Egitto. L’attesa è finita: inaugurazione ufficiale del Grand Egyptian Museum (su invito, cerimonia in diretta su TikTok). Apertura al pubblico dal 4 novembre, anniversario della scoperta della Tomba di Tutankhamon
L’attesa è finita. Sabato 1° novembre 2025 il Grand Egyptian Museum apre le porte al mondo: e per l’occasione il primo ministro egiziano Mostafa Madbouly ha annunciato che sabato 1° novembre sarà un giorno festivo. A un passo dalle Piramidi per l’inaugurazione del GEM, il più grande museo del mondo dedicato ad una civiltà, con 57mila reperti e tutto il tesoro di Tutankhamon per la prima volta in mostra tutto insieme, arriveranno Capi di Stato, presidenti, re, personaggi pubblici e autorità da tutto il mondo. La cerimonia d’inaugurazione, alle 20 ora locale, potrà essere seguita in esclusiva su TikTok sulla pagina ufficiale del Grand Egyptian Museum a partire dalle 17 (ora italiana) al link https://www.tiktok.com/@grandegyptianmuseum?_r=1…. Il Grand Egyptian Museum aprirà le porte al pubblico a partire dal 4 novembre 2025, in concomitanza con la commemorazione della scoperta della tomba del faraone Tutankhamun, avvenuta appunto il 4 novembre 2022 (vedi Egitto. Per il centenario della scoperta della Tomba di Tutankhamon il Consiglio supremo delle Antichità apre mostre archeologiche e d’arte, accompagnate da visite guidate, attività e laboratori artistici sull’arte della mummificazione e della scrittura nell’antico Egitto | archeologiavocidalpassato).
Il Grand Egyptian Museum – come si diceva – è il più grande museo al mondo dedicato a un’unica civiltà “Antica Civiltà Egizia”. Si estende su 490mila mq (poco meno di 70 campi da calcio), e ha un ingresso principale di circa 7mila mq, dove troneggia la statua di re Ramses II, e più di 57mila reperti che raccontano la storia dell’Egitto attraverso i secoli (da 700mila anni fa al 394 d.C.), oltre alla grande scalinata, che si estende su una superficie di circa 6mila mq, con un’altezza equivalente a 6 piani. Il museo comprende anche 12 gallerie principali di circa 18mila mq, gallerie temporanee di circa 1700 mq, oltre a sale per esporre oggetti da collezione di re Tutankhamon su un’area di circa 7,5mila mq, inclusi più di 5mila pezzi dei tesori del re esposti insieme per il primo tempo, oltre a un museo per bambini con una superficie di circa 5mila mq, il museo dovrebbe attirare circa 5 milioni di visitatori all’anno.

Lo scalone d’onore del Grand Egyptian Museum a Giza (Cairo, Egitto) aperto al pubblico (foto ministry of tourism and antiquities)
Premi internazionali e riconoscimenti. Il Grand Egyptian Museum ha ricevuto il premio Prix Versailles 2024 come uno dei musei più belli del mondo, riconoscendo il suo design architettonico innovativo che fonde la storia antica egizia con la modernità e la sostenibilità. Il Prix Versailles, annunciato ogni anno dal 2015 dall’Unesco, si presenta come il premio mondiale dell’architettura e del design. Sempre nel 2024 al GEM è stato assegnato il FIDIC Award per il miglior progetto globale dalla Federazione Internazionale degli Ingegneri Consulenti. il GEM ha ricevuto 8 certificazioni ‘ISO’ nei settori dell’energia, della salute, della sicurezza sul lavoro, dell’ambiente e della qualità; e ha ottenuto il certificato ‘EDGE Advance’ per gli edifici verdi per il 2024 come primo museo verde in Africa e Medio Oriente.

