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Da Reggio Calabria a Taormina: a Palazzo Ciampoli la mostra “I Bronzi di Riace. Cinquanta anni di storia” curata da Carmelo Malacrino che racconta la straordinaria storia dei Bronzi di Riace con foto, documenti e video Rai Teche

taormina_palazzo-ciampoli_mostra-i-bronzi-di-riace-cinquant-anni-di-storia_locandina“I Bronzi di Riace. Cinquanta anni di storia”, curata dal direttore Carmelo Malacrino, è stata la mostra che ha chiuso le celebrazioni per il cinquantenario della scoperta dei Bronzi di Riace al museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria, dal 20 luglio al 26 novembre 2023. Adesso la mostra che racconta la straordinaria storia dei Bronzi di Riace è raccontata – con foto, documenti e video Rai Teche – è a Taormina, a Palazzo Ciampoli, fino al 28 febbraio 2024, tutti i giorni, dalle 10 alle 18, con ingresso libero. La mostra offre ai visitatori un suggestivo viaggio nella storia dei Bronzi di Riace attraverso fotografie d’archivio, molte inedite o poco note, e video dell’epoca, appositamente concessi da Rai Teche. Il progetto di allestimento è stato curato dal direttore Malacrino e dall’architetto Claudia Ventura, con la collaborazione dell’architetto Giuseppina Cassalia per la selezione dei documenti video giunti dagli archivi della Rai. “La storia dei Bronzi di Riace fa parte della vita di tutti noi”, afferma il direttore Malacrino. “Tutti quelli che, come me, non sono più tanto giovani ricorderanno il clamore nato intorno alle prime esposizioni di questi capolavori, prima a Firenze e Roma, e poi a Reggio Calabria, nel Museo che col loro arrivo si è aperto ai flussi turistici internazionali. Attraverso le voci dei protagonisti dell’epoca si potranno seguire tutti i momenti salienti della “nuova vita” dei Bronzi di Riace, dalla scoperta ai restauri, fino alle esposizioni e agli studi scientifici condotti spesso con approcci assolutamente originali. Abbiamo svolto un lungo lavoro di ricerca nei nostri archivi per selezionare le fotografie più affascinanti, a cui si affiancheranno numerosi video di trasmissioni e telegiornali dell’epoca”.

Perché andare a vedere la mostra? Ce lo spiega la direttrice del Parco Naxos Taormina, Gabriella Tigano. “Perché è una mostra bellissima, una mostra studiata in tutti i particolari da Carmelo Malacrino che ne è stato l’ideatore, e perché questo ponte che unisce il museo di Reggio Calabria e il parco di Naxos Taormina è un ponte importante, è un ponte culturale importante. Noi tenevamo molto a portare questa mostra qui a Palazzo Ciampoli. Con il museo abbiamo da anni un accordo di collaborazione e quindi siamo veramente felici di essere riusciti a portare questa mostra qui a Taormina. Rimarrà fino a tutto il mese di febbraio. E vi aspettiamo tutti qui a Taormina. Chiaramente poi speriamo andiate anche a vedere i Bronzi direttamente a Reggio Calabria”.

Parco archeologico di Naxos-Taormina. Il 3 settembre la cerimonia del Premio Comunicare l’Antico. Ecco i premiati. Un mese di eventi collaterali

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Premio Comunicare l’Antico: Nazir Awad, direttore generale dei musei e delle antichità della Siria (foto parco naxos)

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Premio Comunicare l’Antico: Rustem Aslan, direttore degli scavi archeologici a Troia (foto parco naxos)

Siria e Turchia, Paesi dilaniati dal tragico terremoto dello scorso mese di febbraio, saranno tra i protagonisti della VI edizione del Premio Comunicare l’Antico, in programma domenica 3 settembre 2023, alle 19.30, al Teatro della Nike nel parco archeologico di Naxos, e ispirato al tema “Fra Oriente e Occidente”.  Un incoraggiamento alla difficile e complessa ripresa post-sisma che non può e non vuole dimenticare la valorizzazione dell’immenso patrimonio culturale e archeologico dei due Paesi asiatici. L’ingresso alla cerimonia è libero. A ricevere il PCA 2023 saranno infatti Nazir Awad, direttore generale dei musei e delle antichità della Siria, e il direttore degli scavi archeologici a Troia, il turco Rustem Aslan, cui si deve nel 2018 l’apertura a Çanakkale – di fianco agli scavi dell’antica ed epica città di Priamo – del nuovo museo Archeologico di Troia: un progetto all’avanguardia già nel design della struttura e con un percorso espositivo dove alla ricchissima collezione di reperti sono accostati strumenti di narrazione innovativi come ologrammi, realtà aumentata e ricostruzioni 3D che, nel giro di poco tempo, hanno consentito di raddoppiare il numero di visitatori del sito. L’assessore regionale ai Beni culturali e all’Identità siciliana Francesco Paolo Scarpinato: “La cultura strumento di riflessione e dialogo fra civiltà”. Il Premio Comunicare l’Antico è organizzato dal parco archeologico Naxos Taormina della Regione Siciliana, diretto dall’archeologa Gabriella Tigano, in collaborazione con il festival Naxoslegge e con l’Archeoclub Naxos-Taormina-Valle Alcantara. Nasce nel 2017 da un’idea di Fulvia Toscano, direttore artistico del festival letterario, ed è assegnato a studiosi e personalità italiane e straniere impegnate nella divulgazione della ricerca archeologica, storica e filologica, ma anche a enti e musei che hanno attuato strategie importanti di valorizzazione e comunicazione al grande pubblico. “Ancora una volta”, ha commentato l’assessore regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana Francesco Scarpinato, “la cultura diventa strumento di riflessione e di dialogo fra civiltà di ieri e di oggi: Giardini Naxos e il Parco archeologico con il Premio Comunicare l’Antico fanno da nobilissimo scenario a un incontro fra Oriente e Occidente nel segno dell’amore per la storia e il patrimonio culturale materiale e immateriale”.

