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Torino. Al museo Egizio la conferenza “Cercando un altro Egitto nell’arte dei Fenici” con l’archeologa Ida Oggiano, in presenza e on line. In collaborazione con ACME e l’università di Torino

Gli apporti dell’immaginario egiziano all’arte fenicia hanno origine nel groviglio di relazioni umane stabilite tra gli abitanti della costa levantina e gli egiziani nel corso di millenni. Ad accompagnare scambi di prodotti e idee, furono oggetti di varia natura che, prodotti nella valle del Nilo, furono acquisiti e/o regalati per essere poi riprodotti fedelmente o riletti e reinterpretati. Si formò così, nel corso dei millenni, un filone artistico “egittizzante levantino” nel quale gli elementi egiziani divennero totalmente locali (un altro Egitto quindi) e nel quale, nel primo millennio, i Fenici furono maestri perché lo arricchirono con innovazioni ispirate dai rinnovati rapporti con la valle del Nilo. Se ne parla martedì 9 dicembre 2025, alle 18.30, in sala conferenze del museo Egizio di Torino, nella conferenza “Cercando un altro Egitto nell’arte dei Fenici” con l’archeologa Ida Oggiano, nuovo appuntamento con le conferenze organizzate con l’associazione ACME, Amici e Collaboratori del museo Egizio. Nella conferenza saranno illustrate alcuni aspetti di queste relazioni con un riferimento al tormentato presente della regione e alle attività di diplomazia culturale svolte del sud del Libano dal Kharayeb Archaeological Project (missione congiunta CNR-ISPC e università Libanese). Ingresso libero con accesso da via Maria Vittoria 3M, con prenotazione obbligatoria su Eventbrite al link: https://www.eventbrite.it/…/cercando-un-altro-egitto…. La conferenza sarà trasmessa anche in streaming sulla pagina Facebook e sul canale YouTube del museo Egizio di Torino. Il programma di incontri è realizzato in collaborazione con il dipartimento di Studi storici dell’università di Torino.

L’archeologa Ida Oggiano (cnr-ispc)

Ida Oggiano è archeologa specializzata nello studio del Levante meridionale del primo millennio a.C. e della Sardegna fenicia e punica. Dirige il Kharayeb Archaeological Project – luogo di culto di Kharayeb, sito rurale di Jemjim e porto di Tell Qasmiye – Libano. Direttore scientifico della Rivista di Studi Fenici e professore di Geografia e Archeologia del Vicino Oriente al Pontificio Istituto Biblico, Roma.

Roma. All’Istituto Svedese di Studi Classici il convegno “Ascoltare con gli occhi: oggetti e spazi che parlano nel mondo antico”, in presenza e on line. Due giorni per indagare il racconto, affidato non alle parole, ma ad altri “fatti comunicativi” non meno efficaci. Ecco il programma

I racconti condivisi giocano un ruolo essenziale nella creazione della memoria culturale delle società umane. Il racconto non è però solo linguaggio: a raccontare sono anche le immagini, gli oggetti, gli spazi. Il convegno “Ascoltare con gli occhi: oggetti e spazi che parlano nel mondo antico” si propone di indagare proprio questa dimensione altra del racconto, affidato non alle parole, ma ad altri “fatti comunicativi” non meno efficaci. Appuntamento il 13 e 14 ottobre 2025 all’Istituto Svedese di Studi Classici in via Omero 14 a Roma, in presenza fino a disponibilità di posti, e da remoto, su piattaforma Teams https://tinyurl.com/n7dr9929. Il convegno è organizzato da CNR-ISMed, CNR-ISPC, Istituto Svedese di Studi Classici, università di Napoli l’Orientale. Coordinamento scientifico: Alessandra Piergrossi. Comitato scientifico: Valeria Acconcia (Ud’A), Massimo Cultraro (CNR-ISPC), Andrea Ercolani (CNR-ISMed), Ulf Hanson (ISSC), Laura Lulli (UnivAQ), Alessandra Piergrossi (CNR-ISPC), Riccardo Palmisciano (UniOr), Livio Sbardella (UnivAQ).

PROGRAMMA 13 OTTOBRE 2025. Alle 14.45, saluti istituzionali di Ulf Hansson – Costanza Miliani; 15, Andrea Ercolani: introduzione ai lavori; 15.15, Alessandra Piergrossi, “Narrare per immagini: oggetti e spazi come testi visivi”. I SESSIONE. Le storie raccontate dagli oggetti: presiede e coordina Ulf R. Hansson. Alle 15.40, A. Di Renzoni, M. Bettelli, M.C. Martinelli, S.T. Levi, “Raccontare il mare. La decorazione ceramica eoliana della prima età del Bronzo come memoria condivisa”; 16.10, Massimo Cultraro, “Raccontare l’intimità: l’affresco del Gioiello di Cnosso tra comunicazione visiva e narrazione simbolica”; 16.40, coffee break; 17.10, Mariassunta Cuozzo, “Alcune annotazioni su immagini e tradizione orale nella Campania Orientalizzante”; 17.40, Valeria Acconcia, “Un eroe per tutte le stagioni: come il record archeologico racconta, interpreta e adatta il mito e la figura di Eracle oltre l’orizzonte greco”; discussione; 20, cena sociale.

