Vercelli. Oltre Confine Onlus propone un tour on line tra le sale del museo Archeologico “Luigi Bruzza” (chiuso per emergenza sanitaria) su “Vercelli Romana, Vercelli città d’acqua” con l’archeologa Francesca Rebajoli

Il museo Archeologico della Città di Vercelli “Luigi Bruzza” (Mac) è chiuso per l’emergenza sanitaria. Ma giovedì 21 gennaio 2021 ci sarà un’eccezione: in collaborazione proprio col Mac, Oltre Confine Onlus promuove, alle 17.30, un Tour online su “Vercelli Romana, Vercelli città d’acqua”. L’approfondimento culturale sarà tenuto dall’archeologa Francesca Rebajoli, dei Servizi educativi del museo Archeologico vercellese e del museo Leone di Vercelli. La prenotazione è obbligatoria al link: https://forms.gle/GaNmFx9JTpcAKBFj8. Per informazioni: visiteguidate@vieniapavia.it / 3755709240. Contributo minimo di 7 euro tramite bonifico: IT58Z0306909606100000130301 – OLTRE CONFINE SCS ONLUS


L’ingresso del museo Archeologico della Città di Vercelli “Luigi Bruzza” (foto Mac)
Il museo Archeologico Città di Vercelli, intitolato al padre barnabita Luigi Bruzza, illustre studioso che si dedicò alla storia e all’archeologia vercellese, è ubicato nella cosiddetta “manica medioevale” dell’ex monastero di S. Chiara, che si affaccia su un ampio piazzale che ne costituiva il chiostro. Il museo raccoglie una collezione archeologica che consta di oltre seicento reperti, rinvenuti durante le campagne di scavo effettuate in ambito cittadino negli ultimi 30-40 anni, ed illustra la storia dell’antica Vercellae secondo un percorso articolato in sette sale tematiche organizzate in ordine cronologico. Il Vercellese era caratterizzato anche nell’antichità da un’abbondante presenza di acque che sicuramente contribuirono alla crescita della città e alla definizione del territorio. Vercellae era, come tutte le città romane, dotata di grandi edifici pubblici tra i quali conosciamo le monumentali terme pubbliche che certo dovevano sfruttare la ricchezza di risorse idriche. Il municipio romano inoltre si inserisce in un territorio sicuramente strategico da un punto di vista delle vie di comunicazione, terrestri ma soprattutto fluviali. Il ritrovamento di strutture murarie imponenti pertinenti al porto-canale dell’antica città ha inoltre permesso di rileggere e interpretare al meglio le testimonianze emerse nel settore meridionale della città, che ad oggi si può ipotizzare fungesse da zona artigianale ospitando attività manifatturiere di varia natura. Il museo a causa dell’emergenza sanitaria in corso è attualmente chiuso ma è possibile rimanere aggiornati sulle attività proposte seguendo la pagina Facebook MAC-Museo Archeologico Città di Vercelli.
Provincia autonoma di Trento in fascia gialla. Riapre il museo di Scienze e Archeologia della Fondazione museo civico di Rovereto. Ingresso gratuito e nuovi orari

