Sotto l’albero di Natale del museo Archeologico nazionale di Napoli un regalo per i ragazzi: il volume “Missione Magna Grecia” che racconta ai giovani visitatori la bellezza della Collezione Magna Grecia. È la prima delle guide a fumetti, edite da Electa, dedicate al patrimonio del Mann

Sotto l’albero di Natale del museo Archeologico nazionale di Napoli, anche in queste festività chiuso per l’emergenza sanitaria, un regalo per i ragazzi, presentato sui canali social del museo proprio la vigilia di Natale: è il volume “Missione Magna Grecia” (Electa Editore) che il Mann ha realizzato in rete con la Scuola Italiana di Comix per raccontare ai giovani visitatori la bellezza della Collezione Magna Grecia riaperta nel luglio del 2019. “Missione Magna Grecia” nasce proprio dalla rinnovata collaborazione dei Servizi Educativi del Museo con la Scuola Italiana di Comix: l’iniziativa è promossa nell’ambito del progetto Obvia- Out of Boundaries Viral Art Dissemination, che mira alla valorizzazione del brand museale tramite i diversi linguaggi della creatività. Il volume, edito da Electa editore ed acquistabile online, mette a sistema alcuni capisaldi della programmazione culturale dell’Istituto: la vera e propria “traduzione” dei temi archeologici in un codice comunicativo destinato al pubblico più giovane e inserito nell’offerta “MANN for kids”; il ricorso al fumetto come strategia per promuovere la conoscenza del patrimonio culturale; l’abbinamento, per ogni sezione, di un itinerario costruito appositamente per i piccoli visitatori.


Una tavola della guida a fumetti “Missione Magna Grecia” (Electa) del Mann
Il libro include un percorso di scoperta, un tour per immagini e parole, un racconto rivolto a bambini, ragazzi e adulti. Due le “anime” di questo interessante lavoro per ragazzi ed appassionati del fumetto: la guida kids, infatti, comprende un colorato ed avventuroso excursus storico, per delineare le antichissime radici magno-greche dell’Italia meridionale; il culto del simposio, la religione, l’osmosi artistica tra aree interne e costiere del Sud della nostra penisola sono i temi ripercorsi dalla voce narrante della protagonista, Medusa. A conclusione del tour, spazio al linguaggio creativo del fumetto, interpretato con lo stile inconfondibile della Scuola Italiana di Comix: Linda ed il gatto Cesare viaggiano in un simbolico “Metamondo”, per strappare all’oblio, in un messaggio da trasmettere alle nuove generazioni, la consapevolezza dell’importanza delle nostre tradizioni culturali.
Nell’impossibilità di effettuare un evento in presenza per descrivere temi e contenuti del lavoro, il Mann ha scelto di proporre un breve tour digitale in collezione, con la “guida” simbolica dei protagonisti e dei personaggi delle nostre storie per bambini. Il video, girato nelle sale della collezione del Mann con la regia di Ars Invicta, metterà in dialogo le pagine del libro con i capolavori che ne costituiscono fonte d’ispirazione: alla presentazione online interverranno Paolo Giulierini (direttore del Museo), Lucia Emilio (responsabile Servizi Educativi del Museo), Daniela Savy (docente universitaria all’Ateneo Federiciano e referente del progetto Obvia), Mario Punzo (direttore della Scuola Italiana di Comix), Rosa Tiziana Bruno (autrice dei testi della guida, scrittrice e formatrice), Chiara Macor (sceneggiatrice/ Scuola Italiana di Comix), Carmelo Zagaria (disegnatore del fumetto) e Raffaella Martino (archeologa e curatrice della sezione game che completa il testo). Il coordinamento scientifico della pubblicazione è di Marialucia Giacco. Anche nella presentazione digitale, un focus sarà dedicato alle modalità per imparare divertendosi: nell’appendice del volume, giochi e schede di approfondimento hanno la finalità di fissare i contenuti appresi con la lettura.
