Bova Marina (RC). Ad Archeoderi si celebra la Giornata Europea della Cultura Ebraica: tavola rotonda “La Sinagoga di Bova Marina. Spiritualità e bellezza”, visita guidata del parco e del museo a cura della direttrice Elena Trunfio
Ad Archeoderi (Bova Marina, RC) si festeggia la Giornata Europea della Cultura Ebraica: l’11 settembre 2023, dalle 17, giornata dedicata all’unicità del Parco di Archeoderi che sorge sui resti della seconda sinagoga più antica in Occidente. Anche quest’anno, infatti, il museo e parco archeologico Archedoeri di Bova Marina celebra insieme alla Comunità ebraica di Napoli la Giornata Europea della Cultura Ebraica, un appuntamento annuale con lo scopo di presentare al pubblico, soprattutto non ebraico, le diversità e le ricchezze del patrimonio culturale e artistico ebraico, per promuovere il dialogo, i valori della convivenza e lo scambio di idee e cultura, anche come importante mezzo alla lotta all’antisemitismo. Il tema scelto quest’anno è la bellezza e quale migliore occasione per puntare l’attenzione sul patrimonio custodito all’interno del parco archeologico Archeoderi. “Anche quest’anno celebriamo la giornata nel segno della condivisione”, commenta la direttrice Elena Trunfio. “Il nostro Parco, oltre a custodire un bene archeologico eccezionale per tutto l’Occidente, è soprattutto il luogo del dialogo e dell’incontro tra culture diverse. Con la Comunità Ebraica di Napoli abbiamo avviato da tempo un rapporto sinergico e ringrazio ancora una volta Roque Pugliese per avere fortemente voluto questa giornata”. Lunedì 11 settembre 2023, alle 18, il momento clou: la tavola rotonda “La Sinagoga di Bova Marina. Spiritualità e bellezza”, organizzata dalla direzione del Parco con la collaborazione della soprintendenza ABAP di Reggio Calabria e Vibo Valentia, il Comune di Bova Marina, la Comunità Ebraica di Napoli e l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Ai saluti di Filippo Demma, direttore della DRM Calabria; Fabrizio Sudano, soprintendente ABAP RC VV; Saverio Zavettieri, sindaco di Bova Marina; Giulio Disegni, vice presidente UCEI; Roque Pugliese, delegato per la Giornata Europea della Cultura Ebraica; seguiranno due interventi di approfondimento sul patrimonio culturale della Bovesia e sulla sinagoga di Bova Marina a cura della direttrice Elena Trunfio e del funzionario archeologo Andrea Maria Gennaro. Modera la giornalista Enza Cavallaro. Gli interventi saranno preceduti dalla visita guidata del parco e del museo a cura della direttrice del sito Elena Trunfio, alle 17. “La sinagoga di Bova Marina lascia trapelare ancora visioni sognanti e pregnanti di vita”, chiude Roque Pugliese. “Rivedere gli antichi tesori custoditi nei musei prendere nuovamente vita è un’emozione unica, Archeoderi contiene un tesoro raro che ancora oggi riesce ad esprimere spiritualità”.
Archeologia in lutto. È morto a 65 anni, dopo malattia, Fabrizio Pesando, uno dei pompeianisti più noti, studioso appassionato dell’archeologia romana e vesuviana, professore ordinario di Archeologia e Storia dell’Arte Romana all’università Orientale di Napoli. Il cordoglio di colleghi, amici ed ex-studenti

Il prof. Fabrizio Pesando (foto paerco)
Archeologia in lutto. La mattina dell’11 agosto 2023, è morto, a 65 anni, a San Benedetto del Tronto, dopo una lunga malattia, Fabrizio Pesando, uno dei pompeianisti più noti, studioso appassionato dell’archeologia romana e vesuviana, professore ordinario di Archeologia e Storia dell’Arte Romana e Archeologia delle Province Romane, all’università Orientale di Napoli. Per decenni Pesando è stato uno degli animatori e promotore anche presso le nuove generazioni di studiosi di ricerche e pubblicazioni. La notizia è giunta improvvisa e ha lasciato attonito il mondo dell’archeologia. A esprimere cordoglio per la scomparsa del professore Fabrizio Pesando sono intervenuti a livello istituzionale la direzione del parco archeologico di Pompei e del parco archeologico di Ercolano, e la direzione del museo Archeologico nazionale di Napoli. Anche la Fondazione Paestum ha appreso con sgomento la notizia della scomparsa di un grande studioso ed indimenticabile amico come il prof. Fabrizio Pesando: “Con immensa tristezza partecipa al lutto della famiglia e della comunità scientifica tutta”.