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Premio Comunicare l’Antico: il professor Filippo Coarelli (AP Photo/Domenico Stinellis)

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Premio Comunicare l’Antico: Alfonsina Russo, direttore del parco archeologico del Colosseo (foto parco naxos)

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Premio Comunicare l’Antico: Massimo Cultraro, dirigente di ricerca dell’Istituto di scienze del patrimonio culturale (Cnr-Ispc) (foto parco naxos)

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Premio Comunicare l’Antico: Teatro classico dei giovani di Palazzolo Acreide (foto parco naxos)

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Premio Comunicare l’Antico: John Garth, biografo e massimo studioso della vita e dell’opera del grande romanziere britannico Tolkien (foto parco naxos)

Nel solco del tema 2023, “Tra Oriente e Occidente”, completano la rosa dei premiati Filippo Coarelli, prof. emerito dell’università di Perugia, già ordinario di Antichità greco-romane, uno dei primi studiosi che ha contribuito sin dagli anni Ottanta alla divulgazione scientifica del patrimonio archeologico nazionale come autore e curatore della collana di guide archeologiche tascabili edite da Laterza nonché curatore della mostra su Alessandro Magno appena conclusa al Mann di Napoli; gli archeologi Alfonsina Russo, direttrice del parco archeologico del Colosseo e Massimo Cultraro, dirigente di ricerca dell’Istituto di scienze del patrimonio culturale (Cnr-Ispc), docente dell’università di Palermo e rappresentante del MUR per l’area Higher Education della Union for the Mediterranean (UfM), dal 2013 a capo di una missione che studia in Georgia le relazioni tra  mondo Egeo e Caucaso nell’età del Bronzo e alla quale è stata già dedicata una mostra a Tbilisi inaugurata dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella (Italy and Georgia. A story of Friendship, 2018); il Festival del Teatro classico dei giovani di Palazzolo Acreide, nella persona del suo direttore Sebastiano Aglianò; la Città di Agrigento, capitale italiana della Cultura 2025 rappresentata dal sindaco Francesco Miccichè. Infine, in occasione del 50° anniversario della scomparsa dello scrittore J.R.R. Tolkien (1892 – 1973), sarà premiato John Garth, biografo e massimo studioso della vita e dell’opera del grande romanziere britannico autore della saga de “Il Signore degli Anelli”, resa popolare anche dalla trasposizione cinematografica. A introdurlo Oronzo Cilli, tra i massimi esperti dell’autore, membro della Tolkien Society britannica e curatore della mostra su Tolkien in allestimento alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, organizzata dal MIC (ministero della Cultura) e che sarà inaugurata nel mese di novembre 2023. Ai premiati verrà donata una scultura opera del maestro Turi Azzolina ispirata alla maschera del satiro, figura ricorrente fra i reperti della collezione del Museo di Naxos. Nel corso della serata, presentata dalla giornalista Francesca Russo, sono previsti degli interventi musicali del Davide Livornese Duo con brani e strumenti di ispirazione orientale.

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Copertina del libro “Giacomo Boni” di Sandro Consolato

Comunicare l’Antico: eventi collaterali al Premio. A introdurre la serata finale del Premio Comunicare l’Antico saranno alcuni incontri culturali dedicati a temi e studiosi del mondo antico che, in programma fra Giardini Naxos (museo e area archeologica) e Taormina (palazzo Ciampoli, Teatro Antico), coinvolgeranno anche gli ospiti. A Giacomo Boni (1859-1925), pioniere della ricerca stratigrafica e primo archeologo ad usare l’aerofotografia, è dedicato un libro di Sandro Consolato che sarà presentato da Massimo Cultraro, Alessio De Cristofaro e Alfonsina Russo (sabato 2 settembre 2023, Parco di Naxos, alle 18).

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Locandina della mostra “L’Amato di Iside. Nerone, la Domus Aurea e l’Egitto” alla Domus Aurea dal 22 giugno 2023 al 14 gennaio 2024

Quindi la dea Iside, protagonista di una mostra al Parco del Colosseo, raccontata dalla direttrice Alfonsina Russo intervistata dalla giornalista Isabella Di Bartolo (Palazzo Ciampoli, Taormina, domenica 3 settembre 2023, alle 10.30): un viaggio sulle rotte della divinità venerata anche a Taormina, dove la statua di una sacerdotessa di Iside (II sec. d.C.) – rinvenuta nel 1867 accanto alla Chiesa di san Pancrazio ed esposta al Museo Salinas di Palermo – potrà essere ammirata nell’imminente mostra sull’antica Tauromenion alla quale lavora la direttrice Tigano con un articolato team di professionisti di varie discipline; mentre nel pomeriggio, alle 18, (Parco di Naxos) sarà di scena Alessandro Magno – del quale ricorre anche l’anniversario della scomparsa, datata nel 323 a.C. –  protagonista della grande mostra appena conclusa al Mann di Napoli: una figura emblematica e liminare fra la civiltà occidentale e orientale. Interverranno Lorenzo Braccesi, Monica Centanni, Filippo Coarelli, Dario Barbera e Giovanni Sessa moderati da Grazia Salamone.

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Copertina del libro “Gilgamesh. L’epopea di colui che tutto vede” di Giovanni Calcagno

A seguire tre appuntamenti che declinano il tema 2023 “Tra Oriente e Occidente”. Il primo con Giovanni Calcagno, attore e regista, autore di un racconto sull’epopea di Gilgamesh – il primo poema scritto della storia dell’Uomo (4500 a.C.) – con una narrazione, più accessibile al grande pubblico, della cultura mesopotamica da cui è stato tratto uno spettacolo con Luigi Lo Cascio e Vincenzo Pirrotta (martedì 5 settembre 2023, Parco Naxos, alle 19); quindi lo spettacolo teatrale “Il Derviscio di Bukhara”, di e con Alberto Samonà, un viaggio con la parola, la musica e le danze sufi per conoscere la spiritualità dei dervisci (domenica 10 settembre 2023, Parco Naxos, alle 21, ingresso libero).