#iorestoacasa. Per la prima volta online , il progetto “La genesi del #MANN. Un viaggio con ilCartastorie | Museo dell’Archivio Storico del Banco di Napoli| Museo dell’Archivio Storico del Banco di Napoli in quattro video”- Ecco gli altri due docufilm: “Il tempo dell’impero” e “Venuti. Le stanze vuote”

Frame del docufilm “Il tempo dell’impero” del progetto “La genesi del #MANN. Un viaggio con ilCartastorie – Museo dell’Archivio Storico del Banco di Napoli in quattro video” (video Mann)
Per la prima volta online, il progetto “La genesi del #MANN. Un viaggio con ilCartastorie | Museo dell’Archivio Storico del Banco di Napoli| Museo dell’Archivio Storico del Banco di Napoli in quattro video”. Dopo aver mostrato i primi due docufilm (“Alcubierre. Scavando tra le carte” e “Il Passeggero artista”: vedi https://archeologiavocidalpassato.com/2020/04/26/iorestoacasa-per-la-prima-volta-online-il-progetto-la-genesi-del-mann-un-viaggio-con-ilcartastorie-museo-dellarchivio-storico-del-banco-di-napoli-museo-dellarchivio-storico-del-banco-di/), oggi completiamo la visione del progetto con gli altri due video. Cominciamo con “Il tempo dell’Impero”. Regia: Damiano Falanga per Fondazione il Cartastorie. Consulenza scientifica: Andrea Milanese, Sergio Riolo, Daniela Savy. Produzione: museo Archeologico nazionale di Napoli. Durata: 4’. Anno di produzione: 2018 – Nazione: Italia. Il video è stato realizzato nell’ambito del progetto Obvia e della rete Extramann.
La narrazione, che fa perno sui documenti dell’Archivio Storico del Banco di Napoli riguardanti il salario dell’orologiaio del Real Museo, si propone di abbracciare, nella prospettiva di un impiegato minore, la svolta che il decennio francese rappresentò per Napoli, per gli aspetti esteriori del potere regio e per la nuova funzione che la cultura e la bellezza classica svolsero nel contesto dell’Impero napoleonico. Il volto della città cambia e si muove tutt’intorno al Museo, che, insieme al suo monumentale orologio, scandisce il nuovo tempo dell’Europa.

Frame del docufilm “Venuti. Le stanze vuote” del progetto “La genesi del #MANN. Un viaggio con ilCartastorie – Museo dell’Archivio Storico del Banco di Napoli in quattro video” (video Mann)
Con il quarto docufilm “Venuti. Le stanze vuote”, completiamo la presentazione online, che per la prima volta ha messo in rete il ciclo “La genesi del #MANN. Un viaggio con ilCartastorie | Museo dell’Archivio Storico del Banco di Napoli in quattro video”. Regia e musiche: Damiano Falanga. Testi: Andrea Zappulli. Ricerche: Claudia Grossi. Con: Paolo Giulierini, Sabrina Iorio, Sergio Riolo. Voce narrante: Paola Maria Cacace. Consulenza scientifica: Andrea Milanese, Sergio Riolo, Daniela Savy. Produzione: museo Archeologico nazionale di Napoli. Realizzazione: Fondazione ilCartastorie. Anno di produzione: 2019. Nazione: Italia. Il video è stato realizzato nell’ambito del progetto Obvia e della rete Extramann.
Due documenti del Banco di San Giacomo nell’Archivio Storico del Banco di Napoli illustrano alcuni momenti del soggiorno napoletano dell’antiquario e archeologo Marcello Venuti. I due pagamenti, estinti tra aprile e settembre del 1736, evidenziano il trasferimento del cavalier Venuti da una casa in via San Mandato a un’abitazione situata fuori la Porta di Chiaia. Uno di questi pagamenti, inoltre, conferma i rapporti tra Marcello Venuti e l’ordine dei cavalieri di Santo Stefano, suggerendo un avvicendamento tra uno dei “balì” dell’ordine e l’antiquario cortonese nella casa di San Mandato. Questi aspetti, squisitamente privati, sono il pretesto per narrare, sullo sfondo di una vicenda ordinaria di affitti e traslochi, il grande contributo fornito dall’archeologo cortonese alla scoperta e all’approfondimento dell’antico nei primi anni del regno di Carlo III.