L’egittologo Zahi Hawass sotto la statua di Ramses II al Grand Egyptian Museum (foto da profilo FB di hawass)
“Il Grand Egyptian Museum – ricorda l’egittologo Zahi Hawass – nasce dalla visione del ministro Farouk Hosny durante il mio mandato come Segretario Generale del Consiglio Supremo delle Antichità. Insieme, abbiamo iniziato a trasformare un sogno in realtà: un museo accanto alle piramidi che racconterebbe l’eterna storia dell’Egitto. Ricordo vividamente il momento in cui abbiamo scelto il sito, selezionato l’architetto attraverso un concorso internazionale, e l’indimenticabile trasferimento della colossale statua di Ramses II nella sua nuova casa, un momento che vivrà per sempre nel cuore di tutti gli egiziani. Il GEM è più di un semplice edificio; è un simbolo dell’orgoglio egiziano e un ponte tra il nostro antico patrimonio e le nostre aspirazioni moderne. Ora, dopo anni di dedizione, questo sogno sta per aprire le porte al mondo”.
Egitto. Ultimi giorni per ammirare la Maschera d’Oro al museo di piazza Tahrir del Cairo: dal 20 chiude per consentire il suo trasferimento al GEM di Giza che, dal 4 novembre, esporrà per la prima volta tutti i 5mila reperti appartenenti a Tutankhamon
Se volete ancora ammirare la maschera d’oro di Tutankhamon nella storica sede del museo Egizio di piazza Tahrir al Cairo, dove è esposta dall’anno – il 1922 – della scoperta della tomba del Re bambino nella valle dei Re a Tebe Ovest, avete ancora poche settimane, perché dal 20 ottobre 2025 la Galleria di Tutankhamon sarò chiusa definitivamente per consentire il tarsferimento degli ultimi tesori rimasti ancora al Cairo per essere trasferiti al GEM. Grand Egyptian Museum a Giza, a un passo dalle Piramidi, dove per la prima volta nella storia, la collezione completa di oltre 5.000 reperti appartenenti a Tutankhamon sarà esposta in un’unica sala appositamente costruita al GEM, offrendo ai visitatori un’esperienza unica e completa di una delle figure più celebri dell’antico Egitto. Dal 20 ottobre 2025, comunque – come ha assicurato Mohamed Ismail Khaled, segretario generale del Consiglio supremo delle Antichità – il museo Egizio di piazza Tahrir rimarrà aperto ai visitatori durante il normale orario di lavoro, con la chiusura limitata esclusivamente alla Galleria di Tutankhamon per consentire il completamento dell’imballaggio e del trasporto. “Riunire per la prima volta l’intera collezione di Tutankhamon sotto lo stesso tetto è un risultato straordinario nella storia dell’archeologia e dei musei di tutto il mondo”, ha affermato Khaled. “I visitatori provenienti dall’Egitto e da tutto il mondo avranno un’opportunità senza precedenti di esplorare l’eredità del giovane faraone attraverso un’esposizione che riflette la ricchezza e il significato dei suoi tesori”.
L’inaugurazione del GEM è in programma (e stavolta sembra proprio la volta buona) il 1° novembre 2025, con una cerimonia che si annuncia faraonica, ma blindata. E dal 4 novembre tutte le sale monumentali saranno aperte finalmente al pubblico di tutto il mondo, tutti i giorni dalle 9 alle 18, con prolungamenti serali fino alle 21 il sabato e il mercoledì. Intanto, in preparazione all’apertura ufficiale il 1° novembre 2025, il Grand Egyptian Museum (GEM) sarà temporaneamente chiuso al pubblico dal 15 ottobre 2025 per consentire i preparativi organizzativi e logistici e l’allestimento della Galleria di Tut. Il museo riaprirà il 4 novembre 2025, in concomitanza con il 103° anniversario della scoperta della tomba di Tutankhamon da parte di Howard Carter nel 1922: il GEM sarà il più grande museo archeologico del mondo e ospiterà la collezione completa dei tesori di Tutankhamon insieme a migliaia di altri inestimabili reperti dell’antico Egitto.
Egitto. Dopo annunci, smentite, rinvii il Governo fissa al 1° novembre 2025 la data ufficiale di inaugurazione del Grand Egyptian Museum (GEM) a Giza, a un passo dalle Piramidi: finalmente si potrà ammirare la Sala d’Oro con tutto il tesoro di Tutankhamon

