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Il museo Archeologico nazionale di Napoli lancia la seconda edizione di archeocineMANN in streaming gratuito dal 2 al 5 dicembre, e on demand dal 6 al 10. Film e interviste per capire tutto sul nostro passato più antico. Al termine il “Premio MANN” e il “Premio Scuole”

L’emergenza sanitaria non ferma la seconda edizione di archeocineMANN, il festival internazionale del cinema di Archeologia, Arte e Ambiente, organizzato da museo Archeologico nazionale di Napoli in collaborazione con Archeologia Viva/Firenze Archeofilm. L’appuntamento si rinnova online, per non perdere la preziosa occasione di far dialogare arti solo apparentemente diverse: da mercoledì 2 a domenica 5 dicembre 2020 archeocineMANN arriva in streaming (con accesso gratuito). Con un semplice click (necessario registrarsi sul portale www.streamcult.it) si potrà assistere, senza barriere spazio-temporali, al meglio della produzione cinematografica dedicata a momenti e civiltà del passato che hanno fatto la storia. La definizione del programma di archeocineMANN, così come l’organizzazione dell’infrastruttura informatica e delle riprese, sono a cura dei Servizi Educativi del Museo (Lucia Emilio, responsabile, con Elisa Napolitano ed Antonio Sacco) insieme ad Archeologia Viva, Firenze Archeofilm. Il supporto tecnico è di Fine Art Produzioni.

Dietro le quinte: le riprese per il docu-film “Agalma” al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto Mann)

“Il Mann come un portale dell’archeologia internazionale”, commenta il direttore dell’Archeologico, Paolo Giulierini. “Da Olimpia a Canne, dall’Egitto delle Piramidi alla Arles dei  Gladiatori, da Stonehenge al Perù, dai draghi del Medioevo alle ultime ore di Pompei: il museo Archeologico di Napoli vi invita a un viaggio nel tempo e nello spazio partendo dai nostri capolavori. Avevamo immaginato la seconda edizione di archeocineMANN come una festa nel nuovo auditorium. Abbiamo deciso di confermare le date annunciate e diffondere il grande cinema archeologico internazionale in streaming gratuito, perché crediamo nell’importante valenza culturale di questo appuntamento organizzato con Archeologia Viva e Firenze Archeofilm. E lo facciamo anche con un particolare impegno per la didattica a distanza, offrendo materiali di altissima qualità che possono essere di supporto agli insegnanti e sicuramente affascineranno spettatori di ogni età. Tra il Mann e il cinema, come è noto, il rapporto è strettissimo: nelle nostre sale sono stati girati film celebri (da ‘Cadaveri eccellenti’ a ‘Napoli velata’), videoclip d’autore, documentari, ma non solo. Il Museo è anche produttore di audiovisivi per il web, a partire dal progetto Obvia e dall’incontro con il mondo dell’animazione napoletana, fino a opere per il grande schermo, dai corti ‘Antico Presente’  ad ‘Agalma’, che ci ha portato all’ultimo Festival di Venezia. La nostra proposta è, quindi, quella di scoprire sempre più il cinema archeologico, che affida la divulgazione scientifica alla forza dell’immagine e alla suggestione del racconto. Vi aspettiamo numerosi nella nostra sala virtuale”.

“Al Mann presentiamo le migliori opere cinematografiche prodotte di recente a livello mondiale e ancora mai proposte al grande pubblico”, dice Piero Pruneti, direttore di Archeologia Viva. “Sono opere che documentano le ricerche più aggiornate sul rapporto fra l’uomo e il pianeta dalle origini della specie fino alle civiltà storiche. Si tratta di un rapporto molto controverso, soprattutto quando si parla di coabitazione e condivisone delle risorse, che dobbiamo tenere ben presente, perché può insegnarci tante cose utili in questa fase critica per tutta l’umanità, apparentemente disorientata riguardo a un futuro che si annuncia preoccupante. Ancora una volta non possiamo capire dove vogliamo andare se non sappiamo chi siamo e da dove veniamo”.