#iorestoacasa. Per la prima volta online , il progetto “La genesi del #MANN. Un viaggio con ilCartastorie | Museo dell’Archivio Storico del Banco di Napoli| Museo dell’Archivio Storico del Banco di Napoli in quattro video”- Ecco i primi due docufilm: “Alcubierre. Scavando tra le carte” e “Il Passeggero artista”

Frame del video “Alcubierre. Scavando tra le carte” del progetto “La genesi del #MANN. Un viaggio con ilCartastorie | Museo dell’Archivio Storico del Banco di Napoli in quattro video” (foto video Mann)
Per la prima volta online, il progetto “La genesi del #MANN. Un viaggio con ilCartastorie | Museo dell’Archivio Storico del Banco di Napoli| Museo dell’Archivio Storico del Banco di Napoli in quattro video”. Ecco i primi due video. Cominciamo con “Alcubierre. Scavando tra le carte”. Regia e montaggio: Damiano Falanga – Testi di Andrea Zappulli – Supervisione: Sergio Riolo– Voce narrante: Andrea Cioffi – Ricerche: Luigi Abetti, Sabrina Iorio, Raffaele Di Costanzo, Andrea Zappulli –Supporto alla ricerca bibliografica e iconografica: Carla Glorioso e Benedetta Moricola – Produzione ilCartastorie– Anno di produzione: 2018 – Nazione: Italia – Si ringrazia il Parco Archeologico di Ercolano. Il lavoro è stato realizzato nell’ambito del progetto #Obvia e della rete #Extramann.
Il docufilm presenta, con una narrazione in prima persona, la figura dell’ingegnere militare che fu artefice dell’inizio della grande stagione archeologica napoletana, definendo il principio della passione di Carlo di Borbone per i reperti classici. All’interno del cortometraggio sono presenti, alternate alle immagini nel Parco Archeologico di Ercolano, le scritture dell’Archivio Storico del Banco di Napoli relative ai pagamenti assegnati ad Alcubierre e a coloro che si occuparono degli scavi e della loro divulgazione presso le corti europee. I pagamenti agli incisori, incaricati di ricopiare fedelmente le meraviglie sepolte dall’eruzione del Vesuvio, il funzionamento della Real Stamperia, i viaggi effettuati da Alcubierre per ispezionare gli scavi, che si andavano incessantemente allargando da Ercolano alle località di Pompei e Stabia, sono solo alcune delle notizie riscontrabili nei documenti che restituiscono particolari inediti sulla vita dell’ingegnere e sulla nascita dell’archeologia a Napoli. Il progetto è stato realizzato anche grazie al tirocinio, finanziato dalla Fondazione Banco di Napoli, di due studentesse dell’università Federico II di Napoli.

Frame del docufilm “Il passeggero artista” del progetto “La genesi del #MANN. Un viaggio con ilCartastorie | Museo dell’Archivio Storico del Banco di Napoli in quattro video” (foto video Mann)
Il secondo appuntamento con il ciclo “La genesi del #MANN. Un viaggio con ilCartastorie | Museo dell’Archivio Storico del Banco di Napoli in quattro video” è con il video “Il Passeggero artista”. Regia: Damiano Falanga per Fondazione IlCartastorie– Produzione: Museo Archeologico Nazionale di Napoli – Consulenza scientifica: Andrea Milanese, Sergio Riolo, Daniela Savy – Anno di produzione: 2018 – Nazione: Italia. Il docufilm è stato realizzato nell’ambito del progetto #Obvia e nella rete #Extramann.
Un documento dell’Archivio Storico del Banco di Napoli sulle spese di viaggio di Giovanni Antonio Aloja, incisore di alcuni tra i più bei rami delle Antichità di Ercolano, è lo spunto per un’immersione nel clima di entusiasmo che i primi scavi archeologici suscitarono a Napoli durante il regno di Carlo III. Il cocchiere dell’ufficio del Regio Corriere racconta la sua esperienza di viaggio insieme al talentuoso incisore e le sue reazioni innanzi ai reperti che da Ercolano si copiano e si trasportano al Real Museo di Portici.
