguardo con i suoi cari. Lutto nell’archeologia: è morta Vincenzina Castiglione Morelli, l’archeologa innamorata di Ercolano. I funerali si terranno a Napoli, sabato 22 luglio 2023, alle 10, nella chiesa di S. Maria della Vittoria, in piazza Vittoria. È Giuseppe Di Leva a farne un ritratto di affetto e riconoscenza: “Minuta, riservatissima, la dolce Nella – come la chiamavano affettuosamente tutti quelli che l’hanno conosciuta – se n’è andata stamani (21 luglio 2023), in questo torrido luglio, in silenzio, quasi in punta di piedi, come faceva sempre, con la sua raffinata educazione. Vincenzina Castiglione Morelli si laurea in archeologia con Achille Adriani ma è con Alfonso De Franciscis che partecipa ad una delle avventure pompeiane più esaltanti: lo scavo della Casa di Giulio Polibio. Fu lo stesso grande archeologo napoletano ad affidarle l’incarico dell’inventariazione e schedatura dei reperti rinvenuti nella domus pompeiana. Con un altro celebre archeologo, Werner Johannowsky, intraprese lo scavo dell’Anfiteatro presso la località Fornaci, procedendo poi con la catalogazione dei reperti provenienti dalla stipe di Teano che erano custoditi nei depositi del Mann denominati proprio Johannowsky. Sempre con De Franciscis partecipò allo scavo della villa romana del Naniglio di Gioiosa Ionica ed alla successiva pubblicazione dello stesso scavo insieme agli allestimenti delle relative mostre presso più sedi. Da affezionata allieva di De Franciscis, dopo la morte dell’archeologo napoletano, ne curò la pubblicazione di alcuni lavori, come quello sul Sacello degli Augustali a Miseno. Un altro omaggio, Nella rese anche a Johannowsky, curando – nel 2010 – l’antologia di scritti Dal Tifata al Massico”.

Copertina del libro “Caio Giulio Polibio. Storie di un cittadino pompeiano”
“Tante altre sono state le sue attività di curatela redazionale – continua De Leva – come il volume dell’IDSN Ager pompeianus et Ager Stabianus, e, nel 2015, con De Carolis e Salerno, il volume Caio Giulio Polibio. Storie di un cittadino pompeiano. Nel 2011 Nella viene nominata Socia Corrispondente dell’Accademia Pontaniana e, dal 2016, ha avuto in affidamento dalla Direzione del Mann, su sua richiesta, il riordinamento dell’Archivio del professore Werner Johannowsky. Ma Nella era soprattutto una pompeianista. Colonna storica dell’Associazione Internazionale Amici di Pompei, di cui era consigliere, all’area archeologica vesuviana la studiosa aveva dedicato numerosi articoli apparsi in riviste specializzate, una soprattutto, quella che possiamo a giusta ragione considerare la sua più dolce “pupilla”: Rivista di Studi Pompeiani. Correva il 1995 quando Nella ne divenne redattrice per poi assumere il ruolo – nel 2012 – di redattrice unica responsabile. Ed è a lei che, nel corso di oltre un ventennio, si deve forse soprattutto la tenacia con cui si è difesa una rivista che per tanti anni è stata strumento di conoscenza di ricerche archeologiche e di fondamentali contributi sull’area vesuviana. E sarà in sua memoria che, chi ne prenderà il posto in seno all’Associazione Internazionale Amici di Pompei, sarà chiamato a difendere non solo il prezioso lavoro di Nella ma una storia di passione per quell’antichità palpitante che continuiamo a scovare tra le pietre di Pompei”.

L’archeologa Vincenzina Castiglione Morelli con Giuseppe Luongo nel 2017 in uno degli “Incontri di Archeologia” al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto mann)
“Oggi la piangono in tanti – conclude -. E sono davvero parecchi quelli che l’hanno conosciuta. Ma a me piace ricordare in particolare Salvatore Nappo, Luciana Jacobelli, Margherita Tuccinardi, Antonio Varone, Angelandrea Casale, Grete Stefani, Antonio De Simone, Paola Miniero, Bianca Maria Sammarco, Stella Pisapia, Caterina Cozzolino, Peppino Lindinerro, Marco De Gemmis, Maria Rosaria Esposito a cui, chi scrive, è affezionato e legato come a degli zii e zie. Alla famiglia, ai suoi nipoti, cui Nella era legatissima e che i frequentatori delle sue conferenze al Mann hanno avuto addirittura modo di veder crescere, va tutto l’affetto e la vicinanza per una perdita grave”.