PROGRAMMA 14 OTTOBRE 2025. II SESSIONE. Narrare per immagini: presiede e coordina Giulia Rocco. Alle 9.30, Laura Ambrosini, “I dialoghi sui vasi attici: tracce di oralità per ricostruire la vita quotidiana”; 10, Giancarlo Bozza Germanà, “Qui intendo innalzare uno splendido tempio. Alcune osservazioni sull’Inno omerico di Apollo tra fonti orali e fonti iconografiche”; 10.30, Simone Rambaldi, “I racconti negli oggetti: sintetizzare storie nell’arte greca e romana”; 11, coffee break. III SESSIONE. Ambienti, paesaggi, racconti: presiede e coordina Riccardo Palmisciano. Alle 11.30, Ennio G. Biondi, “Erodoto e gli Sciti: racconto e visualizzazione dell’alterità”; 12, Manuela Giordano, “Le mura e le loro storie”; 12.30, Alessio De Cristofaro, “Immagini e racconto nel mondo medio-tirrenico di età arcaica”; discussione; 13.30, light lunch. IV SESSIONE. Racconti e modi del racconto: presiede e coordina Andrea Ercolani. Alle 15, Laura Sagripanti, Alessandra Vivona, “Comunicare ed evocare. Il racconto degli scarabei tra Veio e Cerveteri”; 15.20, Margherita Perri, “Donne, lana e memoria. Tessitura, genere e narrazione nei contesti dell’Italia preromana”; 15.40, Carlo Giuranna, “Il lebete bronzeo di Cadmo nella Cronaca di Lindo: cultura materiale, storia locale e tradizioni mitiche sui Φοινικικὰ γράμματα”; 16, Giorgia Di Lorenzo, “Le Passeggiate narrative come format efficace di didattica e divulgazione: l’esperienza di Storie a Manovella”; discussione.

Siena. Nell’ambito del Digital Heritage apre a Palazzo San Niccolò la mostra “Perceive Isis’ Colours – Il ritorno dei colori del Tempio di Iside”, realizzata dal museo Archeologico nazionale di Napoli e dal CNR ISPC a conclusione del progetto europeo PERCEIVE

Lunedì 8 settembre 2025, alle 14.30, nell’ambito del Digital Heritage 2025 di Siena, a Palazzo San Niccolò (unisi) in via Roma a Siena, si inaugura la mostra “Perceive Isis’ Colours – Il ritorno dei colori del Tempio di Iside”, realizzata dal museo Archeologico nazionale di Napoli e dal CNR ISPC a conclusione del progetto europeo PERCEIVE – Perceptive Enhanced Realities of Coloured Collections through AI and Virtual Experiences, finanziato da Horizon Europe, lanciato al MANN il 6 marzo 2023 (vedi Napoli. Al museo Archeologico nazionale di Napoli presentazione del progetto europeo PERCEIVE il primo incentrato sulla conservazione del colore nell’arte utilizzando Intelligenza Artificiale ed esperienze virtuali. MANN capofila della ricerca internazionale. Giulierini: “Cinque anni di lavoro, premiate le capacità del Museo” | archeologiavocidalpassato). Pensando ai musei del futuro, il direttore generale Musei italiani, Massimo Osanna dice che “Perceive Isis’ Colours dimostra come la ricerca interdisciplinare possa tradursi in nuove forme di comunicazione museale, inclusive, partecipative e accessibili, capaci di unire rigore scientifico e approccio emozionale”.

Analisi diagnistiche sulla Venere Anadyomene al Mann (foto cnr-ispc)

Cristiana Barandoni all’opera tra le statue della Collezione Farnese del museo Archeologico nazionale di Napoli (foto mann)

