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Roma. In Curia Iulia “Paesaggi di Confine. Modelli di lavoro per una narrazione partecipata”, l’incontro conclusivo del Progetto di Terza Missione Sapienza. In presenza e on line

roma_curia-iulia_dialoghi-sul-confine_paesaggi-interiori-immaginari-comunità_locandinaMercoledì 28 Febbraio 2024, alle 9, la Curia Iulia ospita l’incontro conclusivo del Progetto di Terza Missione Sapienza “Paesaggi di Confine. Modelli di lavoro per una narrazione partecipata”. L’iniziativa è promossa dal dipartimento di Storia, Antropologia, Religioni, Arte e Spettacolo (SARAS) di Sapienza università di Roma e dal parco archeologico del Colosseo in collaborazione con Italia Nostra, nel quadro di un percorso biennale che Sapienza ha svolto attraverso attività di formazione, dibattito e documentazione sul tema del dialogo tra cittadini, comunità e culture, ponendo al centro il valore del patrimonio culturale come spazio della democrazia, del riconoscimento e dell’inclusione. La manifestazione vedrà il coinvolgimento di ricercatori, esperti del patrimonio, funzionari museali, insegnanti, studenti e cittadini romani. Ingresso da largo della Salara Vecchia. Prenotazione obbligatoria fino ad esaurimento posti via eventbrite https://28febbraio_paesaggidiconfine.eventbrite.it. L’incontro sarà trasmesso in streaming sulla pagina Facebook del Parco archeologico del Colosseo.

PROGRAMMA. In Curia Iulia. Alle 9.15, saluti istituzionali: Alfonsina Russo, direttrice del parco archeologico del Colosseo; Gaetano Lettieri, direttore SARAS, Sapienza Università di Roma; Pina Cutolo, Italia Nostra; 9.45, Irene Baldriga, Sapienza università di Roma, “Paesaggi di Confine. Per una idea condivisa di Patrimonio”. Dialoghi incrociati: 10, “Patrimonio culturale e comunità: attraversamenti”. Partecipano: Christian Greco (museo Egizio, Torino), Anna Soffici (gallerie nazionali degli Uffizi, Firenze), Caterina Riva (museo Arte contemporanea di Termoli), Paolo Giulierini (archeologo). Modera Alessandro Beltrami (Avvenire); 11.30, Vittorio Lingiardi, Sapienza università di Roma, “Il paesaggio è dentro di noi (landscapes are mindscapes)”. In Foro Romano. Alle 12, “Conversation Labs”, a cura del parco archeologico del Colosseo, con la collaborazione di docenti e studenti di Sapienza università di Roma (percorsi di visita sul paesaggio di confine). A) Diversità di genere: “La Casa delle Vestali”. Introduce: Silvia D’Offizi (parco archeologico del Colosseo). Modera: Ada Caruso (Sapienza) con Sofia Baldoni, Lavinia Longo, Costanza Monforte, Carlotta Musacchia, Marta Palumbo, Andrea Peter Szocs. B) Comunità e Memoria: “L’Arco di Tito”. Introduce: Francesca Ioppi (parco archeologico del Colosseo). Modera: Tessa Canella (Sapienza) con Cristian Moriconi, Manuela Peri, Luca Suppressa, Giuseppe Vigneri. C) Sincretismi: “Santa Maria Antiqua e Fonte di Giuturna”. Introduce: Paolo Castellani (parco archeologico del Colosseo). Modera: Ludovico Battista (Sapienza) con Virginia Bracciaferri, Andrea Ciaccio, Federica Nuzzo, Pierfrancesco Satta, Emilio Zanzi. D) Lo straniero: “Arco di Settimio Severo”. Introduce: Francesca Coletti (Sapienza). Modera: Carmelo Russo (Sapienza) con Fabrizio Schedid (Binario 95, Polo Sociale Roma Termini), Sergio Borghino, Stefano di Genova, Lara Gianella, Gabriele Persichetti, Elisa Piroddi, Simone Quaranta. 13.30 – 15, pausa pranzo.

In Curia Iulia. “Dialoghi sul patrimonio e sul paesaggio”. Introduce Federica Favino (Sapienza). 15, Andrea Schiappelli (parco archeologico del Colosseo), Valerio Coladonato (Sapienza), Valentina Signorelli (University of Greenwich, Londra): “Il patrimonio narrato”; 15.30, Giovanna Mori (Timescapes), Antonella Sbrilli (Sapienza), Stefano Scialotti (Dinamolab), Virginia Bracciaferri (Sapienza): “Tempo e patrimonio. Esperienze della memoria”; 16, Anna Di Gregorio (Italia Nostra), Luigi Filadoro (Associazione étant donnés), Sofia Baldoni (associazione culturale Zagreus): “Paesaggi, identità, confini”; 16.30, Conclusioni: Valeria Di Giuseppe Di Paolo, direzione generale Musei, ministero della Cultura.

