#iorestoacasa. “Il porto fluviale di Aquileia e i commerci” con Cristiano Tiussi è il tema della terza “pillola video” proposta dalla Fondazione Aquileia
“Il porto fluviale di Aquileia e i commerci” con protagonista Cristiano Tiussi, archeologo e direttore della Fondazione Aquileia è il tema della terza “pillola” video proposta dalla Fondazione Aquileia che apre virtualmente le porte della città antica al pubblico, in questo momento di chiusura forzata, aderendo alla campagna del MiBACT #iorestoacasa. Oggi chi visita le rovine, ancora ben conservate, della sponda e delle banchine di carico e scarico, dei piani inclinati e delle rampe di raccordo con le vie urbane fatica a immaginare che sotto la passeggiata della cosiddetta “via Sacra” si aprisse un bacino fluviale largo quasi cinquanta metri, nel quale approdavano imbarcazioni di diversa stazza, provenienti da tutto il Mediterraneo; oppure, che alle spalle della banchina si sviluppasse un lunghissimo edificio, con tre soli accessi collegati ai piani inclinati.

Il porto fluviale di Aquileia è uno degli esempi meglio conservati di struttura portuale del mondo romano (foto Gianluca Baronchelli)
Il porto fluviale è uno degli esempi meglio conservati di struttura portuale del mondo romano e sorgeva sull’antico corso del Natisone e Torre, che costeggiava a est l’antica città e che in questo punto aveva una larghezza di quasi cinquanta metri. Le strutture, scavate negli anni Trenta del secolo scorso, si sviluppavano per più di trecento metri lungo la sponda destra del fiume, a ridosso delle mura di età repubblicana. Sovrappostosi ad un più antico impianto, il porto fluviale fu completamente ristrutturato all’inizio del I secolo d.C., con un nuovo complesso di banchine e un lungo edificio retrostante, che si apriva verso il fiume. Tre rampe, oblique rispetto al prospetto delle banchine, consentivano il collegamento con la viabilità urbana. Ulteriori trasformazioni risalgono all’età di Costantino il Grande (306- 337 d.C.) pochi anni prima che, proprio sopra le banchine, venissero erette le nuove mura di cinta, che decretarono, assieme al restringimento dell’alveo, il progressivo abbandono del porto.
#iorestoacasa. La Fondazione Aquileia propone dieci pillole video per scoprire le tante anime di Aquileia. Si inizia con un excursus storico del presidente Antonio Zanardi Landi

Dieci pillole video per scoprire le tante anime di Aquileia. Aquileia apre virtualmente le porte al pubblico, in questo momento di chiusura forzata, e aderisce alla campagna del MiBACT #iorestoacasa con una nuova proposta on-line: dieci narratori d’eccezione saranno i protagonisti di altrettante “pillole video” che sono in rete sul canale YouTube e Facebook della Fondazione Aquileia a partire da venerdì 27 marzo 2020. “Due volte alla settimana cercheremo di sollevare un velo”, spiega il presidente della Fondazione, Antonio Zanardi Landi, “sulle tante anime di Aquileia, provando a restituire la complessità della sua eredità storica e la vitalità della grande città cosmopolita che fu nei secoli passati. Il patrimonio di Aquileia appartiene a tutti e in questo momento abbiamo pensato di condividerlo attraverso dieci video dalla durata di tre minuti realizzati grazie a un nuovo montaggio dei materiali girati per il film “Le tre vite di Aquileia”, realizzato da 3D Produzioni in collaborazione con Sky Arte e Istituto Luce Cinecittà, con la regia di Giovanni Piscaglia”.
Si parte da “L’eredità storica di Aquileia” con un excursus a cura di Antonio Zanardi Landi, poi “Il patrimonio epigrafico” narrato dal prof. Claudio Zaccaria professore emerito dell’università di Trieste, a seguire “Aquileia e il Mediterraneo” illustrati da Cristiano Tiussi, archeologo e direttore della Fondazione Aquileia. Scopriremo poi “Il Museo Archeologico Nazionale” attraverso l’intervista alla direttrice Marta Novello e “Le Domus di Aquileia” attraverso le parole di Francesca Ghedini, professoressa emerita dell’università di Padova. A seguire le puntate su “Le perle archeologiche nel Fondo Pasqualis” con protagonista la professoressa Patrizia Basso dell’università di Verona, mentre l’archeologo Luca Villa ci spiegherà la storia millenaria della “Basilica e della Cripta degli Scavi”. Degli “Affreschi dell’abside della Basilica” parlerà la professoressa Enrica Cozzi, il professore Banti ci illustrerà “La storia del milite ignoto”, Cristiano Tiussi e Luca Villa racconteranno il “Palazzo Episcopale e Sudhalle” e lo stesso direttore Tiussi chiuderà la serie con gli “Open Day e i giovani archeologi ad Aquileia”.
