Torino. Al museo Egizio conferenza dell’egittologo Andrea Fanciulli su “Inni al faraone dal villaggio di Deir el-Medina: la raccolta del Museo Egizio di Torino”. Incontro in presenza e on line
Il museo Egizio di Torino conserva una delle più importanti collezioni di papiri ieratici dal villaggio di Deir el-Medina. Giovedì 20 aprile 2023, alle 18, nuovo appuntamento in sala Conferenze del museo Egizio per l’incontro a cura di Andrea Fanciulli, dottorando all’università di Liegi e museo Egizio su “Inni al faraone dal villaggio di Deir el-Medina: la raccolta del Museo Egizio di Torino”. Introduce Susanne Töpfer, curatrice del museo Egizio. l’ingresso è libero fino a esaurimento posti. La conferenza sarà trasmessa anche in streaming sulla pagina Facebook e sul canale YouTube del Museo. Il programma di incontri è realizzato in collaborazione con il dipartimento di Studi storici dell’università di Torino.

Panoramica sul sito archeologico di Deir el-Medina a Tebe Ovest (foto museo egizio)
Alcuni frammenti di papiri ieratici dal villaggio di Deir el-Medina recano inni e preghiere dedicate ai sovrani della XX dinastia (1190-1076 a.C.). Il progetto di dottorato di Andrea Fanciulli si occupa dello studio di questi documenti e, attraverso l’analisi materiale e testuale, intende gettar luce sul modo in cui gli operai del faraone, dediti a lavorare per “assicurargli l’eternità”, creassero e comunicassero l’immagine del sovrano. Nel corso della conferenza, verranno presentati alcuni degli inni più interessanti dalla collezione torinese, cercando di metterne in luce il contenuto nel panorama più ampio della propaganda dell’ideologia reale.

L’egittologo Andrea Fanciulli
Andrea Fanciulli si è laureato in Egittologia al Pontificio Istituto Biblico e l’università “La Sapienza” di Roma. È attualmente iscritto come dottorando all’università di Liegi, sotto la supervisione di Stéphane Polis, con un progetto intitolato “Picturing the king from Deir el-Medina: a Twentieth dynasty perspective”.
Vicenza. A Palazzo Chiericati presentazione del libro “Nella terra di Pakhet” (Marsilio Arte) di Maurizio Zulian e Graziano Tavan: occasione per parlare di un Egitto “nascosto” dove lavorarono scribi, artigiani operai, non meno bravi dei colleghi della Valle dei Re, anche se ai più sconosciuti, ma che contribuirono comunque all’idea di Egitto eterno

Maurizio Zulian e Graziano Tavan con Christian Greco, direttore del museo Egizio di Torino, alla mostra “I creatori dell’Egitto eterno” in Basilica Palladiana di Vicenza
“I creatori dell’Egitto eterno”: così li ha chiamati Christian Greco, direttore del museo Egizio di Torino. Sono gli scribi, gli artigiani, gli operai al servizio del faraone. Vivevano in un villaggio pensato e organizzato proprio per loro a Tebe Ovest, oggi chiamato Deir el Medina, per poter essere operativi nelle vicine valle dei Re e valle delle Regine. Ma non furono gli unici. C’è una grande fascia dell’Antico Egitto, che noi oggi chiamiamo Egitto Centrale (a grandi linee tra il Cairo e Luxor, cioè esattamente dal governatorato di Beni Suef, appena a Sud del Cairo, a quello di Sohag, che finisce ad Abydos) dove furono realizzate sontuose tombe per principi, governatori, nomarchi. E anche per un faraone, Akhenaten, noto per essere l’artefice di una rivoluzione religiosa monoteista, che proprio nel deserto lontano da Tebe fece costruire la nuova capitale, Akhetaten, dove andò a vivere con la moglie Nefertiti. È questo un Egitto “nascosto”, lontano dai percorsi turistici, perché sostanzialmente chiuso ai visitatori, e spesso anche agli stessi studiosi. Ma c’è un libro che colma questa lacuna “Nella terra di Pakhet. Carnet de voyage nelle province centrali dell’Alto Egitto. Appunti di trent’anni di esplorazioni” (Marsilio Arte) di Maurizio Zulian e Graziano Tavan, con la prefazione di Edda Bresciani.