La Provincia autonoma di Trento è in fascia gialla e così dal 19 gennaio 2021 finalmente può riaprire le sue porte, dopo la lunga chiusura dovuta all’emergenza sanitaria, Il museo di Scienze e Archeologia della Fondazione Museo Civico di Rovereto. Il pubblico potrà visitare la mostra “Ci vuole un fiore”, dedicata alla Flora del Trentino al piano terra e, novità 2021, le sale di zoologia e archeologia al secondo piano con le collezioni permanenti, rimaste chiuse dal lockdown della primavera 2020. Dal fine mese sarà poi inaugurata al museo della Città l’inedita mostra fotografica “Istantanee da una città. Rovereto tra storie e storie”. Il museo si pone come servizio alla città e alle famiglie di tutto il territorio trentino. Il nuovo orario prevede perciò l’apertura dal lunedì al giovedì dalle 10 alle 18, il venerdì dalle 10 alle 20 sempre con ingresso gratuito, a partire da domani, martedì 19 gennaio. Restano comunque attive nel week-end gli approfondimenti e le proposte online. “È comunque con soddisfazione che riapriamo le nostre sale al pubblico”, dichiara il presidente della Fondazione Museo Civico Giovanni Laezza. “Nonostante ci sembri assurda la chiusura prevista nei week-end, dato che i numeri dei possibili ingressi al museo sono contingentati allo stesso modo in ogni giornata, ci adeguiamo come sempre alle disposizioni del nuovo dpcm. Possiamo però garantire”, prosegue il presidente, “che cercheremo di favorire la fruizione offrendo l’ingresso gratuito, aprendo anche il lunedì, spostando attività per il pubblico durante la settimana e organizzando visite in orari per noi inconsueti, nella speranza di tornare presto alla normalità”.
Provincia autonoma di Trento in fascia gialla. Riapre il Castello del Buonconsiglio con accesso in sicurezza. Tra le novità la mostra “Gli apostoli ritrovati”

Riapre il Castello del Buonconsiglio. La Provincia autonoma di Trento è in fascia “gialla”, e così si può ripartire. Da martedì 19 gennaio 2021, il museo è nuovamente pronto ad accogliere i visitatori nelle sue sale. Il Castello sarà aperto dal martedì al venerdì dalle 9.30 alle 17 (chiuso lunedì, sabato e domenica). Restano temporaneamente chiusi Castel Thun, Castel Beseno, Castel Stenico e Castel Caldes. Per far sì che l’esperienza in museo sia un’occasione di conoscenza, di crescita e di benessere per tutti, l’accesso al museo è garantito a un numero definito di visitatori per fascia oraria, pertanto è necessario prenotare l’ingresso on line oppure telefonando al numero 0461 492811, dal lunedì al venerdì, 9–13.

Sarà così possibile visitare la mostra “Gli apostoli ritrovati. Capolavori dell’antica residenza dei Principi vescovi”, che doveva essere la mostra-evento di Natale, inaugurata il 22 dicembre 2020, quando il Castello del Buonconsiglio era chiuso per emergenza sanitaria, e così è stata presentata solo on line. Ma ora si può accedere nella sala del Torrion da Basso dove la mostra sarà aperta fino al 5 aprile 2021. La rassegna, curata da Giuseppe Sava e organizzata dal museo con l’aiuto della soprintendenza per i Beni culturali, racconta l’affascinante storia di un fortunato ritrovamento di due magnifiche sculture seicentesche in bronzo dorato molto probabilmente commissionate dal principe vescovo e fino al 1803 conservate nella dimora del principe vescovo al Castello del Buonconsiglio. Disperse poi sul mercato antiquario agli inizi del Novecento le due magnifiche sculture seicentesche sono ritornate nelle collezioni museali del Castello del Buonconsiglio ed esposte nella mostra a loro dedicate. “Per tutti coloro che ancora non possono venire di persona ad ammirare queste straordinarie opere”, spiegano al Buonconsiglio, “proseguiremo con gli appuntamenti digitali A tu per tu: brevi video in cui i curatori raccontano la storia e le curiosità delle preziose statuette. Continuate a seguirci”.
Torino. Al museo Egizio presentazione on line del libro “Dignitari di corte del Medio Regno” di Wolfram Grajetzki in dialogo con la curatrice Moser e il direttore Greco

Per gli “Incontri con gli autori”, martedì 19 gennaio 2021, alle18, il museo Egizio di Torino ospita la presentazione del volume “Dignitari di corte del Medio Regno” (ed. Kemet) attraverso un dialogo tra l’autore Wolfram Grajetzki, la curatrice dell’edizione italiana Susanna Moser e il direttore del museo Egizio, Christian Greco. La conferenza sarà in lingua italiana e verrà trasmessa in streaming sul profilo YouTube e sulla pagina Facebook del museo Egizio.

