Firenze. TourismA 2023: ecco le date. A pochi giorni dalla chiusura dell’edizione 2022, che ha registrato un grande successo, il direttore Piero Pruneti annuncia già la prossima

Piero Pruneti, direttore di TourismA e della rivista Archeologia Viva (foto Giuseppe Cabras/New Press Photo)
“Segnatevi le date e non prendete impegni in quel week end perché sarà un’edizione assolutamente da non perdere”. Così il direttore di “tourismA – Salone dell’Archeologia e Turismo culturale” Piero Pruneti forte del successo dell’edizione che si è appena conclusa invita alla prossima che questa volta si terrà in primavera: dal 24 al 26 marzo 2023. E sottolinea: “Anche quest’anno la manifestazione è stata la riprova di quanto la storia del nostro passato, comunicata attraverso grandi divulgatori e scoperte in ogni parte del mondo, coinvolga un pubblico sempre più vasto. E ora che si torna a guardare con fiducia alla ripresa dei viaggi, le molte proposte di turismo culturale (e consapevole) trovano “in tourismA” la loro casa privilegiata con incontri e racconti dalle principali destinazioni italiane ed europee. In tre giorni, dalla Toscana alla Sardegna, dal Friuli Venezia Giulia alla Sicilia, dalla Valle d’Aosta alla Romagna fino a Cipro, Croazia, Turchia, Grecia è stato possibile farsi un’idea di quanto ancora ci sia da conoscere e visitare in Italia e nel mondo grazie all’enorme patrimonio storico-archeologico che parla di un passato comune, aperto e accessibile a tutti. Esattamente come vuole essere la nostra manifestazione”. Ancora presto per anticipare i contenuti di “tourismA 2023”, che tuttavia sono già “in formazione” e andranno a rendere densa la tre giorni ormai più attesa a livello europeo per tutti gli appassionati del mondo antico e della sua riscoperta attraverso viaggi ed esplorazioni in ogni parte del globo. “La nostra forza”, conclude Pruneti, “è il grande pubblico che riconferma ogni anno la sua fedeltà assoluta con numeri in crescita che ci spingono a dare sempre di più. Aspettatevi dunque tanti nomi e altrettante sorprese per l’edizione numero 9. E… stay tuned come direbbero gli inglesi!”.
Firenze. A TourismA il ministero della Cultura presenta la candidatura dell’Appia Antica, la Regina Viarum, per l’iscrizione a Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. Con i suoi oltre mille chilometri di percorso l’antica strada coinvolge 74 comuni di quattro diverse regioni: Campania, Lazio, Puglia e Basilicata. E oggi è l’Appia Day
Il ministero della Cultura guidato da Dario Franceschini ha avviato l’iter di candidatura della Via Appia Antica per l’iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO. La presentazione della candidatura sabato 1° ottobre 2022 in diretta da Firenze nell’ambito di TourismA – Salone Archeologia e Turismo Culturale, con la presentazione a cura di Angela Maria Ferroni e Laura Acampora. La Via Appia Antica è il primo luogo proposto direttamente dal ministero della Cultura: la Regina Viarum come “sito seriale” di eccezionale valore universale. Con i suoi oltre mille chilometri di percorso l’antica strada coinvolge 74 comuni di quattro diverse regioni: Campania, Lazio, Puglia e Basilicata. L’Appia Antica collegava Roma a Brindisi, uno dei porti più importanti dell’antichità, da dove partivano le rotte commerciali per la Grecia. I Romani la chiamavano la Regina viarum, regina delle strade non soltanto per la sua importanza economica e sociale, ma anche perché si tratta di una delle opere ingegneristiche più strategiche e all’avanguardia del mondo antico.
Per tutelare, valorizzare e promuovere la candidatura del sito “Via Appia. Regina Viarum” si sono uniti 28 uffici del ministero, 4 regioni, 13 città metropolitane e province, 74 comuni, 14 parchi, 25 università, oltre a numerosissime rappresentanze delle comunità territoriali. Il percorso integrale parte da Roma per arrivare a Brindisi, più la variante traianea che invece collega tra loro la città di Brindisi con quella di Benevento. L’antico asse di comunicazione, il primo concepito come via publica, fu il prototipo dell’intero sistema viario romano che, con i suoi 120mila km di lunghezza, costituisce ancora oggi il nerbo dell’articolata viabilità del bacino del Mediterraneo. Le ben conservate testimonianze infrastrutturali, archeologiche, architettoniche, funerarie e civili della via Appia, distribuite lungo l’intero tracciato, rappresentano un patrimonio culturale di eccezionale valore che è necessario tutelare e valorizzare.

