Palermo. Al museo Archeologico regionale “A. Salinas” presentazione del libro “La Terra dei Giganti. Studi di Archeologia e Storia in memoria di Giovanni Mannino” (Angelo Mazzotta editore) a cura di Alfonso Lo Cascio e Antonino Filippi
Martedì 16 maggio 2023, alle 17.30, al museo Archeologico regionale “Antonino Salinas” di Palermo, sarà presentato il libro “La Terra dei Giganti. Studi di Archeologia e Storia in memoria di Giovanni Mannino” (Angelo Mazzotta editore) a cura di Alfonso Lo Cascio, giornalista pubblicista, e Antonino Filippi, archeologo, segue progetto di dottorato di ricerca sulla Protostoria siciliana all’università di Roma “Tor Vergata”. L’opera presenta il contributo di 19 studiosi: Giuseppina Battaglia, Alberto Cazzella, Massimo Cultraro, Franco D’Angelo, Rosanna De Simone, Sara Di Salvo, Antonino Filippi, Rossella Giglio Cerniglia, Caterina Greco, Domenico Laudicina, Alfonso Lo Cascio, Giuseppe Lo Iacono, Marcello A. Mannino, Ferdinando Maurici, Giulia Recchia, Alberto Scuderi, Francesca Spatafora, Sebastiano Tusa, Stefano Vassallo. Dopo i saluti della direttrice Caterina Greco, intervengono Ferdinando Maurici, soprintendente del Mare, e Francesca Spatafora, già direttrice del museo Archeologico regionale “Salinas”. Ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili.

Copertina del libro “La Terra dei Giganti. Studi di Archeologia e Storia in memoria di Giovanni Mannino” (Angelo Mazzotta editore) a cura di Alfonso Lo Cascio e Antonino Filippi
La Terra dei Giganti. Le dinamiche storiche e archeologiche che hanno interessato la Sicilia e l’Isola di Malta dalla Preistoria al Medioevo sono il tema dei contributi che arricchiscono questo volume, scritto da specialisti del settore, con approfondimenti sulle più recenti scoperte, frutto di scavi, indagini nel territorio e nei magazzini dei musei siciliani. Si scopre così che le nostre conoscenze sulle antiche culture testimoniate nell’Isola si legano strettamente all’attività di ricerca di un uomo, Giovanni Mannino, che per oltre mezzo secolo è stato uno dei protagonisti della cultura siciliana e al quale, come dimostra la sua lunga bibliografia, molto dobbiamo sulle attuali conoscenze in diverse discipline, dall’Archeologia alla Speleologia.
Massimo Cultraro, archeologo del Cnr, nel libro “Schliemann alla ricerca di Troia” (Corriere della Sera) rivela gli aspetti meno noti dell’archeologo e descrive le vicende che portarono alla grande scoperta

Copertina del libro “Schliemann alla ricerca di Troia” di Massimo Cultraro
La scoperta di Troia a opera di Heinrich Schliemann, quando mise piede per la prima volta a Hissarlik nel 1868, segna il punto di svolta dell’archeologia moderna. La Grecia omerica cessa di essere un palinsesto di eroi mortali e divinità per assumere i connotati di una raffinata cultura materiale al pari di altre civiltà del Mediterraneo del II millennio a.C. Figura dalla personalità sfuggente e contraddittoria, abile narratore e instancabile viaggiatore, Schliemann incarna lo stereotipo dell’uomo d’affari che trasforma, grazi al talento innato e al duro lavoro, i sogni giovanili in stupefacenti successi nel campo della nascente archeologia, a cui ha lasciato un’importante eredità storica. Un saggio di Massimo Cultraro, ricercatore dell’ISPC CNR istituto di Scienze del Patrimonio culturale, “Schliemann alla ricerca di Troia”, edito dal Corriere della Sera, rivela gli aspetti meno noti dell’archeologo e descrive le vicende che portarono alla grande scoperta.

