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Roma. Al Mausoleo di Sant’Elena – Catacombe dei Santi Marcellino e Pietro presentazione del libro “L’arte che parla. Radio e podcast per la valorizzazione dei beni culturali” a cura di Cinzia Dal Maso e Patrizia Dragoni per la rassegna “Letture al Mausoleo”

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Il mausoleo di Sant’Elena a Roma (foto ssabap roma)

“Letture al Mausoleo” torna come evento extra “Il Maggio dei libri”. Appuntamento al Mausoleo di Sant’Elena – Catacombe dei Santi Marcellino e Pietro mercoledì 12 giugno 2024, alle 17.30, promosso dalla soprintendenza speciale di Roma. Audioguide narrative, radio, podcast, playlist, installazioni sonore: parole e suono sono sempre più in connessione con le pratiche museali. È questo il tema affrontato dal libro “L’arte che parla. Radio e podcast per la valorizzazione dei beni culturali” a cura di Cinzia Dal Maso e Patrizia Dragoni. Ne parleranno la curatrice Cinzia Dal Maso, gli autori Silvia Andreozzi, Federico Longo, Maria Onori con Barbara Rossi responsabile del Servizio educativo della Soprintendenza Speciale. Introduzione a cura di Rocco Bochicchio.

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Copertina del libro “L’arte che parla. Radio e podcast per la valorizzazione dei beni culturali” (Edipuglia)

L’arte che parla (Edipuglia). “Far vedere” l’arte con suoni e parole. Oggi lo facciamo sempre più, con radio e podcast ma anche audioguide narrative, ambientazioni sonore, LogoSound. Inventiamo modalità sempre diverse e nuove perché sappiamo che il suono emoziona, è immersivo, crea intimità e fiducia. Finalmente anche i professionisti dell’arte e dei musei sono stati travolti da quell’universo in evoluzione vorticosa che scommette sempre più nella comunicazione audio, e dove oramai nessuno può fare a meno di un’identità sonora, oltre a quella grafica. Oggi anche arte e musei devono avere la propria voce. In L’arte che parla grandi professionisti del sonoro indagano i molti modi in cui oggi si modulano suoni e voci per raccontare l’arte e i luoghi d’arte. Presentano progetti consolidati ed esperimenti arditi. Riflettono su ostacoli e potenzialità. Si parte dalla tradizionale radio per capire quanto la sua capacità di raggiungere tutti in ogni momento della giornata sia di aiuto alla comunicazione dell’arte. Si passa poi al fenomeno podcast cercando di cogliere le peculiarità del suo recente successo anche nel mondo dell’arte. E di capire come e quanto questo figlio ibrido dell’ancestrale racconto orale, della potenza del mezzo radiofonico e della fruibilità del contenuto digitale on demand, sappia ‘dare voce’ all’arte e promuovere le istituzioni culturali al loro esterno. Così da espandere l’esperienza di visita potenzialmente all’infinito, e renderla memorabile. Si racconta quindi il making of di alcune audioguide originali e innovative, nella convinzione che questi strumenti ‘tradizionali’ siano ancora oggi ideali per accompagnare la visita a un museo o monumento, purché non siano concepiti in modo didascalico ma narrativo, così da creare coinvolgimento e un rapporto intimo tra voce narrante e ascoltatore. L’udito è però anche un alleato potente per ciechi e ipovedenti, se la narrazione è sufficientemente chiara ed esaustiva da trasmettere la realtà dell’arte e l’emozione che suscita. Non a caso Slash Radio, la radio dell’Unione italiana ciechi, propone da anni una trasmissione sull’arte, e cominciano a diffondersi le proposte audio per le visite ai musei. La conclusione è affidata al Sound Design, cioè alla musica per l’arte. Musica che dà vita ad ambientazioni sonore capaci di creare l’immersione perfetta nel mondo delle opere e dei luoghi d’arte. Ma anche a LogoSound, cioè a quelle successioni di suoni in armonia tra loro che esprimono, al pari di un logo grafico, l’identità e i valori di un luogo d’arte: strumenti di branding di cui presto nessun museo potrà fare a meno. In un mondo finalmente consapevole che l’esperienza artistica va vissuta con tutti i cinque sensi, L’arte che parla valuta il ruolo e l’importanza dell’udito e ne analizza le potenzialità. È un libro necessario che avvia una riflessione sul metodo in un campo finora poco coltivato dai professionisti dei musei. Un sasso gettato negli stagni sonori del futuro.

Venezia. Allo scavo archeologico della villa romana di Lio Piccolo un mese intenso di incontri, visite guidate, aperitivi archeologici nel segno dell’archeologia pubblica e dell’archeologia di comunità. Ecco il programma

venezia_lio-piccolo_eventi-giugno-2024_locandinaQuello di giugno 2024 sarà un mese intenso di incontri, visite guidate, aperitivi archeologici, promossi dal dipartimento di Studi umanistici dell’università Ca’ Foscari di Venezia, con il Comune di Cavallino Treporti e la soprintendenza di Venezia e laguna, nello scavo della Villa Marittima di Lio Piccolo, il più grande scavo archeologico stratigrafico di epoca romana condotto all’interno nella laguna di Venezia: il tutto nel segno dell’archeologia pubblica e dell’archeologia di comunità. E di “patrimonio partecipato” si parlerà proprio nell’incontro del 7 giugno 2024 con Monica Calcagno, Diego Calaon, Cinzia Dal Maso. Archeologi, studenti, amministratori, cittadini costruiscono insieme una storia contemporanea fatta di elementi antichi per immaginare un futuro sostenibile per il turismo e la residenzialità in un ambiente delicato e unico. Gli eventi sono gratuiti. È necessaria la prenotazione a: vivereacqua@unive.it. La prenotazione dà diritto al pass per il passaggio nella ZTRU (Zona Tutelata a Rilevanza Urbanistica) di Lio Piccolo. Per ragioni di tutela ambientale, l’accesso è consentito a 50 persone ad ogni evento. Ad ogni appuntamento sono consentiti gli accessi di 20 autovetture. Al momento della prenotazione si otterrà un voucher che permetterà l’accesso alla zona traffico limitato. L’accesso allo scavo avviene attraverso il piazzale dell’Agriturismo Le Saline (via della Sparesera 4, Lio Piccolo). Non sono ammesse autovetture se non quelle in possesso del pass. In caso di maltempo l’evento sarà annullato con una comunicazione via mail entro le 19 del giorno precedente. Per informazioni vivereacqua@unive.it.