“Partendo dalla ricerca sulla policromia nella statuaria classica”, spiega Cristiana Barandoni, coordinatrice del progetto, “la mostra intende indagare non solo le problematiche legate al tema della ricostruzione dei colori delle sculture, ma anche dei contesti pittorici e architettonici all’interno dei quali furono collocate in origine. La scelta di lavorare sul tempio di Iside a Pompei è nata proprio dall’esperienza di ricerca sulla Venere Anadyomene che venne rinvenuta all’interno del portico. Apparteneva al tempio anche una straordinaria scultura della dea Iside, che vedete nell’invito. Per me è stato un grande onore, poter curare assieme ai colleghi Daniele Ferdani, Marcello Massidda, Sofia Pescarin, Marialucia Giacco questa mostra e anche una grande responsabilità, un’opportunità straordinaria di potermi dedicare per oltre un anno a questo monumento che piano piano si è svelato e mi ha aperto le sue porte. La mostra dopo il #DH25 sarà forse spostata al museo Archeologico nazionale di Napoli dove si arricchirà ulteriormente. Altre tappe in Europa sono auspicabili perché non è solo una esposizione ma un nuovo metodo di lavoro e comunicazione della scienza applicata all’archeologia, per approcciare da più punti di vista e prospettive un tema così complesso come la policromia antica. Il materiale ancora da studiare – conclude – è tantissimo e spero di poterlo affrontare con forza e passione”.

Ricostruzione del Tempio di Iside a Pompei (foto cnr-ispc)

Le riprese per i video dell’applicazione (foto cnr-ispc)

“Con Perceive Isis’ Colours restituiamo ai visitatori non solo la bellezza del colore, ma anche la consapevolezza del suo significato culturale e simbolico”, dichiara Costanza Miliani, direttrice del CNR ISPC. “Perceive Isis’ Colours propone ai visitatori un viaggio virtuale nel Tempio di Iside di Pompei, che si snoda in due percorsi, corrispondenti a due sezioni della mostra:– Echoes of Loss, dedicata alla ricerca sulla policromia antica e sulla fragilità dei pigmenti, esemplificata attraverso strumenti interattivi che illustrano il lavoro di diagnostica e ricostruzione digitale; The Gifts of Isis, un’esperienza multi sensoriale che ricostruisce il tempio prima della sua distruzione, restituendo il ruolo rituale e simbolico del colore nel culto isiaco. Attraverso ricostruzioni 3D, intelligenza artificiale, imaging multi spettrale, repliche fisiche e installazioni interattive, la mostra mette in discussione l’immagine stereotipata “in bianco e nero” della scultura antica- che nella percezione comune è sempre in marmo bianco- per suggerire al pubblico una prospettiva “a colori”, più vicina alla realtà storica”.

Ricostruzione della processione al Tempio di Iside (foto cnr-ispc)

Scienza, tecnologia e patrimonio culturale. Il progetto PERCEIVE, infatti, ha sviluppato una metodologia che combina lo studio analitico delle tracce di pigmenti, fonti storiche e iconografiche con ricostruzioni digitali ad alta precisione. In questo modo, opere come la Venere Anadiomene tornano a mostrare la vividezza cromatica originaria, offrendo una prospettiva più completa sull’antichità. in La visita alla mostra è accompagnata da un agile catalogo, a cura di Cristiana Barandoni, Marialucia Giacco, Caterina Serena Martucci, Sofia Pescarin, edito da Valtrend Editore, disponibile versione open access all’indirizzo: https://www.valtrend.it/wp content/uploads/2025/09/Preceive-Isis-Colours.pdf.

Verona. Al museo di Storia naturale il convegno internazionale “Archeologia dai margini. Una storia transdisciplinare” che esplora la nascita dell’archeologia preistorica come sapere che si costruisce nel dialogo tra scienza, società e politica. Ecco il programma della due giorni di interventi

Il 12 e 13 giugno 2025, nella sala conferenze “Sandro Ruffo” del museo di Storia naturale di Verona, in lungadige Porta Vittoria 9, è in programma il convegno internazionale “Archeologia dai margini. Una storia transdisciplinare” che esplora la nascita dell’archeologia preistorica come sapere che si costruisce nel dialogo tra scienza, società e politica. Le due giornate mettono al centro figure spesso trascurate – donne, dilettanti, comunicatori – analizzandone il ruolo nella costruzione delle conoscenze archeologiche e nella trasmissione del patrimonio preistorico. L’evento si inserisce nell’ambito del progetto PRIN RIPRESa – Re-assessing Italian Prehistorical Studies from a Transdisciplinary Perspective, dedicato a rileggere la nascita della preistoria come sapere condiviso tra scienza, società e politica. Il progetto è coordinato dal professor Luca Ciancio, titolare della Cattedra di Storia della Scienza all’università di Verona, e coinvolge il dipartimento Culture e Civiltà dell’università di Verona, i Musei Civici di Verona-Museo di Storia naturale (Nicoletta Martinelli e Massimo Saracino) e l’istituto di Scienze del Patrimonio culturale del Cnr (Cnr-Ispc) (Massimo Cultraro). La partecipazione è libera fino a esaurimento dei posti disponibili.