Il grande atrio del Grand Egyptian Museum a Giza con la statua di Ramses II (foto ministry of tourism and antiquities)

Veduta panoramica del cantiere del Grand Egyptian Musem (Gem) del Cairo (foto ministry of Tourism and Antiquities)
Sarà la volta buona? Dopo annunci, smentite, rinvii che hanno riempito le cronache degli ultimi anni, stavolta c’è una data “ufficiale” per l’apertura del Grand Egyptian Museum (GEM) a Giza, a un passo dalle Piramidi: il 1° novembre 2025. In una nota del ministero egiziano del Turismo e delle Antichità di mercoledì 6 agosto 2025 si legge: “Il primo ministro Mostafa Madbouly ha annunciato che il presidente Abdel Fattah El-Sisi ha approvato la data dell’inaugurazione ufficiale del Grand Egyptian Museum, che avrà luogo il 1° novembre 2025”. La nota poi precisa poi che “Il Primo Ministro ha inoltre incaricato tutti i ministeri e le autorità competenti di completare i preparativi finali per garantire che il museo e l’area circostante siano completamente pronti per questo evento storico, destinato a rappresentare un momento di orgoglio per tutti gli egiziani e un punto di riferimento sulla mappa culturale mondiale”. Con oltre 100mila reperti, tra cui molti mai esposti prima, il museo offrirà uno scorcio senza precedenti sul vasto e storico passato dell’Egitto. Le sue facciate in vetro incorniciano viste mozzafiato sulle piramidi, fondendo senza interruzioni storia antica con brillantezza architettonica moderna. Un punto fondamentale dell’apertura ufficiale sarà l’inaugurazione della Sala d’Oro, dove sarà esposto tutto il tesoro di Tutankhamon.

Lo scalone d’onore del Grand Egyptian Museum a Giza (Cairo, Egitto) aperto al pubblico (foto ministry of tourism and antiquities)
Anche se la comunicazione viene dal ministero del Turismo e delle Antichità, la prudenza è d’obbligo, visti i precedenti. Quella più clamorosa fu la mancata apertura del GEM in concomitanza col centenario della scoperta della tomba di Tutankhamon nella valle dei Re a Tebe Ovest (4 novembre 1922 – 2022) che portò a un’apertura parziale utilizzando alcuni spazi per ospitare eventi speciali e ricevere gruppi di visitatori in visite limitate ad alcune sezioni e aree all’interno del museo. Così il pubblico – dal 2022 – può visitare la Piazza dell’Obelisco Sospeso, la sala principale nota come Sala Grande, il museo dei Bambini e un’esperienza di realtà virtuale, giardini, ristoranti, caffè e negozi che includono i principali marchi egiziani. Entrando nella sala principale del Grande Museo Egizio, i visitatori possono anche vedere molte antichità uniche come la statua di Ramses II, le dieci statue del faraone Sesostri, la famosa Lista dei re di Saqqara e la stele di Merenptah o stele della Vittoria, oltre a due statue di faraoni di epoca tolemaica.

