Torino. Per “Incontri con gli autori” al museo Egizio presentazione del libro “Chiese chiuse” di Tomaso Montanari, in presenza e on line

Migliaia di chiese sono oggi inaccessibili, saccheggiate, pericolanti. Altre sono trasformate in attrazioni turistiche a pagamento. Oggi non sappiamo cosa farcene, di tutto questo “ben di Dio”, e bene pubblico: mancano visione, prospettiva, ispirazione. Ma è anche lì che si potrebbe costruire un futuro diverso. Umano. Il tema viene affrontato al museo Egizio di Torino nel ciclo “Incontri con gli autori”, lunedì 7 febbraio 2022, alle 18: in sala conferenze presentazione del volume “Chiese Chiuse” (Einaudi) di Tomaso Montanari che dialogherà con Enzo Bianchi. L’incontro sarà introdotto da Evelina Christillin; modera Christian Greco. Per l’occasione sarà possibile acquistare il volume in sala conferenze del museo Egizio. L’ingresso alla sala conferenze è libero fino ad esaurimento posti. È gradita la prenotazione scrivendo una e-mail a comunicazione@museoegizio.it. Il posto in sala verrà riservato fino alle 18. Per l’accesso è necessario esibire il Green Pass rafforzato e indossare mascherina FFP2. La conferenza verrà anche trasmessa live streaming sulla pagina Facebook e sul canale YouTube del Museo.

Tomaso Montanari
“Le antiche chiese italiane ci chiedono di cambiare i nostri pensieri”, spiega Montanari. “Con il loro silenzio secolare, offrono una pausa al nostro caos. Con la loro gratuità, contestano la nostra fede nel mercato. Con la loro apertura a tutti, contraddicono la nostra paura delle diversità. Con la loro dimensione collettiva, mettono in crisi il nostro egoismo. Con il loro essere luoghi essenzialmente pubblici sventano la privatizzazione di ogni momento della nostra vita individuale e sociale. Con la loro viva compresenza dei tempi, smascherano la dittatura del presente. Con la loro povertà, con il loro abbandono, testimoniano contro la religione del successo. Possiamo decidere che anche questi luoghi speciali che arrivano dal passato devono chinare il capo di fronte all’omologazione del pensiero unico del nostro tempo. O invece possiamo decidere di farli vivere: per aiutarci a vivere in un altro modo”.
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