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Veduta da drone dell’antico magazzino per il sale a Lio Piccolo nello scavo della villa romana del progetto Vivere d’acqua (foto unive)

Lo scavo. Un eccezionale conformazione dell’argine lagunare ha permesso di conservare un sito molto particolare: da terra, anche se in mezzo alle acque, è possibile scavare quasi all’asciutto, grazie all’ausilio delle pompe, le profonde strutture di epoca imperiale (a 3 metri sotto il livello di calpestio) di una “azienda” antica per la produzione del sale e per l’allevamento del pesce. La struttura era collocata proprio sulla spiaggia antica, sul lido di epoca romana, e si affacciava su un ampio canale che connetteva il porto della città antica di Altino con il mare, e la sua bocca di porto. Individuata già quasi 25 anni fa ad Ernesto Canal, negli ultimi tre anni la struttura è stata scavata da terra. Le strutture fanno riferimento a una serie di edifici complessi con un’ampia cronologia dal I al VI secolo d.C. Le strutture abitative e produttive hanno cambiato forma nel tempo, e la parte residenziale, di grande pregio, sembra essere stata sostituita presto da aree artigianali e di lavoro dove i lavoratori dell’epoca, gli schiavi, sapevano trarre i frutti migliori dagli spazi salati delle lagune litoranee. Lo scavo di Lio Piccolo ci racconta qualcosa di raro: abitare in quella che è la laguna attuale non significava stare in un luogo marginale e rifugiarsi per scappare dai pericoli. Significava piuttosto scegliere di stare dove le rotte marine incontravano quelle fluviali. Dove la solida terra lascia spazio ad un ambiente molle, umido, solo apparentemente inospitale ma ricco di risorse: sale, pesce, boschi litoranei, legno e avifauna. Significava abitare in un luogo dove la relazione con l’ambiente cangiante è imprescindibile. Studiare e narrare Lio Piccolo significa conoscerci un po’ meglio, conoscere meglio la complessità dell’abitato lagunare antico, conoscere meglio il non sempre facile rapporto tra uomo e natura.

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Una visita guidata allo scavo della villa romana di Lio Piccolo nella laguna di Venezia (foto unive)

Uno scavo aperto al pubblico. Le strutture archeologiche in corso di scavo sono collocate a una quota molto profonda, e per forza di cose dovranno essere ricoperte dal terreno stesso di scavo qualche settimana dopo la conclusione dei lavori di ricerca: questo è infatti l’unico modo per conservarle. Il team scientifico di Ca’ Foscari e l’amministrazione comunale di Cavallino Treporti, perciò, ha preso la decisione di trasformare il cantiere in un museo a cielo aperto, per permettere alla cittadinanza e ai visitatori di toccare con mano l’antico passato della laguna nord di Venezia, prima di Venezia. Si tratta di un evento unico, per comprendere letteralmente camminando dentro la storia come le donne e gli uomini antichi abbiano costruito, vissuto e prodotto in ambiente incomparabile, fatto quasi solo di acque. Ecco il programma.

Venerdì̀ 7 giugno 2024, alle 17: “Archeologia e Beni Culturali. Nuovi scenari possibili per un Patrimonio Partecipato. Il progetto NextGen Heritage” con Monica Calcagno, Diego Calaon, Cinzia Dal Maso e il team di CREST/CHANGES. Con aperitivo archeologico.

Sabato 8 giugno 2024, alle 17: “Alla ricerca della città Romana. Verso la nuova campagna di scavi dell’università̀ Ca’ Foscari Venezia – Venezia ad Altino” con Luigi Sperti, Eleonora Dalpozzo, Jacopo Paiano. Con aperitivo archeologico.

Domenica 9 giugno 2024, alle 11, apertura dello scavo al pubblico

Giovedì̀ 13 giugno 2024, alle 17: “Questa volta lo scavo lo faccio io!”, i bambini fanno gli archeologi. Visita archeologica “veri” presso l’area dello scavo. Visita archeologica per i genitori. Attività̀ di archeologia per i bambini 6-10 anni. Laboratorio su prenotazione.

Venerdì̀ 14 giugno 2024, alle 17, Giornate Europee dell’Archeologia: “Arrivano Nuove Notizie dalla Città: da Lio Piccolo a Altino” con Marianna Bressan (museo nazionale e area archeologica di Altino). Con aperitivo archeologico.

Sabato 15 giugno 2024, alle 17, Giornate Europee dell’Archeologia: “Tutela nella Laguna nord” con Sara Bini, della soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio del Comune di Venezia e la laguna. Con aperitivo archeologico.

Giovedì̀ 20 giugno 2024, alle 17: “Ambiente lagunare: ville e sfruttamento delle risorse economiche in epoca romana: il caso di Lio Piccolo” con Marco Marchesini, Daniela Cottica, Fabio Lambertini. Giornate Europee dell’Archeologia: “Nuove scoperte: Le infrastrutture costiere degli Alberoni” con Cecilia Rossi, della soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio del Comune di Venezia e la laguna. Con aperitivo archeologico.

Venerdì 21 giugno 2024, alle 17: “La villa marittima di Mutteron dei Frati a Bibione e il territorio circostante” con Maria Stella Busana, Alice Vacilotto. Con aperitivo archeologico.

Sabato 22 giugno 2024, alle 17: “Dall’archeologia alle Parole. Le storie di Lio Piccolo. Anteprima di Stampa: Abitare la sparesera AD 1689” con Pietro Santostefano, Sandro Bergamo. Con aperitivo archeologico.

Domenica 23 giugno 2024, alle 11: “Dall’archeologia alle Parole. Le storie di Lio Piccolo. Documenti e memorie del litorale” con Antonio Padovan. Con aperitivo archeologico.

Giovedì 27 giugno 2024, alle 17: “Fiumi delta e lagune: un sistema portuale prima di Roma” con Giovanna Gambacurta.

Venerdì 28 giugno 2024, alle 16.30: la “Carta di Altino” in visita a Lio Piccolo. Visita Archeologica Guidata allo scavo. Segue la presentazione del libro di Galatea Vaglio: “Afrodite. La verità della Dea” (Giunti Editore) con Marco Paladini che dialoga con l’autrice. Con aperitivo archeologico.

Sabato 29 giugno 2024, alle 17: “Lo scavo subacqueo del Sito di Lio Piccolo dell’università̀ Ca’ Foscari – Venezia” con Carlo Beltrame, Elisa Costa. A seguire la Festa di chiusura dell’attività̀ del 2024. Intervengono il sindaco del Comune di Cavallino Treporti, l’assessore alla Cultura, il direttore del dipartimento di Studi umanistici di Ca’ Foscari; la Prorettrice alla Terza Missione. Teatro con I Frullatorio DJ set.

Venezia. All’auditorium Santa Margherita, in presenza e on line, l’incontro “Comunicare il patrimonio culturale” promosso dall’Ordine dei Giornalisti del Veneto nell’ambito della “Research communication week 2024” di Ca’ Foscari

venezia_santa-margherita_incontro-comunicare-il-patrimonio-culturale_locandina“Comunicare il patrimonio culturale” è il titolo dell’incontro di formazione per giornalisti, aperto al pubblico, organizzato a Venezia nell’ambito della “Research communication week 2024”, una settimana di workshop, incontri ed approfondimenti promossi dall’università Ca’ Foscari per conoscere, discutere e sperimentare strumenti di comunicazione della ricerca e public engagement. Appuntamento mercoledì 5 giugno 2024, alle 15, all’auditorium Santa Margherita – Emanuele Severino di Venezia: per partecipare registrati qui. L’incontro, che sarà trasmesso in streaming sulla pagina Youtube della Research Communication Week, è organizzato con l’Ordine dei Giornalisti del Veneto e il progetto PNRR CHANGES – Cultural Heritage Active Innovation for Sustainable Society e con il patrocinio dell’Associazione per l’Informatica Umanistica e Cultura Digitale. Cos’è “patrimonio culturale”? Come lo possiamo conoscere e raccontare in modo efficace e inclusivo? Siamo davvero “open to meraviglia”? Questo incontro si pone come un crocevia di idee, un luogo di incontro per riflettere su come il nostro immenso patrimonio culturale possa essere compreso, valorizzato e comunicato in un’era di rapidi cambiamenti. Rivolto a chi fa giornalismo, ricerca, a chi opera nel settore culturale e a studenti, questo incontro offre una piattaforma unica per esplorare le sfide e le opportunità legate alla trasmissione del nostro patrimonio alle future generazioni. Si affronteranno temi quali l’evoluzione del concetto di patrimonio, l’impiego delle nuove tecnologie nella sua conservazione e divulgazione, le strategie per una comunicazione inclusiva e accessibile, e il ruolo cruciale dell’educazione. L’evento è accreditato come attività di formazione continua per i giornalisti iscritti all’Albo. I giornalisti dovranno registrarsi esclusivamente attraverso la piattaforma formazionegiornalisti.it

Programma. Dopo i saluti istituzionali di Maria del Valle Ojeda Calvo, prorettrice alla Ricerca, università Ca’ Foscari Venezia, interverranno Monica Calcagno, Diego Calaon, Eugenio Burgio, Marina Buzzoni ed Elisa Corrò dell’università Ca’ Foscari Venezia; Cinzia Dal Maso, giornalista, direttrice “Archeostorie”; Luca Trolese e Ilaria Fidone del museo Archeologico nazionale di Venezia; Francesca Fungher, direttrice CASADOROFUNGHER Comunicazione. Modera Alessandro Marzo Magno, giornalista e scrittore.