Frame del film “Olimpia, alle origini dei Giochi” di Olivier Lemaitre
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Frame del film “Mesopotamia in memoria” di Alberto Castellani

Tante le anteprime che accompagneranno il pubblico a spasso nel tempo, viaggiando alla volta dei luoghi più remoti del pianeta: si potrà entrare, così, nei cunicoli della Piramide di Cheope, dove una missione internazionale condurrà gli spettatori alla scoperta di una nuova misteriosa cavità; ancora, nel documentario ‘Apud Cannas’, in animazione su base 3D, saranno svelati gli aspetti inediti della celebre Battaglia di Canne. La storia millenaria della città di Olimpia starà tutta nel film girato laddove nacquero i più prestigiosi giochi dell’antichità, che ancora portano il nome di quel luogo famoso: le Olimpiadi, appunto. È invece di un italiano, Alberto Castellani, ‘Mesopotamia in memoriam. Appunti su un patrimonio violato. La stagione dei grandi imperi’: nel documentario, l’indagine archeologica si accompagnerà all’analisi dell’attuale stato dei siti iracheni, dopo i danni operati dall’Isis (e non solo).

Frame del film “Stonehenge. Un grande cimitero” di Nick Gillam-Smith
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Frame del film “Le ultime ore di Pompei” di Pierre Stine

Spazio, poi, al Medioevo, “rivisto e corretto” con grande ironia, nel film che vede nei panni di Matilde di Canossa l’ex “turista per caso” Syusy Blady (alias Maurizia Giusti). E ancora, lontano dalle fantasiose narrazioni hollywoodiane, ecco il (vero) mondo dei gladiatori, in un’anticipazione ideale della grande mostra che il Mann ospiterà nel marzo 2021. Non mancheranno novità sul sito megalitico più famoso di tutti i tempi, Stonehenge, identificato dal team dell’archeologo Mike Parker Pearson con un grande cimitero, così come un focus sulle ultime ore di Pompei, attraverso le scoperte recenti di un’equipe di studiosi francesi. Per gli appassionati di folclore e tradizioni millenarie, spazio di approfondimento su draghi e mostri nell’immaginario dei popoli del passato; da non perdere, infine, il film capolavoro dedicato alla grande capitale achemenide Persepoli.

La locandina del film documentario “Agalma” di Doriana Monaco

Arricchiranno il programma le più apprezzate produzioni cinematografiche del Mann: sarà possibile vedere il documentario ‘Agalma’ della giovane regista Doriana Monaco, che racconta, con le voci di Fabrizio Gifuni e Sonia Bergamasco, la vita “dietro le quinte” del Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Il film, selezionato per la 17esima edizione delle Giornate degli Autori di Venezia 77, è stato prodotto da Antonella Di Nocera (Parallelo 41 produzioni) e Lorenzo Cioffi (Ladoc) con il Mann. Ancora, in streaming, saranno presentati i cortometraggi de “La genesi del MANN. Un viaggio con il Cartastorie in quattro video” e il trailer del documentario “Thalassa. Il racconto”.

Pierfrancesco Callieri co-direttore a Tol-e Ajori (Persepoli, Iran) con Alireza Askari Chaverdi

Non solo film, ma anche racconti ed esperienze vissute: gli spettatori virtuali avranno l’opportunità di conoscere da vicino i grandi nomi della ricerca e divulgazione archeologica con interviste a Patrizia Piacentini (egittologa, direttrice della Missione di scavo ad Assuan), Pierfrancesco Callieri (direttore degli scavi italiani a Persepoli), Giuliano Volpe (archeologo e scrittore), Syusy Blady (attrice e conduttrice televisiva).