PROGRAMMA GIOVEDÌ 12 GIUGNO 2025. Alle 10, saluti istituzionali con interventi di Leonardo Latella (Musei Civici di Verona – museo di Storia naturale), Emanuela Gamberoni (dipartimento di Cultura e Civiltà – Università di Verona). Alle 10.30, SESSIONE 1 Genere e scienza: l’archeologia delle donne / Gender and science: the archaeology of women Chair: Fedra A. Pizzato. Interventi: Margarita Díaz Andreu (ICREA – Universitat de Barcelona) “Women and Transdisciplinarity in the History of Archaeology: Overcoming Disciplinary and Gender Lines”; Luca Ciancio (università di Verona) “The Italian Palethnologist. Pia Laviosa Zambotti and the Myth of Matriarchy: Archaeology, Biography and Society”; 11.20, coffee break; 11.45, María José Berlanga Palomo (Università di Malaga) “Becarias españolas en el Istituto Internazionale di Studi Liguri (Bordighera)”; Massimo Cultraro (Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale CNR, Catania) “From Troy to Mycenae: Sophia Schliemann, an Unknown Career as Archaeologist”; 12.40, Pranzo / Lunch. 14.30, Chair: Nicoletta Martinelli. Interventi: Fedra A. Pizzato (università di Verona) “Fieldwork, Museum, and Engagement: the Multifaceted Legacy of Maria Fioroni (1887-1970)”; Francesca Bottura (università di Verona) “Die akademische Frau”: la questione dell’accesso femminile alle Università nell’ambito germanofono tra XIX e XX secolo”; Jorge del Reguero González (Universitat de Barcelona) “Pioniere dimenticate. Il ruolo delle donne nell’archeologia fenicio-punica in Spagna”; 15.45, Discussione sessione 1 / Session 1 discussion. A seguire visita guidata al museo di Storia naturale / To be followed by a guided tour of the Natural History Museum.

PROGRAMMA VENERDÌ 13 GIUGNO 2025. Alle 10, SESSIONE 2 Collaboratori, esperti locali, museologi, cultori, comunicatori / Collaborators, local experts, museologists, communicators Chair: Massimo Saracino. Vera Zanoni (Indipendent Scholar) “I’m Nobody! Who are you? / Are you – Nobody – too? (Emily Dickinson, n. 288). Studi e studiosi per un’archeologia dei “Signori Nessuno”; Massimo Tarantini (SABAP per la città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato) “Dai margini dell’accademia. Sul ruolo attivo dei non addetti ai lavori nell’archeologia preistorica italiana”; Nicoletta Martinelli, Massimo Saracino (Musei Civici di Verona – museo di Storia naturale) “Preistoria svelata: l’esposizione veronese del 1876 tra scienza e società”; Mara Migliavacca, Angelica Gabrielli (università di Verona) “Vous avez rendu un révitable sérvice á la science”: il contributo di De Stefani alla paletnologia europea”; 11.30, Coffee break. Chair: Luca Ciancio. 11.45, Elisa Dalla Longa (Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale CNR, Roma) “Scienze senza confini (disciplinari). L’antropologia di Giovanni Canestrini”; Luigi Turri (università di Verona) “Il ritorno di Sardanapalo. Rappresentazione del re assiro prima e dopo le scoperte ottocentesche”; Andrea Tenca (Musei Civici di Verona – Biblioteche e archivi storici) “Il laboratorio di un divulgatore. Repertori iconografici, congressi scientifici e viaggi archeologici di Guido Valeriano Callegari”; 12.30, Discussione sessione 2 / Session 2 discussion; 12.45, Chiusura dei lavori / Closing remarks.

Palermo. All’accademia di Belle arti presentazione del libro “Il potere delle immagini nel mondo antico” a cura di Giancarlo Germanà (Bonanno editore)

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Mercoledì 26 marzo 2025, alle 16, all’Accademia di Belle Arti di Palermo (aula PF21 di Palazzo Fernandez), nell’ambito delle iniziative della Scuola di dottorato, presentazione del nuovo libro della collana Studia iconographica su “Il potere delle immagini nel mondo antico” a cura di Giancarlo Germanà con Alberto Giudice (Bonanno editore). Dialogano con l’autore la professoressa Chiara Portale, docente ordinaria all’università di Palermo, e il professore Massimo Cultraro, docente universitario e dirigente di ricerca CNR di Palermo.