La copertina del libro “Dignitari di corte nel Medio Regno” di Wolfram Grajetzki (ed. Kemet)
Basandosi sulle ultime ricerche, Wolfram Grajetzki esamina in dettaglio il contesto dei dignitari di corte che circondavano il sovrano nel Medio Regno dell’antico Egitto, tra la XI e la XIII dinastia, comprendendo anche il Secondo Periodo Intermedio (2040-1550 a.C.). Descrivendo la storia dei principali dignitari, l’autore prende in considerazione le iscrizioni, i monumenti e le poche tombe rimaste per ricostruire la carriera di alcuni di loro. I titolari di questi uffici erano gli uomini scelti dal re come suoi intimi consiglieri. Essi hanno ricevuto sequenze di titoli importanti e i loro monumenti sono tra le più belle opere d’arte e di architettura del tempo. Al di sopra di tutti gli altri funzionari e secondo solo al re c’era il visir, mentre accanto a lui, e di uno status solo leggermente inferiore, il tesoriere era responsabile delle risorse del paese. Dalle testimonianze delle attività di questi uomini emerge un’immagine nuova e più precisa dell’antica civiltà egizia, sia nelle sue monumentali realizzazioni che nella sua gestione quotidiana. Il volume è una testo essenziale per tutti gli studiosi del periodo, e questa ediziona italiana riporta tutti gli aggiornamenti che l’autore ha raccolto dalla sua prima pubblicazione ad oggi.

Wolfram Grajetzki, egittologo
Wolfram Grajetzki è un egittologo tedesco. Ha studiato alla Freie Universität di Berlino e ha conseguito il dottorato in filosofia presso la Humboldt-Universität. Ha eseguito scavi in Egitto e in Pakistan. È autore di diversi articoli e libri sul Medio Regno egiziano: le sue ultime pubblicazioni sono “Burial Customs in Ancient Egypt” e “The Middle Kingdom of Ancient Egypt”, che sarà prossimamente pubblicato in lingua italiana.

Susanna Moser, egittologa
Susanna Moser, laureata in Archeologia con una tesi in Egittologia, è presidente del comitato organizzatore e membro del comitato scientifico del ECE IX – Ninth European Conference of Egyptologists, Trieste 2019-2021; dal 2010 è collaboratrice del civico museo d’Antichità “J.J. Winckelmann” per le collezioni egizia e preistorica e, nel triennio 2011-13, è stata consulente scientifica presso il Centro Produzioni Televisive della Regione FVG per la produzione del documentario su Trieste in età romana “La città invisibile. Frammenti di Tergeste romana”.

Christian Greco, direttore del museo Egizio di Torino (foto Graziano Tavan)
Christian Greco è direttore del museo Egizio dal 2014. Ha guidato e diretto il progetto di ri-funzionalizzazione, il rinnovo dell’allestimento e del percorso espositivo, concluso il 31 marzo 2015, che ha portato alla trasformazione dell’Egizio, da museo antiquario a museo archeologico. Formatosi principalmente in Olanda, è un egittologo con una grande esperienza in ambito museale: ha curato moltissimi progetti espositivi e di curatela in Olanda (Rijksmuseum van Oudheden, Leiden; Kunsthal, Rotterdam; Teylers Museum, Haarlem), Giappone (per i musei di Okinawa, Fukushima, Takasaki, Okayama), Finlandia (Vapriikki Museum, Tampere), Spagna (La Caixa Foundation) e Scozia (National Museum of Scotland, Edimburgh). Alla direzione del Museo Egizio ha sviluppato importanti collaborazioni internazionali con musei, università ed istituti di ricerca di tutto il mondo. La sua forte passione per l’insegnamento lo vede coinvolto nel programma dei corsi dell’Università di Torino e di Pavia, della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, della New York University di Abu Dhabi e della Scuola IUSS di Pavia con corsi di cultura materiale dell’antico Egitto e di museologia. Il lavoro in campo archeologico è particolarmente importante: è stato membro dell’Epigraphic Survey of the Oriental Institute of the University of Chicago a Luxor e, dal 2015, è co-direttore della missione archeologica italo-olandese a Saqqara. Al suo attivo ha molteplici pubblicazioni divulgative e scientifiche in diverse lingue e numerose partecipazioni a convegni internazionali di egittologia e di museologia come keynote speaker.
Primi visitatori, anche stranieri, al parco archeologico di Paestum, riaperto dopo più di due mesi di chiusura forzata. A Velia, trekking tra natura e archeologia sul crinale degli dei