Al museo dell’Ara Pacis di Roma la mostra “Aquileia 2.200. Porta di Roma verso i Balcani e l’Oriente” celebra l’anniversario della fondazione della colonia romana con reperti dal Man, calchi storici e immagini suggestive di Ciol

La “Testa di Vento” testimonial della mostra “Aquileia 2.200. Porta di Roma verso i Balcani e l’Oriente” al museo dell’Ara Pacis di Roma

Reperti dal museo Archeologico nazionale di Aquileia nella mostra all’Ara Pacis di Roma (foto Leonardo Becuzzi)
Tra i prestigiosi spazi dell’Ara Pacis a Roma fa capolino l’iconica “testa di Vento” bronzea, di ascendenza ellenistica; più in là la testa di vecchio, improntata a forte realismo; e poi la bellissima stele funeraria del gladiatore; due eccezionali mosaici (raffiguranti uno “pesci adriatici”, l’altro uno stupendo pavone); rilievi marmorei e statue. Sono solo alcuni degli eccezionali reperti dal museo Archeologico nazionale di Aquileia con i quali, per i 2200 anni dalla fondazione dell’antica città di Aquileia, Roma Capitale e il museo dell’Ara Pacis ne celebrano la storia nella mostra “Aquileia 2.200. Porta di Roma verso i Balcani e l’Oriente” in programma dal 9 novembre al 1° dicembre 2019 che intende ripercorrere le numerose “trasformazioni” della Città nei suoi momenti storicamente più significativi: l’antica città romana, l’Aquileia bizantina e medioevale e il Patriarcato, sino a giungere al periodo in cui la città fu parte dell’Impero Asburgico e infine agli anni della Prima Guerra Mondiale e del successivo dopoguerra.

Il suggestivo percorso espositivo della mostra “Aquileia 2.200. Porta di Roma verso i Balcani e l’Oriente” all’Ara Pacis di Roma (foto Leonardo Becuzzi)
Aquileia porta di Roma verso i Balcani e l’Oriente: il porto più settentrionale del Mediterraneo, una posizione privilegiata e una proiezione quasi obbligata verso il suo entroterra centroeuropeo, un punto d’arrivo di disparate ed indipendenti influenze culturali e religiose, soprattutto dall’Africa, dal Vicino Oriente, dalla Grecia, dai territori danubiani. Tutto questo concorre a fare di Aquileia una Roma diversa, un luogo suggestivo e degno di essere visitato e apprezzato. Promossa da Roma Capitale, assessorato alla Crescita culturale – sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, e realizzata dalla Fondazione Aquileia in collaborazione con il Polo museale del Friuli Venezia Giulia e il museo Archeologico nazionale di Aquileia, prestatore di alcune opere d’arte di eccezionale valore, e con il patrocinio del ministero per i Beni e le Attività culturali e per il turismo, la mostra “Aquileia 2200. Porta di Roma verso i Balcani e l’Oriente”, curata da Cristiano Tiussi, direttore della Fondazione Aquileia, e da Marta Novello, direttrice del museo Archeologico nazionale di Aquileia, con un contributo di don Alessio Geretti, che segue le iniziative culturali di Illegio, pone l’accento sull’importanza del rapporto Aquileia-Roma e sulla straordinaria capacità di rigenerarsi di una città, più volte risorta dopo invasioni, spoliazioni, guerre e terremoti.

La testa di anziano (I sec. a.C.) uno dei volti più celebri della galleria di ritratti funerari del museo di Aquileia (foto Man)
Fondata nel 181 a.C., fu avamposto di Roma nel lembo estremo nord-orientale della penisola, porto commerciale di primissimo piano, fu una città ricca e popolosa, tanto da essere ricordata dal poeta Ausonio (IV secolo d.C.) come la quarta d’Italia, dopo Roma, Milano e Capua. Nello stesso periodo divenne un importante centro d’irradiazione del Cristianesimo nelle regioni contermini del centro ed Est Europa, e nei secoli successivi rappresentò la diocesi metropolitica di un amplissimo territorio, che andava dal lago di Como al lago Balaton, in Ungheria. Per secoli Aquileia è stata porto commerciale di primissimo piano dell’intero Mediterraneo e ha costituito la porta d’entrata non solo di derrate e di merci, ma anche di arte e idee provenienti dal Nord Africa e dal Medio Oriente che, rielaborate e metabolizzate, si sono poi diffuse nell’Italia Settentrionale, nei Balcani e nel Noricum. Fu anche sede di un principato ecclesiastico e di uno Stato Patriarcale, a partire dal 1077 e fino alla conquista veneziana nel 1420, mentre il Patriarcato come entità ecclesiastica fu soppresso solo nel 1751, avendo come eredi le Arcidiocesi di Udine, per la parte veneta, e di Gorizia, per la parte imperiale. Passata sotto l’Impero degli Asburgo, vi rimase fino alla prima guerra mondiale, assumendo nel contesto bellico un ruolo fortemente simbolico. Il ruolo che Aquileia ha svolto per due millenni ha avuto un significato non solo militare, politico ed economico, ma anche culturale e ideale nel bacino del Mediterraneo e nel rapporto tra Oriente e Occidente. Mettere in rilievo questa “specialità” di Aquileia a livello nazionale ed europeo è l’obbiettivo primario della mostra “Aquileia 2200”.

