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Paestum (Sa). Al museo Archeologico nazionale presentazione del libro “Frontières en Grande Grèce. Archéologie et histoire des représentations” del prof. Airton Pollini: uno studio sull’organizzazione degli spazi delle città greche attraverso le nuove fondazioni nell’Italia meridionale

Giovedì 11 settembre 2025, alle 11, al museo Archeologico nazionale di Paestum, presentazione del libro del prof. Airton Pollini “Frontières en Grande Grèce. Archéologie et histoire des représentations“, pubblicato nella collana del Centre Jean Bérard di Napoli. La presentazione, organizzata dai parchi archeologici di Paestum e Velia e dall’università di Salerno insieme alla Scuola Interateneo di Specializzazione in Beni Archeologici (Or.Sa.), si svolgerà alla presenza dell’Autore che ne discuterà con Emanuele Greco, presidente della Fondazione Paestum. Introduce la discussione il prof. Luigi Vecchio dell’università di Salerno. Aprono la giornata Tiziana D’Angelo, direttore dei parchi di Paestum e Velia; Valérie Huet, direttore del Centre Jean Bérard; e Fausto Longo, direttore Or.Sa.

Il prof. Airton Pollin, università di Tours

Il prof. Airton Pollini è professore all’università di Tours e visiting professor all’università di Salerno, è membro del Comitato Scientifico di diverse riviste internazionali e autore di più di 50 saggi scientifici.
Si occupa di organizzazione degli spazi nel mondo greco, di fondazioni e di relazioni interculturali. Per la sua Habilitation à diriger des recherches, ha proposto una sintesi sulle agorai greche di Magna Grecia e di Sicilia, che sarà pubblicata nella collana della Scuola francese di Roma prossimamente. Attualmente, coordina un progetto di ricerca sui territori nel mondo greco antico, TeMAES (Territoires multiples: agentivité et environnements socio-économiques), con Stefania De Vido (università Ca’ Foscari di Venezia), Arianna Esposito (università di Digione) e Clémence Weber-Pallez (università di Toulouse). Il progetto, in collaborazione con Fausto Longo (università di Salerno) ed altre istituzioni (parchi archeologici di Paestum e Velia, soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio delle province di Salerno ed Avellino, università di Palermo, Reseau Nationale en MSH, Ecole française de Rome e d’Athénes), è incentrato sullo studio di alcuni territori dell’Italia meridionale e della Sicilia: Poseidonia-Paestum, Metaponto e Himera.

Copertina del libro “Frontières en Grande Grèce: Archéologie et histoire des représentations”

Frontières en Grande Grèce: Archéologie et histoire des représentations, coll. Études, vol. 15, Naples, Centre Jean Bérard, anno 2025. Le nuove fondazioni nell’Italia meridionale costituiscono un contesto privilegiato per studiare l’organizzazione degli spazi delle città greche, sia urbane che rurali. La questione dei confini è quindi un argomento che ci permette di analizzare le varie sfide che i cittadini greci hanno dovuto affrontare. Quale poteva essere la concezione dei limiti dell’occupazione della terra da parte dei greci in un contesto coloniale? C’è una differenza nella percezione del confine a seconda che ci si opponga ad un’altra città greca, ad una comunità italica organizzata in una città come gli Etruschi, o alle popolazioni autoctone dell’Italia con altre forme di organizzazione? Sono queste le domande a cui questo libro cerca di dare risposte esaminando fonti scritte, archeologiche e iconografiche. Erodoto, Diodoro e Strabone ci permettono di comprendere le concezioni intellettuali del confine e di analizzare un mondo immaginario in cui il rilievo naturale è investito di leggende e creature fantastiche. Vengono presi in considerazione anche i resti archeologici provenienti dalle campagne di tre città achee: Sibari, Metaponto e Poseidonia-Paestum, un luogo eccezionale essendo riservato al santuario di Hera alla foce del Sele. La cultura materiale permette di seguire le evoluzioni e le interazioni tra i greci e le altre popolazioni, dando vita a confini dinamici e plurali.

