“Mann on the moon”: il museo Archeologico di Napoli celebra i cinquant’anni dallo sbarco sulla Luna con una mostra tra archeologia e scienza

“Selene ed Endimione” in un affresco proveniente dalla Casa dei Dioscuri di Pompei, e oggi conservato al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto Mann)
20 luglio 1969: l’uomo mette il piede sulla Luna. È passato mezzo secolo, un anniversario troppo importante perché passasse inosservato anche a un’istituzione come il museo Archeologico nazionale di Napoli, apparentemente lontana anni luce dall’evento. Il Mann ha deciso di celebrare i cinquant’anni dallo sbarco sulla Luna con il raffinato percorso espositivo “MANN on the moon”, tra archeologia e scienza per declinare un mito senza tempo, in programma nell’Atrio del Museo da giovedì 18 luglio 2019 (presentazione alle 17, in occasione dell’apertura al pubblico del MANNCaffé) al prossimo 30 settembre. Sempre giovedì 18 luglio 2019, dalle 20 alle 21, la prof. Alessandra Pagliano risponderà, per il ciclo “Curatori in mostra”, alle curiosità dei visitatori; alle 21, sempre nell’ambito della rassegna “Le sere del MANN”, Dj Arnold legherà le sue scelte musicali alla Luna, cui sono state dedicate le canzoni di tutti i tempi. L’esposizione “MANN on the moon” è inserita nelle attività di valorizzazione promosse anche nell’ambito del progetto universitario Obvia- Out of boundaries viral art dissemination.