Il restauro dei calchi realizzati nel 1937 e conservati al museo nazionale della Civiltà romana (foto Man)
La storia di Aquileia, in particolare quella del periodo romano, si dipana attraverso un suggestivo percorso che narra, anche grazie al supporto di strumenti multimediali, la fondazione della colonia latina, lo sviluppo della città nel primo impero, la società e l’artigianato artistico, l’evoluzione urbanistica nella tarda antichità e quella del primo complesso basilicale cristiano. Chiudono l’esposizione due spaccati storici sul Patriarcato di Aquileia e sul viaggio del milite Ignoto da Aquileia al Vittoriano di Roma nel 1921. Della mostra fanno parte dei 23 calchi di reperti aquileiesi realizzati nel 1937 in occasione della mostra Augustea della Romanità (dove Aquileia era la città più rappresentata, insieme a Ostia e Pompei), oggi custoditi al museo della Civiltà Romana e alcuni di essi restaurati per l’occasione grazie alla Fondazione Aquileia. E trenta reperti fra i più preziosi del museo Archeologico nazionale di Aquileia, alcuni dei quali abbiamo già ricordato: la stupenda testa bronzea di Vento, di ascendenza ellenistica; la testa di vecchio, improntata a forte realismo; il mosaico con raffigurazione di pesci “adriatici”; la bellissima stele funeraria del gladiatore; la stele raffigurante un torchio (testimonianza della produzione vitivinicola che, in epoca romana come oggi, caratterizza la zona di Aquileia); un ampio repertorio di oggetti in ambra, espressione di quell’artigianato artistico che si era sviluppato nella città, punto d’arrivo dell’antichissima via dell’Ambra proveniente dal Baltico, dove questa resina fossile veniva raccolta. E poi, nella sezione del Cristianesimo, un bassorilievo in pietra calcarea del IV secolo raffigurante l’abbraccio tra Pietro e Paolo, commovente testimonianza della vitalità e della ricchezza della grande Chiesa Aquileiese, e lo stupendo mosaico del pavone, prestato per l’occasione dall’Arcidiocesi di Gorizia. Chiudono il percorso due spaccati storici sul Patriarcato di Aquileia e sul Milite Ignoto. In quest’ultima sezione in particolare sarà esposto per la prima volta il tricolore, recentemente donato allo Stato, che avvolse, nella cerimonia in Basilica ad Aquileia nel 1921, il feretro del soldato scelto dalla madre di un soldato caduto e disperso, Maria Bergamas, per rappresentare tutte le vittime disperse in guerra.
Ad arricchire la mostra, al centro del percorso espositivo, sono collocate 43 splendide fotografie del grande Maestro friulano Elio Ciol, che da decenni coglie l’essenza degli antichi oggetti e dei resti monumentali tuttora visibili, fornendo un formidabile apporto documentario, emozionante e vivido, di Aquileia. Questi e altri lavori del maestro Ciol sono stati esposti quest’estate al MAMM di Mosca e prossimamente daranno vita a un’altra mostra a Ekaterinburg. Sono vere rivelazioni, non semplici documenti, questi scatti in bianco e nero con i quali, quarant’anni fa, il fotografo friulano Elio Ciol seppe intercettare – con poetica analoga a quella del neorealismo cinematografico – la radiazione di mistero e grandezza che ad Aquileia pietre, viali, colonne, iscrizioni, oggetti, architetture, sculture, mosaici ed affreschi emanano da 2200 anni a questa parte. Le fotografie di Elio Ciol narrano che il destino di Aquileia è scritto nella pietra. Sta scritto nelle pietre grandi del Foro o del porto fluviale come in Basilica nelle pietre minuscole e policrome del mosaico paleocristiano più vasto al mondo; nella lapide fondativa della colonia romana, istituita nel 181 a.C., come nel solco dell’aratura dei buoi; nei colonnati e nelle statue di una metropoli connotata da un rango e da una vitalità tipici di una vera e propria altra Roma, rivolta all’Adriatico e al mondo nordafricano, ai Balcani e all’Oriente; nella fioritura impressionante di una Chiesa culturalmente e teologicamente originalissima, tra le più missionarie di quelle seminate in età subapostolica; nelle tracce lasciate da devastazioni e spoliazioni e migrazioni e rinascite lungo l’epoca tardoantica e altomedioevale, per culminare nella singolare istituzione dello stato patriarcale aquileiese tra il 1077 e il 1420. Tutto ciò che attraversò Aquileia e che da essa si irradiò, cultura, arti, fede, scambi di merci preziose, connessioni politiche e vicissitudini militari, segnò profondamente il cuore dell’Europa e l’identità di diversi popoli che oggi possono comprendersi anche perché conservano nel proprio patrimonio genetico qualche tratto di quella comune madre.