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Copertina del libro “Il grido di Pan” di Matteo Nucci (Einaudi)

In chiusura, una “prima” letteraria: “Il grido di Pan” di Matteo Nucci (Einaudi), appena dato alle stampe: una riflessione sull‘essere umano e la sua (perduta?) animalità, dunque il modo in cui abitiamo il mondo (lunedì 11 settembre 2023, Parco Naxos, alle 18). Completa il progetto la mini rassegna teatrale Interpretare l’Antico, a cura di Rete Latitudini diretta da Gigi Spedale, il cui cartellone – con testi di riscrittura del mito e concerti – ha preso il via nei giorni scorsi e proseguirà lungo il mese di settembre sempre al Parco di Naxos.

Francavilla di Sicilia (Me). Al museo Archeologico l’incontro “Comunicare l’antico. Storie di piccoli e grandi musei” con Gabriella Tigano (parco di Naxos Taormina) e Orazio Micali (museo di Messina)

francavilla_archeologico_comunicare-l-antico_locandinaCome comunica il museo oggi? A chi si rivolge? Quali storie racconta? Di questo (e molto altro!) si parlerà nell’incontro “Comunicare l’antico. Storie di piccoli e grandi musei” sabato 26 agosto 2023 al museo Archeologico di Francavilla di Sicilia in Palazzo Cagnone alle 19, nuovo appuntamento di “Sere d’estate al MAFRA”, che sarà anche un’anticipazione della rassegna “Comunicare l’antico” organizzata dal parco archeologico Naxos Taormina in collaborazione con NaxosLegge, e che prenderà ufficialmente il via domenica 27 agosto 2023. Dopo i saluti di Vincenzo Polizzi, sindaco di Francavilla di Sicilia, e di Fulvia Toscano, direttrice artistica di NaxosLegge, interverranno due relatori d’eccezione: la direttrice del parco archeologico Naxos Taormina, Gabriella Tigano, e il direttore del museo regionale di Messina, Orazio Micali, che faranno scoprire le affascinanti storie ‘racchiuse’ in due preziosi musei della Sicilia. Modera Grazia Salamone, presidente dell’associazione Dracma.

Taormina – Naxos Archeofilm: al via la prima edizione del festival di archeologia, arte e ambiente al teatro Antico di Taormina e al Teatro della Nike di Giardini Naxos: quattro giorni di proiezioni serali e incontri con i protagonisti della comunicazione culturale

taormina-naxos_archeofilm_2023_locandinaDinosauri, faraoni, il racconto del leggendario ingresso del cavallo di Troia e una inedita ricostruzione di Stromboli preistorica. Il meglio del grande cinema di documentazione è di scena in Sicilia per la prima edizione del “Taormina – Naxos Archeofilm”, il festival di archeologia, arte e ambiente in programma a Taormina (Teatro Antico, 14 e 16 luglio 2023) e Giardini Naxos (Parco archeologico – Teatro della Nike, 15 e 17 luglio 2023). Unica tappa in Sicilia, il “Taormina Naxos Archeofilm” s’inserisce nel quadro delle iniziative di Firenze Archeofilm, casa madre del grande “festival diffuso” organizzato dalla rivista “Archeologia Viva” (Giunti editore) che da anni, dopo l’ampia selezione internazionale fiorentina, trova ospitalità in varie prestigiose località italiane ed estere. Tutti gli eventi sono a ingresso gratuito, sia al Teatro Antico di Taormina che al Teatro della Nike al Parco di Naxos, e iniziano alle 21.15. “Manifestazioni come l’Archeofilm”, dice l’assessore ai Beni culturali, Francesco Paolo Scarpinato, “hanno una grande valenza socio-culturale. Da un lato avvicinano le famiglie e i visitatori ai temi dell’archeologia, della tutela dei beni culturali e delle grandi scoperte degli studiosi che, dal mito di Troia ai dinosauri fino alle più recenti missioni di scavo nei mari siciliani, affascinano da sempre grandi e piccini, dall’altro sono un’occasione imperdibile per vivere la natura autentica dei monumenti di Taormina e Naxos e la loro storia”.

taormina-naxos_archeofilm_2023_brochure“Taormina – Naxos Archeofilm” è un progetto di grande respiro culturale – pensato per le famiglie, i ragazzini e per gli appassionati del mondo antico – prodotto e organizzato dal Parco archeologico Naxos Taormina, diretto da Gabriella Tigano, e dalla Fondazione Tusa, presieduta da Valeria Li Vigni, in collaborazione con Firenze Archeofilm/Archeologia Viva, diretta da Piero Pruneti – che, nell’arco di quattro giorni, proporrà al pubblico proiezioni di film-capolavoro selezionati a livello mondiale, incontri con i protagonisti della comunicazione, dibattiti e confronti sulle grandi civiltà del passato. Due i premi che saranno consegnati; il “Taormina – Naxos Archeofilm 2023” attribuito dal pubblico al film più gradito e il “Premio Sebastiano Tusa” assegnato alla personalità che si è distinta nella comunicazione dei beni culturali. Tra un film e l’altro – in gara produzioni da Francia, Germania, Regno Unito e Italia – il pubblico avrà la possibilità di assistere alle interviste con grandi personaggi della divulgazione culturale tra cui Donatella Bianchi popolarissimo volto della trasmissione “Linea Blu” su Rai1 (Taormina, venerdì 14/7), Emilio Casalini, conduttore del programma “Generazione Bellezza” su Rai3 (Giardini Naxos, sabato 15/7) e lo storico e critico d’arte Vittorio Sgarbi (Taormina, domenica 16/7). Si chiude nel segno della musica con l’evento “fuorifestival” a Naxos (lunedì 17/7) con una serata che prevede prima un cortometraggio francese dedicato al rinvenimento di impressionanti “vasi acustici” impiegati nell’antichità per amplificare l’acustica nelle chiese e a seguire il concerto dell’Orchestra Nazionale Barocca dei Conservatori in collaborazione con il Conservatorio di musica Alessandro Scarlatti di Palermo. A giudicare i cortometraggi in gara sarà il pubblico che, in qualità di giuria popolare, potrà esprimere il proprio voto sui film in concorso per l’attribuzione del “Premio Taormina – Naxos Archeofilm 2023”. Partner tecnologico e main sponsor della manifestazione è Videobank. Partecipano al progetto l’università di Catania (dipartimento di Scienze politiche e sociali) e Universi Teatrali (Centro studi dell’università di Messina) con gli studenti tirocinanti e l’Archeoclub Giardini Naxos, Taormina e Valle Alcantara.