Roma. Al Complesso di San Michele la presentazione del libro “Alla ricerca di Tutankhamun” di Christian Greco apre la nuova stagione dei “Percorsi di lettura” dell’Istituto centrale per l’Archeologia (Ica) con Alessia Amenta (musei Vaticani) e Cinzia Dal Maso (Archeostorie). In presenza e on line

roma_ica_libro-alla-ricerca-di-tutankhamon_presentazione_locandinaNell’ambito dei “Percorsi di lettura” dell’Istituto centrale per l’Archeologia, appuntamento giovedì 23 novembre 2023, alle 16, a Roma, nella sala conferenze della Biblioteca delle arti del Complesso monumentale del San Michele, per la presentazione del volume di Christian Greco “Alla ricerca di Tutankhamun” (Franco Cosimo Panini). L’appuntamento inaugura una nuova stagione dei Percorsi di lettura dell’Istituto centrale per l’Archeologia, il ciclo di incontri in cui le migliori proposte editoriali nel settore della ricerca archeologica vengono presentate al pubblico attraverso stimolanti percorsi narrativi e, grazie agli interventi in sala degli autori, arricchite di luce inedita. Dopo il saluto di Luigi La Rocca, direttore generale Archeologia belle arti e paesaggio, l’incontro sarà introdotto da Elena Calandra, direttore dell’Istituto centrale per l’archeologia (ICA). Quindi sarà lo stesso Christian Greco a guidare i presenti (anche on line) in uno stimolante “percorso di lettura”, grazie a un dialogo dinamico che vedrà coinvolte Alessia Amenta, curatore del Reparto Antichità egizie e del Vicino oriente dei Musei Vaticani, e Cinzia Dal Maso, giornalista culturale e antichista di formazione, oltre che presidente del Centro studi Archeostorie. La presentazione del volume “Alla ricerca di Tutankhamun” sarà fruibile anche online al link: stream.lifesizecloud.com/extension/5961870/eadc6aa3-5ddc-4e6e-b6a4-a0c5b51e13df e, in differita, sui canali social dell’ICA.

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Howard Carter davanti al sarcofago con la mummia del faraone Tutankhamon

Poche scoperte archeologiche hanno avuto sulla cultura collettiva l’impatto di quella della tomba di Tutankhamun, sin dal momento in cui avvenne, nel novembre del 1922, dilagando in tutto il mondo e associando in modo indelebile l’immaginario degli scavi archeologici all’Egitto. La fama immediata e dirompente, le folle di visitatori, la morte prematura del giovane faraone, lo stupore e la leggenda della maledizione per gli scopritori, sono tutte componenti che hanno assicurato alla tomba un fascino che non si è mai sopito e una memoria che rinverdisce alla luce di elementi sempre nuovi e di studi continuamente aggiornati.

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Copertina del libro “Alla scoperta di Tutankhamon” di Christian Greco

È da queste premesse che prende spunto l’ultima fatica di Christian Greco, direttore del museo Egizio dal 2014. Il libro ripercorre in un racconto rigoroso e avvincente le vicende di Tutankhamun in vita e posteriori alla sua morte, facendolo uscire dagli stereotipi e restituendone un’immagine vivificata da documenti e testimonianze messi in valore con lo sguardo dello studioso di oggi, e al tempo stesso porta l’attenzione sulle circostanze e le modalità della scoperta, che per la sua risonanza deflagrante continua ancora oggi a catalizzare le competenze e gli interessi di tutto il mondo scientifico. Al tempo stesso, la lettura porta a comprendere meglio i motivi dell’eterna suggestione che da quel contesto promana, perpetuandosi su generazioni di archeologi e di appassionati.

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Christian Greco, direttore del museo Egizio di Torino (foto graziano tavan)

Formatosi principalmente in Olanda – senza trascurare la laurea all’università di Pavia e l’alunnato presso il Collegio Ghislieri -, Christian Greco è un egittologo con una grande esperienza in ambito museale: ha curato moltissimi progetti espositivi e di curatela in Olanda (Rijksmuseum van Oudheden, Leiden; Kunsthal, Rotterdam; Teylers Museum, Haarlem), Giappone (per i musei di Okinawa, Fukushima, Takasaki, Okayama), Finlandia (Vapriikki Museum, Tampere), Spagna (La Caixa Foundation) e Scozia (National Museum of Scotland, Edimburgh). Alla direzione del museo Egizio di Torino ha sviluppato importanti collaborazioni internazionali con musei, università ed istituti di ricerca di tutto il mondo. La sua forte passione per l’insegnamento lo vede coinvolto nel programma dei corsi dell’università di Torino, di Pisa, di Napoli, della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici dell’università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e della New York University di Abu Dhabi con corsi di cultura materiale dell’antico Egitto e di museologia. Il lavoro in campo archeologico è particolarmente importante: è stato membro dell’Epigraphic Survey of the Oriental Institute of the University of Chicago a Luxor e, dal 2015, è co-direttore della missione archeologica italo-olandese a Saqqara. Al suo attivo ha molteplici pubblicazioni divulgative e scientifiche in diverse lingue e numerose partecipazioni a convegni internazionali di egittologia e di museologia come keynote speaker.

Ischia (Na). Ai Giardini La Mortella primo incontro del progetto “Kepos. Paesaggi e archeologia” su “Comunicare i Beni Culturali: arte che parla, arte che risuona” con Cinzia Dal Maso e Federigo Longo

ischia_kepos_conferenza-cinzia-dal-maso_locandinaGiovedì 25 maggio 2023, nella Recital Hall dei Giardini La Mortella, sull’isola d’Ischia (Na), alle 18.30, primo appuntamento del progetto “Kepos. Paesaggi e archeologia” 2023 sul tema “Comunicare i Beni Culturali: arte che parla, arte che risuona” con Cinzia Dal Maso e Federigo Longo. Dopo i saluti di Alessandra Vinciguerra, presidente della Fondazione W. Walton e Giardini La Mortella, parleranno Cinzia Dal Maso, Centro studi per l’archeologia pubblica Archeostorie®, con un intervento dal titolo “L’arte che parla. Voce, suoni e musiche per “far vedere” l’arte e i luoghi dell’arte” e il maestro Federico Longo, compositore e direttore d’orchestra, con un intervento dal titolo “L’arte che risuona. VIBR.ID (Vibratory Identity), l’identità vibratoria attraverso il Suono”. L’evento sarà moderato da Mariangela Catuogno, direttore scientifico del progetto Kepos 2023.