Bologna. Nel trentennale del nuovo allestimento della sezione egizia del museo civico Archeologico ciclo di incontri “L’Egitto dei Musei: Bologna, Città del Vaticano, Firenze, Torino”: a confronto le voci di direttori e curatori delle principali collezioni egittologiche italiane

bologna_archeologico_l-egitto-dei-musei_programma_locandinaTrent’anni e non sentirli. Nel 1994 il museo civico Archeologico di Bologna inaugura un nuovo allestimento della sezione egizia. Le scelte museografiche allora adottate e i molti interventi che successivamente hanno via via aggiornato l’esposizione con novità scientifiche, prestiti da prestigiosi musei, nuove donazioni, hanno fatto sì che lo spazio dedicato alla terza collezione più importante d’Italia offra ancora al suo numerosissimo pubblico una splendida esperienza di visita. Per festeggiare questo importante anniversario il ciclo “L’Egitto dei Musei: Bologna, Città del Vaticano, Firenze, Torino” mette a confronto, attraverso le voci di direttori e curatori, le principali collezioni egittologiche italiane. Il ciclo, inaugurato dalla lezione-concerto del Coro Athena, diretto da Marco Fanti, e accompagnato da visite guidate e laboratori per ragazzi, entra nel vivo sabato 17 febbraio 2024, alle 17, con “Trent’anni di Egitto a Bologna”: incontro con Daniela Picchi, curatrice della Collezione Egiziana, museo civico Archeologico di Bologna. Ingresso libero fino ad esaurimento posti disponibili. Quindi sabato 2 marzo 2024, alle 17, “Progetto Sekhmet. Studio della più grandiosa scenografia in pietra a Tebe Ovest”: incontro con Alessia Amenta, curatore reparto Antichità Egizie e del Vicino Oriente, Musei Vaticani. Ingresso libero fino ad esaurimento posti disponibili. Appuntamento con la musica sabato 9 marzo 2024, alle 17: “L’Egitto di Mozart”, lezione concerto con Marco Fanti e la partecipazione del Coro Athena. Il salisburghese racconta alcuni elementi della millenaria cultura egizia in una delle sue opere più celebri, Il flauto magico. Si scopre così che questa non è l’unica occasione in cui il compositore fa riferimento all’Egitto. Ingresso libero fino ad esaurimento posti (90 partecipanti). Si riprende sabato 23 marzo 2024, alle 17, con “Il Museo Egizio di Firenze: la sua storia, i suoi protagonisti e i suoi capolavori”: incontro con Anna Consonni, curatore della sezione “Museo Egizio”, museo Archeologico nazionale di Firenze. Ingresso libero fino ad esaurimento posti disponibili. Il ciclo chiude sabato 13 aprile 2024, alle 17, con “A 200 anni dalla fondazione. Il Museo Egizio di Torino”: incontro con Christian Greco, direttore museo Egizio di Torino. Ingresso libero fino ad esaurimento posti disponibili.

Torino. Al museo Egizio per “Dialoghi di Archeologia” Daniele Manacorda e Mirco Modolo dialogano con il direttore Christian Greco e Andrea Augenti sul loro libro “Le immagini del patrimonio culturale. Un’eredità condivisa?” (Pacini editore). In presenza e on line

torino_egizio_dialoghi-di-archeologia_le-immagini-del-patrimonio-culturale_manacorda-modolo_locandinaAl museo Egizio di Torino nuovo appuntamento con la serie di incontri “Dialoghi di Archeologia”. Giovedì 18 gennaio 2024, alle 18, gli autori Daniele Manacorda e Mirco Modolo, insieme a Christian Greco, dialogheranno con Andrea Augenti sul loro libro “Le immagini del patrimonio culturale. Un’eredità condivisa?”, edito da Pacini Editore. L’evento si tiene nella sala Conferenze del Museo e l’ingresso è libero con prenotazione obbligatoria su Eventbrite: https://www.eventbrite.it/…/biglietti-le-immagini-del… L’incontro sarà trasmesso anche in streaming sulla pagina Facebook e sul canale YouTube del museo Egizio. Durante la serata sarà possibile acquistare il volume oggetto dell’incontro. Le riforme del Codice dei beni culturali avviate nell’ultimo decennio hanno generato un ampio confronto, non solo fra gli addetti ai lavori. In particolare la liberalizzazione dell’uso delle immagini del patrimonio culturale pubblico per fini di studio, ricerca e libera manifestazione del pensiero, introdotta nel 2014 (c.d. Art bonus), ha suscitato una presa di coscienza dell’importanza della percezione della pubblicità del patrimonio da parte della popolazione italiana. Il dibattito si è quindi esteso a considerare l’ipotesi di libero riutilizzo delle riproduzioni di beni culturali, anche per quelle finalità commerciali rimaste sinora escluse dal regime di liberalizzazione. Al centro di questo libro, nel quale sono pubblicati gli atti dell’omonimo convegno promosso dalla Fondazione Aglaia (Firenze, 11/06/2022), si collocano interrogativi di stringente attualità: ha senso oggi porre limiti, in piena era digitale, alla diffusione delle immagini del patrimonio culturale pubblico? Come impedire l’uso di un bene immateriale che appartiene a tutti? E, soprattutto, perché?