Napoli. Al Centro Jean Bérard al via la due giorni del colloquio internazionale “Ceramiche dipinte opache del sud Italia tra produzioni, contesti e iconografie. Nuovi dati e approfondimenti”. Ecco il ricco programma

napoli_centre-jean-berrad_colloquio-internazionale-la-ceramica-a-vernice-opaca-dell-italia-meridionale_locandinaAl Centro Jean Bérard di Napoli appuntamento l’11 e il 12 aprile 2024 con il colloquio internazionale “Ceramiche dipinte opache del sud Italia tra produzioni, contesti e iconografie. Nuovi dati e approfondimenti”, organizzato da Cesare Vita, con la collaborazione del Centro Jean Bérard e il sostegno dell’università di Rennes 2, che segna il culmine del progetto europeo Marie Curie Individual Fellowship SandMAN – Shapes and Meaning (Grant agreement n. 892781, SandMAN Carnet Hypothesis) ed è un primo passo per cercare di avere una visione d’insieme delle questioni storico-culturali legate a questa produzione ceramica. Comitato scientifico: Angelo Bottini (Istituto nazionale di Studi Etruschi e Italici), Marina Castoldi (università di Milano), Massimo Cultraro (CNR/ISPC Catania), Mario Denti (università di Rennes 2, IUF), Maria Chiara Monaco (università della Basilicata), Priscilla Munzi (CNRS, Centre Jean Bérard), Cesare Vita (Università di Rennes 2). Comitato organizzatore: Marcella Leone (CNRS, Centre Jean Bérard), Josipa Mandić (università di Aix-Marseille, Centre Camille Jullian), Cesare Vita (università di Rennes 2), Chantal Willborn (università di Rennes 2). Questo colloquio internazionale si concentra sulla ceramica dipinta opaca dell’Italia meridionale, una produzione specializzata generalmente presente in contesti funerari ma anche in quelli di habitat e di natura rituale. Questa classe di materiali occupa una posizione eminente tra i gruppi indigeni che la produssero e la utilizzarono dall’età del Ferro all’età classica, almeno fino a quando nuove istanze e nuove esigenze politico-sociali ne determinarono la graduale scomparsa nel corso del V secolo a.C. Attraverso le più recenti ricerche multidisciplinari condotte su questa produzione specializzata, o da nuovi approcci metodologici applicati ai dati esistenti, si tratterà più in particolare di comprendere meglio le produzioni all’interno delle diverse comunità e i loro contesti di utilizzo; apprezzare i messaggi veicolati dalle decorazioni, il loro stile e la loro iconografia; infine, confrontare i risultati delle analisi archeometriche effettuate sulle argille e sui pigmenti delle ceramiche campionate in diverse regioni e contesti, al fine di cercare di ricostruire ogni filiera operativa e identificare le officine.

PROGRAMMA GIOVEDÌ 11 APRILE. Alle 14, accoglienza dei partecipanti; 14.30, benvenuto e saluti istituzionali: Lise Moutoumalaya, console generale di Francia a Napoli; Valérie Huet, direttrice del Centro Jean Bérard; 14.40, introduzione alla conferenza: Cesare Vita, université Rennes 2, e Maria Sk+odowska, Curie Fellow 2021-23. SESSIONE 1 – Puglia e Calabria: moderatore Maria Chiara Monaco, università della Basilicata. Alle 14.55, Massimo Cultraro, CNR-ISPC Catania: “La classe Matt Painted Ware tra Balcani meridionali e Grecia settentrionale nell’età del Ferro: nuove prospettive per le ricerche in Italia”; 15.20, Marina Castoldi, università di Milano: “Jazzo Fornasiello (Gravina in Puglia, Bari): la ceramica verniciata opaca”; 15.45, Paola Palmentola, università di Bari “Aldo Moro”: “Riflessioni sull’origine e sul significato del motivo dei gallinacei nella ceramica sub-geometrica peucezia”; 16.10, pausa caffè. Moderatrice Luigina Tomay, SABAP Basilicata. Alle 16.30, Marcella Leone, CNRS, Centro Jean Bérard: “Arpi geometrica. Le produzioni matt-painted tra VII e V secolo a.C.; 16.55, Ulrike Tochterle, Universitat lnnsbruck, e Christian Heitz, Universitat lnnsbruck: “Uno sguardo preliminare sulle indagini della ceramica matt-painted di Ascoli Satriano”; 17.20, Francesco Quondam, Universitat Wien: “Ceramica matt-painted in Sibaritide: motivi decorativi, stili, dinamiche di produzione e direttrici di circolazione”; 17.45 Fabrizio Mollo, università di Messina: “La ceramica matt-painted nelle valli del Noce e del Mercure-Lao: nuovi e vecchi dati da contesti abitativi e funerari”. SESSIONE POSTER – Puglia e Calabria: moderatore Raffaella Bonaudo, SABAP di Salerno e Avellino. F. Rossi, università di Salerno: “La ceramica verniciata opaca ad Ascoli Satriano (FG): contesti dall’area di necropoli in località Pezza del Tesoro”; V. Stasi, università di Bari “Aldo Moro”: “Enchytrismoi e matt-painted: sepolture infantili arcaiche dall’insediamento peucezio di Monte Sannace (Gioia del Colle, Ba); A. Guarnieri, SABAP BAT- FG; I.M. Muntoni, SABAP BAT- FG; A. De Leo, Se. Arch. Sri: “La necropoli di tombe a fossa di località Orlando (Ordona, Fg)”; I. Froment, Université Paris Nanterre; L. Guion, Université Paris Nanterre: “I cenochoes-olpai MNC 105 e 106 del Musée de Sèvres, membra disjecta di una tomba scavata nel 1778: prodotti della cultura daunica o cenôtre?”; M. Perri, università della Calabria: “La ceramica matt-painted nell’insediamento di Francavilla Marittima: forme, funzioni e confronti tra ceramica d’impasto e produzioni greche”; M. Sergi, università di Messina: “La ceramica matt-painted dalle necropoli enotrie di Tortora: aspetti stilistici e morfologici”.