taormina-naxos_archeofilm_2023_14-luglio_locandinaVENERDÌ 14 LUGLIO 2023. A Taormina, Teatro Antico, ore 21.15. Apre il film “Jurassic Cash” di Xavier Lefebvre (Francia, 52’). Segue l’incontro con Donatella Bianchi, giornalista e conduttrice tv. Chiude la serata il film “L’antica nave del vino” di Riccardo Cingillo (Italia, 28’).

taormina-naxos_archeofilm_2023_15-luglio_locandinaSABATO 15 LUGLIO 2023. A Giardini Naxos, Teatro della Nike, ore 21.15. Apre il film “Tutankhamon, i segreti del faraone: un re guerriero” di Stephen Mizelas (Regno Unito, 50’). Segue l’incontro con Emilio Casalini, giornalista e conduttore tv. Chiude la serata il film “Stromboli: a provocative island” di Pascal Guérin (Francia, 11’).

taormina-naxos_archeofilm_2023_16-luglio_locandinaDOMENICA 16 LUGLIO 2023. A Taormina, Teatro Antico, ore 21.15. Apre il film “Il mistero del Cavallo di Troia. Sulle tracce di un mito” di Roland May, Christian Twente (Germania, 52’). Segue l’incontro con l’on. Vittorio Sgarbi, sottosegretario alla Cultura. Quindi cerimonia di premiazione con assegnazione del Premio “Sebastiano Tusa” attribuito dalla Fondazione Sebastiano Tusa, e del Premio “Taormina-Naxos Archeofilm” al film più gradito al pubblico. Chiude la serata il film “Sulle orme di Sebastiano” di Nicola Ferrari (Italia, 25’).

taormina-naxos_archeofilm_2023_17-luglio_locandinaLUNEDÌ 17 LUGLIO 2023. A Giardini Naxos, Teatro della Nike: FUORI FESTIVAL / ARCHEOLOGIA E MUSICA, ore 21.15. Apre il film “Vasi acustici” di Claude Delhaye (Francia, 8’). Segue il concerto dell’Orchestra Nazionale Barocca dei Conservatori in collaborazione con il Conservatorio di musica Alessandro Scarlatti – Palermo.

Taormina. Al teatro antico la mostra “Palinsesti. Il Teatro antico di Taormina: dalla storia al mito”: progetto ibrido, tra reperti del passato e contributi multimediali che fanno del monumento-icona della Sicilia un palinsesto della memoria collettiva occidentale attraverso gli ultimi tre secoli

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Locandina della mostra “Palinsesti” al teatro antico di Taormina dal 7 giugno al 31 ottobre 2023

Si intitola “Palinsesti. Il Teatro antico di Taormina: dalla storia al mito” ed è la mostra concepita dal parco archeologico Naxos Taormina in collaborazione con Electa in programma dal 7 giugno al 31 ottobre 2023 nel grande complesso monumentale del teatro: un progetto ibrido, tra reperti del passato e contributi multimediali che fanno del monumento-icona della Sicilia dai tempi del Grand Tour un palinsesto della memoria collettiva occidentale attraverso gli ultimi tre secoli. Opere d’arte, voci e immagini sovrappostesi e intrecciatesi nel tempo: un palinsesto simbolico che riassume la cultura occidentale degli ultimi tre secoli e si innesta sul palinsesto materiale del Teatro di Taormina rappresentato dalla versura ovest. Una narrazione complessa che incrocia linguaggi ed epoche e fa del celebre monumento un virtuale ipertesto, una “memoria” della memoria di tutti noi.

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Teatro antico di Taormina: versura ovest che ospita il nuovo allestimento e la musealizzazione dei reperti archeologici (foto alessandro licciardello)

Il progetto prevede il nuovo allestimento e la musealizzazione della versura (aula) ovest, l’ingresso occidentale alla cavea che, da spazio di transito, diventa contenitore narrativo di tutte le fasi di vita del Teatro Antico evidenziando – dalle trasformazioni in epoca greca e romana fino al riuso come palazzo signorile (XV sec.) – la singolare stratificazione (palinsesto) architettonica e simbolica dello spazio che, oggi come duemila anni fa, consentiva l’accesso agli spettacoli. In mostra le iscrizioni più importanti per comprendere la storia millenaria del Teatro e alcuni dei frammenti della decorazione architettonica del monumento: preziosi marmi d’età imperiale recuperati fra pezzi in magazzino o sinora poco valorizzati, restaurati per l’occasione e inseriti in un percorso museale appositamente elaborato dai curatori, gli archeologi Gabriella Tigano, direttrice del parco Naxos Taormina, Maria Grazia Vanaria e Dario Barbera. L’allestimento è dell’architetto Massimo Curzi.

