Cortona. Al Maec inaugurate le Sale Corbelli che ospitano il nuovo allestimento della Collezione Egizia. L’intervento del vice lucumone, l’etruscologo Paolo Bruschetti, a TourismA 2023

cortona_maec_sezione-egizia_nuovo-allestimento_inaugurazione_locandinaIl nuovo allestimento della Collezione Egizia del MAEC (museo dell’Accademia etrusca e della Città di Cortona) è realtà. Era stato annunciato in marzo a TourismA 2023, e venerdì 5 maggio 2023 sono state inaugurate al secondo piano di Palazzo Casali le due sale intitolate a Guido Corbelli, cui si deve la collezione Egizia. Il museo dell’Accademia etrusca e della Città di Cortona può così proporre una specifica offerta culturale dedicata all’antica civiltà degli egizi con il progetto espositivo dell’architetto Andrea Mandara. I lavori sono stati realizzati grazie ad un cofinanziamento tra il Comune di Cortona e il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, relativo al progetto “Gli Etruschi in Toscana le città dell’Etruria”. “Con questo nuovo investimento l’offerta culturale del Maec cresce ulteriormente”, dichiara il sindaco di Cortona, Luciano Meoni. “Dopo la realizzazione delle sale dedicate a Gino Severini e prima dell’apertura della mostra dedicata a Luca Signorelli, oggi l’Amministrazione comunale pone un altro mattone sul percorso di crescita del proprio patrimonio. Voglio ringraziare la Regione Toscana, oltre a tutto lo staff che si è occupato delle opere, a partire dall’ufficio Tecnico e l’ufficio Cultura. Con queste sale possiamo offrire un’esperienza più accattivante per i visitatori e in particolare modo alle famiglie, oltre che al mondo dell’istruzione. Cortona e il Maec sono fra le poche realtà in Toscana a poter strutturare una proposta culturale di questo genere”.

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L’architetto Andrea Mandara illustra il nuovo allestimento della collezione Egizia del MAEC (foto comune di cortona)

“La Collezione egizia del Maec, dovuta alla generosità del vescovo cortonese monsignor Guido Corbelli che l’aveva raccolta nella terra del Nilo sul finire dell’Ottocento, costituisce un vanto per il nostro Museo, dove adesso fa ancor più bella mostra di sé grazie al nuovo allestimento”, dichiara Luigi Donati, lucumone dell’Accademia Etrusca. “Grazie ad esso, percorrendo le sale del museo, il visitatore potrà cogliere direttamente l’abissale differenza delle testimonianze archeologiche esistente fra un mondo etrusco in cui, per ragioni ambientali, ci sono pervenuti solo materiali inorganici, e quello degli egizi dove invece essi sono la normalità, restituendoci uno spaccato della loro vita reale che da noi può essere solo immaginata”. E Andrea Mandara, l’architetto curatore del progetto espositivo: “Con questo nuovo allestimento in continuità con quanto già fatto in altre sezioni del Maec, aggiorniamo l’offerta di visita delle collezioni. L’obiettivo è quello di far entrare il pubblico in una suggestione avvolgente del racconto, a partire dalla prima sala, dove si parla della vita quotidiana degli egizi, fino alla seconda dove si descrivono le sepolture. In quest’ultima sala prevale la presenza di una grande teca nella quale le mummie, prima esposte in sarcofagi singoli, ora sono esposte in una nuova ambientazione unica, nella quale si ricrea quasi l’interno di una tomba, completa dei suoi arredi. Le suggestioni grafiche, curate da Francesca Pavese, aiutano il visitatore a sentirsi quasi all’interno di quel mondo. Il nostro obiettivo è stato quello di costruire, insieme con i curatori, un nuovo racconto che, rispettando sempre il carattere collezionistico della raccolta, potesse offrire al visitatore del Maec un’esperienza nuova, più viva e coinvolgente”.