PROGRAMMA VENERDÌ 12 APRILE 2024. SESSIONE 2 – Basilicata: modera Giuliana Tocco Sciarelli, già ministero BACT. Alle 9.30, Fabio Donnici, università della Basilicata: “Ceramiche matt-painted dalla necropoli di Sant’Antonio Abate a Ferrandina (MT): forme, funzioni, articolazioni compositive”; 9.55, Linda Parisi, università della Basilicata: “Fenomeni di ibridazione in un centro indigeno di ‘confine: il caso inedito delle ceramiche matt-painted di Brindisi di Montagna (Pz)”; 10.20, Annamaria Mauro, MNM Matera – DRM Basilicata; Carmelo Colelli, MAN Siritide Policoro, DRM Basilicata: “Motivi zoomorfi della ceramica verniciata opaca di Guardia Perticara (Pz)”. SESSIONE POSTER – Basilicata. Moderatore Mario Denti, università di Rennes 2, IUF. A. Mauro, MNM Matera – DRM Basilicata: “La ceramica matt-painted nella collezione del museo nazionale di Matera: le testimonianze dall’area materana”; A. Amatulli, MNM Matera: “La ceramica matt-painted nelle collezioni del museo nazionale di Matera: il contesto delle necropoli di Irsina e Monte lrsi”; A. Sciacovelli, MNM Matera: “La ceramica matt-painted nella collezione del museo nazionale di Matera:  il contesto della necropoli di Garaguso”; F. Coppo, università di Milano, e M. Milano, università di Milano: “Alcune note sulla ceramica matt-painted dal saggio N dell’lncoronata di Metaponto (scavi Orlandini 1981)”. SESSIONE 2 – Campania. Alle 11.30, Maria Luisa Tardugno, SABAP per l’area metropolitana di Napoli: “La ceramica matt-painted nel Vallo di Diano: contesti a confronto”; 11.55, Cesare Vita, Université Rennes 2: “Tra paralia e mesogaia: ceramiche matt-painted e contesti dal sito di Incoronata (Mt) e dall’area nord-lucana”; SESSIONE 3 – Tecniche di produzione e laboratori. Nuovi dati: moderatore Priscilla Munzi, CNRS, Centre Jean Bérard. Alle 12.20, Luzia Thaler, già Accademia Austriaca delle Scienze; Johannes H. Sterba, TU Wien, TRIGA Center; Pamela Fragnoli, Austrian Academy of Sciences; Xenia Charalambidou, Vrije Universiteit Amsterdam: “Analisi archeometrica di ceramiche dipinte opache rinvenute all’Incoronata”; 12.45, Xenia Charalambidou, Vrije Universiteit Amsterdam: “Macro tracce documentate sui materiali ceramici dell’Incoronata: alcuni punti salienti”; 13, Grazia Lubraco, università di Bari “Aldo Moro” / università della Basilicata; Vito Ferrara, ARPA Basilicata; Giuseppe Corrado, università della Basilicata; Cesare Vita, Université Rennes 2; Paola Di Leo, università della Basilicata: “Un approccio multidisciplinare per svelare la tecnologia e la provenienza della ceramica dipinta opaca del distretto nord-lucano”. 13.30 pausa pranzo. Moderatore Annamaria Mauro, MNM Matera – DRM Basilicata. Alle 15, Angela De Bonis, università della Basilicata: “Le ceramiche matt-painted dell’Enotria Settentrionale: nuovi risultati delle analisi archeometriche”; 15.25, Savino Gallo, DRM Puglia; Giacomo Eramo, università di Bari “Aldo Moro”: “Tra Peucezia e costa ionica: primi dati dall’archeometria e nuove prospettive di ricerca”; 15.50, Leah Bernardo-Ciddio, università del Michigan: “Ceramica dipinta opaca. Produttori a Taranto: un approccio operativo chirurgico”; 16.15, pausa caffè. SESSIONE POSTER – Campania. Moderatrice Arianna Esposito, università della Borgogna, UMR 6298 ARTEHIS. R. Vanacore, università di Napoli “Federico Il”: “La West-Lucanian Class: le decorazioni ornitomorfe”; A. Lagi, già funzionario responsabile MAN Volcei; R. De Gennaro, archeologo libero professionista; A. Santoriello, università di Salerno: “Una produzione di ceramica matt-painted del VII secolo a.C. a Buccino”; S. Siano, parco archeologico di Ercolano: “Una forma ceramica italica: la nestoris”;  F. Castaldo, MA Carife e MA Taurasi: “Il pittore della parentesi di Carife”; S. Maudet, università di Le Mans: “Da Calatia alle tombe principesche di Pontecagnano:  importazioni dalla Lucania settentrionale in Campania all’inizio del VI secolo?”; A. Cocorullo, UMR 6566, CReAAH: “Il banchetto degli Enotri. Le ceramiche opache verniciate opache di Palinuro”; G. Saltini Semerari, university of Michigan; C. Vita, Université Rennes 2; J. Mandic, Aix-Marseille Université- Centre Camille Jullian: “Ceramica matt-painted off-shore. Cultura materiale e archeologia digitale tra valorizzazione, ricerca e fruizione internazionale”. Alle 17, discussione generale.