Il Menologium Rusticum Colotianum della collezione Farnese del museo Archeologico nazionale di Napoli (foto da archipendolo.wordpress.com)
“Anche al Mann è tempo di Luna!”, dichiara il direttore del museo Archeologico nazionale di Napoli, Paolo Giulierini. “Con questa originale e ingegnosa mostra non solo celebriamo insieme a tutto il mondo l’anniversario di una tappa importante nel cammino dell’umanità. Con la valorizzazione di pezzi unici del nostro patrimonio, come il Menologium rusticum della collezione Farnese, vogliamo fornire, infatti, anche una piccola e preziosa anticipazione della costituenda sezione tecnologica. Ideale prosecuzione de Le ore del Sole, il percorso scientificamente rigoroso di “Mann on the Moon” è arricchito di stimoli e suggestioni per incantare tutti i visitatori, naturalmente nel segno di Selene”. I Menologia rustica (almanacchi agricoli) erano un tipo di calendario romano che forniva su base mensile informazioni sulle condizioni e sulle attività agricole. Quello conservato al Mann è il cosiddetto Menologium Rusticum Colotianum dal nome del possessore, il vescovo umanista Angelo Colocci, segretario pontificio nella Roma rinascimentale, che lo aveva nella sua collezione di antichità latine. Il Colatianum è articolato sui quattro lati di una base d’altare in marmo, iscritto in dodici colonne (una per mese). Ogni colonna contiene: un segno zodiacale; il nome del mese; il numero di giorni in tale mese; la data in cui cadevano le nonae (il quinto o il settimo giorno a seconda del mese); il numero di ore di luce e di oscurità nei giorni di quel mese; la casa astrologica attraversata dal Sole; la divinità tutelare del mese; le attività da svolgere in agricoltura; le festività religiose che un agricoltore era tenuto ad osservare.
All’inaugurazione sarà presente il console generale Usa, Mary Ellen Countryman, che anticipa: “Lo sbarco sulla Luna ha rappresentato la più importante conquista aerospaziale del secolo scorso e ha riscritto la storia millenaria del genere umano. La mostra “MANN on the Moon” celebra un anniversario molto speciale per gli Stati Uniti e per il Consolato, che segue con grande attenzione le tematiche scientifiche e tecnologiche, e sostiene con orgoglio eventi e iniziative in questi settori”. E Marcella Marconi, direttrice dell’INAF- Osservatorio Astronomico di Capodimonte, pure presente al vernissage, aggiunge: “Un’iniziativa di grande rilievo per ricordare un evento che ha segnato la storia dell’uomo e ha posto le basi delle future esplorazioni spaziali. La Luna sarà l’obiettivo di nuove missioni, trampolino di lancio per arrivare oltre, probabilmente su Marte nel giro di pochi decenni; la Luna rappresenta anche un oggetto di grande suggestione, capace di attrarre l’attenzione non solo di chi studia il cielo, ma anche di artisti, letterati e musicisti”.
La mostra, a cura di Laura Forte e Maria Lucia Giacco, funzionari archeologi del Mann, e di Alessandra Pagliano (docente Diarc-Dipartimento di Architettura dell’Ateneo federiciano), parte dal racconto dell’iconografia lunare nell’antichità classica: venti reperti, in molti casi provenienti dai ricchi depositi del Mann, ripercorrono, in un iter colto e suggestivo, le diverse raffigurazioni di Artemide e Selene. Risaltano, nell’allestimento, un imponente sarcofago, un cratere apulo a mascheroni, alcune statuette d’argento da larario, i marmi raffiguranti Artemide e Selene, le lucerne di terracotta e gli affreschi dedicati ad Endimione e Selene. In dialogo con i reperti antichi, vi sono anche preziosi acquerelli e tempere di Giuseppe Abbate e Giuseppe Marsigli: queste opere ottocentesche, appartenenti all’Archivio Disegni del Mann, ripropongono l’iconografia degli affreschi pompeiani inseriti nella mostra. Nel mondo antico la Luna era anche uno strumento naturale per misurare il trascorrere del tempo; così, in “MANN on the moon”, i visitatori potranno ammirare due straordinari esemplari di antichi calendari in marmo: il Menologium rusticum, un particolarissimo parallelepipedo del I sec. d.C. (appartenente alla Collezione Farnese), che riportava, per ogni mese, il numero dei giorni, definendo la durata delle ore di luce e della notte, le fasi lunari, l’elenco delle divinità celebrate, le feste religiose; ancora, l’Index Nundinarius, tavola in cui erano fornite le date di svolgimento delle nundinae, i mercati cittadini.
Tali reperti sono accompagnati da un ricco apparato esplicativo, che viene approfondito anche dai video in mostra: se, nel percorso multimediale “Il cielo sopra il MANN”, realizzato da Alessandra Pagliano con il suo staff di ricerca, è riprodotto il susseguirsi delle fasi lunari, un altro filmato illustra, anche grazie alle suggestioni delle musiche originali di Antonio Fresa, come scienza e leggenda si siano intrecciate, nel corso della storia, per rappresentare la natura polisemantica ed inafferrabile della Luna. L’incursione nella storia contemporanea e nella straordinaria impresa di Collins, Armstrong ed Aldrin conclude questo viaggio fra terra e cielo: le foto ed i filmati originali dell’Archivio NASA, la storica trasmissione della RAI con il commento di Tito Stagno e le foto dell’Archivio Riccardo Carbone scandiscono le tappe di un racconto che viene calato anche nella realtà napoletana. A scorrere, naturalmente, sono le immagini del lancio del Saturn V, delle prime impronte umane e della bandiera americana sulla superficie lunare.
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Tag:Alessandra Pagliano, Apollo 11, Artemide, Endimione e Selene, Giuseppe Abbate, Giuseppe Marsigli, INAF - Osservatorio Astronomico di Capodimonte, Index Nundinarius, Laura Forte, Luna, Marcella Marconi, Marialucia Giacco, Mary Ellen Countryman, Menologium Rusticum Colotianum, mostra “MANN on the moon. È tempo di luna: 1969-2019”, museo archeologico nazionale di Napoli, Paolo Giulierini, sbarco sulla Luna, Selene, università Federico II di Napoli
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Graziano Tavan, giornalista professionista, per quasi trent’anni caposervizio de Il Gazzettino di Venezia, per il quale ho curato centinaia di reportage, servizi e approfondimenti per le Pagine della Cultura su archeologia, storia e arte antica, ricerche di università e soprintendenze, mostre. Ho collaborato e/o collaboro con riviste specializzate come Archeologia Viva, Archeo, Pharaos, Veneto Archeologico. Curo l’archeoblog “archeologiavocidalpassato. News, curiosità, ricerche, luoghi, persone e personaggi” (con testi in italiano)


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