#iorestoacasa. Dieci giorni di proposte culturali del Mann sui social: proroga online di “Thalassa”; game social “Mann in quiz”; premiere on line de “La genesi del Mann. Un viaggio con ilCartastorie in quattro video”; e poi gli “Incontri di Archeologia”: si inizia con il racconto della Magna Grecia
Dieci giorni. Tanti ci distanziano, a meno di contrordini, all’inizio della Fase 2 che significa meno restrizioni per tutti noi chiusi in casa da marzo. Ma non sono comunque dieci giorni qualsiasi: in tempi normali questi sarebbero stati per molti momenti di preparazione ai ponti del 25 aprile e del 1° maggio. E questo fa pesare ancora di più questi – speriamo – ultimi dieci giorni di “clausura”. Ma ci soccorre ancora una volta il web. Il museo Archeologico nazionale di Napoli si prepara con un’intensa attività online e social a queste particolari giornate di festa, caratterizzate dalla campagna ministeriale #iorestoacasa: dal 24 aprile al 3 maggio 2020, infatti, saranno tanti i contenuti nuovi presentati sulle piattaforme Instagram e Facebook dell’Istituto. Mostre, incontri, approfondimenti, giochi: continua online, con un palinsesto culturale sempre più ricco, l’attività del museo Archeologico nazionale di Napoli. “Il Mann sta facendo un gran lavoro per arricchire l’offerta social di contributi originali e di contest per coinvolgere le famiglie in questi giorni di grande sacrificio”, spiega il direttore Paolo Giulierini. “Mettere in palio degli abbonamenti al Museo tra chi vorrà partecipare ai quiz, è una iniziativa che contiene l’augurio di ritrovarci presto in serenità e sicurezza nelle sale del Mann. La nostra comunità, fatta di studiosi e appassionati, potrà accedere on line ai seguitissimi Incontri di archeologia, richiesta che ci era stata fatta spesso e che ora realizziamo. La mostra Thalassa sarà riproposta con approfondimenti e curiosità, che ci porteranno con gli archeologi subacquei in fondo al mare. In un momento come questo, infine, è importante tenere sempre viva la rete territoriale Extramann, in vista di una ripartenza insieme. Ci fa quindi particolarmente piacere proporre il prezioso lavoro di ricerca fatto con gli amici del Cartastorie, un viaggio alle origini del Mann”. E allora vediamo meglio le iniziative social del Mann che saranno tutte contrassegnate dall’hashtag della campagna Mibact #iorestoacasa.

Il Mann propone una proroga on line della mostra “Thalassa” con i video della sezione “Acque profonde” (foto Mann)
Mostra “Thalassa” virtuale. Da venerdì 24 aprile 2020 si salperà virtualmente alla scoperta di “Thalassa, meraviglie sommerse dal Mediterraneo”: la mostra, a cura di Paolo Giulierini, Salvatore Agizza, Luigi Fozzati, Sebastiano Tusa e Valeria Li Vigni, sarà prorogata online per i fan e follower di Facebook e Instagram. Grazie alla riproposizione web dei video della sezione “Acque profonde”, sarà possibile seguire, come se fossimo nella profondità degli abissi, le più importanti campagne di scavo subacqueo nel Mare Nostrum; non mancheranno brevi percorsi con mini-documentari, realizzati dai curatori, per scoprire i capolavori dell’esposizione.
Mann in quiz. Sempre dal 24 aprile 2020 (ogni martedì e venerdì, alle 11, per quattro puntate), spazio al gioco con la sfida social “Mann in quiz”, proposta dai Servizi Educativi del Museo: in palio, un abbonamento annuale OpenMANN (opzione Family) destinato a chi risponderà, nel modo più completo e rapido possibile, alle cinque domande poste online.