La copertina del libro “Nella terra di Pakhet. Carnet de voyage nelle province centrali dell’Alto Egitto. Appunti di trent’anni di esplorazioni” di Maurizio Zulian e Graziano Tavan (Marsilio Arte)
Zulian e Tavan presenteranno il libro proprio a Vicenza, in concomitanza con la grande mostra “I creatori dell’Egitto eterno” in Basilica palladiana, promossa dal museo Egizio di Torino. Appuntamento nel salone d’Onore di Palazzo Chiericati, sabato 22 aprile 2023, alle 16.30, grazie alla generosa disponibilità del Comune di Vicenza – Assessorato alla Cultura, e all’assessore Simona Siotto. “Nella terra di Pakhet” non è una guida archeologica tout court né un libro fotografico sull’Egitto, ma è un viaggio, emozionale e scientifico al contempo, alla scoperta appunto di questo Egitto “nascosto”: “Un’ampia regione che trova la sua espressione “mitologica” nel titolo principale del libro Nella terra di Pakhet; Pakhet era una dea leonessa, un felino potente “grande di magia”, con caratteri che l’avvicinavano sia a Bastet-la-gatta sia a Sekhmet-la-leonessa, e la cui area di culto era appunto nell’Egitto centrale”, scrive nella prefazione la compianta professoressa Edda Bresciani, tra i più grandi egittologi del Novecento, che ha seguito passo-passo la realizzazione di questo libro – praticamente uno dei suoi ultimi lavori, che purtroppo non ha fatto in tempo a vedere stampato -, intervenendo anche con proprie ricerche inedite.

Maurizio Zulian in una delle sue missioni esplorative nell’Egitto Centrale
Ad accompagnarci in questo viaggio di scoperta ed esplorazione è Maurizio Zulian che in trent’anni, come un novello Flaubert, ha girato in lungo e in largo l’Egitto Centrale, visitando personalmente anche più volte tutti i siti, raccogliendo sui suoi taccuini una messe di informazioni, archiviando decine di migliaia di fotografie (oggi parte dell’Archivio on line della Fondazione Museo Civico di Rovereto), incontrando direttori di missioni archeologiche da ogni parte del mondo e confrontandosi con loro. Con più di 800 foto inedite e il racconto in prima persona sui 31 siti archeologici più importanti dell’Egitto Centrale, il lettore si immedesima esploratore al fianco di Zulian, entra nelle tombe precluse al pubblico, ammira i vasti paesaggi della valle del Nilo, conosce riti millenari e usi e costumi moderni. Ma il libro “Nella terra di Pakhet” di 576 pagine (Marsilio Arte) è anche occasione di ricerca e approfondimento, grazie al ricco apparato bibliografico, curato da Graziano Tavan: bibliografia, indici analitici, glossario e tavole cronologiche.

La splendida raffigurazione in bassorilievo dipinto del cane di Pepiankh il Medio dalla TOMBA D2 di Meir, in Egitto (foto maurizio zulian)
A Vicenza, attraverso una carrellata di immagini suggestivi, Zulian e Tavan ci porteranno alla scoperta di questi siti, tra tombe monumentali che nulla hanno da invidiare alle più note della valle dei Re, templi rupestri, stele incise nella roccia per la propaganda reale. Si passerà da delicati affreschi che tratteggiano la vita quotidiana a quelli che narrano gli impegni ufficiali del faraone o descrivono le attività della caccia o del lavoro nei campi, fino ai momenti ludici. C’è un mondo da scoprire che le fotografie di Maurizio Zulian rivelano al grande pubblico. E con una sorpresa finale: perché nel libro è presentata anche una tomba inedita le cui decorazioni sono mostrate per la prima volta, e la cui storia è tutta da raccontare.
Vicenza. Mostra “I creatori dell’Egitto eterno”: conferenza con il curatore Cédric Gobeil a Palazzo Chiericati e ingressi ridotti per la Festa del papà
Dopo Christian Greco, Corinna Rossi e Paolo Marini, stavolta tocca a Cédric Gobeil. Sarà lui il protagonista della nuova iniziativa di promozione della mostra “I creatori dell’Egitto eterno” in Basilica palladiana fino al 28 maggio. Venerdì 17 marzo 2023, alle 18, Cédric Gobeil, egittologo e curatore del museo Egizio, nel salone d’onore del museo civico di Palazzo Chiericati a Vicenza approfondirà il tema “La vita quotidiana degli antichi egizi alla luce della scoperta di Deir el-Medina”.