Paolo Bruschetti, vice lucumone e segretario accademia Etrusca di Cortona, etruscologo, che per anni si è occupato del museo, a TourismA 2023 aveva ripercorso la nascita e sistemazione della collezione Egizia del Maec. “A partire dal 1727, anno nel quale fu fondata, assieme al museo, l’accademia etrusca, sono confluiti beni culturali di qualsiasi tipo, frutto da un lato dell’esperienza culturale e collezionistica dell’accademia etrusca a partire dal Settecento e tuttora vitale. Ma anche da una volontà molto più recente che si è sviluppata tra il Comune di Cortona, l’accademia etrusca, la soprintendenza e il concorso dell’università, che hanno destinato nel nostro museo tutto ciò che veniva dai più recenti scavi nella necropoli di Cortona.

cortona_maec_logo“Nel 2005 è nato il Maec – museo dell’Accademia etrusca e della Città di Cortona, prima era solo il museo dell’Accademia etrusca, da allora diretto dal collega Paolo Giulierini che poi ha varcato i confini del nostro Granducato per arrivare fino ad altri regni, quelli borbonici. Da tutto questo insieme di situazioni è nato un complesso certamente unico nel suo genere che ritengo possa essere ascritto a un modello culturale valido per tutto il nostro Paese. In un contesto del genere un posto particolare è riservato all’archeologia egizia che tanto successo ha avuto fin dalle prime fasi dell’esperienza collezionistica di Cortona. Un primo nucleo, infatti, ridotto e limitato, di antichità egizie fu lasciato al nostro museo fino dagli ultimi anni del XVIII secolo, da quando una parte della collezione Venuti è arrivata nelle vetrine del museo che in quel momento era un contenitore estremamente eterogeneo e limitato ad alcune sale nelle quali erano insieme biblioteca, archivio, museo, quadreria, e tutto quello che si poteva immaginare in un contenitore di questo tipo. I Venuti insieme ad altri intellettuali cortonesi nel 1727 costituirono l’accademia etrusca e la costituirono come un sodalizio culturale che fin dall’inizio ebbe un posto importante nella cultura della nostra regione, nella cultura granducale di quest’epoca e degli illuministi italiani.

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Il ritratto di mons. Guido Corbelli creatore della collezione Egizia del Maec (foto maec)

“Però il numero più importante del materiale della civiltà egizia è legato a una notissima figura di ecclesiastico cortonese che donò gli oggetti raccolti al museo della sua città natale. Questo ecclesiastico era appunto monsignor Guido Corbelli che, dopo una giovinezza abbastanza burrascosa, scelse l’abito francescano dei Minori osservanti al convento di Santa Maria degli Angeli ad Assisi. Grazie alle sue doti dottrinali e alle sue doti diplomatiche soprattutto, unite poi a una cultura molto profonda e molto articolata, conosceva tutte le lingue che potevano permettergli di viaggiare nel mondo – conosceva l’arabo, conosceva il greco, conosceva varie lingue orientali, aramaico e così via – arrivò così a svolgere tutta una serie di viaggi e di missioni in varie regioni del Medio Oriente che culminarono con la sua nomina da parte papale come 228mo Custode di Terrasanta. Quindi una sorta di plenipotenziario ecclesiastico in quella parte del mondo in un momento come quello della seconda metà dell’Ottocento di rapporti particolarmente complessi e difficili non solo dal punto di vista culturale e religioso, ma soprattutto politico ed economico. Non ci dimentichiamo che in quel periodo c’era una lotta, neanche tanto sommessa, tra vari imperialismi che in quella parte del Mediterraneo predominavano e si dimostravano molto importanti.

“In questo prestigioso ma difficilissimo incarico monsignor Corbelli fu seguace di un altro cortonese, frate Elia da Cortona, che fu il primo seguace di San Francesco, il costruttore della basilica di Assisi e della basilica di Cortona, e fu appunto il primo delegato papale per questa parte del mondo mediterraneo. E siamo nel XIII secolo, quindi ben sei secoli prima di monsignor Corbelli. E con questo incarico di delegato apostolico per l’Arabia e l’Egitto, ricevuto da papa Leone XIII, Corbelli che aveva la sua sede ad Alessandria d’Egitto impostò un dialogo interculturale e direi interreligioso in un periodo in cui parlare di ecumenismo era una cosa non normale. E durante il suo soggiorno alessandrino costituì una raccolta importante di oggetti che in piccola parte gli vennero donati nel corso delle sue visite pastorali e culturali, in gran parte lui aveva acquistato con sue risorse personali.