Il prof. Fabrizio Pesando (foto parco archeologico pompei)
“La direzione generale del Parco di Pompei, a nome di tutto il personale, saluta un importante studioso ed una figura di grande spessore culturale, profondo conoscitore della storia archeologica di Pompei, esprimendo le più sentite condoglianze alla famiglia”. E il direttore di Ercolano, Francesco Sirano: “La notizia della morte di Fabrizio Pesando lascia una grande tristezza e crea un vuoto difficile da colmare sul piano delle ricerche scientifiche. Con Fabrizio avevamo un rapporto di lunga data che è diventato di leale collaborazione professionale e vicinanza di pensiero negli anni della sua presenza nel Comitato scientifico del parco al quale ha dato un contributo fondamentale. Archeologo tra i più apprezzati da colleghi e studenti, di spiccato acume e dai molti interessi ha lavorato lungamente sul sito di Ercolano. Perdiamo un prezioso collega nell’azione di tutela, valorizzazione e comunicazione del patrimonio culturale, ancora nel pieno della sua attività professionale”. Anche il team HCP ricorda il trentennale impegno che Fabrizio Pesando ha messo in campo per la conoscenza e la valorizzazione dei siti vesuviani. Lo staff intero del Parco di Ercolano insieme ai colleghi dell’Herculaneum Conservation Project si stringe nel dolore della grave perdita. Il direttore e lo staff del Mann “esprimono il loro cordoglio per la morte di Fabrizio Pesando, professore ordinario all’università di Napoli l’Orientale, punto di riferimento per l’archeologia dell’Italia romana”.

Conferenza del prof. Fabrizio pesando all’Orientale di Napoli (foto Freie Universität Berlin)
Nato a Ivrea (Torino) il 23 gennaio 1958, dottore di Ricerca in Archeologia (Archeologia Greca e Romana, 1996), è stato professore ordinario all’università “L’Orientale” di Napoli per il settore L-ANT/07 (Archeologia Classica). Ha insegnato Archeologia e Storia dell’Arte Romana e Archeologia delle Province Romane. Se ne va uno dei più grandi studiosi di Pompei, direttore della rivista Vesuviana. An International Journal on Pompeii and Herculaneum. Ha diretto scavi e ricerche a Pompei (2001-2011) e scritto alcuni dei volumi più importanti per conoscere e scoprire la città antica, tra cui: «Domus». Edilizia privata e società pompeiana tra III e I secolo a.C., monografie della soprintendenza Archeologica di Pompei 12, L’ ‘Erma’ di Bretschneider, Roma 1997; F. Pesando (a cura di), L’Italia Antica. Culture e forme del popolamento nel I millennio a.C., Carocci Editore, Roma 2005; F. Coarelli, F. Pesando (a cura di), Rileggere Pompei I. L’insula 10 della Regio VI, Roma, L’ ‘Erma’ di Bretschneider, 2006; F. Pesando (a cura di), Rileggere Pompei III. Ricerche sulla Pompei sannitica. Campagne di scavo 2006-2008, Pompei 2010; Pompei. L’arte di abitare, Milano, Il Sole24 Cultura, 2013; F. Pesando, M. Giglio, Rileggere Pompei V. L’insula 7 della Regio IX, Roma 2017.

