Ozzano dell’Emilia (Bo). In municipio la conferenza “Claterna: nuove ricerche nella città romana” promossa dalla soprintendenza di Bologna per presentare i risultati delle più recenti ricerche effettuate nell’area della città romana di Claterna
“Claterna: nuove ricerche nella città romana” è il titolo della conferenza promossa dalla soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena Reggio Emilia e Ferrara: appuntamento venerdì 6 dicembre 2024, alle 17.30, in sala del Consiglio Comunale, Palazzo del Municipio, in via della Repubblica 10 a Ozzano dell’Emilia (Bo) nel quale, insieme a professionisti e studiosi esterni, verranno presentati i risultati delle più recenti ricerche effettuate nell’area della città romana di Claterna. Evento gratuito. Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili. Dopo i saluti istituzionali di Luca Lelli, sindaco di Ozzano dell’Emilia, e Valentina Manzelli, responsabile Area Educazione e Ricerca della soprintendenza ABAP di Bologna, intervengono Roberta Michelini, museo della Città romana di Claterna, su “Archeologia e territorio in digitale: Ozzano dell’Emilia nel WebGIS dell’Emilia-Romagna”; Elisabetta Govi, Enrico Giorgi, Andrea Fiorini, Cristiano Putzolu, università di Bologna, Dipartimento di Storia Culture Civiltà, su “Il laboratorio di Archeologia dell’Università di Bologna a Claterna”; Valentina di Stefano, funzionaria archeologa della soprintendenza ABAP di Bologna, Laura Buonamico, Riccardo Ricci, Cooperativa Archeologia, su “Domus dei Mosaici: interventi di sistemazione dell’area archeologica”; Daniela Rigato, università di Bologna, su “Laminette in piombo da Claterna e transazioni commerciali”; Valentina di Stefano, funzionaria archeologa della soprintendenza ABAP di Bologna, Marco Palmieri, Phoenix Archeologia e Restauro S.r.l., su “Il Teatro romano di Claterna: nuovi dati dalla campagna di scavo 2024”. Modera: Matteo Di Oto, assessore alla Cultura di Ozzano dell’Emilia.
Bologna. “Scoprire l’acqua calda tra etruscologi e idrogeologi. I Bronzi etruschi del Bagno Grande di San Casciano” con Jacopo Tabolli e Marco Petitta. Secondo incontro, in presenza e on line, all’Accademia delle Scienze del ciclo “Le nuove frontiere dell’archeologia”


Una statua in bronzo riemersa dallo scavo del Bagno Grande del santuario etrusco-romano a San Casciano dei Bagni (Si) (foto mic)
“Scoprire l’acqua calda tra etruscologi e idrogeologi. I Bronzi etruschi del Bagno Grande di San Casciano” è il tema affrontato da Jacopo Tabolli (università per stranieri di Siena) e Marco Petitta (università di Roma La Sapienza) nel secondo appuntamento del ciclo di conferenze “Le nuove frontiere dell’archeologia” a cura del prof. Giuseppe Sassatelli (Accademia delle Scienze dell’Istituto di Bologna) (vedi San Casciano dei Bagni (Si). Dai fanghi della sorgente termale del Bagno Grande del santuario etrusco-romano emergono oltre 20 statue in bronzo, molti ex-voto, cinquemila monete in oro argento e bronzo di oltre duemila anni fa. L’archeologo Tabolli: si riscrive la storia della statuaria antica e della romanizzazione del territorio. È la scoperta più importante dai Bronzi di Riace del 1972 | archeologiavocidalpassato). Appuntamento lunedì 12 giugno 2023, alle 17, in presenza nella sede dell’Accademia delle Scienze dell’Istituto di Bologna, in via Zamboni 31, oppure oppure online tramite il seguente link: Avvia riunione – Zoom. Introduce Giuseppe Sassatelli. Il ciclo di conferenze “Le nuove frontiere dell’archeologia” intende affrontare, con la collaborazione dei diretti interessati alle diverse imprese oggetto degli incontri, alcuni di questi aspetti innovativi, dal grande progetto Pompei (oggetto del primo incontro il 26 maggio 2023 col direttore generale musei Massimo Osanna e il prof. Enrico Giorgi dell’università di Bologna su “Archeologia e scienze a confronto. Il progetto Pompei”), alla collaborazione tra archeologi e antropologi, al recentissimo scavo dei bronzi etruschi di San Casciano che tanto eco ha avuto sulla stampa e che intreccia nei culti della salute aspetti archeologici e idrogeologici. Non senza trascurare il problema dell’impatto che le scoperte archeologiche hanno sulla vita dei nostri giorni, sulla nostra contemporaneità, urbanistica e sociale.