Massimo Cultraro, archeoologo del CNR ISPC
“Massimo Cultraro, archeologo e ricercatore del Consiglio nazionale delle ricerche, esperto di civiltà minoica e micenea, nel libro “Schliemann alla ricerca di Troia”, il primo della collana “Grandi imprese della storia”, del Corriere della Sera”, scrive Sandra Fiore nella recensione scritta per l’Almanacco del Cnr, “conduce il lettore, passo dopo passo, nella straordinaria vita dell’archeologo, scrutandone la personalità contraddittoria, lo spirito di intraprendenza tra luci e ombre, la capacità di tessere relazioni; nello svolgersi delle vicende non mancano le perplessità sollevate dal coevo mondo accademico e dai detrattori, nel tentativo di offuscare l’immagine dell’autodidatta. Nato da una famiglia umile, fu infatti avviato presto al lavoro. Abile negli affari, raggiunse una ricchezza tale da consentirgli di dedicarsi allo studio della storia del Mediterraneo antico, di viaggiare instancabilmente, dalla California alla Cina, dall’America Latina all’Italia, all’Egitto, arrivando a conoscere 15 lingue. Sullo sfondo della biografia, il fermento dei rapporti commerciali tra i turchi Ottomani e l’Occidente, che consentì la produzione delle elaborazioni cartografiche della Troade e la circolazione di reperti i quali andarono ad arricchire le prime raccolte museali europee, come quella del British Museum”.

Heinrich Schliemann con gli scavatori che riportano alla luce l’antica Troia sulla collina di Hissarlik in Turchia
“Il mito di Troia – continua Fiore – è sopravvissuto alla sua distruzione e da sempre esercita un irresistibile fascino. Tant’è che divenne elemento fondativo per l’Europa, spiega Cultraro. Non solo la civiltà romana, ma anche Burgundi, Goti, Teutoni, Britanni, popoli barbarici, rintracciarono nei profughi troiani e nei discendenti l’origine dei loro regni. Il fil rouge che sottende la vita del protagonista è il desiderio di contribuire alla ricostruzione di questo frammento di storia del mondo antico e di essere celebrato per un’impresa eccezionale. Infatti, “le vicende di Heinrich Schliemann continuano ad alimentare, a quasi due secoli, uno dei miti della storia dell’archeologia, la disciplina che egli stesso contribuì a creare, essendo pioniere dello scavo stratigrafico”. Il saggio ripercorre le vicende di scavo sulla collina di Hissarlik, dove il viceconsole britannico Frank Calvert aveva acquistato i terreni, avendo già ipotizzato di poter trovare le rovine della città. Nella seduta del Royal Archaeological Institute of London del 7 luglio 1865, venne data la notizia del ritrovamento di “Un elemento architettonico con iscrizione riferibile a un tempio di Atena. Pochi misero in relazione la notizia con le fonti antiche relative ai pellegrinaggi e sacrifici in onore di Atena Iliaca”. La notizia fu colta invece in tutta la sua portata da Schliemann con l’intuizione che lo porterà, tra il 1872 e il 1873, a coronare il sogno di bambino”.
Roma. Per il bicentenario della nascita di Heinrich Schliemann, due conferenze di Massimo Cultraro (maschera Agamennone e guerra di Troia) al dipartimento di Studi umanistici dell’università Roma Tre
Il dipartimento di Studi umanistici dell’università Roma Tre in questo scorcio di 2022, celebra ancora il bicentenario della nascita di Heinrich Schiliemann con due conferenze di Massimo Cultraro in aula Paolo Radiciotti e in streaming. Per maggiori informazioni contattare roberta.fabiani@unirom3.it. La prima, “Archeologia della contraffazione o strategie di denigrazione? Heinrich Schliemann e la maschera di Agamennone”, si tiene lunedì 21 novembre 2022, dalle 17 alle 19. In occasione del bicentenario della sua nascita, Massimo Cultraro (CNR e università di Palermo) si concentra sulla fascinosa ma controversa figura di Heinrich Schliemann e su un oggetto celeberrimo, recentemente al centro di accese discussioni: la maschera di Agamennone. Il seminario si svolgerà in presenza in aula Radiciotti, ma sarà possibile partecipare via Microsoft Teams cliccando sul seguente link Link identifier #identifier__18372-1https://bit.ly/3TecL8F.