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La giornalista e scrittrice Cinzia Dal Maso

“Parlare” d’arte si può. È possibile raccontare l’arte con i suoni e le parole, così da stimolare l’immaginazione di chi ascolta: e immaginare una cosa significa farla propria in modo unico, significa avere un ruolo fortemente attivo nella costruzione del proprio sapere, rendendolo indelebile. Le voci, i suoni, le musiche con i quali si può narrare l’arte vengono riprodotti grazie alla radio, podcast, ambientazioni sonore, LogoSound. Insieme, questi strumenti stanno scrivendo un nuovo approccio alla comunicazione del patrimonio culturale. Oggi tutti fanno podcast, la radio è forse all’apice del suo successo, le ambientazioni sonore catturano, e si afferma la necessità di una propria identità sonora, oltre a quella grafica. È un universo in evoluzione vorticosa che alla fine ha coinvolto anche i professionisti dell’arte e dei musei. Questo incontro parla dunque delle forme di comunicazione sonora, partendo proprio dalla radio, passando poi ad analizzare il fenomeno podcast cercando di cogliere le peculiarità del suo recentissimo successo anche nel mondo dell’arte. E si cercherà di capire come e quanto questo figlio ibrido dell’ancestrale racconto orale, della potenza del mezzo radiofonico e della fruibilità del contenuto digitale on demand, sappia “dare voce” all’arte e promuovere le istituzioni culturali al loro esterno, così da espandere l’esperienza di visita potenzialmente all’infinito, e renderla memorabile. Si passa poi al Sound Design, cioè alla musica scritta appositamente per dare vita ad ambientazioni sonore capaci di creare l’immersione perfetta nel mondo delle opere e dei luoghi d’arte. Ma si parlerà anche di LogoSound, cioè a quelle successioni di suoni in armonia tra loro che esprimono, al pari di un logo grafico, l’identità e i valori di un luogo d’arte: strumenti di branding di cui presto nessun museo potrà fare a meno.

Ischia. La fondazione Walton propone anche per il 2023 il progetto “Kepos. Archeologia e paesaggio”: sette incontri tra maggio e ottobre con studiosi, manager dei beni culturali ed esperti di divulgazione. Ecco il programma

lacco-ameno_archeologico_progetto-kepos_logoDopo il positivo riscontro avuto con Kepos 2022 “Paesaggi e Archeologia”, una serie di conferenze e convegni, focalizzato sul patrimonio archeologico, culturale e naturalistico del mondo mediterraneo, la Fondazione Walton torna a proporre questo progetto di divulgazione scientifica che si interroga sulle nuove forme di tutela, gestione e valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici, presentate da specialisti del settore. Riprende il progetto di divulgazione culturale promosso dalla Fondazione Walton per parlare del patrimonio archeologico, culturale e naturalistico a cura dell’archeologa Mariangela Catuogno. Anche nel 2023 il progetto si snoda con sette incontri in calendario ai quali interverranno studiosi, manager dei beni culturali ed esperti di divulgazione, per un approccio multidisciplinare al tema. Sono previsti due appuntamenti al museo di Villa Arbusto, nell’ambito della collaborazione tra Fondazione William Walton e Comune di Lacco Ameno. Ai vari appuntamenti interverranno studiosi, funzionari pubblici, manager dei beni culturali ed esperti di divulgazione, altamente specializzati, per un approccio multidisciplinare al tema. Gli incontri sono tutti alle 18.30. Ingresso libero dalle 18. Informazioni e prenotazioni: 081-986220, dalle 10 alle 18, martedì, giovedì, sabato e domenica. Fondazione William Walton e La Mortella, via Francesco Calise 45, Forio (Na). Il termine greco Kepos indica il giardino di delizie, ma anche il grembo materno, il luogo in cui fermenta la vita e le idee. I Giardini La Mortella, luogo di diletto da sempre promotore di progetti culturali, vogliono porsi come stimolo di conoscenza, sperimentazioni e proposte concrete per gestione del patrimonio culturale, creando un confronto tra le realtà isolane e quelle nazionali, e spronare la comunità ischitana ad una partecipazione attiva e ad un processo di identificazione con il patrimonio storico ed ambientale dell’isola.

ischia_kepos_programma-2023_locandinaIl primo appuntamento si svolgerà giovedì 25 maggio 2023, ai Giardini La Mortella; con una perfetta convergenza tematica si parlerà di musica in ambienti museali, proprio nel luogo dedicato alla musica, la Sala concerti della Mortella. Il focus è sulle nuove forme di comunicazione del patrimonio museale, con interventi della scrittrice Cinzia Dal Maso, del Centro studi per l’archeologia pubblica Archeostorie®, e del maestro Federico Longo, compositore e direttore d’orchestra, che parleranno di una opera musicale site-specific composta per la Galleria Borghese di Roma.

A seguire giovedì 15 giugno 2023, sempre ai Giardini La Mortella, una conferenza anch’essa in perfetta sintonia con l’eccezionale contesto dei giardini, in cui Riccardo Motti, professore di Botanica sistematica al dipartimento di Agraria, università Federico II, racconterà dei suoi studi sulla flora antica rappresentata nelle opere d’arte Greco-Romane.

L’appuntamento successivo è previsto l’8 luglio 2023 al museo di Villa Arbusto. Paolo Giulierini, direttore del museo Archeologico nazionale di Napoli; Federico Marazzi, professore di Archeologia cristiana e medievale, all’università Suor Orsola Benincasa; e Maria Luisa Tardugno, soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio – area metropolitana di Napoli presenteranno una riflessione sul mondo Bizantino, prendendo spunto dalla grandiosa mostra organizzata al museo Archeologico di Napoli nel 2022.

Seguirà, il 5 agosto 2023, sempre a Villa Arbusto, l’incontro dedicato alla navigazione nel mondo antico, con una apertura di grande respiro sulle rotte del Mediterraneo presentata da Flavia Frisone, professore associato di Storia greca, all’università del Salento, Lecce.

Il 24 agosto 2023 invece gli incontri tornano ai Giardini La Mortella, dove si parlerà dell’affascinante mestiere dell’archeologo, tra prassi operative, indagini, tecniche e luoghi comuni con l’intervento di Enrico Giannicchedda, professore di Metodologia della ricerca archeologica all’università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

Il ruolo dell’Arma dei Carabinieri nella salvaguardia dei Beni Culturali e Ambientali sarà l’argomento affrontato l’8 settembre 2023 ai Giardini La Mortella, con rappresentanti del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale e del Comando per la Tutela Ambientale e la Transizione Ecologica, che racconteranno la capillare opera di tutela e salvaguardia svolta quotidianamente dall’Arma.

Il settimo appuntamento, il 5 ottobre 2023 ai Giardini La Mortella, vedrà convergere tre direttori di aree marine protette: Salvatore Livreri, direttore area marina protetta “Isole Egadi”; Giulia Visconti, direttore area marina protetta “Capo Milazzo”; e Antonino Miccio, direttore area marina protetta “Regno di Nettuno” Isole di Ischia e Procida, per affrontare il tema della tutela delle emergenze archeologiche e monumentali che si trovano nel contesto di aree naturalistiche.