“L’archeologia – spiega l’organizzatore – è una disciplina relativamente giovane che ha subito nel corso del tempo molte modifiche sul piano del metodo e dei contenuti. Soprattutto negli ultimi decenni, si è caratterizzata per una straordinaria apertura verso altre discipline sempre più strettamente coinvolte sia nella raccolta dei dati con lo scavo archeologico che nella loro interpretazione. Geologi, antropologi, geografi, informatici, architetti, ingegneri, esperti delle scienze dure lavorano sempre più frequentemente insieme agli archeologi con risultati molto innovativi”. Il ciclo di conferenze riprenderà dopo la pausa estiva: il 26 settembre 2023, alle 17, con Giovanna Belcastro (università di Bologna) e Alessandro Guidi (università Roma Tre) su “Archeologi e antropologi: nuove prospettive teoriche e metodologiche”; e il 29 settembre 2023, alle 17, con Giuliano Volpe (università di Bari) su “L’Archeologia pubblica per un nuovo rapporto coi cittadini”.
Gea 2021-Ica: “Archeologia e inclusione”. Contributo 9: “BUTRINT PROJECT (Albania)”
Per l’edizione 2021 delle Giornate Europee per l’Archeologia, l’ICA – Istituto centrale per l’Archeologia propone il tema guida dal titolo “Archeologia e inclusione. Missioni archeologiche italiane all’estero e comunità locali dei paesi ospitanti: interazioni, coinvolgimento, formazione”. Nono contributo: “BUTRINT PROJECT (Albania)”.
Con piacere l’Ica condivide il video trasmesso dal prof. Enrico Giorgi per l’edizione 2021 delle GEA sul tema “Archeologia e inclusione”. Il Butrint Project (https://site.unibo.it/butrint/en), condotto da Università di Bologna e Istituto Archeologico di Tirana con il sostegno del MAECI e in accordo con il ministero della Cultura Albanese, si fa portavoce dell’importanza dell’inclusione della comunità locale coinvolgendo gli studenti di archeologia, il personale e gli operai del Parco Archeologico provenienti dai villaggi vicini in percorsi formativi professionalizzanti nel campo del restauro e del rilevamento dei beni culturali con nuove tecnologie (Laser Scanning), ma anche promuovendo altre azioni che favoriscono la coscienza condivisa del valore delle proprie radici culturali.
(9 – continua)
“Archeologia professionale: istruzioni per l’uso”: incontro promosso a Bologna da Confederazione italiana archeologi e Alma Mater Studiorum
Quali sono le competenze professionali di un archeologo? Quali le attività lavorative oltre allo scavo? Che differenza c’è tra lavoratore dipendente, socio di cooperativa, lavoratore autonomo a partita IVA, ATP e STP? Quali sono le prospettive contrattuali degli archeologi e alle situazioni lavorative in regione? Sono alcuni degli interrogativi cui cercherà di dare una risposta l’incontro “Archeologia Professionale: Istruzioni per l’Uso”, promosso da CIA (Confederazione Italiana Archeologi – Sede Regionale Emilia Romagna) in collaborazione con Alma Mater Studiorum Università di Bologna – Dipartimento di Storia Culture Civiltà, lunedì 26 febbraio 2018, alle 15, in aula Prodi (DiSCi), piazza San Giovanni in Monte 2, a Bologna. Proprio la Confederazione Italiana Archeologi punta con questo incontro a porre le basi per una sede Cia anche in Emilia Romagna che rappresenti e tuteli tutti gli archeologi fornendo assistenza di fronte ai problemi che la professione incontra quotidianamente. Modera l’archeologa Valentina Di Stefano. Aprono i lavori Federica Mazzoni, presidente commissione Cultura nel Comune di Bologna; e Tommaso Magliaro, segretario nazionale Cia. Intervengono su “La legislazione vigente” Luigi Malnati, soprintendente Archeologia Belle arti e Paesaggio della città metropolitana di Bologna e delle province di Modena Reggio Emilia e Ferrara; Angela Abbadessa, Cia-archeocontratti; Raffaella Boni, Cia-consulente fiscale. Su “La formazione possibile” Elisabetta Govi, etruscologa dell’università di Bologna; Enrico Giorgi, metodologie della ricerca archeologica all’università di Bologna. Su “L’esperienza attuale” Cristina Ambrosini, direttore museo Archeologico di Forlì; Diana Neri, direttore museo Archeologico di Castelfranco Emilia; Cecilia Milantoni, archeologa; Laura Belemmi, Tecne (Rimini); Gloria Capelli, Gea (Parma); Claudio Calastri, Archeoimprese; Fabio Fagella, Legacoop. Chiude i lavori una tavola rotonda.







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