La seconda, “Lo scontro infinito. Nuovi dati su Troia e le sue guerre”, si tiene martedì 22 novembre 2022, dalle 11 alle 13. Massimo Cultraro (CNR e università di Palermo) presenta un quadro aggiornato su Troia nella tarda Età del Bronzo, in relazione al problema dell’identificazione del luogo cantato nei poemi omerici, anche grazie all’inaspettato contributo di fonti ittite. Il seminario si svolgerà in presenza in aula Radiciotti, ma sarà possibile partecipare via Microsoft Teams cliccando sul seguente link Link identifier #identifier__85618-1https://bit.ly/3zW01Nc.
Lipari. Al museo Archeologico “Luigi Bernabò Brea” si presenta il libro di Armin Wolf “Ulisse in Italia. Sicilia e Calabria negli occhi di Omero” che propone la mappa del viaggio di Odisseo basato su conoscenze nautiche e geografiche
L’Odissea di Omero è certamente un libro mondiale essendo noto in ogni angolo della terra. Ha affascinato tutte le generazioni e ha posto quesiti e interpretazioni fin da quando è apparso nella versione che oggi conosciamo. Cercare i luoghi dell’Odissea equivale a cercare Omero e già per i Greci il viaggio del ritorno (nostos) era situato in Occidente. Nel poema vi sono echi delle prime esplorazioni condotte dall’Egeo verso l’Occidente da parte dei Micenei nell’età del Bronzo e dei primi stanziamenti di Greci che si affermano a partire dall’VIII secolo a.C. Il 16 settembre 2022, alle 18, al museo Archeologico “Luigi Bernabò Brea”, nella sala superiore dell’ex chiesa di Santa Caterina, si viaggia sulla nave di Odisseo con la presentazione del libro di Armin Wolf “Ulisse in Italia. Sicilia e Calabria negli occhi di Omero”. Dopo i saluti istituzionali di Rosario Vilardo, direttore del parco archeologico delle isole Eolie e museo “Bernardo Bernabò Brea”, e Marcello Saija, presidente del Centro internazionale di Ricerca per la Storia e la Cultura Eoliana (CIRCE), introduce e coordina Maria Clara Martinelli, archeologa del parco. Presentano il volume di Armin Wolf, che sarà presente, Antonio De Caro, grecista e traduttore dal tedesco del testo di Wolf, e Massimo Cultraro, archeologo e dirigente del Cnr.

La copertina del libro di Armin Wolf “Ulisse in Italia. Sicilia e Calabria negli occhi di Omero”
Armin Wolf in “Ulisse in Italia”, dopo anni di studi, definisce un metodo di ricerca basato sulle conoscenze nautiche e geografiche, confrontate con informazioni sulle correnti marine, sui venti, sulle stelle e sulle eclissi di sole, per proporre una mappa del viaggio di Odisseo. Cioè non viene offerta semplicemente l’ennesima localizzazione dell’Odissea, bensì è sviluppato il metodo con cui si può stabilire in modo critico se in generale l’Odissea faccia riferimento a luoghi geografici reali o si svolga solamente nei mari della fantasia. Il risultato della ricerca, dispiegata alla scrivania e poi, in numerosi viaggi sul posto – con Omero alla mano – fra il 1962 e il 2016, verificata, precisata e documentata attraverso un cospicuo materiale illustrativo, in gran parte mai pubblicato prima, è il seguente: Omero descrive effettivamente un (suo?) viaggio. Questo viaggio si svolge intorno alla Sicilia e attraverso l’Italia. Il poeta localizza le avventure di Ulisse presso le coste che i Greci del suo tempo, cioè nel sec. VIII a.C., stavano scoprendo nel corso della colonizzazione in Occidente. In tal modo egli trasmette il più antico documento testuale della storia della Tunisia, di Malta, della Sicilia e dell’Italia. Il libro contiene inoltre la prima storia delle localizzazioni dell’Odissea avvenute fino ad oggi. La convinzione, ampiamente invalsa, che l’Odissea si svolga in modo fiabesco, viene messa criticamente in discussione. Inoltre, il libro di Armin Wolf raccoglie in un intero capitolo la storia delle localizzazioni che lette tutte insieme fanno capire bene l’attrazione magnetica delle avventure di Odisseo. Cosa accade alle “cosiddette isole Eolie” citate da Tucidide nel V secolo a.C.? E Lipari, l’antica Meligunis dove Odisseo è accolto presso la reggia di Eolo come racconta Parthenius nel I secolo a.C.? Nel viaggio tracciato dall’autore, l’isola di Eolo è Malta, Stromboli rappresenta le rupi erranti ma anche l’omphalos ovvero l’ombelico del mare, Lipari (o Panarea) è Ogigia l’isola di Calipso. Interessante è la localizzazione della terra dei Feaci, che per Omero non è un’isola, in quella parte di Calabria stretta tra il golfo di Sant’Eufemia e quello di Squillace.