Torino. Al museo Egizio incontro con Taco Dibbits, direttore del Rijksmuseum di Amsterdam, quinto appuntamento del ciclo “What is a museum?”, in presenza e on line: dieci direttori dei più grandi musei del mondo si confrontano col direttore Christian Greco sul ruolo e le sfide del futuro dei musei

torino_egizio_what-s-museum_Taco-Dibbits_locandinaCome possono i musei essere luoghi di conservazione e costruzione della memoria? Come possono affrontare le sfide del futuro senza tradire la loro storia? Come possono affrontare la nuova fase che stanno attraversando ripensando il proprio passato e dando un senso alla loro esistenza oggi? Oggi i musei mirano a comprendere a fondo i meccanismi del cambiamento, generando relazioni e influenzando la società. Alla luce della nuova definizione di museo data da ICOM e delle sfide che attendono le istituzioni culturali, il museo Egizio di Torino presenta una serie di incontri per il 2023 e il 2024 dal titolo “What is a museum?” con protagonisti i direttori di alcuni dei più importanti musei internazionali in dialogo con Christian Greco. Ricerca, digitalizzazione, educazione, inclusione e cura del patrimonio sono i punti che verranno affrontati per ripensare il ruolo che i musei possono avere nella società contemporanea. Il protagonista del quinto incontro, il primo dell’anno, il 17 gennaio 2024, alle 18, sarà Taco Dibbits, direttore del Rijksmuseum di Amsterdam, in dialogo con Christian Greco, direttore del museo Egizio di Torino. L’evento si terrà nella sala conferenze del Museo, ingresso libero con prenotazione tramite Eventbrite: https://www.eventbrite.it/…/what-is-a-museums-con-taco… L’incontro sarà in lingua inglese con traduzione simultanea in italiano in sala e sarà trasmesso anche in diretta streaming sulla pagina Facebook e sul canale YouTube del museo Egizio di Torino.

Torino. Al museo Egizio l’archeologo Massimo Cultraro (Cnr- Ispc Catania) parla di “Da Micene al Nilo. Le ricerche di Heinrich Schliemann in Egitto (1886-1888)”. Conferenza in presenza e on line in collaborazione con Acme

torino_egizio_conferenza-da-micene-al-nilo_cultraro_locandinaHeinrich Schliemann (1822-1890), imprenditore tedesco diventato famoso per la scoperta di Troia e per l’esplorazione della civiltà micenea, fin dalle sue indagini in area egea ha sempre guardato con attenzione all’Egitto. Giovedì 11 gennaio 2024, alle18, nella sala conferenze del museo Egizio di Torino, conferenza “Da Micene al Nilo. Le ricerche di Heinrich Schliemann in Egitto (1886-1888)” con Massimo Cultraro: nuovo appuntamento con le conferenze organizzate con l’Associazione ACME, Amici e Collaboratori del Museo Egizio, dove Massimo Cultraro ci parlerà delle ricerche di Heinrich Schliemann in Egitto. Introduce Christian Greco, direttore del museo Egizio. Ingresso è libero con prenotazione su Eventbrite: : https://www.eventbrite.it/…/biglietti-da-micene-al-nilo…. La conferenza sarà trasmessa anche in streaming sulla pagina Facebook e sul canale YouTube del Museo. Il programma di incontri è realizzato in collaborazione con il dipartimento di Studi storici dell’università di Torino. La scoperta a Micene di un gruppo di manufatti di produzione egizia risalenti al Nuovo Regno lo spinge a riflettere sull’origine della civiltà elladico-micenea, per la quale non escludeva un contributo dall’area nilotica. Nei continui viaggi compiuti in Italia entra in contatto con la grande scultura greco-romana nelle collezioni di Roma, mostrando uno spiccato interesse per la figura di Cleopatra. Solo a partire dal 1886, oramai celebre ma con una salute assai cagionevole, può avviare il sogno di esplorare l’Egitto, avviando le indagini ad Alessandria alla ricerca del palazzo di Cleopatra. I taccuini di viaggio permettono di ricostruire una pagina inedita e affascinante del lungo soggiorno di Schliemann in Egitto, facendo luce sulle scoperte archeologiche, pressoché sconosciute, e sulle preziose descrizioni di luoghi e costumi dell’Egitto nella seconda metà dell’Ottocento.

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Massimo Cultraro, dirigente di ricerca dell’Istituto di scienze del patrimonio culturale (Cnr-Ispc) (foto parco naxos)

Massimo Cultraro è archeologo, dirigente di ricerca al Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto delle scienze del Patrimonio Culturale, Catania. Insegna Archeologia egea e Preistoria del Mediterraneo nelle università di Palermo, Messina e Salerno. Visiting professor alla Brown University di Providence (USA), tiene corsi di archeologia egea nell’Università di Göttingen. Nel 2006-2011 ha diretto il progetto di ricostruzione del museo nazionale di Baghdad, promosso dal ministero degli Affari Esteri e CNR, progetto premiato al G8 degli Enti di Ricerca a Venezia nel 2008. Insignito del premio nazionale “Sabatino Moscati” per la divulgazione scientifica in campo archeologico, si occupa di mondo egeo-miceneo e di Preistoria euro-asiatica, dirigendo dal 2014 una missione di ricerca nel Caucaso. Autore di sei saggi scientifici, alcuni dei quali dedicati alla figura di H. Schliemann.