L’archeologa Vincenzina Castiglione Morelli stroncata da un male incurabile (foto parco archeologico pompei)

La copertina di un’edizione della Rivista di Studi Pompeiani di cui Vincenzina Castiglione Morelli è stata redattrice unica
Il parco archeologico di Ercolano e l’Herculaneum Conservation Project (HCP) si uniscono nel ricordo della straordinaria professionista. Il direttore del parco archeologico Francesco Sirano addolorato per la perdita, afferma: “Ho conosciuto Nella tanti anni fa in occasione della pubblicazione di un articolo sugli Atti dell’Accademia Napoletana di Archeologia e da allora ho avuto tanti contatti con lei, una persona molto discreta, sempre presente e dagli appassionati interessi condivisi per l’archeologia. L’ho ritrovata come direttore del parco archeologico di Ercolano e abbiamo collaborato in diverse occasioni, in particolare alla redazione annuale della parte di competenza di Ercolano nella Rivista di Studi Pompeiani e Nella rappresentava una presenza costante e vicina come di un’amica, una presenza sempre cortese pronta a sollecitare soluzioni. La sua scomparsa lascia tutto il personale del Parco e di HCP sgomenti. Non scompare solo una professionista ma una collega con la quale abbiamo stretto un rapporto reciproco di grande semplicità, stima e rispetto”. I colleghi dell’HCP si stringono intorno alla famiglia nel ricordo personale e professionale della Castiglione Morelli sottolineando che la Rivista di Studi Pompeiani è l’unico ambito in cui la storia di Ercolano nel XXI secolo, il più grande partenariato pubblico privato per il patrimonio archeologico in Europa grazie al Packard Humanities Institute, viene raccontato in modo sistemico da oltre 15 anni, e questo è in gran parte merito suo.

L’archeologa Vincenzina Castiglione Morelli stroncata da un male incurabile (foto mann)
Anche la direzione del parco archeologico di Pompei esprime cordoglio per la scomparsa della prof.ssa Vincenzina Castiglione Morelli consigliere direttivo dell’Associazione Internazionale Amici di Pompei. E, a nome di tutto il personale, saluta una grande studiosa ed una figura di grande spessore culturale, esprimendo le più sentite condoglianze alla famiglia. E l’archeologo Mario Grimaldi: “Nella è stata una colonna della mia formazione da studente sino ai primi articoli e poi lavori assieme addirittura con grande onore mio. Mi mancherà tantissimo l’ultima telefonata che mi ha fatto pochi giorni fa fu bellissima … grazie di tutto quanto mi hai insegnato cara Nella”. Margherita Tuccinardi: “Ciao Nella carissima, amica, collega e soprattutto persona assolutamente speciale!”. Il grave lutto ha colpito l’associazione internazionale Amici di Pompei. Il presidente Antonio Varone e il segretario Angelandrea Casale porgono a nome dell’Associazione alla figlia dr.ssa Emilia Del Franco e ai familiari le più sentite condoglianze. Il direttore e lo staff del museo Archeologico nazionale di Napoli si associano al dolore della famiglia di Nella Castiglione Morelli, “di cui ricorderemo sempre lo sguardo limpido e dolce, il tratto gentile della persona e l’onestà intellettuale”.
Napoli. Al museo Archeologico nazionale per “Le sere del Mann” presentazione della guida della mostra “Alessandro Magno e l’Oriente” (Electa)

Testa di Alessandro dal museo di Salonicco all’ingresso della mostra “Alessandro e l’Oriente” al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto graziano tavan)
Una “Sera al Mann” nel nome di Alessandro Magno. Nell’ambito delle aperture serali del giovedì, che rientrano nel Piano di Valorizzazione indetto dal ministero della Cultura, il 20 luglio 2023, alle 20, nel Giardino delle Fontane del museo Archeologico nazionale di Napoli, sarà presentata la guida – edita da Electa – della mostra “Alessandro Magno e l’Oriente” (aperta fino al 28 agosto 2023), curata da Filippo Coarelli ed Eugenio Lo Sardo, anche autori del volume. Interverranno Paolo Giulierini, direttore Mann; Laura Forte, responsabile mostre Mann; Filippo Coarelli, co-curatore della mostra. Ingresso al museo Archeologico nazionale di Napoli al costo simbolico di 3 euro nella fascia oraria tra le 19 le 22.30, ultimo ingresso alle 22 con la possibilità di visitare anche le collezioni permanenti e la mostra “Picasso e l’antico” curata da Clemente Marconi.