Parco archeologico di Naxos-Taormina. Anteprima di Naxoslegge su “Corpi celesti” passeggiata serale archeo-astronomica nel ventennale del recupero del disco di Nebra che rappresenta il cielo nell’età del Bronzo
Nel ventennale del recupero del disco di Nebra, dopo la grande mostra al British Museum di Londra, un omaggio ad un oggetto che risale al 1800 a.C. circa che narra del firmamento e dei suoi asterismi! Appuntamento lunedì 29 agosto 2022, alle 22, al parco archeologico di Naxos Taormina (Me), anteprima alla XII edizione di Naxoslegge su “Corpi celesti. Visioni celesti e cosmogonie”. Visioni e riflessioni notturne con lo sguardo rivolto al cielo, interrogandosi sui miti e le forme dell’universo percepite dagli antichi. Ingresso gratuito. Per info 3936025554. Proprio il cielo estivo sarà il grande protagonista con una passeggiata serale archeo-astronomica nello splendido parco archeologico di Naxos, che porterà a scoprire le stelle e le costellazioni principali, anche con alcuni riferimenti ai miti Greci. Accompagneranno nella passeggiata un archeologo, studioso di preistoria, il prof. Massimo Cultraro, dell’università di Palermo, e un astrofisico, Andrea Orlando, del CNR di Catania, presidente dell’istituto siciliano di Archeo-Astronomia e una grande narratrice, Marinella Fiume. Dopo i saluti di Gabriella Tigano, direttrice del parco archeologico di Naxos Taormina, e di Fulvia Toscano, direttrice artistica di Naxoslegge, Cultraro parlerà di “Cosmogonie mediterranee” e Orlando su “Il disco di Nebra. L’osservazione del cielo nell’età del Bronzo”. Chiudono le letture di Marinella Fiume.
Gela. Per la rassegna “Libri in Comune” presentazione del libro “La Sicilia degli dei. Una guida mitologica” di Giulio Guidorizzi e Silvia Romani che dialogano con Massimo Cultraro
La libreria Orlando di Gela, spazio culturale, galleria d’arte, enoteca, centro musicale, sapori siciliani, ha inaugurato sul viale Mediterraneo, dinanzi al belvedere della città, la rassegna “Libri in Comune”, dove diversi autori verranno di volta in volta a presentare le loro opere. Venerdì 29 luglio 2022, alle 19, viene presentato il libro “La Sicilia degli dei. Una guida mitologica”, di Giulio Guidorizzi (ha insegnato Letteratura greca all’università di Milano e di Torino) e Silvia Romani (professore associato di Mitologia, di Religioni del mondo classico e di Antropologia del mondo classico all’università di Milano). Dialoga con gli autori Massimo Cultraro che dice: “Un grande privilegio poter conversare con Giulio Guidorizzi, una tra le voci più autorevoli degli studi sulla Grecia classica, una rilettura della Sicilia attraverso gli strumenti dell’antropologia del mondo antico”.