Due anni dopo, nel novembre 2024, non essendo ancora arrivato il momento dell’inaugurazione ufficiale, viene lanciata a livello sperimentale l’apertura di dodici sale che mostrano la storia dell’antico Egitto dalla preistoria all’epoca romana. E si annuncia l’apertura per la primavera 2025. La primavera arriva senza alcuna cerimonia. Ma il ministero del Turismo e delle Antichità fissa la data dell’inaugurazione al 3 luglio 2025. Stavolta è veramente tutto pronto. Ma il Governo egiziano deve fare i conti con la situazione contingente internazionale, soprattutto con la crisi medio-orientale, Israele, Gaza, Hamas, Libano, Hezbollah… Crisi che coinvolge anche l’Egitto come Paese – tra gli altri – di mediare tra le parti. Così a metà giugno 2025 il ministero annuncia che “l’apertura ufficiale del Grande Museo Egizio slitta all’ultimo trimestre di quest’anno. Alla luce degli attuali sviluppi regionali, è stato deciso il rinvio dell’apertura ufficiale del Grande Museo Egizio, prevista per il terzo giorno di luglio. Questa decisione è arrivata anche a causa della responsabilità nazionale dello Stato egiziano e del suo impegno a presentare un evento globale eccezionale in un’atmosfera si addice alla grandezza della civiltà egiziana e al suo patrimonio unico, e garantisce un’ampia partecipazione internazionale che segue l’importanza dell’evento”. E subito dopo comincia a circolare la data del 4 novembre 2025, subito smentita dalle autorità egiziane. Ora c’è la data del 1° novembre 2025: sarà quella definitiva?
Torino. Al museo Egizio apre la sala Nefertari col corredo funerario della tomba della Grande Sposa Reale di Ramses II scoperta da Schiaparelli proprio 120 anni fa. E nel pomeriggio conferenza di Tarek Tawfik (università del Cairo) su “The Tomb of Nefertari. Encountering the Queen”. Conferenza in presenza e on line in collaborazione con Acme

Sala Nefertari al museo Egizio di Torino: gli ushabti dal corredo della tomba della regina (foto museo egizio)

Sala Nefertari al museo Egizio di Torino: allestimento con Enrico Ferraris (foto museo egizio)

Sala Nefertari al museo Egizio di Torino: allestimento con Cinzia Soddu (foto museo egizio)
Il corredo funerario della regina Nefertari (1295-1255 a. C.) torna a Torino al termine di un tour internazionale, durato 8 anni e partito da Leiden in Olanda nel 2016 per poi toccare l’Ermitage di San Pietroburgo in Russia e numerosi musei oltreoceano, negli Stati Uniti e in Canada. E dal 9 agosto 2024 al museo Egizio di Torino si può ammirare la sala Nefertari nel nuovo allestimento curato da Enrico Ferraris, con la collaborazione di Cinzia Soddu, e realizzato con il sostegno della Fondazione Crt.
Monili, amuleti, ushabti e calzari: sono alcuni dei reperti in esposizione, che ritornano nelle vetrine di inizio Novecento, volute da Ernesto Schiaparelli, all’epoca alla guida del Museo Egizio e che nella Valle delle Regine nei pressi di Luxor, il 12 marzo 1904 scoprì la tomba della Regina Nefertari: “Nella parte superiore del declivio, i nostri scavatori misero in luce i primi gradini di una scala scavata nella rupe sottostante. […] Col furore che invade i lavoranti quando sanno di essere vicini alla scoperta di una tomba, i mucchi di macerie che coprivano la scala vennero in breve sgombrati; e col rapido procedere del lavoro venne progressivamente in luce una bella scala. […] La tomba era aperta, e non rimaneva più alcuna traccia dell’antica chiusura […].”. È nell’inverno 1903 che Schiaparelli avvia la Missione Archeologica Italiana nel sito, dove con i colleghi egiziani e italiani, concentrerà le sue ricerche per tre anni. Oltre 40 furono le tombe scoperte, ma il ritrovamento più sensazionale fu quello della tomba della regina Nefertari, Grande Sposa Reale di Ramesse II, che ancora oggi incanta per la bellezza della decorazione dipinta.