Il prof. Fabrizio Pesando (foto università orientale napoli)
È l’università “L’Orientale” di Napoli a ripercorrere la sua lunga attività di docente e archeologo. Professore ordinario di Archeologia classica, ha ricoperto il ruolo di direttore del dipartimento di Studi classici e del Mediterraneo antico, di presidente del centro interdipartimentale di Servizi di Archeologia dell’Orientale (CISA) e di vice-direttore del dipartimento Asia Africa Mediterraneo. Ha insegnato Antichità pompeiane ed ercolanesi, Topografia dell’Italia antica, Archeologia della Magna Grecia, Archeologia e storia dell’arte romana e Archeologia e storia dell’arte romana e delle province, nei corsi di studio triennale e magistrale. Numerose sono state le attività archeologiche sul campo, che ha diretto per conto dell’Orientale, organizzate come momenti di ricerca e formazione per gli studenti: Pompei (regio VI, regio IX e regio I), Alba Fucens (via del miliario e assi viari secondari), Sperlonga (villa di Tiberio), Aveja (abitato antico e fortificazioni), San Demetrio de’ Vestini (fortificazioni), Paestum (isolato 4-6) ed infine Cupra Maritima (edifici monumentali del foro). Con lui scompare uno dei più autorevoli studiosi dell’edilizia domestica greca e romana, dell’urbanistica antica, del fenomeno dell’ellenismo e della sua ricezione a Roma, della romanizzazione, in particolare della Spagna, e in generale della storia dell’arte e dell’iconografia romana.

Copertina della guida “Pompei Oplontis Ercolano Stabiae” di Fabrizio Pesando e Maria Paola Guidobaldi
È autore di numerosissime pubblicazioni; limitandosi solo ad alcune delle monografie, si segnalano: La casa dei Greci (1989, 2. ed. 2006); Libri e biblioteche, Vita e costumi dei Romani antichi (1994); Edilizia privata e società pompeiana tra III e I secolo a.C. (1997); con M. Giglio, Rileggere Pompei V. L’insula 7 della Regio IX (2017); con F. Pompei, Archeomarche 1. Le valli e i porti del Piceno antico (2019); Cinque pezzi facili sulla casa romana. Studi e conferenze – 1999-2018 (2020); Cupra Marittima, Guida al Parco Archeologico (2022). È autore, con M. P. Guidobaldi, della guida archeologica di Pompei, Ercolano, Oplontis, Stabiae (ultima ristampa 2022). Docente molto amato dagli studenti per la capacità di trasmettere metodo critico e capacità di analisi accompagnati dall’entusiasmo che lo contraddistingueva, sia durante le lezioni e i seminari in aula sia nella lunga e intensa attività didattica sul campo, momenti in cui, con il suo costante sorriso e leggerezza, riusciva a coinvolgere tutti i partecipanti. Il suo magistero e il suo spessore di studioso e ricercatore, che hanno così profondamente segnato gli studi dell’archeologia classica all’Orientale, mancheranno molto a studenti e colleghi.