Il prof. Giulio Guidorizzi

La prof.ssa Silvia Romani
“La Sicilia degli dei. Una guida mitologica”. Sulla Sicilia, sin da tempi antichissimi, si sono riversate ondate di civiltà. Ma i Greci vi hanno lasciato un carattere indelebile, che fa parte della natura profonda di questa terra. Gli dèi non se ne sono mai andati dall’isola. Nelle campagne assolate nel cuore dell’estate, per le strade aggrappate ai pennacchi di roccia delle montagne siciliane si può ancora sentire Eracle chiamare le sue mandrie e Ulisse ridere del Ciclope. Nel tramonto di Agrigento, di Selinunte, di Segesta abitano ancora le processioni in onore degli dèi. Quando il giorno chiama la notte, nei teatri di Siracusa e di Taormina, il racconto del mito, nella rappresentazione delle tragedie, ritrova la voce potente che dovette avere nel V secolo a.C., in Grecia e nell’Occidente greco. Terra rifugio di dèi e di eroi, di ninfe e di filosofi, di mostri e di re, la Sicilia è l’incarnazione di quello straniamento magico e felice che tanto piaceva ai Greci. È la stranezza di un mezzogiorno d’estate, con i cortili risuonanti di voci e qualche buona storia da ascoltare e da raccontare.
Augusta (Sr). “Gerico: alle origini della comunità umana”: la conversazione con Lorenzo Nigro e la presentazione del suo libro “Gerico. La rivoluzione della preistoria” inaugura la prima edizione di “Parole e Pietre. Rassegna del libro e della cultura classica”


L’archeologo Lorenzo Nigro
Con la presentazione del libro “Gerico” di Lorenzo Nigro, docente ordinario della Sapienza di Roma e direttore degli scavi a Mozia e a Gerico, si inaugura la prima edizione di “Parole e Pietre. Rassegna del libro e della cultura classica” a cura di Archeoclub d’Italia sede di Augusta, parco archeologico di Leontinoi e Naxoslegge. Appuntamento giovedì 23 giugno 2022, alle 19, alla terrazza del pontile Mare Nostrum della baia di Brucoli ad Augusta (Sr), con “Gerico: alle origini della comunità umana”, conversazione con Lorenzo Nigro e il suo libro “Gerico. La rivoluzione della preistoria” su un tema che non smette di sedurre archeologi di ogni generazione, la matrice vicino-orientale della più importante rivoluzione dell’antichità…il Neolitico. Introduce Mariada Pansera, presidente Archeoclub d’Italia sede di Augusta. Dopo i saluti di Lorenzo Guzzardi, direttore del parco archeologico di Leontinoi, converserà con l’autore Massimo Cultraro dirigente di ricerca del Cnr-ISPC di Catania.

La copertina del libro “Gerico. La rivoluzione della preistoria”
Gerico. La rivoluzione della preistoria. Scoprire come farsi custodi del nostro passato attraverso le avventure della missione archeologica a Gerico. “Non è vero che non è possibile viaggiare indietro nel tempo”, scrive Lorenzo Nigro. “È sufficiente alzare gli occhi e guardare in cielo: lo sguardo ci porta così lontano che le stelle che vediamo sono luce di tanto tempo fa. Ma il passato si può anche toccare – non solo vedere e anche molto da vicino! È esattamente quello che fa l’archeologo quando scava. Nel sito dove lavoro da venti anni, a Gerico in Palestina, gli scavi raggiungono una tale profondità e gli strati coprono così tanti millenni di vita che il susseguirsi di generazioni e conquiste umane divengono tangibili”. Attraverso il racconto di una campagna di scavi archeologica a Gerico, “la più antica città del mondo”, l’autore racconta come i nostri antenati siano riusciti a compiere la più grande rivoluzione della storia dell’uomo: la rivoluzione neolitica. Scritto in modo avvincente, il libro induce a riflettere in modo semplice e quasi spontaneo sulla concezione della vita e della morte, il ruolo della comunità umana, e la riscoperta delle più profonde radici culturali e umane di ognuno a partire dalla descrizione della prima società neolitica.