Cédric Gobeil (museo Egizio Torino) (foto graziano tavan)
L’incontro a ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili conclude il ciclo di conferenze condotte dai curatori della mostra: Corinna Rossi, docente di Egittologia al Politecnico di Milano, alle Gallerie d’Italia – Vicenza ha tenuto l’incontro dal titolo “La tomba egizia come microcosmo”; Paolo Marini, egittologo e curatore del Museo Egizio, ha discusso di “Timori e speranze a Deir el-Medina. Storie di geni, divinità mostruose e serpenti”, nella sede di Cereal Docks. “Continuiamo a proporre occasioni di approfondimento della grande mostra dedicata agli antichi Egizi in Basilica”, dichiarano il sindaco Francesco Rucco e l’assessore alla cultura Simona Siotto. “Con l’ultimo appuntamento con uno dei curatori, Cédric Gobeil a Palazzo Chiericati, si chiude la rassegna che ha coinvolto anche gli altri due curatori, Corinna Rossi e Paolo Marini, ai cui due interventi ha partecipato un numeroso pubblico di appassionati. Prossimamente organizzeremo nuovi momenti per conoscere più a fondo l’interessante e affascinante civiltà dell’antico Egitto. Proseguono anche le promozioni in mostra in occasione di particolari festività. La prossima sarà la Festa del papà, durante la quale invitiamo i padri, che potranno accedere con il biglietto ridotto, a visitare l’esposizione insieme ai loro figli di ogni età”.
Domenica 19 marzo 2023, in occasione della Festa del papà, tutti i papà entreranno in mostra con il biglietto ridotto da 11 euro, accompagnati dai loro figli di ogni età. Le tariffe per i figli possono essere consultate al link mostreinbasilica.it/it/info/biglietti. È possibile acquistare il biglietto direttamente in Basilica palladiana, il giorno stesso o online al link https://www.ticketlandia.com/m/i-creatori-dell-eterno-egitto. Domenica 19 marzo la mostra è aperta dalle 10 alle 19 (ultimo ingresso alle 17).

Il faraone Ramses II tra il dio Amon e la dea Mut, gruppo in granito dal tempio di Amon a Karnak (XIX dinastia, regno di Ramses II, 1279-1213 a.C.), conservato al museo Egizio di Torino (foto graziano tavan)
L’esposizione “I creatori dell’Egitto eterno. Scribi, artigiani e operai al servizio del faraone” è ideata e promossa dal Comune di Vicenza e dal Museo Egizio, con il patrocinio della Regione Veneto e della Provincia di Vicenza, in collaborazione con il Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio e la Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza. La promozione e l’organizzazione sono curate da Marsilio Arte, che ne pubblica il catalogo. I partner dell’esposizione sono Intesa Sanpaolo e Gallerie d’Italia – Vicenza, Fondazione Giuseppe Roi, AGSM AIM, Confindustria Vicenza, LD72, Beltrame Group ed Euphidra. Orari di apertura: martedì, mercoledì e giovedì 10 – 18, venerdì, sabato e domenica 10 – 19. Previste aperture straordinarie. Informazioni: https://www.mostreinbasilica.it/it/.
Vicenza. Prorogata al 28 maggio la mostra “I creatori dell’Egitto eterno. Scribi, artigiani e operai al servizio del faraone” in corso alla Basilica palladiana. Rucco e Siotto: “Grazie al grande successo di critica e pubblico, già 45mila visitatori”