Cortometraggi “La genesi del Mann”. Per due settimane (sabato 25 e domenica 26 aprile 2020; sabato 2 e domenica 3 maggio 2020), sarà per la prima volta online “La genesi del MANN. Un viaggio con ilCartastorie in quattro video”: i docufilm, realizzati nell’ambito del progetto universitario “Obvia- Out of boundaries viral art dissemination”, sono frutto di una ricerca tra i documenti del museo dell’Archivio Storico del Banco di Napoli, partner della rete Extra Mann; i video ricostruiscono l’entusiasmo per le prime scoperte archeologiche delle città vesuviane durante il regno di Carlo III di Borbone e l’atmosfera del tempo nel decennio francese (regia: Damiano Falanga; testi: Andrea Zappulli; supervisione: Sergio Riolo; consulenza scientifica: Andrea Milanese e Daniela Savy). I cortometraggi, nati come approfondimento della mostra “Carlo III e le antichità: Napoli Madrid e Città del Mexico”, offrono l’occasione per conoscere meglio, tramite i volumi della Stamperia di Re Carlo, la figura dell’ingegner Rocco Gioacchino Alcubierre, che non soltanto lavorò alla costruzione della Reggia di Portici, ma fu scopritore e, successivamente, direttore degli scavi di Ercolano. Due documenti del Banco di San Giacomo raccontano, ancora, la permanenza napoletana di Marcello Venuti, archeologo cortonese chiamato da re Carlo III per partecipare alle scoperte di Ercolano. Nei video, caratterizzati dall’originale storytelling de ilCartastorie, è data voce anche al cocchiere dell’Ufficio del Regio Corriere, che accompagnava l’illustre incisore Giovanni Antonio Aloja, e all’orologiaio del Real Museo.
Gli “Incontri di Archeologia”. Da giovedì 30 aprile 2020, infine, saranno online gli “Incontri di Archeologia”: il ciclo web sarà inaugurato dalla lezione di Maria Lucia Giacco, che presenterà un suggestivo virtual tour della splendida collezione Magna Grecia del Mann. A seguire, conferenza di Aurita Di Maria per scoprire “Un cold case del collezionismo egittologico” con le nuove indagini su Giuseppe Picchianti e Angelica Drosso: la collezione egiziana del Museo di Napoli deve la sua fama anche al nucleo della collezione Picchianti, preziosa testimonianza del gusto e della curiosità culturale che, tra Settecento e Ottocento, connotò lo studio delle antichità.
La doppia erma di Erodoto/Tucidide dal museo Archeologico nazionale di Napoli alla Corte Europea di Giustizia: è la terza “ambasciatrice” del Mann in mostra temporanea al Palais lussemburghese, nuova prestigiosa collaborazione internazionale col progetto Obvia dell’università Federico II
Dopo quelle di Seneca e di Pseudo Seneca ecco l’erma bifronte di Erodoto/Tucidide. La destinazione è sempre la stessa: la Corte di Giustizia dell’Unione Europea. La provenienza sempre la stessa: il museo Archeologico nazionale di Napoli. Dal 29 gennaio 2020 la cerimonia inaugurale dell’esposizione temporanea della doppia erma che, grazie al progetto Obvia, resterà al Palais lussemburghese per 18 mesi. “Per la terza volta il museo Archeologico nazionale di Napoli è orgoglioso di prestare alla Corte di Giustizia un capolavoro archeologico estremamente significativo”, ricorda il direttore del Mann, Paolo Giulierini. “Si tratta infatti di un’erma di età imperiale romana con due titani della storiografia a confronto: Erodoto e Tucidide. Entrambi non scrivono in un comodo studiolo. Erodoto è un profugo cacciato dalla patria per motivi politici, e si arricchisce con viaggi e permanenze che lo vedono collegare, idealmente, almeno l’Anatolia, Babilonia, l’Egitto, Atene e la Magna Grecia. Tucidide ad un certo punto pare che sia stato esiliato da Atene in Macedonia per aver fallito un incarico militare contro gli Spartani ed abbia appoggiato, dopo il primitivo sogno di Pericle, il regime oligarchico ateniese controllato da Sparta. E tuttavia, pur nella imperfezione e difficoltà delle vite dei due personaggi, nell’opera si coglie la potenza delle idee, che acquisiscono un valore eterno e la volontà di conservare la memoria, patrimonio fondante dell’identità dei popoli. Non c’è giustizia senza storia, e non ci può essere giustizia senza memoria. Questo è il messaggio che il Mann e Napoli portano alla Corte in questa nuova occasione. Grazie al Presidente di averci dato nuovamente voce”.