Angela Maria Ferroni del ministero della Cultura – Ufficio Unesco nel suo intervento a TourismA 2022 (foto AV)
“C’è un senso di appartenenza molto forte legato all’Appia”, ha dichiarato, nel convegno a tourismA, Angela Maria Ferroni del ministero della Cultura – Ufficio Unesco. “Il processo di candidatura è stato avviato da settembre 2020 con i sopralluoghi sono stati individuati e perimetrati i 22 tratti dell’antica strada, con le varianti e le diramazioni, che saranno presentati quali componenti del “sito seriale” che si vuole iscrivere nella Lista, in quanto ritenuti maggiormente rappresentativi dell’eccezionale valore universale del bene e rispondenti ai requisiti definiti dall’UNESCO. Dall’inizio del 2022 si sta lavorando per predisporre la documentazione necessaria, dapprima con i soli istituti proprietari e gestori dei beni poi con gli Enti territoriali e, infine, anche con le comunità che, negli obiettivi del Piano di gestione, beneficeranno degli impatti positivi dell’iscrizione. È la prima candidatura promossa e finanziata dal ministero della Cultura, che sta investendo anche ingenti risorse per il restauro e la valorizzazione di alcune testimonianze monumentali presenti lungo il percorso. La candidatura sarà presentata entro il 1° febbraio 2023 e, dopo il complesso e lungo iter di valutazione da parte dell’ICOMOS (l’organismo consultivo del Comitato del patrimonio mondiale), si auspica che l’Appia sarà riconosciuta nella famosa lista durante la Sessione estiva del 2024 (giugno-luglio)”. Ha concluso la Ferroni: “Le comunità che oggi sorgono lungo il suo tracciato sentono ancora un forte senso di appartenenza. Facendo i sopralluoghi ci siamo accorti che l’Appia è ancora un brand. Tanti prodotti, tanti negozi, portano ancora oggi il nome di Appia. I punti di forza di questa candidatura non sono solo legati all’archeologia, ma anche alle numerose testimonianze che arrivano fino ai giorni nostri. Il post candidatura potrebbe avere positive ricadute sociali ed economiche per molte realtà territoriali”.

Un tratto ben conservato della Via Appia Antica, la Regina Viarum (foto mic)
Monumento gigantesco dell’ingegneria stradale, la via Appia esibisce ancora in molti tratti la perfezione tecnica delle pavimentazioni, la grandiosità dei ponti, delle sostruzioni, delle tagliate e delle innumerevoli altre opere infrastrutturali e di bonifica idraulica. Il significato storico e culturale della via Appia e dei suoi monumenti ha fatto sì che la via sia diventata un simbolo carico di valore che studiosi e artisti, con le loro opere, hanno contributo a mantenere vivo e accrescere fin dal Rinascimento. La via Appia fu fatta realizzare dal censore Appio Claudio nel 312 a.C. fino a Capua (oggi Santa Maria Capua Vetere), città che costituiva allora il più rilevante nodo per le comunicazioni verso il sud Italia. Con la conquista delle regioni meridionali la strada venne prolungata fino a Benevento, dopo la sconfitta di Pirro e la fondazione di quella colonia nel 268 a.C. Subito dopo venne raggiunta Venosa, già colonia romana dal 291 a.C., e poi Taranto, in seguito alla sua definitiva disfatta nel 272 a.C. Infine, dopo la conquista dei territori dei Salentini e dei Messapi, la via fu portata a Brindisi, che dal 240 a.C. divenne la tappa finale dell’intero percorso, raggiungendo una lunghezza di 365 miglia (un miglio romano è pari a 1.480 metri), che potevano essere ricoperti da un viaggiatore comune in quattordici giorni. Tracciata per esigenze militari, l’Appia divenne subito strada di grande comunicazione commerciale e di primarie trasmissioni culturali; l’appellativo di “regina viarum” che il poeta Stazio le dedicò testimonia tutte le valenze politiche, propagandistiche, economiche e sociali che le valsero la sua millenaria fortuna. Si deve all’imperatore Traiano l’ambizioso progetto di collegare con un percorso più agevole – anche se più lungo – Benevento con Brindisi, in alternativa a quello più interno. Questo intervento si colloca come momento fondamentale di un imponente disegno politico e strategico che si concretizzò nel 109 d.C. con l’apertura di una nuova grande strada, l’Appia Traiana, che presenta un tracciato completamente diverso rispetto a quello della regina viarum, con la quale aveva in comune soltanto i capita viarum: la via, infatti, partiva sempre da Benevento, ma valicava gli Appennini al confine tra Hirpinia e Daunia e da qui, passando per Aecae (l’attuale Troia), Herdonia, Canosa, Bari ed Egnatia, arrivava a Brindisi, terminale della strada e principale porto per l’Oriente.
E domenica 2 ottobre 2022 è l’Appia Day: la Regina Viarum come non l’avete mai vista: da Roma a Brindisi monumenti statali e comunali aperti, visite guidate, trekking, camminate, ciclotour, musica, mostre, spettacoli, rievocazioni storiche, attività per bambini, laboratori didattici, incontri itineranti. L’Appia Day è un’occasione per celebrare il fascino e l’incanto dell’Appia Antica unendo idealmente tante città e comunità locali.
Firenze. Al Palazzo dei congressi al via tourismA – Salone dell’Archeologia e del Turismo culturale: tre giorni con proposte di viaggio sulle orme degli Etruschi, archeologia nelle zone di guerra, i 50 anni dei Bronzi di Riace, il ricordo di Philippe Daverio e un virtual tour nella Cappella Brancacci