Dettaglio del modellino ligneo della tomba di Nefertari, fatto realizzare da Schiaparelli nei primi decenni del Novecento (foto graziano tavan)
In esposizione anche il modellino ligneo della tomba, fatto realizzare da Schiaparelli nei primi decenni del Novecento. La riproduzione offre la possibilità di guardare nei minimi dettagli il complesso ciclo di pitture dedicate al viaggio ultraterreno della regina Nefertari e che servì al Getty Conservation Institute da base per i restauri delle pitture originali negli anni Novanta.
In occasione dell’apertura della sala, è atteso a Torino al museo Egizio, un ospite d’eccezione: Tarek Tawfik, presidente dell’Associazione Internazionale degli Egittologi, direttore del Centro per gli Studi Archeologici e il Patrimonio Internazionale a Luxor, già direttore generale del Grand Egyptian Museum (Gem), nuovo appuntamento, con le conferenze organizzate con l’Associazione ACME, Amici e Collaboratori del Museo Egizio. Il professore Tawfik incontra il pubblico il 9 agosto 2024, alle 18, nella sala conferenze dell’Egizio con la conferenza “The Tomb of Nefertari. Encountering the Queen”. L’ingresso in sala conferenze è libero con prenotazione obbligatoria al link https://www.eventbrite.it/…/the-tomb-of-nefertari… Evento in inglese con traduzione simultanea in italiano in sala. Disponibile anche in streaming sui canali Facebook e YouTube del Museo Egizio. Il programma di incontri è realizzato in collaborazione con il dipartimento di Studi storici dell’università di Torino. Tra i temi toccati nel corso della sua conferenza le sfide da fronteggiare per rendere nuovamente accessibile la tomba di Nefertari, al momento chiusa al pubblico, per preservarne le decorazioni parietali.

Ritratto di Nefertari dipinto all’interno della sua tomba nella Valle delle Regine a Tebe Ovest in Egitto (foto graziano tavan)

L’interno totalmente affrescato della Tomba di Nefertari nella Valle delle Regine a Tebe Ovest in Egitto (foto graziano tavan)
La Regina Nefertari doveva essere una donna eccezionale. Durante il regno del re Seti I, si sposa con il principe Ramesse e riesce a rimanere la “grande sposa reale” di Ramses il Grande fino alla sua morte. Le lettere cuneiformi rivelano il suo ruolo nella diplomazia estera con gli Ittiti e la sua prominente apparizione nel grande tempio adiacente al gigantesco tempio di Ramses II ad Abu Simbel sottolinea il suo coinvolgimento nel dimostrare la supremazia politica verso i confini meridionali dell’Egitto. I dettagli nella sua straordinaria tomba decorata (QV66) permettono un incontro ravvicinato con questa regina che conquistò il cuore di Ramesse II. Ci si immergerà nel mondo di Nefertari per comprendere l’architettura della sua tomba e le scene religiose che tanto rivelano sull’arte e lo stile di vita di una delle più famose spose reali del Nuovo Regno. Deve essere stata una sfida per gli artigiani del tempo creare una tomba così incredibilmente decorata, ma è anche una sfida per noi oggi preservarla per farla ammirare alle future generazioni.

Tarek Tawfik, presidente dell’associazione internazionale degli Egittologi
Tarek Sayed Tawfik Ahmed ha conseguito una laurea e un master in Egittologia alla Facoltà di Archeologia dell’università del Cairo e un dottorato di ricerca in Egittologia all’università di Bonn, in Germania. Ricopre il ruolo di direttore del Centro per gli Studi Archeologici e il Patrimonio Internazionale a Luxor, ed è stato direttore generale del Progetto del Grande Museo Egizio, dove continua a svolgere un ruolo chiave come membro del Comitato Superiore del ministero del Turismo e delle Antichità per Musei ed Esposizioni. Tawfik è il vicedirettore degli scavi di Saqqara per la Facoltà di Archeologia dell’università del Cairo. È professore associato di Egittologia presso la stessa facoltà; inoltre, è anche visiting professor in diverse importanti università a livello mondiale. Tawfik è stato eletto vice presidente dell’Associazione Internazionale degli Egittologi nel novembre 2019. Fa parte del comitato editoriale del British Journal of Egyptian Archaeology (JEA) dal 2014. Inoltre, è vicepresidente del Consiglio Internazionale dei Musei in Egitto (ICOM). Di recente, Tawfik è stato eletto presidente dell’Associazione Internazionale degli Egittologi durante la Conferenza ICE XIII a Leiden nel 2023.
Egitto. Al Grand Egyptian Museum di Giza, nell’anniversario della scoperta della tomba del faraone bambino, aperta la mostra immersiva “Tutankhamon”, un viaggio audiovisivo che abbraccia ben 3.400 anni di storia
Il Grand Egyptian Museum a Giza, a un passo dalle Piramidi, ha aperto a Novembre 2023 – in concomitanza con l’anniversario della scoperta della tomba del faraone bambino, la mostra immersiva “Tutankhamon”, attraverso la quale i visitatori possono intraprendere un viaggio con il re dorato Tutankhamon, che abbagliò il mondo con la sua tomba. Attraverso un’esperienza interattiva, infatti, utilizzando proiezioni digitali all’avanguardia, i visitatori potranno trasportarsi nell’antico Egitto e intraprendere un viaggio audiovisivo che abbraccia ben 3.400 anni di storia. La mostra rimarrà aperta tre mesi. I visitatori possono acquistare i biglietti per la mostra attraverso il sito visit-gem.com/tut, oppure tramite la biglietteria del museo.
La mostra è frutto della collaborazione innovativa con Madrid Artes Digitales, dove è stata presentata nel 2022 per il centenario della scoperta della Tomba di Tutankhamon (vedi il video). Attraverso proiezioni digitali all’avanguardia, i visitatori avranno l’opportunità senza precedenti di entrare nella sorprendente vita di questo leggendario Re d’Oro.