La doppia erma di Erodoto/Tucidide (II sec. d.C.) del museo Archeologico nazionale di Napoli è partita nei giorni scorsi alla volta della prestigiosa istituzione lussemburghese: l’opera, esposta al Palais per 18 mesi, è la terza “ambasciatrice” del Mann alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Grazie al progetto “Obvia-out of boudaries viral art dissemination”, realizzato in rete con l’università di Napoli “Federico II”, la doppia erma di Erodoto/Tucidide è il nuovo prestito che unisce il Mann e la Corte di Giustizia dell’UE: la scultura è stata preceduta dall’Erma di Socrate (nel 2017, prima opera italiana in assoluto “ospitata” nel Palazzo lussemburghese) e dallo Pseudo Seneca. “Obvia, Out Of Boundaries Viral Art Dissemination è un progetto universitario adottato del Mann che nasce da un Protocollo d’intesa”, dichiara Daniela Savy, ricercatrice di Diritto dell’Unione europea e docente di Diritto europeo dei beni culturali, “tra l’università Federico II ed il museo Archeologico, per la promozione dell’immagine del Museo sul piano nazionale ed internazionale ai fini dell’audience development inteso quale aumento della partecipazione dei pubblici. Arte senza confini, quindi, per coinvolgere anche altre Istituzioni pubbliche di rilievo internazionale nell’attività di disseminazione della conoscenza delle opere custodite nel Museo”.
Il prestito della Doppia Erma alla Corte di Giustizia dell’UE in Lussemburgo inaugura una nuova stagione di prestigiose relazioni internazionali, nell’ottica della valorizzazione del patrimonio museale. “È un onore per la Corte di Giustizia dell’Unione europea continuare la proficua collaborazione con il museo Archeologico nazionale di Napoli ed accogliere presso la propria sede la doppia erma di Erodoto/Tucidide”, dichiara la prof.ssa Lucia Serena Rossi, giudice italiano presso la Corte di Giustizia dell’Unione europea. “Questa nuova opera, preceduta dall’Erma di Socrate e dallo Pseudo Seneca, si distinguerà tra i capolavori, provenienti da tutto il mondo, esposti presso il Palais della Corte di Giustizia e testimonierà la ricchezza dei nostri Musei nonché la grande sensibilità per la divulgazione del nostro patrimonio culturale in una delle più autorevoli sedi istituzionali europee. La Corte di Giustizia, pertanto, non può che essere lieta ed orgogliosa di ricevere questa nuova e prestigiosa testimonianza della cultura italiana”.
Una scelta densa di significato, dunque, per la nuova esposizione temporanea di un capolavoro del museo Archeologico alla Corte di Giustizia dell’UE: replica di modelli statuari bronzei risalenti al IV sec. a.C. , di cui è attestato un esiguo numero di copie di età romana, l’opera doveva far parte di un’antica galleria di erme bicipiti in un edificio pubblico nell’area degli Horti Maecenatis all’Esquilino. Le teste dei due storici sono legate, eppure guardano in diverse direzioni, confermando i concetti di continuità e differenza, tipici della Doppia Erma: da una parte vi è Erodoto, definito da Cicerone “il padre della storiografia”, fondatore di un metodo rigoroso di analisi dei fatti, grazie a cui sono esaminate non soltanto le ragioni degli avvenimenti, ma anche le connessioni multidisciplinari del discorso; dall’altra Tucidide, “lo storico della ragione”, lucidissimo narratore ed implacabile testimone della Guerra del Peloponneso, raccontata con rigore ed attenzione alla matrice economica del conflitto. Il pensiero di Erodoto e Tucidide è alla base della cultura occidentale ed è stato riferimento imprescindibile, per gli studiosi di qualsiasi epoca, nel dibattito sui concetti di città, democrazia, giustizia.