“Open day” ad Aquileia: apertura delle aree archeologiche e dei cantieri di scavo; visite guidate con i curatori della mostra “Magnifici ritorni” al museo Archeologico nazionale; e gran finale con il concerto in basilica
Aquileia apre le porte ad appassionati e turisti per l’Open Day di sabato 14 settembre 2019. Previsti l’apertura delle aree archeologiche e dei cantieri di scavo; visite guidate con i curatori della mostra “Magnifici ritorni” al museo Archeologico nazionale; e gran finale con il concerto in basilica. Grazie alla collaborazione tra Fondazione Aquileia, soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia, Comune di Aquileia, università di Padova, di Trieste, di Udine, di Venezia e di Verona, Pro Loco Aquileia, associazione nazionale per Aquileia, Società Friulana di Archeologia tutte le aree archeologiche e i cantieri di scavo saranno aperti al pubblico e archeologi e studiosi aspetteranno cittadini e appassionati sugli scavi per raccontare le ultime scoperte e i risultati delle indagini più recenti.
Durante la giornata dedicata alla riscoperta dello straordinario patrimonio archeologico di Aquileia, sito Unesco dal 1998, potrete visitare – tra le 10.30 e le 12.30 e al pomeriggio tra le 15.30 e le 17.30 – il foro romano scendendo tra le colonne, il porto fluviale, il sepolcreto, il cantiere delle grandi terme e del teatro, le mura a zig zag e il decumano di Aratria Galla, l’area del fondo Cal con i resti delle antiche domus, lo scavo delle Bestie ferite e di via Gemina, lo scavo dell’area dei mercati e delle antiche mura ai fondi Pasqualis e il fondo Sandrigo accanto al porto. Saranno visitabili anche la domus di Tito Macro sul fondo Cossar, dove si è concluso il primo lotto di lavori per la valorizzazione dell’area e la domus e palazzo episcopale in cui ci si può immergere nella storia di Aquileia. In tutte le aree ci saranno gli archeologi ad accogliere i visitatori e inoltre in piazza Capitolo, al foro, al porto fluviale e all’incrocio di via XXIV Maggio ci saranno dei punti di informazione dove trovare le mappe con l’indicazione delle aree archeologiche.

La locandina della mostra “Magnifici Ritorni. Tesori aquileiesi dal Kunsthistorisches Museum di Vienna” dall’8 giugno al 20 ottobre 2019
Sempre sabato 14 settembre 2019, alle 17.30, al museo Archeologico nazionale di Aquileia, visita guidata alla mostra “Magnifici Ritorni”, organizzata da Fondazione Aquileia, Polo museale del FVG e Kunsthistorisches Museum di Vienna. Le visite sono tenute dai curatori Cristiano Tiussi, direttore di Fondazione Aquileia, e Marta Novello, direttrice del museo Archeologico nazionale di Aquileia. La visita è compresa nel costo del biglietto di ingresso al museo (gratuito per i minori di 18 anni, i possessori di abbonamento #SuperMAN e le gratuità ministeriali previste). Prenotazione obbligatoria a
museoaquileiadidattica@beniculturali.it, scrivendo alle pagine social del #MANAquileia o chiamando al numero 0431 91035 dal lunedì al venerdì.
Ancora sabato 14 settembre 2019 ad Aquileia gran finale con “La Musica dei cieli” che chiude l’edizione 2019 dei Concerti in basilica ad Aquileia organizzati dalla Socoba con il contributo della regione Friuli Venezia Giulia e della Fondazione Aquileia. Appuntamento alle 20.45 con l’esibizione del Coro Polifonico di Ruda, diretto da Fabiana Noro, in un progetto liberamente ispirato al Paradiso di Dante. Sarà l’attore e direttore di prosa del teatro Giovanni da Udine, Giuseppe Bevilacqua, a condurre il pubblico attraverso la terza cantica del sommo poeta mentre il coro legherà il tutto con un programma sacro quasi completamente ‘a cappella’ di autori dell’Ottocento e del Novecento. Bevilacqua, in particolare, leggerà passi dal Canto I (1-12, 37-87), dal Canto III (69-123), dal Canto XI (57-63, 73-87), dal Canto XXI (107-123) e dal Canto XXXIII (1-57, 84-93, 105-145) mentre il Polifonico, dopo l’apertura con il De profundis di Arvo Part (1935) proseguirà la sua esibizione con brani di Ambroz Copi (1973), Joseph Rheinberger (1839-1901), Grigori Ljiubimov (1882-1934), Francis Poulenc (1899-1963), Pau Casals (1876-1973), Pavel Chesnokov (1877-1944), Ola Gjeilo (1978), Dmitrij Bortnjanskij (1751-1835), Giovanni Bonato (1961), Manolo da Rold (1976) ed Eric Whiteacre. Il progetto “La musica dei Cieli” nasce da una intuizione di Fabiana Noro: ‘’Si tratta di evidenziare un protagonista tra i tanti del Paradiso – dice – e di accompagnare le relative letture con dei brani che si avvicinino ai temi trattati dal sommo poeta. In particolare nel progetto saranno evidenziate le figure di Piccarda Donati, Giustiniano, san Francesco d’Assisi, Pier Damiani mentre il finale sarà dedicato all’empireo e alla perfetta beatitudine del poeta che vede la luce di Dio e trova la sua voce nei brani Sweet di Manolo da Rold e Lux aurumque di Eric Whitacre’’.