La mostra “I creatori dell’Egitto eterno” in Basilica Palladiana a Vicenza prorogata al 28 maggio 2023
Grazie al grande successo di critica e pubblico, con 45mila visitatori raggiunti finora, a due mesi e mezzo dall’apertura, la mostra “I creatori dell’Egitto eterno. Scribi, artigiani e operai al servizio del faraone” – in corso alla Basilica palladiana di Vicenza dal 22 dicembre 2022 e inizialmente programmata fino al 7 maggio 2023 – verrà prorogata fino a domenica 28 maggio 2023. Sono inoltre stati decisi aperture straordinarie e un orario prolungato nel week end. Un segno dei risultati positivi ottenuti dall’esposizione curata da Christian Greco, direttore del museo Egizio di Torino, Corinna Rossi Cédric Gobeil e Paolo Marini. L’esposizione è ideata e promossa dal Comune di Vicenza e dal museo Egizio, con il patrocinio della Regione Veneto e della Provincia di Vicenza, in collaborazione con il Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio e la Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza. La promozione e l’organizzazione sono curate da Marsilio Arte, che ne pubblica il catalogo. I partner dell’esposizione sono Intesa Sanpaolo e Gallerie d’Italia – Vicenza, Fondazione Giuseppe Roi, AGSM AIM, Confindustria Vicenza, LD72, Beltrame Group ed Euphidra.

Basilica Palladiana: da sinistra, l’assessore alla Cultura Simona Siotto, il sindaco Francesco Rucco e il direttore dei Musei civici Mauro Passarin (foto comune di vicenza)
A spiegare le novità in Basilica palladiana il sindaco Francesco Rucco, l’assessore alla Cultura Simona Siotto e il direttore dei Musei civici Mauro Passarin. “La mostra “I creatori dell’Egitto eterno” sta riscuotendo un notevole successo”, annunciano il sindaco Francesco Rucco e l’assessore alla Cultura Simona Siotto. “Grazie alla collaborazione con il direttore del museo Egizio Christian Greco, l’esposizione accoglie capolavori provenienti da Torino, accompagnati da una serie di eccezionali prestiti del Museo del Louvre di Parigi. L’amministrazione, con un focus su Tebe e Deir el-Medina e sulla realizzazione delle tombe dei faraoni nelle Valli dei Re e delle Regine, chiude il ciclo delle tre “Grandi Mostre in Basilica” ideato dal Comune di Vicenza con il Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio e la Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza per valorizzare le eccellenze culturali della città. A seguito del grande interesse suscitato dall’esposizione, abbiamo deciso di prorogarla di tre settimane, prevedendo aperture straordinarie e un prolungamento dell’orario”.

Mostra “I creatori dell’Egitto eterno” in Basilica Palladiana: già 45mila visitatori (foto comune di vicenza)
Dal 10 marzo al 28 maggio 2023, ogni venerdì, sabato e domenica la rassegna sarà visitabile eccezionalmente dalle 10 alle 19 (l’ultimo ingresso è consentito alle 18). Sono previste ulteriori aperture straordinarie con orario prolungato, dalle 10 alle 19, nelle giornate di lunedì 10 e 24 aprile, martedì 25 aprile, mercoledì 26 aprile, giovedì 27 aprile, lunedì 1° maggio, martedì 2 maggio, mercoledì 3 maggio, giovedì 4 maggio. “I dati relativi agli ingressi della mostra e dei Musei civici sono particolarmente positivi”, commentano infine Rucco e Siotto. Nello stesso periodo della mostra, i Musei civici sono stati visitati da 51.927 persone (dal 22 dicembre 2022 al 5 marzo 2023) con un incremento del 67,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (dal 22 dicembre 2021 al 5 marzo 2022: 30.964 ingressi).