I faraoni tornano a Napoli. Dopo sei anni di chiusura riapre la sezione Egiziana del museo Archeologico di Napoli, 1200 reperti, la più antica collezione egizia d’Europa nata nel 1821 come Real Museo Borbonico

Il cosiddetto “Neoforo farnese”, forse il primo oggetto egiziano acquisito dal Museo di Napoli, primo in Europa ad avere una collezione egiziana
I faraoni tornano a Napoli. Dopo sei anni di assenza. E tornano non in un luogo qualsiasi ma nella prima città europea in cui avevano trovato “casa”. Riapre infatti l’8 ottobre 2016 la sezione egiziana del museo Archeologico nazionale di Napoli (Mann), oltre 1200 reperti e un nuovo allestimento progettato dal Mann e dall’università l’Orientale di Napoli, completamente ripensato per la più antica collezione d’Europa rispetto al precedente, datato alla fine degli anni Ottanta. È questa la terza tappa del grande progetto “Egitto Pompei” presentato a febbraio (vedi https://archeologiavocidalpassato.wordpress.com/2016/03/01/egitto-passione-antica-da-torino-a-pompei-a-napoli-tre-sedi-per-un-grande-progetto-espositivo-egitto-pompei-grazie-alla-collaborazione-inedita-tra-enti-diversi-legizio/), iniziato al museo Egizio di Torino con la mostra “Il Nilo a Pompei” (vedi https://archeologiavocidalpassato.wordpress.com/2016/03/09/egitto-pompei-al-museo-egizio-di-torino-la-prima-tappa-del-progetto-con-la-mostra-il-nilo-a-pompei-nella-nuova-sala-asaad-khaled-per-la-prima-volta-gli-affreschi-del-tempio-di-isid/), e continuata a Pompei con l’allestimento nella Palestra Grande (vedi https://archeologiavocidalpassato.wordpress.com/2016/04/18/egitto-pompei-seconda-tappa-del-progetto-alla-palestra-grande-di-pompei-si-materializza-la-dea-sekhmet-itinenario-egizio-negli-scavi-dal-tempio-di-iside-alle-domus-con-affreschi-egittizzanti/). E ora Napoli dove l’Egitto, come si diceva, non è una novità. Fu infatti il “Real Museo Borbonico di Napoli” il primo tra i grandi musei europei a istituire una sezione dedicata alle antichità egizie. Era il 1821 e l’allora direttore, Michele Arditi, inaugurò “Il Portico dei Monumenti Egizi”, facendovi confluire l’interessante collezione Borgia, il Naoforo Farnese (forse il primo oggetto egiziano acquisito dal Museo di Napoli) e svariati reperti rinvenuti in Campania in contesti archeologici di epoca romana, descritti l’anno successivo da Giovanbattista Finati in una Guida per la visita delle collezioni. “Naoforo” (“portatore di tempio”) è un termine utilizzato dagli egittologi per indicare un tipo di scultura, tipica proprio dell’arte egiziana, che rappresenta un personaggio che tiene davanti a sé un tabernacolo contenente una figura o degli emblemi divini. A Napoli sarebbero seguiti a ruota nel 1823 Berlino, nel 1824 Torino e Firenze, nel ‘26 il Museo del Louvre a Parigi e nel 1830 i Musei Vaticani. Il primo nucleo delle collezioni del Cairo è del 1858, e l’attuale museo cairota è “solo” del 1902.
Dunque, la più antica collezione egizia d’Europa, divenuta con gli acquisti successivi anche la più importante e ricca d’Italia dopo Torino, torna finalmente a essere esposta al pubblico dall’8 ottobre 2016 – a sei anni dalla chiusura delle sale – nella sezione Egiziana del museo Archeologico nazionale di Napoli. Una conferma del processo di profondo rinnovamento avviato al Mann dal nuovo direttore Paolo Giulierini, che, pochi mesi fa, ha pure inaugurato la splendida sala dedicata ai “Culti Orientali”: entrambi eventi conclusivi dell’importante progetto “Egitto Pompei”, condotto in collaborazione tra il museo Egizio di Torino, la soprintendenza di Pompei e appunto il museo napoletano. La collezione napoletana, oltre 1200 oggetti di una raccolta davvero unica, formatasi in gran parte prima della spedizione napoleonica, conta importanti parti di mummie e sarcofagi, vasi canopi, numerosi e preziosi ushabty, sculture affascinanti come il monumento in granito di Imen-em–inet o la cosiddetta “Dama di Napoli”, statue cubo e statue realistiche, stele e lastre funerarie di notevole fattura, cippi di Horus e papiri.