Napoli. Al Complesso Monumentale dei SS. Marcellino e Festo il convegno internazionale “Magna Grecia nel secondo dopoguerra tra scoperte e tutela: politiche culturali e protagonisti. Omaggio a Juliette de La Genière”, in presenza e on line: due giorni di confronto sulle politiche culturali riguardanti il patrimonio archeologico della Magna Grecia nel corso della seconda metà del Novecento

napoli_complesso-san-marcellino_convegno-internazionale-magna-grecia-nel-secondo-dopoguerra_locandina“Magna Grecia nel secondo dopoguerra tra scoperte e tutela: politiche culturali e protagonisti. Omaggio a Juliette de La Genière” è il titolo del convegno internazionale, organizzato dal Dipartimento federiciano di Studi umanistici (con la responsabilità scientifica di Bianca Ferrara) e in collaborazione con il Centre Jean Bèrard di Napoli, in programma il 27 e 28 novembre 2023 nel Complesso di San Marcellino di Napoli, a partire dalle 9.30. Teams diretta streaming ID riunione: 311 312 168 060 Passcode: ruWHxv. L’evento richiama l’attenzione sulle politiche culturali riguardanti il patrimonio archeologico della Magna Grecia nel corso della seconda metà del Novecento. Si tratta di anni che hanno visto profonde trasformazioni sia nel campo della ricerca sia nel campo delle idee e delle pratiche relative alla gestione e alla valorizzazione dei beni culturali dell’Italia meridionale e della Sicilia.

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L’archeologa Juliette de La Genière (1927-2022) (foto Centre Jean Bérard)

L’incontro è dedicato alla memoria di Juliette de La Genière, che è stata una protagonista della ricerca archeologica in Magna Grecia durante questi stessi anni. Ricordarla diventa occasione per riflettere sulla storia degli studi nella prospettiva di un confronto con le più recenti tendenze di analisi e tutela di un patrimonio di interesse mondiale. Il convegno riunisce sia storici e archeologi, specialisti della Magna Grecia, di ambito nazionale e internazionale, sia rappresentanti istituzionali dei beni culturali dell’Italia meridionale e della Sicilia, proprio per discutere insieme sullo stato degli studi nello scenario culturale e politico della vita contemporanea, dove si tratta di distinguere ma non separare ricerca, tutela e promozione del territorio.