La platea del centro congressi di Firenze gremita per gli incontri di TourismA (foto AV)
Tutto pronto per l’VIII edizione di tourismA – Salone dell’Archeologia e del Turismo culturale organizzato da Archeologia Viva (Giunti editore) al Palazzo dei Congressi di Firenze dal 30 settembre al 2 ottobre 2022 a ingresso libero (orario 8.30-18.30). Decine di incontri, centinaia di relatori, stand, laboratori didattici, ricostruzioni virtuali per viaggiare avanti e indietro sulla linea del tempo con nuovi avvincenti linguaggi e tecnologie. Quest’anno tra i protagonisti indiscussi gli Etruschi, con nuove scoperte e progetti di valorizzazione turistica in Toscana, e l’Egitto a 100 anni esatti dalla straordinaria scoperta della tomba di Tutankhamon. L’inaugurazione ufficiale della kermesse venerdì 30 settembre alle 10.30 alla presenza della autorità. Vediamo i temi più importanti.

CELESTE AIDA: a “tourismA 2022” nel 150° della prima dell’Aida alla Scala di Milano (foto AV)
Egitto ed Etruschi: tra reale e virtuale. Protagonisti della tre giorni fiorentina l’Egitto con incontri, laboratori e realtà virtuale in occasione del centenario della scoperta della Tomba di Tutankhamon, il bicentenario dalla decifrazione dei geroglifici e il centocinquantesimo della rappresentazione dell’Aida alla Scala, che Verdi considerò la vera e propria “prima”. E poi gli Etruschi con le nuove scoperte in Toscana (Gonfienti) e Umbria (Perugia) e i progetti di promozione turistica che vedono protagonista l’antica civiltà dei Tirreni.

Il nuovo museo dell’Acropoli ad Arene “dialoga” direttamente con il Partenone (foto AV)
I marmi del Partenone. Le celebri sculture di Fidia sono al centro di un convegno internazionale sulla annosa questione della restituzione alla Grecia. Sarà la stessa ministra greca della Cultura, Lina Mendoni, a lanciare da “tourismA 2022” un accorato appello al governo britannico. Conservare il passato. tourismA sarà occasione anche per presentare importanti restauri di statue e dipinti fra antichità e medioevo (in collaborazione con CNRc).
Missioni di scavo all’estero. Importante la collaborazione col Ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionali per la presentazione delle attività delle missioni archeologiche italiane in Iraq, Turchia, Giordania Tunisia, Turkmenistan, Perù…
Archeologia sotto le bombe. L’associazione nazionale archeologi fa il punto sullo stato delle principali aree archeologiche e monumentali in Ucraina.
5° Workshop del turismo culturale. Enti del turismo, enti locali e tour operator incontrano gli agenti di viaggio venerdì 30 settembre a Buy Cultural Tourism, 5° Workshop B2B del turismo culturale, appuntamento riservato agli operatori professionali dedicato all’incontro tra domanda e offerta di viaggi, esperienze e itinerari culturali. Presenti gli enti del turismo di Cipro, Croazia, Fiandre, Israele, Malta, Polonia, Portogallo, Promoturismo FVG, Valle d’Aosta, Visit Romagna, oltre a diversi siti e operatori della Sardegna.
Ricca parte espositiva. L’area espositiva offre una significativa panoramica dell’offerta culturale di regioni italiane, dalla Toscana alla Sardegna, dal Friuli Venezia Giulia alla Sicilia, dalla Valle d’Aosta alla Romagna, ed estere come Cipro, Croazia, Turchia, Grecia.