Statuetta in legno della dea Tauret, dedicata dal disegnatore Parahotep, venerata in ambito domestico, proveniente da Deir el Medina, e conservata al museo Egizio di Torino (foto graziano tavan)
Il percorso espositivo racconta la straordinaria storia di scribi, disegnatori, operai, artigiani e artisti dell’operosa e colta comunità di Deir el-Medina, villaggio fondato intorno al 1500 a.C. sulla riva ovest del Nilo e destinato a ospitare gli artigiani qualificati (e le loro famiglie), che ebbero il compito di costruire e decorare le tombe reali della Valle dei Re e della Valle delle Regine per buona parte del Nuovo Regno (1539-1076 a.C. circa). 180 reperti, 160 provenienti dalle collezioni del museo Egizio e 20 dal Louvre di Parigi, tra i quali statue, sarcofagi, papiri, bassorilievi, stele scolpite e dipinte, anfore, amuleti e strumenti musicali, permettono di ricostruire la vita quotidiana degli abitanti di Deir el-Medina.
Torino. Al museo Egizio conferenza della dottoranda Martina Landrino su “Al lavoro per il faraone: storie di vita operaia tra Deir el-Medina e la Valle dei Re”. Incontro in presenza e on line
La collezione papirologica del Museo Egizio ospita un abbondante numero di documenti provenienti dal villaggio di Deir el-Medina. Nuovo appuntamento con il ciclo di conferenze dei curatori del museo Egizio di Torino realizzato in collaborazione con il Dipartimento di Studi storici dell’università di Torino. Giovedì 2 marzo 2023, alle 18, in sala conferenze del museo Egizio, conferenza di Martina Landrino, dottoranda all’università di Lipsia e museo Egizio, su “Al lavoro per il faraone: storie di vita operaia tra Deir el-Medina e la Valle dei Re”. Introduce Susanne Töpfer, curatrice del museo Egizio. L’evento di terrà nella sala conferenze del museo e l’ingresso è libero fino a esaurimento posti. La conferenza sarà trasmessa anche in streaming sulla pagina Facebook e sul canale YouTube del Museo. Il progetto di dottorato di Martina Landrino – “Working Hard for the Pharaoh. Administrative documents dated to Ramesses IX at the Museo Egizio Torino” – si occupa dello studio di un corpus di circa 30 papiri datati al faraone Ramses IX e provenienti proprio da Deir el-Medina. Questi documenti ci permettono di dare una sbirciatina alla vita lavorativa – e non solo – degli abitanti di Deir el-Medina. La conferenza ha lo scopo di presentare ciò che è emerso dallo studio di questi testi, mostrando come documenti noti agli studiosi da almeno 200 anni possano ancora essere fonte di nuove informazioni.

Martina Landrino (museo egizio)
Martina Landrino si è laureata all’università di Torino nel 2018 in Archeologia e Storia Antica, con un focus in Egittologia. Da settembre 2018 è iscritta come dottoranda all’università di Lipsia dove, sotto la supervisione di Hans-W. Fischer-Elfert e Ben Haring (Leiden), si sta occupando del progetto di dottorato “Working Hard for the Pharaoh. Administrative documents dated to Ramesses IX at the Museo Egizio, Torino”.
Torino. Il museo Egizio ricorda con le foto originali d’Archivio la data del 15 febbraio, anniversario della scoperta a Deir el Medina della tomba intatta di Kha e Merit da parte di Ernesto Schiaparelli direttore della Missione Archeologica Italiana

Tomba intatta di Kha e Merit (Deir el Medina, Egitto): il corridoio di accesso alla camera funeraria al momento della scoperta nel 1906 (foto archivio museo egizio)

La galleria con la Tomba di Kha al museo Egizio di Torino (foto museo egizio)
Ieri, 15 febbraio 2023, il museo Egizio di Torino ha voluto ricordare questa data molto importante per il museo facendo rivivere i momenti della scoperta con le foto d’epoca dell’Archivio dell’Egizio: in questo stesso giorno, nel 1906, venne ritrovato il pozzo d’accesso alla tomba del “direttore dei lavori” Kha e sua moglie Merit, dove riposavano le mummie dei coniugi circondate dal loro corredo che oggi si può ammirare nelle sale del museo torinese.

Tomba intatta di Kha e Merit (Deir el Medina, Egitto): ingresso della camera funeraria al momento della scoperta nel 1906 (foto archivio museo egizio)
Infatti, il 15 febbraio 1906, nella necropoli del villaggio di Deir el-Medina, a Tebe Ovest, la Missione Archeologica Italiana, diretta da Ernesto Schiaparelli, scoprì la tomba di Kha e della consorte Merit. La tomba, ritrovata intatta, restituì, oltre alle mummie dei titolari, anche il loro ricco corredo funerario. Kha fu “Soprintendente ai lavori nella Grande Sede” (Necropoli della Valle dei Re), oltre che “Scriba reale”. La sua attività si svolse durante i regni di tre faraoni: Amenhotep II, Tutmosi IV e Amenhotep III, dal 1425 al 1353 a.C.

Tomba intatta di Kha e Merit (Deir el Medina, Egitto): la camera funeraria al momento della scoperta nel 1906 (foto archivio museo egizio)
Schiaparelli, con il cuore gonfio d’emozione, racconta come “nella camera tutto era in ordine perfetto, nella disposizione medesima che prima di uscire dalla tomba i parenti del defunto vi avevano dato”. Il corredo era infatti intatto e alcuni oggetti erano stati sigillati al tempo di Kha.