Torino. Al museo Egizio da oggi apre la Galleria della Scrittura, percorso permanente di mille metri quadrati che ospitano 248 reperti, un viaggio in 10 sezioni all’origine delle scritture dell’antico Egitto, a ritroso nel tempo di 4000 anni. L’intervento del direttore Greco per “archeologiavocidalpassato”

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Galleria della Scrittura al museo Egizio di Torino: la sala del Pyramidion di Ramose (foto graziano tavan)

La mostra “Il dono di Thot”, dal 7 dicembre 2022 al 7 settembre 2023, 500 metri quadrati, distribuiti tra piano terreno e ipogeo del museo Egizio di Torino per narrare la scrittura dell’Antico Egitto dal geroglifico al copto, dallo ieratico al demotico, è stata la prova generale, la preparazione di quello che da oggi, 22 dicembre 2023, è il nuovo allestimento permanente: la Galleria della Scrittura, aperta al terzo piano del museo, dopo lavori di consolidamento e restauro, negli spazi finora dedicati alle mostre temporanee le quali, nei progetti di riorganizzazione dell’Egizio per il bicentenario della sua fondazione (1824-2024), troveranno posto al piano terra.

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Galleria della Scrittura al museo Egizio di Torino: Paolo Marini. Federico Poole e Susanne Toepfer curatori del progetto espositivo (foto graziano tavan)

Il progetto espositivo della Galleria della Scrittura è stato firmato da tre curatori del Museo: Paolo Marini, Federico Poole e Susanne Toepfer, quest’ultima responsabile della Papiroteca del Museo, che ospita una delle più significative collezioni di papiri al mondo. La Papiroteca dell’Egizio, infatti, è uno scrigno di più di 800 manoscritti, interi o riassemblati, e oltre 23mila frammenti di papiro, che documentano più di 3000 anni di cultura materiale scritta in sette scritture e otto lingue ed è crocevia di progetti internazionali di restauro e digitalizzazione. I papiri non furono l’unico supporto che ha condotto fino a noi i testi antichi, raccontati nella Galleria della Scrittura anche da postazioni multimediali, alcune delle quali interattive, realizzate grazie al sostegno della Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino.

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Galleria della Scrittura al museo Egizio di Torino: l’ingresso (foto graziano tavan)

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Evelina Christillin, presidente del museo Egizio di Torino (foto graziano tavan)

“Proiettati verso il bicentenario nel 2024”, interviene la presidente del Museo Egizio, Evelina Christillin, “tagliamo il traguardo a fine anno del milione di visitatori e riapriamo al pubblico il terzo piano del Museo. Un nuovo tassello arricchisce il percorso espositivo dell’Egizio, che cambierà ancora volto. Grazie al mecenatismo attento di Consulta, con la Galleria della Scrittura proponiamo una sorta di museo nel museo, con cui intendiamo riannodare le fila del racconto di una delle innovazioni che non ha mai smesso di avere un’influenza sull’umanità. Potrebbe infatti esistere l’intelligenza artificiale, senza la scrittura?”.

La Galleria della Scrittura occupa mille metri quadrati che ospitano 248 reperti, un viaggio in 10 sezioni all’origine delle scritture dell’antico Egitto, a ritroso nel tempo di 4000 anni. Sotto i riflettori non solo i geroglifici e l’avventura che nei secoli portò alla loro decifrazione e alla nascita dell’Egittologia, ma anche lo ieratico, il demotico e poi il copto. Raccontare la storia della scrittura antica, nelle sue varianti ed evoluzioni significa anche descrivere la società, le articolazioni dello stato e in ultimo la figura dello scriba, custode della memoria storica dell’antica civiltà egizia e depositario di un saper fare, che affonda le sue origini nel mito ed è avvolto da un’aura quasi sacra.

È proprio il direttore del museo Egizio di Torino, Christian Greco, a introdurre i lettori di archeologiavocidalpassato.com alla Galleria della Scrittura. “Oggi facciamo un bel regalo di Natale ai nostri visitatori: 1000 mq che offriamo ai nostri visitatori”, spiega Greco. “È un percorso permanente che ci permette di fare un viaggio dall’inizio della scrittura, dai primi testi di senso compiuto, circa il XXVII secolo a.C., per arrivare ai papiri in lingua araba del IX-X secolo d.C. È una galleria che ci permette di capire quale fosse il supporto, che significato avessero i geroglifici, e soprattutto che fa parlare i documenti. Questa galleria che diventa permanente – continua -, rispetto alla mostra temporanea “Il dono di Thot” aggiunge tutta la parte dei soppalchi dove vediamo oggetti monumentali, come il pyramidion di Ramose, che ci fa capire quali fossero i diversi livelli della tomba, e soprattutto ci sembra quasi di entrare nel per hank, nella biblioteca del tempio, e di vedere i vari testi che vi erano contenuti:

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Galleria della Scrittura al museo Egizio di Torino: la sala dei papiri (foto graziano tavan)

40 metri di papiri, 32 documenti, che suddivisi tra documenti biografici, amministrativi, mitologici, religiosi e rituali, che ci permettono davvero di entrare nella vita dell’Antico Egitto, e poi concludiamo con una parte anch’essa nuova e molto importante sulla valenza, sulla potenza della parola, e in questa ultima sala il pezzo importante è il sarcofago di Puia, dove facciamo vedere per la prima volta i tenoni che sono iscritti con i nomi delle divinità che devono proteggere le diverse parti del corpo. Ecco quindi come la parola sia davvero la parola degli dei, sia questo dono importantissimo dato agli uomini che – conclude – permette agli uomini di sistematizzare il cosmo e di vivere all’interno di esso. E quindi di dare vita alle strutture fondamentali come la burocrazia, la sistemazione dello Stato, i rituali, e al contempo, tramite i testi rituali, di permettere anche che l’Egitto continui a vivere”.

