Ercolano a 360°: in questo terzo episodio il direttore del parco archeologico di Ercolano, Francesco Sirano, ci porta a passeggio lungo il decumano massimo, tutta pedonale, la principale strada urbana che attraversava il centro dell’antica Herculaneum
Terzo video a 360° elaborato da TimeLooper per la App 3D del parco archeologico di Ercolano, realizzata da D’Uva (info https://bit.ly/30OOU84): con il direttore Francesco Sirano passeggiamo sulla strada riservata al passaggio dei pedoni e che originariamente attraversava il centro della città collegando i più importanti edifici: il decumano massimo di Herculaneum. “Ci troviamo sul decumano massimo, la via principale della città, in un giorno del 79 d.C. precedente l’eruzione”, spiega Sirano. “Questa strada attraversava il centro della città collegando i più importanti edifici. Dobbiamo per questo immaginarla intensamente frequentata tanto da renderla zona esclusivamente riservata al passaggio dei pedoni. Non ha pavimentazione perché nei giorni di mercato qui si potevano trovare merci di ogni sorta. Ne abbiamo idea anche grazie ai ritrovamenti in alcune delle botteghe che si affacciavano sul decumano, dove sono stati trovati legumi, lenticchie, fave, frutti esotici come i datteri, e ancora fichi, carrube e galle di quercia che si utilizzavano anche per la colorazione naturale dei tessuti. Qui si affacciavano le case di alcuni dei maggiori uomini d’affari di Ercolano, come sappiamo dai ritrovamenti dei loro archivi personali conservati su tavolette di legno. Si trattava sia di uomini liberi di nascita che di liberti, schiavi liberati. Questa categoria rappresentava la parte più dinamica e attiva della popolazione locale. A un capo del decumano uno dei due archi trionfali a quattro aperture che si trovavano ai lati dell’Augusteo, una struttura con piazzale e portici intorno, al cui interno si celebravano le glorie della famiglia imperiale e la lealtà della comunità locale. In base al resoconto degli scavi del 1700 si ritiene probabile che sulla sommità dell’arco ci fosse un carro con quattro cavalli, una quadriga, con statue di bronzo. In primo piano una delle fontane pubbliche. Collegata a un acquedotto realizzato solo per Ercolano sfruttando le sorgenti alle pendici del Vesuvio, povere di calcare contrariamente a quelle del Serino, il cui acquedotto riforniva Napoli e la flotta del Miseno. All’altro capo del decumano l’ingresso monumentale alla terrazza superiore della palestra”.
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