Pompei. Negli ambienti servili della villa suburbana di Civita Giuliana scoperti gli attrezzi di un carpentiere che amplia le conoscenze sulla vita degli ultimi. L’attuale finanziamento dello scavo volge al termine, ma gli scavi in collaborazione con la Procura continueranno grazie a fondi della legge di Bilancio
Al primo sguardo si vedono ceste, una lunga corda, pezzi di legno e una sega con lama: sono attrezzi di un carpentiere ritrovati, come sono stati lasciati duemila anni fa, in un ambiente servile della villa di Civita Giuliana, appena fuori le mura di Pompei, sigillati dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. Ma il legno e gli altri materiali, con cui quegli oggetti erano stati realizzati, non ci sono più “in originale”. Rimangono però in calco. Pompei continua a stupirci. Non si è infatti ancora fatto in tempo a metabolizzare il ritrovamento del sacrarium blu (vedi Pompei. Nell’insula 10 della Regio IX scoperto un sacrarium, una piccola stanza con pareti blu impreziosite dalle figure delle quattro stagioni e dalle allegorie dell’agricoltura e della pastorizia. Il ministro Sangiuliano in visita ai nuovi cantieri di scavo | archeologiavocidalpassato) che Pompei ci restituisce un’altra emozione.

La stanza con gli attrezzi da carpentiere scoperti in un ambiente servile della villa suburbana di Civita Giuliana a Pompei (foto parco archeologico pompei)
Quest’ultima scoperta viene dal quartiere servile della villa di Civita Giuliana, indagata scientificamente sin dal 2017 quando fu strappata agli scavatori clandestini grazie a un accordo tra il Parco Archeologico di Pompei e la Procura della Repubblica di Torre Annunziata: un ambiente, conservato in maniera eccezionale come gli altri due scoperti nello stesso settore con i letti degli schiavi, dove è stato possibile realizzare i calchi di mobili e altri oggetti di materiali deperibili: legno, tessuti, corde (vedi Pompei. Nella lussuosa villa suburbana di Civita Giuliana scoperto l’arredo di una seconda stanza assegnata agli schiavi che permette di ricostruire la vita quotidiana degli ultimi. Zuchtriegel: “In autunno, alla riapertura dell’antiquarium di Boscoreale, racconteremo in diretta il prosieguo dello scavo” | archeologiavocidalpassato).

Dettaglio dell’ambiente A, stanza abitata da schiavi, della villa suburbana di Civita Giuliana: si vedono le anfore negli angoli, i due armadi e, davanti, la panca (foto mic)
La tecnica dei calchi, sperimentata in maniera sistematica sin dal 1863 con la realizzazione dei primi calchi delle vittime dell’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., è unica al mondo in quanto frutto della dinamica specifica dell’evento catastrofico: persone o oggetti travolti e coperti dalla “corrente piroclastica”, una nube ardente di cenere e gas tossici, sono rimasti lì per secoli. Ma mentre la cenere si è solidificata, formando uno strato molto solido noto come “cinerite”, il materiale organico quali corpi umani, animali o oggetti lignei, si sono decomposti, lasciando un vuoto nel terreno. Questi vuoti possono essere riempiti di gesso durante lo scavo, per riottenere, dall’impronta in “negativo”, la forma originale. Una tecnica che ha portato a risultati straordinari nella villa di Civita Giuliana, dai calchi di due vittime e di un cavallo a quelli dei letti modesti del quartiere servile.
Ora, un’ulteriore stanza amplia lo spaccato di vita degli ultimi, poco documentata nelle fonti letterarie. L’ambiente contiene un letto, ma anche attrezzi di lavoro e quello che sembra un telaio, forse di un altro letto, smontato: si riconoscono, inoltre, ceste, una lunga corda, pezzi di legno e una sega con lama, che sembra non tanto diversa dalle seghe tradizionali usate fino a poco tempo fa. Individuato persino un pezzo della corda, sempre come impronta nel sottosuolo, che la teneva sotto tensione.

Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano con il direttore del Parco Gabriel Zuchtriegel in visita agli scavi di Pompei (foto parco archeologico pompei)
L’attuale finanziamento dello scavo volge verso il suo termine, ma il Parco insieme alla Procura hanno annunciato di voler proseguire le indagini, attingendo al finanziamento di una campagna di scavi previsto nella Legge di Bilancio dal ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, che ieri si è recato a Pompei per un sopralluogo. Anche perché i punti da chiarire a Civita Giuliana sono ancora tanti, non solo a livello scientifico, ma anche in termini giuridici. “Le continue scoperte sugli usi e costumi della vita quotidiana degli antichi romani rese possibili dalle indagini scientifiche nella villa di Civita Giuliana nei pressi del Parco archeologico di Pompei”, ha dichiarato il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, “ci rafforzano nella convinzione di proseguire a finanziare le attività di scavo. I nuovi ambienti recentemente rinvenuti e resi noti oggi danno preziosa testimonianza del passato di una grande civiltà e rendono onore alla professionalità della ricerca archeologica che a Pompei è tornata più attiva che mai. Ringrazio la Procura di Torre Annunziata per la collaborazione prestata, che ha permesso di preservare la Villa di Civita Giuliana dall’attività criminale dei trafficanti d’arte e di intraprendere un percorso di ricerca capace di questi importanti risultati”.

Gabriel Zuchtriegel e Massimo Osanna nella Casa del Giardino, Regio V, a Pompei (foto parco archeologico di pompei)
“La scommessa degli ultimi anni di puntare nuovamente sulle campagne di scavo archeologico si sta rivelando vincente”, interviene il direttore generale Musei del MiC, Massimo Osanna. “La collaborazione ormai pluriennale con la Procura della Repubblica di Torre Annunziata continua a produrre i suoi frutti, non solo nella lotta per la legalità, ma anche in termini di arricchimento delle conoscenze: basti pensare al rinvenimento straordinario del carro della sposa, in questa stessa area, nel 2019. Cruciali in questo senso la costante attenzione del Ministero in ottica di finanziamenti dedicati, la consolidata cooperazione istituzionale e il circolo virtuoso che collega scavi, studi e ricerca a tutela e valorizzazione del sito”. E il direttore del parco archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel: “Si tratta di un esempio virtuoso di sinergia tra il ministero della Cultura, il Parco e la Procura della Repubblica di Torre Annunziata, un’operazione di grande valore scientifico ma anche culturale. Vogliamo sviluppare questo luogo eccezionale facendolo diventare un luogo accessibile per tutti, un nodo nella rete della Grande Pompei, tra la città antica, le ville e i poli museali di Boscoreale, Oplonti e Stabia. Lo stanziamento nel Bilancio dello Stato per nuovi scavi a Pompei e in altri parchi nazionali voluto dal Ministro Sangiuliano ci aiuterà a continuare questa affascinante impresa archeologica”.

Gabriel Zuchtriegel, direttore del parco archeologico di Pompei, e Nunzio Fragliasso, procuratore FF di Torre Annunziata, nel 2021 al rinnovo del protocollo di intesa per il contrasto al saccheggio e al traffico di reperti archeologici (foto parco archeologico di pompei)
Per il Procuratore della Repubblica di Torre Annunziata, Nunzio Fragliasso: “Si tratta dell’ennesimo, eccezionale ritrovamento nel sito archeologico di Civita Giuliana, frutto della collaborazione sinergica tra la Procura della Repubblica di Torre Annunziata e il Parco Archeologico di Pompei, in attuazione del protocollo sottoscritto dai due Enti, che, coniugando le ricerche archeologiche con le attività investigative, si è rivelato un formidabile strumento per il contrasto alle attività clandestine di scavo e la restituzione alla collettività di reperti e testimonianze di eccezionale valore storico e culturale. È fondamentale che gli scavi archeologici a Civita Giuliana continuino, in quanto, sulla scorta di recenti acquisizioni info-investigative, vi è fondato motivo di ritenere che, proseguendo nelle ricerche, possano essere rinvenuti ulteriori, importanti, reperti già intenzionati dai tombaroli ma non depredati da questi ultimi”.
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