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Il cartiglio in calcare dal tempio dell’Aten a Karnak datato al regno di Akhenaten (1353-1336 a.C.) parte della Collezione Drovetti, apre la Galleria della Scrittura al museo Egizio di Torino (foto graziano tavan)

Fin dagli esordi la scrittura egizia ebbe una forte componente figurativa e il geroglifico, a cavallo tra tecnica e arte, è giunto a noi prima che sui papiri, su etichette di vasi, o scolpito sulle pareti di templi o su tombe o su statue, assumendo così connotati monumentali e celebrativi. È il caso del Cartiglio in calcare, datato tra il 1353 e il 1336 a.C., che apre la Galleria della Scrittura. Scolpiti su un gigantesco blocco, i geroglifici assumono una valenza quasi sacra e il nome della divinità Aten, riportato nel cartiglio, attraversa i millenni per arrivare intatto fino ai giorni nostri. In esposizione anche una delle prime frasi di senso compiuto conosciuta, contenuta sul frammento di un Monumento del faraone Djoser, datata tra il 2592 e il 2566 a.C. e venuta alla luce a Eliopoli nel secolo scorso.

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Galleria della Scrittura al museo Egizio di Torino: la sala del sarcofago di Puia (foto graziano tavan)

“Il pensiero egizio oscillava continuamente fra razionalità ed empirismo”, spiega ancora Greco. “Forse nulla come il geroglifico dà ragione di questa tensione, che vogliamo far scoprire al visitatore. Rivestendo contemporaneamente il ruolo di grafema e simbolo, il geroglifico ci restituisce un doppio significato fonologico ed iconografico e si trova quindi ad assumere due funzioni distinte: quella linguistica e quella semiotica. Testo ed immagine sono reciprocamente complementari e ci permettono di avvicinarci alla comprensione di 4000 anni di storia dell’Antico Egitto. Come e perché si è sviluppata la scrittura, che ruolo ha avuto nella formazione dello Stato in tutte le sue articolazioni e nello sviluppo del discorso religioso e della complessa cosmografia funeraria? Sono alcuni degli interrogativi a cui cerchiamo di dare risposta, con rigore scientifico e allo stesso tempo cercando di interessare e appassionare visitatori di tutte le età, anche attraverso supporti multimediali e interattivi”.

 

Torino. All’Accademia delle Scienze presentazione del documentario “Il grande viaggio” di Giulio Cavallini, sulla Collezione Drovetti, acquistata dai Savoia, che avrebbe creato il museo Egizio più antico al mondo, nel 1824. Intervengono Mori, Greco, Roccati e Donatelli

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Due secoli fa in queste settimane stavano arrivando a Torino le casse con i reperti archeologici che avrebbero creato il museo Egizio più antico al mondo, nel 1824.  Migliaia di statue, papiri, mummie, oggetti della vita quotidiana della Collezione Drovetti, fortemente voluta dall’Accademia delle Scienze e acquistata dal re Carlo Felice di Savoia per una cifra enorme: 400mila lire piemontesi. La celebre collezione egizia di Torino, la seconda per importanza al mondo, si costituisce infatti proprio con l’atto d’acquisto della Collezione Drovetti. Giunti a Torino, i reperti vennero sistemati al pian terreno dell’attuale sede, il palazzo dell’Accademia delle Scienze. Il museo fu ufficialmente inaugurato l’8 novembre 1824. “L’acquisto della Collezione Drovetti”, afferma il direttore Christian Greco, “fu un investimento incredibile, una visione strategica, fu capire che questa città e questo palazzo per sempre sarebbero diventati il centro dell’egittologia internazionale”.

Curiosità e retroscena di questo evento straordinario sono raccontati nel documentario “Il grande viaggio” a cura di Silvia Rosa-Brusin, per la regia di Giulio Cavallini, che sarà presentato giovedì 14 dicembre 2023, alle 17.30, nella Sala dei Mappamondi dell’Accademia delle Scienze di Torino, nell’incontro “Il racconto del grande viaggio”. Prenotazione obbligatoria. Per riservare un posto in sala clicca QUI. Intervengono il presidente dell’Accademia delle Scienze Massimo Mori, il direttore del museo Egizio Christian Greco e gli egittologi Alessandro Roccati, accademico, e Laura Donatelli. Dopo la proiezione verranno intervistati dalla giornalista Silvia Rosa-Brusin e risponderanno alle domande del pubblico. In Sala sarà esposto il Catalogo originale della Collezione Drovetti.