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Copertina del libro “Il potere delle immagini nel mondo antico” di Giancarlo Germanà

Il potere delle immagini nel mondo antico. Il libro raccoglie sei contributi che analizzano come, nei differenti periodi indagati dagli autori, sono stati utilizzati i mezzi di “propaganda” dai “sovrani”. Paolo Daniele Scirpo si sofferma sull’analisi del rilievo rupestre dell’Intagliatella ad Akrai. Pietro Piazza e Giancarlo Germanà Bozza indagano su come Augusto abbia utilizzato il potere delle immagini a Siracusa e in Sicilia. Alberto Giudice si sofferma sulla politica edilizia attivata da Adriano ad Atene e ne sottolinea il fine comunicativo. Flavia Zisa indaga sull’iconografia del supplizio di Marsia. Susanna Valpreda analizza, infine, l’immagine del potere in Sicilia in epoca bizantina.

Bari. All’università seminario “La villa di Negrar: dallo scavo alla valorizzazione”, in presenza e on line, con Rosignoli, Tinè, Bruno, De Zuccato, Basso e Saggioro, nell’ambito del ciclo di seminari “Dialoghi sul patrimonio”

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Veduta generale dell’area archeologica della Villa dei Mosaici di Negrar di Valpolicella (foto graziano tavan)

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La villa dei Mosaici di Negrar di Valpolicella (Vr) protagonista al ciclo di seminari “Dialoghi sul patrimonio” promosso per la terza volta dall’università di Bari dal 3 all’8 febbraio 2025, su temi del patrimonio culturale e del paesaggio, con alcuni focus specifici sull’archeologia e sui temi delle tecnologie applicate ai beni culturali, per provare a definire nuovi significati del patrimonio culturale nella società contemporanea. Appuntamento in presenza all’auditorium ʻA. Quacquarelliʼ, plesso di Santa Teresa dei Maschi, strada Torretta-Città Vecchia a Bari, dalle 9 alle 13, col seminario “La villa di Negrar: dallo scavo alla valorizzazione” a cura di Tommaso Ismaelli (Cnr-Ispc), Maria Turchiano (UniFg) e Giuliano Volpe (UniBa). Sarà possibile seguirli anche in streaming su piattaforma Microsoft Teams al link https://bitly.ws/3a2PR (codice 38qan02). Il programma. Alle 9, introduzione; 9.15, “Una ricerca interdisciplinare: il caso della villa di Negrar di Verona (Verona) e delle sue trasformazioni”: intervengono Andrea Rosignoli, soprintendente ABAP Verona Rovigo Vicenza; Vincenzo Tinè, soprintendente ABAP Venezia Belluno Padova Treviso; Brunella Bruno, SABAP Verona Rovigo Vicenza; Patrizia Basso, università di Verona; Gianni de Zuccato, già SABAP Verona; Fabio Saggioro, università di Verona. Alle 11, pausa; 11.30, discussione.

Catania. A Palazzo Ingrassia, “L’archeologia egea nell’Università Italiana. Bilanci e prospettive di una disciplina”, in presenza e on line: il primo convegno sulla storia della archeologia egea con i docenti della disciplina delle università italiane e i direttori delle missioni archeologiche in Grecia. Ecco il programma della due giorni

catania_palazzo-ingrassia_l'archeologia-egea-nell-università-italiana_bilanci-e-prospettive-di-una-disciplina-accademica_locandinaA circa 50 anni dall’inizio dell’insegnamento di egea in Italia docenti e ricercatori si riuniscono per fare il punto sugli sviluppi e le prospettive future della disciplina. Martedì 28 e mercoledì 29 gennaio 2025, a Catania il primo convegno sulla storia della archeologia egea “L’archeologia egea nell’Università Italiana. Bilanci e prospettive di una disciplina”. Appuntamento, martedì 28 gennaio 2025, alle 16, in presenza, a Palazzo Ingrassia, Aula V. La Rosa, in via Biblioteca 4 a Catania. Si possono seguire i lavori da remoto registrandosi al link https://forms.gle/zBcsixcuTwL8eMCM8. Al convegno prenderanno parte i docenti della disciplina delle università italiane e i direttori delle missioni archeologiche in Grecia per fare il punto sullo sviluppo storico dell’Archeologia Egea in Italia, le acquisizioni scientifiche raggiunte e le prospettive per il futuro.

PROGRAMMA DEL 28 GENNAIO. Alle 16, saluti istituzionali: Marina Caterina Paino, direttrice DISUM; Mauro Tulli, università di Pisa, consigliere CUN; Simona Todaro, presidente del corso di laurea magistrale in Archeologia, direttrice CEARC; 16.45, Pietro Militello (università di Catania), “Introduzione ai lavori”. Relazioni: alle 17, Pietro Militello (università di Catania), “L’archeologia egea nella Università di Catania: da Paolo Orsi a Vincenzo La Rosa”; 17.30, Simona Todaro (università di Catania), “Archeologia egea e preistoria nell’Università di Catania: il primo ventennio del XXI secolo”; 18, Massimo Cultraro (CNR-Istituto Scienze per il Patrimonio Culturale), “L’archeologia egea in Italia. Il ruolo del CNR”; 18.30, Luca Girella (università telematica internazionale UniNettuno), “L’archeologia egea nella manualistica italiana”; 19, Ilaria Caloi (università Ca’ Foscari, Venezia), “Le Civiltà Egee tra storia e archeologia”; 20.30, cena.