“Archeologia ferita”: dalla moschea di Giona distrutta dall’Isis a Mosul al mosaico di Giona. La Fondazione Aquileia presenta il libro “La storia di Giona. Nei mosaici della Basilica di Aquileia”
La campata orientale del mosaico teodoriano dell’aula sud della basilica di Aquileia è interamente occupata dagli episodi della storia biblica di Giona. All’interno di un contesto marino, popolato da pesci (polpi, delfini, seppie, ecc.) e da altri animali (anatre) e ravvivato da scene di pesca, si stagliano i tre momenti principali della saga dell’Antico Testamento. Verso Nord, il profeta è gettato in mare da una barca, sulla quale compare una strana figura di ornate, e inghiottito da un mostro marino; verso Sud, dopo il tondo con l’iscrizione celebrativa di Teodoro, Giona è rigettato dopo tre giorni dal mostro e, nella scena successiva, è colto in riposo sotto una pianta di cucurbitacee. L’intero racconto è un’allegoria della resurrezione di Cristo, e più in generale, del destino ultraterreno che attende coloro che sono stati battezzati. Proprio al mosaico di Giona è dedicato l’incontro di venerdì 1° marzo 2019 alle 18 in sala Ajace a Udine, dove verrà presentato il libro “La storia di Giona. Nei mosaici della Basilica di Aquileia” in un evento voluto da Fondazione Aquileia, università di Udine e Comune di Udine. Il volume, edito da Allemandi, ideato dalla Fondazione Aquileia, è arricchito delle magnifiche fotografie di Elio Ciol che, appesosi alle capriate altissime della Basilica, fotografò dall’alto i mosaici da poco puliti e restaurati. Ne uscì una serie di 12/14 immagini di singolarissima nitidezza e che rendono ogni sfumatura ed ogni dettaglio della Storia di Giona. L’opera, dedicata allo splendido ciclo musivo della storia di Giona nella Basilica di Aquileia, si ricollega al programma “Archeologia Ferita” con cui dal 2015 la Fondazione Aquileia si propone di portare al museo Archeologico nazionale di Aquileia reperti e opere provenienti da musei e siti devastati dal terrorismo fondamentalista. La prima distruzione da parte di Isis di un edificio di culto a Mosul si è verificata proprio a danno della moschea di Giona (Yunus) e della Tomba del Profeta. Ne parleranno, moderati da Omar Monestier, direttore del Messaggero Veneto, Antonio Zanardi Landi, presidente della Fondazione Aquileia, Pietro Fontanini, sindaco di Udine, Alberto Felice De Toni, rettore dell’università di Udine, Daniele Morandi Bonacossi, docente di Archeologia del Vicino Oriente all’università di Udine e Cristiano Tiussi, direttore della Fondazione Aquileia. Ingresso libero fino a esaurimento posti.
Daniele Morandi Bonacossi, docente di Archeologia del Vicino Oriente all’università di Udine, parlerà di distruzione del patrimonio culturale: il primo grande edificio di culto distrutto dall’Isis a Mossul fu la Moschea di Giona (Yunus in arabo) insieme alla Tomba di Giona nel luglio del 2014 (vedi https://archeologiavocidalpassato.wordpress.com/2017/03/01/larte-violata-della-mesopotamia-grido-di-dolore-lanciato-dal-prof-brusasco-dalla-platea-di-tourisma-2017-le-immagini-e-le-cronache-delle-distruzioni/).
Cristiano Tiussi, archeologo e direttore della Fondazione Aquileia, nel suo saggio racconta come avvenne la scoperta del mosaico: “I problemi di umidità di risalita lungo i muri perimetrali della basilica avevano reso necessario, infatti, un progetto integrale di risanamento, che fu affidato dalla Imperial-Regia Commissione Centrale per lo Studio e la Conservazione dei Monumenti (K. K. Zentral-Kommission für Erforschung und Erhaltung der Kunst- und Historischen Denkmale) all’ingegnere superiore Rudolf Machnitsch (alias Rodolfo Machini, 1863-1938). I lavori furono seguiti dalla neonata (1906) Società per la Conservazione della Basilica. Inaspettatamente, lo scavo effettuato a ridosso dei muri per verificare quali fossero le condizioni delle fondazioni mise in luce un pavimento musivo, e questo orientò l’indagine in una direzione completamente diversa. Asportato il pavimento della basilica, per tagli trasversali fu effettuato lo sterro delle navate centrale e meridionale, mirando a seguire il mosaico e ad accertarne la reale estensione, senza fare troppa attenzione alle pur interessanti testimonianze di fasi successive. Ad agosto 1909, lo scavo raggiunse e inglobò nei due mesi successivi la zona del saggio eseguito da Niemann e Swoboda. E fu allora che emerse in tutto il loro splendore il ciclo di Giona, l’unica partizione musiva campita su tutta la larghezza dell’edificio, e venne definitivamente confermato il carattere cristiano dei mosaici”.