Torino. Al museo Egizio conferenza internazionale “Im/materialities: Museums between Real and Digital”, in presenza e on line: quattro giorni per approfondire aspetti che ruotano attorno alla conservazione, allo studio, all’ampia tecnologia messa a disposizione delle collezioni, alcuni dei principali temi sviluppati e proposti dalla mostra temporanea “Archeologia Invisibile”, inaugurata a marzo 2019

torino_egizio_conferenza-internazionale-immaterialities_locandinaDal 28 novembre al 1° dicembre 2023 studiosi e studiose da tutto il mondo saranno al museo Egizio di Torino nella conferenza internazionale “Im/materialities: Museums between Real and Digital” a cura di Christian Greco, Maria Elena Colombo, Enrico Ferraris, Paolo Del Vesco. La conferenza era programmata per marzo 2020 e approfondisce alcuni dei principali temi sviluppati e proposti dalla mostra temporanea “Archeologia Invisibile”, inaugurata a marzo 2019, che ha esplorato gli oggetti e le loro storie uniche, biografie i cui indizi sono in gran parte condensati nei materiali di cui sono fatti. Restano pochissimi biglietti per i posti in presenza (vedi Museo Egizio di Torino: il nuovo anno porta la proroga di sei mesi della mostra “Archeologia invisibile” che mette al centro i temi della ricerca e dell’interdisciplinarietà per addentrarsi nella biografia dei reperti egittologici. Sul sito del museo la novità del Virtual tour in 3D | archeologiavocidalpassato). Chi fosse interessato può scrivere a Virginia Cimino: virginia.cimino@museoegizio.it. Oratori di spicco illumineranno la discussione il 28 novembre 2023, tra cui Guido Tonelli (CERN), Maurizio Ferraris (università di Torino), Andrea Augenti (università di Bologna), David Pantalony (Ingenium), Paolo Del Vesco (museo Egizio), Luca Ciabarri (università di Milano), Stuart Walker (Manchester Metropolitan University), Enrico Giannichedda (università Cattolica del Sacro Cuore). La conferenza sarà in lingua inglese e potrà essere seguita anche in diretta e, più tardi, in differita su Facebook Youtube, offrendo a un pubblico globale l’opportunità di interagire su questi temi.

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La locandina della mostra “Archeologia invisibile” al museo Egizio di Torino

Con più di 40 istituzioni scientifiche coinvolte nel progetto, la mostra ha sottolineato la crescente collaborazione tra Egittologia e Scienze Naturali nello studio dei reperti archeologici e come l’archeometria (sempre più utilizzata dal museo Egizio come metodo standard per indagare gli oggetti) stia cambiando il modo in cui una collezione può essere esplorata, conservata e, infine, presentata ai visitatori. Naturalmente, l’archeometria fornisce informazioni sulla materialità di oggetti che altrimenti sarebbero inaccessibili e invisibili ad occhio nudo, e questo permette ai ricercatori di colmare le lacune su ciò che non si sa della storia/biografia degli oggetti (chi li ha realizzati, perché, quando, dove, con quali materiali ecc.) per definire, ad esempio, i modi migliori per conservarli. L’apertura a discipline esterne all’egittologia è ormai un presupposto indispensabile per dibattere questi argomenti. Da qui il desiderio di coinvolgere alla conferenza molte persone provenienti da contesti diversi, tra cui antropologi fisici e culturali, filosofi, sociologi, archeologi, paleopatologi, storici, scienziati del patrimonio, curatori di musei, museologi e specialisti di intelligenza artificiale. La conferenza si articolerà in sei sezioni.

IM/MATERIALE: 28 novembre 2023. Questa sezione affronta in particolare le principali sfide e opportunità che la grande mole di dati generati dall’imaging e dall’analisi archeometrica rappresentano per la pratica museale nel XXI secolo. Da un lato, le tecnologie digitali consentono di valorizzare la tradizionale pratica museale di copiare gli originali in termini di complessità, durabilità, interazione e diffusione; dall’altro prevedono negli oggetti digitali (descrizioni data-driven di oggetti reali che riassemblano tutti i dati scientifici in nuovi schemi digitali) l’emergere di una nuova forma di materialità, ovvero “una traiettoria di materialità che collega la nostra comprensione comune del digitale all’analogico, dell’informazione al materiale, del sistema alle strutture, della conoscenza alla forma” (Geismar 2018). I contributi metteranno anche in discussione la tradizionale esclusione della tecnologia dalla cultura, esplorando se, nelle pratiche museali, gli oggetti digitali possano essere finalmente intesi come esperienze culturali indipendenti e autentiche in dialogo con gli oggetti.

IN/VISIBILE: 29 novembre 2023. Le indagini scientifiche sugli oggetti antichi hanno portato a una maggiore comprensione della loro materialità, producendo nuove informazioni utili per la loro conservazione e per i loro significati storici. L’archeometria, infatti, restituisce un’immagine diversa ma complementare degli oggetti, attraverso la caratterizzazione e la ricostruzione della biografia dell’oggetto, analizzando le tracce naturali e artificiali lasciate durante la sua vita. In questa sezione scienziati ed egittologi, che hanno contribuito alla mostra con le loro ricerche, delineano il quadro teorico ed empirico presente e futuro della collaborazione tra Scienze Umane e Scienze Naturali.