Tomba intatta di Kha e Merit (Deir el Medina, Egitto): la maschera d’oro di Merit al momento della scoperta nel 1906 (foto archivio museo egizio)
Un video realizzato da IBAM CNR – Istituto per i Beni Archeologici e Monumentali con le foto dell’archivio storico del Museo ci fa rivivere il momento della scoperta.

Tomba intatta di Kha e Merit (Deir el Medina, Egitto): trasporto del corredo funebre nel 1906 (foto archivio museo egizio)
Ernesto Schiaparelli (1856-1928) è sicuramente noto per la direzione del museo Egizio (dal 1894), per la fondazione della M.A.I., la Missione Archeologica Italiana, e per le grandi scoperte avvenute durante le ricerche e gli scavi realizzati in Egitto dal 1903 al 1920, fra le quali spiccano certamente il rinvenimento della tomba della regina Nefertari nella Valle delle Regine e quello della tomba intatta di Kha e Merit a Deir el-Medina.
Torino. Al museo Egizio conferenza dell’egittologa Federica Facchetti su “Vasi femminiformi: tipologie e significato”. Incontro in presenza e on line
La produzione di vasi in terracotta nell’Antico Egitto quasi sempre risponde a necessità quotidiane di trasporto, cottura o conservazione di alimenti sia in contesti abitativi sia funerari ma non è l’unica funzione. Nuovo appuntamento con il ciclo di conferenze dei curatori del museo Egizio di Torino realizzato in collaborazione con il Dipartimento di Studi storici dell’università di Torino. Giovedì 16 febbraio 2023, alle 18, in sala conferenze del museo Egizio, conferenza di Federica Facchetti su “Vasi femminiformi: tipologie e significato”. L’ingresso è libero fino a esaurimento posti. Introduce: Paolo Del Vesco, curatore del museo Egizio. La conferenza sarà trasmessa anche in streaming sulla pagina Facebook e sul canale YouTube del Museo. Nel sito di Deir el-Medina Ernesto Schiaparelli trova frammenti di vasi figurativi in cui si riconoscono braccia e seni, una tipologia attestata anche in altri siti egizi. Questi vasi sono definiti in vari modi: vasi per il latte, vasi Iside o più semplicemente vasi femminiformi perché ancora non si conosce il loro effettivo uso e funzione. La conferenza sarà occasione per presentare questa particolare tipologia, mostrando tutte le possibili varianti e presentando le diverse ipotesi sulla loro funzione e significato.

Federica Facchetti, egittologa del museo Egizio di Torino
Federica Facchetti ha conseguito il suo dottorato all’università di Pisa, e lavora al museo Egizio dal 2014. Si è occupata dell’allestimento della sala di Epoca Tarda, le sale dei vasi in terracotta e delle mummie animali e la sala “Alla ricerca della vita”, cosa raccontano i resti umani? Attualmente è impegnata nei progetti di partecipazione e didattica, fa parte della redazione della Rivista del Museo Egizio ed è referente per i tirocini. I suoi interessi di ricerca sono i vasi in terracotta, le mummie animali e le tecniche di imbalsamazione.
Torino. Al museo Egizio doppia visita guidata, in lingua inglese, alla mostra “Sedersi allegramente davanti al dio: Le cappelle votive di Deir el-Medina” con il curatore Cédric Gobeil

