Cremona. Al museo del Violino apre la mostra “Pictura… Tacitum Poema. Miti e paesaggi dipinti nelle domus di Cremona” sui frammenti recuperati, restaurati e riconnessi, e messi in dialogo con reperti eccezionali provenienti da tutta Italia
È una mostra di storie, oltre che di Grande Storia, come quella della terribile “Battaglia di Cremona” che nel ’69 dopo Cristo, l’Anno dei 4 Imperatori, abbandonava sulle rovine della città, “una catasta di corpi che sfiora in altezza i frontoni del tetto”, come annotò Plutarco. Storie come quelle splendidamente raccontate sui muri delle ricche residenze cremonesi, dilaniate dalla violenza della battaglia e annerite dagli incendi. Testimoniate da migliaia e migliaia di frammenti riemersi, un ventennio fa, dal sottosuolo. Frammenti recuperati, restaurati e riconnessi, messi in dialogo con reperti eccezionali provenienti da tutta Italia. Frammenti che, dopo lunghi anni di studi, analisi e restauri, ci vengono restituiti nel loro significato e nella loro bellezza anche grazie ai confronti con alcuni affreschi, presenti in mostra, provenienti da Pompei, Roma, Ostia e Verona, e con scenografiche ricostruzioni multimediali. Il museo Archeologico San Lorenzo di Cremona organizza a partire dal 10 febbraio 2023, al padiglione Amati del museo del Violino, la mostra “Pictura… Tacitum Poema. Miti e paesaggi dipinti nelle domus di Cremona”, a cura di Nicoletta Cecchini, Elena Mariani, Marina Volonté. Un’esposizione che indaga il tema delle pitture parietali in epoca romana valorizzando i resti provenienti dalle Domus di piazza Marconi e di via Colletta. Il titolo si rifà alla celebre frase attribuita a Cicerone “Si poema loquens pictura est, pictura tacitum poema esse debet” (“se la poesia è una pittura parlante, la pittura dev’essere una poesia silenziosa”). La mostra, che racconta la raffinata cultura artistica cremonese di quei tempi e ne fa rivivere gli aspetti quotidiani, rimarrà aperta fino al 21 maggio 2023, nei seguenti giorni e orari: mercoledì, giovedì, venerdì 11–17 / sabato, domenica e festivi 10–18. Da aprile il Museo del Violino sarà aperto anche il martedì dalle 11 alle 17. È disponibile un catalogo che racconta la mostra e approfondisce il tema della pittura delle domus cremonesi.

Frammenti di intonaco dipinto dalla Domus del Ninfeo a Cremona (foto drm-lombardia)
Migliaia di frammenti di intonaco dipinto, venuti alla luce nello scavo della Domus del Ninfeo di piazza Marconi, oltre a costituire un’importantissima testimonianza dell’evoluzione della pittura romana in Cisalpina dagli inizi del I secolo a.C. al 69 d.C., raccontano le tante storie della casa e dei suoi proprietari. Esempio straordinario ne è la “Stanza di Arianna”, un cubiculum (camera per dormire) sulle cui pareti erano raffigurati diversi momenti del mito cretese: prima abbandonata da Teseo dopo l’impresa dell’uccisione del Minotauro, in seguito scoperta da Dioniso addormentata sulla spiaggia dell’isola di Nasso, Arianna appare infine sposa trionfante del dio stesso. Da un altro scavo, in via Colletta, provengono le decorazioni della Domus dei Candelabri dorati, anch’esse testimoni di quanto fosse diffusa nelle dimore cremonesi la raffinata cultura artistica derivata dall’ellenismo.

Apparizione di Dioniso ad Arianna (I sec. d.C.) affresco dalla Casa dei Capitelli colorati o Casa di Arianna di Pompei, conservata al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto mann)
Le pitture ritrovate nel 2002 negli scavi di piazza Marconi, e in quelli successivi, testimoniano di una raffinata cultura artistica e, insieme, le tante storie della casa e le passioni dei suoi proprietari. Accanto al tema di Arianna, gli affreschi cremonesi riportano a quelli del culto dei lari ed evidenziano un gusto per l’Egitto, entrambi temi ben rappresentati negli affreschi della Domus di Candelabri dorati, altra sfarzosa residenza cremonese oggetto della mostra. Al larario dipinto sulle pareti di questa domus vengono affiancati in mostra preziosi bronzetti votivi dall’Archeologico di Mantova, e Lari da quello di Ostia insieme a un dipinto con il medesimo soggetto da Pompei. Così come il fregio cremonese con nani e pigmei viene raffrontato a una analoga raffigurazione da Ostia. Le rappresentazioni di gusto nilotico ci raccontano di come, già in epoca antica, il fascino della civiltà egizia riscuotesse ampio seguito. Anche qui un importante raffronto con reperti egizi concessi dall’Archeologico di Firenze. Come gli affreschi pompeiani, concessi dal museo Archeologico nazionale di Napoli, propongono un confronto visivo sul Mito di Arianna. Sullo stesso tema, lo splendido coperchio di sarcofago proveniente dalla Villa d’Este di Tivoli e una testa rinascimentale di Arianna dormiente, da Firenze. A completare questa emozionante mostra sono la ricostruzione immersiva della Stanza di Arianna e una serie di postazioni video che documentano le vicende di scavo nella Cremona Romana e il lavoro di restauro e ricerca che sui reperti sono stati condotti dal Centro per la Conservazione e Restauro de “La Venaria Reale” e dal Laboratorio Arvedi dell’università di Pavia. Il naturale completamento del percorso espositivo allestito al museo de Violino è offerto nel museo Archeologico in San Lorenzo. Qui i brani della vicenda romana cremonese trovano il loro completamento.
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