PROGRAMMA LUNEDÌ 27 NOVEMBRE 2023 Chiesa del Complesso Monumentale dei SS. Marcellino e Festo, largo San Marcellino 10, Napoli. Alle 9.30, saluti di apertura: Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli; Matteo Lorito, magnifico rettore dell’università di Napoli “Federico II”; Arturo De Vivo, professore emerito dell’università di Napoli “Federico II”; Andrea Mazzucchi, direttore del dipartimento di Studi umanistici dell’università di Napoli “Federico II”; Massimo Osanna, direttore generale Musei del MiC, università di Napoli “Federico II”; Luigi La Rocca, direttore generale Archeologia Belle arti e Paesaggio del Mic; Teresa Elena Cinquantaquattro, segretario regionale del MiC per la Campania; Alessandro Naso, direttore della Scuola di specializzazione in Beni archeologici dell’università di Napoli “Federico II”; Giampaolo D’Andrea, presidente dell’associazione nazionale per gli Interessi del Mezzogiorno d’Italia (ANIMI). Alle 11, Bianca Ferrara (università di Napoli “Federico II”), Introduzione. Presidente: Giovanna Greco (università di Napoli “Federico II”); 11.15, Gianfranco Maddoli (ANIMI) “Memoria del mio primo incontro con le problematiche della Magna Grecia”; 11.45, Mario Lombardo (università del Salento) “I convegni di Taranto e il loro contributo alla ricerca sulla storia dell’archeologia della Magna Grecia: qualche osservazione”; 12.15, Massimo Osanna (direttore generale Musei del MiC, università di Napoli “Federico II”) “Gli organi di tutela nella seconda metà del Novecento”; 12.45, discussione. Dopo la pausa pranzo, presidente: Carmela Capaldi (università di Napoli “Federico II”). Alle 14.30, Rosalba Panvini (università di Catania) “L’attività di tutela in Sicilia tra storia e nuova organizzazione dell’amministrazione”; 15, Alfonsina Russo (parco archeologico del Colosseo) “I Parchi archeologici e le prospettive future: il caso del Parco archeologico del Colosseo”; 15.30, Fabio Pagano (parco archeologico dei Campi Flegrei) “La modernità ripensata. Presupposti e determinazioni nella nascita di un Parco archeologico”; 16, Francesco Sirano (parco archeologico di Ercolano) “Ercolano. I molti futuri di una città. Scoperte, tutela, valorizzazione e interazione con il territorio”; Dopo la pausa caffè, alle 17, Tiziana D’Angelo (parco archeologico di Paestum e Velia) “Nuove antichità pestane: storie e progetti di un Parco archeologico in trasformazione”; 17.30, Filippo Demma (parco archeologico di Sibari) “Proporre, progettare, realizzare. Sperimentazione e nuovi modelli di gestione dai Parchi archeologici della Calabria”; 18, Francesca Spatafora (archeologa, dipartimento dei Beni culturali e dell’Identità siciliana) “I parchi archeologici siciliani: variazioni sul tema”; 18.30, discussione.

PROGRAMMA MARTEDÌ 28 NOVEMBRE 2023 Chiesa del Complesso Monumentale dei SS. Marcellino e Festo, largo San Marcellino 10, Napoli. Presidente: Luigi Cicala (università di Napoli “Federico II”). Alle 9.30, Maria Concetta Parello (parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi) “Dalla frana di Agrigento al Parco della Valle dei Templi: tutela, ricerca e valorizzazione di Akragas/Agrigentum”; 10, Luigi Maria Gattuso (parco archeologico di Gela) “Parco archeologico di Gela: tutela e valorizzazione”; 10.30, Brigitte Marin (École française de Rome), Valérie Huet (Centre Jean Bérard), Claude Pouzadoux (Université Paris Nanterre), Priscilla Munzi (Centre Jean Bérard) “Dal secondo dopoguerra agli anni ‘80, 40 anni di collaborazione italo-francese per la conoscenza della Magna Grecia e della Sicilia: attori, spazi e strategie della ricerca archeologica”; dopo la pausa caffè, presidente: Priscilla Munzi (Centre Jean Bérard): alle 11.30, Tiziana D’Angelo (parco archeologico di Paestum e Velia), Bianca Ferrara (università di Napoli “Federico II”) “Heraion alla foce del Sele: questi ultimi trent’anni di ricerca”; 12, Raffaella Bonaudo (soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per le province di Salerno e Avellino), Bianca Ferrara (università di Napoli “Federico II”) “Roscigno – Monte Pruno tra valorizzazione e tutela. I progetti della Soprintendenza Archeologica e dell’Università degli Studi di Napoli”; 12.30, Rosalba Panvini (università di Catania), Marina Congiu (archeologa, soprintendenza per i Beni culturali e ambientali di Caltanissetta), Bianca Ferrara (università di Napoli “Federico II”) “Gela: una lunga collaborazione tra Università e Soprintendenza”; 13, discussione. Dopo la pausa pranzo, tavola rotonda “Omaggio a Juliette de La Genière: tra didattica, scavi e ricerche”, 15.30, introduce: Giovanna Greco “Didattica e ricerca tra Lille e Parigi”: Nathalie De Chaisemertin, Françoise Gaultier, Michel Gras, Stéphane Verger. Scavi E Ricerche A Paestum: Giuliana Tocco, Marina Cipriani, Bianca Ferrara, Antonella Tomeo; a Sala Consilina: Luigi Cicala, Maria Luisa Tardugno; in Basilicata: Annamaria Mauro, Carmelo Colelli; in Calabria: Elena Lattanzi, Raffaella Pierobon Benoit, Claudio Sabbione, Roberto Spadea; in Sicilia: Rosalba Panvini. Alle 18.30, Massimo Osanna (direttore generale Musei del MiC, università di Napoli “Federico II”) conclusioni.