PROGRAMMA DEL 29 GENNAIO. Alle 9.30, Nicola Cucuzza (università di Genova), “Una Missione senza Scuola: destini delle ricerche minoiche in Italia”; 10, Luca Bombardieri (università di Siena), “Archeologia al crocevia. La preistoria e la protostoria cipriota fra problematiche e potenzialità didattiche e di ricerca sul campo”; 10.30, Gianpaolo Graziadio, Salvatore Vitale (università di Pisa), “L’archeologia egea a Pisa nel più ampio contesto delle dinamiche scientifiche nazionali e internazionali. Epistemologia di una disciplina tra passato, presente e futuro”; 11, Maria Emanuela Alberti (università di Firenze), “Una vita in bilico: lo studio delle Civiltà Egee tra ristrettezze disciplinari e normative”; 11.30, pausa caffè; 12, Elisabetta Borgna (università di Udine), “Gli studi egei presso le università di Trieste e Udine”; 12:30, Filippo Carinci (università Ca’ Foscari, Venezia), “Gli studi egei presso l’università Ca’ Foscari di Venezia”; 13, Dario Puglisi (università di Catania), “Archeologia egea: apologia di una disciplina”; 13.30, pausa pranzo; 15, interventi programmati; 16, discussione e conclusioni.

Egitto. Al Centro archeologico italiano l’incontro “Innovative Approaches in Exploring Egypt’s Ancient Past. The Italian CNR’s Contibutions to Archaeological Research” sugli scavi del CNR a Tell el-Maskhuta e sulle scienze applicate per riscoprire il Canale dei Faraoni con Angelini, Capriotti e Mazzini

egitto_cairo_centro-archeologico-italiano_innovative-approaches-in-exploring-egypt-s-ancient-past_locandina“Innovative Approaches in Exploring Egypt’s Ancient Past. The Italian CNR’s Contibutions to Archaeological Research / Approcci innovativi nell’esplorazione dell’antico passato dell’Egitto. I contributi del CNR italiano alla ricerca archeologica” è il titolo dell’incontro di studio promosso dal CNR-ISPC e dall’Istituto italiano di Cultura del Cairo. Appuntamento domenica 1° dicembre 2024, alle 18 (ora del Cairo), al Centro Archeologico Italiano in Champollion Street a Il Cairo. Si parlerà degli scavi del CNR a Tell el-Maskhuta, nel Delta dl Nilo, e di scienza e tecnologia per riscoprire il Canale dei Faraoni. Intervengono il prof. Andrea Angelini, la prof. Giuseppina Capriotti Vittozzi e la prof. Ilaria Mazzini.

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Il sito di Tell el-Maskhuta, l’antica città di Tjeku, situata non lontano dal Canale di Suez, in posizione strategica lungo il Wadi Tumilat (foto cnr-ispc)

Progetto Pilota Tell el-Maskhuta e Wadi Tumilat. Progetto interdisciplinare per lo studio di Tell el-Maskhuta, importante città di confine fra Egitto e Levante lungo lo Wadi Tumilat, sul canale navigabile che anticamente connetteva Mediterraneo e Mar Rosso. La grande città, con la sua enorme fortezza, viene indagata e documentata con tecnologie avanzate; il progetto svolge anche indagini per la conservazione delle murature in mattoni crudi. Il progetto è anche dedicato allo studio di materiali d’archivio. Si svolge attività di formazione di giovani egiziani e la condivisione dei risultati con la comunità locale. Durante le passate campagne di scavo, è stata indagata una grande cinta muraria cittadina (circa 200×300 m) il cui lato nord è costituito da una enorme muraglia spessa circa 22 m. Una grande rampa che discende verso nord è stata scoperta e un grande deposito di anfore romane da trasporto.

Andrea Angelini. Archeologo, esperto in tecniche di rilevamento digitale ed elaborazione dati 3D, da diversi anni si occupa di tematiche di ricerca inerenti il rapporto tra Rilievo e Rappresentazione digitale finalizzato alla conoscenza di siti archeologici e di monumenti architettonici; docente in convenzione di Cartografia Tematica presso la Scuola di Specializzazione in Beni Naturali e Territoriali (SSBNT) di Sapienza Università di Roma, dal 2019 è direttore dello scavo archeologico presso il sito di Tell el-Maskhuta, Egitto.