Il prof. Fabrizio Pesando con l’archeologo Michele Stefanile (foto dal profilo FB di Stefanile)
E poi ci sono i ricordi “privati”. Michele Stefanile, archeologo: “Io e Fabrizio Pesando ci siamo conosciuti esattamente vent’anni fa, alla fine dell’estate del 2003, e per buona parte di questi vent’anni siamo stati praticamente inseparabili: insieme abbiamo accumulato migliaia di km, migliaia di bottiglie, migliaia di risate; a lui devo la mia prima tesi, il mio Erasmus, Sperlonga, Gaeta, l’idea di base della mia seconda tesi (che poi è diventata dottorato e monografia), ma anche il mio divano, il pelouche di un pupazzo strano che secondo lui mi assomigliava, e soprattutto vent’anni di insegnamenti e di archeologia. Di lui ho sempre ammirato la genialità delle interpretazioni unita alla capacità di vivere ogni progetto, ogni scavo, ogni studio con entusiasmo e leggerezza; a vederlo all’opera sembrava tutto facile e divertente, e invece era il frutto di una cultura vastissima, di una solidissima formazione classica e della dote sempre più rara di muoversi con disinvoltura tra le fonti letterarie antiche come fra gli strati archeologici. Oggi con lui si spegne prematuramente una luce. Mancherà a tanti”. Giuliano Volpe (università di Bari): “Una notizia tristissima e dolorosissima. È scomparso Fabrizio Pesando, un caro amico e un ottimo collega archeologo, docente all’Orientale di Napoli. Ha lottato a lungo contro la malattia e ha lavorato fino all’ultimo. Grande studioso di Pompei, dell’edilizia residenziale, delle città antiche. Una perdita gravissima”. Francesco Sirano, direttore dl parco archeologico di Ercolano: “Ecco così voglio ricordare Fabrizio Pesando. Un grande studioso, una persona seria ma dotata di una grande ironia e capacità di trovare ovunque il positivo. Ha affrontato la malattia con forza e determinazione impressionanti e la raccontava con una disarmante semplicità dietro la quale c’è un grande uomo. Grazie Fabrizio per tutto quello che ci hai dato e insegnato. È stato un onore e un privilegio poterti conoscere e apprezzare”.

Il prof. Fabrizio Pesando in gruppo con l’archeologo Filippo Demma (foto dal profilo FB di Demma)
Filippo Demma, direttore parco di Sibari: “Quando decise di cambiare vita e trasferirsi stabilmente nelle Marche, mi chiamò e scesi a San Benedetto a salutarlo. Ci conoscevamo da sempre. All’epoca lavoravo alla Soprintendenza delle Marche ed ero responsabile della tutela archeologica nell’Ascolano. Chiacchierammo tutto il giorno e – tra tutto l’altro, che non era poco- impostammo il lavoro di ricognizione a Grottammare e nell’ager di Cupra, che avrebbe portato lui ed i ragazzi dell’Orientale a indagare il tempio del foro. In questa foto siamo a tavola con Enrico, Francesco, Francesco, che pure in quel periodo stavano iniziando a Monterinaldo, e Tiziana che lavorava con me da tempo. Fabrizio Pesando è stato un grande archeologo, un perfetto gentiluomo ed un Amico leale. Sempre. Il che, in questo ambiente, non è per niente poco. Che la terra, dopo tante sofferenze, gli sia lieve”. Valeria Perseca Cerasa, ex studentessa: “C’ho impiegato una giornata intera per trovare le parole ma in realtà sono rimasta proprio senza. Mio caro professore solo una parola: Grazie. Grazie per avermi portato la prima volta a visitare gli scavi di Pompei (ricordo tutto dalla prima all’ultima virgola). Grazie per avermi fatto fare il mio primo scavo archeologico (o forse no visto che sono ancora qui!!) credo di non essermi mai divertita così tanto imparando! Grazie per aver pranzato con noi alunni seduto sotto ad un albero, abbiamo condiviso panini e storie meravigliose che porterò nel mio cuore. Grazie per aver stemperato la mia tensione ad ogni singolo esame! Porterò il suo sorriso contagioso sempre nel mio cuore! Grazie di tutto Prof!”. Mario Grimaldi, archeologo: “… oggi è un giorno triste … Fabrizio era per noi la generazione di riferimento … quello sui cui manuali abbiamo studiato tutti noi pompeianisti come ci definiscono … un vero studioso di Pompei e non solo … ci mancherà tanto … “. Nicoletta, guida turistica: “Oggi salgono al cielo persone importanti, anche il caro Prof. Fabrizio Pesando. Ho seguito 3 corsi con lui, di cui ne ricordo uno specifico su Pompei ed Ercolano. Ha decisamente contribuito alla mia formazione ed alla mia passione nel lavoro”. Anna Grossi, Rione Terra a Pozzuoli: “Ho dei ricordi bellissimi delle lezioni del prof. Pesando soprattutto riguardo le antichità pompeiane e l’archeologia della Magna Grecia. Ricordo la sua chiarezza e il suo entusiasmo, un’immensa preparazione delle fonti letterarie legate ai risultati degli scavi archeologici. Ricordo le escursioni a Paestum e a Pompei dove, essendo la più bassina del gruppo, mi indicò come quella più adatta ad alcuni scavi perché avrei potuto intrufolarmi dappertutto senza fare danni. Ma io di scavi non ne ho mai fatti né mi sono mai sentita in grado di farli nonostante la laurea in archeologia… ero più affascinata, e lo sono ancora, a scoprire cosa di reale si cela dietro il mito, come quello che il prof Pesando sapeva raccontare con eleganza e passione. Sono stata fortunata ad averlo come professore”.