Campi Flegrei (Na). Per le GEP 2023 apertura serale del Castello di Baia e visite guidate al parco archeologico di Cuma con le università: il Foro (“Federico II”), l’abitato romano (“L’Orientale”), la necropoli romana (Centre Jean Bérard), l’Acropoli (“Vanvitelli”)

Castello di Baia

Una suggestiva panoramica del Castello di Baia al tramonto (foto pa-fleg)

Il parco archeologico dei Campi Flegrei aderisce alle Giornate europee del Patrimonio 2023, iniziativa promossa dal ministero della Cultura e dedicata alla partecipazione al patrimonio culturale estesa a tutti i cittadini. Lo slogan scelto per questa edizione è “Patrimonio InVita”. Sabato 23 settembre 2023 il Parco ospiterà passeggiate archeologiche a Cuma e aperture straordinarie serali dalle 20 alle 22.30 al Castello di Baia per la visita del museo Archeologico dei Campi Flegrei al costo di 2 euro. Ultimo ingresso alle 22. Per entrambi gli eventi si accede con regolare biglietto di ingresso al sito. Info e prenotazioni pa-fleg.comunicazione@cultura.gov.it. Ecco il programma per Cuma.
GEP 202323 settembre 2023, dalle 9.30 alle 17: parco archeologico di Cuma. Il parco archeologico dei Campi Flegrei apre le porte della città bassa di Cuma a quanti vorranno visitare l’area e conoscere le novità e gli aggiornamenti che provengono dalle attività di scavo e ricerca condotte nel sito dall’università di Napoli “Federico II”, dall’università di Napoli L’Orientale” e dal Centre Jean Bérard.
In part

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Veduta generale della città bassa di Cuma dove operano alcune università campane (foto pa-fleg)

icolare, l’équipe federiciana, diretta dalla professoressa Carmela Capaldi, illustrerà l’organizzazione del Foro nella sua fase di funzionamento di età imperiale, con un focus sugli edifici di alta rappresentanza che si aprivano sul portico Nord della piazza e di cui prosegue la progressiva messa in luce.  Le recenti indagini hanno arricchito di ulteriori dati anche il quadro delle conoscenze che si va componendo circa l’organizzazione che lo spazio del futuro Foro doveva avere nelle fasi di vita più antiche della città, cui riconducono le strutture e le evidenze individuate nell’ampio saggio di approfondimento condotto al di sotto del lastricato di età romana.
Con l’università L’Orientale, sotto la guida del professor Matteo D’Acunto, si potrà invece entrare nel vivo di un cantiere archeologico assistendo in diretta al lavoro dell’équipe e agli interventi di scavo che sono in corso presso l’abitato romano posto a nord del Foro. Si potranno dunque osservare sul campo attività, tecniche e metodologie proprie della ricerca archeologica, con uno spazio di approfondimento dedicato ai materiali di scavo e al loro prezioso corredo informativo.

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Scavi archeologici nella città bassa di Cuma condotti dal Centre Jean Bérard (foto pa-fleg)

Il Centre Jean Bérard con la dottoressa Priscilla Munzi accompagnerà il pubblico nella visita della necropoli romana posta all’esterno della cinta muraria, in prossimità della Porta Mediana. Nelle ultime campagne di indagine è proseguito lo scavo sia delle tombe a camera semipogea sia delle sepolture individuali- ad inumazione o ad incinerazione- individuate presso quest’area sepolcrale. Al contempo, le ricerche condotte nel settore prospiciente le fortificazioni settentrionali hanno consentito di intercettare un tratto di una imponente opera di canalizzazione che doveva far parte della “rete di infrastrutture” della città antica. Orari di visita: 9.45, 11, 12.15, 14.15, 15.30.
Il programma della giornata interesserà anche l’Acropoli dove l’équipe dell’università della Campania “Luigi Vanvitelli”, diretta dal professor Carlo Rescigno, illustrerà i risultati delle ricerche condotte presso la Rocca Cumana e, in particolare, gli esiti dell’ultima campagna di scavo che ha permesso di mettere compiutamente in luce l’edificio ecclesiale absidato, di probabile fondazione bizantina, già individuato presso l’ampio spazio verde adiacente la terrazza inferiore. Saggi e approfondimenti puntuali sono stati effettuati anche in ulteriori punti della terrazza e nell’area a nord del Santuario inferiore, al fine di recuperare dati utili ad una migliore comprensione sia degli edifici noti sia dell’organizzazione di questo specifico settore dell’Acropoli nelle diverse fasi di vita della città. Orari di visita: 9.30, 11, 12.30, 14, 16.