Giuseppina Capriotti Vitozzi. Egittologa, ha fondato la missione archeologica a Tell el-Maskhuta (Egitto). Le sue ricerche riguardano in particolare i rapporti tra l’Egitto antico e l’area mediterranea. Avendo ricoperto il ruolo di Addetto archeologico presso il Centro Archeologico Italiano – IIC Cairo, Ambasciata d’Italia in Egitto, ha particolare esperienza nella promozione di rapporti bilaterali e nella diplomazia culturale e scientifica.

Ilaria Mazzini. Geologa, ricercatrice dell’Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria del Consiglio Nazionale delle Ricerche, ha conseguito la laurea in Scienze geologiche alla Sapienza università di Roma e il dottorato di ricerca alla Ludwig Maximilian University di Monaco (Germania). La sua principale area di interesse sono gli studi paleo-ambientali e attualistici del Quaternario basati sui microfossili, indagando sugli impatti antropogenici, la paleoclimatologia, la paleobiologia di conservazione, così come la geo-archeologia nelle acque interne e il sistema marino marginale in tutto il mondo.

Ragusa. Al museo Archeologico Ibleo di Ragusa presentazione del libro “Ad Aquam Orantes: Il culto delle divinità acquatiche nella Sicilia antica” a cura di Massimo Cultraro, che raccoglie gli atti del XIX convegno di studi dedicato al culto delle divinità legate all’acqua in Sicilia

ragusa_archeologico_libro-Ad-aquam-orantes-Il-culto-delle-divinità-acquatiche-nella-Sicilia-antica_presentazione_locandinaUn’occasione importante per approfondire il tema delle divinità acquatiche nella cultura siciliana antica attraverso un’analisi storica e archeologica. Martedì 8 ottobre 2024, alle 18.30, al museo Archeologico Ibleo di Ragusa (via Natalelli), prima presentazione ufficiale del libro “Ad Aquam Orantes: Il culto delle divinità acquatiche nella Sicilia antica” che raccoglie gli atti del XIX convegno di studi dedicato al culto delle divinità legate all’acqua in Sicilia. Il volume è a cura di Massimo Cultraro, del CNR e università di Palermo, ed è edito da Lussografica. L’incontro è organizzato dall’Archeoclub d’Italia, sede di Ragusa, in collaborazione con il parco archeologico di Kamarina e Cava d’Ispica e SiciliAntica. Dopo i saluti di Carmelo Nicotra, direttore del parco archeologico di Kamarina e Cava d’Ispica, intervengono Stefania D’Angelo, presidente di SiciliAntica di Caltanissetta; Giovanni Di Stefano, ispettore onorario del parco di Kamarina e docente all’università della Calabria; Salvatore Granata, editore di Lussografica; Simona Modeo, vicepresidente regionale di SiciliAntica; e Vincenzo Piazzese, presidente dell’Archeoclub d’Italia, sede di Ragusa.

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Copertina del libro “Ad aquam orantes. Il culto delle divinità acquatiche nella Sicilia antica” a cura di Massimo Cultraro

Ad aquam orantes. Il culto delle divinità acquatiche nella Sicilia antica. Il volume raccoglie i contributi scientifici del XIX Convegno di Studi organizzato dalla sede nissena di SiciliAntica che ha avuto luogo a Caltanissetta il 22 ottobre 2023 nella sala Morici del palazzo della Fondazione Sicana – Sicilbanca (ex Palazzo delle Poste). Il tema dell’annuale simposio scientifico è partito dalla considerazione che l’acqua è ritenuta, sin dai primordi dell’umanità, l’emblema della vita. Essa ha infatti tutte le caratteristiche del sacro, dove convivono gli opposti: la purezza e la fertilità, la morte e la distruzione, la memoria e l’oblio. Nell’acqua si distinguono due principi antitetici: il maschile e il femminile, le acque in movimento che scendono dal cielo a penetrare nel grembo della terra, e quelle che sgorgano, limpide, dalle sorgenti a portare la fertilità a tutto il territorio circostante o che ristagnano, immote, in luoghi paludosi e mefitici dove, secondo il folklore popolare, abitano streghe e nefaste divinità. Dai nessi simbolici, epocali e legati alle civiltà si snoda una narrazione opulenta di riferimenti.