IN/TANGIBILE: 29 novembre 2023. In questa sezione Filosofia, Sociologia, Archeologia, Antropologia Culturale, Scienze dei Materiali e Storia del Design mettono a confronto ricerche, metodi ed esperienze, per comporre un’introduzione transdisciplinare alla natura degli oggetti e, all’intersezione tra patrimonio materiale e immateriale, alla loro capacità di attivare (agency) e incorporare (object biography) le esperienze della cultura nel tempo.

DE/CODED: 30 novembre 2023. I contributi di questa sezione approfondiscono l’argomento precedente di esplorare come un ecosistema digitale stia catalizzando nuove e diverse forme di azione umana nell’ambiente culturale. La disponibilità senza precedenti di una tale quantità di dati e immagini di oggetti museali non ha senso senza l’analisi per sbloccare connessioni e conoscenze altrimenti fuori dalla portata delle sole capacità umane. Nel quadro generale della trasformazione digitale delle istituzioni culturali, un ambito che merita particolare attenzione è quello delle applicazioni dell’AI e dei Big Data nei campi della gestione delle collezioni e della ricerca scientifica e delle più recenti strategie per ottimizzare gli impatti digitali sull’engagement e la divulgazione museale.

UN/PERCEPITO: 30 novembre 2023. Questa sezione ripercorre il rapporto soggetto-oggetto, ma questa volta affronta alcune questioni riguardanti il primo. Quando si è sviluppato il nostro senso del tempo e della bellezza? Cosa succede alla mente quando ci troviamo di fronte a un oggetto antico o a un’opera d’arte? Quando le tecnologie digitali possono catalizzare o sconvolgere le esperienze culturali? Come può armonizzarsi la dicotomia tra reale e digitale in una percezione aumentata del mondo? Un dialogo tra Museologia e Neuroscienze esplorerà come le strategie museali potrebbero supportare nuove comprensioni del patrimonio culturale e, più in generale, nuove esperienze del mondo degli oggetti che ci circondano.

UN/CONNECTED: 30 novembre – 1° dicembre 2023. L’ultimo giorno del simposio porta il discorso sull’agenzia degli oggetti nel quadro più ampio di ciò che è diventato l’ecosistema museale digitale più di tre anni dopo lo scoppio della pandemia globale. Torneremo alla domanda su cosa rappresentino i musei, a chi si rivolgono e, soprattutto, come possano abbracciare e reindirizzare un cambiamento che non si limiti alla sola innovazione tecnologica, ma sia radicato nelle più ampie trasformazioni storiche, culturali e sociali che modellano il rapporto tra musei, società e media nel 21° secolo. In particolare, questa sezione esplora i nuovi significati e le nuove esigenze della curatela museale, soprattutto nel contesto della digitalizzazione delle collezioni, e i rischi che possono sorgere quando questa mediazione viene interpretata come un fatto puramente tecnico. Infine, si presta attenzione a come la comprensione dei comportamenti, dei bisogni e delle vulnerabilità del nuovo pubblico digitale sia fondamentale per costruire un ambiente digitale che sia reattivo alle persone e crei connessioni piuttosto che isolamento.

Roma. Al Complesso di San Michele la presentazione del libro “Alla ricerca di Tutankhamun” di Christian Greco apre la nuova stagione dei “Percorsi di lettura” dell’Istituto centrale per l’Archeologia (Ica) con Alessia Amenta (musei Vaticani) e Cinzia Dal Maso (Archeostorie). In presenza e on line

roma_ica_libro-alla-ricerca-di-tutankhamon_presentazione_locandinaNell’ambito dei “Percorsi di lettura” dell’Istituto centrale per l’Archeologia, appuntamento giovedì 23 novembre 2023, alle 16, a Roma, nella sala conferenze della Biblioteca delle arti del Complesso monumentale del San Michele, per la presentazione del volume di Christian Greco “Alla ricerca di Tutankhamun” (Franco Cosimo Panini). L’appuntamento inaugura una nuova stagione dei Percorsi di lettura dell’Istituto centrale per l’Archeologia, il ciclo di incontri in cui le migliori proposte editoriali nel settore della ricerca archeologica vengono presentate al pubblico attraverso stimolanti percorsi narrativi e, grazie agli interventi in sala degli autori, arricchite di luce inedita. Dopo il saluto di Luigi La Rocca, direttore generale Archeologia belle arti e paesaggio, l’incontro sarà introdotto da Elena Calandra, direttore dell’Istituto centrale per l’archeologia (ICA). Quindi sarà lo stesso Christian Greco a guidare i presenti (anche on line) in uno stimolante “percorso di lettura”, grazie a un dialogo dinamico che vedrà coinvolte Alessia Amenta, curatore del Reparto Antichità egizie e del Vicino oriente dei Musei Vaticani, e Cinzia Dal Maso, giornalista culturale e antichista di formazione, oltre che presidente del Centro studi Archeostorie. La presentazione del volume “Alla ricerca di Tutankhamun” sarà fruibile anche online al link: stream.lifesizecloud.com/extension/5961870/eadc6aa3-5ddc-4e6e-b6a4-a0c5b51e13df e, in differita, sui canali social dell’ICA.