Il direttore del nuovo museo dell’Acropoli, Nikolaos Stampolidis
Appuntamento a Firenze. Molti i big della comunicazione storico-archeologica che danno appuntamento a tourismA tra cui l’archeologo Andrea Carandini, il filologo e archeologo Louis Godart, lo storico e conduttore tv Cristoforo Gorno, il direttore degli Uffizi Eike Schmidt, l’orientalista Paolo Matthiae, il direttore del parco archeologico di Pompei Gabriel Zuchtriegel, il direttore del museo dell’Acropoli di Atene Nikolaos Stampolidis, il direttore del museo Archeologico nazionale di Napoli Paolo Giulierini, il noto medievista Franco Cardini e molti altri.

Carmelo Malacrino, direttore del museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria (foto MArRC)
Ricco il programma della prima giornata tra storia dell’arte, archeologia e grandi personaggi della comunicazione del passato. Si parte col convegno dedicato alla memoria del noto storico dell’arte Phillippe Daverio dal titolo “Save Art 2022 – Copie, restauri, NFT, falsi, realtà ambigue e mondi alternativi” a cura di Art e Dossier e con la partecipazione di Eike Schmidt direttore delle Gallerie degli Uffizi. “Tra terra e mare: itinerari ed esperienze alla scoperta dell’antico popolo” è il titolo del convegno a cura di Regione Toscana con la partecipazione di Eugenio Giani presidente Regione Toscana. Il Prodotto Turistico Omogeneo Toscana Terra Etrusca sarà al cento del convegno organizzato da Toscana Promozione Turistica. Franco Cardini storico del Medioevo, Cristoforo Gorno scrittore e conduttore televisivo, Carmelo Malacrino direttore Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria sono tra i big della giornata di venerdì 30 settembre 2022.

Ritorno a Cartagine. Scavi e ricerche della Sapienza Università di Roma a Dermech (Tunisia) (foto AV)
Sempre in apertura di “tourismA” si farà il punto sulla situazione dell’Archeologia italiana all’estero nell’incontro organizzato col ministero Affari Esteri e Cooperazione Internazionale: un coinvolgente racconto che dall’Africa dei primi ominidi conduce il pubblico in Giordania a Petra e in Tunisia a Cartagine nel cuore del Mediterraneo fenicio, poi nelle steppe dell’Asia Centrale nella grande capitale dei Parti e, attraversando l’Oceano, a Machu Picchu sulle vette delle Ande peruviane, per chiudere con la nascita dello Stato arcaico ad Arslantepe in Turchia.

