“Lapilli sotto la cenere”. Con la 19.ma clip del parco archeologico di Ercolano il direttore Francesco Sirano ci guida tra le stanze di una delle domus più grandi e particolari di Herculaneum: la Casa dell’Atrio a mosaico. Seconda parte: gli ambienti affacciati sul mare

Con la 19.ma clip della serie “Lapilli sotto la cenere” dedicata all’esplorazione di realtà che per necessità conservative, di restauro o contingenze non sono accessibili al pubblico, il direttore del parco archeologico di Ercolano, Francesco Sirano, torna tra gli ambienti e i dipinti della meravigliosa Casa dell’Atrio a mosaico, e in questa seconda parte continua l’esplorazione della domus, portandoci a scoprire gli ambienti affacciati sul mare.
Ai lati dell’esedra, si aprivano ambienti di soggiorno che avevano che avevano una corrispondenza anche al piano superiore, occupati sempre dagli abitanti di questa dimora. “Questi ambienti”, spiega Sirano, “erano decorati a fondo rosso con architetture tipiche del IV stile pompeiano che presentavano anche una serie di oggetti, riproducevano dei vasi di bronzo o di argento, e in parte è conservato anche il soffitto in stucco. E oltre che affacciare sul giardino, questi ambienti avevano una comunicazione al loro interno, dall’uno si passa all’altro per andare piano piano verso la zona che aveva l’affaccio al mare. Il giardino era servito da un sistema idraulico molto complesso, composto da cisterne canalette e anche tubi in piombo. Sul porticato chiuso affacciavano anche gli ospitalia, quelli che erano gli ambienti per gli ospiti di riguardo. Quello più grande era un ambiente rettangolare che nell’ultima fase di vita della casa viene diviso con un tramezzo in due stanze più piccole tra loro collegate. È interessante ancora una volta notare la ricostruzione, che fu fatta all’epoca di Amedeo Maiuri, della decorazione che viene restituita con delle linee basandosi sulle zone dove sono conservati gli affreschi. Il vano sicuramente più elegante è la parte che guarda verso il mare. Qui il pavimento è in mosaico a fondo bianco con una cornice nera, e sulle pareti ci troviamo di fronte a pitture del IV stile a fondo bianco con una serie di quadretti fatti nella caratteristica tecnica compendiaria bruna molto utilizzata a Ercolano. Elegantissimi e snelli, gli scorci architettonici del IV stile presentano anche delle rifiniture molto interessanti come la presenza di pavoni e di tendaggi che si trovano a separare la zona mediana dalla parte alta dell’affresco”.

Un grandioso salone completamente pavimentato di marmi colorati in parte portati via durante gli scavi borbonici e decorato con pitture del IV stile si affacciava verso il mare. “Qui”, continua Sirano, “troviamo un porticato che, in una prima fase, era un colonnato direttamente affacciato al mare, poi chiuso con dei muri e anche questo pavimentato splendidamente con lastre di marmi colorati nella zona corrispondente all’uscita dal salone, e marmo bianco nelle zone laterali. Da questo porticato ci si affaccia direttamente su una terrazza che aveva la vista sul golfo di Napoli. Ai lati della terrazza si aprono due dietae, cioè due piccoli ambienti per trascorrere il tempo, dove si poteva beneficiare della brezza marina protetti dal sole con una splendida vista dalle finestre su più direzioni. Qui il pavimento è ancora quasi completamente conservato insieme al luogo dove era posto il letto, dove si trovava l’incasso per il posizionamento del letto. La Casa dell’Atrio a mosaico – conclude Sirano – fa parte del Progetto Domus, con il restauro di sei delle principali abitazioni di Ercolano i cui lavori stanno per partire”.
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