Napoli. Per lo “Scaffale del Mann” presentazione al museo Archeologico nazionale del libro di Stefano De Caro “L’alba di Pompei. Nascita di una città”

napoli_scaffale-del-mann_libro-l-alba-di-pompei_stefano-de-caro_locandinaNuovo appuntamento al museo Archeologico nazionale di Napoli con “Lo scaffale del Mann”: mercoledì 15 giugno 2022, alle 17, in sala Conferenze presentazione del libro “L’alba di Pompei. Nascita di una città” di Stefano De Caro. Dopo i saluti del direttore Paolo Giulierini, intervengono con l’autore la giornalista Cinzia Dal Maso, il direttore di ricerca emerito del CNRS-Aix en Provence Claude Albore Livadie, e il docente di Etruscologia all’università di Salerno Luca Cerchiai.

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Copertina del libro “L’alba di Pompei. Nascita di una città”

L’alba di Pompei. Tutti o quasi sanno della fine di Pompei, sepolta da un’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., e ogni giorno gli scavi archeologici aggiungono nuovi dettagli al quadro della città nei suoi ultimi giorni. Del suo inizio invece si sa poco o nulla, l’origine del sito archeologico più famoso al mondo è avvolta da una fitta nebbia, con molte ipotesi e poche certezze. Per rispondere a questi quesiti, Stefano De Caro costruisce la trama di un romanzo storico nelle radici della civiltà dell’Occidente, mescolando con misura dati archeologici a elementi di invenzione.

Napoli. Nel giorno del 700mo anniversario dalla morte di Dante il museo Archeologico nazionale presenta la mostra “Divina Archeologia. Mitologia e storia della Divina Commedia nelle Collezioni del Mann”: 56 reperti, in gran parte inediti; due sezioni espositive, tra mito e storia. Progetto di valorizzazione con un podcast dedicato

Locandina della mostra “Divina Archeologia. Mitologia e storia della Divina Commedia nelle Collezioni del Mann” al museo Archeologico nazionale di Napoli dal 29 ottobre 2021 al 10 gennaio 2022

Lo scorso marzo, in occasione del Dantedì 2021 e delle celebrazioni per i 700 anni dalla morte di Alighieri, il museo Archeologico nazionale di Napoli aveva presentato in anteprima digitale, su Facebook ed Instagram, alcune opere dell’esposizione dedicata a “Divina Archeologia. Mitologia e storia della Divina Commedia nelle Collezioni del Mann” (vedi Napoli. In occasione del Dantedì 2021 il museo Archeologico nazionale presenta on line della mostra “Divina Archeologia” (dal 14 settembre), mitologia e storia della Divina Commedia nelle collezioni del Mann. Giulierini: “Racconteremo Dante e il mondo classico. E anche il rapporto del nostro territorio con Virgilio e l’immaginario del Sommo Poeta” | archeologiavocidalpassato). “Annunciamo nel DanteDì  la data simbolica scelta  per l’inaugurazione della mostra, il 14 settembre 2021”, aveva spiegato il direttore Paolo Giulierini. Il 14 settembre 2021 la mostra “Divina Archeologia. Mitologia e storia della Commedia di Dante nelle collezioni del MANN” non apre (sarà in programma al museo Archeologico nazionale di Napoli dal 29 ottobre 2021 al 10 gennaio 2022: 56 reperti, di cui 40 selezionati dai depositi, manufatti in gran parte poco conosciuti al pubblico o inediti).  Ma in questa data emblematica, il direttore Paolo Giulierini traccia le linee guida dell’esposizione: “Perché Dante al museo Archeologico nazionale di Napoli?  Divina archeologia, che abbiamo voluto annunciare proprio in occasione del 14 settembre, data della morte del Sommo Poeta 700 anni fa, vuole essere un cammino dantesco originale e pieno di scoperte.

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L’affresco da Ercolano con Achille e il centauro Chirone, conservato al Mann (foto Giorgio Albano)

Dante, che fu a Napoli due volte come ambasciatore presso Carlo II d’Angiò, nella Commedia come in altre sue opere ci parla infatti di argomenti e personaggi  rappresentati  negli straordinari reperti del nostro Museo.  Da creature fantastiche, come Cerbero, Medusa, Eracle, Diomede, Ulisse, Teseo, Minosse, il Minotauro, le Arpie,  a personaggi storici, a partire da Virgilio, Cesare, Costantino, Traiano.  E su una volta del museo c’è anche lui, Dante. Tanti sono poi gli spunti per itinerari dedicati, a Napoli e in Campania, dalla tomba di Virgilio, ai Campi Flegrei, fino alla vicina piazza Dante, dalla facciata del duomo alla Biblioteca nazionale di Napoli che custodisce uno dei primi manoscritti della Commedia. La nostra narrazione è arricchita anche da  una serie di podcast che ci condurranno con i loro protagonisti all’interno e all’esterno del Mann”.

Monete conservate al Mann ed esposte nella mostra “Divina Archeologia” (foto mann)

napoli_unina_illuminated-dante-project_logoLa mostra, realizzata con il contributo della Regione Campania, si avvarrà della consulenza scientifica del dipartimento di Studi umanistici dell’università di Napoli “Federico II”, in particolare con il professore Gennaro Ferrante, responsabile scientifico dell’Illuminated Dante Project, e delle collaboratrici Fara Autiero e Serena Picarelli. Al team della “Federico II” sono affidate l’analisi e la scelta delle immagini tratte dai manoscritti medievali della Commedia: queste miniature saranno parte integrante del percorso espositivo, instaurando così un dialogo suggestivo tra il reperto classico ed il mondo al tempo di Dante.  Alighieri ed i suoi contemporanei, infatti, studiavano la classicità quasi esclusivamente grazie alle fonti letterarie e, per questo, l’esposizione creerà una saldatura ideale tra espressioni culturali diverse (vasi, statue, affreschi, monete) che hanno “tradotto”, con il proprio linguaggio, la fortuna millenaria della tradizione mitologica.

Vasi, recuperati dai depositi del Mann, con raffigurati miti ripresi da Dante (foto mann)

L’esposizione, che potremo ammirare nelle sale degli affreschi del Mann, sarà articolata in due sezioni: “I racconti del mito” e “I personaggi del mito e della storia”. Nella prima parte dell’allestimento, a cura di Valentina Cosentino (segreteria scientifica del museo), saranno illustrati cinque miti, legati a cinque personaggi significativi del poema dantesco: Achille, Teseo, Ercole, Enea, Ulisse. La seconda sezione sarà immaginata come una galleria di ritratti dei personaggi reali o fantastici che Dante incontra nel suo viaggio ultraterreno: quattro le “categorie” narrate, con mostri, dei, figure storiche, scrittori.

La presunta tomba di Virgilio a Piedigrotta (Napoli)
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La giornalista e scrittrice Cinzia Dal Maso

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Il regista Andrea W. Castellanza

Un allestimento e non solo: il 14 settembre, su Spreaker e sulla pagina Facebook del Mann, viene lanciata la prima delle sei puntate della serie “Divina Archeologia podcast”, promossa dal museo Archeologico nazionale di Napoli e realizzata da Archeostorie e NW.Factory.media. Per questo podcast introduttivo, dedicato a Virgilio, ecco un suggestivo viaggio dal presunto sepolcro del poeta a Piedigrotta, giungendo al Lago D’Averno, a Castel dell’Ovo ed, infine, in un ricongiungimento ideale, alle sale del nostro Istituto: musica e parole in un percorso che si svilupperà in altri cinque racconti, diffusi sulle piattaforme podcast e sui canali del Mann, a partire dall’inaugurazione della mostra. Sei puntate, dunque, che raccontano Dante guardandolo da lontano, dal punto di vista di quegli antichi che lui ha usato come metafore di umani vizi e virtù. Ogni puntata è un filo teso tra le epoche per cogliere continuità, connessioni, diversità, stravolgimenti. I brevi testi evocativi di Cinzia Dal Maso e Andrea W. Castellanza, interpretati da attori di vaglia, sono inseriti in un ambiente sonoro che, ideato e realizzato da Erica Magarelli e Francesco Sergnese con la regia di Paolo Righi, è esso stesso racconto. Il risultato è un vero e proprio “podcast narrativo” dove tutto, parole suoni e musiche, concorre armonicamente allo svolgersi del racconto. Divina Archeologia Podcast si ascolta sul sito web del Mann (www.mannapoli.it) e su tutte le piattaforme podcast.