Frame del film “Apud Cannas” di Francesco Gabellone

Dopo la conclusione dello streaming e l’assegnazione del “Premio MANN” al film scelto dalla giuria di esperti della rassegna, archeocineMANN continuerà on demand dal 6 al 10 dicembre 2020: un’occasione importante, rivolta anche a professori e studenti per intrecciare contenuti e temi, tra archeologia, arte e cinema. Il Festival si proporrà, così, come una vera e propria “piattaforma” di approfondimento per le scuole superiori: il MANN metterà a disposizione gratuitamente  i film, tra cui quattro anteprime nazionali, corti, interviste e contenuti extra. Anche quest’anno, in collaborazione con l’Associazione Moby Dick, sarà assegnato il “Premio Scuole” al miglior film, selezionato da una giuria composta da oltre 200 allievi degli istituti superiori napoletani.​

Barletta dedica una mostra ad Annibale, il genio militare della battaglia di Canne, che inflisse a Roma una delle più pesanti sconfitte: “Annibale. Un viaggio”, da Cartagine alla Spagna e all’Italia, fino alla vittoria di Canne, al suo ritorno in Africa e alla disfatta di Zama

Corazza in bronzo dorato di fattura magnogreca del III sec. a.C. conservata al museo del Bardo di Tunisi

Corazza in bronzo dorato di fattura magnogreca del III sec. a.C. conservata al museo del Bardo di Tunisi

Una moneta con l'effige di Annibale

Una moneta con l’effige di Annibale

La testa di Atena con collana di ghiande, elmo attico crestato e cimiero centrale a collo di cigno risplendeva nella pugna incisa a sbalzo sulla corazza di bronzo dorata di un mercenario italico. Fu ritrovata nel 1909 in una tomba punica nel deserto tunisino, sopra un sarcofago contenente le spoglie di un guerriero. E ora quell’eccezionale reperto di età annibalica (III secolo a.C.), di fattura magnogreca, conservata al museo archeologico del Bardo a Tunisi, è esposta da qualche giorno nel castello di Barletta dove è allestita la mostra “Annibale. Un viaggio”, inaugurata a Barletta il 2 agosto scorso, in occasione dell’anniversario della battaglia di Canne (216 a.C.). La corazza (“Pezzo straordinario”, l’ha definito il direttore del Polo museale di Puglia, Fabrizio Vona) torna in Italia dopo quasi 30 anni, tanti ne sono passati dall’esposizione “I Fenici” del 1988 a Palazzo Grassi a Venezia ed è una delle poche opere autorizzate a lasciare il museo del Bardo dopo l’attentato terroristico del marzo 2015. “Così come il busto di Annibale, anche questa corazza”, ha commentato il sindaco di Barletta, Pasquale Cascella, “ha un forte valore simbolico, quello del legame della nostra città con una storia millenaria”. E il sottosegretario ai Beni culturali, Antonio Cesaro: “La presenza di questo reperto oltre a testimoniare la generosità del museo del Bardo getta le basi per una collaborazione fra due Paesi che si slarga su orizzonti sempre più ampi e che incentiverà il flusso dei visitatori, già rivelatosi molto intenso, a dimostrazione che i beni culturali sono un asset strategico per l’economia dei territori”.

Il parco archeologico di Canne della Battaglia nel Comune di Barletta

Il parco archeologico di Canne della Battaglia nel Comune di Barletta

La Puglia dunque dedica una grande mostra al condottiero cartaginese che proprio qui, nelle campagne di Barletta, presso l’antica Canne, visse uno dei suoi più grandi giorni di gloria. La battaglia di Canne del 2 agosto del 216 a.C. è stata infatti una delle principali battaglie della seconda guerra punica. L’esercito di Cartagine, comandato con estrema abilità da Annibale, accerchiò e distrusse quasi completamente un esercito numericamente superiore della Repubblica romana guidato dai consoli Lucio Emilio Paolo e Gaio Terenzio Varrone. La battaglia è considerata come una delle più grandi manovre tattiche della storia militare e, in termini di caduti in combattimento, una delle più pesanti sconfitte di Roma, seconda solo alla battaglia di Arausio. “Prope iam fessis caede magis quam pugna adiungit” ([I Cartaginesi] furono quasi più spossati per la strage compiuta che per la fatica del combattere): così scrive lo storico romano Tito Livio nella sua Ab urbe condita.