Aquileia. Per l’ultima settimana della mostra “Tesori e imperatori. Lo splendore della Serbia romana” due eventi speciali: focus sull’antica città di Felix Romuliana e l’imperatore Galerio, e visite guidate “a porte chiuse” con archeologi speciali

Un prezioso elmo da parata esposto nella nella mostra “Tesori e imperatori. Lo splendore della Serbia romana” ad Aquileia
Ultima settimana per visitare la mostra “Tesori e imperatori. Lo splendore della Serbia romana” che proseguirà fino a domenica 3 giugno 2018 a palazzo Meizlik ad Aquileia, organizzata dalla Fondazione Aquileia, dal museo nazionale di Belgrado e dalla soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia in collaborazione con il Polo Museale del Friuli Venezia Giulia, il Comune di Aquileia e l’Associazione nazionale per Aquileia. Settimana arricchita da alcuni eventi speciali: martedì 29 maggio 2018 alle 18 l’antica città di Felix Romuliana e l’imperatore Galerio saranno protagonisti di un incontro aperto al pubblico in Casa Bertoli (via Popone 6) che vedrà come ospite speciale Bora Dimitrijevic, già direttore di Felix Romuliana e del museo nazionale di Zajecar. Alla conferenza, organizzata da Fondazione Aquileia, soprintendenza Archeologia Belle Arti Paesaggio del Friuli Venezia Giulia e Associazione nazionale per Aquileia seguirà per i partecipanti la visita alla mostra guidata da Cristiano Tiussi. Venerdì 1° giugno 2018 doppio appuntamento alle 18 e alle 20 con le visite “a porte chiuse” alla mostra guidate dal direttore della Fondazione Aquileia con la partecipazione di due archeologi provenienti dalla Serbia- Nemanja Mrđić e Biljana Lučić – che ci racconteranno gli antichi siti di Sirmium e Viminacium (prenotazioni scrivendo a ufficiostampa@fondazioneaquileia.it).

Ai confini orientali della Serbia il Danubio s’incunea nello splendido scenario delle Porte di Ferro
Alle estreme propaggini orientali della Serbia il Danubio s’incunea nello splendido scenario delle Porte di Ferro. Duemila anni fa il fiume segnava il confine di un impero, quello romano, che nel periodo della sua massima espansione arrivava alla Tracia (Bulgaria sud-orientale, Grecia nord-orientale, Turchia europea) e alla Dacia. L’Illirico fu teatro di eventi cruciali – la campagna di Traiano, l’ascesa al potere di Diocleziano e di Costantino. Fu terra di fortificazioni, di legionari e di imperatori, di grandi residenze imperiali, di prosperi quartieri urbani, di commerci fiorenti, luogo di convivenza di culture e segni dei diversi influssi religiosi. Seicento anni di storia e di storie sono raccolti nella mostra “Tesori e imperatori. Lo splendore della Serbia romana” che attraverso sessantadue reperti provenienti dal museo nazionale di Belgrado, dal museo nazionale di Zaječar e di Niš e dai musei di Požarevac, Novi Sad, Sremska Mitrovica e Negotin, oltre a un calco storico della Colonna Traiana (1861) prestato dal museo della Civiltà Romana, ci trasportano in un lungo viaggio sulle tracce della storia dell’impero romano, dalla sua espansione all’età tardoantica fino al suo crepuscolo, quando il limes non resse più all’invasione dei barbari, in particolare gli Unni, gli stessi che, guidati da Attila, metteranno a ferro e fuoco anche Aquileia. E al Danubio, una via d’acqua che non era solo linea di frontiera, ma confine permeabile agli scambi e alle influenze che provenivano dai territori situati al di là, è dedicata la prima sala della mostra, che ne rievoca gli scenari grazie a un’installazione multimediale di suoni e immagini.

Il cosiddetto cammeo di Belgrado in sardonica a più strati, con l’imperatore a cavallo trionfante sopra il nemico sconfitto
Questo territorio nel medio e tardo impero conobbe uno sviluppo eccezionale, grazie anche ai favori dei numerosi imperatori che vi nacquero: da Ostiliano a Costanzo III, passando attraverso Costantino il Grande. In questi luoghi diverse relazioni sociali e impulsi culturali provenienti dal territorio italico e dalle province orientali hanno trovato una sintesi. Le tradizioni locali si fusero ben presto con la cultura romana lasciandoci opere di grande valore in una regione che con la riorganizzazione amministrativa e municipale vide sorgere grandiose ville imperiali, come quella di Mediana presso Naissus (Niš), a volte nella forma di fortezza, come a Felix Romuliana (Gamzigrad), o nuovi lussuosi quartieri urbani su iniziativa dei regnanti che, nel caso di Sirmium (Sremska Mitrovica), potevano anche includere la presenza di un palazzo con il circo, come ad Aquileia. Alcune opere, che vengono riunite eccezionalmente nell’esposizione, sono da annoverare tra le più significative creazioni artigianali o artistiche dell’epoca: le maschere da parata in bronzo ci restituiscono tutto il solenne cerimoniale dell’esercito romano e gli elmi tardoantichi di ufficiali, in particolare quello ritrovato a Berkasovo, dorato e tempestato di elementi in pasta vitrea multicolore a imitazione delle pietre dure, sono un vero e proprio capolavoro. La testa in porfido rosso dell’imperatore Galerio proveniente da Gamzigrad e la mano sinistra con globo sembra siano appartenute ad una figura colossale che poteva rappresentare Galerio come dominatore del mondo. Uno dei reperti più preziosi esposto in mostra è il cosiddetto cammeo di Belgrado in sardonica a più strati, con l’imperatore a cavallo trionfante sopra il nemico sconfitto. Ma il pezzo di arte e di propaganda politica più rappresentativo del tempo di Costantino è la famosa testa in bronzo con diadema dello stesso imperatore parte di una statua dorata rinvenuta nella città natale Naissus, esempio di magnificenza imperiale.
