Ercolano. Riaperto, dopo i restauri, l’Antiquarium con la mostra “SplendOri. Il lusso negli ornamenti ad Ercolano”: un centinaio di monili e preziosi appartenuti agli antichi ercolanesi sorpresi dall’eruzione del Vesuvio

La locandina della mostra “SplendOri. Il lusso negli ornamenti ad Ercolano” all’antiquarium di Ercolano fino al 30 settembre 2019

Nella mostra “SplendOri. Il lusso negli ornamenti ad Ercolano” esposti oggetti trovati negli scavi a Ercolano
Un centinaio di monili e preziosi, una collezione unica per quantità e valore dei pezzi, presentati al pubblico sul luogo stesso del ritrovamento, Ercolano, nella mostra “SplendOri. Il lusso negli ornamenti ad Ercolano”; la prima grande mostra del Parco Archeologico di Ercolano, visitabile all’Antiquarium del Parco fino al 30 settembre 2019. Nelle vetrine oggetti appartenuti agli antichi ercolanesi, alcuni ritrovati con gli abitanti nel tentativo di porli in salvo dalla imminente catastrofe dell’eruzione, altri ritrovati nelle dimore dell’antica città. Ogni materiale esposto è messaggero di una storia di antico artigianato e manifattura, di rango e di simbolo, di protezione e bellezza, oltre che dell’ulteriore valore acquisito per essere appartenuto ad un abitante e essere stato coinvolto nella tragedia della città distrutta dalla furia del Vesuvio. “La mostra pilota pone le basi per la definitiva esposizione nel museo del sito di tutti i reperti che dal 1927 in poi Amedeo Maiuri volle che restassero qui e non confluissero più nelle collezioni del museo Archeologico nazionale di Napoli. Parte così un processo museografico”, dichiara il direttore Francesco Sirano, “che non resterà confinato ai laboratori ma coinvolgerà il pubblico come parte attiva della costruzione di un museo che garantisca un’effettiva esperienza di conoscenza inclusiva e partecipata. Il processo nasce dalla volontà di colmare in tempi rapidi una terribile lacuna nell’esperienza di visita del sito e interrompere il silenzio che dura da oltre 40 anni: il pubblico deve potere ascoltare proprio nell’area archeologica il racconto proveniente dai numerosissimi oggetti d’uso comune: arredi, ornamenti personali e strumenti di lavoro, decorazioni, mobili in vario materiale, dell’incredibile mole di reperti organici proveniente direttamente dalle case, dalle strade, dalle mense degli antichi ercolanesi”. Per ragioni logistiche gli ingressi all’Antiquarium avverranno per gruppi e con numero massimo limitato.

Nella mostra “SplendOri. Il lusso negli ornamenti ad Ercolano” oggetti “ambientati” nel luogo di ritrovamento
“I temi della ricchezza, del valore economico sociale e della bellezza”, spiega la direzione del Parco, “rappresentano i contenuti del percorso espositivo che trova la sua dimora nell’Antiquarium del Parco Archeologico, per la prima volta aperto al pubblico al termine di lavori di adeguamento, con particolare riferimento alla sicurezza dei reperti e alle condizioni ambientali, per la gran parte imposti dai tanti anni trascorsi dall’oramai lontana data di collaudo di questo edificio nel 1978”. La mostra “SplendOri. Il lusso negli ornamenti ad Ercolano” si propone dunque di presentare al visitatore non semplicemente monili d’oro e oggetti preziosi, ma manufatti di uso personale e quotidiano che ci appaiono non comuni, per fattura e materiale, e provengono da contesti trasversali ai quali saranno riferiti. Questi contesti di provenienza sono illustrati sotto una luce particolare, quella della declinazione del lusso, concetto che assomma in sé molto più del mero valore intrinseco e venale, ma si carica di significati ideologici, politici, sociali, culturali, religiosi. Ambientazioni ideali domestiche e botteghe, oggetti dall’Antica Spiaggia carichi di valori simbolici e (non solo) di tipo economico, significativamente portati con sé dai rifugiati che attesero invano salvezza dal mare, restituiscono uno spaccato di vita con un taglio ben preciso che predilige ed esalta quest’aspetto della società ercolanese in tutte le sue sfaccettature.
“Gioielli, monete, gemme, arredi e strumenti preziosi per i banchetti delle occasioni speciali sarebbero solo “cose” per quanto preziose se non fossero inserite in un racconto”, dichiara Francesco Sirano, “che ne evoca il profondo significato sociale e le inserisce nel loro contesto di ritrovamento, di utilizzo e di produzione, se non tornassero nelle mani e sui colli dei loro proprietari. I materiali provengono da edifici pubblici, dalle Domus e dalle botteghe dell’antica Herculaneum e restituiscono un’immagine vivida, complessa e felice di questa comunità. Un cospicuo gruppo di reperti fu trovato nel corso degli scavi sull’antica spiaggia, dove come noto si era rifugiato con i propri averi e nell’abbigliamento confacente al rango di ciascuno, un folto gruppo di abitanti della sventurata città in attesa della missione di salvataggio che almeno per loro non andò a buon fine. Mi piace sottolineare – conclude – i prestiti concessi dal Mann e dal Parco di Pompei, il corredo di gemme e strumenti da lavoro di una bottega di gioielliere e parte del tesoro in argento di Moregine, segno concreto della stretta collaborazione che ci vede uniti nei progetti culturali”.
La mostra sviluppa modalità di esposizione in linea con i tempi dove il visitatore viene condotto in maniera attiva e partecipata attraverso logiche di coinvolgimento e partecipazione, che via via lo rendono protagonista sino all’ultima sala dove in uno spazio dedicato si possono scattare foto, quasi selfie dal passato, indossando idealmente gioielli e condividere con il mondo, diventando così ambasciatore del Parco. La mostra “SplendOri. Il lusso negli ornamenti ad Ercolano” è inoltre animata con attività di laboratorio organizzate in collaborazione con il Tarì e con l’istituto di istruzione superiore “Francesco Degni” di Torre del Greco, per rendere partecipi i visitatori dei processi di produzione e della tradizione artigianale plurisecolare che si è sedimentata in Campania.
Tag:Amedeo Maiuri, Francesco Sirano, mostra “SplendOri. Il lusso negli ornamenti ad Ercolano”, museo archeologico nazionale di Napoli, parco archeologico di Ercolano
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Graziano Tavan, giornalista professionista, per quasi trent’anni caposervizio de Il Gazzettino di Venezia, per il quale ho curato centinaia di reportage, servizi e approfondimenti per le Pagine della Cultura su archeologia, storia e arte antica, ricerche di università e soprintendenze, mostre. Ho collaborato e/o collaboro con riviste specializzate come Archeologia Viva, Archeo, Pharaos, Veneto Archeologico. Curo l’archeoblog “archeologiavocidalpassato. News, curiosità, ricerche, luoghi, persone e personaggi” (con testi in italiano)
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