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Teatro antico di Taormina. Lato B di un blocco di cava di marmo africano con iscrizioni (108 d.C.): cur pat̂er p[r]oc [sub?] cur(a) Pater(ni) proc(uratoris) sotto l’amministrazione del procuratore Paterno (foto alessandro licciardello)

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Il curatore Dario Barbera indica le iscrizioni su un blocco di cava in marmo africano (108 d.C.) al teatro antico di Taormina (foto melamedia)

L’indagine, nella fase di riordino dei materiali e di recupero degli spazi nella versura, ha riservato agli studiosi anche alcune soprese: il ritrovamento dell’iscrizione di Paternus, un’importante epigrafe che si riteneva smarrita dall’Ottocento e con cui gli studiosi possono rivedere le precedenti ipotesi sulla fase di ristrutturazione del teatro del II secolo d.C., ovvero nella forma in cui è arrivato a noi; e la scoperta, sulle pareti dello spazio destinato all’allestimento, di scritte sui muri che documentano il restauro e l’apertura della versura occidentale ai visitatori, dal 1869 ai nostri giorni. Testimonianze (semmai ce ne fosse bisogno) dell’intensa frequentazione turistica del celebre monumento da parte di italiani e stranieri, che confermano come la (cattiva) abitudine di scrivere sui monumenti – al di là delle chiavi di lettura sociologiche – sia un fenomeno tutt’altro che contemporaneo, quanto profondamente legato alla nascita del turismo moderno e ai relativi rischi per la tutela del patrimonio paesaggistico e culturale.

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Teatro antico di Taormina: due frammenti di colonna tortile in breccia di Sciro dalla scaenae frons (terzo ordine, ai lati della porta regia?) (fase traianeo-adrianea, II sec. d.C.) (foto alessandro licciardello)

Completa la mostra “Palinsesti” un percorso audiovisivo all’aperto, scandito da paline segnaletiche con QrCode che, attraverso immagini, narrazioni e rappresentazioni artistiche, suggeriscono una rilettura “guidata” del monumento e della nascita del suo mito moderno proponendo al visitatore contemporaneo le medesime prospettive di acquerelli, affreschi e inquadrature cinematografiche. Una sorta di viaggio nel tempo – e nello spazio, grazie alle citazioni di musei e istituti culturali che ospitano opere sul teatro di Taormina – per rivivere la fascinazione di uno dei siti archeologici più iconici del vecchio continente attraverso lo sguardo degli artisti che, a loro volta, sono stati suggestionati dalla visita al Teatro antico e le cui opere sono oggi custodite nei più celebri musei d’Europa (Parigi, Monaco, Vienna), a San Pietroburgo (Ermitage) e a Chicago (Art Institute).

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Teatro antico di Taormina: iscrizione commemorativa degli scavi del 1748-49 dal postscaenium (murata assieme ai rinvenimenti) (1749) in breccia rossa di Taormina (foto alessandro licciardello)

Un’unica grande narrazione che, a partire dal post scaenium fino alla summa cavea abbraccia l’intero monumento con alcune tra le principali tappe del mito moderno del Teatro di Taormina: da Goethe, ai vedutisti del Grand Tour (Houel, Cassas) negli anni della nascita del pittoresco e del sublime; dal restauro romantico di Viollet-le-Duc ai paradisi artificiali di Klimt e von Gloeden di fine Ottocento; dalle prime locandine pubblicitarie del periodo fascista, che promuovono Taormina come località turistica, alla coeva ripresa degli spettacoli (il teatro classico, le regie di Ettore Romagnoli e i costumi di Duilio Cambellotti, le danze ispirate all’antico); infine il cinema italiano e internazionale degli anni Sessanta. La narrazione si arricchisce inoltre di due ledwall di nuovissima generazione per la proiezione di altrettanti video. Il primo, già conosciuto, è quello realizzato nel 2017 dal Parco e dal CNR per il G7 con la spettacolare ricostruzione 3D (restauro digitale) del monumento che ai visitatori illustra la decorazione architettonica originaria del teatro in età imperiale. Il secondo, dedicato al concept della mostra “Palinsesti”, riunisce foto d’epoca e scatti recenti per ricostruire la storia moderna della versura, dal restauro del 1869 fino all’ultimo allestimento del 2017, con un focus sulle scritte sui muri appena ritrovate.

Parco archeologico di Naxos-Taormina. Anteprima di Naxoslegge su “Corpi celesti” passeggiata serale archeo-astronomica nel ventennale del recupero del disco di Nebra che rappresenta il cielo nell’età del Bronzo

naxos_parco_naxoslegge_conferenza-corpi-celesti_locandinaNel ventennale del recupero del disco di Nebra, dopo la grande mostra al British Museum di Londra, un omaggio ad un oggetto che risale al 1800 a.C. circa che narra del firmamento e dei suoi asterismi! Appuntamento lunedì 29 agosto 2022, alle 22, al parco archeologico di Naxos Taormina (Me), anteprima alla XII edizione di Naxoslegge su “Corpi celesti. Visioni celesti e cosmogonie”. Visioni e riflessioni notturne con lo sguardo rivolto al cielo, interrogandosi sui miti e le forme dell’universo percepite dagli antichi. Ingresso gratuito. Per info 3936025554. Proprio il cielo estivo sarà il grande protagonista con una passeggiata serale archeo-astronomica nello splendido parco archeologico di Naxos, che porterà a scoprire le stelle e le costellazioni principali, anche con alcuni riferimenti ai miti Greci. Accompagneranno nella passeggiata un archeologo, studioso di preistoria, il prof. Massimo Cultraro, dell’università di Palermo, e un astrofisico, Andrea Orlando, del CNR di Catania, presidente dell’istituto siciliano di Archeo-Astronomia e una grande narratrice, Marinella Fiume. Dopo i saluti di Gabriella Tigano, direttrice del parco archeologico di Naxos Taormina, e di Fulvia Toscano, direttrice artistica di Naxoslegge, Cultraro parlerà di “Cosmogonie mediterranee” e Orlando su “Il disco di Nebra. L’osservazione del cielo nell’età del Bronzo”. Chiudono le letture di Marinella Fiume.