“Economia della bellezza”: il Future Forum arriva ad Aquileia. Due giorni di studio sullo sviluppo dell’economia attraverso la valorizzazione innovativa dei siti Unesco
Appuntamento ad Aquileia, area archeologica di eccezionale importanza, Patrimonio dell’Umanità, per una due giorni di studio sul futuro della città: il 22-23 marzo 2018 c’è Future Forum ad Aquileia. L’iniziativa rientra nel progetto “Future Forum”, giunto alla quinta edizione, promosso dalla Camera di Commercio di Udine, tra il 9 marzo e il 13 aprile, dal titolo “Economie della bellezza”, lo sviluppo dell’economia attraverso la valorizzazione innovativa dei Siti Unesco. Quest’anno il format è stato rinnovato: oltre a Udine, la manifestazione – con conversazioni, interviste, workshop e conferenze -, è itinerante in varie tappe i quattro siti Patrimonio Unesco della regione: Aquileia, Palmanova, Cividale del Friuli, Forni di Sopra e Tolmezzo, avviando una riflessione con ospiti locali e internazionali su come valorizzare in modo innovativo e proiettato al futuro le nostre preziose vestigia come volano per lo sviluppo dell’intero territorio. Il Forum è partito da Udine, con un incontro tra i principali responsabili delle politiche nazionali e regionali a favore del Turismo e dei Beni e del Patrimonio culturale, sulle prospettive di sviluppo nella gestione di questa nuova economia, come anche nei modelli allestitivi e contenutistici che ne aumentino i gradi di accessibilità per tutti i cittadini.
A Cividale del Friuli, che l’Unesco ha scelto con il titolo: “Cividale del Friuli, i luoghi del potere”, Future Forum indaga nelle dimensioni contemporanee in cui si manifestano il potere e l’economia. (con la collaborazione del Festival della Politica di Mestre organizzato dalla Fondazione Gianni Pellicani). Ad Aquileia si riflette con studiosi ed esperti sui casi di scuola di Pompei ed Ercolano e la gestione dei siti archeologici e su come le città d’arte crescono intorno al patrimonio storico-monumentale (con la collaborazione della Fondazione Aquileia). A Palmanova si approfondiranno le ragioni e i vantaggi del lavoro collaborativo e in rete, in ogni settore dell’economia e delle attività, oltre che per i siti UNESCO. Si presenteranno le prospettive internazionali nell’uso delle nuove tecnologie per visitare siti e musei. Palmanova sarà anche sede di un workshop sull’illustrazione e il fumetto, con un Maestro internazionale che, con giovani illustratori e disegnatori italiani, reinterpreterà la Città Fortezza mai attaccata (con la collaborazione dell’Associazione Nova Ludica). A Forni di Sopra (e a Tolmezzo) alcuni dei migliori esperti e protagonisti delle politiche pubbliche europee e nazionali sulla gestione e valorizzazione economica del paesaggio, presenteranno casi e buone pratiche di uso sostenibile e consapevole del patrimonio naturalistico (con la collaborazione di Mecenate90 e la partecipazione di Innovalp).
Appuntamento quindi giovedì 22 marzo 2018 alle 17, in sala consiliare del municipio di Aquileia, sito Unesco dal 1998, per la prima giornata del Future Forum dal titolo “Come cresce la città d’arte? Progettare nuova architettura in città d’arte e siti storico-culturali”. Intervengono Pietro Valle, Studio Valle Architetti Associati, Udine e Milano, “Dal Contrasto all’analogia, il dialogo tra l’intervento architettonico contemporaneo e i siti archeologici”; Ugo Carughi, presidente Docomomo Italia, “Napoli. Archeologia e grandi opere urbane”; Luca Caburlotto, direttore polo museale del Friuli Venezia Giulia, MIBACT, e Maria Grazia Santoro, assessore alle Infrastrutture e territorio Regione Friuli Venezia Giulia. Seconda giornata di lavori, venerdì 23 marzo 2018, sempre alle 17, in sala consiliare del Municipio di Aquileia, dal titolo “Patrimomio culturale: passato, presente e futuro. Due esperienze a confronto”. Intervengono Luca Zan, università di Bologna; Luigi Maria Sicca, università di Napoli; Cristiano Tiussi, direttore Fondazione Aquileia;
Gianni Torrenti, assessore alla Cultura Regione Friuli Venezia Giulia; Antonio Giusa, ERPAC- Ente Regionale Patrimonio Culturale.
