“Dalle Alpi alle Piramidi. Piccole storie di piemontesi illustri”: nella quinta clip del museo Egizio protagonista Novara e Stefano Molli, l’architetto che servì la causa dell’egittologia italiana dopo l’incontro con Ernesto Schiaparelli
Quinta tappa, Biella. Il viaggio proposto dal museo Egizio di Torino tocca Asti con la terza delle otto clip del progetto “Dalle Alpi alle Piramidi. Piccole storie di piemontesi illustri” in collaborazione con il Centro Studi Piemontesi e il patrocinio della Regione Piemonte. “Vi porteremo in giro per il Piemonte per raccontarvi storie di uomini audaci e appassionati di antico Egitto”, spiegano al museo. “Toccheremo tutte le province piemontesi, incontreremo le storie di personaggi vissuti tanto tempo fa: numismatici, viaggiatori, archeologi, architetti e collezionisti che, “parlando” in piemontese (sottotitolata in italiano), racconteranno perché c’è un museo Egizio proprio a Torino!”. La quinta puntata è dedicata a Novara e Stefano Molli, l’architetto che servì la causa dell’egittologia italiana, raccontata in piemontese da Giovanni Tesio dell’università del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”. L’architetto Stefano Molli nasce a Borgomanero nel 1858. A legarlo alla storia del museo Egizio fu l’incontro con Ernesto Schiaparelli, dal quale nacque una stretta e proficua collaborazione che si concretizzò nella realizzazione di edifici per l’ANSMI, l’Associazione Nazionale per Soccorrere i Missionari Italiani in Egitto e in altri paesi dell’Africa settentrionale.

Novara, primi mesi del 1887. Intorno alla basilica di San Gaudenzio c’è una grande folla. Tengono tutti il naso all’insù per ammirare la magnifica cupola che l’architetto Alessandro Antonelli ha finalmente ultimato e che il vescovo si appresta a inaugurare. Stefano Molli (1858 – 1916) si è alzato all’alba per arrivare puntuale e quei 121 metri d’altezza lo lasciano senza fiato: quell’inno alla verticalità lo mette in soggezione, è una struttura tra le più ardite mai concepite che, sopra ad ogni altra cosa, gli fa desiderare di diventare un bravo architetto. A 4 anni, il suo primo gioco è stata una scatola di tocchetti di legno per le costruzioni: a Borgomanero, dove è nato ed è rimasto fino al ginnasio, ci passava i pomeriggi componendo città immaginarie, fatte di tanti piccoli edifici: case, scuole, ospedali e chiese con gli immancabili e altissimi campanili. Per lui è naturale e appassionante laurearsi in Ingegneria civile a Torino, dove rimane per studiare anche ornato e figura presso l’Accademia di Belle Arti. Molli è un uomo curioso e a Torino visita il museo Egizio dove incontra il suo direttore, un uomo schivo ma dalla progettualità travolgente. L’egittologo Ernesto Schiaparelli è anche un illuminato filantropo che, da meno di un anno, ha fondato l’ANSMI, associazione per soccorrere i missionari italiani all’estero. I due scoprono di avere punti di interesse comuni: Schiaparelli racconta della necessità di ristrutturare le sedi delle opere assistenziali, della mancanza di scuole, ospedali e ospizi in Egitto e in tutta l’Africa Settentrionale e in Medio Oriente, e Molli inizia a fantasticare di progetti. Ha la competenza e l’entusiasmo che servono. Dal 1890 l’Ansmi diventa il più importante promotore italiano di attività costruttive all’estero. Molli riceve numerosi incarichi che lo portano in Terrasanta, Siria, Libano ed Egitto, dove a Luxor realizza una scuola maschile e una femminile. Un progetto replicato ad Assiut due anni più tardi. Questi edifici e altri destinati ai missionari sono vicini agli scavi archeologici diretti da Schiaparelli, e talvolta ospitano i reperti per ricoverarli e imballarli nelle casse prima del trasporto in Italia. Dei sette figli di Stefano Molli, il secondogenito Piero ha la stessa passione del padre per l’architettura e nel 1906, appena laureato in Ingegneria a Torino, partecipa con Ernesto Schiaparelli alla Missione Archeologica Italiana ad Assiut. Nel 1920, quattro anni dopo la morte dell’adorato padre, Piero Molli è già uno stimato progettista: in Egitto valuta le strutture esistenti, individua terreni edificabili, costruisce scuole e ospedali. Ma un altro lutto lo colpisce. Il caro amico di famiglia Ernesto Schiaparelli muore nel 1928. L’ANSMI gli sopravvive e prosegue la sua attività ed è proprio Piero Molli a realizzare un seminario francescano a Giza, dove Schiaparelli aveva iniziato i suoi scavi.
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