Taormina. Dopo gli interventi di manutenzione straordinaria riapre l’Isola Bella, l’isolotto con il parco botanico, la storica villa Bosurgi e i reperti archeologici recuperati sui fondali

Riapre l’isolotto delle meraviglie. Al termine di una seconda serie di interventi di manutenzione straordinaria a cura del parco archeologico di Naxos-Taormina, riapre al pubblico dalla mattina di sabato 9 luglio 2022 Isola Bella, l’affascinante isolotto che  con il verde del suo parco botanico e gli scorci sul mare della storica villa Bosurgi punteggia una delle baie più amate di Taormina e da secoli figura in acquerelli e cartoline illustrate – più di recente nelle istantanee condivise sui social network – dei viaggiatori in giro per la Sicilia.

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Gabriella Tigano, direttore del parco archeologico di Naxos Taormina

Lo annuncia Gabriella Tigano, archeologa e direttrice del parco archeologico Naxos Taormina, ente proprietario e gestore del sito, che spiega come gli ultimi lavori siano stati programmati nel periodo invernale anche per poter mettere in sicurezza la torretta sul costone roccioso in una fase dell’anno in cui la coppia di gabbiani reali che vi ha fatto il nido non fosse disturbata nella fase di cova e accudimento della nidiata. “Un anno fa”, spiega Tigano, “non ci è stato possibile intervenire sulla torretta, in quanto la mamma gabbiano era particolarmente aggressiva per difendere i suoi piccoli. Quindi abbiamo dovuto limitare l’accesso dei turisti alla prima terrazza panoramica. Dopo questi ultimi interventi diretti da uno dei dirigenti del Parco, l’architetto Daniela Sparacino, lo spazio è ora restituito integralmente ai visitatori che potranno ammirare la vista sul mare di questa dimora così singolare e unica al mondo oltre al suo patrimonio di reperti archeologici che documentano il legame di Taormina e Naxos con la disciplina dell’archeologia subacquea già a partire dagli anni Cinquanta”. Fra i vari interventi anche il recupero dei servizi igienici nell’area della piscina coperta e del piano allestito a museo. Il sito di Isola Bella è visitabile tutti i giorni, dalle 9 alle 19. Biglietti: intero 4 euro, ridotto 2 euro. Biglietto anche online sul sito del parco.

Oltre al patrimonio arboricolo con essenze mediterranee e non autoctone impiantate da Florence Trevelyan – la lady inglese che giunta in Sicilia a fine Ottocento, legò per sempre il suo nome a Taormina – e oltre alle architetture sinuose di Villa Bosurgi, con il suo andamento così naturalmente adattato alla morfologia rocciosa dell’isolotto, Isola Bella racconta anche una storia più antica, con i reperti archeologici recuperati nei suoi fondali. Lo spiega Maria Grazia Vanaria, archeologa del Parco: “Nella teca della sala Museo con la mostra documentale sulla storia di Isola Bella, i visitatori troveranno alcuni reperti recuperati nei decenni scorsi nelle acque della baia. Come il bellissimo volto di dea (o di offerente) della protome femminile che un pescatore trovò impigliata nelle sue reti nel lontano 1967. Per non parlare dei ritrovamenti più recenti, quelli degli anni Novanta: la spada in ferro che rimanda ad esemplari islamici e bizantini (XI e XIII sec. d.C.) e le coppe d’epoca greco-coloniale (VII-VI sec. a.C.) ritrovate nel 1995”.

Parchi archeologici: un confronto storico Stato-Regione Siciliana: due giorni di convegno al rettorato dell’università di Messina a cura (e in memoria) del prof. Gioacchino La Torre, scomparso prematuramente pochi giorni fa

messina_convegno-parchi-archeologici_locandinaI parchi archeologici, con la loro autonomia e un assetto organizzativo che li differenzia da tutti gli altri istituti, costituiscono un settore chiave del patrimonio culturale, che in anni recenti ha visto importanti e decisive riforme sia a livello statale che della Regione Siciliana, con competenza esclusiva in materia di beni culturali. Nei giorni 16 e 17 giugno 2022, l’aula magna del Rettorato di Messina ospiterà il convegno “Parchi Archeologici. Analisi e proposte” a cura (e in memoria) del prof. Gioacchino La Torre, ordinario di Archeologia classica dell’università di Messina (vedi https://archeologiavocidalpassato.com/2022/06/15/archeologia-in-lutto-e-morto-a-63-anni-dopo-una-breve-malattia-gioacchino-francesco-la-torre-uno-dei-piu-grandi-archeologi-italiani-prima-funzionario-del-ministero-poi-docente-dellaten/) e della dott.ssa Silvia Mazza, storica dell’arte e giornalista. I lavori saranno aperti dal rettore, prof. Salvatore Cuzzocrea, dal prof. Giuseppe Giordano, direttore del DiCAM e dall’on. Gaetano Armao, assessore dell’Economia e vicepresidente della Regione Siciliana. Il Convegno si terrà in memoria del prof. La Torre, prematuramente venuto a mancare il 12 giugno 2022 e del quale nel corso dei lavori verrà letto l’intervento che avrebbe voluto pronunciare. Un’occasione storica, senza precedenti, di confronto tra un “modello regionale” dei beni culturali e un “modello statale”, insieme ai vertici delle due Amministrazioni e illustri studiosi e professori universitari. “I parchi archeologici – spiega la dott.ssa Mazza – con la loro autonomia e un assetto organizzativo che li differenzia da tutti gli altri istituti, costituiscono un settore chiave del patrimonio culturale, che in anni recenti ha visto importanti e decisive riforme sia a livello statale che della Regione Siciliana, con competenza esclusiva in materia di beni culturali”. E aggiunge: “la tragica perdita del prof. La Torre fa sì che l’incontro vada ben oltre i suoi contenuti e le sue finalità, per assurgere a testimonianza di un impegno etico e civile fuori dal comune. Un esempio alto in cui si concretizza il senso della Terza Missione dell’Università, ovvero il trasferimento diretto delle conoscenze scientifiche, tecnologiche e culturali alla società civile, con l’obiettivo di promuovere la crescita culturale, sociale, ma anche economica del territorio”.