Pompei. Per le Giornate europee dell’Archeologia gli archeologi del parco archeologico raccontano i cantieri: le indagini di ricerca e le missioni di scavo delle università. Visite tematiche a villa San Marco (Stabia) e alla villa di Poppea (Oplontis)

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Ricercatori della Tulane University (USA) nell’edificio di via Nocera a Pompei (foto parco archeologico pompei)

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Ricercatore della Cornell University (USA) nella Casa della Regina Carolina a Pompei (foto parco archeologico pompei)

Per le Giornate europee dell’Archeologia gli archeologi del parco archeologico di Pompei raccontano i cantieri: le indagini di ricerca e le missioni di scavo delle università a Pompei. Venerdì 16 giugno 2023, a Pompei, dalle 9.30 alle 13, i visitatori avranno la possibilità di addentrarsi nell’attività di ricerca e nelle missioni di scavo di alcune Università impegnate in indagini archeologiche sulle fasi edilizie precedenti all’eruzione del 79 d. C. Le equipe di scavo saranno a disposizione del pubblico per raccontare il loro lavoro e gli aggiornamenti delle ricerche in corso. Ecco i cantieri visitabili: Botteghe su via dell’Abbondanza, VII 14, 1-4/6-8/10-14 (università di Genova, referente prof.ssa Pallecchi); Casa della Regina Carolina, VIII 3, 14 (Cornell University, referenti prof.sse Gleason, Marzano, Barrett); Casa su via del Tempio di Iside, VIII 7, 26 e Tempio di Asclepio (università Federico II, ref. prof.ssa Capaldi); Bottega su via del Foro, VII 5, 29 (Centre Jean Bérard, Napoli, ref. prof.ssa Zanella); Casa, VI 11, 11-12 (Centre Jean Bérard, Napoli, ref. prof.sse Ballet, D’Auria); Edificio su via di Nocera, I 14, 1/11-14, (Tulane University, ref. prof.ssa Emmerson).

Giornate-europee-dell-archeologia_2023_logoSabato 17 giugno 2023, alle 10, è in programma una visita dedicata a Villa San Marco a Stabiae/ Castellammare di Stabia a cura degli archeologi del Comitato Libero D’orsi, mentre domenica 18 giugno 2023, dalle 10 alle 13, è prevista una visita tematica alla Villa di Poppea a Oplontis/ Torre Annunziata, dal titolo “La medicina nell’antica Oplontis” con l’archiatra Andromaco, medico di Nerone e della famiglia Giulio Claudia, a cura del Gruppo storico Oplontino e dell’Archeoclub di Torre Annunziata.  Non è richiesta prenotazione per le visite.

È uscito il libro “Ricostruire dopo un terremoto. Riparazioni antiche a Pompei” di Hélène Dessales per il Centre Jean Bérard di Napoli esplora la cultura della ricostruzione a fronte del rischio sismico

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Copertina del libro “Ricostruire dopo un terremoto. Riparazioni antiche a Pompei” di Hélène Dessales

Prima di diventare una città sepolta dalle ceneri, Pompei è stata una città di macerie, dopo un forte terremoto, seguito da altre scosse fino al 79 d.C. Come è stata ricostruita Pompei dopo questi episodi? Secondo quali strategie e con quali tecniche? Ne parla l’archeologa Hélène Dessales nel libro “Ricostruire dopo un terremoto. Riparazioni antiche a Pompei” della collana Études del Centre Jean Bérard di Napoli. Questo libro, frutto di un programma di ricerca collettivo condotto dal 2015 al 2019, esplora questa cultura della ricostruzione a fronte del rischio sismico. Archeologia dell’architettura, ingegneria strutturale, scienze della terra, banche dati e cartografia sono tutte incrociate fra loro a questo scopo. Lo studio si è concentrato su dieci isolati della Regio VII, che costituiscono un insieme rappresentativo del tessuto urbano. Nei vari edifici sono state individuate 266 riparazioni post-sismiche ed è stata stabilita una tipologia di tecniche utilizzate per il ripristino degli elevati, estendendo l’approccio ai rivestimenti. La quantificazione e la distribuzione spaziale di queste numerose riparazioni rivelano le modalità di ricostruzione secondo le diverse categorie di edifici. Si arriva anche a una valutazione dei danni e della variabilità della risposta sismica in questo settore della città. Lo sviluppo di un caso di studio, quello delle Terme Stabiane, permette di approfondire l’analisi alla scala di un grande edificio pubblico. Tutti i dati raccolti evidenziano una città molto danneggiata dai terremoti, che è stata in gran parte ricostruita e che, in alcuni casi, ancora con i lavori in corso. Una dinamica edilizia su larga scala, brutalmente interrotta dall’eruzione del Vesuvio.