Augusta. Per le giornate europee dell’archeologia, conferenza a cura di Archeoclub e parco archeologico Leontinoi su “Jean Berard: Sicilia e Magna Grecia”, lo storico dell’antichità che ha dato un contributo significativo alla storia della colonizzazione greca in Sicilia
Per il quarto anno di seguito, Archeoclub d’Italia sede di Augusta partecipa alle Giornate Europee dell’Archeologia. Questa volta ricorderà un’altra grande figura legata alla Sicilia ed al mondo della Magna Grecia: Jean Berard. Appuntamento venerdì 17 giugno 2022, nel salone di rappresentanza “Rocco Chinnici” del Comune di Augusta, dalle 18.30 alle 20, per la conferenza “Jean Berard: Sicilia e Magna Grecia”. Evento a ingresso gratuito a cura di Archeoclub sede di Augusta e del parco archeologico Leontinoi. I lavori saranno introdotti da Mariada Pansera, presidente di Archeoclub d’Italia sede di Augusta. Dopo i saluti del sindaco Giuseppe Di Mare interverranno Lorenzo Guzzardi, direttore del parco archeologico Leontinoi; Massimo Cultraro, dirigente di ricerca Cnr-Ispc Catania e Massimo Frasca dell’università di Catania, già direttore della scuola di specializzazione in beni archeologici. Concluderà Reine Marie Berard, ricercatrice del Centre national de la rercherche scientifique (Cnrs) Aix –en –Provence, co-direttrice della missione francese a Megara Hyblaea (Ecole francaise de Rome). Sarà presente tutta la missione francese. Jean Berard (1908-1957), uno tra i più importanti storici dell’antichità, viene ricordato per il significativo contributo dato alla storia della colonizzazione greca in Sicilia, tracciandone la sua imponente e articolata biografia intellettuale nella quale la documentazione archeologica, non diversamente da una fonte storica, viene considerata parte integrante della medesima ricerca.
Martedì 9 maggio 2023, dalle 10, nella Gipsoteca del dipartimento Culture e Società dell’università di Palermo (Ed. 15, Campus di viale delle Scienze) si tiene il workshop “Paesaggi archeologia ed ecologia: metodi e ricerche per lo studio dei territori siciliani nella lunga durata”. L’incontro è organizzato dal prof. Giuseppe Bazan del dipartimento STEBICEF, dal prof. Aurelio Burgio del dipartimento Culture e Società e dal dott. Angelo Castrorao Barba della Polish Academy of Sciences, con l’obiettivo di presentare diversi approcci metodologici per ricostruire e comprendere i paesaggi siciliani nella lunga durata, dalla Preistoria fino al Medioevo. Partecipazione libera e aperta a tutti.
Alla scoperta di Ulisse, del suo viaggio, dell’Occidente. Appuntamento il 1° giugno 2022, alle 18, al Castello di Santa Severa (Rm), sede del museo del Mare e della Navigazione antica, per la presentazione del libro di Angelo Pellegrino “Sulle rotte di Ulisse. Da Troia a Itaca tra mito e realtà” (Valtrend), in libreria dal 26 maggio 2022. Dopo i saluti del direttore del polo museale civico del castello di Santa Severa, Flavio Enei, la presentazione di Massimo Cutraro, dirigente di ricerca al Cnr e docente all’università di Palermo, che ha curato la prefazione (“Una rilettura avvincente e solida sul piano archeologico – scrive – intorno al tema dei contatti tra mondo egeo- miceneo e penisola italiana nell’età del Bronzo. Una visione intelligente ed equilibrata di leggere i processi storici al di là dei rumorosi clamori di certi musicanti erranti del metodo storico”). Seguono gli interventi di Barbara Davidde, soprintendente nazionale per il Patrimonio culturale subacqueo e Roberto Pietraggi, direttore della rivista Archeologia marittima mediterranea.
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