“Tutti questi materiali furono poi inviati tra il 1891 e il 1896 a Cortona con cinque blocchi di spedizioni attraverso il porto di Livorno che era una sorta di crocevia per tutta una serie di arrivi da viaggi culturali. Altri oggetti furono estrapolati dagli spedizionieri seguendo una volontà malamente espressa da monsignor Corbelli. Lui volle infatti che alcuni di questi pezzi fossero destinati alla raccolta di Assisi, e dette mandato agli spedizionieri di sceglierne alcuni. E gli spedizionieri che tutto erano meno che non solo egittologi ma persone di cultura, presero un po’ da una cassa un po’ dall’altra, e fu così che attraverso la disponibilità del cavaliere Alfonso Brizi, presidente dell’accademia properziana del Subasio di Assisi, un gruppetto di oggetti egizi giunsero appunto in questa raccolta. Nell’ultima parte della sua vita monsignor Corbelli fu nominato dal papa alla cattedra episcopale di Cortona che tenne fino al 1901, non fino alla morte. Fu un periodo abbastanza burrascoso, ebbe una serie di vicissitudini di gestione di questa società ecclesiastica cortonese piuttosto ribelle all’autorità vescovile dell’epoca, tanto che appunto nel 1901 lui rinunciò alla cattedra episcopale, si ritirò ad Assisi e morì nella stessa cella nella quale aveva condotto i suoi primi studi nel convento di Santa Maria degli Angeli. La prima ordinata raccolta dei materiali egizi di monsignor Corbelli non avvenne subito. Nel 1896 – dicevo – fu completata la spedizione, però non c’erano gli spazi, gli oggetti rimasero rinchiusi nelle casse fino alla fine degli anni Venti del Novecento allorché fu possibile allargare gli spazi del museo e dedicare anche alla collezione egizia una sala apposita. Solo in quel momento i materiali di Corbelli poterono essere visti nel loro splendore.

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Sarcofagi esposti nella Collezione Egizia del Maec (foto comune di cortona)

“Le nuove sale sono il completamento di un discorso di ammodernamento e di nuova concezione museografica necessaria per una migliore fruizione di un patrimonio di grande rilievo. La collezione egizia è composta da circa 400 pezzi che comprendono tutte le epoche della storia dell’antica civiltà egizia. Siamo grati alla professoressa Guidotti che insieme con altri egittologi di Firenze ha curato il primo allestimento e ha insegnato a tutti noi, modesti etruscologi, quale era la vera natura di questa collezione. Ripeto, coprono tutte le epoche della civiltà egizia con esemplari di ogni categoria di materiali e con pezzi anche di grande valore storico e di qualità artistica non indifferente. Il nuovo allestimento è stato curato dall’architetto Andrea Mandara che ha elaborato tutta una serie di sistemazioni moderne del nostro museo e questo allestimento che vuole proporre proprio nell’intenzione di Mandara un rinnovato racconto di una civiltà mediterranea che tanta importanza ha avuto nella storia dell’uomo. Le nuove sale – conclude Bruschetti – sono dedicate alla figura di monsignor Corbelli: si chiameranno infatti sale Corbelli”.

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Dettaglio dell’allestimento delle nuove sale della Collezione Egizia del Maec (foto maec)

I lavori hanno riguardato sale già libere da precedenti allestimenti che ora sono state restaurate, consolidate, dotate di tutti gli impianti, compreso quello di climatizzazione, e riallestite. Quest’ultimo lavoro, in particolare, ha riguardato un progetto espositivo e grafico per accompagnare il visitatore all’interno di un racconto che lo spinge ad approfondire la conoscenza del mondo egizio, attraverso un percorso tra le opere esposte. Il progetto grafico guida il visitatore ad attraversare la storia della proposta museale, segnando il passaggio da un’introduzione sulla generale questione della collezione e del collezionismo, al racconto della quotidianità degli egizi, documentati nella prima sala, quella dedicata alla vita, fino alla drammaticità della morte e della mummificazione, nella seconda. Nella prima sala, il progetto comprende quattro vetrine che raccolgono le opere della collezione e un apparato didascalico. Nella seconda sala, una grande teca accoglie la descrizione del tema dell’inumazione con l’esposizione di sarcofagi, mummie e arredi tombali. L’investimento complessivo sfiora i 190mila euro ed è sostenuto dall’Amministrazione comunale per una quota pari al 30% del totale, mentre il restante 70% è stato finanziato dalla Regione Toscana.  

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Una risposta a “Cortona. Al Maec inaugurate le Sale Corbelli che ospitano il nuovo allestimento della Collezione Egizia. L’intervento del vice lucumone, l’etruscologo Paolo Bruschetti, a TourismA 2023”

  1. italinabacciga dice :

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