Il prof. Fabrizio Pesando in gruppo con il prof. Francesco Casagrande (foto dal profilo FB di Casagrande)
Francesco Casagrande, università “Gabriele d’Annunzio” e museo del Mare di San Benedetto: “La mestizia ci raggiunge e ci addolora profondamente ma la sua diligenza intellettuale ed umanità benevola condivisa con molti rimarrà un caposaldo da mantenere desto nei giorni a venire. Personalmente non so come ringraziarla per l’enorme arricchimento che mi ha apportato nel frequentarla e la stima rivoltale rimarrà imperitura. Onoreremo sempre la sua memoria ed il suo lascito di competenze non verrà mai meno e correntemente incrementato. Riposo in pace professor Fabrizio Pesando la accolga il Signore fra le sue braccia”. Fai Giovani – San Benedetto del Tronto: “Esprimiamo il nostro cordoglio per la scomparsa del prof. Fabrizio Pesando, grande archeologo e studioso della storia di Pompei, professore di archeologia classica all’Università degli Studi “L’Orientale” di Napoli, che tanto si è speso per i beni archeologici del nostro territorio, a partire dal parco archeologico naturalistico “Civita” di Cupra Marittima di cui era direttore, fino agli scavi della Villa Marittima del Paese Alto di San Benedetto del Tronto”.
Crotone. I carabinieri del TPC, dopo lunghe indagini, restituiscono all’Italia (e al Perù e all’Equador) decine di reperti archeologici di 2500 anni fa, frutto di saccheggio. La cerimonia al museo di Pitagora

Il comandante del Nucleo Carabinieri Tpc di Cosenza, tenente Giacomo Geloso, e il direttore regionale Musei della Calabria, Filippo Demma, davanti ai reperti archeologici restituiti all’Italia (foto drm-calabria)
In antico erano chiamati i “Nostoi”, i ritorni, ovvero il racconto del ritorno in patria di singoli eroi della guerra di Troia. Un qualcosa del genere è avvenuto giovedì 4 maggio 2023, a Crotone. Ma non si tratta del ritorno in patria di eroi del terzo millennio, ma di testimoni dei popoli e della cultura della Magna Grecia di 2500 anni fa. Al museo di Pitagora, centro di riferimento delle attività culturali della città di Crotone, si è svolta infatti la cerimonia di restituzione di reperti archeologici all’Italia (ma anche al Perù e all’Ecuador). Preziose testimonianze recuperate in Italia e nel Regno Unito nel corso delle attività dell’indagine convenzionalmente denominata “Achei”. Ne dà notizia direttamente la Direzione regionale Musei della Calabria. Presenti alla cerimonia di restituzione il direttore regionale Musei della Calabria, Filippo Demma; il comandante del Nucleo Carabinieri Tpc di Cosenza, tenente Giacomo Geloso; l’ambasciatore peruviano Eduardo Martinetti e il ministro dell’Ambasciata dell’Ecuador, Patricio Troya Suarez.