Anche alcuni stranieri, come due inglesi e un giapponese che si sono fatti immortalare dallo staff del parco archeologico, tra i primi ospiti di Paestum nel giorno della riapertura. Con la Campania in zona gialla, infatti, lunedì 18 gennaio 2021, mattina i siti archeologici di Paestum e Velia hanno riaperto le porte ai visitatori, dopo più di due mesi di chiusura forzata a causa delle decisioni governative per il contenimento del contagio da coronavirus. Un segnale molto forte dal grande valore sociale che lascia auspicare il tanto desiderato ritorno alla normalità. Il museo e l’area archeologica di Paestum e l’area archeologica di Velia potranno essere visitati tutti i giorni, dal lunedì al venerdì; nei giorni festivi torna lo stop alle visite.

Per garantire la massima sicurezza per tutti il Parco ha potenziato le misure di prevenzione già in essere dal maggio scorso come i percorsi di visita obbligati, la misurazione della temperatura corporea, la presenza di dispenser con soluzioni alcoliche a disposizione per i visitatori; e inoltre, è stato assunto nuovo personale di vigilanza e accoglienza per garantire ancora di più l’osservanza delle disposizioni anti-Covid. “Siamo felici di questa riapertura che molti hanno definito simbolica”, dichiara il direttore, Gabriel Zuchtriegel . “Per gli antichi greci il simbolo era una piccola parte che indicava il ‘tutto’. Così, per noi vale la pena riaprire il Parco anche per poter accogliere una sola famiglia, che rappresenta quel ‘tutto’ verso il ritorno alla cultura e alla fruizione dei nostri siti archeologici e musei”.

Il complicato anno del coronavirus ha coinciso al Parco di Paestum e Velia con un’importante attività di lavori di manutenzione e restauri. Attualmente, a Paestum continuano i lavori finanziati con fondi PON sia nel museo sia nell’area archeologica: nonostante alcune aree siano chiuse al pubblico, non è compromessa l’offerta culturale, ampliata con visite tematiche, a cura del personale del Parco, alle metope del tempio della Pace recentemente restaurate e oggetto di un nuovo progetto di allestimento nel giardino del museo. A Velia, i visitatori potranno partecipare alle passeggiate sul crinale degli dei, comprese nel biglietto di ingresso: un percorso di trekking tra natura e archeologia di circa 3 ore di camminata lungo il sentiero del crinale degli Dei. Partenza dal bookshop alle 10, prenotazione obbligatoria (mail velia@arte-m.net tel. 0974/271016) entro le 16 del giorno prima, si consigliano scarpe e abbigliamento comodi.
Napoli, Pompei, Ercolano: 18 gennaio, primi visitatori al Mann e agli scavi archeologici


Enrico e Simone, primi bambini entrati a visitare il Mann (foto Mann)
18 gennaio 2021, ore 8.30. “Un portone aperto…tutta un’altra storia da condividere!”. Con queste parole il museo Archeologico nazionale di Napoli tenta di raccontare l’emozione di poter tornare ad accogliere nuovamente i visitatori. “Una storia da condividere con tutti voi: con Tina, nostra abbonata che questa notte non ha dormito per l’emozione di tornare al Museo; con Domenico, medico al Santobono; con Francesco, che studia diritto romano; con Vincenzo, appassionato di archeologia. E con milioni di altre persone di cui non conosciamo ancora il nome, ma che vibrano per le nostre stesse passioni! Bentornati al Mann!”. E poi Enrico e Simone, i primi bambini che hanno visitato il museo Archeologico nazionale di Napoli. “Felicità è questo. Tornare a vivere la bellezza”.
Da oggi, 18 gennaio 2021, riaperti gli Scavi di Pompei e il museo Archeologico di Stabia. “Vi aspettiamo”. Il parco archeologico di Pompei ha accolto i primi visitatori, con ingresso da porta Anfiteatro, nel rispetto delle norme anti-Covid.