L’area megalitica di Saint-Martin-de-Corléans ad Aosta (foto AV)
La tragica situazione dell’Ucraina e la salvaguardia del patrimonio culturale nel Paese sono i temi di un altro importante focus della giornata di venerdì nel convegno organizzato dall’Associazione Nazionale Archeologi. Mentre, sempre venerdì, si guarda al futuro del turismo che abbatte le barriere con la presentazione delle più sofisticate tecnologie digitali capaci di far viaggiare davvero tutti nello spazio e nel tempo. Per tutta la durata della manifestazione il Palazzo dei congressi si trasforma nella casa del turismo culturale con numerosi stand che propongono una significativa panoramica dell’offerta culturale di regioni italiane, dalla Toscana alla Sardegna, dal Friuli Venezia Giulia alla Sicilia, dalla Valle d’Aosta alla Romagna, ed estere come Cipro, Croazia, Turchia, Grecia.
Come ogni anno tornano infine i laboratori didattici per grandi e piccoli che spaziano dalle tecnologie dell’uomo preistorico (scheggiatura della pietra, accensione del fuoco, prime espressioni artistiche) alle lezioni di geroglifico, alla realizzazione di un mosaico o di una lucerna come facevano i Romani. Quest’anno arricchiscono l’offerta di “tourismA” la visita virtuale alla Cappella Brancacci a cura di CNR – ISPC (presentazione venerdì alle 11,30 nello spazio espositivo BracacciPOV) e un viaggio alle origini dell’alfabeto etrusco.
Napoli. Al museo Archeologico nazionale è giunto il Pugilatore, uno dei Giganti di Mont’e Prama, simbolo della mostra “Sardegna isola megalitica. Dai menhir ai nuraghi: storia di pietra nel cuore del Mediterraneo” che apre al Mann (arricchita) dopo il successo delle tappe di Berlino, San Pietroburgo e Salonicco. L’assessore regionale Chessa: “Il turismo archeologico volano per creare nuovi posti di lavoro in Sardegna”


La squadra del Mann impegnata nella mostra “Sardegna isola megalitica” davanti alla cassa con il Pugilatore di Mont’e Prama (foto valentina cosentino)
Il Pugilatore, uno dei Giganti di Mont’e Prama, è giunto a Napoli, simbolo della mostra “Sardegna isola megalitica. Dai menhir ai nuraghi: storia di pietra nel cuore del Mediterraneo” che si apre al museo Archeologico nazionale venerdì 10 giugno 2022, alle 17. Autentico ambasciatore di un messaggio di continuità tra le antichissime culture mediterranee, il Pugilatore chiude nel golfo partenopeo un lungo viaggio che lo ha portato a uscire per la prima volta dal museo Archeologico nazionale di Cagliari seguendo le tappe della grande mostra archeologica promossa dalla Regione Autonoma della Sardegna-Assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio, con il museo Archeologico nazionale di Cagliari e la Direzione Regionale Musei della Sardegna. Prima al museo nazionale per la Preistoria e Protostoria di Berlino (dal 1° luglio 2021 all’11 settembre 2022), quindi al museo statale Ermitage di San Pietroburgo (dal 26 ottobre 2021 al 16 gennaio 2022), poi al Museo Archeologico di Salonicco (dall’11 febbraio al 15 maggio 2022) contribuendo ad accendere i riflettori sulle ricchezze archeologiche della Sardegna.
La Sardegna ha attirato l’attenzione e l’interesse del grande pubblico in tutte e tre le tappe europee. Un successo decretato dai grandi numeri di visitatori registrati: 96mila al Neues Museum di Berlino, 117.400 al museo statale Ermitage di San Pietroburgo. E al museo Archeologico nazionale di Salonicco, per il quale non ci sono ancora i dati finali, hanno addirittura allungato la mostra di una settimana, dal 15 al 22 maggio 2022. E ora siamo all’unica tappa italiana, a Napoli, per la quale la mostra ha ottenuto il Patrocinio del MAECI e del MIC e si avvale della collaborazione della Fondazione di Sardegna e del coordinamento generale di Villaggio Globale International. La tappa napoletana di “Sardegna Isola Megalitica” è organizzata in collaborazione con Regione Campania e Comune di Napoli. Intesa Sanpaolo è partner della mostra promossa al Mann.
Questo successo conferma quanto sostenuto da Giovanni Chessa, assessore per il Turismo, Artigianato e Commercio della Regione Sardegna, che in un’intervista rilasciata ad archeologiavocidalpassato.com a Firenze, in occasione di Tourisma 2021, dove la Regione Sardegna aveva uno spazio prestigioso per promuovere la Sardegna archeologica, spiega le azioni della sua politica che punta a far tornare sull’isola i giovani che sono andati lontano a studiare e a prepararsi: “Il turismo culturale in generale e archeologico in particolare deve diventare volano per creare nuovi posti di lavoro. La Sardegna non è solo mare. E la mostra Sardegna isola megalitica è lì a dimostrarlo. E con la cultura l’isola può essere attrattiva tutti i mesi dell’anno”.