La grande lekythos attica a figure nere su fondo bianco, attribuibile al Pittore di Edimburgo del 500 a.C., recuperata sul mercato clandestino dai Carabinieri del TPC (foto drm-calabria)
Le indagini condotte dal 2017 al 2018 hanno consentito di accertare sistematici saccheggi che garantivano al mercato clandestino un flusso continuo di beni archeologici di ingente valore ed erano inseriti in articolati e complessi canali di ricettazione in Italia e all’estero. Tra i numerosi reperti uno specchio in bronzo con impugnatura a forma di fanciulla panneggiata (kore) del V sec. a.C., una grande lekythos attica a figure nere su fondo bianco, attribuibile al Pittore di Edimburgo del 500 a.C., 52 esemplari di monete in oro, rame, bronzo argento che vanno dal V al III sec. a.C.

Alcuni reperti archeologici recuperati dai Carabinieri del TPC di Cosenza tra cui, al centro, uno specchio in bronzo con impugnatura a forma di fanciulla panneggiata (kore) del V sec. a.C. (foto drm-calabria)
“Significativo il lavoro svolto dagli Istituti del ministero della Cultura per contribuire alla conoscenza e allo studio dei reperti rubati e poi restituiti alla comunità e spesso le sale espositive sono occasione per scoprire opere recuperate grazie complesse attività di indagine”, è stato detto alla conferenza di presentazione. “Tappe queste che costruiscono la storia della tutela del patrimonio italiano. Ed è sempre più forte anche nella coscienza collettiva l’importanza della lotta al traffico illecito di reperti archeologici che ha il duplice scopo di recuperare materialmente i beni ed essere un deterrente per lo scavo clandestino, soprattutto per le disastrose conseguenze della distruzione dei depositi stratigrafici superstiti. Il recupero di questi reperti è quindi una riaffermazione della legalità e del diritto di ciascun popolo alla propria eredità culturale. E le diverse istituzioni che lavorano insieme per interporre efficaci barriere contro le aggressioni del crimine organizzato, consentono questi significativi ritorni”.
“Magna Grecia nel secondo dopoguerra tra scoperte e tutela: politiche culturali e protagonisti. Omaggio a Juliette de La Genière” è il titolo del convegno internazionale, organizzato dal Dipartimento federiciano di Studi umanistici (con la responsabilità scientifica di Bianca Ferrara) e in collaborazione con il Centre Jean Bèrard di Napoli, in programma il 27 e 28 novembre 2023 nel Complesso di San Marcellino di Napoli, a partire dalle 9.30. Teams diretta streaming ID riunione: 311 312 168 060 Passcode: ruWHxv. L’evento richiama l’attenzione sulle politiche culturali riguardanti il patrimonio archeologico della Magna Grecia nel corso della seconda metà del Novecento. Si tratta di anni che hanno visto profonde trasformazioni sia nel campo della ricerca sia nel campo delle idee e delle pratiche relative alla gestione e alla valorizzazione dei beni culturali dell’Italia meridionale e della Sicilia.








Prende forma il progetto “In-Ruins 2023” che si svolgerà al parco archeologico, tra i musei di Amendolara e Sibari. Il progetto sarà presentato lunedì 11 settembre 2023, alle 11.30, al museo Archeologico nazionale della Sibaritide. Oltre agli artisti, saranno presenti Maria Luigia Gioffrè, fondatrice e codirettrice di “In-Ruins”; Nicola Guastamacchia, codirettore di “In-Ruins”; Nicola Nitido, responsabile della curatela e della produzione per “In-Ruins”; Filippo Demma, direttore del parco di Sibari e responsabile ad interim della direzione regionale dei musei della Calabria; Antonello Ciminelli, consigliere comunale e già sindaco di Amendolara, e Giovanni Papasso, sindaco di Cassano All’Ionio.

Gli artisti selezionati tramite open call per l’edizione 2023 sono: Arie Amaya-Akkermans (Colombia); Beatrice Celli (Italia); Akshay Mahajan (India); Matilde Sambo (Italia); Traslochi Emotivi (Italia). A questa selezione si aggiungono Simon Bellouard (Francia) e il duo Cañadas&Murua (Spagna/Cile), la cui partecipazione, insieme alla già selezionata Beatrice Celli, è resa possibile grazie al programma di mobilità europea per artisti internazionali Culture Moves Europe promosso dall’Unione Europea e implementato da Goethe-Institut.