Accordo storico: alla Fondazione Aquileia la gestione di tutto il sito archeologico di Aquileia romana (104mila metri quadri) con l’obiettivo di valorizzare la città antica attraverso un percorso storico unico tra scavi e musei

Il ministro Dario Franceschini ad Aquileia con il presidente della Fondazione Zanardi Landi e il governatore della Regione Debora Serracchiani
Il sito archeologico di Aquileia ha un solo gestore: la Fondazione Aquileia. Con un obiettivo: creare un grande percorso culturale unico. È stato infatti siglato un accordo storico tra il Mibact e la Fondazione Aquileia per il conferimento in uso alla Fondazione Aquileia di tutte le aree archeologiche dell’antica città romana. La Fondazione Aquileia si occuperà di gestione, manutenzione ordinaria e straordinaria e valorizzazione del sito archeologico, alla soprintendenza rimarranno la tutela e alcuni immobili e la gestione del museo Archeologico nazionale e del museo Paleocristiano che fanno capo al Polo Museale Friuli-Venezia Giulia. La presenza della Fondazione nella gestione del sito non è comunque una novità. Nel 2008-2009 era stato conferito alla Fondazione il 28% delle aree. Ora si completa il passaggio con il restante 72 (che comprende foro, porto fluviale, via Sacra, area Grandi terme-Comelli, fondo ex Moro con Casa delle bestie ferite, fondo Cassis con Casa dei putti danzanti e fondo Violin). “La Fondazione esce da una lunga adolescenza e diviene oggi adulta e nel pieno delle sue potenzialità e capacità”, spiega il presidente della Fondazione Aquileia, Antonio Zanardi Landi. Per Corrado Azzolini, soprintendente Archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli – Venezia Giulia, “non verrà meno naturalmente il ruolo di ricerca degli istituti universitari ma si avrà un passaggio più veloce dallo scavo alla fruizione”. “L’accordo con il Mibact rappresenta un’importante affermazione del ruolo della Regione nella tutela e valorizzazione dei beni archeologici. È davvero uno straordinario salto di qualità”, affermato la presidente Debora Serracchiani. “È un risultato che è stato perseguito e raggiunto grazie all’ottima qualità dei rapporti tra Regione e ministero dei Beni culturali, in particolare grazie alla attenzione del ministro Franceschini il quale ha saputo cogliere il livello del lavoro che si sta sviluppando nel nostro territorio. In quest’opera di crescita e accreditamento sono stati fondamentali l’esperienza e il prestigio del presidente della Fondazione Aquileia, Antonio Zanardi Landi, che, con l’efficace collaborazione di dirigenti e tecnici, ha creato i presupposti perché Aquileia letteralmente risorgesse nella visibilità internazionale. Anche attraverso l’acquisizione concordata e progressiva di competenze su nuove aree del patrimonio regionale che si afferma il senso della specialità del Friuli Venezia Giulia”.

Antonio Zanardi Landi (Presidente Fondazione Aquileia) e Debora Serracchiani (Presidente Regione Friuli Venezia Giulia)
“Questo risultato ci rende particolarmente orgogliosi poiché significa da un lato che la strada tracciata dalla Regione ormai dieci anni fa fosse quella giusta, dall’altro che l’azione intrapresa due anni fa di cambiare la dirigenza, si sia dimostrata vincente per il conseguimento di questo successo”, ribadisce l’assessore alla Cultura FVG Gianni Torrenti. “C’era senz’altro bisogno di una guida autorevole che sapesse coniugare il risparmio della spesa corrente con la necessità di far ripartire gli investimenti, azioni che hanno consentito di avere il giusto credito in sede ministeriale. È proprio la considerazione maturata al ministero e un periodo di intenso lavoro hanno portato al passaggio di competenze alla Fondazione. Questa firma consente ottimisticamente di pensare al rinnovo decennale dell’accordo Stato-Regione per dare alla Fondazione un giusto traguardo temporale in vista dell’impegnativo compito che le viene assegnato. Un grazie è quindi doveroso alle persone che hanno consentito questo risultato, al presidente Zanardi Landi e al direttore della Fondazione Cristiano Tiussi, alla dottoressa Anna del Bianco, direttore regionale della cultura e a Caterina Bon Valsassina, direttrice generale per l’Archeologia, le Belle Arti e il Paesaggio del Mibact». Sottolinea Zanardi Landi: “Passiamo dalla gestione di circa 33mila a 104mila metri quadrati di aree archeologiche, un salto di quantità che è anche di qualità e che ci permette di andare concretamente nella direzione di creare un parco archeologico vero e proprio collegando le aree in modo efficace con percorsi di visita che consentano di apprezzare i resti della grande città romana e soprattutto di capire e di coglierne il messaggio che ancora ne proviene”. E il direttore della Fondazione Aquileia, Cristiano Tiussi, conclude: “Una delle sfide, oltre alla manutenzione su cui interverremo immediatamente, sarà la progettazione di nuovi interventi di valorizzazione a medio e lungo termine, un primo intervento sarà riservato al porto fluviale e alla via Sacra e al percorso di collegamento con il museo Paleocristiano. Il punto di arrivo dovrà essere la consegna a un pubblico di visitatori sempre più ampio ed esigente di un percorso storico culturale unico”.





































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