Milano. Webinar “Archeo-Up”, la due giorni promossa dall’università Cattolica del Sacro Cuore: “L’Archeologia si fa Impresa” e “Investire sul passato, scommettere sul futuro”. Ecco il programma e il link per partecipare

“L’Archeologia si fa Impresa”, presentazione critica delle attività svolte e dei progetti d’impresa, con dibattito aperto al pubblico; e “Investire sul passato. Scommettere sul futuro”, tavola rotonda sul tema del ruolo degli enti di formazione e ricerca nell’ambito dell’incentivo allo sviluppo dell’imprenditorialità nel campo dei Beni culturali, con dibattito aperto al pubblico. Questa è Archeo Up, la due giorni promossa il 30 giugno e il 1° luglio 2021 dall’università Cattolica del Sacro Cuore che ha realizzato un percorso di formazione e accompagnamento all’avvio di imprese culturali e creative nell’ambito del Programma operativo regionale del Fondo sociale europeo – Regione Lombardia. L’iniziativa è partita alla fine del 2019 con la selezione dei partecipanti al percorso. Dal mese di febbraio del 2020 sono cominciate le attività formative. Il progetto ha favorito lo sviluppo di start up collegate all’attività sul campo, alla valorizzazione e alla comunicazione dei beni archeologici, attraverso un percorso articolato in diversi step realizzato con la collaborazione di 2i3T – Incubatore di Impresa dell’università di Torino e di ConLab, spazio di coworking dell’università Cattolica. È possibile partecipare all’evento collegandosi al seguente link: https://unicatt.webex.com/unicattit/onstage/g.php?MTID=e4162cf369e5b73c2cdd1a443bec4f062 Password: UaPict2 Numero evento: 1378446625

Il programma del primo giorno. Mercoledì 30 giugno 2021: “L’Archeologia si fa Impresa”. I corsisti esporranno, con il supporto dei loro tutor di stage aziendale, i lavori prodotti durante i tirocini formativi, focalizzandosi sulle skills e sugli input acquisiti per lo sviluppo delle loro idee di impresa. MATTINO. Alle 10, introduzione: Giorgio Baratti, università Cattolica del Sacro Cuore; Furio Sacchi, università Cattolica del Sacro Cuore; Giuseppe Serrao, Incubatore 2i3T; 10:20, “Valorizzare una collezione preistorica: problemi, opportunità, prospettive: il caso studio del MuSe di Trento”, di Alessandro Balice e Chiara Vitaloni, tutor: Elisabetta Flor, MuSe; presentazione del progetto d’impresa “BEAR – Bio Environment in Archaeological Research” di Alessandro Balice e Chiara Vitaloni; 11, “Nuove tecnologie per la lettura del palinsesto paesaggistico storico-archeologico come strumento di pianificazione e gestione territoriale” di Alessandro Balice, Martina Pensa e Chiara Vitaloni, tutor: Francesco Carrer, Mazomos s.r.l.; presentazione del progetto d’impresa “DallaAallaD” di Martina Pensa; 11.40, Break; 11.50, “Strategie di valorizzazione di un territorio rurale a partire dal patrimonio archeologico e agricolo” di Sofia Bulgarini e Andrea Luvaro, tutor: Mariella Luvaro, Comune di Mussomeli; presentazione del progetto d’impresa “Trueral” di Sofia Bulgarini e Andrea Luvaro. POMERIGGIO. Alle 14.30, “Commercial archaeology in U.K.: applicazione di un modello d’impresa” di Maria Sole Cammelli, tutor: Irene Sala e Matteo Palombelli, Albion Archaeology; 14.50, “Potenzialità dello storytelling customizzato per la valorizzazione di piccole realtà museali: il caso della mostra Borgosesia Rocks” di Maria Sole Cammelli, tutor: Viviana Gilli, MAP – Museo di Archeologia e Paleontologia “Carlo Conti” di Borgosesia; 15.10, “Potenzialità dello storytelling customizzato per la valorizzazione di piccole realtà museali: il caso del museo Archeologico Villa Pisani Dossi” di Marika Michelazzi, Martina Pagani e Martina Pensa, tutor: Maria Mimmo, funzionaria Sabap per la provincia di Como; co-tutor Alberto Massari, museo Archeologico Villa Pisani Dossi; 15.30, “Nuove tecnologie per la gestione, la diagnostica dell’ambiente e la valorizzazione nell’ambito dell’archeologia subacquea” di Marika Michelazzi, Martina Pagani e Luca Tonetti, tutor: Erica Nocerino per Ipso Facto – Bureau d’étude et de recherche en océanographie et en archéologie subaquatique et sous-marine; 15.50, “Tecnologie digitali innovative per lo storytelling e il restauro virtuale” di Luca Tonetti, tutor: Davide Pantile, ETT spa; 16.10, “Progetto d’impresa Arkeope” di Maria Sole Cammelli, Marika Michelazzi, Martina Pagani, Luca Tonetti.

Il programma del secondo giorno. Giovedì 1° luglio 2021: “Investire sul passato, scommettere sul futuro Riflessioni sul ruolo degli Enti di Formazione e Ricerca nell’ambito dell’incentivo allo sviluppo dell’imprenditorialità nel campo dei Beni Culturali: benefici per l’economia, la società e la ricerca, nuove strategie e approcci possibili”, dalle 10 alle 12.30. Introduce: Mario Gatti, università Cattolica del Sacro Cuore, direttore Area Ricerca e Sviluppo. Modera: Cinzia Dal Maso, giornalista, direttrice del Centro Studi di Archeologia pubblica Archeostorie e della rivista “Archeostorie Magazine”. Co-moderano: Furio Sacchi, università Cattolica del Sacro Cuore, ideatore del progetto Archeo Up; Giorgio Baratti, università Cattolica del Sacro Cuore, ideatore del progetto Archeo Up; Giuseppe Serrao, operation manager per Incubatore 2i3T. Intervengono tra gli altri: Daniela Berta, museo nazionale della Montagna “Duca degli Abruzzi” di Torino; Jusèp Boya Busquet, Archivos, Bibliotecas, Museos y Patrimonio de la Generalidad de Cataluña; Filippo Cigala Fulgosi, sindaco del Comune di Ornavasso, titolare di Convenzione per un progetto di valorizzazione del territorio coinvolgente diversi Enti pubblici e privati; Angelo Cimarosti, Archaeoreporter; Christian Greco, museo Egizio di Torino; Sara Meroni e Silvia Marcante, Rataplan, eventi e comunicazione; Carolina Megale, Past in Progress srl – Past experience; Stefano Monti, fondazione Aglaia-Past experience; Giulio Paolucci, fondazione Luigi Rovati – museo di Arte Etrusca di Milano; Daniela Peloso, Ipso Facto. Bureau d’étude et de recherche en archéologie subaquatique et sous-marine; Francesco Sirano, direttore Parco Archeologico di Ercolano; Marco Velludo, ETT S.p.A.