Un viaggio dalla vigna al museo per poi far ritorno alla vigna stessa. Sarà questo “Eno. Un mese di…vino a Sibari” (dal 23 agosto al 30 settembre 2023), un viaggio tra archeologia, vino e jazz, promosso dal parco archeologico di Sibari in collaborazione con il Consorzio Tutela vini DOP Terre di Cosenza e il Peperoncino Jazz Festival. È la prima iniziativa tesa a promuovere lo sviluppo locale su base culturale dell’intera Sibaritide in cui rientra anche l’accordo di valorizzazione firmato dai sindaci, dai comuni, altri Enti e i musei privati e di impresa nei mesi scorsi. Si tratta di un affascinante percorso eno-archeologico accompagnato da una inedita esposizione di reperti selezionati nei magazzini del parco archeologico di Sibari che guiderà i visitatori alla scoperta di quattro focus sul vino nell’antichità: la più antica testimonianza del suo arrivo nella Penisola italiana, la circolazione, il banchetto e il vino nel sacro. E poi ancora: lezioni e conferenze, degustazioni, visite in vigna ed in cantina, jazz & wine. Dal 21 al 29 agosto 2023 il Museo e il Parco del Cavallo saranno aperti fino alle 23. Per tutta la durata dell’iniziativa, al punto ristoro del Parco del Cavallo gestito da Catasta Pollino, ci saranno aperitivi a tema; degustazioni di vini Dop Terre di Cosenza, accompagnati da prodotti gastronomici della Sibaritide e del Pollino. Per chi vorrà partecipare agli aperitivi jazz, poi, è utile sottolineare che i visitatori del Museo, presentando il biglietto d’ingresso, otterranno uno sconto del 20% sul costo delle serate in vigna. Le quattro masterclass sono a numero chiuso. È obbligatoria la prenotazione. Per info e prenotazioni si può contattare il numero 337 1603495 in orario di ufficio.



Se fine agosto sarà il tempo in cui si passerà dalla Vigna al Museo, settembre, invece, si caratterizzerà per essere il mese dove si transiterà a ritroso dal Museo alla Vigna e dove l’archeologia flirterà con il vino e le jazziste del Peperoncino Jazz Festival. Grazie ad una serie di “incursioni archeologiche” (tutte programmate alle 17), a cura dello staff del parco archeologico di Sibari, gli archeologi del Parco mostreranno e spiegheranno al pubblico originali reperti inediti collegati alla storia del vino e visite guidate alle cantine dei produttori di vini DOP Terre di Cosenza, accompagnati da note jazz tutte al femminile.
Musica (classica, Jazz, contemporanea), danza, teatro sperimentale con le radici ben a fondo nel quotidiano: un ampio ventaglio di esperienze artistiche contribuirà quest’estate ad arricchire la nostra offerta culturale. #Sibarinprogress, lo spettacolo della cultura si articola in due sezioni: Magna Graecia JazzFest e Sybaris Arte.
Dopo la spettacolare anteprima di giovedì 6 luglio 2023 con MOTUS & R.Y.F., Sybaris Arte prende ufficialmente il via domenica 23 luglio 2023, alle 22, al parco del Cavallo, con il concerto dell’Orchestra Sinfonica della Calabria. L’orchestra, che ha sede a Vibo Valentia, rientra nel progetto ICO – Istituzione Concertistico Orchestrale – del ministero dei Beni culturali e fin dalla sua fondazione ha eseguito programmi dei sommi compositori iniziando dalla letteratura universale di Mozart fino a colui che è considerato uno dei più importanti compositori contemporanei, Ennio Morricone. I biglietti si possono acquistare direttamente alle biglietterie del Parco e del Museo all’ingresso. Lo spettacolo è compreso nel costo del biglietto di accesso all’area archeologica (intero 6 euro, 18-25 anni 3 euro, meno di 18 anni e altre gratuità previste per legge).