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Howard Carter davanti al sarcofago con la mummia del faraone Tutankhamon

Poche scoperte archeologiche hanno avuto sulla cultura collettiva l’impatto di quella della tomba di Tutankhamun, sin dal momento in cui avvenne, nel novembre del 1922, dilagando in tutto il mondo e associando in modo indelebile l’immaginario degli scavi archeologici all’Egitto. La fama immediata e dirompente, le folle di visitatori, la morte prematura del giovane faraone, lo stupore e la leggenda della maledizione per gli scopritori, sono tutte componenti che hanno assicurato alla tomba un fascino che non si è mai sopito e una memoria che rinverdisce alla luce di elementi sempre nuovi e di studi continuamente aggiornati.

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Copertina del libro “Alla scoperta di Tutankhamon” di Christian Greco

È da queste premesse che prende spunto l’ultima fatica di Christian Greco, direttore del museo Egizio dal 2014. Il libro ripercorre in un racconto rigoroso e avvincente le vicende di Tutankhamun in vita e posteriori alla sua morte, facendolo uscire dagli stereotipi e restituendone un’immagine vivificata da documenti e testimonianze messi in valore con lo sguardo dello studioso di oggi, e al tempo stesso porta l’attenzione sulle circostanze e le modalità della scoperta, che per la sua risonanza deflagrante continua ancora oggi a catalizzare le competenze e gli interessi di tutto il mondo scientifico. Al tempo stesso, la lettura porta a comprendere meglio i motivi dell’eterna suggestione che da quel contesto promana, perpetuandosi su generazioni di archeologi e di appassionati.

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Christian Greco, direttore del museo Egizio di Torino (foto graziano tavan)

Formatosi principalmente in Olanda – senza trascurare la laurea all’università di Pavia e l’alunnato presso il Collegio Ghislieri -, Christian Greco è un egittologo con una grande esperienza in ambito museale: ha curato moltissimi progetti espositivi e di curatela in Olanda (Rijksmuseum van Oudheden, Leiden; Kunsthal, Rotterdam; Teylers Museum, Haarlem), Giappone (per i musei di Okinawa, Fukushima, Takasaki, Okayama), Finlandia (Vapriikki Museum, Tampere), Spagna (La Caixa Foundation) e Scozia (National Museum of Scotland, Edimburgh). Alla direzione del museo Egizio di Torino ha sviluppato importanti collaborazioni internazionali con musei, università ed istituti di ricerca di tutto il mondo. La sua forte passione per l’insegnamento lo vede coinvolto nel programma dei corsi dell’università di Torino, di Pisa, di Napoli, della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici dell’università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e della New York University di Abu Dhabi con corsi di cultura materiale dell’antico Egitto e di museologia. Il lavoro in campo archeologico è particolarmente importante: è stato membro dell’Epigraphic Survey of the Oriental Institute of the University of Chicago a Luxor e, dal 2015, è co-direttore della missione archeologica italo-olandese a Saqqara. Al suo attivo ha molteplici pubblicazioni divulgative e scientifiche in diverse lingue e numerose partecipazioni a convegni internazionali di egittologia e di museologia come keynote speaker.

Torino. Al museo Egizio incontro con Miguel Falomir Faus, direttore del Museo Nacional del Prado, quarto appuntamento del ciclo “What is a museum?”, in presenza e on line: dieci direttori dei più grandi musei del mondo si confrontano col direttore Christian Greco sul ruolo e le sfide del futuro dei musei

torino_egizio_what-is-a-museum_miguel-falomir-faus_locandinaCome possono i musei essere luoghi di conservazione e costruzione della memoria? Come possono affrontare le sfide del futuro senza tradire la loro storia? Come possono affrontare la nuova fase che stanno attraversando ripensando il proprio passato e dando un senso alla loro esistenza oggi? Oggi i musei mirano a comprendere a fondo i meccanismi del cambiamento, generando relazioni e influenzando la società. Alla luce della nuova definizione di museo data da ICOM e delle sfide che attendono le istituzioni culturali, il museo Egizio di Torino presenta una serie di incontri per il 2023 e il 2024 dal titolo “What is a museum?” con protagonisti i direttori di alcuni dei più importanti musei internazionali in dialogo con Christian Greco. Ricerca, digitalizzazione, educazione, inclusione e cura del patrimonio sono i punti che verranno affrontati per ripensare il ruolo che i musei possono avere nella società contemporanea. Il protagonista del quarto incontro, il 9 novembre 2023, alle 18, sarà Miguel Falomir Faus, direttore del museo nacional del Prado, in dialogo con Christian Greco, direttore del museo Egizio di Torino. L’evento si terrà nella sala conferenze del Museo, ingresso libero con prenotazione tramite Eventbrite: https://www.eventbrite.it/…/biglietti-talk-what-is-a… L’incontro sarà in lingua inglese con traduzione simultanea in italiano in sala e sarà trasmesso anche in diretta streaming sulla pagina Facebook e sul canale YouTube di Torino.