Il manifesto della mostra "Annibale. Un viaggio" al castello di Barletta fino al 22 gennaio 2017

Il manifesto della mostra “Annibale. Un viaggio” al castello di Barletta fino al 22 gennaio 2017

"Annibale. Un viaggio" di Paolo Rumiz

“Annibale. Un viaggio” di Paolo Rumiz

La mostra “Annibale. Un viaggio” al castello di Barletta, promossa e organizzata dal Comune di Barletta, con il ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo e la Regione Puglia, e aperta fino al 22 gennaio 2017, prende spunto da un recente libro di Paolo Rumiz in cui si legge: “Annibale il crudele, il guercio, l’avido, lo sleale, l’uomo nero… Annibale uomo senza donne, senza amici, senza figli, senza discendenza, senza emuli”, ma anche “esemplare unico e irripetibile. Un genio militare capace di leggere i pensieri dello stratega avversario e di condividere con le sue truppe i disagi più spaventosi (…) che a differenza di Napoleone, non ha lasciato monumenti di sé. I Romani ne hanno cancellato ogni traccia”. Un viaggio per immagini ed esperienze multimediali, attraverso i luoghi percorsi dal generale e filtrati attraverso la sua personalità e la sua cultura, luoghi che segneranno le tappe fisiche e insieme simboliche del percorso della mostra. Un personaggio raccontato nella sua fisionomia di storico avversario di Roma, ma soprattutto come l’artefice di uno straordinario epico viaggio tra l’Africa e l’Europa. Ecco i temi del suo rapporto con la guerra, con i soldati, con le popolazioni italiche e, soprattutto, con i luoghi attraversati.

Il viaggio di Annibale dal passaggio delle Alpi a Canne e al suo ritorno in Africa

Il viaggio di Annibale dal passaggio delle Alpi a Canne e al suo ritorno in Africa

In mostra la statua di un elefante, animale in forza nell'armata di Annibale

In mostra la statua di un elefante, animale in forza nell’armata di Annibale

Otto le sezioni principali in cui è articolato il percorso della mostra, tra testi di approfondimento, immagini, reperti e video-installazioni immersive: si parte dallo scenario mediterraneo nel III e II secolo, con il ruolo di Cartagine e Roma sullo sfondo; segue un focus sulla città di Annibale, Cartagine, prima tappa ideale del suo “viaggio”; le leggende sulla sua infanzia come il suo giuramento da bambino, un episodio che avrebbe segnato il suo destino; il suo epico viaggio dalla Spagna all’Italia, attraverso una lunga serie di straordinarie imprese; il drammatico scontro di Canne; gli ultimi anni in Italia e l’inizio del declino; poi la sosta nel santuario di Hera Lacinia presso Crotone con la sua dedica alla dea in greco e punico, che segnerà la fine di un viaggio e della sua avventura, e infine l’imbarco verso l’Africa e la sconfitta definitiva a Zama.