Primi visitatori nell’area archeologica di Ercolano (foto paerco)
Alle 8.30, questa mattina, 18 gennaio 2021, è lo stesso direttore del parco Archeologico di Ercolano, Francesco Sirano, ad aprire le porte ai primi visitatori all’area scavi dell’antica Herculaneum. “Finalmente il primo giorno di nuovo insieme! Siamo aperti e vi aspettiamo al Parco per una visita in piena sicurezza! I biglietti e il nostro abbonamento un anno=un giorno sono acquistabili esclusivamente online”.
Egitto. Alla presenza del ministro el-Enani, riaperto al pubblico, dopo i restauri, il tempio di Iside sull’isola di File. Migliorati anche i servizi turistici per i visitatori


Il ministro Khaled el-Enani alla cerimonia di riapertura del tempio di Iside sull’isola di File (foto ministry of Tourism and Antiquities)

Il ministro el-Enani al centro del gruppo dello staff del tempio di Iside (foto ministry of Tourism and Antiquities)
Spettacolare. Sembra spuntare dalle acque del Nilo. Una meta da non perdere. È il tempio di Iside, riaperto al pubblico nei giorni scorsi, prima novità del 2021, alla presenza del ministro al Turismo e alle Antichità Khaled el-Enani, dopo un elaborato progetto di restauro. Costruito in epoca tolemaica sull’isola di File, vicino ad Assuan, nel Sud dell’Egitto, il tempio di Iside nel 1977 fu smontato, insieme a tutti gli altri templi presenti sull’isola di File, e rimontato nella vicina isola di Agilkia. L’intervento fu deciso dall’Unesco per salvare i templi di File sommersi per gran parte dei mesi dell’anno dalle acque innalzatesi dopo la realizzazione della vecchia diga di Assuan all’inizio del secolo. E dal 1979 i templi di File sono inseriti tra i siti Unesco patrimonio dell’Umanità. All’inaugurazione con il ministro el-Enani e il governatore di Assuan il maggiore generale Ashraf Attia, c’erano Mostafa Waziry, segretario generale del Consiglio supremo delle antichità; Ayman Ashmawy, capo del settore delle antichità egiziane al Consiglio supremo delle antichità; e Abdel Moneim Said, direttore generale delle antichità di Assuan. Dal ministro un grazie ad archeologi e restauratori “per la loro dedizione e i loro sforzi profusi nonostante la difficile situazione provocata dall’emergenza sanitaria, che ha portato a molte grandi scoperte archeologiche, oltre all’apertura di un gran numero di importanti progetti di turismo archeologico, compresa l’istituzione e lo sviluppo di musei e il restauro di siti archeologici in vari governatorati”.

Giovanni Battista Belzoni ritratto in una stampa nelle fogge arabe dell’epoca
Il tempio di Iside nel 1799 fu toccato dalla spedizione scientifica aggregata alle armate francesi della Campagna d’Egitto di Napoleone. E fu visitato nel 1817 da Giovanni Battista Belzoni. Il tempio è lungo circa 19 metri. Il re Tolomeo III lo costruì per adorare la dea Iside e la triade di Assuan, e la sua costruzione non fu completata. È stato costruito in arenaria e ha due porte. La porta principale è coronata da un ornamento sormontato dal disco solare alato. Da esso si accede ad una sala con tre stanze aperte, e la parete orientale della stanza centrale, il Santuario o naos, è incisa con alcune scene funerarie legate al culto di Osiride.