Copertina del libro “Alessandro e l’Oriente” (Electa) guida della mostra “Alessandro e l’Oriente” al museo Archeologico nazionale di Napoli
Il libro “Alessandro Magno e l’Oriente”, edito da Electa, accompagna il visitatore nel racconto delle imprese del condottiero e stratega macedone. Gran parte delle opere esposte illustrano i brevi capitoli che, passo dopo passo, narrano l’ascesa e le battaglie di conquista di Alessandro. Numerosi i focus su reperti che contribuiscono alla ricostruzione della narrazione della straordinaria impresa del sovrano macedone: un viaggio lungo poco più di dieci anni, illustrato da una mappa con l’incredibile percorso di conquista e di scoperta che ha portato in Asia la cultura ellenistica, e allo stesso modo a far conoscere, recepire e assimilare le grandi culture antiche d’Oriente alla civiltà greco-romana. Una ricchissima bibliografia chiude la guida, fornendo utili consigli di lettura per approfondire studi e ricerche sulla storia e la fortuna del mito di Alessandro. Di prossima pubblicazione il volume di saggi “Alessandro Magno” a firma di Filippo Coarelli ed Eugenio Lo Sardo – anche curatori della pubblicazione -, Stefano De Caro, Anna Trofimova, Emanuele Greco, Calogero Ivan Tornese, Paola Piacentini, Luca Attenni, Fausto Zevi, Theodoros Mavrojannis, Elena Calandra, Michaelis Lefantzìs, Laura Giuliano, Lara Anniboletti, Paolo Giulierini, Laura Forte. I testi raccontano, da vari punti di vista, questo irripetibile momento della storia umana, a partire dalle fonti e dalla ricca iconografia che da sempre accompagna Alessandro Magno.
Vetulonia. Al museo civico Archeologico “Isidoro Falchi” arrivano i Corridori della Villa dei Papiri: serata speciale con seconda inaugurazione della mostra “Corpo a corpo”. Ecco il programma
Stanno arrivando! Sono i Corridori della Villa dei Papiri di Ercolano che dal museo Archeologico nazionale di Napoli raggiungeranno il museo civico Archeologico “Isidoro Falchi” di Vetulonia mercoledì 19 luglio 2023 ad arricchire la mostra “Corpo a Corpo: dalla bellezza classica dei capolavori del museo Archeologico nazionale di Napoli alla classicità del Bello nell’opera di IGOR MITORAJ”: alle 19, in piazza Vatluna, ci sarà dunque una seconda inaugurazione. Simona Rafanelli, la vulcanica direttrice del MuVet, l’aveva anticipato ai primi di giugno 2023 (vedi Vetulonia. Annunciata una doppia inaugurazione (a giugno e luglio) per la mostra “Corpo a corpo” con alcuni capolavori dal Mann: nella seconda arriva uno dei Corridori dalla villa dei Papiri di Ercolano | archeologiavocidalpassato), ma sembrava più un sogno che una programmazione certa, anche perché, nel frattempo, i Corridori erano stati portati alle Terme di Diocleziano a Roma per la mostra “L’istante e l’eternità” che chiude il 28 luglio 2023. Ma c’era la parola del direttore del Mann, Paolo Giulierini. E ora Vetulonia può festeggiare con i Corridori la seconda inaugurazione delal mostra “Corpo a corpo”.