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Hélène Dessales, docente di archeologia all’École normale supérieure (foto cjb)

Hélène Dessales è docente di archeologia all’École normale supérieure e già membro dell’École française de Rome e dell’Institut universitaire de France. Il suo lavoro si concentra sull’architettura e sulle tecniche di costruzione romane, in particolare a Pompei, dove ha diretto diversi programmi di ricerca.

Il museo nazionale di Matera è il primo museo nazionale italiano ad offrire fotografie delle sue collezioni in open access: i 74 vasi italioti della collezione Rizzon possono essere visualizzati online. In tutto 735 fotografie

Dall’inizio dell’anno 2022 il museo nazionale di Matera, che nasce dall’unione del museo Archeologico nazionale “Domenico Ridola” e il museo nazionale d’Arte Medievale e Moderna della Basilicata di Palazzo Lanfranchi, è il primo museo nazionale italiano ad offrire fotografie delle sue collezioni in open access sotto licenza CC BY! Ora i 74 vasi italioti, 63 apuli e 11 lucani, della prestigiosa collezione Rizzon, una delle più famose del museo, acquisita dallo Stato Italiano nel 1990 e studiata dai ricercatori di tutto il mondo, possono essere visualizzati online sul sito web dedicato al link: https://magnagrecia.huma-num.fr/s/matera-rizzon/. In tutto sono 735 fotografie che permettono a tutti, visitatori e ricercatori, di osservare i vasi da tutte le angolazioni e in primo piano. La licenza Creative Commons “CC BY”, scelta dal museo, permette a chiunque di scaricare e utilizzare le fotografie gratuitamente per qualsiasi scopo, a condizione che le immagini siano adeguatamente accreditate.

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Martine Denoyelle (INHA)

“L’apertura dei contenuti culturali online, iniziata da qualche grande istituzione più di dieci anni fa e oggi rappresentata in 49 Paesi nel mondo”, spiega Martine Denoyelle, conservatrice dell’istituto nazionale di Storia dell’Arte (INHA) di Parigi, “si è confermata pienamente come il futuro della diffusione delle conoscenze e come il rafforzamento dei legami tra i musei e un suo pubblico allargato. In Italia, c’è solo, fino ad oggi, un grande museo ad avere adottato l’Open Content, il museo Egizio di Torino. L’iniziativa avviata da Fabien Bièvre-Perrin e dalla direzione del Museo archeologico di Matera offre quindi un modello innovativo, che certamente darà una visibilità eccezionale alle collezioni archeologiche del museo e al dinamismo attuale della sua politica”.

matera_Museo-Nazionale_logoDall’istituzione del museo nazionale di Matera alla fine del 2019, il progetto è stato in costante evoluzione. È stato lanciato nel 2020 tramite una collaborazione tra il nuovo museo nazionale di Matera e il Centre Jean Bérard di Napoli, dopo un incontro tra Annamaria Mauro, direttrice del museo; Claude Pouzadoux, allora direttrice del Centre Jean Bérard; e Fabien Bièvre-Perrin, allora ricercatore Marie Sklodowska Curie Individual Fellowship all’École française de Rome / Centre Jean Bérard nell’ambito del suo progetto “Feminicon” (ora professore associato presso il centro di ricerca HisCAnt-MA, université de Lorraine). In relazione alla riorganizzazione della collezione Rizzon all’interno del museo nazionale di Matera, quest’ultima è stata scelta per guidare questo originale e innovativo progetto di banca dati in open access. Dopo una campagna fotografica condotta nel gennaio 2021, il sito è stato messo online nell’aprile 2021, sotto una licenza CC BY-SA-NC. Dallo scorso dicembre le fotografie sono sotto licenza CC BY, uno sviluppo senza precedenti in Italia per un museo nazionale.