Il busto di Annibale esposto nella mostra al castello di Barletta

Il busto di Annibale esposto nella mostra al castello di Barletta

Tra i molti reperti presenti in mostra, prestati da importanti musei italiani ed esteri, ha un ruolo importante (come ha sottolineato il sottosegretario Cesaro) il busto di Annibale delle Gallerie del Quirinale, tornato in Italia dopo la sua recente esposizione a Tunisi nel museo del Bardo, in un’ideale testimonianza da parte della Presidenza della Repubblica del rilievo storico della figura di Annibale nell’area del Mediterraneo. La mostra vuole essere anche un tramite per il rafforzamento dei rapporti culturali, di scambio e collaborazione, con tutti i paesi gravitanti intorno al Mediterraneo. L’esposizione si avvale del supporto e contributo dei maggiori esperti e delle più importanti istituzioni scientifiche italiane e si affianca al progetto “La Rotta dei Fenici”, Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa. Il percorso si snoda lungo due ali divergenti del settore sudorientale della fortezza: nella prima il visitatore esplora come in una emozionante premessa le vicende umane e culturali che segnarono l’infanzia e la giovinezza di Annibale e ne determinarono la svolta verso la grande impresa per cui è rimasto famoso. La seconda ala il cui perno è costituito da un monumentale spazio circolare è interamente dedicata al viaggio di Annibale e alle sue tappe in successione dalla Spagna all’Italia fino al rientro definitivo in Africa. I pannelli didascalici, pensati come un diario di viaggio con appunti, immagini e citazioni di storici antichi e contemporanei, in italiano e inglese, si alternano a nuclei di oggetti selezionati per rappresentare i momenti clou di questo percorso e la fisionomia delle popolazioni incontrate e a installazioni multimediali che attraverso immagini e piccole storie in movimento rendono emozionante la visita. In particolare è la proiezione che anima la grande cupola della sala circolare a comunicare al visitatore una suggestiva esperienza di totale immersione nel viaggio di Annibale.

L'allestimento della mostra "Annibale. Un viaggio" al castello di Barletta

L’allestimento della mostra “Annibale. Un viaggio” al castello di Barletta

“Da teatro di drammi umanitari e diffidenze reciproche a spazio geografico fecondo di scambi e conoscenza tra popoli di sponde diverse”: questo, secondo Cesaro, deve tornare a essere il Mediterraneo, così come lo è stato per tanti secoli nel passato. “La cultura”, conclude il sottosegretario ai Beni culturali, “ancora una volta si propone come la migliore diplomazia per favorire il dialogo e il rispetto reciproco.  Lo stesso castello di Barletta con le sue sovrapposizioni architettoniche di epoca sveva, normanna e angioina è un simbolo di come la Puglia, al pari di tutto il Mezzogiorno italiano, abbia tratto vantaggio dalle millenarie contaminazioni culturali tra popoli e religioni differenti. Grazie al suo corredo multimediale e al suo coinvolgente storytelling questa esposizione rappresenta un valore aggiunto nell’offerta turistica pugliese che mai come quest’anno è in grado di proporre a italiani e stranieri delle alternative culturali di qualità al consueto soggiorno balneare”.

A Canosa di Puglia saranno visitabili le catacombe di S. Sofia: accordo tra il Vaticano e l’Italia

L'area archeologica paleocristiana di Santa Sofia a Canosa di Puglia

L’area archeologica paleocristiana di Santa Sofia a Canosa di Puglia

Le catacombe di Santa Sofia a Canosa riapriranno al pubblico grazie all’accordo firmato tra l’Italia e lo Stato del Vaticano al quale quella necropoli paleocristiana appartiene in base al Concordato Stato-Chiesa del 1984. E in attesa di poter finalmente accedere a quello che è considerato uno dei siti paleocristiani più interessanti in Italia, Canosa ha aperto il museo paleocristiano della Cattedrale. Così la cittadina pugliese in provincia di Barletta-Andria-Trani aggiunge un altro tassello – il tardo antico – al già ricco patrimonio archeologico che vanta il territorio, dalla preistoria alla Magna Grecia ai romani. Canne, in epoca romana “vicus” di Canosa ed emporio fluviale sulla riva destra dell’Ofanto, è infatti a pochi chilometri. Basta il toponimo per evocare la famosa battaglia che vide i cartaginesi guidati da Annibale avere la meglio sull’esercito romano agli ordini del console Lucio Emilio Paolo. La disfatta del 216 a.C. sicuramente è l’evento più famoso che ha legato indissolubilmente il territorio alla Storia. Ma Canosa era già importante  secoli prima quando era sotto l’influenza greca: la produzione dei suoi vasi, molto tipica (tanto che oggi parliamo di “vasi canosini” con le caratteristiche decorazioni applicate), era molto apprezzata e diffusa. E a distanza di 23 secoli quei vasi canosini li possiamo ammirare nei maggiori e più prestigiosi musei del mondo.