In calendario nel Salone della Meridiana del museo Archeologico nazionale di Napoli dal 10 giugno all’11 settembre 2022, la mostra “Sardegna isola megalitica. Dai menhir ai nuraghi: storia di pietra nel cuore del Mediterraneo” rivela al pubblico storie suggestive, testimonianze materiali, civiltà affascinanti, per molti versi ancora tutte da scoprire. L’allestimento partenopeo si arricchisce, su iniziativa del Mann, di approfondimenti ed eventi collaterali, che aprono, come nella linea del Museo, all’incrocio dei linguaggi: previsto non solo un parallelismo con la Sezione Preistoria e Protostoria dell’Archeologico, ma anche un ambiente immersivo, “NURAGICA”, che consente di viaggiare alla scoperta delle antiche culture isolane.
Vetulonia. Al museo Archeologico “Isidoro Falchi” arriva la vetrina olografica “Così lontano, così vicino. Tutto a Vetulonia, Vetulonia per tutti”, che permette al MuVet di riportare a casa, seppur virtualmente, quei reperti fondamentali per la conoscenza di Vatl, oggi conservati in altri musei
Qualche appassionato ha già avuto modo di vederla alla Borsa mediterranea del turismo archeologico (25-28 novembre 2021, Paestum) dove ha “debuttato” nello stand della Toscana, scelta a rappresentare i progetti di eccellenza della Regione per l’anno 2021, e poi a Tourisma, Salone dell’Archeologia e del Turismo culturale (17-18-19 dicembre 2021, Firenze). Parliamo della vetrina olografica “Così lontano, così vicino. Tutto a Vetulonia, Vetulonia per tutti”, un prototipo unico concepito in Italia e realizzato in Spagna, grazie al contributo della Fondazione CR Firenze e alla preziosa collaborazione del DIDA-Dipartimento di Architettura dell’università di Firenze. E sabato 16 aprile 2022, alle 16, viene inaugurata nel museo civico Archeologico “Isidoro Falchi” di Vetulonia. Aprono i saluti istituzionali di Elena Nappi, sindaco Comune di Castiglione della Pescaia; Chiara Lanari, assessorato alla Cultura della Regione Toscana; Francesco Tapinassi, direttore Toscana Promozione Turistica. Dalle 16.20, intervengono Adriano Maggiani, vice-presidente istituto nazionale di Studi Etruschi e Italici; Cecilia Maria Roberta Luschi e Alessandra Vezzi del dipartimento di Architettura (DIDA) dell’università di Firenze; Simona Rafanelli, Maria Francesca Paris e Costanza Quaratesi del MuVet-museo civico Archeologico “Isidoro Falchi”. A seguire brindisi a cura di Ais-Associazione Italiana Sommelier Toscana.

La vetrina olografica inserita nel percorso espositivo del museo civico Archeologico “Isidoro Falchi” di Vetulonia (foto da maremmaoggi.net)
“La vetrina arriva finalmente “a casa” e prende posto all’interno del nostro percorso espositivo”, spiega Simona Rafanelli, direttrice del Muvet, “arricchendolo delle più recenti tecnologie impiegate nella proiezione olografica, grazie a un progetto che iniziato nel 2021 proseguirà nell’anno in corso e che consentirà di valorizzare alcuni reperti riconnettendoli al loro contesto archeologico di provenienza, come nel caso della stele funeraria del principe guerriero Auvele Feluske”. E continua: “Il progetto “Così lontano, così vicino” permetterà inoltre al MuVet di riportare a casa, seppur virtualmente, alcuni di quei reperti fondamentali per il racconto storico e archeologico dell’antica Vatl, oggi conservati in altre sedi museali. Si potrà così finalmente ricomporre il patrimonio locale e offrire, attraverso il recupero di quegli oggetti “vicini e lontani”, il racconto completo e pienamente comprensibile della etrusca Vetulonia, un racconto coerente e, grazie alle innovazioni tecnologiche sperimentate, sempre più accessibile a tutti i segmenti di pubblico”.
Firenze. TourismA 2022: le date del Salone dell’Archeologia e del Turismo culturale (30 settembre – 2 ottobre 2022) e prime anticipazioni

tourismA 2022. La macchina a Firenze è (già) in moto… E si possono già segnare la data sull’agenda: 30 settembre – 2 ottobre 2022. Il gruppo di lavoro di Archeologia Viva procede a pieno ritmo per selezionare le molte proposte per il prossimo Salone dell’Archeologia e del Turismo Culturale che sarà sempre ospitato nella monumentale e centralissima cornice del Palacongressi di Firenze capace di offrire ampi spazi espositivi e congressuali. I grandi temi di “tourismA 2022” sono orientati ad approfondire il dibattito su un turismo culturale e ambientale impegnato a proporre mete inedite e modalità per ridurre l’impatto sulle risorse del pianeta. In tal senso sarà orientato anche il workshop per gli operatori turistici già fissato per venerdì 1° ottobre 2022.