Cédric Gobeil curatore della mostra “Sedersi allegramente davanti al dio: le cappelle votive di Deir el-Medina” del ciclo “Nel laboratorio dello studioso” al museo Egizio di Torino (foto museo egizio)
Cosa c’è di più bello che ascoltare le storie degli oggetti dalla viva voce di chi fa ricerca ogni giorno? Ogni reperto può celare mille storie e gli studiosi possono rivelarcele in modo appassionante e coinvolgente. Molti dei reperti custoditi al museo Egizio di Torino provengono dal sito di Deir el-Medina, un sito importantissimo perché ci permette di comprendere come viveva una comunità della tarda età del Bronzo. Tra i diversi edifici che compongono il sito troviamo le “cappelle votive”, i reperti sotto la lente di ingrandimento della nuova mostra del ciclo “Nel Laboratorio dello Studioso”, dal titolo “Sedersi allegramente davanti al dio: Le cappelle votive di Deir el-Medina”, fino a domenica 19 marzo 2023, che indaga la religiosità e la devozione personale nel Nuovo Regno (1539-1076 a.C.). La mostra è a cura di Cédric Gobeil. Proprio Cédric Gobeil accompagnerà il pubblico in due visite speciali in lingua inglese martedì 7 febbraio 2023, alle 16.30, e giovedì 9 marzo 2023, alle 16.30. Per prenotare clicca QUI. Sebbene queste cappelle siano state relativamente ben identificate, poco si sa della loro importanza e del loro ruolo all’interno della comunità operaia di Deir el-Medina. In questa visita, Cédric Gobeil guiderà alla loro scoperta e approfondirà i temi di studio di questi spazi che aprono una nuova prospettiva sulla devozione personale nel Nuovo Regno (1539-1076 a.C.).
Vicenza. Tre incontri a tema a corollario della mostra “I creatori dell’Egitto eterno” in Basilica palladiana. Protagonisti gli stessi curatori: Corinna Rossi, Paolo Marini e Cédric Gobeil

Mostra “I creatori dell’Egitto eterno”: da sinistra, Paolo Marini, Corinna Rossi, Christian Greco, Francesco Rucco, Simona Siotto, Cédric Gobeil (foto graziano tavan)
Tre incontri a tema a corollario della mostra “I creatori dell’Egitto eterno” in Basilica palladiana a Vicenza fino al 7 maggio 2023. E a tenerli saranno gli stessi curatori della mostra, Corinna Rossi, Paolo Marini e Cédric Gobeil. Gli incontri sono a ingresso libero fino ad esaurimento posti. Si inizia venerdì 27 gennaio 2023, alle 17.30, con Corinna Rossi, docente di Egittologia al Politecnico di Milano, che terrà l’incontro “La tomba egizia come microcosmo” alle Gallerie d’Italia – Vicenza, museo di Intesa Sanpaolo, istituto bancario partner dell’esposizione (contra’ Santa Corona 25, Vicenza). Secondo appuntamento giovedì 23 febbraio 2023, alle 18: Paolo Marini, egittologo e curatore del museo Egizio, discuterà di “Timori e speranze a Deir el-Medina. Storie di geni, divinità mostruose e serpenti”, nella sede di Cereal Docks (via dell’Innovazione 1, Camisano Vicentino), nel contesto dell’iniziativa culturale “Carta Bianca l’arte in azienda”, aperta ai collaboratori del Gruppo Cereal Docks e alla cittadinanza. A concludere il ciclo di conversazioni sarà Cédric Gobeil, egittologo e curatore del museo Egizio, che venerdì 17 marzo 2023, alle 18, parlerà di “La vita quotidiana degli antichi egizi alla luce della scoperta di Deir el-Medina”, a Palazzo Chiericati (piazza Matteotti 37/39, Vicenza).

Statuetta in legno della dea Tauret, dedicata dal disegnatore Parahotep, venerata in ambito domestico, proveniente da Deir el Medina, e conservata al museo Egizio di Torino (foto graziano tavan)
Il percorso espositivo presenta 180 reperti, 160 provenienti dalle collezioni del museo Egizio e 20 dal Louvre di Parigi: statue, sarcofagi, papiri, bassorilievi, stele scolpite e dipinte, anfore, amuleti e strumenti musicali permettono di ricostruire la vita quotidiana degli abitanti di Deir el-Medina. Tra i tesori esposti a Vicenza anche il sarcofago antropoide di Khonsuirdis e il corredo della regina Nefertari, che torna in Italia dopo diversi anni di tour all’estero, in prestito a musei ed enti internazionali. Ai reperti originali si uniscono alcuni contenuti multimediali, che senza sostituirsi all’imprescindibilità della cultura materiale, intendono ampliare, come una sorta di “doppio digitale”, le informazioni e le conoscenze che gli oggetti stessi ci tramandano (vedi Vicenza. Christian Greco, direttore del museo Egizio, introduce alla visita della mostra “I creatori dell’Egitto eterno. Scribi, artigiani e operai al servizio del faraone”, in Basilica Palladiana. Ecco la sua prolusione alla presentazione ufficiale | archeologiavocidalpassato).
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