messina_convegno-parchi-archeologici_programma-locandinaL’obiettivo del Convegno vuole essere quello di analizzare l’attuale situazione in Italia e in Sicilia e di formulare qualche proposta di riforma, in particolare per la seconda, che verrà consegnata alla Tavola conclusiva. L’evento, che si pregia dell’adesione del prof. Salvatore Settis, Accademico dei Lincei, Presidente del Consiglio Scientifico del Louvre, sarà suddiviso in quattro sessioni, dal taglio interdisciplinare, con una componente accademica di archeologi, architetti, etno-antropologi, economisti e giuristi; due sessioni rispettivamente dedicate alle esperienze statali e della Regione Siciliana e una dedicata al parere delle associazioni. Tra gli altri, interverranno Clemente Marconi ordinario di Archeologia classica, New York University e università di Milano; Philippe Pergola, ordinario di Topografia generale, di Topografia dell’Orbis Christianus Antiquus e di Metodologia, e decano del Pontificio Istituto di Archeologia cristiana; Francesco Astone, ordinario di Diritto amministrativo, università di Messina; Stefano Consiglio, ordinario di Organizzazione aziendale, direttore del dipartimento di Scienze sociali, università Federico II di Napoli; Sergio Foà, ordinario di Diritto amministrativo e titolare del corso di Diritto dei Beni culturali; Massimo Osanna, direttore generale Musei, ministero della Cultura; Alfonsina Russo, direttore del parco archeologico del Colosseo; Franco Fazio, dirigente generale, dipartimento BB.CC. e IS., assessorato dei BB.CC. e IS., Regione Siciliana; Roberto Sciarratta, direttore del parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi; Gabriella Tigano, direttore del parco archeologico di Naxos Taormina; Alessandro Garrisi, presidente ANA, Associazione nazionale Archeologi; Adele Maresca Campagna, presidente ICOM Italia; Francesco Mannino, coordinatore Sicilia ICOM Italia; e Gianfranco Zanna, presidente Legambiente Sicilia. L’intervento in chiusura è affidato alla dott.ssa Silvia Mazza.

Taormina. Al via il restauro della gradinata del teatro antico. Per la scena si devono aspettare i dati della radiografia dei resti monumentali

Personale specializzato impegnato nel restauro della gradinata del Teatro antico di Taormina (foto regione siciliana)

Sono cominciati in questi giorni, nel Teatro antico di Taormina, i lavori di restauro della gradinata, l’emiciclo che abbraccia con un solo sguardo la scena, il mare e l’Etna e che nel 1787 fece dire a Goethe che “mai, forse, il pubblico di un teatro ha avuto innanzi a sé uno spettacolo simile”. Lo annuncia Alberto Samonà, assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana: “Si tratta del primo di una serie di interventi programmati dal parco archeologico Naxos Taormina, diretto dall’archeologa Gabriella Tigano, e che interesseranno, in vari periodi di bassa stagione, più parti del grande complesso monumentale, senza compromettere la fruizione da parte dei visitatori. La ditta di restauri procede infatti per piccoli lotti, perimetrando il cantiere di lavoro e dunque non intralciando le consuete attività di visitatori e guide turistiche. Entro maggio saranno ultimati gli interventi sulle gradinate per dar corso al montaggio degli allestimenti per la stagione degli spettacoli. Dopo l’estate si procederà con la versura (l’aula di ingresso al teatro) e la terrazza ovest. I lavori ammontano a 140mila euro e sono svolti da una ditta specializzata nel restauro e conservazione di opere d’arte e monumenti. Più complesso e impegnativo – conclude – l’intervento di restauro che dovrà interessare la scena (scenae frons). Fondamentale la mappatura digitale realizzata con drone e laser scanner nello scorso mese di dicembre: rappresenta il primo passaggio propedeutico che, dopo l’elaborazione dei dati, consegnerà alla direzione del Parco una radiografia completa dei resti monumentali, ma soprattutto un report aggiornato dello stato di degrado con precisione millimetrica”.

La maschera di Agamennone è vera o falsa? Incontro on line per “Comunicare l’antico” promosso dal parco archeologico di Naxos Taormina sul preziosissimo reperto in oro scoperto da Schliemann e conservato ad Atene. Confronto tra due archeologi esperti: Massimo Cultraro, profondo conoscitore di Schliemann, e Lorenzo Nigro, archeologo del Vicino Oriente, che ha sollevato dubbi sull’autenticità della maschera

Maschera funeraria conosciuta come la “maschera di Agamennone”. Maschera d’oro del XVI secolo a.C. trovata da Schliemann nella tomba V a Micene nel 1876 e conservato al museo Archeologico nazionale di Atene (foto archeologico atene)

“Senza di lui la storia della Grecia Antica non sarebbe stata la stessa”, afferma Massimo Cultraro, archeologo, dirigente di ricerca al CNR-ISPC Catania e docente di Preistoria e Archeologia Egea all’università di Palermo. “Sto parlando di Heinrich Schliemann, l’imprenditore tedesco col pallino dell’archeologia passato alla storia per aver dimostrato l’esistenza di Troia, per aver scoperto l’antica città di Micene e il leggendario Tesoro di Priamo (centinaia di pezzi in oro misteriosamente scomparsi al termine della Seconda Guerra mondiale)”. Proprio Schliemann, del quale Il 6 gennaio 2022 sono ricorsi i 200 anni dalla nascita, sarà il protagonista del primo appuntamento dell’anno con “Comunicare l’antico”, il ciclo di incontri organizzati dal parco archeologico Naxos Taormina e Naxos Legge – Festival delle narrazioni della lettura e del libro. E non perché questo uomo coltissimo, intraprendente e poliglotta – parlava 25 lingue – ha scavato anche in Sicilia, e nella stessa Taormina, dove si è fermato alcuni giorni nel novembre del 1875 per curiosare fra le Naumachie. No, si parlerà di un preziosissimo reperto in oro, la famosa maschera di Agamennone, oggi pezzo forte del museo Archeologico nazionale di Atene, sospettato, da alcuni decenni, di essere un falso. Quindi la domanda: sarà vera o no?