Al centro della necropoli di Lamapopoli sorge la basilica di S. Sofia

Al centro dell’area di Lamapopoli sorge la basilica di S. Sofia

L’area archeologica paleocristiana di S. Sofia sorge a un chilometro dall’abitato di Canosa, sulla statale che conduce a Barletta, nella zona nota come Lamapopoli: qui si trovano i ruderi della basilica paleocristiana di Santa Sofia e delle catacombe, attualmente chiuse in attesa che siano consolidate e rese sicure le strutture rocciose a rischio crolli. L’area è databile dalla seconda metà del II al V-VI secolo. “Al centro della zona, il suggestivo luogo delle catacombe del periodo delle persecuzioni”, spiegano gli archeologi della soprintendenza, “sorge la basilica con l’ingresso lungo la riva del torrente Lamapopoli, costruita tra il V e il VI secolo come edificio funerario a carattere familiare. All’interno sono state rinvenute quindici sepolture, un sarcofago e tombe a cassa. La disposizione delle tombe è regolare, ma le acque del torrente ne hanno cambiato la fisionomia”.

I suggestivi ambienti delle catacombe di S. Sofia a Canosa

I suggestivi ambienti delle catacombe di S. Sofia a Canosa

Ora sarà la Pontificia commissione di archeologia sacra a gestire le catacombe per renderle fruibili al pubblico grazie all’accordo firmato tra il ministro dei Beni culturali, Massimo Bray, e Fabrizio Bisconti, membro della Pontificia commissione e sovrintendente archeologico alle catacombe di Santa Sofia a Canosa di Puglia. Da una decina di anni le catacomba di S. Sofia si conoscono un po’ meglio grazie all’accordo tra la Pontificia Commissione di archeologia sacra, l’Università degli studi di Bari, la Soprintendenza archeologica della Puglia e il Comune di Canosa che fa ha permesso una campagna di scavi proprio per avere a disposizione più informazioni. “Gli ambienti investigati – hanno spiegato i resoconti di scavo – sono caratterizzati da un’anarchia di tipologie tombali, abbastanza diversificate che coesistono molto probabilmente per ragioni di spazio; si tratta di sepolture ad arcosolio, sepolture a loculo con nicchie e sepolture pavimentali. Fra le tombe pavimentali oggetto di studio, una sepoltura, ha restituito otto deposizioni, presentandoci dunque il fenomeno di rioccupazione continua della stessa sepoltura. Delle otto, l’inumazione più recente è risultata essere una deposizione infantile che ha restituito cinque braccialetti di bronzo di tradizione tardo romana che trova attestazioni in Puglia fino al V-VI dopo Cristo”.

il Crocifisso d'avorio della Cattedrale (XII secolo) recuperato tre anni fa a Parigi dai carabinieri e ora al museo Paleocristiano di Canosa

il Crocifisso d’avorio della Cattedrale (XII secolo) recuperato tre anni fa a Parigi dai carabinieri e ora al museo Paleocristiano della Cattedrale di Canosa di Puglia

Sempre a Canosa di Puglia, Bray ha inaugurato il Museo Paleocristiano della Cattedrale, a Palazzo Minerva, dove, per l’occasione, è stato esposto al pubblico il Crocifisso d’avorio della Cattedrale (XII secolo) recuperato tre anni fa a Parigi dal Nucleo Tutela del patrimonio culturale dei carabinieri. Il ministro ha anche partecipato a Canosa ad un convegno promosso da Confindustria e dal Comune sulla gestione dei beni culturali. “La caratteristica dell’Italia – ha commentato Bray – è che ha fatto delle sue bellezze un motore di turismo consapevole. Se si mettono, dunque, insieme le sue bellezze, come Canne della Battaglia e Canosa, il turismo può diventare davvero una leva di sviluppo per il Paese, ma bisogna che si lavori con gli enti locali per sviluppare occupazione”.