Lo scalone d’onore del Grand Egyptian Museum a Giza (Cairo, Egitto) aperto al pubblico (foto ministry of tourism and antiquities)
Come parte dell’esperienza, si può godere una visita guidata dello Scalone d’Onore del the Grand Egyptian Museum, che presenta oltre 60 pezzi storicamente significativi della collezione del museo, fornendo una comprensione e un apprezzamento più profondi della civiltà che ha dato origine alla leggenda del re Tutankhamon.
Venezia. Mostra “Tutankhamon. 100 anni di misteri”: visita guidata col curatore prof. Damiano. 1. parte: il progetto espositivo e il ruolo delle repliche

La locandina della mostra “Tutankhamon. 100 anni di misteri. 1922-2022” aperta dal 29 ottobre 2022 a Palazzo Zaguri a Venezia
I numeri sono da record quelli proclamati per la mostra “Tutankhamon. 100 anni di misteri: 1922-2022” del trecentesco Palazzo Zaguri di Venezia, prodotta da Italmostre e allestita da Venice Exhibition: 3000 mq divisi in 36 stanze su 5 piani con più di 1250 tesori e oggetti esposti. E già si annuncia l’apertura straordinaria di Natale dal 26 al 31 dicembre 2022 e dal 2 all’8 gennaio 2023, dalle 10 alle 19 (ultimo ingresso alle 18), e domenica 1° gennaio 2023, dalle 14 alle 18 (ultimo ingresso alle 17). E allora cerchiamo di conoscere meglio questa esposizione con una guida speciale, il curatore della mostra il prof. Maurizio Damiano, uno dei massimi esperti di egittologia in Europa con 25 pubblicazioni tradotte in 50 lingue e collaboratore di molti programmi scientifici nelle più importanti emittenti televisive. Lo faremo a puntate con degli interventi “live” del prof. Damiano.
Il progetto. “Il progetto è un vecchissimo sogno”, spiega Damiano ad archeologiavocidalpassato.com. “In questi 43 anni di carriera tante volte mi sono trovato faccia a faccia con Tutankhamon e sognavo di fare qualcosa di grande ma anche nell’ottica di ciò che io faccio nel mio lavoro e con i miei allievi. Io nei corsi di Egittologia parto sempre dall’ambiente. E anche in questa mostra ho voluto inserire l’ambiente in un percorso che fosse di formazione mentale. Noi dobbiamo capire che siamo tutti figli della nostra storia. La libertà di pensiero è un’illusione. Noi siamo liberi di pensare in base agli input che ci sono arrivati nel corso della nostra vita. Quindi l’ambiente è fondamentale. Quella civiltà è così perché è nata lì. Qualche chilometro più in là, come in Mesopotamia, è totalmente diversa. Quindi per me è sempre importante partire da questo. Poi in mostra ho proposto una riflessione. Noi siamo così legati agli oggetti originali. Adesso che gli originali devono essere salvaguardati e non si muovono più, allora non vale più? No di certo. Questi oggetti, che siano repliche o originali, continuano a parlare. Continueranno sempre a parlare perché ci devono trasmettere il messaggio degli antichi egizi. Per questo – conclude – il progetto mi sta a cuore”.