Locandina dell’incontro on line “Schliemann e la maschera di Agamennone” promosso dal parco archeologico Naxos Taormina
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L’archeologo Massimo Cultraro

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L’archeologo Lorenzo Nigro

Appuntamento on line (i tempi impongono prudenza, ma così tutti potranno seguirlo) martedì 25 gennaio 2022, alle 19, con “Schliemann e la maschera di Agamennone. Tra autenticità e contraffazione” in compagnia di due eccezionali e preparatissimi studiosi, gli archeologi Massimo Cultraro e Lorenzo Nigro. Introduce Gabriella Tigano, direttore del parco archeologico Naxos Taormina; modera Fulvia Toscano, direttore artistico di Naxos Legge e presidente dell’archeoclub Naxos-Taormina-Valle Alcantara. Diretta streaming sulla pagina Facebook del parco archeologico Naxos Taormina. Massimo Cultraro, profondo conoscitore di Schliemann e autore di numerose pubblicazioni a lui dedicate, replicherà all’interessante e provocatoria ipotesi che Lorenzo Nigro, professore ordinario di Archeologia e Storia dell’Arte del Vicino Oriente Antico e di Archeologia Fenicio-Punica alla Sapienza di Roma, ha lanciato in una recente intervista rilasciata ad Andrea Cionci, storico dell’arte, giornalista e scrittore, che si occupa di storia, archeologia e religione, nella quale dichiara: “La maschera potrebbe essere, non solo un falso, ma anche una straordinaria BURLA che resiste da 149 anni” (vedi La Maschera di Agamennone una burla? Il prof Nigro: forse un “autoritratto” di Schliemann – Libero Quotidiano).

Heinrich Schliemann, morto a Napoli nel 1890

“La Maschera di Agamennone”, afferma Nigro a Cionci, “potrebbe essere nient’altro che un RITRATTO GIOVANILE dello stesso Schliemann. I baffi ci sono, l’ovale del viso anche, come nella foto che l’archeologo avrebbe potuto affidare a un parente orafo della moglie qualche giorno prima del ritrovamento”. Una beffa per i suoi nemici archeologi, un po’ come quella delle false sculture di Modigliani del 1984. Schliemann avrebbe potuto screditare i suoi critici, all’occorrenza, rivelando lo scherzo, ma nel 1890 morì, a soli 68 anni, portandosi il segreto nella tomba. Assumono così un profumo ironico le sue note sulla maschera in “Micene: una narrazione di ricerche” (1880): “Anche la barba è ben rappresentata, e in particolare i baffi, le cui estremità sono rivolte verso l’alto a punta, a forma di mezzaluna, niente di nuovo sotto il sole. Non ci sono dubbi sul fatto che gli antichi micenei usassero l’olio o una sorta di pomata per acconciarsi i capelli. […] Nessuno dubiterà per un momento che fossero destinate a rappresentare i ritratti del defunto […] Gli antichi orafi micenei potevano fare quanto qualsiasi orafo moderno”. “L’autoritratto-beffa – spiega Cionci – è una spiegazione coerente al mistero di “un falso che non sembra un falso”. Il museo archeologico di Atene, a parer nostro, dovrebbe consentire senza timori l’esame con la fluorescenza a raggi X o sui minerali contenuti nel metallo: se il pezzo dovesse risultare autentico, tanto meglio. In caso contrario, si potrebbe puntare sulla genialità di questo scherzo, che racconta molto di più di una fiabesca attribuzione ad Agamennone: sarebbe il simbolo della necessità costante per gli studiosi di dubitare, dello humor di un grandissimo archeologo sui generis, della continuità del mito che si sviluppa nel corso della storia”.

La cosiddetta Tomba di Agamennone a Micene (foto paesionline.it)

Sulla querelle è intervenuta recentemente anche Mariangela Galatea Vaglio, dottore in Storia antica alla Sapienza di Roma, insegnante e scrittrice di saggi e racconti storici, sul suo sito ValigiaBlu (vedi I dubbi sulla maschera di Agamennone, Heinrich Schliemann e la fantarcheologia – Valigia Blu). E dopo aver ripercorso le vicende storiche delle scoperte archeologiche di Schliemann, aver ricostruito la sua figura e i suoi epigoni, si chiede: alla fine la Maschera di Agamennone è un falso? “Probabilmente – scrive – non lo sapremo con certezza mai. Al di là dei dubbi basati sullo stile (effettivamente la maschera presenta dei tratti diversi dalle altre che risultano trovate nel medesimo contesto) e dall’usura (sembrerebbe meno rovinata e quindi forse più recente) anche facendo esami e analisi di laboratorio oggi sarebbe difficile risolvere il dubbio. Ma è poi così importante determinare se la maschera sia un falso? Forse no. Oggi il contesto archeologico miceneo è stato tracciato sulla base di migliaia di scavi e indagini in tutta la Grecia e anche nel resto del Mediterraneo, per cui, anche se la maschera fosse un falso, la nostra conoscenza dell’età micenea non verrebbe sconvolta”.