Il restauro del tempio – come ha spiegato Mostafa Waziri – ha previsto il ripristino dei pavimenti e delle colonne, la pulizia delle pareti dal guano di uccelli e pipistrelli e il posizionamento di finestre di filo metallico per impedire agli uccelli di entrare di nuovo. Inoltre sono state ripristinate e pulite le iscrizioni all’ingresso del santuario, rimuovendo la fuliggine sul soffitto. Pulitura anche dei disegni e dei colori esistenti all’ingresso del tempio e della porta laterale e manutenzione dei tavoli delle offerte nella sala ipostila.


Tempio di Iside: uno dei pannelli per i visitatori (foto ministry of Tourism and Antiquities)
Con il restauro sono stati migliorati anche i servizi turistici. “Sono stati posizionati pannelli esplicativi con una guida e una mappa delle destinazioni turistiche del governatorato insieme a pannelli sulle misure di sicurezza da tenere contro il coronavirus”, è intervenuta Iman Zidan, assistente al ministro per lo Sviluppo di Musei e Siti Archeologici. “Inoltre forniamo un volantino sul tempio in arabo e inglese, e abbiamo messo a disposizione del visitatore un codice QR per andare alla pagina del Tempio di Iside sul sito del Ministero, dove si possono trovare maggiori informazioni e foto”.
Torino. Il tempio di Ellesiya 50 anni dopo: il museo Egizio celebra l’anniversario del salvataggio dei tempi nubiani con due conferenze online. Nella seconda si ricostruiscono i rapporti tra Nubia e Egitto all’epoca della costruzione del tempio di Ellesiya

Negli anni Sessanta, a seguito della costruzione della diga di Assuan, il museo Egizio di Torino fu chiamato a contribuire alla campagna per il salvataggio dei tempi della Nubia, che rischiavano di essere sommersi dalle acque del lago Nasser. Il governo egiziano decise di donare all’Italia il tempio di Ellesiya come riconoscimento per la partecipazione del Paese alla vasta operazione di salvataggio: il reperto, dopo una complessa operazione di trasporto e ricostruzione all’interno del museo Egizio, fu presentato a Torino alla presenza delle autorità italiane ed egiziane nell’autunno del 1970.

Ellesiya, 50 anni dopo. Cinquant’anni dopo il museo Egizio ha voluto celebrare questo importante anniversario con due conferenze egittologiche curate da curatori del museo. La prima si è tenuta lunedì 14 dicembre 2020, con l’incontro “Il salvataggio e il trasferimento del tempio a Torino”, a cura di Beppe Moiso e Alessia Fassone, che hanno ripercorso la storia dell’arrivo del tempio a Torino. La seconda lunedì 18 gennaio 2021, alle 18, in una conferenza trasmessa in diretta streaming: Paolo Del Vesco e Johannes Auenmüller, curatori del Museo, presentano la conferenza “Ancient Nubia and Egypt: a story of mutual exchange and interaction”. La conferenza sarà in lingua inglese e verrà trasmessa in streaming sul canale Youtube e sulla pagina Facebook del museo Egizio. L’antica Nubia e l’Egitto condividono infatti una lunga storia di contatti economici, politici e culturali: il dialogo metterà in luce le relazioni e le influenze reciproche che caratterizzano queste due regioni durante il Nuovo Regno, quando fu costruito il tempio di Ellesiya.
Campania “gialla”. Lunedì 18 riapre il museo Archeologico nazionale. Possibile visitare collezioni permanenti e mostre in programma: Lucy, Etruschi, Heroes, Fuga dal museo. Omaggio ai primi visitatori. Il direttore Giulierini: “L’arte e la bellezza ci preparano alla rinascita. Il Museo sempre più vostro”