Nei tre giorni della manifestazione sono previsti circa 40 momenti congressuali che vedono al centro le grandi scoperte e la partecipazione dei protagonisti dell’archeologia. Parallelamente grande spazio viene dato alle risorse locali e alla valorizzazione delle realtà virtuose che operano nei piccoli comuni italiani proponendo nuovi sorprendenti itinerari. Non mancherà il tradizionale momento delle missioni archeologiche italiane che operano in altri Paesi (anche i più difficili) con il sostegno del ministero degli Affari Esteri per la presentazione di una serie di sensazionali scoperte dalla Turchia al Pakistan, dall’Egitto all’Armenia, dall’Iraq all’Oman. Grande spazio anche all’archeologia virtuale che vede la partecipazione delle realtà pubbliche e private impegnate nello sviluppo di sistemi d’avanguardia per vivere fantastici viaggi nel tempo dall’età contemporanea fino alla più lontana preistoria.
Arrivederci al 2022: la XXIV Borsa mediterranea del turismo archeologico a Paestum sarà a fine ottobre, l’ottava edizione di TourismA a Firenze probabilmente a ottobre

Le due grandi kermesse dedicate all’archeologia in Italia danno appuntamento al 2022. A cominciare dalla Borsa mediterranea del turismo archeologico di Paestum i cui organizzatori, alla chiusura della XXIII edizione, hanno ringraziato e annunciato le nuove date: “Desideriamo ringraziare gli espositori, i relatori, i giornalisti, i visitatori per aver partecipato alla XXIII edizione della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico e quanti ci hanno seguito anche da lontano. Ci auguriamo che le iniziative della BMTA 2021 abbiano suscitato interesse e gradimento. Vi diamo appuntamento alla XXIV edizione, che avrà luogo da giovedì 27 a domenica 30 ottobre 2022 a Paestum presso il Tabacchificio Cafasso”.
A salutare i graditi ospiti e dare loro appuntamento al prossimo anno è stato lo stesso Piero Pruneti, direttore di Archeologia Viva, dal palco dell’auditorium del Palazzo dei Congressi di Firenze, non appena salutato Alberto Angela, che ha chiuso – come da tradizione – TourismA, la tre giorni del Salone fiorentino di archeologia e turismo Culturale. Ma se la settima edizione, causa restrizioni anti-Covid 19, è slittata da febbraio a dicembre 2021, l’ottava non potrà necessariamente rispettare il calendario tradizionale della terza settimana di febbraio 2022. Così Pruneti ha dato un arrivederci prudenzialmente generico “a tra dieci mesi”. TourismA 2022 tornerà dunque a ottobre? Lo vedremo nei prossimi mesi. Intanto godiamoci il promo omaggio del regista veneziano Alberto Castellani intervenuto a Firenze nell’ambito di Tourisma 2021.
Firenze. TourismA ’21 apre con una coinvolgente presentazione della musica etrusca perduta. L’etruscologa Rafanelli e il sassofonista Cocco Cantini non solo hanno ripercorso dieci anni di Progetto musica etrusca, ma hanno portato nuove scoperte: gli Etruschi accordavano gli strumenti come Mozart ed erano capaci di eseguire al contempo melodia e accompagnamento