Film “Tutankhamon, l’ultima mostra”. Prima di continuare nella visita guidata alla mostra di Palazzo Zaguri è bene fare un passo indietro. A maggio 2022 la promozione è stata massiccia. Parlo del film “Tutankhamon. L’ultima mostra” diretto da Ernesto Pagano e prodotto da Laboratoriorosso e Nexo Digital: un racconto straordinario con immagini ad altissima definizione, a cento anni dalla scoperta della tomba del faraone che ha rivoluzionato la storia dell’archeologia. Il film fa riferimento alla mostra “KING TUT. Treasures of the Golden Pharaoh” con 150 reperti provenienti dal corredo funerario del faraone della XVIII dinastia d’Egitto. La mostra, itinerante dal 2018 al 2020, era stata organizzata dal Consiglio Supremo delle Antichità egiziano in collaborazione con diverse istituzioni museali che ha visto come prima meta Los Angeles, seguita poi da altre dieci tappe nel mondo, sfruttando il fatto che in quel periodo ci sarebbe stato il trasferimento di una cospicua parte della collezione del museo di piazza Tahrir al Cairo (il museo Egizio storico) al GEM (il Grand Egyptian Museum realizzato sulla Piana di Giza), dove alla sua inaugurazione verrà esposto per la prima volta in assoluto l’intero corredo funerario di Tutankhamon. I profitti di questo tour sono stati investiti nella costruzione del GEM ed in parte destinati agli scavi di diversi siti archeologici in terra d’Egitto. Al termine della mostra i manufatti sono tornati nell’antica Kemet per non uscirne mai più; a dichiararlo è stato lo stesso Mustafa Waziry, segretario generale del Consiglio Supremo delle Antichità, il quale ha affermato che dopo questa lunga trasferta i reperti resteranno in Egitto “nei secoli dei secoli”.
Repliche sì o no? “La colonna portante della mostra”, spiega il prof. Damiano, “è proprio questo aiutare al salvataggio dei reperti originali e al contempo continuare a farli parlare. Anni fa il ministero egiziano ha stabilito che finita l’ultima mostra con i pezzi originali del tesoro di Tutankhamon questi sarebbero tornati in Egitto, sarebbero stati messi nel nuovo museo, il GEM Grand Egyptian Museum, e da quel momento non si muoverà più nemmeno uno spillo di Tutankhamon per sempre. Però il Governo egiziano ha finanziato milioni di dollari per creare un’impresa – adesso ce ne sono diverse – per fare delle repliche quasi perfette, perché per legge ci devono esserci piccoli dettagli diversi, riconoscibili solo dagli specialisti, altrimenti sarebbero classificati come falsi. Con queste repliche l’Egitto può continuare a dare il messaggio, e a Tutankhamon di girare il mondo. È bello vedere gli originali, però gli oggetti egizi, tutti gli oggetti egizi parlano, ci danno un messaggio. Quindi questo messaggio, con repliche perfette, deve continuare a girare per il mondo salvaguardando gli originali. E questo – conclude – ci permette di vedere qui a Venezia più cose di quante ce ne fossero esposte nel museo del Cairo. Ovviamente non nel Gem dove ci sarà tutto il tesoro di Tutankhamon, anche quanto era rimasto nei magazzini”.






















“
Poi abbiamo iniziato un’attività, che tutti voi conoscete, “What is a museum” (vedi 
“L’ha già detto la presidente, il 1° gennaio 2024 la Città di Torino regala il concerto di Capodanno in piazza Castello con l’orchestra Filarmonica di Torino con protagonista l’Egizio, in diretta televisiva su Sky Classica.







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