La Campania in “fascia gialla” e il museo Archeologico nazionale di Napoli da lunedì 18 gennaio 2021 riapre al pubblico. ”La riapertura dei musei nelle zone gialle, con la massima attenzione alla sicurezza per visitatori e dipendenti, è un segnale fortissimo che ci fa sentire tutti una orgogliosa comunità. Dove l’arte e la bellezza curano lo spirito e ci preparano alla rinascita. In questi giorni difficili il vostro ‘Museo’ è ancora più vostro, dei cittadini di Napoli e della Campania. Vi invitiamo a viverlo in tranquillità, non solo come una casa accogliente, ma anche come il più straordinario dei viaggi, quello nella nostra storia. Bentornati”: così il direttore del Mann, Paolo Giulierini, anticipa il benvenuto ai visitatori che, dal 18 gennaio, torneranno a varcare la soglia del Mann. Lunedì 18, come segnale augurale, i primi venti visitatori del Museo avranno in dono la pubblicazione “E quindi uscimmo a riveder le stelle”, che racchiude il progetto di ricerca dedicato da Enzo Petito e Luigi Spina ai soffitti affrescati dell’Archeologico. Come previsto dalle disposizioni governative, il museo Archeologico nazionale di Napoli sarà aperto da lunedì al venerdì con i soliti orari (dalle 9 alle 19.30); il sabato e domenica, l’Istituto resterà chiuso. Nel rispetto della vigente normativa anti-Covid, grazie alle misure già adottate dopo il primo lockdown nazionale, sarà di nuovo possibile ammirare, in tutta sicurezza, le collezioni permanenti e le esposizioni del Museo.

Tra le mostre, “percorribili” sino ad oggi solo in anteprima virtuale, da non perdere “Lucy. Sogno di un’evoluzione” di Tanino Liberatore. L’allestimento, realizzato in collaborazione con COMICON nell’ambito del progetti Obvia, è presentato nella sezione Preistoria e Protostoria del Mann: qui il “Michelangelo del Fumetto”, Tanino Liberatore, presenta i suoi lavori (disegni a matita e schizzi), ispirati ai ritrovamenti in Etiopia (1974) di un esemplare femminile di una giovane Australopithecus afarensis, capace già di camminare in posizione quasi eretta e chiamata Lucy dalla canzone Lucy in the Sky with Diamond dei Beatles.

Ancora un’incursione nell’arte contemporanea: nel Giardino delle Fontane del Museo, sono esposti i grandi stendardi dell’exhibit “Heroes of change”, promossa in rete con Amnesty International Italia per valorizzare le creazioni degli studenti della scuola “Nicolini- Di Giacomo” sui temi della Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

Da rivivere, naturalmente, il viaggio alla scoperta della grande mostra “Gli Etruschi e il MANN” che, con i suoi seicento reperti, in parte inediti, racconta il meltin’ pot culturale innestato dalla antica popolazione italica nella nostra regione. Per un’incursione nell’attualità, è ancora visibile “KENE/Spazio”, allestimento dedicato al progetto di inclusione sociale promosso in Mali dal giovane artista Mohamed Keita, mentre passeggiando nelle sale degli affreschi ci si potrà confrontare con le creazioni contemporanee di “Aritmia” di Andrea Anastasio.

Dentro le sale dell’Archeologico con uno sguardo proteso verso la città: è stata prorogata, sino alla fine di febbraio, l’installazione in galleria Principe di Napoli dei fotomontaggi “Fuga dal Museo” di Dario Assisi e Riccardo M. Cipolla; le opere, in originale o riproduzione, contraddistinguono anche la rete dei Negozi Amici del Mann. I clienti dei punti vendita convenzionati (l’elenco degli esercizi è sul sito web del Museo), conservando lo scontrino del proprio acquisto, avranno ticket ridotto (8 euro) per l’Archeologico.

Molto apprezzato l’abbonamento “Open Mann”, un unicum nei musei autonomi nazionali
Sempre sino alla conclusione di febbraio, sarà possibile aderire alla campagna promozionale degli abbonamenti OpenMANN (10 euro per adulto, 15 per coppia di over 25 anni, 5 per studenti universitari e giovani tra 18 e 25 anni non compiuti); i titolari di card in corso di validità riceveranno una dilazione dei termini di scadenza, dilazione corrispondente al periodo di chiusura dell’istituto.
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