Arkeope – Archeologia & Percorsi. Arkeope è un laboratorio di produzione e sviluppo di percorsi customizzati di storytelling illustrato per musei, gallerie, parchi e aree archeologiche, finalizzato alla valorizzazione del patrimonio culturale. Il team sta già lavorando alla mostra temporanea “Borgosesia Rocks, una storia lunga millenni”, inaugurata il 24 giugno. Un’idea di Maria Sole Cammelli, Marika Michelazzi, Martina Pagani, Luca Tonetti.

BEAR – Bio Environment in Archaeological Research. Idea di startup che operi nell’ambito delle indagini archeologiche (preventive, di emergenza e di ricerca) e della ricerca bio-ambientale, anche attraverso la creazione di un database di informazioni scientifiche legate allo studio del territorio, al fine di offrire servizi e consulenze a enti pubblici, privati e aziende per la pianificazione e lo sviluppo territoriale. Un’idea di Alessandro Balice e Chiara Vitaloni.

TRUERAL – Turismo Esperienziale. TRUERAL è una piattaforma digitale di supporto al turismo lento, che racchiude in sé la riscoperta del territorio rurale e delle ricchezze che lo caratterizzano. Un’idea di ArcheoArea (Sofia Bulgarini, Andrea Luvaro).

DallaAallaD – Arte, Beni Culturali, Conservazione, Didattica. DallaAallaD nasce come startup creativa indirizzata alla progettazione e alla realizzazione di servizi culturali per Enti pubblici e privati. Il nostro obiettivo è rendere attuabili progetti ed idee rimasti nel cassetto. Grazie all’eterogeneità̀ delle competenze del team offriamo una gamma di servizi culturali che spaziano dalla realizzazione eventi al fundraising. Un’idea di Martina Pensa.

L’università di Macerata lancia “PAST – L’Umanesimo che sa comunicare: Professioni per la comunicazione dell’Antico”, master annuale di II Livello per laureati in discipline umanistiche interessati agli aspetti relativi alla comunicazione e alla divulgazione del passato delle civiltà mediterranee. Bando a luglio. Ecco il comitato scientifico

Si chiama PAST – L’Umanesimo che sa comunicare: professioni per la comunicazione dell’Antico. È il Master annuale di II Livello, promosso dall’università di Macerata, indirizzato a laureati in discipline umanistiche, in possesso di Laurea magistrale presso una Università italiana o straniera riconosciuta, interessati agli aspetti relativi alla comunicazione e alla divulgazione del passato delle civiltà mediterranee. Il bando per la prima edizione di PAST per l’anno accademico 2021-2022 sarà pubblicato a luglio 2021. Il Master promuove la partecipazione – in qualità di docenti – di studiosi ed esperti del settore provenienti dall’Accademia e di professionisti del mondo dell’editoria e dell’imprenditoria. A integrazione della didattica frontale sono previste esercitazioni e attività laboratoriali, seminari e Masterclass di approfondimento. Il tratto distintivo del Master è la forte interazione tra il mondo universitario e della ricerca e il mondo del lavoro, che prevede, tra l’altro, un periodo di stage obbligatorio presso aziende leader del settore. A conclusione del Master lo studente sarà seguito nell’ideazione di un project work in uno degli ambiti definiti nell’offerta formativa (scrittura, audiovisivo, edutainment). Il Master è rivolto sia a giovani che desiderino completare la loro formazione con una declinazione professionalizzante, sia a professionisti che già operano nei settori dei Beni culturali che desiderino maturare e approfondire competenze specifiche nell’ambito della comunicazione e dei Social Media.

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Scorcio del teatro romano di Sabratha in Libia (foto unimc)

Presentazione. Storia e archeologia del Mediterraneo antico sono il focus di questo master che l’università di Macerata dedica a laureati di formazione umanistica e a professionisti del settore dei Beni culturali per farne dei Comunicatori dell’antico. Il Master intende formare figure professionali, altamente qualificate, spendibili negli ambiti del giornalismo scientifico e divulgativo, nella documentaristica storica e nel cinema archeologico, nell’editoria anche digitale e con particolare riferimento all’infanzia, nell’edutainment, nella comunicazione e didattica museale. I profili in uscita potranno mettere a frutto le conoscenze solidamente maturate nell’ambito della storia e dell’archeologia del Mediterraneo antico, al fine di realizzare prodotti culturali a contenuto storico di alta divulgazione scientifica: libri, blog, piattaforme digitali, podcast, fumetti, videogames, film, serie tv, programmi televisivi, documentari, progetti culturali museali.

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Dettaglio dell’arco di Settimio Severo a Leptis Magna in Libia (foto unimc)

Obiettivi. Unire la formazione storica, artistica e archeologica di base con le competenze tecniche e specifiche nella comunicazione dei contenuti di settore a un pubblico eterogeneo è l’obiettivo del master PAST. Il pubblico della comunicazione dell’antico può essere composto da specialisti così come da professionisti di diversa formazione appartenenti a generazioni differenti o con profili socio-culturali variegati. Il percorso di studi del master mira dunque da un lato a rafforzare la conoscenza metodologica e storiografica del passato, attraverso la selezione e l’utilizzo delle fonti, dall’altro a sviluppare la capacità creativa del saper raccontare in maniera efficace utilizzando media e forme espressive diversi. Sono figure professionali altamente qualificate e spendibili in diversi ambiti quelle formate da questo master. Dal giornalismo scientifico e divulgativo alla documentaristica storica e del cinema archeologico, passando per l’editoria (anche digitale) riferita all’infanzia, all’edutainment, alla comunicazione e alla didattica museale. I profili in uscita potranno mettere a frutto le conoscenze solidamente maturate nell’ambito della storia e dell’archeologia del Mediterraneo antico.

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La prof.ssa Simona Antolini (foto unimc)

Vediamo i componenti del comitato scientifico. Simona Antolini (direttore del consiglio direttivo): professore associato all’università di Macerata, è un’epigrafista dell’età romana. È responsabile dello studio delle iscrizioni greche e latine nell’ambito di diverse missioni archeologiche. I suoi principali campi di indagine sono: l’epigrafia municipale dell’Italia medio-adriatica, l’epigrafia rupestre, l’epigrafia in lingua greca e latina della Cirenaica, dell’Illiria meridionale e dell’Epiro, di Creta.

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L’archeologa Giorgia Cappelletti (foto unimc)

Giorgia Cappelletti: laureata in Archeologia e culture del mondo antico a Bologna, ha lavorato come archeologa nella sezione di Preistoria del Muse – Museo delle Scienze di Trento. Oggi scrive testi ed esercizi per le antologie scolastiche Mondadori, svolge laboratori didattici nelle scuole elementari e pubblica libri per bambini con l’editore Erickson. Dal 2019 collabora con il Centro studi Archeostorie®.

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La giornalista archeologa Cinzia Dal Maso (foto unimc)

Cinzia Dal Maso: cammina e scrive di archeologia, comunicazione dei beni culturali, uso contemporaneo del passato, turismo culturale, ecoturismo. Collabora con Repubblica, Il Sole 24 ore e dirige Archeostorie Magazine (www.archeostorie.it), osservatorio sulle forme di comunicazione dei beni culturali e della storia. Con il Centro studi Archeostorie® aiuta musei, istituzioni culturali e imprese a raccontare il proprio patrimonio in modo preciso, coinvolgente, distintivo.