Firenze. A Spazio Libri di TourismA 2024 presentato il libro “Per aquam ad astra. Studi di archeologia delle acque in onore di Luigi Fozzati” (Sap libri) a cura di Alessandro Asta e Massimo Capulli

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Tourisma 2024: “Spazio Libri”, la nuova sezione curata da Massimo Cultraro (cnr-ispc) (foto AV

TourismA 2024 ha ospitato una nuova sezione, “Spazio libri”, dove sono state illustrate, alla presenza degli autori, le ultimissime novità editoriali riguardanti la comunicazione del passato e le grandi personalità che hanno fatto la storia, in un dialogo-confronto con il curatore della sezione, Massimo Cultraro, archeologo, dirigente di ricerca al Cnr-Ispc di Catania; docente di Archeologia egea e Preistoria del Mediterraneo nelle università di Palermo, Messina e Salerno; visiting professor alla Brown University di Providence (USA). Sabato 24 febbraio 2024, Massimo Cultraro con Massimo Capulli, docente di Metodologia della ricerca archeologica all’università di Udine, co-autore insieme ad Alessandro Asta, funzionario archeologo della soprintendenza Abap di Venezia, il libro “Per aquam ad astra. Studi di archeologia delle acque in onore di Luigi Fozzati” (Sap libri).

Per aquam ad astra”, sintetizza Massimo Capulli per archeologiavocidalpassato.com, “si inserisce nella lunga tradizione di libri che vengono fatti in onore di grandi studiosi da parte degli allievi. Io e Alessandro Asta, che è funzionario della soprintendenza a Venezia, mentre io insegno a Udine, siamo forse tra i primi allievi di Luigi Fozzati. Io sono stato il suo primo laureato quando insegnava a contratto a Venezia, e Alessandro Asta ha preso il suo posto in soprintendenza.

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Copertina del libro “Per aquam ad astra. Studi di archeologia delle acque in onore di Luigi Fozzati” a cura di Alessandro Asta e Massimo Capulli (Sap libri)

“E così – continua – abbiamo deciso di dedicargli un volume andando a collezionare i contributi di colleghi e amici che hanno incrociato la sua lunghissima carriera all’interno del ministero. È stato un lavoro complesso perché significava andare a ritrovare persone con cui noi non abbiamo avuto a che fare direttamente, persone che hanno lavorato con lui in soprintendenza quando era in Piemonte, persone che hanno lavorato con lui quando ancora prima di entrare nel ministero era cultore della materia all’università di Roma, all’istituto Orientale di Preistoria. Molte persone sono andate in pensione, e quindi bisognava cercare le e-mail: cose anche un po’ pratiche. Però alla fine siamo riusciti a mettere insieme ben 61 contributi che si condensano in 540 pagine. Quindi un volume assolutamente corposo che riflette un po’ quelle che sono le anime di Luigi Fozzati. Quindi, al di là di una introduzione di tipo biografico curata dall’ex direttore generale Luigi Malnati e dal fratello di Fozzati, Giorgio Fozzati, c’è tutta una parte dove lui ha lavorato a lungo: quindi Venezia e laguna, dove è stato direttore di Nausicaa; la regione Friuli-Venezia Giulia, dove ha finito la sua carriera come soprintendente; e poi ci sono altre aree tematiche che sono l’archeologia costiera del Mediterraneo, l’archeologia umida e lacustre, studi di carattere generale, e ultimi ma non ultimi – conclude – anche i contributi di colleghi stranieri che hanno voluto scrivere in onore di Luigi: grandissimi studiosi come Xavier Nieto, Katerina Dalla Porta, Eric Rieth, insomma persone che hanno segnato pagine molto importanti dell’archeologia subacquea mondiale”.

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Luigi Fozzati uno dei curatori della mostra “Thalassa” al Mann (foto graziano tavan)

Luigi Fozzati (Ivrea, 21 giugno 1951) archeologo subacqueo, antropologo del mare e delle acque. Laureatosi nel 1973 all’università di Torino, dopo un breve periodo come assistente all’università La Sapienza di Roma (1976-‘79), nel 1979 entra a far parte della soprintendenza per i Beni archeologici del Piemonte, prima come ispettore archeologo e poi archeologo direttore, ruolo che ricoprirà successivamente anche alla soprintendenza per i Beni archeologici del Veneto (1993-2008), dove darà vita al Nucleo Archeologia Umida Subacquea Italia Centro Alto Adriatico (NAUSICAA), e infine sarà soprintendente per i Beni archeologici del Friuli Venezia Giulia (2008-2016). Parallelamente come archeologo subacqueo farà parte del Servizio Tecnico per l’Archeologia Subacquea del ministero per i Beni e le Attività culturali (Roma, 1987-2016) e terrà anche l’insegnamento di Archeologia subacquea all’università Ca’ Foscari di Venezia (1994-2011). Già presidente nazionale dell’Associazione Italiana Archeologi Subacquei-AIASub (2003-2009) e socio fondatore dell’Istituto Italiano di Archeologia e Etnologia Navale, è attualmente membro dell’Accademia Internazionale di Scienze e Tecniche Subacquee e socio fondatore dell’Istituto Italiano di Archeologia Subacquea.