Accordavano gli strumenti come Mozart ed erano capaci di eseguire al contempo melodia e accompagnamento. Chi? Gli Etruschi 2600 anni fa. Se l’etruscologa Simona Rafanelli e il sassofonista e musicista Stefano “Cocco” Cantini volevano stupire il pubblico selezionato e preparato del Palacongressi di Firenze, ci sono riusciti perfettamente. E Piero Pruneti, direttore di Archeologia Viva, con tutto lo staff della Giunti Editore non poteva trovare argomento migliore, la musica perduta degli Etruschi, per aprire ufficialmente e alla grande la settima edizione di Tourisma, il salone dell’Archeologia e del Turismo culturale. Alle 9.30, di questa mattina, venerdì 17 dicembre 2021, nel grande auditorium che si riempiva alla spicciolata mentre fuori una lunga coda affrontava i rigorosi controlli secondo le normative anti Covid, è stata Simona Rafanelli, direttore del museo civico Archeologico “Isidoro Falchi” di Vetulonia, a introdurre il Progetto Musica etrusca, nato nell’ambito della Rete Museale della Maremma di Grosseto e con il sostegno della Regione Toscana. “Sono passati dieci anni da quando è iniziato il nostro “viaggio” alla ricerca di quelle sonorità, e siamo ancora i più apprezzati in questo particolare campo di ricerca”, ha ricordato con un certo orgoglio: “Molti sono i progetti, infatti, dedicati al recupero della musica etrusca, ma noi siamo gli unici che ci basiamo su dati archeologici e non su ricostruzioni di strumenti realizzati osservando le pitture di Tarquinia o i rilievi di Chiusi. I nostri strumenti sono invece la riproduzione perfetta di quegli strumenti è stata possibile grazie al piccolo lotto di strumenti a fiato, in legno di bosso e in avorio, recuperato nelle acque della Baia del Campese, dal relitto di una nave affondata circa duemilaseicento anni orsono, attualmente esposto nell’Antiquarium della Fortezza spagnola di Porto Santo Stefano, che costituisce ad oggi la principale fonte documentaria archeologica”.

Del resto che la musica facesse parte integrante anche della vita degli Etruschi ce lo ricorda, ad esempio, Aristotele (“Gli Etruschi praticavano il pugilato, fustigavano i servi e impastavano il pane a suon di musica”) e trova puntuale conferma nelle immagini raffigurate sulla superficie dipinta dei vasi o delle tombe di Chiusi, Tarquinia e Orvieto. “Ma una volta riprodotti i flauti, non sapevamo come gli Etruschi riuscissero a usarli”, spiega Cantini: “se si soffia in un tubicino l’aria esce dalla parte opposta silenziosamente. Bisogna creare una vibrazione che produca un suono nella canna”. Purtroppo tutti gli affreschi, se pur bellissimi, mostrano tutti i suonatori col flauto in bocca, impedendo di capire come era il bocchino. Tutti, eccetto uno. “Si tratta della suonatrice sulla parete di fondo della tomba Francesca Giustiniani”, ha annunciato Rafanelli. E Cantini: “Qui il pittore di 2600 anni fa ha dipinto il flauto che si sta avvicinando alla bocca. Così ho capito che gli Etruschi usavano un’ancia semplice. E una volta realizzata, siamo riusciti a riprodurre gli stessi suoni che percepivano gli Etruschi. È fantastico!”.
Ma non è finita. Accordavano come Mozart. Tra le “deduzioni” più straordinarie a cui sono giunti i due studiosi, Cantini e Rafanelli, vi è che l’accordatura dei suoni, avveniva esattamente come facevano i grandi della Musica, Mozart ad esempio per citarne il massimo genio. “Cioè”, continua Cantini, “anche senza il diapason, ma andando solo con la sensibilità dell’orecchio, riuscivano a riprodurre il suono a una frequenza di 432 Hertz, come sappiamo noi oggi con strumenti di misurazione. E quello che è clamoroso è che anche gli auloi trovati a Paestum, pur producendo un suono diverso perché sono più lunghi, rispettano la stessa frequenza di 432 Hertz”. Cantini è andato anche più in là. Melodia e accompagnamento tutto in uno. Dalla gestualità stessa del suonatore sugli affreschi, il posizionamento delle sue mani a coprire i fori sulle due canne che compongono il doppio strumento a fiato, la novità più strabiliante: gli Etruschi suonavano l’unico strumento al mondo capace di eseguire al contempo melodia e accompagnamento. E dal palco di TourismA Cantini ne ha dato una dimostrazione coinvolgente. “Se è ancora evidentemente impossibile comprendere, in assenza di “spartiti” dell’epoca, quali fossero le melodie intonate dai fiatisti nelle diverse occasioni del vivere sociale, laico e religioso”, concludono Cantini e Rafanelli, “questo Progetto ha consentito di ritrovare la voce reale – ed unica – degli strumenti rimasti ad oggi muti. Rompendo di fatto un silenzio durato almeno duemilaseicento anni”.
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