Con gli egittologi del Mann cerchiamo di conoscere meglio la collezione Egiziana. Il percorso si snoda nelle sale del seminterrato del museo napoletano, oggetto di specifici interventi per il controllo microclimatico e illuminotecnico. Ora l’allestimento è tematico e rilegge i materiali del museo svelando il fascino della grande civiltà egizia: “il faraone e gli uomini”, “la tomba e il suo corredo”, “la mummificazione”, “la religione e la magia”, “la scrittura e i mestieri”, “l’Egitto e il Mediterraneo antico”. Un’ampia sezione introduttiva presenta – anche attraverso l’esposizione di falsi settecenteschi, di calchi ottocenteschi e di esempi dell’arredo antico – le vicende della sezione e delle sue raccolte, preziose testimonianze di storia del collezionismo egittologico. È qui infatti che il visitatore si imbatte nella figura del cardinale Stefano Borgia che animato da interesse storico e antiquario e agevolato dal suo ruolo di Segretario di Propaganda Fide, tra il 1770 e il 1789, implementò la collezione di famiglia di numerose antichità orientali dando vita a una vera e propria raccolta di “tesori dalle quattro parti del mondo”. Ereditata in parte dal nipote Camillo (che non fu certo in buoni rapporti con il governo pontificio, accusato tra l’altro d’essere tra i responsabili dell’invasione francese del Lazio), la raccolta fu acquistata nel 1815 da Ferdinando IV di Borbone. Quindi si incontra il veneziano Giuseppe Picchianti e la moglie, contessa Angelica Drosso, che all’indomani delle campagne napoleoniche in Egitto e delle sensazionali scoperte nella valle del Nilo, in pieno XIX secolo, furono tra quegli avventurieri e collezionisti pronti a recarsi nelle terre dei faraoni a caccia di reperti preziosi, animati dalla speranza di facili profitti. In un viaggio durato sei anni, misero insieme una raccolta notevolissima che tentarono di vendere prima al re di Sassonia e poi al Museo di Napoli, che tuttavia ne acquistò solo una parte nel 1828. Insoddisfatto dal ricavato, un mese dopo, Picchianti donò la restante collezione allo stesso museo, a patto d’essere assunto come custode e restauratore delle antichità egizie (fece anche alcuni interventi sulle mummie), non mancando di approfittare del suo ruolo per sottrarre alcuni oggetti rivenduti poi al British Museum.

Una tavola del fumetto “Nico e l’indissolubile problema… egizio” del grande disegnatore disneyano Blasco Pisapia
Nuova guida e album a fumetti. Particolarmente attenta nei contenuti e nella grafica, arricchita da contributi multimediali è la didattica con l’aggiunta di una guida dedicata, in un nuovo formato editoriale, a cura di Electa. È infine una vera sorpresa l’albo a fumetti, dedicato alla sezione Egiziana del Mann (Electa) appositamente creato dal grande Blasco Pisapia per invitare i piccoli visitatori a scoprire le meraviglie racchiuse nel museo. All’architetto e fumettista napoletano – che ha collaborato con le principali case editrici italiane di libri per ragazzi e che da vent’anni è autore completo Disney Italia/Panini – si devono dunque i testi e i disegni di “Nico e l’indissolubile problema… egizio”. Il fumetto rientra nel progetto Obvia ideato da Daniela Savy (università Federico II di Napoli) e da Carla Langella (Seconda università di Napoli) con il quale il museo Archeologico nazionale di Napoli vuole proporre nuove modalità di fruizione e valorizzazione delle opere d’arte al di fuori dei consueti confini dei musei e dei siti culturali.
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