Piemonte in zona arancione. Da oggi il museo Egizio è chiuso al pubblico, ma l’attività non si ferma. Disponibile un nuovo virtual tour (gratuito) al cuore della collezione: è possibile scoprire da remoto le sale di Deir el-Medina e della tomba di Kha, tra modelli 3D e approfondimenti video

Da lunedì 1° marzo 2021 la Regione Piemonte passa in zona arancione. Ciò significa che il museo Egizio di Torino, come le altre istituzioni culturali della regione, è costretto a chiudere di nuovo le porte al proprio pubblico. “Ma il museo non si ferma”, assicura il direttore Christian Greco. “La ricerca continua, anzi non si è mai fermata; come continua il dialogo con il nostro pubblico attraverso il sito web e i canali social”. È il museo digitale (rinnovato sito web, piattaforma dei papiri, le schede di 3500 reperti già disponibili, gli incontri on line) che si affianca al museo fisico: “E questo non lo dobbiamo vedere come una situazione contingente, ma rappresenta il futuro: il museo integrato, dove ricerca e comunicazione concorrono a rafforzare la conoscenza delle collezioni e l’approfondimento delle tematiche dell’antico, della conservazione, della promozione, della valorizzazione, del coinvolgimento del territorio”. In questa filosofia si inserisce la proposta del museo Egizio di Torino di implementazione degli strumenti digitali a disposizione del suo pubblico, che non significa solo appassionati ma anche studiosi e studenti: da oggi è infatti disponibile un nuovo virtual tour (all’indirizzo https://virtualtour.museoegizio.it/ ), assolutamente gratuito, che permette di visitare da remoto le sale che costituiscono il vero fiore all’occhiello della collezione torinese, quelle dedicate al villaggio di Deir el-Medina e alla tomba di Kha, che custodiscono reperti preziosissimi frutto degli scavi novecenteschi della Missione Archeologica Italiana. A partire da una serie di foto panoramiche a 360 gradi in alta definizione, il tour virtuale ricostruisce gli ambienti dedicati ai reperti provenienti dalla tomba intatta dell’architetto Kha e di sua moglie Merit, e dal villaggio degli artigiani e degli operai di Deir el-Medina.

Il virtual tour è il frutto di quasi un anno di lavoro curato da Federico Taverni e Nicola Dell’Aquila, responsabili del patrimonio fotografico dell’Egizio, che durante il lockdown hanno riflettuto su come comunicare al meglio le collezioni. Oltre a potersi muovere tra le vetrine, l’utente ha a disposizione molteplici strumenti che ampliano l’esperienza di visita: a partire da una serie di modelli 3D (circa dieci) degli oggetti esposti, realizzati attraverso la tecnica della fotogrammetria e che offrono la possibilità di osservare i reperti con una precisione e un dettaglio inediti. “Il famoso papiro di Kha, lungo 14 metri”, ricordano ad esempio i due curatori, “è stato scansionato con 45 fotografie, che permettono di ingrandire ogni particolare: uno strumento utile per rispondere a ogni curiosità, ma anche agli interessi degli esperti”.

Tra i reperti disponibili vale la pena di citare la cappella di Maia, nella quale è possibile “entrare” per la prima volta, per osservare da vicino le variopinte pitture. Posizionando il cursore lungo il percorso è inoltre possibile accedere a ben 18 video di approfondimento, per scoprire le sale e i reperti più importanti guidati dalle parole e dalla voce dei curatori del Dipartimento Collezione e Ricerca. Il virtual tour permette inoltre di visualizzare alcune fotografie storiche e di accedere ad ulteriori contenuti tramite i database del Museo. I contenuti video sono disponibili in italiano, inglese, francese e tedesco, così come la navigazione, disponibile anche in arabo.

“Questo nuovo strumento è un ulteriore passo nello sviluppo delle nostre attività online, ed è il primo a mettere in dialogo più piattaforme: navigando tra le vetrine è infatti possibile accedere a una molteplicità di risorse del museo, compresi il database della collezione quello della collezione papiri”, dichiara il direttore Greco. “Il virtual tour rappresenta inoltre un tassello di una strategia più ampia volta a sviluppare e accrescere i progetti di digitalizzazione delle collezioni del Museo, assicurando sempre l’accesso a un pubblico il più ampio possibile: perché il patrimonio che custodiamo sia davvero patrimonio della collettività”. E la presidente Evelina Christillin: “In questa fase lo sviluppo di contenuti fruibili online è fondamentale per continuare a raggiungere i nostri pubblici, da quello accademico, fortemente internazionale, a quello costituito dalle tante famiglie e dagli appassionati che ci seguono sui nostri canali digitali. Un obiettivo rientra a pieno nelle finalità di questo virtual tour, che ha inoltre il merito di essere stato sviluppato interamente dal nostro staff, con una qualità fotografica di altissimo livello”.
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