Sybaris Arte continua venerdì 4 agosto 2023: Elisabetta Pozzi e Giancarlo Cauteruccio porteranno in scena Arithmos dalle spiagge di Troia alle spiagge di Cutro. La rassegna si concluderà lunedì 21 e martedì 22 agosto 2023 con Phaos di Create Danza, spettacolo di luci e movimenti nell’area archeologica, e venerdì 25 agosto 2023 con la pièce teatrale La lunga notte di Medea della Compagnia Eschilo. Il Museo sarà aperto e visitabile fino alla fine degli spettacoli, tutti accuratamente scelti per valorizzare i legami con il territorio e la sua storia. La partecipazione agli eventi del cartellone di Sybaris Arte e di Magna Graecia Jazz Fest è gratuita, inclusa nel normale costo del biglietto, con il quale si può accedere al museo nazionale Archeologico della Sibaritide e all’area archeologica di Parco del Cavallo (ingresso intero 6 euro; 18-25 anni 3 euro; meno di 18 anni e altre gratuità previste per legge: gratis). I biglietti sono normalmente in vendita tutti i giorni alle biglietterie del Parco e del Museo.
Il Magna Graecia JazzFest del Circuito Peperoncino Jazz Festival si concentra nell’ultima settimana del mese di luglio 2023: martedì 25, visita guidata al Museo a cura del direttore Filippo Demma, con il commento musicale di Francesco Caligiuri. Mercoledì 26 luglio 2023, il concerto sperimentale di Paolo Fresu & Omar Sosa intitolato Food, e giovedì 27 luglio 2023 il trio formato da Peppe Servillo, Xavier Girotto e Natalio Mangalavite porterà in scena un Tributo a Lucio Dalla. Venerdì 28 luglio 2023 altra visita guidata, stavolta al Parco archeologico, sempre a cura del direttore Filippo Demma con chiusura musicale affidata al sax di Daniele Scannapieco. Domenica 30 luglio 2023, chiuderà Soul if the Bass del bassista newyorchese di origini calabresi John Patitucci. Come di consueto per gli eventi del circuito Peperoncino Jazz Festival, le performance musicali saranno accompagnate dalla possibilità di assaggiare prodotti tipici del territorio. In questo caso, toccherà alle scelte gastronomiche della Catasta e alle proposte enologiche dei produttori del Consorzio di Tutela Vini DOP “Terre di Cosenza” stuzzicare la curiosità ed il palato del pubblico. I due turni di visite guidate del 25 e del 28 luglio 2023 saranno dalle 18 alle 19 e dalle 19 alle 20 e richiedono la prenotazione al numero 337 1603495.
Ma il parco archeologico di Sibari ospiterà anche due grandi eventi del Festival Armonie d’Arte, per l’organizzazione e la direzione artistica di Chiara Giordano: martedì 2 agosto 2023, alle 22, toccherà a Vinicio Capossela con la sua ultima produzione Tredici canzoni urgenti, che ha da poco ricevuto la Targa Tenco per il miglior album, e lunedì 28 agosto 2023, sempre a partire dalle 22, sarà la volta di ALICE canta Battiato Eri con me, premiata anche lei al Tenco nella categoria miglior interprete ex aequo con Francesco Guccini. Per l’acquisto dei biglietti di queste due date:
I Motus in scena al parco archeologico di Sibari (Cs) per l’anteprima della rassegna #sibarinprogress. Si è concretizzata stamane l’opportunità di ospitare nel Parco di Sibari lo show di una delle più acclamate compagnie di balletto italiane: giovedì 6 luglio 2023, alle 21, i Motus inaugureranno la stagione di spettacoli che il Parco sta per offrire al suo pubblico. I biglietti si possono acquistare direttamente alle biglietterie del Parco e del Museo all’ingresso. Lo spettacolo è compreso nel costo del biglietto di accesso all’area archeologica (intero 6 euro, 18-25 anni 3 euro, meno di 18 anni e altre gratuità previste per legge gratuito).
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