I corridori della Villa dei Papiri di Ercolano, conservati al museo Archeologico nazionale di Napoli, esposti alle Terme di Diocleziano (foto graziano tavan)
“Vi aspettiamo in piazza Vetluna, mercoledì 19 luglio 2023, alle 19”, scrive lo staff del MuVet, “per festeggiare l’arrivo alla mostra evento 2023 “Corpo a Corpo” dei Corridori del museo Archeologico nazionale di Napoli. Sarà una serata straordinaria, come straordinarie sono le due iconiche statue di giovani atleti in bronzo (uno originale, l’altro in copia), in arrivo a Vetulonia direttamente dal museo delle Terme di Diocleziano a Roma dove erano esposte per una mostra. Per l’occasione il giovane regista Lorenzo Antonioni presenterà il video documentario “Viaggio nel Corpo a Corpo” che sarà proiettato per la prima volta nella sala principale della mostra e racconterà il progetto e il backstage della mostra. Andranno inoltre ad arricchire ulteriormente l’esposizione una selezione di reperti di epoca etrusca, legati al tema dell’agone sportivo, frutto della decennale collaborazione avviata con la sezione Tutela Beni demaniali e di interesse pubblico della Guardia di Finanza di Roma. Il museo resterà aperto per l’occasione fino alle 23”.
Programma. Alle 19, saluti istituzionali: Elena Nappi, sindaco Castiglione della Pescaia; Eugenio Giani, presidente Regione Toscana; Chiara Lanari, Gabinetto Presidenza Regione Toscana. Intervengono per il Mann-museo Archeologico nazionale di Napoli: Paolo Giulierini, direttore scientifico; Stefania Saviano, direttore amministrativo; Patrizia Cilenti, segreteria della direzione; Daniela Savy, università Federico II di Napoli. Per la Fondazione museo Igor Mitoraj: Graziana Maddalena, curatrice e consulente archivi d’artista. Per l’Atelier Igor Mitoraj: Luca Pizzi, direttore artistico. Per la Guardia di Finanza di Roma: rappresentanti della sezione Tutela Beni demaniali e di interesse pubblico. Intervengono inoltre: Lorenzo Antonioni, regista cinematografico Shutters Production; Ginevra Niccolucci, presidente associazione culturale Prisma, Firenze; Matteo Trentanove, Illuminotecnica Exenia Firenze; coordina Piero Pruneti, direttore della rivista Archeologia Viva e di TourismA-Salone dell’Archeologia e Turismo Culturale. A seguire: in piazza, brindisi in piazza con il patrocinio di A.I.S.-Associazione Italiana Sommelier Toscana, delegazione di Grosseto; in museo, ingresso alla mostra con la direttrice e le archeologhe dello Staff fino alle 23. Evento Gratuito.
Napoli. Al museo Archeologico nazionale per “Lo scaffale del Mann” presentazione del catalogo “Un tesoro di Luce e Foglie” (Graus Edizioni) mostra di Danilo Ambrosino
Appuntamento straordinario con lo Scaffale del Mann. Appuntamento venerdì 14 luglio 2023, alle 12, nel Giardino delle Camelie del museo Archeologico nazionale di Napoli per la presentazione del catalogo “Un tesoro di Luce e Foglie” (Graus Edizioni) mostra di Danilo Ambrosino. “Un Tesoro di Luce e Foglie” è il titolo del progetto espositivo di Danilo Ambrosino, a cura di Alessandra Pacelli e Olga Scotto di Vettimo, ospitato nel Giardino della Vanella del museo Archeologico nazionale del Mann dal 17 marzo al 1° maggio 2023. La mostra è stato il primo evento espositivo ospitato nel Giardino della Vanella, restaurato e riaperto alla fruizione a dicembre 2022, nuovo e incantato polmone verde del Museo. Sulla parete esterna del cosiddetto Braccio Nuovo sono state esposte 10 opere di grandi dimensioni a tema botanico, che danno vita ad un suggestivo dialogo tra passato e presente, pittura e archeologia.
Domenica al museo. Anche per luglio il sito più visitato in Italia si conferma Pompei. Sangiuliano: “Grande e nuovo interesse per i nostri siti culturali. Siamo sulla strada giusta”
“Anche questa #domenicalmuseo si chiude con riscontri importantissimi per gli ingressi nei siti museali e nei parchi archeologici statali. Questi sono numeri che confortano e che parlano di un successo che continua a crescere nel tempo”. Lo ha dichiarato il ministro della cultura, Gennaro Sangiuliano, commentando i primi dati pervenuti, relativi alla prima domenica del mese: 2 luglio 2023. “Le nostre bellezze artistiche – ha continuato Sangiuliano – costituiscono quella geografia identitaria che, da Nord a Sud dell’Italia, rende la nostra Nazione un luogo unico al mondo per i visitatori italiani e tutti i turisti stranieri che stanno affollando le città d’arte. Questo grande e nuovo interesse verso i musei e i siti culturali dimostra che stiamo lavorando nella direzione giusta. Ringrazio ancora una volta tutto il personale che, anche questa domenica, ha assicurato, con il suo lavoro, il regolare svolgimento dell’iniziativa delle domeniche gratuite”.

Pieno di visitatori al parco archeologico di Pompei (foto emanuele minerva / mic)
Ecco qualche numero di musei e parchi archeologici: area archeologica di Pompei 20.537; Colosseo. Anfiteatro Flavio 18.281; Foro Romano e Palatino 5.836; museo Archeologico nazionale di Napoli 3.800; museo e area archeologica di Paestum 2.915; parco archeologico di Ercolano 2.649; Villa Adriana 2.516; Terme di Diocleziano 2.410; MArRC – museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria 1.861; Terme di Caracalla 1.683; museo nazionale Romano – Palazzo Massimo 1.247; complesso monumentale della Pilotta 1.073. A questi dati si aggiungono 19.422 visitatori del Pantheon.
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