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L’illustratore Andrea Dentuto (foto unimc)

Andrea Dentuto: illustratore per libri, insegnante di disegno, animatore e fumettista, ha iniziato a pubblicare poco dopo aver compiuto 20 anni su riviste a diffusione nazionale, ha realizzato illustrazioni per agenzie pubblicitarie, filmati animati come regista, trasferendosi poi in Giappone per 10 anni, dove ha pubblicato per editori come Mainichi Shinbun e Futabasha.

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Il direttore artistico Dario Di Blasi (foto unimc)

Dario Di Blasi: direttore artistico del Firenze Archeofilm Festival dal 2018, ha guidato dal 1990 al 2017 la Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico a Rovereto e, più di recente, l’Archeo Cine Mann del Museo Archeologico di Napoli. Collabora nell’organizzazione di decine di manifestazioni che coniugano cinema e archeologia in Italia e all’estero.

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Il regista Eugenio Farioli Vecchioli (foto unimc)

Eugenio Farioli Vecchioli: autore e regista televisivo. Si è specializzato in comunicazione della scienza alla SISSA di Trieste. Lavora in TV dal 1998. Dal 2010 la sua attività si è concentrata sulla produzione di documentari dedicati al patrimonio archeologico e storico-artistico. Attualmente è il responsabile editoriale dei programmi di Rai Cultura dedicati al patrimonio culturale e realizzati in collaborazione con il ministero della Cultura.

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Il comunicatore Sandro Garrubbo (foto unimc)

Sandro Garrubbo: museante, docente, autore. Nei beni culturali dal 1987, ha studiato Scienze della Comunicazione. Da 27 anni in servizio al museo Archeologico “Antonino Salinas” di Palermo, è dal 2014 Social Media Strategist dello stesso museo. Insegna “Lab. Professionale di Comunicazione delle Istituzioni Culturali” all’università di Palermo. Coautore di saggi e articoli sulla comunicazione dei beni culturali.

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Il professor Sauro Gelichi (foto unimc)

Sauro Gelichi: professore ordinario di Archeologia Medievale all’università Ca’ Foscari di Venezia. Si occupa di storia dell’insediamento e della “cultura materiale” nel medioevo. È direttore del CeSAV (Centro Studi di Archeologia Venezia), della SAAME (Centro Interuniversitario per la storia e l’archeologia dell’alto medioevo). È direttore responsabile delle riviste “Archeologia Medievale” e “Rivista di Archeologia”.

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Il professor Anton Giulio Mancino (foto unimc)

Anton Giulio Mancino: professore associato di Storia del cinema all’università di Macerata, collabora con le riviste “Bianco e Nero”, “Cinecritica”, “Cineforum”, “8½”, “Fata Morgana”, il programma di Rai Radiotre “Wikiradio” e il quotidiano “La Gazzetta del Mezzogiorno”. Ha redatto numerose voci dell’Enciclopedia del Cinema Treccani e del Dizionario biografico degli italiani e per Einaudi del Dizionario dei registi del cinema mondiale.

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La professoressa Silvia Maria Marengo (foto unimc)

Silvia Maria Marengo: professore ordinario di Storia romana all’università di Macerata, fa parte della XVI commissione dell’Unione Accademica Nazionale per i supplementi ai corpora delle iscrizioni greche e latine. È responsabile del progetto di collaborazione fra l’università di Macerata e l’università di Zagabria per lo studio delle iscrizioni di Salona. La sua attività di ricerca riguarda principalmente la storia romana delle Marche e l’epigrafia della Cirenaica.

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Il professor Emanuele Papi (foto unimc)

Emanuele Papi: professore ordinario di Archeologia classica all’università di Siena, è direttore della Scuola Archeologica italiana di Atene dal 2016. Ha condotto scavi e ricerche a Roma sul Palatino, a Hephaestia (Lemnos) in Grecia, a Dionysias in Egitto, a Thamusida, Lixus, Sala, Zilil e Volubilis in Marocco. Si occupa di Mediterraneo antico, società e città, economia dell’impero romano, storia delle rovine. È autore di diverse monografie.

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Il professor Roberto Perna (foto unimc)

Roberto Perna: professore associato in Archeologia classica all’università di Macerata. Dal 1996 al 2007 incaricato dalla Provincia di Macerata per la consulenza in materia di Beni Culturali: archeologici, storico-artistici ed architettonici. Si occupa di topografia antica e di gestione del patrimonio archeologico e culturale. Ha elaborato e realizzato progetti finalizzati alla tutela, gestione e valorizzazione del patrimonio culturale in Italia e in Albania.

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Il professor Luca Peyronel (foto unimc)

Luca Peyronel: professore ordinario di Archeologia e Storia dell’arte del Vicino Oriente Antico all’università di Milano, dirige scavi e progetti di ricerca in Turchia, Siria ed Iraq e si occupa soprattutto di economia antica, artigianato, commerci e interazioni culturali del mediterraneo orientale e Asia occidentale durante l’età del bronzo. Ha fondato e coordinato il laboratorio Archeoframe di comunicazione e valorizzazione dei beni culturali dell’università Iulm di Milano.

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La professoressa Jessica Piccinini (foto unimc)

Jessica Piccinini: ha lavorato come Wissenschaftliche Mitarbeiterin all’università di Vienna e ha svolto attività di ricerca in numerose università e istituti, come il Center of Hellenic Studies dell’università di Harvard a Washington DC, la Scuola Archeologica Italiana di Atene. Dal 2018 insegna Storia greca all’università di Macerata. Si interessa di storia politica e religiosa della Grecia Nord-occidentale e dell’Adriatico dall’età arcaica a quella ellenistico-romana.

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Il radiofonico Sebastian Paolo Righi (foto unimc)

Sebastian Paolo Righi: ama ascoltare e raccontare storie, davanti a un microfono o dietro a un mixer. Soprattutto se parlano di arte, sperimentazione, innovazione sociale e culturale. Fondatore e Station Manager di NWRadio e Podcast Producer per NWFactory, ha curato regia e produzione di Branded Podcast e serie narrative di successo quali La Bestia Feroce, La Nube – Disastro a Bophal e Bistory – Storie dalla storia.

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La professoressa Maria Antonietta Rizzo (foto unimc)

Maria Antonietta Rizzo: professore associato di Etruscologia e antichità italiche prima nell’università Carlo Bo di Urbino, poi in quella di Macerata. Ha condotto scavi, restauri e ricerche in Etruria (Cerveteri), in Grecia (Gortina di Creta, Rodi) ed è direttore delle missioni dell’università di Macerata in Libia (Leptis Magna e Sabratha). Direttore della rivista “Libya Antiqua”, ha curato allestimenti di musei, e organizzato mostre e convegni nazionali ed internazionali.

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Il professor Ignazio Tantillo (foto unimc)

Ignazio Tantillo: professore ordinario all’università di Napoli L’Orientale, è uno storico dell’età romana e della tarda antichità. Si interessa di storia politica e culturale dal III al VI secolo, dell’Africa romana e della sua amministrazione civile e militare, di Cassiodoro e dell’Italia Ostrogota,  della città di Leptis Magna e della Tripolitania, della provincia di Creta e di Gortina nel IV secolo d.C., dello statue habit tra II e VI secolo d.C., dell’epigrafia dell’Italia e delle province, latine ed ellenofone.